Nuova Repubblica - anno IV - n. 19 - 6 maggio 1956

6 ORIEN'l'AMEN'l'I E DISCUS810N l LA SCUOLA STE&ILlZZATA A ff1·011ta1·e la ne pa1·lecipi, nostra scuola professione signi~ica inlrochu·si in un an1bito delermi~1alo e clive.nir~ ma anche alfronta,·e una climensim1e nuova e sconosciuta, perche la vive in un empil'eo, in una dimensione astralla dal tempo e dalla rea'.tà F [tA C:LC O81.ETTlVI che in una ~ocielù ,noclema la ~cuoia (e l'università in pa_rticola1'e) de~·e pr ?po.rs~ , importantissimo è quello eh una lormaztone 1~d1v1- dualfl che consenta all'allievo di nssumern ed eserc1ta_re, nell1:1 pl'Ofessiono, funzioni di dirigenza. Questo con~p~to della scuola, pu,· se _chiaramente e generalmente twverhb1I~ tiguardo all'univel'sitlt, non va vicever~a solo ad essa li– tnitato • e la. distin,,;ione fra scuola tecnica da un lalo, cbe pr-epor; dei tecnjci desti nati e. capac i è~i al!i~ilà so~tanto .suballema, ~ scuola profess10na.le- un1ver~1tsi dall alt_1•J, cho at.tl 'averso un lndidzzo scientifico e non solo p1·at1co degli studi forma i professionisti capaci di. eserc~tar_e la funzi.one dit-igcnte connessa al concetto d1 proless1one, Ya supe.nlta nprend•J la cultura a cerchie semJ~re pili vaste o 'per lo meno assunta con le cautele suggente dalla co- sCieuza della suu determina.zione storica. . Ora, è indubbio che· in questo suo compHo di forrna– zione cli dirigenti, la nostra scuola fallisce, e le sue strut– ture si mostra.no iuadeguate e bisognose di rifon1Ht. Innanzi tutto, cosa s'intende esattamentA coi tel'll~ini • t ditigente > e « cla,;.se dirigente» e « funzione dirigen– te>·? E poi, in che cosa consfate quel-I'« indirizzo scienti– fico e non soltauto pratico degli stucli ;-. che diffe,·enzie– robbe lR, scuola professionale dalla scuola tecnica, ed a cui sarebbe quindi da far risalire l'attitudine di un de– t-ermjn~to corso di studi alla formazione di dirigenti? li concetto di « dirjgente » resta il piì1 delle volte nell'1u~tt-atto, quando 11011si giunga 'più o rneno e8plici– tamente al qualunquistico pa.rallelo diribenle-posizione ooC"ialo, Che considera il tjtolo di studio 1111a patente in Bé di « dfrigente >, per le possibilità di influenza e di a11- torih\ che d:i fatto sj .ricollegano a determinate profes– sio11i. E quanto nll'i11dirizzo scientifico, qunndo questo concetto, come avviene, sovente, non resti del tutto in– d·etem1inato, s.i discute e si analizza al pili futilità di nna impostazione 11mRnistica degli studi o dell'appren– sione del metodo della ricerca, pnnt i di vistR che pet· qua11Lo importanti non esauriscono jl problema della fo1·– mazio11e del professionista-dirigente, ed anzi proprfo in (luesta direzione possono prestarsi a g1-ossi eq11i~1ocì. ln verità, l"el~mento difrereuziatol'e e carntteristico del ùiril;ente è l'< autonomia>; solo tenendo di mir~ questo punto di puten~a, si potrà definire la fig11rn. del diri– perite, e quindi individuare i djfetli cli 11111:t scuola inca– pace, di foiuuue cli1·igenti, Nel carnpo della. pi-ofe;:;,si·<me, « auto.npmia > 8jgnificR .po,ssibilitia cli liberil determinazione individuale, cli li– ·b.e.re ::celle, di libcrh\ sostanziale nell'Hmhito sociale ed rnnuuo in cui la professione introduCt); libe1·ti\ elio per ~8.<:jerver11.n~Bnl'elale deve potersi hrtsare p;,cgiudizial– rnenle s11 di l11ll1 .