Nuova Repubblica - anno IV - n. 37 - 9 settembre 1956

2 il militante sindacale è anche - Jo stesso uomo - mili- 1.t1,ntepolitico. Ma In « dirnensione > sindacale riuscirà a detenninarsi distinta dalla «dimensione> politica nella. J)iisnra in cui si acceUedt preliminal'lnente la cçmunan7.a. degli interessi nel!◊ lotte del lavoro. I compagni della UJ L non possono- éliiedel'e cli più, perché sono qtieste, e queste soltanto, le ragioni che poSsono ancora dare qnal– che validiU~ alla loro posizione scissionistica rispetto ai' sindacato unitario. · Se l'allargamento a sinistra del nuovo partito non può essere garantito che da una politica sindacale uni– taria, l'allargamento & destra non può essere assicurato che da una politica aperta a tntte le esigenze veramente democratiche che il paese esprime. Bene ha fatto il PSI ad impostare fin d'ora il problema dell'unità socialista come problema che non interessa soltanto il PSI ed il }"lSDI ma anche « i rnovim.enti minori che si ·tichiarnano al socialismo»: affermazione coel'ente, del resto, cori. la politica perseguita dal PSI nei conf"ronti di UP e 'del. fUSI. Non ci potrebbe essere di peggio, infatti, che ten• del'e a!J'unificazione come a semplice operazione fusioni– stica PSI.PSDI, senza tener conto di quel ]argo alone èstei·no ai due partili ufficiali che costituisce l'opinione pubblica socialista non organizz:ata, di cui UP ed USI . -sono paniale espressione. La crisi del socialismo italiano, l'abbiamo detto tante volte, è anteriore al 1947, e ri• -8iede, senza ombra di dubbio, •nella incapacità anche ideo• Jogica in cui il socialismo si è trovalo di interpretare com- 1)iutameµte tutti i fermenti della sinistra democratica ita. liana. La ripetizione, spesso pura,nente meccanica, di for– mule 'tradizionali senza una corrispondente sostanza po– Jitica ba tenuto lontano dal socialismo forze vite.li e pl'e– ziose; la crisi politico-organizzativa dal '47 in poi ne è stata l'effetto, e ha. costituito a sua volta ulteriore causa di nuovo indebolimento. Per risalire la chin'a, non basta 'J·iaffe,.mare i principi 'del '92; bisogna che il nuovo p8I·· liito sia capace di rispecchiare le maturazioni, le ricer– che, le scoperte politico-ideologiche maturate da quegli ~tessi principi, o pervenute da; altri principi ad arric– chire la linfa vitale del soci;dismo. L' apertu.ra ideologica e programmatica, il sentimento di costruire uno stru– mento veramente efficien te di alternativa democratica al ·quale è necessario Msic. ure.re il rnassirvo di energie, la distruzione di tutto quanto può residuare del complesso <li < chiesa chiusa» (cioè di muffa) che sta all'origine del disinteresse dimostrato dalle giovani genei-azioni e.I so– cialismo, sono elementi essenziali per riusci.re a portare sul J)iano della e~ficienza politica attuale i principi stessi del 1novimento socialista. La critica al concetto di < ditta– tura del proletariato» venuta. da Nenni è stata. in questo senso. assai coraggiosa; non ci nascondiomo che maggiori difficoltà pl'ovenanno dal PSDI che si è nel passato tanto ,J)iù coperto di vacuo ideologismo quanto più ]a sua azione politica. era. deteriore e p1·onta al compromesso. E' dalla soddisfazione, quanto più possibile integrale, di questa ~1:;igenza, che il nuovo partito potrà non soltanto arric– chii-si d 0 i11tellettuali, di le,·e giovani, di spiriti liberi, ma anche riempire un ampio spazio democratico, vanificare posizioni interrnedie, porsi con peso incontenibile come la forza risolutiva nella trasformazione de11e strutture. E' evidente che un tale risultato non può essere otte– nuto ~oltanto con dichiarazioni di pl'incipio (che pur n~:m de~Jbono mancare) ma. soprattutto