Nuova Repubblica - anno IV - n. 37 - 9 settembre 1956

-Comitato -rlirettivo: TRISTANO CODIGNOLA ( direttore resp. }, PIERO CALtFFI, FERRUCCIO PARRI, PAOLO VITTORELLI. Segr. di redazione:· GIUSEPPE FAVATI. Direz. e redaz.: •Firenze, Piazza libertà 15, t~I. 50-998. Amm.: Firenze, Piazza lndij:>er'idenza 29,. te!. 483-207,8. Autoriz. Trib. Firenze del· 30 "dicembre 1952. _Printed in. ltaty. St. Tip. de cla Nazione•, Firenze, Via Ricasoli 8. )27 • ANNO JV. . N. 57 r ~ NRIOM ____ .. l CESA CLAUDIO, Presso Via Q. Bonomet.ti Sella,, 20 Un,. numero L. 40. Estero l, 50. Un nuffiero arretrato L. 50. Abbonamenti: annuo per Italia e Fro3ncia L. 1500, sem. l. 800, trim. L. 450. Estero: L. 2000, 1100, 600, Sostenitore l. 10.000. c/ç post. 5/6261, da Nuova ltàl1!111,Firenze: Gli abbonamenti de– corrono dall'ini2_:io d'?I mese_. _Per pubblicità rivolgersi all'Ammi– nistrazione. Tariffa: L. 15.. 0CO pe'r-inserzioni cli mm.,70 per colonna. ESCI<~ l,.A. DOMENICA R O M A • Nuova Repubblica• è settimanàle politico· e d1 cunu, .... _ ancha giornale murale, règistfato presso· Trib. di Firenze con decreto n. 1027 del 2-1 luglio 1955. Manoscritti, fotografie, disegni an– che1 se non pubblicati, non si restituiscono. Diritti riservati per tutti i Paesi. Il periodico viene inviato gratuitamente in saggio ai chiunque ne faccia richiesta. Spediz. in abbonam. postale Gr. Il. 9 SETTEMBRE 1956 • L. 40 LE CONDIZIONI DELL'UNITÀ comuniste. E' per questo che il prnbl<'"ma sindacale non si J?rescnta come uno dei tanti, che poi rà essere sucees– -sivamente 1·isolto, ma come il problema che bisogna p.re 4 venti\·amente risolvere perché a nuovo partito non sì ri– d~ca ad una cattiva copia della socialclernocr1-1zia, e possa propo ..si seriamente di asso1·bir<'"1 ,,:ia pme per gradi, nna più notevole po1·zione dell'elettol'ato operaio. I JaVor/lto1·i ltaliani sentono il peso delle discriminazioni, della clisoc– cnpa:t.ione, dell'offensiva padronale che :--,i na,;condci dietro l'automazione- e le « human relation,,: ». Essi hanno ormai maturato pienamente in se :c:tessi l'esigenza p1·imai-ia della propria unità di classe nelli-i lottR economjca. Se ·a que– sta loro maturazione jl nuoyo pa1-tito ri:-:poridesse con 11na ulteriore lacerazione della loro nnità (e tale sarebbe, nonostante la polvere nègli O<·chl, il «·sindacato socia– lista» di cui qualcuno va pi-nlanclo), sarebbe inevitabile un loro giudizio seYero verso le nuove pro:--,pettive 1 una nccentuaz.ione della loro sfiducia, che si risolverebbe, pre– sumibilmente, nel propr·io abbandono ,wlle br·a<.:cia clellO alt1·e due or·ganizzazioni politiche massicce. Bisognu tro– vare dunque '1.lnavia d'uscita che si risolva in im ra.ffor– zarnento, non in un indebolimento, dell'11nità s1' .ndcica.le. ·1 f PSI ha perfettamente ragione di chiedf'rlo, e quindi· di esigere che di questa rinnovata unite\ sindacale facciano pàrte anche i lavoratori eomunif.lti: tuttavia non si do-– vono sottovalutare le obiezioni che i militanti della UJL fanno rispetto alla COI.L 1 alla sua strutturn, alla. sua sto– ria. Non dovl'ebbe essere difficilissimo trovarn fa kt"racla. giusta. Purché si sia d'accordo sul fine da raggit:mgern (la maggiore estensione possibile del sindacato un-itarioL non ci si dovrebbe pl'eoccupal'e hnto delle sigle quanto della ROstan:t.A.Si è chiesto alla CGJL cli uscire dalla Fe– de1·azione Sindacale Mondiale, come prnva di nna ,,:ua ·effettiva indipendenza da suggestioni .sovietiche: pen.