La Nuova Europa - anno II - n.21 - 27 maggio 1945

-- 27maggto!045--------------L:A! NUOV:A 1 EUROP'A!------------------T __... e PAPA• - d1ceva una gtovaneua ad una giovanetta sua ug1rn1e- è un QUAR 1 E se OR llA TOIE trl•.'1ina - commentavo con queste pa• bmnblno con molti. mezz\ a sua <llspo: role_ (che tu, lettore, glà conosci) Ja stz\one». ~ : 0 ~ 1 tiJ~h:::aP~fe 8 ;~~~) de!Ja fam<>-' DONNE CHE SCRIVONO. Hanno E UN RA eco () !-;~~~ii~liAJt~l~ ;n;rt:~uni°1:~~~ N T 1NO 1 DUE PlU' HEI VERSJ della Jet• no 1n avverure. Ma - mt perdonino tC'ratura italiana sono P,Cr me. tn quc• .ikune esclUSive amm1ratrict del loro sto momento: • La bocca ml bnclò tuv romanzi, traduzioni, poesie _ quello con le lacrime agli OC<."hi, preparava DlO DEI TEDESCHI :(scritta Ml, to tremante I e e L'uno buggera l' 3 1 1 che dl esse ancora prefertsco (lo dicevo qualcosa) gll chiedemmo subito, se, in 1933). Con quel baffetti sotto u naso, tro. Santltà •· (ll primo lo conoetc ~~rt a Gtanna Manclnl) sono gll epl- Pz:igione, l'av~ano mo~to maltrattato, e quella l:l'Ilorfla facciale, come flutas• ra un pezzo; il secondo )'ho letto ;o · stolarl e t Jibrt dl memorie E d1 que: M hanno dato - egll MSJ)Ose- pugni se sempre ... un cattivo odore. E ro ftu• a prima volta nel libro di PaoJ M r, su. ultimi - mi perdoni i•ombra di e schiaffi. Ma erano - aggi.unse sorrt 1 ta 1nfattJ. Ma non gl! viene - come nelH, ROMA 1943 - belfias~ 0 11b 0 ' MarceJ Proust - quello a cui ritorno den<lo - pugnt e schiaffi amorosi. egli pensa - da11'esterno (da comum• da!,vero, vivo, una SOJ1J)resa u~a U:-~ ,JMù spesso (almeno col pensiero) è· A Le S.S. italiane, g\ovant come lui; d1• sti. ebrei. J)Olaooht e altri J>OpolI slavi rnvlglfa! - e che egU cira' d. e: LA RECHERCHE DU TEMPS PERi>U. sperate in fondo all'anima, di non ESl" lntellettuall di destTa e di .ffllletrti° che In quell'anno (19-13) t ~~~I\ te « E Saffo?> - Saffo era una rondti sere lui, s1 erano pre!a Ja loro vendet' francesi degenerJ e via discorrendo ..'. me al tempo del Belll, provavano flua':: ne, e non fa pnmave.ra. ta. ln ~ualche modo, dunque, una ven= fino a comprendere tutto H mondo abt1 che dl!.flcoltà a campare. senza e bu , g detta damore. tato) ma solo da l°ul, dal suo dt oen• gcr~l'S'I• a vtcemfa). g CORDELIA - r1assumo un saggio O tro., E~ •una mafattia; ma una brutta m DimentJcavo un terzo. meno bello• di Flrcud (Les trots cof!TcU) _. ~ene TITOLO {su tre colonne) per <11remalatua; ed anche - a1Jostato attuale an~o per r!uetlo che dice. più ltaJfanO tn .&eènamorta. E' la morte. L'UlUma che l'incaricato d'affari di Rurnenla della ~ienza - Inguaribile. Sl chiamn bnie[.!· .A;r canta (preJudendo alla cm tlonm1 che possa avere pietà dt uo veci era giunto a Rema: AMBASCERlE paranoia. ti . • E agonese ver8'lne :1) n « paf2 chlo, errante, a metà pazzo re Lear. LATJNE ARRIVANO NELL'URBE. 8 tegmnol!» rnMJI; ed è - speeialmem Q G SE AVESSJ OOVUTO avvicinare at~a ;;:~r:_ hi~na bella voce ed CAMIONETTE ESTIVE. Non 1e ALTRO TITOLO .