Nuova Repubblica - anno IV - n. 51 - 16 dicembre 1956

3 DUE ANNI DI ATTUAZIONE DEL PIANO VIGOftELLI MALCOSTUME DEI ANT-IERl DILAVO L' ;sperimento· Vigorelli, coi suoi cantieri di lavoro e i suoi corsi di addestramento, è pienamente fallito. Frutto di' approssimazione e d'incompetenza, esso .ha servito· soltanto a favorire il clientelismo democristiano, a creare la mentalità cantieristica del far male e guadagnar poco, a rendere ancora più stagnante la situazione economica di GIOVANNI CHIRONI N UORO è uno dei quattordici comuni d'Italia. in cui si attua il piano Vigorelli per la piena occupazione. La circolare con la quale il ministro del lavoro Vi– gorelli illustrava gli scopi ed il contenuto del piano porta la data dell'll novembre 1954. Il documento, premesso che il carattere strutturale con cui il fenomeno della di– soccupazione si presenta nel nostro paese impone cli fron– teggiarlo con provvedimenti a lungo respiro, ed assicurato che un programma ispirato a tale situazione è da tempo in fa~e di attuazione (sic!), prosegue affermando la neces– sit.i.l di non trascurare la situazione di molti disoccupati che non possono attendere gli .effetti di un tale program– ma, « senza una pur minima possibilità di provvedersi dei mez,,;i di sussistenza loro necessari>. < L'esperimento che si vuole attuare - prosegue ancora la relazione - con– siste nell'offrire a qualsiasi la.voratòre che si presenti a chiedere lavoro, una pronta 1 immediata occupazione, pre– disponendo a tal fine un sufficiente numero di posti-lavoro, co~misurato alla. presumibile richiesta ed alle variazioni che essa può presentare nel tempo :.. Nel quadro di tale esigenza, ed in attesa che si realizzassero quei provvedi– menti a lungo respiro, si indicavano i cantieri di lavoro come gli strumenti più idonei per realizzare un totale as– sorbimento dei lavoratori disoccupati. Essi, quindi, sareb– bero dovuti essere istituiti in misura tale da soddisfare a qualsiasi richiesta di lavoro ed essere organizzati in ma– nion:t da consentire - senza pregiudizio all'attività produt– tiva - un continuo flusso e deflusso ·dei lavoratori, « che possono sopraggiungere per ef'.(etto di aumentata richiesta ovvero che possono allontanarsi per avere trovato norm&le occupazione>. L'e~perimento, iniziatosi il l.o gennaio 1955, nelle pre– visioni del ministro doveva avere la durata di un anno; ma in occasione delle elezioni amministrative fu prolungato di un altro anno: esso è tuttora in corso. :La legge istitutiva dei cantieri di lavoro è dell'11prile 1949. Nonostante successive modificazioni, i crite1·i ispira– to1·i sono rimasti immutati a distanza di sette anni. Così, i cantieri di lavoro, nati come rimedio provvisorio per combattere la disoccupazione, assunti successivamente GOme strumento per un piano di piena occupazione, ri– schiano oggi di divent{ire, al pari di tante altre, una vera e vropria i.stitu.zione per-m.anente, capace di sviare i termini reali del problema della disoccupazione in Italia. I cantieri di lavoro istituiti dallo Stato vengono affidati in gestione ad Enti gestori, normalmente costituiti dalle amminist1·azioni provinciali e comunali, da Enti morali (in 1 prevalènza ACLI, ONARMOL dagli Ispettorati forestali 1 (cantieri di rimboschimentoL dagli Uffici del Genio civile. Pe1· i cantieri autorizzati, il ministero del lavoro e della previdenza sociale concede un contributo sulle spese neces– ;•sa1·ie alla esecuzione delle opere progettate, mentre l'Ente gestore si impegna a sostenere le spese pet· l'attrezzatura. del cantiern, per il materiale occorrente alla realizzaz.ione del– l'opera, per i mezzi di trasporto, pe_rJa manodopera specia– li.r,zata eventnalme~1te necessaria. L'Ente gestore è responsa– bile dell'andamento tecnico e disciplinare del cantiere. La durata del cantiere è fissata dal ministero del lavoro ed è indicata nel preventivo di spesa. Al cantiere devono essere avviati esclusivamente lavoratori disoc~upati iscritti nelle liste di collocamento, di età non infe'riore