-:o che qncsta garanzia poti-ebbe ·ess<"t"eoffei-ta c\iilla COI[, come contl'Opartita· di una unità sindacale raggiunta chm– t1·0 di essa,· o per lo meno con tutta essa in una Costi– tuente sindacale. Se si seguisse quest'ultima via, è chiaro che l'offor·ta cli unità, a eondi:t.ioni valide, dovrebbe es– sere estesa ai cattolici: a loro di accettare o di rifintare. E' chiaro altresì che le garanzie di dernocrnticitit -interna della confederazione unitar-ia dovrebbero essere assolute, e controllate in tl1tte le istan:r.e da comitati paritetici di corrente, che non doyrebbero sosti.tuirsi aJ c1·iterio della maggioranza ma dov1·ebbcro lirnitarf:li ad assicurare l'ef– fettivo rispetto dì quel crite.rio. O('corre che i layoratoJ·i, dalle commissioni di fabbrica in su, riprencl1rno in pieno la propria. autonomia, la propria iniziativa, la pl"opria. capacità di scelta: è a questa· fondamentale condizione che il sindacato può esse1·e rivitaliz.zato. l.a liberazione da.ll' opprinrnnte ingerenzil pal'titica nel sindacato è ap– punto in funzione della capacità del sindacato di deter– rninal'e una prop1·ia politica; e non potrù mai essere otte– nuta con mezzi arti(iciosi e stt).tutari, essendo ovvio eho di TRISTANO S E (''E'. qual.c11no che oo(i &vrehb~ diritto cli nìeravi– ·~ t:,!ia1·~i cJel x.itmo pa-rticolarm~ntc vivace assunto in · questi giorni dal dibattito sull'unificazione sociali– sta1 questo qualcuno s'iclentifjca con gli 11mbient·i vati– cani. E' illfatti straordinariamente incoerente con la po– litica di rigida «chiusura.» peJ"scgnita da Fanfao-i su di– retto suggerimento vaticano, che J'Osservatore Romano getti oggi l'allarme sui pericoli dell'unità socialista. In Ye1·ib\, la riproposizione di questo rrnblema in forrna drammatica ed urgente è proprio. l'immecliat_a conseguenza. del la politica clericale degli ultimi dne anni, politica che è ginnta a dimostrare la sna pasta, ad ogni persona do– tata di normale buon setlso, nella questione delle giunte comunali. Coi cattolici, certo, il discorso andrà ripreso: ma :8e/nbra OTmai cUfficile riprenderlo in quelle forme di « ap'e:rtLll'fi » che Nenni aveva, con notevole audacia, per– seg.uito; il problema - è oemai evidente .a tutti.- si ·pone· come problema di alternat~va, di nuova forza po– litica capace di pone questa alternativa, e delle gm·an :t.ie che tale nuova for:r.a politica è in grado di offrire a quei cattolici che, senza ripudiare la propda posizione reli– giosa, siano davvero decisi a collaborare per la trnsfor– .rruct:r.ionedella societìi. italiana. L'accoglienza dell'opinione indifferenziata per le nuove prospettive cli unità socialista (che, in se stesse, non ·sono nuove, ma si manifestano in una. s.ihiazione nuova) mostra appunto come nell'opinione pubblica, anche al di fuor-i dei militanti socialisti, si sin 1nat\1rata l'esigenza ·om1ai improrÙgabile di sostitnil'C alla DC e al sottogo– ·ver-no che si_ è impadronito di tutte le leve fondamentali del paese un'alternativa reale e realizzabile (dato che è a tutti chiaro, comunisti compresi, che questa alterna– -tiva non può essere costituita dal fronte popolare); ma codesta stessa accoglienza può spingere avanti le cose con eccessiva rapidità, con insufficiente ponderazione, sopri l'onda di un sentimento che per essere largamente popo– laJ·e non manca tuttavia cl'insidie e di pericoli. Oredo che cli essi sia patticolarmente cosciente proprio chi, come noj, ha combattuto per l'unità socialista non da oggi, ha ,dirl"ttaruente vissuto i tentativi parziali compiuti nel pas– .sato, e ~si nasconde le difficoltà da superare, proprio verché le v su.perare. • Le due con ìz-:ioni per l'unità socialista che vennero, forse artatamente, diffuse di:dla grande stampa all'indo– mani dell'incontro di Pralog;an erano indicative, per esempio, di quello che non deve essere fatto pCl' conse– gui rn i risultati che