Nuova Repubblica - anno IV - n. 45 - 4 novembre 1956

nuovll ·-;.~M -~;~ r. - e~· U' hl-v~-~~̾c ~. ·" . · · · . .... ll..1 s~e.._ ,': .iv}\,~ ' .• . . R o M A ,...J( A ~J 7,7 Comitato direÙiVo: TRIS"fANO .COD1GNOLA ('c:firettore resp.), ·un r1umero t:· 40. Este,o t. 50. ·un· riumero arretrato· L. 50. • Nuova Repubblica• è settimanale politico e-..... 'anche l i/), PIERO CALEFFI, FERRUCCIO PARRI, PAQLO :.YITTORELLI. Segr. di . Abbonam,en~i :_ a_nnuo per_ Italia e .=rancia L.~1500. sem. L. 800, giornale murale, registrato presso Trib. di Firenze con decreto redazione,. G[ USEP.PE FAV:ATL Direz. e redaz.: Firenze, -Piazza trim. L. 450. Estero: .l. 2000,. 1100, 600, Sosteni_tore L. 10.l'00. ~ n. 1027 del 21 luglio 1955. Manoscritti, fotografìe,·disegni an~ L(ber'tà)15, te'I.. 50-998. Amm.: Firenze, Pia:ZZ:a Indipendenza 29, ·etc p0st.·5/6261, cla Noova Italia>, Fireni:e. Gli abbonamenti de- che se non pubblicati, non si restituiscono. Diritti riservati per te!'.'· 483-26i8 ·• Autoriz. ~ Trib: Firenze de·I :30 diC.,.;-nbre 1952. - corrono dall'iniiio del rriese·. Per· p\Jbblicit.à riv0lgersi all'Ammi• tutti i P~esi. li periodico viene inviato gratuitamente in saggio a Printed in .ltily,: St. fip. de •~a. Nazione»,· Fl!enze, Via Ricasoli 8. nistrazion.e. Tariffa:· L. 15.000 per inserzioni di mm. _70per colonna. chiunque ne faccia richiesta. Spediz. in abbonam. po~tale Gr. Il. PANE E·LIBERTA' di· TRISTANO CODIGNOLA I L NODO che lo stalinismo sovietico aveva comin- ~ d3to a sfringerè d::_i.i · primi rpe:5i~.f!,eft':J ..~48 _.intorno all'Europa centrale, minacciando.·: di strangolare 1~evoluzione socialista e - democratica- -a-:i.-d-i-·€}:t:la ,e al di• là della cortina di ferro, è stato sciolto d'un tratto dal sacrificio eroico del popolo ungherese. Dopo le giornate dolorose ed epiche di Budapest, un incantesimo- malefico si è dileguato e, qualunque sia per essere !'_avvenire, una pagina nuova si è aperta. Uno dei più crudi~Pe!"iodi della stor_ia del mondo, ape·rt.o a Praga n 24 febbraio 1948, si è chiuso per le vie 9i Budapest il 24 ottobre_J956: solo da oggi esso appartiene davvero al passato, anche se le sue conseguenze, le sue ripercussioni, i suoi ,,sini– stri bagliori resisteranr1o per un teinpo incalcolabile sugli avvenimenti ftdw:.i ...... E' vero che. l'ins4rreztqne ung1:"ierese .era stata pre– parata, ·spianata da tanti eventi' preCedenti: dalla morte di- Stalin aì XX Congresso, ·dalla rivolta operaia dL Ber-· lino-Est a Poznan, dalla riconciliazione russo-jugoslava~ all'allentamento della pressione autoritaria all'i_n_terno dell'URSS, il progredire di una situazione nuova, il ma– turare di forze volte al superamento effettivo e non soltanto diplomatico della• guerra fredda, erano ben· c.biari e visibili a chiunque. Ma il nodo non era sciolto. Poichè ancora tutto si svolgeva nell'atm0sfera ovatta– ta dell'eqmvoco e della contraddizione, lo stalinismo era caduto ma gli effetti e il costume dello stalini!;imo permanevano, il conformisrrio stalinista rischiavà di es– sere sostituito da un neoconformismo kruscevjano, la classe dirigente responsabile del passato permaneva am– biguamente commista con la generazioné nuova, la stes– sa politica estera detl'URSS sembrava altE!1:nativamente oscillante fra la truculenza minacciosa d'un tempo· ed una nuova volontà distensiva. E a questa fondamentale ambiguità si erano adattati subito, come a cosa ad essi connaturata;. i dirigenti della politica coÌnunista italiana, rendendo ancora più arduo e malsicuro il cammino della nostra