-~aie ed apprùfondita conoscenut ciel- L A ClUSl che di r·ecente ha investito l'UOI ha ri– proposto ancora nna volta all"attenzione nn feno– rneno che 01·mai è tempo sia considerato nella sua reti.le porta.ta. J>e1· comprnnderne òene gli estremi, oc– corre, decisarnente, g11ardare un po' a riti-oso e ricondurci ,dia funziono goliardica. nella rappresent{ln7.a; altrimenti, di crisi come questa, ne passeremo ben ultra, ed ogni (folta, intrappolati nei motivi, \•eri o presupposti, che 1,.avrebhero detei·minate, rischiano cli perdern coscienza d.el · fenomeno stesso che ne sta -alla base. Io credo che l'equivoco fondamentale che occor1·e eli– :rninare 8tia nel fatto che non si può pni-lare tanto cli una crìai dell'UO[ unitar·i,unente consiclei-ata, qu11nto di tllla crisi cl,e dei-iva dal distacco divenuto costituzionale fra l'UGI per cosi dire «nazionale>, e l'UOI che vive nello associaziorù· fJill'ticolari•. La pl'ima, non oxendo ancora tro,·ato ·con sufficiente precisione un ambito in cui possa naturalmente operare, continuerà sempre ad essere tra– v,lgliata ·nelln ricerca di una definfaione, ancor prima che· pé"r una funzione politica da svolgere. L'UGI « di base> ha invece un carnpo d'azione che 1e pertiene direttamente, Vttle a dire l'Organismo rappresentativo. In questa realtà debbono essere conaidernti con attenzione i limiti della politica goliardica, mentre l'UC:I nella sua espl'essione na– zionale non può che trasferir~ nella politica dell'UNUR.I i vnri problemi che scaturiscono dalla Rappresentanza. E' un problema vecchio come. l'UOI quello dell'aderenza delle sue sfol'e superiori alla realtà cli bnse rna è un proùlen1a clic deve essere puntualizzato, porctié solo dalla piena comprensjone dei suoi term-ini può essere definito forse una .wlta per tutte lo spazio politico clell'UGI e -l'alutaLc le alternnti,·e che di volta in volln le forne esterne le propoll"sono. Se si intende fa1·e una politica goliardica p1:oiettata nello spazio na½ionale senza elle di questa proie– zione e cli questo spazio si precisino i limiti, partecipc- 1·e,-noancora ad una discussione senza fine, perché si con– oidora i'UG[ astrntlamente, come un·entità che « potrebbe l'ambito sociale ih cui il prnfessiùniista viene ad operare, nelle sue strutture .particolari e nei Suoi nessi con la realt-à · economico-sociale d~l paese. E' proprio in questa direzione che la nostra scuola meno assolve i compiti che le spetterebbero, Si può es.;– sere ottimi pratici, e tuttavia disarmati ad esercitare una funzione di effettiva dirigenza attraverso Faltività pro– fessionale, cioè in sostanza ad esercitare la pl'Opria li– be1·tà nell'ambito della professione; si può essere ottimi teorici, ma dotati cli strumenti culturali che si dimo• st1·ano in conc1·eto .inadeguati ad Jtf:frontare la realhl. Poiché la n·astra scuola non fornisce in nessun caso le ba.si fondamentali di conoscenza delle st.rut-lure econo– ffiico-sociali in cui il neo-p1·ofessionista si trove,·à a dover· operare. Aff1·onta1·e la pi-oressione significa introdursi in 1111 ambito deterrninatù, ch'è p1HtE, della società, e dive– nirne piutecipi: ma allo st.ato attuale delle cose, significa. anche affrontare una climt1nsione nuova e del tutto sco– nosciuta a chi lascio la scuola., per-ché I..\ nostra scuola vi-ve veramente in 11n--.empireo, in una dimensione astratta, fuori dal tern1lo e dalla realtà. La regola è ogg.i purlroppo che lasciando la scuola ed affrontando la pl'Ofessione ci. si trovi del tutto disar– mati di fronte Rd 11t1a realtft. sconosciuta, .coslrelti in ogni modo ad accettame i ricatti adeguandosi al conformismo d.:m1inaole 'e consentendo a la.sciarsene assimilare; di qui ·10 spegnersi. il disperdersi, alle soglie della profession~, dei movimenti studenteschi e del loro spirito nuovo. Ora, è evidente' che la causa prima rli tutlo 6ò sta nella. stmttura della no~tra societÀ, nelle· .passività della nost1·a classe borghese; e che conosce1·e la struttura delle cose non fiignifica modificai-la; e il disrorso, che vogliamo r·ifeTire soltanto nlla riforma. dello. scuola, poti-ebbe am– plificarsi (com'è d)alirn paite logico che avvenga, poich~ se vi t! un campo che non esiste come settore particolare, questo è la scuola; e chieder rif,11·me per la scuola im– plica chieder riforme per lutto il paese). Ma pur limi– tandoci a haltai-e della scuola, _si può per lo meno da ..