La Nuova Europa - anno III - n.10 - 10 marzo 1946

-- JO Marzo ID·IO--------------- L:4. NUOVA EUROPA------------------ 7 -- liberazione dallo straniero, ma ben an~ RICORDI DELLA RESISTENZA LETTURE che come Dl'inclpio di pallnscnesi eh-i• le. C'è un fervore di giovani vite che s'Immolano per una fede; 1 nomi di al cunt capi periti spartanamente - un A misura che i giorni i'oscht. :mgo• , sclosi. ed ero!cl tra U scltenF r bre 1943 e :l.'aprllc 1945 sl allon~ 1 t&nano nei temix>; prendono a POCOa ftlOCO i])iù giuste proporzioni l1Cl' com: IIJ1esso degli avvcnJmcnti italianI del· tl'ulrtmo decennio, Essi si vanno <llstac= cando dal pia-no della vita J>Olitlca,a cui fino a icri 1 sl può dire. erano stret~ . tamente legat1, ed entrano nel camPo della storia, prendendo quel ri)levo che spetta loro, di .una imm::me cata: su-ore. ohe anzi, come è noto, fccel'O una fl~ gura pletosa -. nè da parte di uomi~ ni e partiti IJ)Ollticl,che, afferma l'au· torc. erano o ineSistenU o int:"fficlenti. Nello s(asclarsi pietoso e vergogno· so dell'organizzazione statale, gll ele= menu , 1 itall furono gruppi individuali sopravvissuti allo sfacelo o addirltlu· ra nuovi del tutto - giovani che fa· cevano In quei giorni ic prime p1·0· ve, gcttandO.!>i11e11a lotta vartlgiana, e che per alcuni di .essi furono anche. purtroppo, le ultime. Fino a questo momento non sono ap, parse ancora narrazio1ù ordinate e comp1cssi\•e delle maggiori mantrcsta· zloni della lotta di resistenza contro Jo straniero (altivjtà partigiana e clan· destina: rapporti con le for..::ealleate); nè si potrebbe per ora chiedere tanto, pcrchè slamo troppa vicini a c1~gl\ avvenimenti e il materiale documenta· rio è ancora in parte deridente o in· certo. Slamo quindi tuttora nel cam· Po della cronaca. e in quP.sto numero· si sono I contr1buti. Senza presrnnerc di fare qul una .rassegna completa darò una rapida not11✓ia del materiale bibliogrartco che ho davanll a me. P1imo 1n ordine di tempo, sta per Ja data tli pubblicazione sla per gli av· ven1mentl al quali si rife1i.sce è il voiume di Co n-a.do Barbagallo, Nap<>lt contro O terro re na zista · S setle111bre : 1° ottobre 1943 - (Né'lPoli, )Iao• ne, s. d.). li Barbagallo, che è 1.mosto· riCo di alta fama, ha scritto un libro che già si avvicina ad una nnrraZione storica definitiva. L'ambtente satiuro di disperazione. che dà ragione dello scoppio Improvviso della rivoHa, appe– na un barlume <lisperanza si affacciò alla mente della misera PoPolaztone nal)Oletnna, è descritto in modo cffica• ce. La rlxolta napoletana, che ha nvu· to l'onore di aprire la fase della re· Histenza a1mata contro i tedeschi, ap– pnre nella narrazione del Unrbagallo quale una classica rivolta di plazz.i, al· la Masaniello. Nessuna seria prepara· zlone nè da parte dei capi militari - Come è facU"econ1prendere, la bibllO' grafia s ui e nove mesi , di Roma si avvia a diventa.re molto ricca. La se· rie fu ap erta con f ortuna da Roma 1943 di Monelli, già largamente diffuso, e che resta ancora meritamente in testa alle altre pubblicazioni finora apparse, poichè la materia è elaborata da un Jetterto consumato nel mestiere, ed anche perchè rtn!ormaz.ton~ è generai· mente buona, anche se ora in alcune parti superata dal 11uovi documenti che vengono alla luce. li libro di E. Bacino, Roma prima e dopo (Roma, Atlanta, 19-15) tende anch'esso ad una elaborazione lettera· ria e non manca di spunti graziosi, mi