agli anni 18 e non superiore ai 60. ; Le 1;~tribuzioni.sono fissate nella seguente misura: L. 50Q, 1 per il celibe senza famiglia a carico; L. 5G0, per il celibe con , una persona a carico; L. 600, per il coniugato con o senza una persona a carico oltre la moglie; L. 620, per il celibe o coniugato con due persone a carico fatta esclusione per · quest'ultimo della moglie. Per ogni persona a carico oltre le cinque, fatta sempre esclusione della moglie, gli assegni giornalieri vengono aumentati in ,ragione di lil·e sessanta pr.o ·,capite. In ogni caso, la retribnzione complessiva giornaliera, '.non può essere supel'ioÌ·e 8.He L. soo: :• Non è chi non veda la. esiguità e la ~l'lcongruenza di simili hcriteri retributivi. Il coniugato, ad esempio, che non abbia ;·alcuna persona a carico ·oltre la moglie, percepisce un salario ;:giornaliero di lire seicento. Lo stesso Coniugato che, oltre la •~moglie, abbia due persone a carico, percepisce un aumento. j/di appena venti lire (~20 lil'e!). Ed· ecço la spiegazione di ~tanto ingegnos.o meccanismo: il coniuge viene escluso dal no– ~vero delle perS:5mea cal'ico; fissati in lire sessanta pro capite \ ·.gli assegni familiari, it .salario, base giornaliero vjene ripor– \ iato a L. 500.J3i perviene così al bel risultato che un 1 lavo– ~rato ..e con tcb,·,persone a carico (due figli oltre la moglie) &JJcrcepisce la\ Somma di lire seicentoventi al giorno: un au– mento, come si è detto, di appena venti lire per due figli 'a carico, visto che il coniugato, con o senza una persona a carico oltre la 1l10glie, percepisce la somma di L. G00. li sistema di eliminare la disoccupazione attrliverso la creazione di cantieri di lavoro, ·visti i lodevoli risultati conse– guiti, fu seguito anche dall'Ente Regione che, con provvedi– mento del febbraio 1050, emanò una serie di nonne, in tutto identiche a quelle della precedente legge slatale, per la crea– zione e gestiorìe di cantieri di lavot·o regionati. Ad un anno di distanza dalla sua emanazione, la legge regionale fu modifi– cata per quanto riguardava la retribuzione che, fermo re– stando il limite massimo di lire 800, veniva fissata nel mi– nimo di lire 700, per i lavoratori con famiglia a carico. Nel gennaio del '56, il Consiglio regionale, su proposta dell'asses– sore al lavoro, aveva approvato un progetto di legge ten– dente a portare l'indennità dei Javoratol"Ì occupati nei can– tieri di lavoro fìnò ad un massimo di lire 1000. Il progetto di legge, che aveva ottenuto l'approvazione di tutti i settori dell'Assemblea, fu regolarmente bocciato dagli organi governativi. Un capitolo a parte _meriterebbe di essere dedicato al personale istruttoré preposto aJla direzione ed alJa sorve– glianza dei cantieri di lavoro. Ne accenneremo brevemente. Secondo la lettera della legge, ai fini del 1·egolare fun– zionamento dei cantieri, « l'Ente gestore è teiluto a nomi– nare idoneo personale istruttore:.. A ciascun cantiere è pre– posto un istruttore capo-cantiere e degli aiuto-istruttori in ragione di uno ogni trenta lavoratori o frazione non inferiore a quindici. A tale scopo doveva essere istituito presso ciascuno Uf– ficio del Lavoro un < Elenco del personale istruttore dei cantieri di lavoro per disoccupati>, al quale potevano essere iscritti, per il conferimento dell'incarico di istruttore capo– cantiere, coloro che erano forniti del titolo di ingegnere, geo– metra o perito edile; per il conferimento dell'incarico di aiuto-istruttore, oltre le persone munite dei titoli anzidetti, potevano essere iscritti < anche coloro che, particolarme1He esperti, possono documentare la propria ca·pacità profes– sionale>. Il personale istrnttore dei cantieri di lavoro gode delle seguenti forme assicurative: a) assicurazione invalidità, vecchiaia, tubercolosi, disoccupa!ione, contributi ENAOLJ, assegni familiari; b) assicurazione malattie; e) contributi INA-casa; d) assicurazione contl'O gli infortuni sul làvoro. L'inden(µt,4, giornaliera degli ist~uttori si aggira intorno alle 1.600 lirJ;-quella degli aiuto istruttol'Ì, intorno alle 1.200 lire. Per i lavoratori, i quali con la partecipazione ai cantieri non perdono la figma giur·idica di disoccupati, non sono dovuti contributi previdenziali. Di conseguenza, essi sono coperti dal rischio infortunistico, ma non godono dell'assi– stenza medica per quanto riguarda i familiari. D'altra parte, l'essere disoccupati non è titolo sufficiente per la iscrizione nell'elenco dei poveri, che comporta l'assistenza medica grn– tuita ed altre pl'Ovvidenze sanitarie. L' ELASTICI1. 