Nuova Repubblica - anno IV - n. 26 - 24 giugno 1956

2 mente, ritengono che ciò dipenda dal grado di levatura culturale media del pubblico, giudicando quello italiano piuUoslo a terra. Per convincere, si fa osserva1·e che gli :-pottatori della Televisione «bevono» i programmi loro serviti e poiché si trntta di una vera e propria < sbobba :t e no n anco 1·a si sono verificati casi di assalto alle sedi della H.AJ. 'fV, se ne arguisce che il nostro· pubblico non è in grado di ric~vere di più ·e di meglio e che i giornali, ]a radio, la televisione, il cinema, dovendo tenern conto della loro natura essenzialmente commerciale, debbano insistere nell'attuale politica di « bassa cultura» o, me– glio, nell'attuale polltica del « culturame ». La pretesa ~ombra t-otalmente campata in aria: esistono giornali, come il Nuovo Corrie1·e, tanto per rima.nere a l◄'irenze, che pu1· tenendo una quota CLilturale notevolmente più elen1ta rispetto alla media della stampa quotidiana, rag• giungono e superano le tirature dei quattro quinti dei quo• tidiani nazionali sepAratamente considerati. La stessa 'l'V, per non parlare della radio e, più ancora, del cinema, deve jJ suo costante sviluppo - a qu.anto dicono anche le fonti ministeriali - a taluni dei suoi programmi, quelli, precisamente, di maggior pregio artistico e quelli ]a cui funzione, oltl'e che infòmrntiva, è formativa. Così stando le coser gli orientamentj del cinema e della-stampa, ch__ e sono aziende private, sono facilmente spiegttbili. In• concepibile, invece, è che si tolleri, da parte dello Stato, "l'andazzo della RAI e della TV che son patrimonio pubblico. Nei prossimi giomi, qui a Roma., si riunirà il consi• glio di amministrazione della RA [ per il rinnoYo delle cariche direttive. Il presidente dell'lRI 1 l'on. Fascetti, e piazza del Gesù gii\ da tempo hanno ingaggiato u'na bat• taglia per la scelta del nome da sostituire a quello del. l'ing. Filiberto Guala, attuale consigliere delegato. I can. dida_ti sono molti (il dottor Arata, attuale dil'ettore del Popolo; l'ing. Rebecchini, sindaco u~cen'a di Roma; l'av• vocato Niccolai, ex-seg1:etario del presidente Gronchi e -molti altri meno noti); ma, a qllel che si dice, sarà ben difficile che ·ouala possa essere rimosso o che, in altre parole, alla direzione di un così importante ente di infor– mazione e di forrnazion0 pubbÌica 1 qual'è la. RAI-TV, possa essere chiamato un democratico 1 rispettoso dei di– ritti dei cittadini e delle norme della -Costituzione. La 110·8ta in giuoco è troppo impegnativa perché piazza del Gesù se la lasci sfuggire e malgrado ogni pressione dei circoli più democratici della DC, è stato deciso che o :resta Ouala o, in sua. vece, si deve scegliere Arata, il ,1ual~, dal congresso di Napoli 1 s'è convertito al e:fanfa– niS!llO >. Tutti i nomi che poco poco potessero ricollegarsi alle corl'enti di $inisha. della DO o a quella di « Politica sociale> che, negli snni passati ébbe come leader l'attuale presidente della repubblica, sono stati uno dopo !'.altro a;eartati. • I cLirigenti della democrazia cristiana ~ quegli espo• n~nti Pel governo che, seppur scarsi di numero, ne so– stengono i punti di vista, avl'8nno sicuramente le loro J·ag~oni ·nel decidere CQme·decidono. Non sta. a noi, nep• pure, di indagare perché iL Quirinale accetti una discri– min'.aY,ione del tipo indicato. E' da discuterè, viceversa.,· la dire:,,ione di Guala e dei suoi luogotenenti, inconcepibile dt(:.V~ . punto- di vista. costituzionale e, se si guarda a coiH~-,:ft)'effettuata a su9 tempo la scelta dell'attuale 'con:– ~igliere d~legato della RAI, inammis8ibile da un punto di vista 1lurnmente politico. J,'ing. Ouala, nel 1946:4 7, el'8 membro della. giunta· ~iooesana di Azione cattolica di '!'orino, noto, più che altro, per aver dato• vita alla ( Stella Maris :., un'associa- .zfone, questa, che si propone di diCfondere la- [ede reli– giP,sa .fra i marinai. 