Nuova Repubblica - anno V - n. 20 - 19 maggio 1957

2 RISPOSTA UN A E TRINA GLI IMPERTINENTI ]I giornale dei giovani denwcristiani sembra elevare agli altari il peggiore slori– çismo giustificazionista; quello dei giovani comunisti rigetta nell'_eresia e ne~la ?ol• lusione conservatrice oo-ni vo'òntà di rinnovamento. Non sarebbe ,I caso che il gior– nale dei· giovani socialisti mostl"asse almeno lui un po' <l'intelligenza e d'iniziativa? di MA URO SOLDANI I Gl.OVANI amici dei. _rn?vimenl. i giov_anih.·_socialist~, comunista e demo-cristiano hanno risposto con d1- -screta insof-ferenza ai rilievi che ho avuto occasione di indi1·izzar loro. Siccome non ho voluto per pa1'.te mia :indorare la pillola, non è certo dell'asprezza delle risposte che mi dolgo, quanto della loro sca,rsa pel'ti1_1enza co~ gli argomenti trattati, e quindi, se mi è consenb~o nn. g1uoc? di parole, della loro inimecliabile e sostanziale impe1·li– nenza. Comincio- dai demo-cristiani di lnipegno giovo.nife. Ci l1anno definiti «presuntuosi» perché abbiamo affrontato .: ·superlìcialrnente » il problema della tenm generazione pOlitica del nostrn paese: 1a superficialità deriverebbe dal tenere conto esclusivamente di storie persona\j. Sono do– lente di non consentir loro per due ragioni. ·Primo, perché non intendevo affatto affro~tare il pr~– blema di una gen.erazione (tttra.verso le stone personali, chessò dell'Ol'seilo o dello Speranza, ma invece rnostrare come ~ueste due storje fosseJ"Osimili e altmnente signifìc?– tive - quasi pai-adigmatiche o addil'ittunt., dato che m fondo si tratta di una malattia morale, patognomoniche -: quindi riferivo il giudizio in merito, accettabile o meno, a ·tutta quanta la gènera.-zione, che presenta un costume di tal genere straordinarianienl,e diffuso, derivante forse da radjci assai antiche e profonde e di cui i due sullodt41:i praticanti leade-rs costituiscono soltanto u.n esernpio cla– mo1·oso. Secondo, perché mi pare che sia poco serio - per non dire farsesco - teorizzal'e Ja fun;r.ione di una generazione politica con argomenti .di questo genere: Speranza e Pi– stelli sj sono divisi - dopo la conquista de] potere -_, perché l'uno era « rnoderato e realistico» e l:altro « spre– giudicato e anticonformista:>, col rischio sì della rispetth,a .: passività> (8ic!) ,e «demagogia», ma comunque « per ~iungere attraverso molteplici vie ( !) alla realizzazione d0i propri ideali e delle prop1·ie esigenze, cercando di incar– narle nelle situazioni storiche concrete». Così pure Salvi ·e Malfatti collaborano con Fanfani senza che ciò implichi t confusione :. con l'attuale classe dirigente, « per impediTe una spirale di successivi emargina.menti delta classe diri– gente fino alla carenza assoJuta », in una pa1·ola si adattano al male per irnped !i.re il peggio. Se fossi nei panni del Salvi o del Mal.fatti, oppuve del Pistelli o dello Speranza, io mi 1·ìsentirei violentemente contro Impegno giovanile: non mi pare infatti che ci possa esse1·e pef;giore avvilimento per loro di questa giustificazioncella dell'impegno politico, vera favoletta per i più piccini, dove con 'Unzione gesuitica si cerca di far passare le }oro scelte e le loro posiizion,i co1ne amministrazione secondal'ia cli tristi e scolorite necossità.. Non stimo gran che la politica dello Speranza, trovo trop– po facile quella di copertura del Malfatti, ho sempre llp– prezzato Je alte qualità e i seri propositi del Sa1vi anche se-resto conv:into che serve a poco organizzare buone-scuole di partito se si dà mano a una politica cattiva, ammiro nel Pistelli Ja capacità e· il _coraggio con cL1i conduce la sua battaglia anchè se non ne condivido molti aspetti e motivi ispiratori, ma per tutti mi rifiuto di giust.ifical'li - o di li– quidarli, che è Jo stesso - con un meccan:ico giuoco delle parti. S I