(o sottotttoJo) semi (Jllel Dio, lo avrei fatto - paura fisica sole della bal'ld4 e lo BJ)iegarid al· ))rendo mot; n:ie ne guardo bene. Ma pre d1 quell'c Era»: JL CONTEGNO. a_pane - con Jo.stato d'animo del me- tutti del mio co er;r n~tonaJe: • U<lite' ~~%;;';epa--;_,.~~e~~:~o;ro;:;i~-;;; ~m.g,'<1:\li;iimil~~~RE, DEL ~c; , 1 ~be~~.~~clna al letto di un r 0 1 a annr. . .U sciarpe di vivact colori; V1 brillano o Q UDIT~ TUTTI DEL MlO COR GLI al oole gambe nude e pulite. Sembrano C TT SHAKESPEARE (io penso)' fareb= AFFANNJ. Pubblicherò un giorno con'. - cosl dl corsa - piene di gent~ beli ARA ERE OMBROSO DEI R~ be dire a un suo personaggio "(nello questo titolo, un altro 'RACCONTjNO la, buona, portata a mete felici. MANI A Rom.i, se entri in una bott~ scenario di Piazza Loreto): Qualcuno, Ma non qui; non oggi. E~ no, quel• dC'lla 0 ga, e chte<li qualcosa che hanno in in quelJj anni e in Itali~ doveva recl• NUOVA EUROPA dlrebbero che al>w L'OSTERIA ROMANA dove pren: vendita, Li Lrattano .(e non per calcolo), tare la sua parte. 11 ck>st4no- nè po: so dcll'ospltalitd. ~~ 1 ~ ~~! ft~1ia~ uno dei luoghi ne\ ':/~ s~~r;~/~~~mJ{sf::~~~i:a, 8 !~~!%9; teva aftrlmentl - l'affidava a lui. CHI HA _ t1°'~e' CCGne' quan<Jol Entrano cant festosi, che nessuno 158 che non ~no daru, t,1 gua!" d ano ~ perch~? -:- pe_rduto Ù cont;:ilto con Ja dl chi sono· \lambini nudi con tn male; sentono la tua rlchiesta come TOTEM E TABU; La sera in c l propria vita stl ti h un !lasc.o impagliato (vengono a~~~ una voluJa offesa personale. si seppe dell'esecuzJOne - quando fe pact- di vrof!i c~ta~; 1~ k n~~ ca• perare vino ptr papà). n personaggio Fu COSl che, aveD<io 0rd 'nata 1 n un notizie del giorna1l e ~lla radio non dico chiaro fino al più profondo del; (li un mio R~CCONTlNO adesso ha bar, c_he ne era momentanean~ente pennettevnno più nessun dubbio - si sue viscere - _per pot magan, riealho cnmbiato carahere, e gutda nel locale, sprovvisto, una gassosa, ml sentii 111 notava, nel quartieri popolari di Ro- ln superfice, rìdere di quello che ha vuonando la flsarmonicn, una ban<la di spo nder~ COJ?- uoo <l (JUet «secchi no» ma, un'illq\lletante aria dì festa In· veduto e «~re oltre»; quegU _ rngazZ<)('Ciai quali Celsa Ja figli del dl AuSt1n Chamberlaln, che, durante quietavano soprattutto le maceÌlerde. come un altro · 1 padrone _: mette ln tav~ vino : pai la gu~ra di Spagna, form~vnno la ~i- molto ben fornite (era anche Ja vigilia sono lo questa v~1 1 fa :'"n~ ::i~rqr:;: gnottell~ 1 guardandoli con fiduC'toso 5()1 sper~z-wne ~eg~i anUfa6CiSLie ,Lspira\•a• del primo Maggto), intorno alle quali II nome - non put> nè carMnJnine nl! l:.'J)etto.vicino a mt una bam~na butta no 31 nostn g\Ornnll altrl deJIZJosl U: I cllenti .Si affollavano più numerosi saltare. nè correre. Egll solo 8vola'Zza .~~:L~~u a 'i~~• iiJ s:~:i;e~n•~~ toli. f) ~:!1:°!~n<~~- ~t~t~ ~:oq~!~t~a~~~ o . niente a nessimo». 11 gatto Inarca 1a FAVOLETTA. Se tu fosSi .(cosa, per Eono fuori deHa politica, fuori del tor• . GLI UOMJ~I •.nfilzott ,(ma è poco och1ena, gonna la coda, e Ic J'ispon<le: tua fortuna, impossibile) compJetameni to e della . ragione (seguono antiche <})re) in confhttl interni, che neppul'e e Minu ». re sprovveduto di i.stinto aggressivo, e traiettorie \st!ntlve), già il giorno do• sospettano òi ])Orta.re 1D sè, proct.'