non adeguati alla gravità di quei momenti. Scarsa l'infonnazione. Non senza commozione ho trovato a pag. 77 un ricordo del Caffè Creco, che fu un luogo di ritrovo di parecch1 di noi. lvi una domenica mattina del novcm· bre '43 non trovai all'appuntamento Glnzburg. Era stato arrestato il giorno prima, e mal più 10 rividi. Ivi anco· ra, qualche mese dopa, mentre uscivo, ml s'accostò a salutarmi un istante Pilo Albertclll. Nel pomeriggio di quel lo stesso giorno cadeva In un'imbosca· ta poliziesca, e s'avviava verso il mar– tirio. Cosl si viveva - e si moriva - a Roma in quei mesL Pagine <li vera paesla orrre il pie· colo libro di G. Sctort.ino, H figlio in SiciUa .(Roma, Sandron, 194.5). L'a uto· re è collo dagli avvenimenti d.el set· tembre '43 a Firenze, lontano da i fa· miliari - la madre. a Monreale; il fi· glio non sa se ancora con la nonna o cOn altri parenti ncll'lnLerno della Sicilia. Riesce a raggiungere Roma; ma qui è costretto ad arrestarsi. e trascor– re 1 nove mesi in sconsolata solitU<li· ne. in un continuo colloquio mentale col ptcoclo flglluolo. Il libro, in for· ma di diario, non è eguale; ma ci so· no accenti dl arte Insieme sobria e vigorosa. In forma di diario è anche il libro di c. Trabucco, La prigionia di Roma (Roma. Edltr. « Sclt », s. d.); ma di tutt'altro genere. E' un d1aro nùnUlo, LA SCIENZA MEDICA ALL'ESTERO E IN ITALIA A guerra finita ormni <.laparecchi mesi è per noi inclispcnsablle e urgente riallacciare le relazlonl scientifiche con l'estero, dove si è cou– UnUato a lavorare cd a produrre, con ritmo più o meno intenso, ma si può dire senza ~nterruzl.one. Gli Stati Uniti si sono trovali nel· }a situazione migliore, e sl può di· re che la tranquiUa vita dello studio e dell'indogine non vi abbia avuto <1uasl aicun turbamento. Vediamo quali ne sono stati 1 frutti. Al primo posto bisogna mettel'e le numerosls– Hime rondamentali rlcer:ch.e intorno al· la ormai fam06a penicillina, sostanza prodotla da una muffa, il Pentclllium, che ostacola la vitalità dt moltl mi· crobl, specialmente degli streptococ– cM e degli stafilococchl, e che inlet,. tata energicamente in malati dl settl. cernie e dl varie altre infezioni porta a guarigione in un'altissima percen• tuale di casL La letteratura sulla pe– nlclllina è o rmai vast issima, le pub– blicazioni sl conta.no a migliaia: l'l J·lpetc in tutt o il mon do l'eco che eb. bero scoperte come quelle del salvar• san, del siero antidifterico e del sul· !amidici. Pure dagll Stati Unltf, per merlto di Landsteiner e Wicner, due perse• guitéHI dal nazismo, ci è giunta la co. noscenza <li una 1>articolarc proprlet:) (rauorQ Rh, dalle iniziali del Maca– cus Wtesus nel quale fu osservata per ~a prima volta) talora presentata dal sangue, e responsabile dl alcuni ace!. denll da u·asfusione, spedalmente ln donne in gravidanza o che avevano partorito o in individui che In passa– to avevano già ricevuto trasfusioni, il cui meccanismo finora ci sfuggtv.1, e che potranno ora essere evitati con opportune precauzioni. Dal 19-10 ad oggi sono apparsi oltre 100 J.1vorisul. 