Nuova Repubblica - anno V - n. 20 - 19 maggio 1957

Comitato direttivo: TRISTANO CODIGNOLA (direttore resp. }, PIERO CALEFFI, FERRUCCIO PARRI, PAOLO VITTORELLI.Segr. di redazione: GIUSEPPE FAVATI. Direz, e redaz.: Firenze, Piazza' Libertà 15, tel. 50-998. Amm.1 Firenze, Piazza il"ldipendenza 29, reL 483-207,8. Autoriz. Trib. Firenze del 30 dicembre 1952. -Printad in ltaly, St. Tip. de «la Nazione-, Firenze, Via Ricasoli 8. 165 • ANNO V • N. 20 . Un nu,.;,ero l. 40. Estero l. 50. Un numero arretrato L. .50. Abbonamenti·: annuo per Italia e Francia l. 1500, sem. l. 800, trim. l. 450. Estero: l. 2000, 1100, 600, Sostenitore L. 10.000. CIC post. 5/6261, «La Nuova Italia>, Firenze. Gli abbonamenti de– corrono dall'inizio del mese. Per pubblicità rivolgersi all'Ammi, nistrazione. Tariffa I L._ 15.000 peJ _lnse-rzionidi mm. 70 per colonna: ESCE LA DOMENICA e Nuova Repubblica» è settimanale politico e di cultura. E' anche giornale murale, registrato presso Trib. di Firenze con decreto n. 1027 del 21 luglio 1955. Manoscritti,' fotografie. disegni an– che se non pubblkati, non si restituiscono. Diritti riservati per tutti i Paesi. Il periodico viene inviato gratuitamente in saggio a chiunque ne faccia richiesta Spediz. in abbonam. postale Gr. Il. 19 MAGGIO 1957 - L. 40 L'ORA DEL MONOCOLORE come toccare, del resto, Andreotti, il quale si è recen– temente, così mansueto, « rallié » ad una condizione centrista, purché identica al monocolore (più astuta– mente, Andreotti ha sempre pensato ad un monoco– lore dissimulato, con un PSDI totalmet?te arreso al– la DC)? N ON C'~' DUBBIO, dopo le prim~ dichiarazi?ni d~l senatore Zoli, che il suo esperimento sara deci– samente quello del monocolore. E non si tratterà di un governo, come quelli tentati da De Gasperi e Fanfani, o l'altro realizzato da Pella, che si presen– tarono come tentativi o ripieghi, in attesa di rico– struire la piattaforma ormai classica delle alleanze di centro. Questa volta, la DC ha bruciato le navi dietro di sè. Non lo ha faÙo, beninteso, per estrema passione di chiarezza. Nella DC la tesi del monocolore è stata sostenuta sempre e soltanto dalla destra; e pour cause, cioe nella certezza che un siffatto governo avrebbe sempre goduto dell'appoggio della' destra extracattolica. Sappiamo tutti che,._al monocolore la democrazia cri– stiana è dovuta invece arrivare per via di esclusione. -n triparti~òlto a sinistra l'ayrebbe compromessa, elet– toralmente in maniera evidentemente incauta ai suoi fini e1ettorali; ed è c-redibile quanto ha scritto su La Nctzione Enrièo Mattei, e cioè che su di essa pesava - comunque un veto del V~ticano. La riedizione· della vecchia formula era divenuta impossibile, per troppe ragioni; una delle quali, sarebbe stata che la DC avrebbe dimostrato così di piegarsi al capriccio di Sa– n1gat, uscito dal governo per ragioni di tattica interna di partito, e disposto sempre a rientrarvi, ma dopo aver completamente screditato la coalizione. Quanto al qua– d~·ipartito, ei:a evidente che, col voto repubblicano, non era più possibile neppure parlarne. La DC è stata dunque acculée al monocolore. E, dicevamo, vi è questa vol~a sospinta senza residuo di altre alternative; in questo senso, sarebbe quasi da- credere che siamo di fronte a un .fatto di dimensioni <<storiche»: l'occasione storica, che può bene anche servirsi di una determi– riata geografia parlamentare, porta i cattolici ad eser– citare, per la prima volta nella vicenda dell'Italia unita, il potere tutti da soli. Per la prima volta, si dovrebbe aver la misura di ciò che valgono. Non è un giudizio nostro, ma l'ha pronunciato recentemente S~elba al congresso aretino delle « Nouve11es Equipes Internatio– hales »: i partiti democristiani non hanno né un pro– prio' concetto dello Stato, né una propria visione del– l'economia moderna. In breve, ora giudicheremo. Ma è proprio certo che giwtiè:heremo? Altri fat– tori inducono a dubitarne. E il primo è che questo go– verno monocolore, se non è destinato ad alternative, che non siano eventualmente un rinnovo di se stesso, ha il tempo contato: un •gabinetto Zoli, o un suo ana– logo che gli suéceda, non consentiranno di dire che sia caduto per voto parlamentare. Certo, Zoli può ca– dere; un altro presidente può succedergli; ma infine, proprio il fatto che non •si diano ormai scelte di di– verse formule, esime questa da un autentico confronto partamentare. Il monocolore, programmatico o meno, come ha un inizio obbligato, ha un termine obbligato, quello della Legislatura. Questa condiiione