Ò01 a :~io.~1~1~:~ci~1:Jllenoant,Pa",r,~. una tigre ruggente U si avventasse p0 avvertivo. nell'O$terla dove pr'endo ~ào ,; t~:tad~IV'e-~.:~~~~t!'u~1=; 0 v. ~:~~ 0 •c~J~~e~~:: 1 ; artl s;:iaza ~~~; !o~~;~~~~. P;~,~~~~~J.e~~m~!; bino sapre~ loro lnòicarc, e net qua~ \J O dendo. verse. obltque. coperte; erano Inter- 11 - tanto p,u cit!Chtquanto più v.sdnJ Zllt: d~JaM~J~;rr~~im~f~~n~h1~: s1ili~/.~~eant!u~i::;~i:ari:n~~ J!e:t ~=l~~l~ n~~~~;~~ei~:'n~~;~~ ~~nrlioolo - infallibilmente J)reei!)f• mante. Que6ti gli ~ che li suo.de -: tor Weiss). Dlcevano e Hanno fatto bene a ruct• Anche tu. anch'Io ... Ma se tu. se io ~~a~~ 'f:r~~e~'::: ~n~~ ~in G lar1o. Magart l'avessero fatto prima. Pft~sslmo portare quegli inconsci con• :va nemmeno veduto :,_ stu 1· si cr:: U~ POETA che ar,un1ro, a un cri• Sarebbe stato tanto dl guadagnato per e tt alla luce della coscten~t ne pre- dette frodato :Aveva ra ton P .:._ me Uco che, durante un pranzo, gli par• lui e per noi. Ma avrebbero dovuto fui , 11 erer:nmo un gr~e. un lnd1c1bi-1e. sor, ~o gli .s~egm· più tardi .!. u echll:·o~ani lava bene di un altro poeta (Montale), cHare assieme a lui molti altri (segut, J:;Pie~lue11J st I r1solverebbero - te. 4 vlta rtccrda le sue origini rt: voleva - e si era nppena alla pastai vano noml e cognomi; tutU adesso dl òt so.pone ero - n arta, come bOJle oord.i di eGSer~nata dalle acque· ~ _ sclutta! - caval'glt u.n. occhio coii la tor• persone - relnttvamente a lut - gto- · 11 J)('r l'incon&(jo _ mare= ma(d)~e chetta. Col suo gesto ,(fortunatamen• vani; J)Rlttosto dJ fratelli che dl padri). QUESTO E' lettore mto, lL RAO Q • te stornato) ll giovane, e un pò ebbro, Quelli Invece sono ancora a piede U• CON_'rJNO che u ho promesso. Puot, se 'AUGURIO A UNA GIOVANE DON• ~~:~e~~ 8~1!:~~~v~rso~uo~n~"r,.~t; =~~(). i]~~! ;t: ~ies:~~r~~ ~:icun un titolo li sembra praprJo necessario, NA. Che tu ~. quando avra1. l'età dlabtlmente, 1nlrmUll. magolor, colpevole1 ,ecc. ecc. \n11tolarlo UNO STRANO CLJENTE. -~ u~:n nà\~g:r~:~aei a:~1·1{~r:e c:,i: ' Q o ~t:t~vri ~~o q~:!Ji~~~ ~ p~1t~r:~1 0Gb' di up nero cosl splendente. (Qual• PENN_A.L amabile castità di questo SJGNIFICATO DI UNA VJTA. Fu, solito. Ohtaretta non era ancora vet che mo d'argento è la regola, come la poeta viene dal fat~o che egli cl ha h, gran parte, risentimento. Contro Ta nuta. L'aspettavo con impazienza. an~ nuvoletta nel più terso cielo estivo). dati - sen~ che ne lui n~ nol. lo VOl patria che non poteva (egli forse pen; che perchè era unn bet?9, e fresca mat, Che tu possa non avenie b1$0DHO. Che less\mo_ - 1 tanto attesi canti della sava e non voleva») nutrirlo. (e L'Jta1 t:na d'autunno. e Vlrglllo Giottl dove-i tu abbia dalla vita tanto da poter iii matermtà. na dovrà, un giorno. tremare di me• va venire fra breve a prendermi. per :a~rt ~~ii; di~~tue~) 1~~:,~~ill;-(V~ r;:v::::i ?:Se~ ;:!te:.noioletto e:~~~ if)pa~~ rl~t~:ach~ ~~~ ~~~!~ uiI~ptr~~e':rta: entrb un uomo. Vo- gJ1o dlre senza rammar1ch1). at tuo fumava un s1oaretto, vano a braccia aperte gli emigranti leva Sc1pereil prezzo di un libro espo~ posto. e olf occht 1ttstri cwea. italiani '.