1l'argomcnto. E: ultimamente abbiamo letlo, sem· prc dagli Stati Uuiti, un'interessante nota di Alberto AscoJj, un a!tro csi- liato per motlvl razziali, già professo. re all'Università di 1\lllano, sulle re– centi scoperte baltcriologlche e su una classificazione e nomenclatura dei microbi che vuol mettere finalmente un po' d'ordine in un argomento cao– tic o q uant'altrl ir,at. :P.la non meno intensamente, anche se in p roporzione minore, sl ~ lavora. to in altri paesi assai più tormentati dalla guerra: ln Inghilterra, dove Ste– ming ha scoperto la penicillina, in Francia, perfino ln Russia, dove è sta– to crealo, proprio in pieno turbine bellico, un organismo importante CO· mc l'Accademia delle scienze mediche, e dove è stata scoperta una sostanza analoga alla penlclllln.)., la Gramlcl• dina S (Gramictdina Sovietka), or– mai sperimentata con successo su Jar. ghts.sìma scala. :Ma se vorr.c-mo real'mcnte parlare dl scambi culturali, pel quali, come dice il nome, si deve 110nsoltanto Ii· cevere ma anche dare, occorrerà che anche not riprendiamo il lavoro in– terrotto dalla buJcra della guerra; che lo riprendlamo e lo innalziamo ad un livello ben più alto dl prima. Per– chè dinanzi alle condizioni della no– stra scienza medica, considerata in sè e sul piano internazionale, non si può che fare anrnrlsslme constatazioni. Da molli, moltissimi anni, la sclen· za medica italiana si lascia tranquil- ~~111~11~ì~~~f<;;:~e'~~~totr~~Rf~~!~! mondiale, senza mal assumere ne1>– pure per un momento una sia pur piccola autonomia, senza prendere u11:1 iniziativa, senza seguire una sua stra– da. Le grandi scoperte sulla malarta, i progressi della chirurgia, le fonda• mentali ricerche dl fisiologia, che fu– rono merito degll italiani verso la fl- 11cdel secolo scorso ed al principio di questo, sono un ricordo lontanissimo. ln tulle le scoperte più im»ortantt de, Galimberti, un Jervls - risuoneranno a lungo nelle vallt prealpine. composto d[ i110lizic te considcraz;ionl La difesa di Firen:-:e richiamò fin occaSionall. Le notizie vanno dal rias· dall'estate del 19'11, gruppi note,·oli di sunto del giornali, dalla copia dl docu· azione p,.1tti,;ian:i. Pcrsonaggl ufficiali. mentl clnndcsUnl ai prezzi col'renti di 11 card. Della Costa, 11 console svizzc· borsa nera, agll incontri fatti, e cosl ro, ·l'ex ministro ùegH esLCrl rumeno via. Le notizie però non presentano N. P. Conmène e lo stesso console te· un carnttere di novità. ~~~odaf~~mi: 1 d~l~~raÌv~~~et;~ ~e~~ La figura dl COrdero Lanza di Mon· tczen1olo esalta H libro dl G. :i\l. Catan· zaro (Roma, EditorJale romana. 19-15), a cui nuoce uno stile poco appropria• to, a mio parere, troppo « let"=rar~o ,. Giustamente inquadrata }a nob1Ussuna figura del Montezemolo come quella dl un nùlilarc nato. La lotta clandcsrlna egli la Ylde non sotto l'angolo visuale dello spirtto partigiano. sibbene sotto quella di un rinnovamento dell'esercl· ~~fidf~~~~rv~i~~dferò il meglio della In Questo stesso ordine d'idee erano i due generali Ferrante Gonzaga e Si· mone Stmoni, l'uno ucciso dal tedeschi in una località sperduta del Salernlta· no il giorno stesso dell'armlstizio. l'al· tro passato Impavido per gli on·orl dl via Tasso e finito alle Fosse ardcatl ne e del quali si parla acconciam.entc nei libro di A. A. Fumarola Essl non sono morti, che è una buona ed ut1lc serie dl ritratti delle medaglie d'oro della guerra di liberazione. stampata per iniziativa del Comitato d'azione tra mutilali invalidi e feriti di guerra. Al· cune frasi qui ripartate <lel gen. Sl· monl lo present.ano sotto la luce non del semplice militare di carriera. Ec· co. per esempio: « Una volt.i, parlando (in via Tasso, con compagni d\ prigionia) della guer– ra che la Germania com.batteva, disse con sicurezza: - La guerra