TRATTA per tutti quanti di scelte .serie, che anche quando denL1nziano l'errore politico o jJ cedimento mo– rale restano cli tal rilevanza da poter,e - e dovere - esse– re violentemente stigmatizzate, ma pur sempre comprese e rispettate nella .Jorn responsabilità storica ed esistenziale, e 9uindi nel contJ·asto insanabile che sott.endono tra loro e che non sarà certo Impegno giovanile - povero untorello - a cancellare d'un tratto. Pur con notevoJj eccezioni, troppo i:;pesso i cattolici - quando vengono a contatto con la cul– tura moderna - ne restano impermeabili ai motivi più sti: molanti e fecondi, mentrn si impadt•oniscono facilmente delle scorie che anch'essa lascia· ,,.ia via .dietro di sè. I gio– vani cattolici non sono storicisti, nel senso miglio.re del tennine, ma il giusti/ìcazionisnw storico trito e dete1'.iore l'hanno imparato da un pezzo, e ]o impiegano ad ogni istante a piene mani, tanto che abbiano da giustificare - e succede spesso - grosse debolezze e piccole marnchelle. Altro che « tensione morale ~ cristiana l Altrettanto impertinenti, i comunisti di Nucva genera– l-'..ionehanno anche lo scarso buon gusto di rivolgeJ'e attac– chi personali contro l'autore putativo de1le note a loro di- 1·ette. Neanche questa è novità: sull'esempio dj Togliatti essi dimostrano una cortesia strisciante e attaccatic– cia quando ritengono che qualcuno o qualcosa possa far comodo, e debba quindi venire avvicinato in più vasti t fronti ~ o comunque in una politica di alleanze purches• Bia; e passano bruscamente alla più crassa mala educa– ~ione quando le medesime persone. rivolgano loro critiche più o meno fonc,late o, peggio, non tengano addirittura conto della loro primogenitura per proporre iniziative che facciano a tneno della loro lendership. Nella mia storia personale mi sono trovato più volte a pèrdere e a riguada• gnare jl favore dei compagnj ~omnnisti _- questo è acca– duto, all'incirca, seconde un ciclo biennale: due anni nella pohre1·e e due anni sull'altare! - e quindi resto iìducioso che anche questa volta il Notarianni e i suoi giovani su– pe1·iori e sodali mi restituiscano il perduto favore, quando - per una ragione qualsiasi e ruagari p1·endendo un gran– chio - 1·itengano di aver bisogno di noi e di riuscire a pro– curarsi la nostra. alleanza in un modo qualsiasi. Oltre eh~ sloricisti-giustifìcatol'i - in questo sport, dopo l{rusciov e l'Ungheria, la loro forma è perfelta - sono anche, e da sempre, degli storicisti-camaleonti piuttosto valenti. Secondo i giovani comunisti, noi staremmo partecipan– do, Stl posizioni « lornbarcliane », alla grande battaglia volta ad allargare i margini di sicurezza dell'attuale JX)ter-e cc:o– nomico, mediante un nuovo equilibrio fondato sul blocco ag.rm ·io del pa1·tito cattolico e su quello indusfrìale .del. nuovo partito «socialdemocratico» unificato, rinuncia,ndo in ogni caso .a pi-opo1·ci l'obiettivo di un blocco di forze « antitetico all'attuale assetto borghese », poi che tale «blocco» sai·ebbe impossibile senza la partecipazione pl'Ì– maria dei comunisti, in posiz;ione dil'ettiva come « clas.3e operaia». La « concezione deterministica alla I<a.utsky l> stai·ebbe alla base del nostl'O atteggiamento, donde la. nostra condanlla delle p1·essi0ni ·antieconomiche esercitate dai co– ffrnnisti, mentre questi ultimi avrebbero jnvece dimostrato « la capacità. della classe operaia di muoversi in direzione l'ivoluziomnia. » e di impo8tare una politica di alleanza (.,Oi ceti contadini. À PART.E il giovamento che il Not.