Nuova Repubblica - anno IV - n. 19 - 6 maggio 1956

(109) mw11;i republ,lif:a Cincsdie {Dì.~. rii l)i,w JJ0.1chi} ])0PO Il, CONVEGNO UI BOLOGNA RESISTENZA NEL CINEMA V on.REI lN'J.'8RJtOMPEH-E, per Ullit \"Oltil, l'ol'Cline 11onn11le di que$le c,.onache cinemntogrnfiche, trala– ~cia11d0 i [ilm del gior1·10 ( che, poi, si l'iducono a 11110 !".olo, le G1·a-ndi mmwvre di Claìr: se ne parlerà nel J.Jrossìmo articolo). Vol'rei farlo,, perché preme un argo– nwnlo grns.so, che n.tle per tutti e vale per il cinema in ge11P.te. ~sc;,-l'argonie-nio, dalle· ~olite chiacchi,~re politiche o p1napolitiche che Si odono di que~ti tempi .sulle faccende del cinema nazionale. ~·on è nuovo, ma & sempre vivo. Oggi è più vi,·o che mai. E se ne può tlist:ntel'e in due modi, paJ"imenti legittirnì: con pas!3ione, furore e sdegno, o con pacatezza. Proviarno a scegliere il seco11do, perché ~embra piìi utile. A Bologna s'è tenuto un co1n-e,gno sui ra.pporti fra il cinema postheltico e la Resistenza. C'erano i laici, c'erano j m,u·xisti, c'erano val'i tipi di indipendenti. Non c'ernno (salvo lllltt. fuggen>le 11,ppsniz,ione) i ca.th) lici. L'iniziativa. Ol'll p11rlita dall'.A~socia.zione delle citt,\ medaglie d'ol'O della .Resistenu1., che idealmente r-ap[5rMe11til t11tti' i par– tigiani ed è pr·esieduta dal democ1·istiano ~inùaeo di Ge– Hova. Sede, appunto, Bologna «: la rossa >. Do,·eva essere un com·eguo di cultura. Co1weg110 cJi culbll'l1. è stato, nonostante le fosche p1·evisioni di coloro che leme,·ano un~ specie eh manifestazione «:P!'O Dozza > e no11·ostante - questo è ancora ~più grnYe - il disiÒ– te ..esse e la sufl'icie11:,,,adimostrati da alcuni uomini della c11lh11:a.cinenrnlograf1ca (1·egisti, sceneggiatori, Cl'llici) che hanno pl'efe.rito non pn1-tecipare. Dietro le sp:tlle della ma– nifr,stazione si son dste intrecciarsi va,·ie astuzie, poli– tiche o personali, ma tutte meschine. J'e,·ò - interesSa registrar·e questi primi segni - qual– cosa comincia. ·a lllllO\'ersi egualmente. Se oggi si Yuol di– scute1·e, ser·iarnente, L111ll'impo1-tanz.a che la lotta di Libe– J'fl')',ione ha avuto per il cinema- italiano, lo si può fare; tl 8i può cominciare 1:t discutei·e in termini di cultul'!l, di impeg110 critico, di ,st.ndi-..-.stol'Ìco. l◄'ino n ieri, ciò sa– J"ebhe ~lato quasi impossibile, pe1·ché la 1·issa politica da una parte e l'ig_nornnza clR.lraltni (mai v'è stata cultf.ll' a che più di quella cinematogrRfica abbia fatto sfoggio della propria ignoranza) l'aHehbero impedito. Non cel'cherò di scoprire la ragione del mutamento di clima e mi limiterò ~ constatare- alcuni fotti che poti-ebbero, domani, rivelarsi moli;o positi,·i per la cultura e per il cinema ita'liano. J'1·imo fatto. ,1-\I convegno bolognese non ci si è fer– mati alla. consueta, $le1·ile «difesa» del C'inema neorea– listico e dello spi1·it-o della Resh:,tenz,a. J~• subito prevalsa. la convinzione che una « difesa », in sé, non se,·ve a nulla: pnù essere, al più, un gesto poljtico circoscritto alla sfera. <lli'lla t~ittica da segufre per ,·aggiungere certi risultati pra– {ici. Ncm solo, ma. una «: difesa.:, d.i questo tipo, quando sin. pròtratta per un tempo eccessivo, diventa inefficiente anche nello stretto settore della tattica politica. Recundo fatto. In cnltu,·n, ndn si «difende» ma. si crea. Si Cl'eano basi solide atfr1wer·so lo studio e l'analisi spre– giudicata d~lla situaziont\ e di quest.e basi ci si nvvale per approfondire il tema (lo spil'ito della. Resistenza