Nuova Repubblica - anno IV - n. 45 - 4 novembre 1956

4 PROBLEMI DEL LAVORO ILCONTRATTO DEGLI EDILI di . A V Il. O I L 25 ,OTTOBRE hanno avuto inizio a Roma le tratta– tive tra le organiziazioµi sinda~ali, dei lavorat01·i e dei datori di lavoro deffediljzia per il rinnovo del ccintrntto collettivo naZionale di lavorn della categoria. I punti in discussione sono moltissimi. Si tende ad., eliminare i rnotivi dei recenti confiitti sindacali e, in quanto possibjJe, alla regolamentazione dell'apprendistato in relazione alla nuova legislazione dell'istituto. Dare una impostazione. (che risponda alle ..esigenze pratiche della vita d~l ca~tiéré edife)· ;ll'ap[Jyin<l1stalo di questo settore non è ·cosa facile. D'altl'a parte. non si _può pensa.re a risolvere 'il probiertla d~_lla fofm8.~jone ..profes– sionale delle maestranze senza I~ lor~ imrnissi6ne nei cicli pl'oduttivi, limitando· l'atti~·itO:- add~strativa ~lla fre•(I.~1enza dei corsi professionali." QueSti ultimi potra~no aiutare, po– hanno completare questa iorrna'.t,ione, trasÌ"ol'mando l'ap– prendista in un lavoratorn qualificato cosciente del lavoro che svolge, mi nÒn potranno formarlo come richiede il riconoscimento di.' una « qualifica profession'ale » e, suc- cessivamente, di, una ; specializza~ione ». · Dare a questo istituto una regolamentazione che per– metta l'avviamento al lavoro nelle imprese, significa av– via1·e a _soluzione il grnve problema della deficienza di mano d'opera .edile tanto necessaria all'industria nazio– nale e all'emigrazione, e giustificare la spesa che lo Stato sopporta nel finanziamento di tanti· corSi -(sia· normali· che \Jer lavoratori disoccupatì). che attualmente, con risnltati facilmente rilevabili, rimangono fine a se stessi. Il punctum dolens della questione è rapp1·eSentato dalla interpreta– ·zione che di \ma-: par:te della' ba~Ticata e dall'~ltra si tende a dare dellà flgufa dellÙ · « ap.pr ·endi"sta ». ~ ·del «·garzone ». LENCI frequenza dì tm « co1:so di pre8.pprenclistato ». Il futuro appl'endista, frequentando qnesto «corso», irnpa,:erà l'uso degli attrezzi, l'appiombo, l'uso della li.velia: tutto questo su murature in mattoni .. Né in questo corso di « pre– appreridistato » si potrb, fare di pili. Ne consegue~ cl1e il giovane, una volta irnrnesso nel cantiere edile come « ap– prendista», dovrà essere obbligatoriamente occupato nei Javori di murnturn jn cotto. Ma può un apprendista, in– seyit.o nel nor-male ciclo produttivo aziendale, reggel'e .allo sforzo pe1· ott'o ore consecutive- di lavoro, penza gl'ave pregiudizio della sua salute? E lo stesso intènogativo si 1~orrà allorchè avrà imp;rato, con sncc;ssiva frequ~nza degli altri corsi, ult€1'ior'i fasi del ·1avo1·0 eclilè ffno al suo 17.o anno di età. · ; -Siccome è nella logica delle çose che qnesto giovane produrrà quello _che la sua età pot"rà permettergli :(che ·sar·à sempre infotiore alla· produzione dell'operaio q~u~Ìi– ficato)) e che ogni sforzo superiore sarà pregiudizievole !3l suo sv_iluppo fiSico, meglio sarebbe, nella situazion~· af:. tua.le , nqn rnettel'e il carro daval)tÌ ai buoi, ma mettere, pinttosto, questo carro in istrada, regolandolo nel suo viaggio. Non dobbiamo dimenticare che da vent'anni gli ap– prendisti sono spariti dalle imprese, e che in questi venti anni l'organizzazione del lavoro ha subito cafl1bia.menti eno1·mi. Una volta i giovani venivano avviati all'edilizia con .il ti-asporto dei ·materiali ai muratol"i: CJ.ual'è oggi la picçola impresa che non sia proprietaria di un piccolo montacarichi? :Una volta gli apprendisti· iniziav~no con '.a formaz!one degli ~mJ?asti: q~rnl'è .attualmente la J_)iccol; jrnpresa cl)e non abbia a sua _dispoSizione una b~fonierar 'Si potrà afferrna,·e che' i giòv3ni che os-'gi, in et.