-u-ianni riceverebbe da nna lettura· attenta - tanto per rimanc1·e nell'at– tualità - dal saggio cli Antonio Giolitti, dove appunto si dimostra come qualmente il catastro/ìsnio avveni1·istico di larghi str~ti comunisti - con la conseguente rinuncia ad intederi1·e nel pmcesso s ·rutturale dellU società italiana in attesa de11a «liberazione, dall'est - sia il rovescio della. medaglia del fatal.ismo detentiinistico della peggior marc3 « nif?!,'17is-ta » (ma è poi giusto questo termine, invece della quaqffè)t più apprnpriata di f: quietista » o di « conformi– sta?»), la migl'io1· 1·isposta sono pur sempre a darcela i fat– ti. Qual'è il risultato della decennale politica di « alleanza» tra operai e contadini, tra setterytrione e meridione, dove la mano destra. non sapeva ciò che faceva la sinistra, gli operai venivano inèoraggiati alle intese corpòrative col pa– dronato più parassitario e 1~trivo e al oonternpo inibiti e pa••lizzati di fron.te alle injziative degli industriali più: di– narnici e moderni, e i oontadini a loro volta mobilitati in– torno· a obiettivi - non ultima la « giusta causa :t, .che è una emerita coi·belleria qualo1:!!__)a si persegue come si è fatto senza una precisa conne,s.sione ..rivoluzionaria col pro– blema della proprietà della tena e del l'apporto rendita– profitto - di maggior rilievo pl'opa.gandistico che di reale incidenza sulle condizioni strnttUJ·ali della società? Qual'è la co·nseguenza di non aVer compreso la funzione rivoluzio– naria, destinata a i'ncidere profondamente sulle strutture, che le istituzioni democratiche stavano ,assumendo nella soCietà italiana, e di non essersi dati una concezione del potere conseguente? Il resultato è la spezzatura violenta di una alleanza che non ha niai vissuto nella realtà, impedita quotidiana– mente dalla prassi che mira.va ad accentrare attorno al PCI la m..aggior quantità di pseudo-potere pur-chessia, ossia di convergenza .._ tum11ltuosa quanto congiuntnrale - <lei più vari in~ressi rivendicativi, che raramente potevano de.terminare effettivi mutamenti di potere nella struttura sociale né accrescere il peso e il morde11te realj delle istitu– :.doni democi·atiche. Oggi la classe operaia corre veramente il pericolo di « vendere la sua primogenitura rivoluzionaria per un piatto di lenticchie di supersalari ~, ma non sarà certo la confusa ideolOgia « contadina. » del Dibattito poli• ticq....:.... incoscientemente as.•;;o1·bita. dal Notarianni - a pone la sinistra in condizione di risalire la c·hina. Come si puù pa1'lare di « direzione operaia> al movimento delle masse, rifiutandosi di pai·tecipare atti, 7 amente al pl'ocesso cl.i evo– luzione del,J'industria. moderna e tacciando dì « rìfor.mi – smo > ogni proposta in questa direzione? Com'è possìbile condurre Je masse contadine ad una reale immissjone nella società mod~rna, con parole d'ordine di marca populista., che tendono sottilmente a coltivare i vizi storici· della co• siddetta « società contadina», la sua repulsione alla mo• dernità e ai valori liberali, il suo attaccamento - quanto mai spiegabile, ma non per questo accettabile - alle più arretrate, e Spesso più magiche che religiose, concezioni del mondo? I casi sono due: o si intende davvero operare per por• tare gli operai e i contadini a partecipare direttam.ente alla direzione della società nazionale, e aHora non si possono evitare la partecipazione degli operai aJlo sviluppo dell'in– dustria moderna e l'urban~zzazione culturale e sociale dei contadini, oppure la « direzione operaia» e la « rivoluzione contadina '-> sono meri simboli, destinati ad assicurare rn.