come fmza. capace di esprimere da sé una. cultnr11) e per man– ttinorlo sempre vivo. Terz·o fatto. l.a creazione culturale presuppone con– lrn.8to aperto e fecondo di tendenze, ed e1;clude schemi '3 formule sulle quali abbol'raccial'e un generico accordo di tutte le tenden%e. L'accordo gonerico è frntto di leggerezz.a. o di confonni$mo: uoeidc pel'ciò ste.rsso la. Cl'~azione ed avvilisce CJliello « spirito della H.e.!,i~lenzn », q"uel fel'mento cultunile nuovo al qual.e tanto ci si inchin1-1. Qua1·to fatto. Riempirsi la bocca, come sin q1,1.i sì è fatto, di 11eoreafo11no e di l'e;1lisin-,1, s.ignifi0a hworare sul vuoto (cullul'ale)· se non si scava nel terreno da cui la Resiste1rna e il cinema italiano - energie llUO\'e in un ambiente ,·ecchio, statico e gl'etlamente coni:ervntol'e - sono n1.i~i. O~sia; se~ non si ùocm7i1enta. con e~trema pa– ;-,ienza e p,·ecisione che oos'ern la culturn borghese ita– li1ma f:ino alle soglie della. lotta di Libern1.io110 e come essa ha. rea~~ - . con le opere - al- rn10,·o spirito che ha pel'rneato cli sé la vita nazionale. Quinto fatto. Docume11tal'e le basi di ptntenza della cultura borghese e .studiare le ùjfficoltà e le i11comp1·en– sio11i cni essa è andata i11co11tro ~ignif.ica cc,sti-uil'si gli strurn e11ti che permettono di intendere il vHlore (e i li– mi.ti) dj pe1·sonalità come Rmisellini, Zavlitt-;ni e De Sica, Visconti, senza essere costrnUi a. ùii:itl' ibu.il' e a vanvern pa– tenti di 1·ealismo o a inventa:l'e classil'ic.-tzioni di eorn~ù-a che confondono le idee e accrnscono l'ignol'anza gene1·ale. Sersto fatto. Soltanto quando siano stftte Cl'eale queste solide basi culturnli si sarà in grad•.J di-affrontare con reale eflicacia la scomposta ma insidiosa ; 1>otente 1·oar.ione del fascismo (censurn, organizzazione industriale~ affarismo, corm;,.ione, divismo, ecc.) contro la novità della Resi– stenza e del 11eorf:alismo. li che, nutUl'almente, non vuol Ciil'e cbe. bisogna al'l'encle1·si in atte.sa di i{m1pi migliol'i - ciuando la cultura si sarà me:ssa al passo - ma vuol dire che occol'l'e svilnppare un'1w.io11esu due fronti e pro• seguire in entrambi con sempre· rnaggio1·e f• onsapevolev .za e sel'ietll. Senza illudersi che bAsti st,·illare che i f asci~li sono porci, percl1è strilla1·e 11011 solo non bast1: 1.ma peg– giora I&. situazione. I L Cl Nl~MA nazionale, e le sue l'ecenti di8gra;,.iate _vi– cende, hanno messo in crisi tutte Je componenti vitali dellu nostra cultura, l'idealismo, il marxismo, lo spiritna– lismo. Ognuno potrà farsi il suo .esame di co:::cien,t,a, se ne avrà la. forza. A Bol'ogna questa necessità. è stata l'icono~ciuta, anche se poi non si è andati molk> avanti sulla strnda del ripen• same11lo critico e del rinnovamento ·dei mezzi di inda– gine culturale. Non era umanamente possibile, del resto, si trattava. ~oltanto di un ini:r.io. :Ma circolavi\ un'aria nuova, corroborn.nte, e una maggiore sensibilit:l \'erso i pt'o– blerni cOnc1·eti·. Meno dernagugia insomma, meno popu– lismo volgare, meno conformismo. . Non c'e!'ano i caUolici. Peggio per lor·o, se antepon– gono alle esigen:r.e della. Cl1ltu1·a le pr~o.ccup;u,.ioni ~letto– rali in un convegno che non era po·litrco e 11011r1guar– dav1a -gli uomini polit-ici. U11 pessimista potr~J-?be insinuar.e che i cattolici si. sono astet1uli perché n-on avevano nulla da. dire, pe,·ché .si se11tiva110 estrnnei a.llo spirito <lolla. Re– si.'St@nza. ·Per molt.i cattolici ( per quanti?) l'insinuazion,e coglie nel segno. Ma per tutti, incluhbiame111:,e no. Baste-rà attendel'€1 che gli. pa~sino 1rnur:l- cd eccessiva pruden;,,a, i l01·0 difotti fondamentali. Non v'è nulla da. concludere. l fa-tti sono que1li che ~on.o e J:t31•lano da sé pet· quel t~i~ù cbe pc:ssono parlare; Dopo tante chiacchiere, Cl par J1 rnti-av\icdc1·e nn~ reulta a\.ite.ntica: è c-tui dinanz.i a. nei e n1ol e:•.