1 « missional'i » dèlla «Stella» si )tl)barcano sulle navi frammisti al personale di bordo e, una. volta al largo,· iniziano la. loro « missione :i, cercando di tutl'o per supe.rue la inevitabile diffidenza dei lorò co1npagni di· viaggio. Esperienze del genere furono .eHet– tuate dallo stesso Ouala il quale;, peraltro, conobbe Fan– fani per una pura combina.zione, quando questi era mi– nistro ·del Lavoro. Er·a andato & chiedere una. sovven– zione per le cooperative dei marittimi; piacque al nù– nistro e fu preposto, come uomo di fiducia, alla 0 estione d~ll'JNA-Oase. . 0 La gestione dell'istituto non fu proprio a. carattere « rnissionario >. I socialdemocratici hanno presentato un m~moriale d'accusa, mantenuto segreto. L'on. SarAgat chiese a ,:;;cell?ll la te~ta di Guala, che gliela rifiutò. Pu proprio S?el_ba, poi, · che chiam_ò Guai a alla RAI, consentendogli d1 conservare anche l'JNA.Case. 'JI perché della scelta. dell'ex•presidente del consiglio ,;'è reso chiaro col tempo, attraverso la conoscenza. dei mètodi di direzione di Cuala. Un esempio è questo: un lJel giorno licenzia dalla. TV di Milano un giovane re– gista, senza dare alcuna spiegazione. Alla madre che glielo chie~e, a tu per tu e sem·;a testimoni, dice: e:Signora, J'umco motivo è che suo figlio è comunista. Come tecnico è molto bravo, ma non lo posso tenere. Le dico· questo )>~rc~1ési 1·isparrni di tor~are a chiedere ulteriori spiega:– ~,1orH >. Un "altro esempio 1 è quello· della mancata assun• :t.ione di un giornalista democristiano, attualmente se– Bretario di un ministro. Per quanto gli rimprovel'asse di essere < poco plasmabile > 1 Ouala p1·ese in simpatia il gio. vanotto e gli promise l'assunzionè. Gli esami, per suo incarico, glieli diede il dottor Gennuini - quello stesso ehe poi Guala « presterà.> a Dossetti per la campagna eJettorale di Bologna -- e (urono quanto ma! ·singolari: il giornalista dovette risponde1·e che ove si fosse trovato in ~resenza di_ una notizia che poteva danneggiare il par– tito comunista doveva. mandarla. in onda; in caso, in– vece, di analoga notizia contraria. alla democrazia cri– stia.na do,·eva cestinarla.; ma J1assnnzione non venne per– c hé1 male per lui, il giornalista si preoccupò di farsi rac- 00•~1andare da. Gonella, che, per Cuala., sarebbe « persona fazmsarnente democristiana». Jnsomrna, alla. RA.I non si entra senza il « passi :. di piazza del Gesù e questo, a parte ogni altra considel'8.,r,ione, è nn despotismo che non sembra. J)articolannente adatto a un'azienda dello Stato. * (116) 'nuova repubblica ITALIA POLITIC,o\ I ILRAPPORTO IOGLIA N KLLA STORl"A della sinistra italiana, questa. setti– mana l'ester1\ come una delle più impo,·t.anti e tra– vagliate. Da una domenica all'altrn, saremo stati messi in possesso cli due documenti eccezionali: l'inter– vista. di Togliatti a Nuovi a·rgomenti, e l'articolo di Nenni su Mondo operaio. Questi due testi non sono, ovviamente, sullo stesso piano. Quello di Togliatti deve essere letto soprattutto in chia.,·e internazionale, prima che in chiave intemll.. Togliatti sa perfettamente quali sono la sun posizione 1 il suo peso, nel mondo occidentale. Se si guarda la cosa spregiudicatamente, si vede che la stampa internazionale dà uu rilievo ben maggiore agli atti e alle parnle del capo del comunismo italiano, che a qualsiasi uomo di governo del 1iostro paese. Si sente che, da Roma, Togliatti enuncia considerazioni e princìpi che possono valére da guida a pili partiti comuni:sti; e che la linea che questi sceglie– ranno interferisce di ..ettamente nella situazione generale dei 1·apporti · internazionali, come un elemento strutturale e costitutivo. Vista da ques1o ~ngolo, la intervista di Togliatti vale, come ha detto benissimo la F'rankfurler Allgem .. eine Zei– ttmg, come una e:carta dell'ttutonol'nia del comunismo oc• cidentale:, dal modello sovietico: anche se non vogliamo giungere sino all'esagerazione di Sulzberger del New Yo1·lc :l'inie.'J, cl_1e vi scorge ~ddirittura un con,tributo di fondo ttlla stessa risistemazione ideologica· del mondo sovietico. Togliatti ha avuto invero la forza di rovesciare iTI un avvio cos~rutthro, quello che poteva essere l'inizio- di una débacle: il rappol'to Krnsciov. Lo ammettiamo senza ta– cere, s'intende, ness.una delle riserve che si possono fare sul tatticismo persino angusto che trapela dal documento: il tatticismo di chi teme