(specialmente socla1istl). Il sto nella vetrina: RlCORDANZ..E G Direbbe cosi (se cosl snpesse esprl• giorno ohe, con nascosto batticuore. DELLA MJA Vl'l'A di Luigi Settemi MARIO SPlNELLA mi telefonb per mersl) una madre che ritrovasse. fug• proclamò, dal bA1conedi Palazzo Vene- brini. Presi Il libro (che del resto ave 1 sapere se poteva venire, quelln sera gito dalla sua casa, turbnto dalla pu• zia: e HO FATTI CONSEGNARbl I va glà 11cal'tello col prezzo) e lo porsi a trovmmi. Aveva - disse - qua1C06a bertà. il figlio d~Jetto. o se volete (ma PASSAPORTI AGLI AMBASCIATORI al richiedente, dicendogli: e tosta <iunV da dirmi. a proposito di SCORCIA'rOIE è la stessa cosa) è venere che parla DI FRANCIA E D'INGHILTERRA• tro lire; ma per fet saranno tre lire 1 (chc v~lb'ODO anch'esse alla loro fine). del fanciullo Amore. egli ~lol'ee certamente un VDtOdella :iacl~!'ir:n~~:-i:~i~~~ :r g~:~i. I! Je;, ~~~ 0~ 1 ;c:i~~t ~ b:;~;; 1u1;,"d ~ su_~.og't1n\~NDE'M'A DBLL' EMI1 noi - disse - ci siamo già co11osclu 1 a0<1e.Cli dtS8 di venir sublto. NATO A ZANTE, sco1nro a Spala• GRANTE potrebbe eE....~reH sottotlto- t• ». Ci eravamo conosciuti 1nfatt1, alla Venne, infatti, subito. Aveva da dir- to. b--iovane poeta conctonante - !n lo di un romanzo popolare a succtsso redazione del POPOLO D'l'J'ALJA. al ml che nè lui, nè i suol compagni (g(o- un'epoca, anche quella, turbata - a garanUto. t~:nµo della neutralità Italiana, prima vant comunisti) sapevano che farsene Venezia, morto esule a Londra ... que- G di quell'altra lunga guerra. che allora dl SCORCIATOIE. Sono _ mi spiegò st'uomo - ml venne fatto di pensare GLI UOMINI non hanno memoMa, era finita da poco, e 10 ero da poco r1: - piccole cose feHcl, nntc dalla felici- un giorno -_ era quasi delle mie parti non hanno immaginazione. non hanno tornato a Trieste. Poi. mentre lncar• .11 1 • (Forse voleva dire dalla Hberazlo- Vero è bene che nel cielo meravlgUo• senso fisionomico. Ne hanno più I po· tavo per lui il libro, ml domandò che ne). CAMPO DI EBREI cl\ Giacomo so del sonetto ALLA SERA - In tut• vcrl cnnt. & ne avessero t1vuto almeno cosa pensassi della situazione (si era Debencdetti, •quello·sì che gli ptaceva; to il cielo della poesia <lel Foscolo - altrettanto. quanti mali si sarebbero alla fine del 19 o del 20; non ho una ~n quello sl che st senti.vano ver.imen- navigano strani colori. quali vedi ac• risparmiati! mernona molt-0 felice per le date). GI( te ln,·rlmc e sanoue. cendersi e spegnersi &ull'oltra riva del• e Non eGISte _ mi disse un g4otno d.ssi il mio pensiero; ed agglu:1s1 - Forsç aveva ragione s~nella. Mal• l'Adriatico. un amko che non ,·uoie essere nomi.• non ero, come si vede, profeta - che d011e<:k è Jnespiabl:, TRIESTE. L' lt~la ha dato il la• ~;/gn;;;;,I~~~~ giustizia che la giustizia if J!f/!•:~e ~~ 11 ! t ,!v6~fn~~~~?';,'~;; scismo; e fu una cosa orrenda. Gli e, domandò. Gli risposi che fare una gueri ~~g~s~~lP~v~ll~ori ~u:~~ 1 1 ~~!~ 1 ,hc~n~ DISOCCUPA'l'O. A Roma - ml di· ;::lt~e~o~!n:1a;:"ee~~.a~~!:!a~;i,o~~~e= LA LODE che ml. s..