– desione di masse capitis deniinutae a momenti direttivi (163) ,liiova 'repubblica che 1·estano altrove - nella bu,·ocrazia fascista o cornuni– sta, nella. chiesa cattolica, o in intellettuali più o meno -«organici» o più o rneno intuizionisti del « mondo conta– dino» - e alloi·a evidentemente va benissimo tutto q11ello che sì fa e si prnpo.ne , pel'lìno da parte del -Dibattito voli– tico. I li,niti ciel vecchio rifon11ismo socialista sono abba– stanza noti - scrivevo già che p1·irna del Notal'ianni ò e..:iistito il Salvemini - e non sa·1·i~Cel'ÌO il nuovo avan– guardi.,mc opel'aio a oltran:rn di Fab,·izio Onofri a rivcn– verdirne gli allori, ma non per questo la tradi~,fone socia– lista democratica - che ha pul'e i suoi punti all'attivo - può essere liquidata d'un tratto dagli epigoni cli un leni~ nismo di maniera, p1·ivato perfino, a suon cli autocl'itiche e di purghe, cli quel cornggio morale che non è sh1to ce1·ta– J11ente una delle peggiori qualità elci vecchi comunisti. Quanto poi alla « spirante formazione di UP» e al regalo che faremmo alla DC nelle prossime elezioni, è me_glio lasciar perdere: si commentano da sè. Bnoni ultimi, gli amici socialisti della Conquista mi rinfacciano lo « sciocco livore» di cui avrei dato prova dopo il loro consiglio di Bologna, aggiungendo alfresì che il Movimento giovanile socialista non ha intenzione - bontà sua! - di « subire 1-icntti, epiteti, e intimidazioni da nessuno, e meno che mai d8gli ~miei di UP., i quali col p1·etesto di sentirsi vicini a noi, hoppo spesso meltono il naso in cose che ancora non li i·iguardano :.. Quale tentativo di intimidazione è più scope1·to di chi proclama ai quattro venti cli non voler esse!'e intirnidit,)? Ring,•aziando per la pubblicitù. data ai miei rilievi, esp1·l– mo la preoccupazione che il truculento accenno a.i « poli– tici-semi-ignoranti» sveli. delicati problemi che investono direttamente la sensibilità e le aspirazioni dei dil'igenti giovi:inili spciali::;ti e assicuro gli ottimi amici che - per la salute lorn, e, un tantino, anche per la rnia personale - non desisterò dal conlinuar·e a occuparmi di fatti che a mio giudizio mi 1·iguardano moltissimo. Se dovrò incor– rere cli nuovo nel loro sdegno, ebbene, sono coTlvinlo che tutto il male non verrà per nuocere e che ciò sanì ocQa– sione di chiarire rnegUo le volontà politiche rispetti·:e. Quanto alle fonti di informazioni sui consigli nazionali, la Conquista non terna: per fortuna- generale del socialismo e nostra particolare ci sono molti compagni socialisti che, nella prospettiva cli rendere partecipi della politica soci.a. lista le ma8se ital-iane, cominciano intanto col iar cono– scel'e anche al di fuori del partito gli argomenti piìi im 4 portanti che si dibattono al suo interno. Si illudono, forse, che sia più facile conquistare le masse con la persirnsione nrnionale piuttosto che coR la suggestione dei mistùri eleusini trasferita nella vita di pai-tito. Se i giovani demo-crisli.ani pl'Omuovono a me,·ito l'op– pot-tunisrno e per i giovani comunisti J'ini:,,;iativa politica è 1·eato, crede forse il MGS di potersela cavare cosi a buon mercato, con i neretti e i corsivi della Conquista? Per i precedenti v.: « n fiio spezzato» (NR d.el 13 ge,i- 11.aio1957), «Una-generazione di giovani» (NR del 27 gen– naio 1957), « Gramsci contro Lonibardi >> (NR del 17 marzo 1957), « Giovani e conformismo» (NR del 31 marzo 1957), di Mauro Soldani.; « I presuntuosi _ Risposta a NR », d~ n tore.ro stanco (Impegno giovanile del 25 febbraio 1957);· « I predicatori del possibile)> di M. N. (Nuova generazione del 14 aprHe 1957); « Sut consiglio nazionale i pareri di amici e avversari» (La conquista del 25 aprite 1957). Avete provatQ o.cl 'ive,..•~'4 tetierot2r Vno ttrumento energù:o e veloee. =:,~~!~i~!ie'ffo::~~: ~hiaù ad un pe™'Wo pr~IH, Avete provato ~ sollevore la ·Lettero 22 1 U"' dUO la ,rosporta. ogAJ.o~ del.iovolo •· della casa pud diven. kll$ U two. •I sposta oon (pcilit6 da una ,!4f1ZO. oU'alira, viaggid oon "°' - Olivt,tti Lettera. 22 ,._, 11,:11-a., 81._, • ~ P,e1ui.,.,c,:,~11ò '""""°LI..• -,.111'." 42.000.•LO.t. ull~a.ln1"!l;J!!I' 3.Q0.0:+L0.f. Pe,1cqul1tl · MCl)e I ,1tllllel\to ....... tholgtlewl 11negozi 011...nt :,o6qmi!.:~c~~~ CMc$90f1ionol1Lat1et,U

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