Nuova Repubblica - anno IV - n. 21 - 20 maggio 1956

2 I l'l'ALIA POLI'l'ICA APERTURA A DE·STRA S ULLA Stampa, a1 pochi giorni addietro, Luigi Salva• torelli ha sci·itto una di quelle verità èhe nascono dalla esatta percezione morale degli èventi politici. Parlando delle «chiusure:. postelettorali della· democrazia cristiana, Sal_vatorelli ha osservato come, a ben guarda_re, ]a misma del «no» alle « ali », che l'on. Fanfani oppone per Ja formaz.ione delle giunte comunali di coalfaione, non l:1a affatto Ja' stessa forza a sinistra e a destra. Mentre ~infatti a sinistra Fanfani chiude col pretesto del patto d'uniti~ d'azione, che i socjalisti non possono -certo s~io• gliere dai cOmunisti entl'O il 27 ma~gio, le esclusion_i a destra sono assai più vaghe ed ambigue. I monarch1co– missini vengono lasciati tra coloro che sono· sospesi verso la promO,-,ione democratictt, ·una proTJ?,ozione. di ai·bitrio democi·istiano, dalla quale la DC stessa potrebbe trarre conse'guenze positive di collaborazione. D'a_ltro canto, la -grossa apertura a destra che il PLI esercita attraverso Ja indicazione legittimistic~- del re di maggiò, fa pendere NeJ'$0 una più cospicua alleanza di_ destra tutto i:l cen– trismo. Con questo alleato, quale Malagodi sta diven– tando, l'apertura a destra è già_fatta senza dirlo. , La situazione è esattamente quella che SalvatoreHi ha d:escl'itto con schiettezza e semplicità. Resta da aggiun-: gere: pohebbe la democrazia cristiana italiana compor– tarsi diversan,ente? E in tesi più generale: non accade che quasi dappertutto le democrnzie cdst.iane o assumano in proprio, ò stiano per assumere la rappresentanza della destra, o direttamente, o attrave1·so i loro alleati? E non ha forse ragfone Andreotti, quando dice che Ja chiusura. a' sinistra è perentoria ai fini dell'unità dei ·cattolici? Non lo l'ipetono in J talia l'on. ,Bonomi e il prof. Gedda? Se diamo uno sgua!'do alle d:emocrazie cristiane non italiane, il dubbio si .conferma. Si è appena chiuso il con– gresso dei democristiani francesi. TI suo tema non "spo– polava" per noviti" d'impostazione; si trattava ancora una volta della lotta contro il comunismo, Frusta. era anche l& soluzione, che è qnella sempl'e ribadita dai cattolici quando si sentono in istato di buona volontà: una buona politica economica, che · favoril!ca l'investimento, la pro– duzione, i consumi, il livello generale di vita. Le monde ha. giustamente osservato che questo programma., enun– ciato da Pflimlin, non avl'ebbe fat_to cattiva figura in un ministero di Mendès-France. L'osserva.zìone è pertinente: il più intrepido «corso» dei democristiani può esserè in }',·ancia, e forse non· solo in ]!'rancia, quel radicalismo -che difende la piccola proprietà e 1 la media impresa, .che '"uole rinfrancare, contro l'invadenza dello StatQ, l'auto– nomia, come si dice, della persona. Ma bisogna vedere sino a che punto queste p.roposte ·siano tattiche, e ciò non significa ipocrite, e _fino a che punto invece garantiscano una poJitica di lungo _periodo. Orbene, la deduzione che se ne scorge in Francia è questa. Il governo Moliet, ragionano i democristiani del– l'MRP, non ha una maggioranza prnstabilita. Troppo, •spesso è vissuto, e vive, con l'appoggio dei voti comunisti. :Noi, pensano i democristiani francesi, possiamo offrirgli un'alternativa; possiamo, cioè, convogliargli un larg~ as– senso parlamentare, che escluda solo i poujadisti e i comunisti. La prospettiva, a q'uesto punto, è chiara: i <le1nocristiani raccomandano a Mollet la soluzione del primo giorno: un governo, di fatto, non precisamente con 1oro, ma., per il loro tramite, con i moderati: Pinay, Faure, ltené Mayer. Che valgono allora quei pl'Ogetti · dì politica economica? Si passi subito all'esempio. Oggi l'MRP offre al governo socialista \!Il appoggio certo rilevante, quello che Io accompagni nella politica d'ordine in Algeria. Ma domani, qUai1do si tra.t,ter1\, una buf?na volta, dì nego– ;.