della Ger– mml'ia non mi preoccupa; essa non vincerà mai. La politica della foraa non è scmpl'c 'la migliore. politica, e non basta farsi temere. bisogna anche farsi amare. Volete che la Gerrnanla domini ll mondo? Date alla Germania quarant'anni dl pace, e vl assicuro che tutto il mondo parierà tedesco». sco la dichiarazione dl ci ttà ape rta per li'lrenze. Vane speranze, va.ni tent.au ~ vt. All'approssimarsi d egli A lleati. i ponti furono fatti saltare, e la lotta ac~ canita ~1 scatenò da un~ rl\•a all'altra del fiume. Imì)OtianLc hbro. ricco di documentazione, anche tcono~anca, ò quello scritto d<ll Comnì:11C'. Firt'nze città aJ)erta (Fir.enzc. Vallecchi. HJ.1:\l. e che Jimanà un notevole contributo a.Ua storfa di quei i:iorni tral!'ici òcila città dl Firenze. Jl fascicolo di gennaio-;.1g:os10 l!l 15 del Nuovi quadert1i dl Giustizia e lf bertà (Milano. Casa cditr. e J .a fiacco•. la,) è tutto dedicato alla lotta uartt: d,ana in Piemonte. A questa serie dl documenti è da accostare un articolo autobiografico di Roveda (l'ig/Uu. d'in' curre.zione a 'l'orino;, J>ubblicato In Rin.<1scita del 110\'mnhre 19-15. Della lotta tra 11 Pavese e li Pi;iccn~ Uno narra. con StilH s<:\ollOe .i.rden· Lo r. con abbondanza di notizie, spesso di prima mano. P. Solari nel suo libro Pa·rtiola11t di Val TrebbAa. e Val 1'id(, ne, edito a cura del C.L.N. di Piac.~n· ia. Da esso risa!t.a ropera di Fausto. c1ot} il capitano llei carabinieri Fausto Cossu. il quale, sfuggito con pochi !id\ alla prigionia tedesca, divenne l',mima della lotta di resistenza n.ella media Val padana. Di tre ,,alorosc formazioni partigia· ne dà notizie esatte in un opuscolo rie• camente illustrato una puhblic.11.:one anonima dcll'P.x Mtn\stero fl~ll'ltalia occupata: MaiClla, Ravenna, illo1lr11a • Tre divisioni varliuimie. B~lln fi~urc quelle dei tre comandanti: .. ,e l'av\'Oc~-. to ». cioè Ettor~ 'rrollo; Ilulow (;o\r~·1· IJO Boldrini); Armando (i\l:ulo n1cc1J. Ciascuna di queste schiere. dalle Al· pl all'Appennino abruzzese. ha un re– tagg\o doloroso di tutto ciò che com· ::: porta una lotta oscura a ~.,nza quar• In 1111 ambiente. molto ~ive:50 cl por· ~A~o la q~s;tcse~:~=~~~z~h~ta~o: ta un gruppo d1 pubbhcazionl sulla ad usare una volta u gen. Simoni con guerra partigiana. Ambiente J>:rvaso un suo compagno di prigionia, « il mo– dall~ 1dcoloi,:le del _mov;men~o di I to della storia marcia a sangue•· « Ciustlzia e Ubertà», cioè di una guc1·- re . . . .. ·~ ra concepita non solo come guerra dl '.\I:\HIO Vl~ClGUt;hB.l gli ultimi trent'anni non figura ll no– me di un italiano. Tanto per fare un esempio, lo studio dei sulfamidici, eh~ hanno rivoluzionato la tera1>la delle infezioni, è stato inlZiato come è noto dal tedesco Domagk, ma sublto svt– luppato e ampliato da francesi (Four– ncau, i coniugi TréfouC!, Lcvacliti), ln. glesl (Colebrook. Kcnny, Woods), ame. ricanl (Bro1nham. RoscnU1al, Brown). mentre gli studiosi italiani si sono Il'. mitatl a J>lccoleindagini marginali dt controllo. Del pari in ogni altro cam– po la ricerca manca dl qualsiasi ca• rattero dl origtnalltà, non ha geni.1lltà e ne1·1>o. A eh.e cosa l! dovuto questo sconfor– tante stato di fatto? Credo che non si possa esitare a vedere in ciO la con• seguenza. fra l'altro, di una stranissi. ma situazione, tipicamente propria del nostro Paese, per cui la ricerca sclen• tifica non è più considerata - parlo sempre nel riguardi della medicina •– come