ci si propongono. Quelle due condi– zioni dicevano: a) che in nessun caso e per nessuna ra– gione, si sarebbe fatto 11n governo sostenuto anche dai" co– muni~ti; b) che il pa1-tito i.rnificato avrebbe dovuto acco– glie1·e integralmente quella politica di stretta intesa occi– dentale che va sotto jl nome indicativo di « politica atlantica ». Oi·a, non si esclude affatto che in qneste due proposizioni vi siano delle preoccupazioni legittime, e comunque valide per il PSDI: ma è certo che se una uni[i– çai;ione si èlov~sse cQmpiere all'insegna di consimili pro– po,,:i:1,ioni,l'Italia potrebbe contare su nn modesto allar– gamento della socialdemoc,·azia, su un notevole raffor– zamento dei comqnisti, e sn una definitiva po,si:r.ione di monopolio pol~tico dei clericali. La politica intema e la politicll jntern.aZionale di un pmtito socialista unificato ~::d~ot~:~b~ni,i,~~!!1t:heslf:it~;~·e it!fia~:a n:rp:~~ th c~!~: ples,,.;o di porre uria « sna » linea, finalmente capace di svolgersi con una propria autonomia di svi,uppo. Esclu– dere il fronte popolare come foymula politica tipica non significa respingere in ogni caso l'appoggio delle masse comuniste ad una politica non cripto-eomnnista, ma a.pe1·– tarnente socialista, poiché ciò significh_erebbe, ovviamente, dal"e partita vinta alla. destra italiana (sicura che l'alter– nativa socialista non sarebbe capace di valersi, al mo– mento dato, degli strnmenti politici utili per essere vera– mente alternativa) ; impostme ]a politica estera del nuovo pa,-tito sul,a falsariga. delll"I politica estera socialdemocra– tica, significa \inunciare in partenza ad nnµ. «nuova» politica socialista che, in concomitanza e d'intesa con CJ.ul; llla -drgli- altri partiti sociitl.isti occidentali, si pro: CODIGNOLA ponga una propria trnton9ma fnnzione, vuoi in semm fe– deraJistico, vuoi in senso neutralistico. Ed è 11ppena il caso di ::iggiungere che i pa1-ticolari indiri7,zi politici del partito ul1ificato non poti-ebbcrn, alla fin fine, che emer– gere dalla effettiva volontil cungressnale. Di fronte alla senl:;iazione che quelle pr.irne affrettate interpretazioni di Pralognan determinarono nell'opinione di sinistra, si può dire che la situazione si è di molto chiarita oggi. I due documenti votati dal PSI e dal PSDI indicano con $tÌfficiente· precisione in quali punti si è pro– ceduto effettivamente sulla via della conver-genza, e quan– to resti ancora da fare; essi mosttano altresì che il prn– eesso va seguitO e favorito çon fermezza -ma ·senza arti– ficiosa accelerazione; e che è certamente meglio assicu– rarsene l'esito positivo con una più calma sncéessione dei tempi, che riScliiare un sost~n:r.iale fallimento sotto l'an– :sia di soluzioni aHretlate. In verità, l'operazione ha senSo ·solo a patto che il -nuovo parl 'i.to sia in grado di coprire il massimo di estensione pr,litica alla vrovria destra ecl r.,lla 1n·o7n·ù, sini8tl-ci~ si ponra cioè claY\'Cro com.e « par– tito cli alternativa». Il che non ~ un paradosso, s_e Si ·ponga mente· a certe condizioni, che la dichiarazione di UP ha messo chiaramente in luce e su cui conYerrà qui insis .. ·e. Che il 'tluovo partito nasca e debba nascere su posi– zioni di piena. e non eqnivoCa antonomia rispetto ai co– munisti è un dato che sembra accettato da entrambe 1e parti: lo stesso p1·oblema, del patto d'unit.