-;iaree di riformal'e, di investire, e di eguagliare i diritti in Algeria, che faranno gli alleati dell'MRP, i moder~ti, per appoggiare i socia.listi? Non ci si illuda: faranno quello che hanno se1npre fatto: una lotta a coltello per una poli– tica, che ha certo anche esponenti di grosso nome fra i democristiani, come Bidault, 1na che è e deve essere o il « condizionamento a destra» o il rovesciamento dei socialisti. L'apertura a sinistra, cioè verso la SFIO, che l'MRP sta tentando, è né più né meno che l'apertura a destra a bl'eve o lunga scadenza. Un pretesto, dunque. Viuiate le misure e il tono, nella proporzione in cui l'SFIO diverge dal PSI, la politica dell'MRP non è diversa da. quella nostra democrnzia c1·istiana. Il discorso potrebbe estendersi· ad altre esperienze. In Germania la DD ha assorbito gìà di fatto quanto vi era di. destrismo dispon.ibile in quelli che furono gli· alleati del 3 settembre. Restano corl lei al potere i transfr1ghi del partito ·dei profughi e dei liberali. Non si dica che è semplicemente l'operazione hasformistica di un uomo, i\denauer: .il congt·esso del suo partito, confermandogli l'indiscussa pl'esidenza, ha a\rallato questa. politica. Di più, sarà da ritenere che, sc0mpaginando i due partiti minori, Adenauer li esponga ad un·' declino elettorale, attraverso una diversione dei loro voti, che il suo partito, la CDU, sarebbe destinato ad assorbirn. Ma quei voti SOJ_lO poi ancora voti di destra, che si possono attra1Te con de• terminate candidature, dell'ala destra del CDU. E in Austi·ia? Le elezioni: sono di ieri. L'ingrossa-. mento·' dei cattolico-populisti cònisponde v:oto per voto, seggio per· seggio, all'a.ssMhimento della destra libera-le e nostalgica. ·11. fat.to che anche i socialisti abbi"ano guada– gnato qualche seggio e qualche migliaio di voti prova solo che s·e c'erano dei possibili guadagni a sinistra qnesti non si offrono ai cattolici. Ma ogni partito, e i democl"istiani in primo luogo come ripete l'on. }1'anfani quando vuole giustificare i st1oi «no» su un piano di lealismo,. deve eseguire· la volontà degli elettorj. Se questi 'pl'Ovengono da una certa parte, da quella parte suona il loro impe– rativo; ql1esta .volta, irt Austria, la nuova quota di· nian~ , dato ai deputati viene da destra. I populisti l'hanno, evi- dentemente, persuasa. ' ~on occorre cerca)'e più lontano la prova di Un {atto: ,, che le democrazie cristiane, in tanto possono attuare anche i loro più onesti programmi, in quanto vi 'siano-sospinte a tergo, da forze di altri partiti, che c<;ipsentono a quei programmi di.- divenire 1·ealtà malgritdo l'incitamento in éontrario, o il veto dell'elettorato cattolico d'ordiné o di reazione. Naturalmente è duro, per i partiti cattoliCi, am– mettere, questo fatto. Invocheranno, come fa l'on. An– dreotti, chè è più schietto. di molti altri, l'unità dei cattolici. Ma che ·vuol dire questo argomento, se non che l'idea cattolica della società non riesce a farsi stato moderno, e che ad essa deve sacrifi~are· il progresso, o coglierlo marginàlmente, cli sotte1Qugio, cori J'aiuto di for7.e extra– cattol.iche, continuando -a dire. che mai lo ha fatto, e che mai lo farebbe, come è oggi obbligato a dichiarare il presi~te Segni, il capo cioè di un governo, che solo il PSI ha aiutato in una politica- che fu inizialmente di progresso, e che poi · dovette fermarsi, per l'unità elet– tora.le dei cattolici? _Che fa J'o_n. F3.nfami, uOmo, a quel che egli crede, di apertura sociale, se non ricoiTe1•e·al sim– bolo più impersonale dell'unità dei caÙolici, il commis. sa rio prefettizio? Queste. professioni di, impotenza, dissi– mulate sotto la specie della iritra,nsigenza ideologica, sono. })enose. Ma per quantO rispettabili, appunto per il tra– vaglio che le dettano, indicano un limite che è sostanziale, strutturale delle· democrazie cristiane: l'impossibilità di volere lo Stato. Forse l'insisteryza impiegata in questi\ cam– pagna elettorale dai ca~tolici"' italiani, peÌ· esibirsi come erndi ormai maturi• dei va.lori statuali. e politici italiani, è nna 1·icon!e1·ma della nostra analiSi. Si parla mòlto