1 A' della norma con-...la quale viene rego– lata l'assunzione del personale istruttol'e ha dato luo– go alle più arbitrarie interpretazioni ed è servita ad alimen– tare nelle sue forme peggiori il clientelismo democ1·istiano. L'esiguità delle somme mosse a disposizione del perso– nale istruttore ha reso iml)ossibile l'impiego di ingegneri, geornet1·i e periti edili alla direzione ed esecuzione dei·Iavori,' mentre d'altra parte ha permesso che una pletora di persone incapaci - il cui unico titolo di merito poteva essere rappre• sentato dall'appartenenza a determinate correnti politiche di cui è ,facile individuare il colore - si improvvisassero istruttori ed aiuto-istruttori. S-i son visti cosi ex marescialli dei carabinieri ed ex brigadiel"i di questura in vensione tra– sformarsi improvvisamente in direttori dei lavori ed in sor– vegliant·i. E' facile immaginare l'effetto psicologico che que– sti ex tutori dell'ordine producevano sui lavoratori, molto spesso operai qualificnti, ridotti dalla disoccupazione impe– rante a lavorare nei cantieri di lavoro. All'oltraggio di sa– persi guidati da chi non poteva vantare alcuna competenza professionale, si ·aggiungeva lo scherno di 'sapere che l'in– competenza ed inattività degli istruttori veniva retribuita più del doppio della fatica e capacità dei lavoratori. Il fatto, poi, che pet· molti lo stipendio di istruttore o aiuto– istruttore non rappresentasse altro che il complemento di un altro stipendio o di una pensione (il che a conti fatti significa un'entrata mensile di 70-80 mila lire al mese, con– t1·0 le quindici-venti mila del lavoratore del cantiere con famiglia a carico), non poteva non aumentare le ragioni di sordo rancore degli operai verso il personale istruttore. Rancore ed insofferenza che da parte degli ·operai si tradu– ceva immediatamente sul piano del rendimento che, già basso per la esiguità dei compensi, divenne infine bassis– simo per questi altl"i motivi. Ciò è tanto vero che nessuna opern, progettat(, ed eaeauita attraverso i canlieri di lavoro, venne mai portata a termine nel periodo di tenipo preven– tivato. A tutt'oggi gli effetti visibili del piano Vigol'elli sono una serie di opere iniziate ed interrotte a metà, mentre su un piano pili vasto può dii-si che i cantieri di lavoro, enorme– mente incrementati ne.I numero per la esecuzione del piano·, hanno prodotto finora una p1·ogressiva diseducazione dei lavoratori, i quali vanno sempre più ct'eandosi una menta– lità cant·ierist·ica: guadagnar poco ma ... lavorar di rneno !· Converrl~ ora dir qualcosa anche sui corsi di addestra– mento professionale per disoccupati. Nella relazione ministeriale a proposito di questi corsi si legge: < E' da prevedere che tra coloro che si presente– ranno a chiedére lavoro· siano compresi anche disoccupati privi di qualifica professionale in età o, comunque, in con– diiioni di far considerare utile un loro impiego anziché in attività immediatamente produttive, presso corsi di adde– stramento professionale che consentano invece dell'attuale generica occupazione, una più_ qualificata loro utili.r,zaziono in un secondo tempo>. Anche i corsi di addestramento professionale venne1·0 affidati, col solito sistema della gestione, ad Enti app0si– tamente creati, numerosi dei quali sono diretta emanazione di organizzazioni cattoliche, mentre dal novero degli Enti gestori vennero sistematicamente escluse Je organizzazioni dei lavoràtori. A NUORO furono istituiti venti corsi di addestramento