ripresa socialista · Queste nebbie sono state dissolte· da Budapest nel modo più drammatico e al prezzo più alto: quello ·della vita di miglia-i{l di uomini. Ma anche mediante quella purificazione di fondo che ogni moto -rivoluzio~ario e Popolare porta con sé. Poiéhé pfr la prima volta, con c'hiarezza cristallin3, la delineazione delle trincee op– poste è stata inoppugnabile, è sfuggita alle spire .di una s-apiènte ·e ahimè troppo sofisticata ed orchestrata dia– lettica: da un lato i cannoni dell'oppressione, dall'altro un popolo; comunisti ·compresi, in cérca della 'sua li- 0èrtà, del suo pane. L'identificazione posticcia URSS=so– cialismo, stato guida= libertà, ricerca d'indipendenza= in– tervento imperialistico, è crollata di colpo: il silenzio· della distruzione e della morte è stato questa volta, irresistibilmente, più forte dell'abituale g1_ac1d10 del servile consenso. , E' c.ertéimente troppo presto per esprimere un giu– dizio sicuro sugli eventi d'Ungheria,. sulle forze che han– no contribuito a determinarli, sulla strada che sarà in– trapresa da quel martoriato paese nel prossimo futuro. JYfala prudenza del giudiiio politico non può nulla con– tro la forza della condanna morale, che è implicita nel fatto di un popolo intero che, insorgendo, affida solo a se stesso,. al propr'io saàificio, la' liberazione dalla schia– vitù. Le insurrezioni ita·liane dèl 1848 poterono essere spente, ma di.Ssero al mondo ·che l'Austria non posse– deva •i titoli moi-ali per tenere a·sservito il nostro paese; Qllalunque- sia j, 1 er essere il ·futuro prossimo della Europa éentrale, '-il· p0I)olo ungherese ha lanciato questo pre– ziòsO messaggio aL mondo: che la Russia sovietica non ha i titoli per -'ral,)presentarne le aspirazioni e i bisogni. Il problema d"E!ll'assetto politico ed economico di quei paesi si pone oggi, Per la prima volta, nella sua autono-- ESCE LA DOMENICA 4 NOVEMBRE 1956 - L. 40 (Dis. di Di110 Buschi) 26 OTTOBRE 1956 - <( E' ancor_~ un giornale che si fa leggere )1 mia specifica, nella responsabilità dei cittadini, in una solidarietà di popoli liberamente scelta. Neppure i dirigenti comunisti ,.del nostro paese, che in materia di· servilismo possono giustamente andare· _orgogliosi d'un prifnato, sol1o oggi in grado di ripetere che la· rivolta imghèrèSe sia stato il frutto di una « pro– vocazione» capitalistica~ anche ·se insinuano volentieri, e con un certo compiacimento, l'ipotesi di un attivo iiltervento fascista nell'insurrezione. E come escludere che nel paese di ·Horthy, nel paese stremato dall'occu– pazione -nazista, rigqrgiti fascisti abbiàno tentato, ten:. tino ancora d'invadere la via del socialismo? E non -sa– rebbe comunque questa una p,rova dell'incapacità di ogni .esperienza totalitaria .a distruggere l'opposto to– talifarismo? Ma non qui sta il carattere della rivolu– zione Ungherese: il segnO che la distinglle è lo schiera– mento unanime di tutto un popolo, comunisti compresi, contro il · regime di· pressione e di oppressione. indigena e straniera, che aveva portato l'intera nazione alla ro– vina eConomica ed alla schiavitù politica. Per la prima volta nell'ambito comunista, la lotta per la . lib•2razione economica si accompagna espli"citamente a queUa per la Uberazione politica: e qui consiste il' carattere di << ri– voluzione.». nel senso proprio della ·parola, che l'in– surrezione ungherese assuine. Rivoluzione, c;ome tµtte quelle autentiche, che non si chiude in confini di nazione, ma pone un problema . Permanente, va1ido per tutti. La rivoluzione leninista· del '17 aveva· espresso una dura esigenza storica: l'im– possibilità che in paesi ad economia 1 feudale arretratis– sima, privi di una stratificazione di classe varia e com– Plessa come in Occidente, gli istituti parlamentari della democrazia moderna fossero in grado per sé soli di as– sicurare quella radicale riforma dei rapporti .