di ciò cl.1esi vorrebbe essere, iJe_rché·si sente che non si può esserlo. Non "'è una colpa, del resto; è un destino. ALADINO L'AUGURIO DI C. A. JEMOLO 1l gruppo bolognese di Unità popotare ha rice– vuto,. da Arturo Carto Jemoto la seguente lettera: Cari amici di Unità popòlare 1 dizionali, assurge a doJma, oscura, anche in uomini retti, la visione del giusto, porta a vedere il nemico, il (< cattivo ))' in chi vuole altre forme sociali. E, sempre da cinquant'anni, chi in altre città ed in altri mol.teplici ragioni m'impediscono di partecipare ambienti non sarebbe andato oltre il radicalismo od alla vostra lotta per le elezioni amministrative. Ma sono vicino a voi. Ho molto affetto per Dossetti; ma qu~to affetto mi porta proprio ad augurargli la sconfitta. Temo che si stia facendo Un gioco alle sue spalle: che si conti, in caso di successo dei partiti inconci .. liabili con i cc rossi >i, o di costringerlo in nome dei <e superiori interessi>> ad accettare brutte alleanze ed a rinne_gare il suo passato, o di varare, attraverso lui, un lungo commissariato per poi in altre elezioni preporre alla lista democristiana ,qualcuno più acco .. modante e lasciarlo da parte. Comunque, giusti o no I miei sospetti, << amicus Plato )> con quel che segue. Sapete che non sono un (C rosso i>. Ma non posso dimenticare che Bologna ed alcune altr~ zone rap• presentano, da mezzo secolo 1 un ambiente tutto spe• cial~. Qui il conseryatorismo ha il suo volto più implacabilei la difesa della proprietà nelle forme tra- un liberalismo illuminato, sente qui la necessità di movimenti che abbiano il coraggio d'infrangere le vecchie strutture, e non considera più la bandiera rossa come la considererebbe a Roma od a Milano. Ciò importa, <e e converso)>, che il socialismo sia meno classista, tenda . lealmente la mano alla bor– ghesia colta, rispetti la coscienza religiosa di chi è •suo alleato in una battaglia per nuove strutture so– ciali, contro la vecchia mentalità dei proprietari fon– diari. In effetto l'amministrazione Doz_!.a·ha mostrato questo volto cordiale ed aperto non solo per virtù di un uomo, ma ·perché era l'ambiente, perché era un passato che andava oltre il fascismo (il quale ebbe per sé tutte le forze conservatrici, anche quando in real là distruggeva ~e·più schiette tradizioni della de– stra risorgimentale), che tanto imponeva. Vi auguro pertanto buona lotta e vittorie. Molto cordialmente, vostro A. C. JEMOLO (1H) nuova repubblica Il LETTERE AL OIHETTORE Il PREFERITELI! FI.RENZJ~, 16 rna.ggio 1.956 Caro direitol"e, il Comitato del CeL1trn l:'iol"entino di dìfesa delle libertà ·economiche per il progresso sociale (ci sembra di aver detto tutto: leggi bi-everncnfe: « Triplice padro– nale») ha diffuso una circola,·e a stampa per chiarire l'impoi·tanza del gioco delle pt·efel'enze in questa cam- .. pagna amministrativa. · Allegato alla 'circolare ·è infatti ·un volantino color• uovo pallido, suddiviso pet' partiti (dell'ol'd-ine): vi fi– gurano sulla sinisha il simbolo di ciascun raggruppa– mento polifico prescelto, al centi-o i candidati buoni, sulla destri\ le loro note ca.n,Heristiche. In testa è la DC con due soli candidati: un N.B. in neretto si premura di avvertire: « Altri ·candidati, ptescelti ·dal Centi-o nelta lista compilata dalla DJ~, a.ll 'ultirno momento e per ra– gioni organizzative interne di partito, hanno ritenuto opportuno di rinunciare alla segnalazione». Seguono la « Lista civica» (liberali e indipendenti di destJ"a) con sei candidati e il connubio MSf-I'NM («fiamma stella e corona» è il suo motto) con cinque candidati. Infine il PSDI ,,e il ]?RI con un candidalo ciascuno. .. Se Ja pruderie democristiana ha,. le sue ragioni (gio– car·e con l'asso nella manica, scopl'endone tutt'al più una punta), il coraggio dei socialden,ocratici ha a.nch'esso le sue. Tutto si sfida, anche lo scherno del popoJo.gregge, pur di procedere sulla via. della ~-difesa delle libertà economiche» e del « prog1·esso sociale». Quel sole che soJ"ge libero e giocondo subito sotto la. fiamma