-,rebbc piaciuta - e Jnvcce della quale ricevetU un bla• timo -: « Pianse e capi per tutt\ ». €) MARlO SPINELLA che, nel perto• do clandestino, mi diceva: « A noi. gto, van.. non piace star ben~. cl sembra giusto soffrire, essere poveri; pagare 'J)cr gli sb.igU di Cavour .(n e vostri, fu una mntt.ina presto - meraviglia è cric ta t.-osa non gli S'ia aceaduta piima - arrestato, mentre saliva le sclilC che ponavano all'abitazione di un « com• plicc •· Per lungo tempo non si rluscJ ad avere sue notizie (si sapeva solo che era nelle man; delle S.S. uanane); ))01 t.'Orse la voce - fortunatamente vera - che era riuscito aù evadere. Poi. venne la liberazion~. Arrlvò a ca– sa mia v~stito da partigiano, con al collo la sc,arpa rossa della brigata Ar• no. Era molto eccitato. Mla ngua cd 10 1.(ntJa moslie era corsa in cuclnn, dove, furono una cosa. se po~lblle. ancora ceva l'amico che non vuole essere no- prendere la sifilide. Prima ancora dl più orrenda. L'hanno, è vero, ~(!nerO" minato - nessuno (?) lavora. La cll• aver finita la frase, ml :ricordai che eg}ll samente comprns:ita col snn~ue. tà vtve - materialmente e spiritual• aveva avuta quella malattia (sl diceva, Trleste Italiana ha dato ltalo Sve1 mente - cl\ piccoli intrighi. uurantc al giornale, che l'avesse contratta da vo. Umberto Saba; nlcune tele - se roccup:izionc tedesca. tutti quel ptcco• giovane emigrante). Ma egli non fece esistono ancora - del {!rande pittorcs li intrighi crm10 diventati un solo im· cnso; o non mostrò. Prese Il libro. il· Giuseppe Bolarno. Non sono un nazlo• m~aso intrivo contro i tedeschi. Qunn• resto dei soldi, salutò ed uscl. nalìsta, non vosllo buttare ollo sul <lo t.!SSine furono cacciati, eglt - sod· Entrnva, tn quel momento, Ch\aret: fuoco, e so che ci slamo mese;\ dalla tl:s{aztonc patriottica ('(l umana a par• ta. Lo riconobbe subito, per avune ve1 parte del torto. Ma se Q\11?'°> 1 e cose alle te - si scntl per qualche tempo adòos• duta molte volte la fotografia su rlvt: quali ho accennato _ poes·e, quadri, so - e ml ~iurava dj non esc;ere stato ste e giornali. Trafelata per la corsa romanzi - hanno ancor.1 un peso, pc- l'u?1Jco - Ja maHnconia del òisoccu• (Chiaretta era una diHgente commes1 !f;oo ~at~~n~1Jaon~[1~~~~~~ta - sul no- cupato. G ~!!ar1~t?t~~:1; - ;{!,t:~e;;,t//h{o E GLI UOMINI. anche 1 migliori, non dire. la sciagurata. che questi violentl SVEVO. Poteva scrivere bene in te· ;~~~~~ 0 sut~~\Ò~1~~~~~ 0 gli 8 ~Wrr~~ I :a~'Z-~~o ai~i1t~i1~~eft~n~, l~;ha~t::i~ desco; Pfef~rl scrivere male In itaH:.1• I abbiano, o abbiano meno. e vieende ramigll:irl nnurasclsta - ero, n_o.Fu l ultimo oma~o 111fascino as• e Perchè »? ·mt domandava. lnfin\U Il per n, piaciuto, o almeno l'aveva in; s 1 mlla,tore del~:t v~hla ctiltura ita11a, annt or sono, Ja piccola nera grnzlosa teressatn. qu1.•lslngolnrc e cosl matti• ~a. E la_storia d~ll:m1orc, prima del1 ferocissima Ernn. alla quale - seduto ·•INO cliente. 1 ,· , loceupa!1one. dl rricste per l'!talla. con lei sotto la pergola di un'osteria 1 \JM!'"r-""' 1 -:4,M,

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