-.ssa esigere che fornisca la conosce11za della realtà ostile che ci si appresta ad allronl'are nella vita professionale. li difetto della scuolA sta dunque nel tnnto citato dj– staco ra scuola e reali,\; distacco che va analizzato nel .;uo ~0)1fig1u·arsi attra,·crso la scarsitì~ e l'e1·rnta imposta– zione deglj studi di stoJ"ia in tutLi i corsi scolastici, la quasi totale 1-tssenza di corsi di storia contempornnea, di economia e di sociologia, da cui de1·iva che gli studi degli ist.itut.i si co111pia110 a. ;tJ-atta_rnente e dogm;c,licAmente senza coglie.me la relatività eù il collegamento con le strutture economico-sociali che stoi-icamente li esprimono; ne ri– sulta una scuoltt che vive nppunto al di ·fuo.-i del tempo e della reallù, in cui le nozioni si npprendonQ come GIOVANI E UNIVEMSITA' " REALTA DI BASE essere questo, quello, o quell'altro> senza essere niente cli tutto ciò, oscill:tndo fra le varie ipotesi a seconda degli uomini che la rappresentano, dei Lol'Ornpporti con i p_ar– titi, ecc. Di ql1i la. gamma di definizionj corne « terza forza», « superpa1'tito > e gli « orsellismi », « lnmalfrsmi » con in più Je operazioni «: Ledda. >, «radicale> e via: dicendo. Per definire questi limjti, non si può che ricondurci al significato della funzione dell'UGI nella Rappresen– tanza universitaria. In questo campo d'azione, dai con– fini talora messi in discussione ma che non· possono non avere come centro di riferimento immediato la reaità universitarja, l'UGI rappresenta la voce laica, la forza che fa dell'autonomia la propria b1mdiera, ed è a ciò che deve il successo che riscuote da parte dell'elettorato almeno virtualmente più preparato, il quale, anche quando le sue preferenze politiche non convergono su. quei par– titi nei quali, riconosce l'UOI, crede che solo un movi– mento che h3: fatto pl'Oprio il metodo liberale, che ripu– dia i confessionalismi e le ingerenze esterne, possa pro– durre qualcosa di positivo nelle funzioni che l'Interfa– coltà s·i assurne. L'UGJ, in questo settol'O, può espriniere il meglio che le consentono i suoi presupposti, può com– piere qualunque esperimento politico, può addentrarsi in nna. visione completa della realtà della scuola di oggi, in tntti i suoi momenti formntivi, professionali, ginrfrlici, sociali ed uìnani. Non credo che I'UGI, in questa fun- (109) nu11varepubblica se dove.-;r-:ei-o indifft•!rentemenlo applicar;:1i fr·a i pigmei del Congo o in Isv<':t.Ì8. Esempio diremmo da msnuale in 1nopo8ito, è la fa– coltà universitaria di giurisprudenza; per· l'e,.:t,·ema cliia– rezza. con cui r-ent.-a. la situnziòne di q11Psta focoltìt, ci– timno una relazione dell.ufficio facoltì1. dell'Jnterf;1col1:'~ uniYersitaria. di l\'lilano: « ... è essenziale al diritto il rife– rimento alle concrete situazioni storiche in cui vive. Ora, a prescindere dai no;:1tri corsj sto1·il•j, che sembrano pei-se– guire fini di erudizione o di eserci;,;io mentale assai 1·e– rnoti dalle possibilità di utilizzo per un giuri$til contem– poraneo, l'esposizione del diritto vigente viene in genere compiuta qua8i che suo scopo fosse qt1ello di regolare degli istituti tipo ·della vita. sociale, sef'onclo canoni di equità più o rneno naturali, istintivi e metasto1·ici, quando jnvece la recente storia mondiale, ricca. di fermenti e di tmbamenil politici e sociali, ci impone di concentrare la. nostra attenzione sulle transeunti ragioni economiche e sociali di que&ti istituti e sulle altrettanto transeunti e mutevoli condizioni politiche in cui avviene il 101'0 rego– lamento. Da ciò quel senso di lontanam~a dal concreto, di va.coilit. e di astratter-za, che è tipico della facoltà e che oltre .a cont-ribu.ire alla. sostanziale impreparazione del futuro lal1.rca.to ad affrontare la. vita professio.nale, co– stitui8Ce la ragio ne principe ·della sua inettitudine critica di fronte alla comuniti't. ed agli 01·dinaruenti in cui si trova. ad operare». -Si tratfa, ripetiamo, di un esempio chiurì$simo di una situazione