~ere ;;v-,Juppata con l'energia. intellettuale e la libe,·tà cl'eaHva che la ll:esi,. st.enz.a ùovrebhe aver inseg11u'to a. chiunque. FEltNALD0 DI GIAMMATTF.O 7 • HIHLIO'l'J<:(.;A LA VIA Dd~ SLID L ! ONICO t1~mpio rimasto in piedi nella pianura ili l\'letaponto, quello dedicato ad Atena, è chi:unat<; dai contadini. c!Plln zona « T.e tavole palatine~– Scicondo la IC'ggenda, qui si 1·i1111iv1lno i paladjni clell'Jm– peratore p0r· discufol'e e banchettare, mentre in .un sot– te1·1·nnno vicino, ubicuto ~otto 1111 fico, un mulino mac;.. nava l'ol'o pc1· le NHise 1·eg11li. Nes.c-.;uno dei contadini :;:;--o- 1e\'a nv,·icina l':o;ia Qtiel fico; 1·biunque l'avesse tentato sa– i·cbbe anchito incontro a morte sicurn. I.a IC'ggr-nda è ancora molto diffusa fra j contodini àl Metaponto, per i quali, dunque, Timperatorc è ·anconJ. vivo e il 11111lino,unico vel'O sostegno del suo potere, cop– t.inu11 a pro<lul'l'e polvere d'oro. « Nella leggenda - Ml'ive Riccindo l\Iusatti ( La via del Snd, Ed. Comuniti'1, J.955) - ò evidcnle uno doi 8irnboli dell'invalicabile abisso cl~ la civilh\ contadina ha seo1pro visto spri1·si fra il S!.~ mondo e quello supe1·iore e intoccabile clei detentori d6Ì potere. I.e lussuose ~edi dei consorz-i di bonifica e dcgU enti di 1·iforrna 1·i~chiano di diventare nella fantasia con– tadina nuove tavole vafoline dovo si tengono lauli fe. stini. si intrecciano arcani disegni e si macina, per inson– dabili fini, l'oJ'O a sacchi. Un tempo enmo i paladini, ieri i baroni, oggi i t.ecn·ici: ma sem.p1·e, ed oggi ancorn,· i loro di,·isnmenti sono nppa1·.-:i, Hgli occhi dei contadini, oscuri e dittato1·iali, come dettnti da altrn leggi, seeondo altl'Ì bi.-sogni, per !ò-Copi diversi ed e.-;tranei ». (\i1to, giudi:,,,i simili non sono nuo,·i; si f:mrebbe an,J tentati di dire che troppo spesso rilievi del gcne1·e ,·engo– no fatti, senza che si riesca poi a suggerire criteri di a.,,,ìo– ne diver:-:i da c1uelli fino ad ora. adottati. Ma il lavoro del Musa1ti occnpn 1111 posto a parte nella m1ova letterntura nierictionillistica appunto perchè, ptutendo eia una giusta. diagnosi dei mali che tiflliggono gli appàra.ti dogli ~nti di l'ifom1r1, pa!ò-.-sa poi a conclusioni positive-, almeno nel sen• ~o di un incitamento ttd utilizzare e.-:pe1·ienze ben definito chù in q1te1,;tor•1u11posi sono fnU-e oltro,·e, e ad inc1·ernen- . tare J"i1'or~e rimaste sconosciute. agli stessi rifornfatori. In un IJaese corno il nost1·O, nel economia prevalente. 111enle ag1·icola, il problema della riforma ttgraria cluvrebì,•,; .-;tare al centro cli ogni dibaltito; cost.il11i1·e l'ossatura. di ogni piano di rinnovamento ed ess"'re discusso in terrni~J.