à di ap: (155),ìnuo11j1, repubblica prendistato, pre~tano ]a· ]oro fattiviql. ~J!:li ,cantie1'{ sono sottoposti a sforZi superiori alle loro ·capacità fisiche. Nel qual caso dovremo denunciare la mancata applica~ione delle no1·me in vigore, ma mai farne una questione cli ap– prendistato. Forse .s~ l.!~ t minim?.·. df ,_11:egò~me~ta~ne ~ coerente dell'apprenclista\g ,fos_se li_\ \lrg~.re,~.\ er!e· s1lt1a- .'! zioni deprecabili n~m si ·;:erifìcher·e9}:>erj-:;" i~•- ~ i '-! Che cOsa po_trebbe es.sere un « 'ga1·Z9qe »? L'aJ)prenc}i– sta che non rie~~cea'conibfnare~nulla~ 1'.ii t"14-:1s; J.JG anni, necessariamente tutti ~li . « ,9ipp1:endisti » dovra.nno esse,:e '-anche un po' meno,,« gar.zoJµ »~·e~ciò per )a necessità di adeguarsi alle clivel'se fasi çlf lavoi·o det .cantiere. J,a figui·a del « garZone » lascerà il posto ai"lo «·apprendista » sol– . tanto con l'aumento· d~ll'età, in quanto cò"n tale a1..1mento procederanno di pari passo sia le possibilità di sforzo fisico, sia la conoscenza delle diverse fasi di lavoro conse– guenti alla frequen~a- dei corsi cornplèmentari previfSte dalla legge sull'apprendistato e al «rodaggio» nel cantiere. Mettiamo il carro in istrada regolamentando contrat– tualmente l'immissione nei cantieri edili degli « appren– disti➔garzoni » o, meglio, « garzoni-app-rendisti » che ab– biano frequentato i corsi di « preapprendistato ». Una volta raggiunto questo primo scopo, non sarà difficile dH1·e a tutto l'istituto una regolamentazione adeguata. Non si deve infatti dimenticare che il « garzone-apprendista », dopo il corso di « preapprendistato » e il successivo pe– riodo di «rodaggio» nel cantiere, dovrà frequentare un alti-o corso complementa:l'e· Ja cui istituzione do,~r·à neces– sariamente essere effettuata dalle scuole o cenhi istituiti in conformità e per gli scopi cli cui al.l'art. 54' dell'à"ttuale contratto di lavoro, scuole o centri che, se'inpre secondo gli accordi contrattuali, sono amministrati, su base pari– tetica, dalle. organizzazioni sindacali dei datori di ·lavoro e dei Iavol'atori. Una vasta possibilità di controllo in tale sede 'sarà· possibile e le pal'ti interessate potranno s~ic– cessivamente, dopo aver rilevato eventuali lacune, pro– porre in sede sindacale i provvedimenti che riterramlo · necessari per regolarizzare Ja situazione. Situazione che oggi non esiste, p13rchè non esiste ·m;_ apprendistato. cdi.le se non sulla carta. C.ol che neppure si 1·isolvono .i diversi problemi collegati con l'apprendi; stato edile: disoccupazione da una parte, e mancanza di maestranze per l'industria ita.liana e per l'emigrazione dall'altra. Il problema· J\Òn -è ai IaC.ile-sòluZio~·e, nÒn ta1~to per se stesso, quanto perqhè troppi processi alle intenzioni vengono avanzati dalle organizzazioni dei lavoratori preoc– cupate, in questo momento, più che di avviare il pro– blema ad una soluzione effettiva, di. rimangiarsi Je accuse che, sia pure con nobili intenti, hanno lanciato cli « sfrut– tamento» dei giovani, 1·inunciRndo sia purn teoricamente a ce1·te rivendicazioni a favore degli apprendisti e provo– cai:ido l'accuSà di -«-rinunciatarie» da parte di altre orga– nizzazioni còncorreilti: CRISI DEl,L'ASSISTENZAOSPEDALIERAIN ITALIA Quest'ultima preoccupazione è.'fl c1rnmma del sinda– calism0 italiano. Uria. trattativa, di qualsiasi genere essa sia, è un norma.le affare ove ognuna delle due parti con– traenti tende ad ottenere.il p•iù possibile. Nelle