che ·mul(ltis mutandis è ri– feribile a tutti i nostri studi. Le consider11 1 4ioni che p1·ecedono indunebbero a con– cludere che il 1·i1nedio .icloneo per sopperire a questo stato di cose consist11 in una e: storicizzazione:, degli st-udi; pol'– terebbero cioè s: richiedere l'impostazione di Ogni inse– gna.mento e dell'insieme cli essi in una P1·ospeUiva storica concreta, che li apra alla realtà del mondo politico ed eco– nomico. Qnestil. è senzA. dubbio la direr.ione giush; tut– tavia è nece:::suio che siano tenute p1·esenti due conside– razioni: bisngna in primo luogo rendersi conto della va– stità che un simile tipo cli riforma, la quale per risultare orgao.ica e quindi utile dmrrebbe im·estire tutto l'ttrco degli studi e m11ti:1re profondamente tutti gli insegna– menti, richiederebbe; in secondo luogo esser coscienti del rischio che codesta < storicizzazione > corre"tebbe di re– stare ·nell'1:1.strnito' quanto i difefti che vuol combattere, ove fosse introdotta sfo et simpliciter senza. una. conco– mitante l'iforma dei metodi di inS:egnamento e di studio, oggi in vigor·e: ché sa1·ebbe proprio a.strntto sc.:hematismo aspettnrsi mfracoli dall'introdu:-.ìone tout cow·t· ~di stuùi storici in una cornice immlltata. Siamo dell' ,wvi.so tuttavia che qualcosa possA. esset· fatto util"mente anche in modo spicciolo ed immediato: bi~ sogna pet·ciò baltersi in primo luogo perché nella scuola t11tUi vengimo i11tr-odntti pili vasti insegnamenti 9i storia politica ed economica (e soprattntto perché tlon venga trascurato un '8.mpio studio della storia contemporanea fiu dalle scuole mediP,; il i·ischio che il singolo docente in– flueilzi gli allievi in base alle proprie pet·sonftli convin– zioni politiche è di gran lunga prefer)bjle all'attuale su– perficialità.); in secondo luogo propugnare FintJ"Ocluzione nelle facolti't univei-sita1·ie e nelle scuole professionali di corsi speciali destinali a rorliire un qu:\dro della situa– ½ione conc1·ela economico-sociale vigente nel setio1·e par– tlcob1re dPI singolo indii-izzo profr•ssionale. 'l'nle innova– r,joni, al di là della IOJ-outilità inh-inseca, potrebbero fo1·se Rncl1e dimost1·are quAlche efficaecia come armi di rotlu1'1\ jn 1u1 campo stagriant.e come quello delratttu1.le accurntl:\ sterili½zaz;ione della n0!-1.lrai'3Cuola. ADRIANO VANZE'l'TI zione, debba proporsi la soluzione dei ·grnndi problemi della dernocrazia italiairn, t1la rispetto a questi può ceT– hunente esercitare un impulso, derivante dai risultati del suo studio e del suo lavoro, i quali, essendo deter– minati da. una visione diretta alla scuola, mettono in luce con evidenza qua;,to ·la scuola chiede alla societit e viceversa. L'ingresso dei comunisti nell'UGI, non riesco a ve– dere quale COJltl'ibuto porterebbe a c{uesta opera, L'azione comunista nell'università non riuscirà mai a concretarsi solo ne11R vita associativa dell'UOJ, perché l'interesse partitico non può in nessun caso, a detta degli stessi . comunisti, esse1·e trascurato. Si_.consideri che··nella ln\er– facoltà noi vogliamo oltretutto reali.-: ½a.re un',wtenhca forma di autogoverno, e che per democrnzia intendianio un modo di pensare e di agll'e, un costume, in defì11it'iva la possibilità di esprime1·e una coscienza politica cl-le· ri~ sulta troppo lontana da quella ·i$pirata ai canoni più ri– gidi della dottrina comunista. Concludendo, ogni problemntica dell'UGI dovrebbe at– tingere di1·ettamente alresperienztv della Rappresentan– za; solo in questo CASO « la crisi dell'UGI > non srrnì ·u_na crisi fantasma. Se crisi vi saranno, si produrranno in un ambito Qai confìni percepibili, e la loro spluzione sarà da ricercarsi nel terreno stcs.so cl'ie le ha prodotte. . VANNI GAitONE L'ECO DELLA STAMPA UFFICIO DI RITAGLI DA GIORNALI E RIVISTE Direttore: Umberto 1'.,rugiuele Milano, Via G. Compagnoni 28 Corrisp. Casella Postale 3549 l'elegr. &ostampa

RkJQdWJsaXNoZXIy