professionale, per un complesso di cinquemila giornate lavorative (250 per corso), che avrebbero dovuto assorbirn 570 lavoratori. In realtà i lavoratori assorbiti furono mollo meno, per la. impossibiLltà di trovare locali adatti. I corsi furono ripa1·titi in categorie professionali, com– prnndenti: edili, falegnami, stenodattilografì, ricamatrici, sarte nomo, sarte donna e bambini, camiciaie, tessitrici, rica– matrici arredi sacri, gnide turistiche, ece. ' Dei 570 posti-allievi istituiti, ben 410 furono riservati al settore tessile (ricamo, taglio, cucito), con uoa prepond~– ranza numerica della catego1·ia ricamo, nelle sue varie sfu– mature, di cui furono istituiti ben I10 posti. Poic~è gli av– viamenti ai corsi professionali avrebbero dovuto condizio– narsi alle « concrete possibilità di successivo avviamento al lavoro ilei vari mestieri che è possibile esercitare in luogo», apparirà chiaro, da questi semplici dati, come non ci si sia affatto conformati a qnesta norma da parte dei locali Uffici del Lavoro. Si pensi, in un paese di 17.000 abi– tanti, ad economia agricolo-pastorale, quali possibilità. di assorbimento produttivo potevano avet'e 410 Javoralriei esperte in taglio e cuci io!? Alla base di questa ini:,,iativa vi fu dunque un ·er. rore fondamentale di impostazione: mentre da un lato: si dava quasi per scontato che Causa della. disoccupaziolle potesse essere anche Ja mancanza di qualifica prores– sionale, dall'altro si tn1scnrò completamente di mettere in atio iniziative conc1·ete che rendessero possibile- ·_il successivo assorbimento in aÙività produttive ]ocal·i de– gli allievi occupati nei corsi. Si ripet.è qui lo stesso errtne che già si era fatto per i cantieri di lavoro: i corsi di addestramento professionale fini1·ono con l'essere essi stessi considerati come fonte pl'imaria del lavoro. Jn una regione in cui q reddito medio giornaliero con– tinua ad essere infe1·iore alle cinquecento lire, anche i corsi di addestramento p1·ofessionale - che prncuravano agli allievi una indennità giornaliera di trecento lire - non potevano non rapp1·esentare ,per molti una sistema– zione. Accadde così che il semplice annunzio della istitu– zione dei corsi produsse come effetto immediato un au– mento impressionante dei disoccupati. Furono soprat– tutto « le ragazze-di-casa>, llttratte dal mi1·aggio delle trecento lire giornaliere, ad iscriversi in massa nelle lisie di collocamento. E fu questo improvviso, e talora artili– cioso, ingrossamento dell'offo1·ta di Javorn, a consigliare l'istituzione di tutta una serie di corsi che non potevano avere alcuna seria corrispondenza nella reallti. Oià, dunque il potenz·iale tonano di cui potevano· disporre i corsi di addestramento professionale non era il più adatto per l'esperimento che si voleva effettuare. Il :=;i– stema di. affidare ad Enti ed Associazioni la gestione dei corsi non fece che aggravare ancor più la s ituazio ne. Enti ed Associazioni, apparentemente crea.ti ad hoc, in realtà. non furono che mediocri ma.i:;cherature di altri Enti ed Associ11zioni confessionali. Le Ol'ganiz:,,azioni cat– toliche esercitarono una massiccia pressione per ottenere ln gestione il maggior numern di corsi, senza peraltro che jncontrassero la minima resistenza, ma anzi il pieno ap– poggio, da parte dei locali Uffici del Lavoro. Gli Enti gestori avrebbero dovuto pl'Ovvedere alla scelta del personale insegnante e ad allestire il materiale didattico necessario per il regolare funzionamento dei corsi. Jn realtà gli Enti gestori si pr·eoccupal'Ono l'noltis– simo della scelta del personale jnsegnonie, mentre si preoccuparono assai meno di dotare i loro co1·si dei ne– cessari strumenti didattici. Le ragioni di tutto ciò sono facilmente_ compren,;ibili: nella scelta del personale insegnante essi poterono dar sfogo a tutta la loro vocazione clientelistica. Basti qu11lclic esempio-campione . .Qualche esempio-campione varrà meglio cli ogni altro (segue a pai,. 4, ?..a cot.)

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