Nuova Repubblica - anno IV - n. 26 - 24 giugno 1956

!11.·llrOVll __ i.;}\•:ff:epuhhli Comitato._5',l~e.tÙv:,· ·;~ISTAr,J; ;;C~Dl~N~l~ (çiiret,toie -;~~/},; PIERO C 'ALEF.FI ; , FERRUCCIO PARRl,w,PAQLO VITTORELLI._ Segr. di · reda:cÌoii e: GfUS EPPÉ FAVATI. Oirez.: e r ~d.iz .: Fire-nze, Piazza Libertà .15,. tel~ 50-9.98._.À,mm,.,.fjrenze, ~iaz,!a. lndiP ,enden.za. 29, t<,l. 48.3-207,8'. Autoriz. Trib.' Firenze ,del ;10 dice mbre 19 52. Printed"ln ·,hall/.._St. Tip, de «'La Naziohe'•,'firenze; Via Ricasoli 8. .116 • ANNO IV. N. 26 RIVOLUZIONE DEMOCRATICA di FEDERICO COMANDINI ·LA GRANDE stampa. «indipendente> ha relegato tra le cronache di « Lascia o raddoppia> e le fotografìo delle· co~correnti (illegittime) al titolo di Miss Uni– . verso la. notizia. che la Corte Costituzionale, con la sua iJri,na sentehza, ha dichiarato che la SUA competenza si e_sl:encleal controllo costituzionale di tutte le leggi ant~- 1l"iori alla Costituzione {cioè di tutte le J8ggi fasciste an·cora. in 1 vigo1·e), ed ha virtualmente cancellalo dal novero delle Jeggi·vigenti l'art. 113 della legge di pubblica sicurezza, giu– dicanclolò in contrasto con l'art: ·21 della Costituzione. Evidentemente la. notizia doveva essere e minimizzata >, ·com~ dagli aul'ei tempi del Minculpop si usa dire. La gl'ande s.tampa «indipendente>, dal suo punto di v\sta, l,1arag~otle. Si sa che ess·a. arde di sacro zelo l,)Cl' la democrazia antitotalitaria (qua.ndo si tratta di rossi o cl.i ~russasti-i),;. ma. ~i ~a anche che - con ideale co_erenza '– si propoQe di lasciare il più possibile intatte le strutture -fasciste che ancora, a dieci anni dalla Repubblica 1 ad otto anni dalla Costituzione, a<luggiano la vita democra– tica del nostro felice paese. Rimaste in piedi grazie al di– sgraziato slogan della « continuità dello stato>; preservate ·c1all'jrnmobilismo e dallo « scelb.ismo > dei governi e delle maggioranze parlamentari, grossolanamente inadempienti ·all'ol:>bligo di attuare gli istituti che la Costituzione pre• vede per suo c·oronamento - quelle strntture la. polizia, la burocrazia. e - ahimè - meno raramente di quanto fosse -lecito supporre la magistratura le hanno difese con le unghie e coi denti. E' difficile abituarsi alla. prassi demo– cratica, secondo la. quale. le libertà dei cittadini sono di- 1·itti intangibili e non graz.iose ed avare concessioni del– l'autorità costituita. Quasi trent'anni di prnssi autoritaria hanno reso imÌ_:>6rmeabili a.Ilo spirito demodrnLico tntti gli o·rgani della pubblica ammini~traz.ione. ' lnntile, finora, invocare le libertà costituzionali; Quando Dolci invocava. 1a. Costitnzione sulla « tl'8z.zera vecchia> _di Parlinico, ~i se_ntiva rispondere con un beffardo sorriso: « Per noi, non c·è COstituzione che tenga; c'è il testo della P8 e basta>. Così, la legge fondamentale della Repub– blica era disapplicata, umiliata. d'innanzi aila soverchiante potenza, post ntortem, dello spirito fascista, che aveva 'inspirato il ~ testo unico» e, come il « testo unico», la più gnw parte, la più importante e delicata, delle leggi vigenti. Perché l'assurdo si perpetuasse, Ja vecchia Italia - recalcitrante d'innanzi ad ogni prospettiva di vita libe;à e democratica - ha. tentato tui:to. E' riuscita ad e insab– biare> per anni la formaz.ione delle leggi sulla Corte Co:=;tituzionale, poi ad impedirne il funzionamento con la schermaglia delle elez.ioni non J'iuscite dei giudici di nomin~ p,nlamentare; ha clamorosamente mancato all'impegno cli fo1'1l1arele leggi previste dalle disposizioni transitol'Ìe della Co.