\ d'az.ione che lega ancora fot'malmente il PSI al PCI verrebbe risolto di per sé dalla costituzione· di un part-ito nuovo, che non pnò riconoscere vincoli che non abbia esso stesso libera– mente contratti. Ma è invece evidente il divai-io fra Ja volontà dichiaratamente anticomunista ehe persiste al– meno in parte del l?SDI e la. volontà dèi socialisti di mantener~ col PQI rnpporti di buon vicinato. E' possi– bile superare questa antinomia? Sì, se fo chiarezza della distinzione volitica dai cmnunisti non vacfo a detri·mento delle es·igenze di 'unità di "lotta del vroleta,riato ital·iano. Ciò significa che il nuovo partito· potrà ottenere il mas– simo di espansior.:o a sinistra nella misura in cui saprà rappresentare, nelle concrete lotte del la:voro, il massimo di fo1·ze Jayoratrici, 'anche - è ovvio - attualmente L'OPINIONE DI UNITA' POPOLARE Il scn, Pierre Commin, segretario generale aggiunto della SFIO, ha ricevuto il 4 settembre, daHe ore 11 alle 12.30, un delegazione di Unità popolare composta ria Ferruccio Farri, Tristano Codignola, Edmondo Cossu e Paolo Vittorelli. Al termine del colloquio, la delegazione di Unità popolare ha rilasciato la seguente di– chiarazione: ((Abbiamo chiarU.o al sen. Commin la posizione di UP che intende ovvfaìnente partecipare al processo dì unificazione per portarvi 'te medesime esigenze che hanno determinato finora la' s·ua politica. u Pensiamo che il· successo delJ'operaz:ione sia connesso alla ampiezza dello spaZiio politico che la nuova eventuale formazione sarà in grado di coprire. Non si tratta di sommare •due partiti ma di creare le condizioni di un'effettiva e decisiva alternativa po– litica: il Paese l'attende, ~ vi sono interessate motte " fon.e e molti gruppi anche al di fuori dei due partìti socialisti ufficiali. Questo risultato si può raggiungere: a) rafforzando e non indebolendo Jo schiera– mento sindacale unitario e· favorendo allo stesso tem– po una maggiore indipendenza del sindacato dai par– titi: vi si può arrivare per gradi, tenendo presenti le legittime esigenze dei compagni della UIL, che però debbono t'sserc sod~isl'atte dentro e non fuori una or– ganizzaZ1ione tendenzialmente unitaria dei lavoratori; b) contemporaneamente aprendo il nuovo par– t.ito a tutte le esigenze democratiche anche degli elettori della sinistra non socialista: cioè, facendo del t>artito il perno di una effctfiiva alternativa poliUca e costituendolo in modo da assicurare. il concorso :::!~: ~:lt~!afo:;:rt<~e::o;;:!:::~~a q~:~~a s(ic:::o:~- senta l'afflusso di ogni corrente realmente innova~ t.rioc) e con struttura organizzativa che assicuri un continuo ricambio, largo dibattit.o di stampa, sicura democrazia interna, e rispetto delle minoranze; <') determinando nn ampio piano programmatico di az,ione, tempestivamente meditato e presentato al Paese, che proponga soluzioni idonee ai grandi pro– blemi concreti ed attuali della ecopomia e della so– cietà ·italiana, soluzioni che devono intcre!-sare e ga_– rantire anche grandi· masse di elettori caiiolici. H E' ovvio che lo strumento del fronte 1>0polare non può servire allo scopo, ma è altrettanto ovvio r.he i pl'oblemi da risolvere interessano anche le masse attualmente comuniste. c< Occorre che il nuovo par(.ito si ponga come propri i loro problemi_. da risoh·ere nell'ambito della realtà internazionale di cui il Paese fa parte. tt Ci sembra che questi obiettivi 11011 :!-!i possano raggi,;ngrre affrettatamente, che essi esigano un cer– to respiro e che frattanto si dchbano favorire imme– diate c~nvergenze su problemi p.oliUci attuali, e che · comunque solo un'ampia e libera Costituente socia– lista r democratica sia in grado di dare airoJlera– zione l'autorità e l'ampic7,za. necessarie, facendo del socialismo ita1iano lo strumenLo essenziale di rin– novamento e di sviluppo democratico >1. La Direzione di Unità popolare è riunìtci a Roma domenica 9 settembre per l'esame delta situazione po– litica. /

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