cori le garanzie d1 funzionamento democratico interno. E' su questo ter– J•eno, e su nessun alfro, che è lecito chiedere ancora qual– che cosa al PSI. I problemi, è noto, sono vari: runzio. name11to de,nocrat-ico 1·e~le delle Assemblee in tutte le istanze (e quindi :ripristino del voto segreto); contempe• ramenlo delle esigenze < funzionaristiche » ( cioè seria– n_1~nte organizzative) di un moderno strumento politico, e tielle esigenze democl'atiche, istituendo una distinzione di JJOteri rigorosa fra il e: funzional'io » organizzativo e sta• bile, e l'e.spressione politica, ,di per i-e stessa dinamica cl.egli Ol'ientamenti di base; libntà effettiva di espres~ s10ne non soltanto «interna» (nello assemblee) ma an– c.he < estePna ». ( nella stampa: un g1·ande partito socia- 1 ista deve espr11nere da se stesso contrasti e· opinioni di• Vel's~, pere~~ solo così es_so è .in grado cli coprire un grande spazio politico); moralizzazione e contrnllo di tutte le fonti di finanziamento; piena legittimazione delle « ten• <lenze>, reagendo all'antifrazionismo nato come difesa al J)ericolo di dissoluzione snccessiYo al '47, con un incita-– mento a~, continuo e pubblico confl'onto delle posizioni, (tanto p1u le tendenze sono pubbliche e battagliere, tanto meno esse sono pericolose all'unìtà del partito: afler– mare il contrario è come credere che un ordinamento autonomjs.tico dello Stato ne metta lu pericolo ]'unità s~ru_th~ralè); massimo favore {I tutte le iniziative, di qual. rs1:ls1genere, che vivifichino dal basso il partito, con un costante ~forzo di-bilanciare finevitabile struttura buro• crntìca con ampliSsimi «sfoghi.» d'iniziativa persona.le e di g:rnppo; infine, r.eale ed efficace garanzia delle mino• Tanze, comunque .e dovunque esse si manifestino, sia ne11e !orme del.la rappresentamrn, sia nel diritto alla stampa l~tema d1 pal'tito (non dimentichiamo che la sopraffa– ll,1one ?elle minoranze conisponde, passo per j)asso, .alla n.ngo;ic1osa storia di tutto il. socialismo italiano di questo dopoguerra). So~o, ~ome si vede, problemi statutari: ma esigono un~ nfless1one _e un incontro. politico preliminari, da cui p~o nascere_ poi uno .sta.tute vitale. Vorrei anzi suggerire ill .~?mpa?n~ che ~ornu~c1ano a rnccogliersi in convegni di unita socrnhst_a ~h ded1car·e a questi pl'Oblemi un po' del. lo,·o. tempo, limitando al rninimo indispensabile le invo– cazioni generiche all'unità.. E vorrei aggiungere che va ))osto in primissimo piano il problema del modo col quale garantire una possibilità continua di elaborazione dottrinale, ideologica, programmatica, che eSige - quanto nessun'altra attività - libertà piena dì esplicazione. -A lo1-za di·•pa,.Jare in senso operaistico si è finito" per· sva• luta1·e,. ne! mo~do_ s.ocialista italiano, l'apporto degli intel• lettm,li, msoslrtu1bile proprio per determinare le con– dizioni di avanzamento· operaio. La povertà inteileltuale (127>) 110011a repubbìica ITALIA POLITICA I D URANTE la sCOl'Sa settimana il proc~sso dell'nnifi. cazione socialista ha compiuto nn notevole avan• zamento. Jnnanzitutto si sono chiHite le distanze esfreme. La destra socialdemocratica, chiedendo al PSI l'esplicita adesione alla « dogm,atica » dell'Internazionale, ne avrebbe preteso in 1·ealtà rimpegno, nell'atto della co– stituzione di· un partito socialista unificato, di un atto di contrizione • anticornunista: senza questa, l'unificazione, per Tre,·es, Rossi e Simonini, non sarebbe valida. La conce,.ione del socialismo co,ne formula classista antico– munistica è nna tra le varie posizioni del socialismo con– temporaneo; è particolarmente mai-cata in alcuni piie$i, come in Belgio, ed esiste anche presso talune