-.tituzione; non paga di questo, allorché la decisa volontà di attuarn senza ulteriori remore la legge fondamentale della Repubblica (cioè, come bene ha detto Giovanni Conti, la. volontà di e costituire» la Repubbfica, che dieci anni or sono venn·e soltanto proclamata) Apparve manife– sta in chi della Costituzione è custode, ha tentato, innanzi alla stessa Corte Costituzionale, di giuocal'e l'ultima carta: a nome d~lla presi~lenza del consiglio dei ministri, l'avvo– CH.turncli Stato è inte1·venuta nei primi giudizi per sostenere che la Corte Costituzionr1!e non può toccare le leggi ante– riori a.Ila Costituzione; cioè può dichiarare illegittime le leggi dernQc'ra'ticl;ie,~ma non può dichi~rare illegittime le leggi fasciste. Se la tesi dell'Avvocatura c:ì .Stato a.vessa preval,so, la funzione della Cort0 Costituzionale sarebbe ·pratica;ne~te finita snl nascere, naufragata nel nulla.. I Un ,numero· L. 40. Estero l. 50. Un nul"flero arretrato l. 50. Abbonamenti : · annuo· per, Italia e Francia L. I500, sem. L. 800, trim. L. 450. Estero: L: 2000, 11_09. 600, Sos_(eryÌtore L. ~0.000. CIC post SI 6261,-cla fiuova ,ltaliu,, Firenze. Gli abbo;namen\i de. corrono 'dall'in'izio del mese. Per pubblicità rivolgersi all'Ammi• nistrazione. Tariffa: L. 15.000 per Inserzioni di mm. 70 per colonna. ESCE LA DOMENICA e Nuova Repubblica • è settimanale politico e di cultura. E' anche giornale murale, registrato presso Trib. di Firenze con decreto n. 1027 del 21 luglio 1955. Manosèritti, fotografie, disegni an-– che se flan pubblicati, non si restituiscono. Diritti riservati per tutti i Paesi. Il periodico viene irìviato gratuitamente In saggio ·a chiunque ne faccia richiesta Spediz. in abbonam. postale Gr. Il. 24 GIUGNO 1956 • L. 40 Polizia e ramazza ( Di,. di DiflO Bo,clti) commissari e gli agenti cli 1-,S avrebbero potuto impune– mente seguita.re a ridere in faccia a Danilo Dolci quando fosse tomato a reclamare pet· i 4: banditi di Partinico» i dil'Ìtti di libertll della CartA- repubblicana. Si sarebbe creato un corpo cli leggi intangibili (quando l'ho <letto discutendo avanti a.Ila Corte, nella pri1na udienza, Calamandrei mi ha arguta,nente corretto: «intoccabili..»): le leggi fasciste. Che un giurista sottile e signorile, uno schietto demo– cratico, un uomo di equilibrio quale - in'dipendentemente eia ogni valutazione strettamente politica - è !'on. Segni abbia potuto indulgere {preferisco credere che sia così) alle suggestioi1i della polizia e degli altri smbienti buro– cratici impregnati di spirito tot.alitario, è clillìcile com• prende1·e. E' stato un enore: ~periamo che l'on. Segni si ricordi del persever (l.te di<Lbolicum. Quel che conta, Ol'mai, è che la Corte Costituzionale ha respinto i Sofisticati argomenti dell'Avvocatura di Stato; ha affermato con energica fermezza la sua competenza a giudicare della legittimità CC'lstituzionale delle leggi fasci• st-e; e con altrettanta decisione ha qualificato incostitu– zionale q11oll'a1·t. J.13 ciel testo unico cli PS <:he non sol– tanto subordinava alla «licenza:> clelt'autoriti\ di polizia la cli~tribttzione, la ~circolazione e l'affissione di scritti e di– segni, e persino l'apposizione di lapidi mo1·tuarie, ma che tale e licenza> dava facoltà di negare a persone che l'autorità riteoesse < capaci cli abusarne>: norma fino a ieri rigorosamente applicata a. maggior gloria della Costi• tuzione, che riconosce e garantisce ai cittadini la piena liberti~ cli espl'Ìmere e di diffondere il proprio pensiero. E' un primo passo, ma è un passo gigantesco, che dobbiamo alla squisita sensibilità e alla serena obiettività dei giudici