trattative sindacali -del Illornento troviamo invece da una parte la 01·ganizzazione· unital'i-a dei datori di lavoro, dall'altra le tre maggjori organizzazioni dei J.avomtori, che sono spesso cli parere diverso e cercano <li scaricarsi a vicenda la re– sponsabilità di detenninate concessioni, se per concessione s'intende il riconoscimento di una data situazione. Quanto alle « riserve » e ii « processi alle intenzioni »: premesso che d0vrebbe essere sano principio non trattare con una contropai-te della quale non abbiamo se1·ie ga– rnnzie di lealtà, il fatto che le .due parti si trovino intorno ad un tavolo dimostra di per sé la buona volontà di co– deste parti di mantenere fede agli accordi. Abbandoniamo dunque « proce~si alle intenzioni» e « riserve », pensando che se qualche impresa da una parte o qualche lavoratore dall'altra, non rispetteranno i contratti la colpa non potrà• essere addebitata allé organizzazionj l'ispettive delle quali abbiamo la prova cli buona volontà con la firma deH'ac– cordo e passiamo piuttosto all'esame obiettivo della si– tuazione. E ' POSSIBlLg da parte di un'impi·esa edile garantire al– l'apprendista una obcupazione che permetta una sua gi-aduale formazione professionale? Senza tema di srnentita dobbiamo rispondere con un "no" categorico. L'organizza– zione del cantiere edile è regolata da leggi di produzione che non possono essere subordinate alle esigenze della pe1·centuale di apprendisti che esso può immettere. Ne è prova il fatto che nelle coopel'ative di produzione-adde– stramento istituite per l'applicazione e l'attuazione degli accordi di lavoro in materia di istruzione professionale (al't. 53) il costo di produzione è superiore a quello di mercato e questo maggior onere viene giustificato con la necessità di assicurare l'addestramento degli apprendisti. Questo maggio1·e onere può essere chiesto ad una coope– rativa che con il 0,70 per mille provvede all'integrnzione, ma non ad una impresa che non solo non beneficia del 0,70 pe1· mille, ma lo deve versare all'ente che dovrebbe essere istituito per il coordinamento dell'istruzione pro– fessionale. Se si 1·iconosce che un'imptesa edile non può garan– tire una graduale formazione dell'apprendista, dobbiamo necessariamente chiederci: che cosa farà questo appren– dista nelle ore di lavor9? Egli farà quanto gli sarà possi– bile fare in relazione alle sue conoscenze, e alle sue ca– pacità .fisiche. E' prassi comune far p1·ecedere all'apprendistato la "A·ME PARE che in questo modo i parlamentari diano l'impressione di far delle leggi per siste- . mare soltanto determinate persone». Con queste parole il sen. Sant~ro concluse, il 26 gennaio scorso, il suo intervento nella discussione della commissione igie– ne e sanità del Senato per l'approvazione di un· disegno di legge sul « collocamento a riposo dei sanitari ospeda– lieri di ruolo». Meno d'un'ora dopo, il progetto era ap– provato. e una nuova legge veniva ad arricchire il nostro patrimonio legislativoi;quella che consente ai sanitari ospedalieri in servizio di ruolo da epoca ante– riore al 30 settembre 1938 di conservare il loro posto fino al compimento del 70.o anno d'età. Grazie a questa legge, quindi, alcune decine di primari, che avrebbero dovuto lasciare il servizio al compimento del 65.o anno d'età, possono continuare ad esercitare la loro attività per altri cinque anni. Il profano non si rende facilmente conto dell'impor– tanza sociale della· iegge. C'è innanzitutto da rilevare che il p~ovvedimento, ·prima di ogni altro, lede l'interesse pubblico.,. Gli ospedali, si sa, per un complesso di