conenti di altl'i partiti socialisti. Non' è quindi un'invenzione sorta dal nulla, o nna purn maligniti1. Ha il torto, in un paese come il nostro, dì disconoscere la realtà. del mondo ope• raio, e di proclamare che il socialismo possa riuscire, solo alla condizione di avversal'e la parte pili numernsa della classe opernia. IL PSI ha rivelato as·sai meno i motivi di 1·iserva alla nnificazione, di quanto quest,ì non si siano palesati nel JJSDL Non è difficile tuttavia rendersi conto che le mag• giori esitazioni si sono s,·olte in relazione ai problemi più rigorosi di classe, e in particolare intorno a quello sin. dacale. Va da sè che la lunga alleanza con il PCI, nella sua giustificazione sostanziale, che è pure di natura clas• sista, dovesse determinare cel'te l'esistenze, quali sono state sinora quella di Pertini o di Lussu. Era. del resto inevitabile che :,,;iri,·elassero, al momento della discussione sull'unificazione, come inconciliabili, per ora almeno, le due posizioni socialiste del procomunismo e dell'antico– munisrno allo stato puro. I documenti delle due dire;(.ioni non 1·iOettono peraltro questa tensione. In molti punti essi si avvicinano. Vi sono silenzi facilmente spiegabili, e pacifiche convergenze. La prirna di queste, è nella definizione di un partito socialista · unificato, come classista e democratico. Non chiediamo troppo alla fantasia né alla. precisione ideologica né di Nenni né di f,aragat. Quell'enunciato non va preso alla 1eltera, e non è una soluzione dei complessi problemi che riguardano il tipo e la struttura di una deinocrazia cli classe. Probabilmentè Nenni e Saragat, o se si preferisce le due rispettive dil'ezioni, sono d'accordo nell'impegnarsi per il rafforzamento del sistema rapprnsentativo plul'Ìpar• titico, e per un indirizzo genernle che sia di tutela dei conrmmi, dell'occupazione, degl'jnvestimenti pubblici, con le relati,·e implicazioni fiscali. Tn complesso, nulla, assolutamente nulla di 1·ivoluzio• nario. In fatto di politica estera, la fol'mula adot• tata d:~ dne direzioni offre affinità vel'bali di ovvia constat:aziOne: quella, ad esempio, della politica di disten– sione e di pace. Il PSI, per suo conto, aggiunge l'impe. gno dello sbloccamento militare dell'attuale dualismo -in– ternazionale; il PSDI, l'im·pegno della aderenza agli orizzonti occidentali della politica inte1·nazionale. L'atlan– tismo o l'antiatlantismo non sono no;ninati né sull'uno né .sull'altl'O documento in morlo esplicito. Voci rico1Te·nti A Roma lungo la settimana, dichiaravano che i due partiti sarebbero d'acr.,ordo per un « neutralismo dinamico>, dei partiti socialisti in atto non è nn mister·o per nes• suno: la maggio1· parte delle fo1·z:e che potrebbero e do– vrebbel'o fame pa1-te ne sono fuol'i. Si pensi dunque in tempo a trovare la form.ula adatta per assicurare la col– laborazione organica anche di quella parte della « intel– Jighentia » politica e tecnica che appartiene alla sinistrn democratica, ma che potrebbe prefe1·i1·e.non partecipaÌ·e, · sotto forma di milizia tesserata, all'attivitii stretta di partito. Finalmente, se alcune gl'andi dichiarazioni di orien– tamento e d'indirizzo sono inevitabili e necessarie, il ca• rattere ve1·0 del partito 1-isulterà da altro: dalla sua ca– pacità di elabornre una Piattaforma programmatica se• ria, che .costituisca impegnO politico ad arrrontare in un certo modo i grandi problemi attnal( e concreti della situazione italiana. E' un9 sforzo di pensiero al quale è necessal'io metterci o·rmai tutti, e al più presto. Indi– Cl:!rele vie maestre di soluzione delle qqestioni della strut• tura sociale ed economica dello tato e della società ita• liar~a è .!'