della Corte Costituzionale, primo tl'a tutli l'insi– gne giurista che la presiede. Altl'i adeguamenti delle leggi vigenti alle norme costituz.ionali, altre affermazioni e riven·• dicazioni dei diritti di libe1·tà certamente verranno. Il buon dì si conosce dal mattino: con la prima sentenza della Corte Costituzionale, è spuntato il giorno della rivolu– zione. democratica, cioè del rivolgimento demO('l'atico dei rapporti tra. i cittadini e la pubblica autoritù nel no– stro paese. Se Dio vuole, tra. la Costituzione e il e testo unico, - con buona pace della. vecchia Italia che non si rassegna, e della stampa e indipendente» che considera i problemi della Costiti1zione alla pari con quelli della televisione e - dei concorsi di bellezza - d'ora innanzi, dopo dieci an.ni di prevalenza. del « testo unico», prevarrl~ Ja Costituzione. Note romane I Cl.ORNALI borg-J-1~si---'- quelli, di.rebbo con arguto eufemismo l'on. Mario Melloni, che « scrivono De– stra con la D maiuscola., come De M.icheli » - hanno scoperto il marxismo-leninismo. In chiave di «crisi> riel partito comunista, vuoi italiano che sovietico, ne pal'lano ogni giorno. (Jitano lunghi brani dei libri cli Lenin quasi si trattasse del noto « addio monti sorgenti dalle acque> cli manz.oniana memoria, che si imparava a mente già irl quinta elementare; parlano di J<rusciov e di Bulganln, interpretandone mes'Saggi, prese di posizione e rsppol'ti; con la sicurnzz.a e la disinvoltu,·a con le quali il decano dei giornalisti parlamentari, Gaetano Natale, che ne fu arnico e consigliere, parlerebbe cli Giovanni Giolitti. I loro direttori passeggiano per Milano, Bologna, Firen:,,e e tante alt.re città, ostentando, sotto il braccio, volumi e volumetti , da lle cope1·tine rosse o cremisi, in cui si parla cli comunismo, di socialismo, di stato e rivolu:t.ione , non– ché cli questioni e problemi annessi: li mostrano a tutti.; in tnd,tol'ia li tengono sotto mano e, tl'a "lln boccone & l'alt1·0, con l'aria di un giudice nel momento cli firm&l'e una condanna a morte, ne segnano pagine e capitoli, con precise e ben squadrate «orecchiette>. Ogni notizia clie provenga dal canipo delle sinistre viene presa in consi– derazione, vagliata, sminuz.zata, ricomposta, perfeziori'ata con raggiunta cli quel tanto di immaginazione che si ronda necessal'ia per adattarla al gusto o agli interessi del giornale e, quindi, viene offerta. in pasto alla curiosità ciel lettore. Due colonne pili in là, antichi ed arcinoti nomi del giornalismo e della politica, passati incolumi attravet·so i cataclismi degli ulti1ni trent'anni, c1·iticano e giudinano comunisti e socia.listi, impartendo lozioni di marxismo-leninismo, con la stessa. autorevolezza di quando spiegavano le ragioni ideali e morali della « guerra del lavoro contro l'oro>. l:>er il resto, crolli il mondo, quei giornali borghesi che si diceva, non hanno orecchi né occhi. Accade così che i fatti ed avveniment.i, politici ed eco– nomici, di primaria importanza passano inosservati e n~~ gletti. Ciò si verifica, nel nostro paese, anche per la parti: colare natura delle fonti di infprmazione. Altrove, negl1 stessi Stati Uniti, sarebbe difficile far passare sotto si– lenzio i fatti politici e finanziari indicati: in pieno svi– luppo ciella campagna anticomunista ciel senatore Mao Charty, come si ricorderà, non si verificò mai il caso c~e la. stampa o la radio o la televisione americane venas– sero meno ai loro obblighi di informazione o, se si vuole, di formazione delropinione pubblica. Taluni, erronea-

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