èconòmici che condizion 1 avano ogni possibile sviluppo democra– tico. Ma- la rivoluzione ungherese del '56 testimonia che l'apprensione ferrea di tutto il potere politico nelle mani di una limitata dirigenza al fine tl'impOrre con la forza una strutturazione economica della soci-età in senso rigidamente collettivistico determina una resistenza di libertà che rende impossibile la stessa riforma econo– mica. Se quarant'anni fa il problema era quello di riem– pire la libertà istituzionale di un principlo di libertà economica, oggi il Problèma aperto nèlle coscieflze di ciliunque è quello di ricercare 11:egliistituti di una mag- giore giustizia sociale le paranzie demo~ratiche: più. J,Jane e più libertà. Problema non certamente nuovo in sede teorici.i: ma·1a sua urgenza pressante nasce ora dal corpo stessb dell'esPerienz·a comunista,- pa_ssa dal Piano intel– lettuale a -q1.i'eHo den•i~rriediàfa fecondità politica: e questo è ·nuov·o_: · · · ,. · Può darsi che l'Ung°Oeffa, per il contraccolpo alla dura esperiénza sfalfriiana, · ;i ·'ii.bbandÙni' prossimamellte all'illusione di urla rinn0Vata economia liberistica. Ma poiché. non ne esistono le condizioni, sarà illusione di breVe durata. Che l'on: Malagodi o la Confindustria ita– liana si dirhostrino còsì « commossi » per la tragedia ungherese non inganna nessuno da noi: è troppo ovvio che cosa vorrebbero trarre costoro dalla situazione nuova. Ma forse essi non ricordano, o fanno finta d'ignorare, che cosa era l'Ungheria del latifondismo agrario, l'Un– gheria delle grandi proprietà ecclesiastiche e della me– lanconica « pustza », dove milioni di pastori e di brac– cianti affamati attendevano la magra vita dal benepla– cito del Padrone. Credono essi per davvero che per quella Ungheria abbiano perso la loro vita migliaia di giovani? Credono essi davvero di avere qualche cosa da rispondere alla richiesta: più pane e più libertà? Far emergere la libertà della competizione politica, il confronto democratico, la tolleranza delle idee, dagli istituti della giustizia - soc!ale, deÙa potenziale egua– glianza. della solidarietà collettiva: questo· tormentoso problema che sta al fondo di tutto il pensiero socialista è uscito dai libri, dai giornali, dalle discussioni plato– niche: si è fatto sangue per le strade di Budapest, si farà carne nella lotta politica di ogni giorno. E i co– munisti saranno gli ultimi a pot~rne sfuggire. Di tutte le incalcolabili conseguenze di questi eventi, due almeno appaiono chiare subito, ed immediate La prima, riguarda in generale la riorganizzazione politica dell'Europa. Dal 1945, l'Europa - stretta nella tenaglia dei due blocchi, e incapace di esprimere essa il problema del secolo; che còsì drammaticamente hanno espresso i combattenti ungheresi - non ha saputo ri– trovare se stessa, una sua funzione. Si sono depauperati, corrotti, anche alcuni pricipi altrimenti vitali. Le na– zioni europee non hanno potuto superare i naziona– lismi. Non si creano infatti dei grandi movimenti d'opi.– nione, dei grandi moti unitari, se non. si portino sulle bandiere verità nuove, intorno alle quali si possano mo-

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