.impegno numero uno che t~n grande partito so– cialista deve proporsi. Basti pensare, per prendere qual• che esempio tipico, che o gi il militante, l'elettore, non sanno praticamente quale politic·a agraria, qnale politica scolastica, qi.iali tipi ·di n{izionalizzazione e in quali Ji– miti, i partiti socialisti jntendano perseguire. Da anni ::-i pada di democrazia e di. dittatul'a, di Occidente e di Oriente, di guerra e di pade (cose importanti, come no?), ma intanto si è perduto completamente il senso che lo schiernmento socialista ha anzitutto da proporre delle soluzioni concrete _per avviare a democrazia. lo Stato borbonico.feudale del nostro paese. Opporre una altèrna– tiva seria alla DC signific!"-, 'in verità, o·pporre anzitutto u~ programma d'azione, d'intervento, cli governo,· che molti cattolici sentano pili consono ai P)'Ol,)ri inteJ·essi sociali di quello che, bene 9 male, la DC ha. elaberato o sta 'elaborando in questi anni. · E' con queste prospetti,·e e in queste forme che Unitl~ popola1·e intende collaborare, con le proprie 'esperiénze, alla. realizzazione dì un evento che non pnò essete~ sol– tanto un fatto politico, nn\. anche l'a ffernia'zfoné di un diverso costume, di nna nuova Yolontà, di una grande pro• spettiva d'impegno collettiYo. TRISTANO CODIGNOLA formula alla ?-,"t>hru che esige nnche una condi;,,iono di fatto, e di prestigio in~e1·n;:izio1rnle, Hncoi-a ,da dimostrarsi per quel <?he riguarda il ilos't:ro paese. L'occidentalismo predicato dal l"lSDI sembra però escludel'la; è più p1·oba– bile che i due pal'titi poS.'?}1110 intendersi su una piatta– forma analoga a quella de!l':::!PD e della sinistra. laburista. Un punto di momentanea divergenza sernbra costituito ·dal silenzio del documento socialdemocratico in materia • cli gradualitt\. de!Ì'operazione dì trnificazione. Non con– venà allarmarsene.· Pl'obabilmente il PSDI né poteva fissare pe1· suo conto delle proposte sni «tempi», per ri• guardo alla composizione del partito, artcora in parte reni– tente all'operazione ste~.sa; né è clet:to che non vi si ad- dentri ora, che megl,io conosce le visuali del PSI. · · Il punto che permane più .a:-:pro dPlla trattativn socia– lista, e probabilmente t:>er 01'6 non definibile, è qu<'llo sin– dacale. Potrà sci-prendere che i test-i delle due direzioni sembrino, letteralmente, concordare, quando preconizzano il pi:ocesso formativo di una sola centrale sindacale àpar– titica· e democratica~ salva l'aggiunta, nel pensiero del PSI, che la CGTL sia _già la ba~e eHistente per questo organismo nnitario. Ma <lieti-o a questa Ionnula della spe1·anza, stanno dissensi seri, probabilmente non tutti dichiarah (le buro– crazie dei singoli organisll1i snranno sempre elellienti 1·itar– datori di una rielaborazione e fu;.;ione degli attuali sinda. .. cè.lti in nuovi organismi), e vi soggiace soprntlutto un'arn• bjguità non esplorata. Siamo anche noi convinti che la qne~tione sindacale Sia, anche politicamente, di primo piano; e <:he ,·i sia una. note– ,·ole parte di ragione in coloro che sostengono, che sarebbe incoe1·ente pensare all'uniti~ dei socialisti italiani, senza farla discendei·e alle l'adici di base, là doYe si elaborano le modalitù. di vita e di lavoro del proletariato. Nçllo stesso tempo, si pl'esenta Con notevoli titoli di vedtà anche la tesi contraria, che sarebbe assul'do unificare i partiti, e dìvldere i ragg_ruppamenti sindacali esi.