più che la morte, o come ,appunto la. rhol'te, la discontinuità, e quindi' salva quel tanto di stalinismo che giustifica il passato del suo partito e della sua pet·sonale politica; salva quel tanto di kru– sciovismo (nella tesi della pluralità delle esperienze socia• liste) che legittima qualsiasi nuovo indil'izzo da impri– mere al par·tito; quel tanto, infine, di « beneficio del tem– po>, che gli è necessario pe1·ché si ricomponga nel PCI un equilibri.o frt\ posizioni tendenzialmente divergenti, entro le quali il suo e:centrismo> gli consenta di costitui1·~ la risultante. Tutto questo tatti.cismo è evidente. Ed è evidente, nel terrore togliattiano della. discontinuità, anche l'inca– pacità d~ capire i~ pa-ra,dosso ,così vitale del rappo"rto Krusciov, che fa delf'anticulto della personalità una nuova mitologizzazione· della politica sovietica, una rnitologizza– zione umanistica çarica di pathos, ricca di quella < deci– sione i~ 1·ottura > che hanno le grandi risoluzioni politiche e morali. Se ora qualcuno venisse ad insinuarci che Krusciov è assai più furbo che patetico, e che per questa vita egH già sta pel' creare la sua piattafol'ma personale contro quella passata di Stalin, non sapre;mmo che dire. Potremmo sempre, tuttavia, osiserv~re che in questo mo– mento Krusciov ha. dovuto coni'Linqu~ scegliere, per se1·– vire i suoi fini, i fini della demoçratizzazione e della. lega– lità del regime. Noi non possiamo giudicarlo che per il suo presente: 1 e il fatto che egli non lo abbia scisso dal passato, al punto da giocarvi una patte del suo prestigio, co~ne appunto nota 'l'ogliatti, '-dà. al suo comportar.nento una figura assai più umana d"i quella di chi, come To– gliatti, vuole dimostrar-e di non avere sbagliato rnai. I.e ombre di quello che c!1iameremo il « nppor-t:o To– gliatti>, sono dunque e~denti. Ma oltre le ombre, c'è in esso una sostanza.. solida, una capacità sempre operante di sfatare alcuni miti, tanto della democra:t.i a rappresentativa quanto di quella popolare. E c'è il coraggio di restare ~trenuamente legato all'origine e alla giustificazione storica. del comunismo, la rivoluzione d'ottobre. Come docuq1ento d'importanza internazionale, infine, non va, secondo noi, trascurato che l'intervista enuncia la posizione del comunismo al termine della guerra fredda: la. esplicita dichiarazione çhe la ripetizione del modello sovietico è finita, è la. conseguenza coerente delle posi– zioni di politica estera dell'URSS. Jn realtà 1 l'Unione, So. vietica non ha distaccato da sé i partiti comuoist"i occi– dentali il giorno in cui ne ha svergognato lo stalinismo, ma il giorno in cui ha. assunto la linea internazionale eh~ conosciamo, scegliendo lo e:statu quo> in Europa, e la formazione di una linea di neutri, dalla Jugosla.vi"a alla Svezia. Quel giol'no, essa ha stabilito che i pa.J"tit-i comu– ni:sti in tena capitalistica clove,':lsero decidere essi stessi, in modo autonomo, le loro politiche. Può essere deplorevole che Togliatti sia giunto solo ora a trarne le conseguenze, sospintovi di mala voglia dal ,·apporto l(rusciov. Ma il terrore della. discontinuità gioca di questi scherzi. * * Che cosa pl'Omette ora l'intervista. di Togliatti alle. democrazia it-aliana! Niente meno e niente più di _questo: di battersi pel' J1edifìca.zione socialista in Italia altra-Verso rattuale sistema pluripartitico. 'l'ogl.iatti ha perfettamente giudicato la natul'a della democrazi3. politici;1 · borghese, insidiata nella sua lealtà_ e rapprnsentativitt~ dalle mano– missioni e Ìntimidazioni di classe. Egli sa peraltro che la democra.zia postfascisla non offre in nessun caso la. possibilità. di dittature personali del tipo staliniano; e che del resto anche se egli lo volesse, non sarebbe nel Sl.lO pote,·e, oggi, spezzarne le strutture. Di qui la decisione pratica, di approfittare di tutte le bl'eccie aperte verso il socialismo, i.n una società che mantiene per ora tuttavia le strutture politiche borghesi. Riformismo!' La parola. ha tanta storia., da non poter più essel'e adoperata' impunemente: Non possiamo l'ispondere di sì, che ai. tratta di 1·ifo1·mismo, sinché non conosceremo il programma politico che il PCI clovrù pure enunciare al suo prossimo congresso. E' chia!'o che ci si può battere per cei·ti tipi di riforme di stl'utturn 1 in forza delle quali i rapporti di forza tra Je clas.