Ì politici olt.r·ecl1è tecnici, in qm111to dalla sua soluzione di– pende1·ii ce1-tamente l'avvenire di vasti strati della nÒ• stl'a popolazione e il loro inserimento nella. vita dello 8tnl'o. E' chiaro comnnque, che questi st,rati potranno porb11·e un loro contributo alla f-Ocietà da cui fillo a.d ora ~orto stuii banditi, soltanto se i rifonnatori saprallno uti– l'izzare le energie in essi ripo8te e dare alle varie solnzioni un contenuto uutonomistico. l:>utroppo i nostri economi– sti agral'i sembrano sconO$Cer·o che il prnblema. del Me.z• 1/.0giomo non si e~a11risce nella riforma del-16 tecniche pn)d11t.tive, 1na si pono 11nche come p1·oblemo di rinnova– rnento delle :--lrnHure e dello clnssi dirigenti; pei-ciù ]a. loM 1~ut·ia delle :Hee depresse, mantenendo intatto jJ pri,. vilegio p1·ini1istico, rischia. di prendeJ"e lo forme di un « agg1•ef-lsi·vo imperialismo economico>, alimentando 1)0le– niichc e pr('~taudo~i a propagondo di parte. A fomentare le fJuali conti-ìbuisce poi il sovrapporsi disordinato di enti e cli f'Oll80r•:,,,i vecchi o nuovi, n.tt.1•aye1-socni p.assa jl de– na1·0 dell':1 Cassa del Mezzogiorno, che \'iene ad essere incanaliito in una infinità. di 1·ivoli, la cui rete è ma.no– vr:.tht d1l uornini della più diversa pl'On~nien:r.a o forma– ~iono. «. f comprensori di riforma - scrive il Mllsutii- - sono .~tati deCinili in bAse al prevalente concetto di col– pi1·e le gr:rndi estensioni di proprietà fondiaria e di spez– zett»l'le in modo· da sosl'ituire ad Hn unico lntifundista. una u1i1·inde dl nnovi, minuscoli proprietari. La preesi– sh,nza di condizioni giul'idiche e di fatto, disposte nd ope• rttrit, a pill p meno lunga, Sf'adenza, una. tll8sforma:...ione ap;1·at·ia non i;ono st1:1te tenute in conto. Così i compren– sori di t·ifotma si sono sovrnpposti- ai comprensori di bo– nifica senza 1-1lcuno studio cFin1-egrnz.ione ». e P,n· il 1·esto, la persuasione che·" le cose vnnno a posto rla sè ", la, misura. elettorale con cui tutte le quo– i:.tioni ~0110 a-fhontate, domina-no incontrastate la scena meridionale. Le direzioni centrali i-:.i affidano al buon vo– le..e o allo spirito di sacrificio dei funziona1·i periferici, che per conserva.re rirri'piego (o almeno la. (accia.) fanno miraPoli pe1· nnmdare avanti il cR.rro attriwerSQ ogni spe– cie di' o:-;;tacoli, sulJa. base di re<:iproche concessioni e di. occhi socchiusi o suggellati:>. « 11 motto famigerato 11 il meglio l! nemico del bene", -pronuncililù ·un giorno dal minist1·0 Segni, si è andato pa111·osamentt~ diffondendo. La freL ta cli voler: cm1clude1·e, presto, ma~sicciamente in modo da contenta.r e col minimo sfor:,,,o il maggior numero <li elettor·i, condizion1t ogni in– tervento>. Ma, a parte ftUC8te ultime, ov,·je eonside1·sw,ioni, il problema è per il Musatt.i di trova1·e Yio nuove, che por– tino a sohw;ionj dive1-se da quelle iecnicisticho attuali. l1 Musa LI i non ha difficoltà a trova.re nelle soluzioni comu– nitarie il toccasana per i mali de1 1\.fozzogiorno: Non discu· tel'ento qui queste soluzioni, ma diciamo subilo cho, fSe non tl agovole accetta1'-8 tutte le prospettive ,che ci ven– ,gono offerte dagli scrilt-0ri di Comunità,, 1·itimiamo che le loro indagini, condotte con moderni criteri in alcune zone del Me:r.1/Jog-iomo, possano essere di valido niuto .a f'hin.nq11e s'interessa alle sorti <li qnelle po1?olaz.io1~i. J'n· pat"ticola1·e, alle solu~ioni offe1·te" dal Musa.tti s.i .oppon– gono diH'tcoHà di carattere tecnico e finan;-.iario oggi dit– fici1rnent..e superabili. rerciò teniamo conto del suo Ja.\'oro jn qpanto n1.ette in luce alcuni aspetti finora trascu,•ati del })l'Oblenia mel',dionale, e nella speranza che i nosfri tec– nici !l'Ovino in esso ragioni su.fiìcienti per un maggiot'8 impegno polit.ico, e J>el· un'az,ione volta a dare una co– scit:tnz,a_autonomistica alle popolazioni meridionali. NELLO FINOCClllARO

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