-;tenli, come con passione so– stiene Femando Santi. L'appB.t•f'nza di. vero che hailnò: le due tesi opposte lascia però intnwYedere che, dall'una e dall'altra. parte, non si vuole nominare la qt1est.ionè di fondo, che è sottesa a quella sindacale, e che anzi la si eYita. appellandosi al medesimo Yalol'e, l'unitil della classe, ma in modo arnbivalente: questa è infatti ~nvocata tanto dai fautol'i di una soltw.ione amionica di unitit socinlista e unità sindacale, qmmto <lai difensori dell'attuale oi-garyiz:– z:a,r,ìonedegli inte1'essi operai. :Ma ciò che né i primi né i se– condi nominano, è propl'iO quellH pal'le della clasi':e opcniiH, la comunista, dalla quale i primi Yoglìono che il socialismo si separi, e i secondi non vogliono che si distacchi. 1l pro– blema sùv:lacale non è oggi risolubile, verché 110n è ancora maturata. sino a questo momento la, de/i,ni.iione dei ropporti col va,rtito c01nunÌ.Yla. L'fl.utenlica fase cli maturazione del problema, per i socialisti, è cioè quella del 11:: Tlon comuni– smo,, anziché del filo o dell'anticomunismo. Ora, 11ella fase del « non comunismo::., ogni atto che nllesse a creare una frattu1·a di base tra socialisti e comunisti sul piano sindacale, comporterebbe un confronto di forze, unu con– correnza, una. lotta, una rolhin-1, che a lnnga portata clnn· neggerebbe lo. stesso rinato partito socialista unitario, in quanto lo privei·ebbe della forza che gli compete, per rea– lizzare i suoi fini direttivi della politica n~zionale. LA PROVA della non nrnturitii del probiema deiivn an- che dalla soluzione fonnale che s'è pensata, proiett,111do nel ·futmo l'ideale di 1111 sindacato unitario apartitico. La. formula della apartiticità eol'risponde nnch 1 essa a quellà fase negati,·a dei rappo1·ti tra socit,lisli e comunisti, per la quale si preferirebbe negare, ad un sindacato uni~o, qualsiasi qualifica politira. Quanto q11e~ta condizione sia ~lifficil,~ d.a 1'.ealizza"e. cli~11osha re;perienza europea, <love non ce ·sindacato unitano che 'or1 assuma colontura par– titica, sia. pure uffi<•iosa. I gl'andi sindacati tedeschi e britannici sono legali 1 11Sibilmente ai partiti socialista e Jabtnista; la CGT Force ouvrière alla Sl·'IO, i sindacati. belgi laici al partilo socialista, e così continuando. ] l vincolo con partiti è quasi inevitabile anche in Jinea di pl'incipio, giacché oggi il sindacato non ò "più solo un organismo di tutela rivendicativa, ma un centro di po– litica economica nazionHle; e la neutra liti\ del sindacato o è debolezza, o corpontliYismo. L'esempio dei sindacati americani conta poco; sia pe1·ché anehe i sindacati arne– ricani al momento buono scelgono il prop1·io partito (ad esempio nel punto dello elezioni prnsidenziali), sia per– ché il r8[)porto tra il mondO dell'iniziativa pr-ivata e quello dello Stato pre:-:;enta nC'gli Stati Uniti figure irripe– tibili in Europa, e condiziona del tutto di,·ersamente la politica dei sindacati. Stando così le cosf':, p1·(>:-.umia1110 noi pure che la. so– Juz:ione Santi sia quella più sensata, non perché sia im– mediatamente aUuabilf', n1a p >rché, puntando sul nome della CGrL, accenna a quel teneno sul quale, piaccia o non piaccia, il pi-oblema dell'unità sindacale andrà prima o ·poi risolto. Ma siamo anche dell'avvbo, che a voler immediatamente precipihne qualsil:lsi soluzione della que– stione sindacale, si cornmellei-ebbe un errore, e si corrn– rebbe il rischio di guasta re lutto. Si correrebbe poi addi .. rittura il rischio di un attentato alla coscienza, eminen~ temente prepolitica, di un gran numero di operai sinda~ cati, che aderiscono alla co1·1·ente socialista o comunista della· CGIL non per una chiaris~ima consapevolezza delle clifferenz:e ideologiche, ma per abitudini del sentimento che sarebbe iniquo sfidal'C a q11el chiarimento teoretico, .che in quB:lche modo infol'viene nel punto della scel\a fra divers~ organismi di classe. ALADINO

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