-;i vengono profondamente alterati: in questo caso, non ha più senso parlare di ri– formismo. C'è anche un altro aspetto della posizione di Togli~ÙJ, che rnsta in sospeso. Togliatti dice, cei-tamente, che oggi egli intende servirsi della democrazia parlamentare; ma non dice che cosa accadrebbe, per quanto dipende da lui, al termine di alcune ll'asfol'mazioni strutturali. La sua predilezione per il sistema dei soviet 1·ispetto a qL1ello dei partiti 1 finalisticamente, J"i111ane 1 ed è stata onestamente pronunziata. * * Nel momento che SCl'ivi1u110, l'articolo di Nenni su Mondo operaio non è ancora apparso, e non ci permet– teremo neppure delle ipotesi: non :-i prende alla leggera un travaglio come quello dei socialisti italiani. Ma. le complicazioni della posizione di Nenni ci sem– brano molto più drammatiche che non quelle di Togliatti. Quest'ultimo ha sempre, dietro le spalle, una certa in– terpretazione della intelaiatura internazionale,- e una non accantonata filosofia della storia, che gli consentono ag– giornamenti ideologici e prntici, ai quali ,poi contribuisce positivamente lo stato organizzativo del suo pal'tito. l\fa. che farà Nenni! E' chiaro che la dottrina del pluralismo socialista, per un ve1·so, gioca a suo vantaggio, e Io può mettere, anzi, gi1\ lo mette, in concorrenza ai co– munisti. Ma ormai, su quale base? Non può pii:1 essere quella di ieri, dove il patto d"unità d'azione copriva l'unità di classè, e· l'apertura a sinii-.tl'a una posizione di e:sopra– struttura politica> n,lida elettors.lmente per il PSJ, e generosamente attestala a difendere il PCI da ogni odio– sa discriminazione. Ora accade invece che la dottrina della. pluralità socia.lista·, mentre offre A.· Nenni le possibilità della concor- 1·enza, impone poi perentoriamente la distinzione ideolo– gica del comuni.Smo. Nenni ci si è infatti già avviato solle– vando questioni più drnstiche di quelle di Togliatti. Deve es– servi, egli pensa, annidato nel sistema stesso di Lenin, il germe -che rende possibile, come di fatto è accaduto, l'in– volllzione socialista: portiamo a questa profondità, egli pro– pone, la nostra -autocritica. E sta bene: ma dove andremo, ora! Il germe di cui si parla è quello della dittatnra del proletariato. Per Nenoi diventa. allora inevitabile ammettere che non solo l'evo– luzione socialista deve garantirsene, mediante il metodo parlamentare; e che questò deve sopravviveJ'e necessa- riamente nella edificaziom, socialista:; ,, Nenni sa egli stesso, se a questo punto si serbano ancora intatti i presupposti marxisti - o se lui stesso non se n'è per avventm·a già distanziato! Per noi, più svin~ colati e spregiudicati, la cosa può e:ssere magari incli.ffe. rente; per lui, no. Una giustificazione del regime plu~i– partitico al termine di un processo di soppt·essio'ne delle classi, è possibile solo attraverso 'un tipo di argomentazione che esce dal materialismo storico e dialettico; un tipo di argomentazione, che pensa la t>Ol.itica non come sopra– struttura, in azione reciproca verso la struttura, ma. come trascendente il piano della' strutt_ura: diciamo trascendente, per indicar·e il passaggio ad un. « altro genere >. Nenni si sente di PQrtarsi così lontano? E si sente di portarvisi, senza temere la concorrenza anticipatrice del saragatismo! E' un primo accenno a quéi problemi, che vorremmo ormai seriamente dibattuti nel PSI. • ALADINO E' uscito HANS KOHN _L'IDEA DELNAZIONALIS NELSUO SVILUPPO STORICO Traduzione di PAOLO VITTORELLI Fino ad oggi pochi libri hanno cer– cato dJ tracciare i_nmaniera persuasiva l'origine dell'idea del nazionalisrpo, di analizzarne il contenuto, di discuterne le implicazioni su scala mondiale. Il presente volume raccoglie 1·risul– tati delle ricerche del Kohn sulle ori– gini del naZio~alismo moderno, dai tempi degli Ebrei e dèi Greci, fino alla Rivoluzione francese. Pagg. Xll-708 ~ L. JOOO LA NUOVA ITALIA FIRENZE

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