un mezzo per far progredire le nostre conoscenze, ma per superare esami cii libera docenza, per vincere concorsi ccc. E' ovunque diffusa la mentalità - salvo rarissime e rispet· tabllissimc eccezioni - di giudicare l candidatl ad esaml cd a concorsi plù in bas~ alla quantità delle pubblica– zioni che non alla qualità.. Quindi chi si dedica alla cosl detta carriera scientifica - e anche chi non vl st dedica espressamente, ma ha bisogno dell'appoggio dl pubblicazioni, cosl dette sclenllfiche, per conquistare tl· toll da sfruttare poi pel successo pro. fcsslonale - è preso dall'assillo dt pubblicare e pu bblicare. Chi sl accin– gerà allora a.et u na 11cerca veramente seria. che può a nche richiedere annl dl fatica, magat1 senza alcun costrut· to - poichè non è detto che in fondo ad ognl sentiero inesplorato vi sia ::.empro una scoperta - quando un modesto lavoro di controllo a colpo sicuro gli permetterà di fare una pub. blicazionc che costituirà per lui un titolo assai migliore? Chi st voted per tutta la vita allo studio di un llr· gomento, quando è ben noto che è considerato meritevole di una catte– dra soltanto chi si è occupato <11.'mo\. tn ars-omentl atti a dimostrare una vast:\ cultur;.1 (?), mentre è ben chla· ro eh~ Je esigenze della spcciallzza- zionc - un male, forse, ma un male necessario - rendono assai piU pro: fieuo lo sYiscerare a fondo un pro. blcma solo? Chi si assoclerà volentie– ri ad altri medici, a fisici, a chimici, per affrontare una questione sotto tutlf i suoi aspetti, quando i lm•or! pubblicaU in collabornztone (neg_li al· trl Paesi talvolta da quattro, crnquc cd anche più ricercatori) da noi sono - incredibile! - giucllcatl di valort! inferiore a quclll pubbltcatl da soli, Bisogna aggiungere un'altra osser• vazlone, pure molto importante St:'– condo noi: è evidente che uno stu· diosb non può nello stesso tempo es• sere ricercatore, far Jez\onc, occupar. si delle pratiche amministrative del suo istituto, guidare allle,•i, parteet: pare a commissioni d'esame cd avere preoccupazioni di carriera. Eppure questa è la situazione della magr;lor parte dei nostri direttori e assistenti <ib lstiluti scientifici. •rutta l'imposta. %Ione della ricerca scientifica medica ln Italia va rinnovata ab irnis f1rn<fct· mcntis, con una netta distinzione fra tstltutf di ricerca e istituti d'Insegna• mento se vogliamo \'eramente contri·. bltirc 'al progresso scientifico mondia. le Non intendo dire n~1turalmentc che dall'insegnamento unlverslta~o. si debba scindere la ricerca sclen11rtca, chè i due elementi sono inlimament.:? uniti l'uno non potendo fìolirc senza l'a.!tl'O· intendo dire che si debbono crearé anche dei grandi centri che abbiano il precipuo scopo della rlcer. ca, e che offrano al loro personale quella tranqui\lit:) d[ vita e di lavo- 1·0 quell'isolamento dal mondo, che soi10 indispensabili al pro;::rcs_so scientifico. E bisogna Inoltre che sia• no messi a disposizione degll scien– zlaU mezzi assai pii:l larghi di Q.uan; to non lo siano ora, l)Oichl!gli studl spe1imcntali, oggi, non sono soltanto più un problema di uomini ma anch.e di attrezzatura. Dove sarebbe poss1- bllc vedere in llalia rlcerch.? di epi• demto\ogia sperimentnle come quelle che Amoss, ,vcbster, Topley, h:rnn~ realizzato in Amelica su ver\ e prO' prl villaggi dl a11im.:11i? O 11ccrche (.Continua nella pagina nu.mt' ro SJ.

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