forzata del governo cattohco lo es1me dall'affrontare compiti d1 fondo della vit~ italiana. _All'elettor_ato ~sso potrà sem– pre rispondere che non •ha, avuto né temPo, né sicura maggioranza, per toccare ·i teml sostanziali della vita pubblica italiana; che ha già fatto molto affrontando quelli giudicati, come Zoli ha detto, «inderogabili>>. Il che ci lascia, naturalmente, a boCca asciutta. Fatte qu~ste .cçmsiderazioni, resta da riçonoscere che non esisteva,. al .momento, altra via che quella ac– cettata e scelta dal Presidenie Gronchi. Zoli g~de, per suo conto, la fama di uomo retto; e la posizione da lui tenuta, in qualche momento anche con certo corag– gio, nellq. ·s_ua qualità di' presidente del Consiglio nazio– nale della DC (ad esempio nei rigu~rdi del PSI), sin nello stesso congresso di Trento, dà un primitivo affi– damento,, per lo' meno, di normalità governativa. Non pensiamo, per esempio, che una presidenza Zoli signi– fichi un esercizio abusivo di poteri in materia eletto– rale. Non pensiamo che significhi un inasprimento del– la discriminazione a carico dei comunisti; non pensiamo che possa dipendere da Zoli, che pensiamo non lo vorrebbe, un peggioramento del sottogoverno. Si può anche arrivare à credere che- si possano recare a solu– zione questiòni 1 precedentemente non risolubili, come quella dei patti agrari, cui si urtava, come principale ostacolo, la ·difesa di classe, J)ropri.etaria di Malagodi. D'altro; canto, l'inevitabilità ('.ldla formula, e la ga– ranzia di onesto buon Senso e di non .gprovveduta iro- ni-a dell'uomo,_ non devono far pei:dere di vista gl'incon– venienti impliciti nel suo compito. Vale la pena di ricordarli, perché non ci si illuda sul valore del con- In queste condizioni, i partiti democratici• non rifiu– teranno, evidentemente, una possibilità di sopravvi– venza ad un governo come quello Zoli, almeno sintan– toché sussista la spada di Damocle di uno scioglimento anticipalo delle Camere. Dal canto suo, questo mono– colore incomincerà con atti e parole densi di buone intenzioni; baderà a non strafare in senso cattolico-in– tegralista; baderà a non «fare», come abbiamo <1.0- tato, nulla che possa scandalizzare né ~a destra. né la sinistra. Poi, verrà la seconda. fase Avvi.cinandosi alle, ele– zioni, e.Sso dovrà governare io modo ·da trasudare tanta demagogia ·elettorale, qu·anfa:_ ne può spremere da sé un partito che vuole la maggio!'anza assoluta. Si trat– terà di parole, beninteso; e le parole infine non sono la morte di nessuno. Ma attraverso queste parole verrà senso dato. o del. dissenso 'taciuto dai partiti democra- . il .secondo alibi ,del monocolore. Se in principio esso tici, che sono posti nella condizione, .non volendo ele– zioni anticfpate, di lasciar vivere il monocolore di Zoli. In primo luogo, non dimentichiamo che 1oli ha dietro di ~é un paTtìto che• n conoscìamo, che è stato tante volte analizzato, che non làscia dubbi sul suo carattere composito. Va da sé, p~rciò, che i pro– blemi inderoij~~li che Zoli atrronterà sono tutti quelli che non tocchino interessi di classe. La DC non può scontentare, in una parola, né Bonomi, né .Pastore; ma la regola regia per non far torto a nessuno dei due, è, quella di scontentarli un pochino ambedue, la– sciando inevase le questioni. in cui çiascuna di queste parti dovrebbe prendere partito. Lo stesso si dica per una .serie di problemi, che riferendosi alla realizza– zion"e,neppure abbozzata, del piano Vanoni, esige~eb– bero una evidente sostituzione alle Finanze. Si parla, invece, di mantenere ai loro posti i_.._}!linistri in carica; non raggi~ngerà i motivi profondi del-I.a vita nazionale perché ha bis.ogno di durare; in secondo momento, sarà giustificato di far parole invece che fatti, perché ognuno ha ben diritto di far la campagna 'elèttorale che più gli rende Troppo pessimismo? _Noi vorremmo sbagliarci. V,or- remmo poter scoprire in Zoli il protagonista d~ una azione càttolica al governo, ché abbia assimilato .. e fatta propria la maniera laica di concepire la. vita poli- tica e di governo; che sappia giudicare e scegliere, non palliare nel compromesso, i contrasti di classe; che sia audace per immaginazione, giust'ò nell'imparzialità. Sé così sarà, non vi saranno, certo, preconcetti da parte nostra. Era tuttavia indispensabile premettere le ra- gioni del pessimismo. Si fondano su dieci anni di espe- rienza, che non possono andare smentiti in un giorne. Ritorno a scuolt. , .J.Pis. di ~iuo IJosclli). ~

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