ragioni Che fanno capo alla p·overtà dei propri mezzi finanziari, non sono in grado di corrispondere con piena efficienza ai bisogni della collettività. E come se le insufficienze non fossero già gravi, una nu,ova legge è venuta ora ad aggravarle Infatti, consentendo al primario di rimanere in servizio fino a 70 anni, è evidente che si abbassa i1 livello della sua capacità di rendimento, e quindi quello dell'ospedale. Sarebbe bastata perciò questa sola ragione per scon– sigliare l'approvazione del disegno di legge, ma ve ne ~ono altre, che in fondo, finiscono. per riallacciarsi alla suddetta ragione. Il problema è stato perfettamente in– quadrato dal sen. Lorenzi, che si oppose Strenuamente, e purtroppo invano, all'approvazione del progetto di legge. La legge 30 settembre 1938 n, 1631 dispone che tutti i sanitari ospedalieri vengano collocati a riposo di ufficio al compimento del 65.o anno d'età. Le ragioni sono due:' cÒnsentire ai primari di svolgere le loro mansioni solo fino a un'età che lascia presumere in essi un'integrale efficienza fisica e quindi la piena attitudine a disimpe– gnare i1 proprio servizio; permettere una più rapida rota– zione nei posti di primariato, e quindi la formazione di quadn sempre più efficienti. Queste finalità non hanno trovato nessun dissenziente Per una quindicina d'anni, e solo dopo tutto questo tempo i primari che erano in servizio quando la legge fu ema– nata si son• fatti vivi e hanno chiesto il provvedimento che hanno ottenuto .. Per quali ragioni? Per via della pensione, hanno affermato. Un primario, arrivato al massimo della carriera, cioè dopo 40 anni di servizio, riscuote una pensiorie di ~O mila lire al mese,' che si riducono a 25 mila se lascia il servizio prima dei 40 anni di anzianità. E' mai possibile quindi che per poter percepire solo qualche migliaio di lire in più di pensione al mese un professionista voglia rimanere ·in servizio per altri cinque anni. e non preferisca godersi il meritato 1;;iposo? Il vero. motivo è un altro, come ha affermato il sena– tore Lorenzi e hanno riconosciuto anche gli altri suoi colleghi, che poi hanno approvato il disegno di legge. Fino a dieci anni or sono, i primari ricevevano un com– PE:nso modesto per la loro attività in ospedale; oggi, in– vece, grazie alle mutue e agli altri enti assistenziali che pagano contributi .agli ospedali, il primario percepisce -oltre allo stipendio fisso, un compenso che va da 80 a 600 mila lire al mese, a seconda dell'ospedale. Perciò l'unico motivo che ha indotto i primari a chiedere di poter re,. stare in servizio per altri cinque anni è quello di voler percepire per il maggior tempo possibile questo compenso. La legge gliene dà ora la possibilità, ma a quale prezzo? Bloccando la carriera dei medici ospedalieri, che riescono a diventare primari solo a cinquant'anni e più. E questo accade proprio in uno Stato in cui dalle univer– sità escono ogni anno centinaia di laureati in medicina, che vengono a trovarsi dinanzi a una strada difficilissima; e in uno Stato dove, come già s'è detto, gli ospedali non sono in condizioni di corrispondere pienamente allé esi– genze della popolazione. Queste e altre ragioni, che Per brevità non è stato possibile esaminare, fanno sperare in~ un prossimo rie– same della situa·zione e quindi nell'abrogazione della infelice legge. Ma rendono anche augurabile che quanto prima venga messo ordine nella professione medica e nei servizi sanitari. DOMENICO TAR:ANTINI nuova repubblica ABBONAMENTI : .Annuo Semestrale TriH,eslrale L. 1500 800 " " 450

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