del MSI, e sulle trincee della Triplice, è anco1·a una volta la più bella sfida al destinò cinico ba1·0. Arrivederci al 28 maggio, Giulio Valeritini I· GENEROSI TORINO,' 7 maggio 1956 Caro d·irettO'l"e, 1·ecenterÌlente, su l/esp1·esso, Anigo Benedetti notava. come alle riunio'ni· indette dai radicali ·non predomini, come in quelle di UP, il cipiglio degli intellettuali, ma abbondino i giovani e i vecchi dalle generose chiome ar– gentate. Questo compiacimento, mi sembra, è piuttosto su– perficiale, giornalistico ma non 11olitico. E che ci sia un difetto di politicità nei radicali è dimostrato da tanti piccoli atteggiamenti e scritti e discorsi con i quali essi svolgono la loro azione. Non voi·rei dimenticare l'aspetto, a lungo andare spia~ev_ole, degli articoli~ - peraltro ~n• telligentissirni - <lei Mondo, la cui noti;t, dominante è, se non eno, quella della, difesa astratta dei diritti, ac– compagnata da uno .specialissimo compiaciuto scettici– smo verso la realtà effettuale. Che Plaiano ,scriva .: i Vandali sono. all'edilizia, Attila dirige Ja riforma agra– ria, -i Goti aspettano di andR1'e al potere. Tutti mirano a distruggere qualcosa, perchè il barbaro, sempre stu– pido e impaziente, deve muoversi e fare, ~ltl'imenti si . annoia» è cosa spil-itosissima, ma è semplicemente l'iso– lato commento di chi sta al di fuori, forte della sua ca– pacità. di non annoiarsi anche non facendo niente. E cost pure non tacerei che le ironiche -le:(,ioni di liberalesimo che Laurei,zi impartisce ai comunisti dall'ultima pafrina dello stesso Mondo hanno di spiacevole non là· loro so- stanza.., ma il tono di sufficienza pedagogica. · Quale che sia il nostl'O compiacimento nel riconos.cerlo, dobbiamo ammettere che la funzione dell'opposizione marxista giova attualmente in Italia assai più della re– cente costituzione in partito c~ei radica.li alla difesa delle libertà democraticJ-Ìe; e ciò proprio perchè la nostra è una situazione di trasformazione politica e sociale nella. quale non significa nulla rivendicare astrattamente i di– l'itti classici ·del libera.lesimo. Se da.Ile piccole osser~ vazioni di costume (anch'e::;se, peraltro, corno. ci inse– gna lo stesso Mondo, significative) saliamo alle prospet– tive politiche più generali, 'Oi sa!'à ugualmente concessa molta perp_lessità verso Ja politica radicale della scuola e del « contenimento :p dei monopoli, dove ancol'a si finisce per fa.re il discorso dei di1·itti (per es. il diritto della conco1·l'enZa) con una certa !imita1..ione delle prospettive politiche. In sostanza, .non ha to1·to Benedetti quando ossei:va che manca .alle 1·iunioni radicali il prevaleJ'e ·del tono intellettualistico: infatti, il rfl,dica.lismo stesso è in qual– che modo il frutto di una illusione generosa che non ha ancora suf-lìcientemente mediato la prop1·ia prospettiva in rappo1·to alla realtà politica odierna. Esso è la dimo. strazione che cei'ti valori fondamentali borghesi di li– bertà e cli senso dello Stato possono uni.re ancora giovani e vecchi in uno stesso enh1siasmo; ma esso' non ha an– cor.a compiuto in se stesso Ja saldatura con quelle fo!'ze storiche odierne che pui:e si battono jn termini di ri– chieste di libet·tà e in termini di Stato. In questo senso mi pal'C molto più çonci-eta la posizione degli « intellet– tuali» di UP che non qi1elfa. dei radicali così come essi si presentano a h;tt'oggi. n problema cli c1·ea1·e il « te1-zo intedocntore » laico fra cattolici e socialisti sarebbe at– tualè se fosse intatto· nella Sua efficienza: il sistema par– lamentare tradizionale; ma poiché così non è, la strada va cercata in un'altia prospettiva. che, secondo me, deve soi}J'attutto curare 1e intesQ or·iz.zontali, su base tenito– Tiale, tendendo non a fare· 1111ovipartiti ma al contrario a modemizzare i dati oggi esi.stenti d·ella vita politica, preparando l'oi·ganiz1;-a.1..io11e p!u1·;1Jistica della forza poli– tica di cui abbiamo bisogno. Cordiali saluti, Lt,dovico Actis Perinetti

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