Nuova Repubblica - anno IV - n. 12 - 18 marzo 1956

(102) Iluova repubblica ( Dis. di Di1lo Boschi) ASTRATTO-CONCRETO E SEZIONE OI\UCIDI _ Attraverso il racconto di una testimone, un famoso pittore rico– struisce il volto dell'.assassino ]lANTASIA E DOCIJMENTO di FERDINANDO GIANNESSI N OI - pOf.:hi o tanti Ilon importa : fO l'se importa il . sospot.to, che a volte ci pl'ende, di essere in b'oppi - noi che del leggere e dello SCI'ivol'o si è [atto un mestiere e abbiamo quindi l'obhligo di un impegno tunto i"!osciente o responsabile d3 bastarci como 'Inisul'a di di– gniU\; noi che, prima di tutto, siamo obbligati a. supe– raro la l'itrosia elegante, e ad accettare il distintivo del « letterato ~ e dell'« intel lettuale » ; noi, miopi e sedental'i e dispcçtici por deCo/'IYla,zinne J)1'oFessiollllle, conil1l11o un - mucchio di rischi. ]~cggel'e e 8cl'i\"eJ'e son co~e utili, pUI'– "c "J'ré:::Le-[gendo e SCj'ivcndo si diventi 1)ùì ttomi ni, cioè si impari - O si certhi d i impara re - nOn solo come l'uom f;'eterna, Ina soprHttutto como l'uomo, dal verb'u,m, ricavi ai suoi bisogni armi pi\'I esatte e decisivo delle pallott.ole e delle legnate, Sennò, il l'ischio è mortale, Perché c'è il tra– bocchetto del viziu luistuct'utico, l'lrollst e J·oyce che divelh tano sopnunrnobili, e la bena mal,lo che languidamente gil'a le pagine. l.eggere (\ scri\'cre pel' dimostl'al'e al mondo c a noi stessi quanto siamo bell i e bravi e privilegiati, e pel' isolarci nelle avvontw'e ol'gogliose del nostro intel– eletto: questo è il v"i;l.Ìo mol'tale. Ed è anche un vizio scelllo: pel'cho mentl'e io I.'ni Isolo col Peharca, la porti– naia qui sotto si isola coi fumetti, Isolat,o io e isolata lei, La diffel'enza io. del t utto occasionale. Tl'anne che la pol'tinaiH, messo da pa lt e il fumetto, pulisce le senle e di~ la segatura nelFingrcsso. Io no,; io continuo n leg– gere, e di alt"o non 8ono capace. Sicché, tutto conlpr'eso, lei sa fal'e molte più cose di me. Il pl'carnbolo - o piuttosto accenno strozz.nto - è l)Cl'ché 01'8, ci son due libl'i da annunciarc i due libri di Cl'onaca, d i faU,i vcri, E siccol_ne si tl'lltta, eli cronacbe e {atti nei quftli ognuno potl'ebbe capitare, Sen7.3 il pedaggio di un gl'ado di istruzione ; e siccome si leggono facilment,e e non lasciano equivoci siu in chi ha sul comodino i Canti del Leopardi sia in chi, appena sogni un po' di penne e spade e cal'l'ozze nei boschi, opera un gaudioso tl'ans!ert nci panni del cal'o l)OI-thos, mi sernbl'a che abbiano molta jnrpor'tt~n:la, Enti-ambi editi dal FeH I'inelli di Milano, Il bisturi e 1n ,<;pada di Sydney Gordon e Tecf Allan (had, da Dario '.Paccino) e Dia'l'io di li"il'o8hilna del dottor Michihiko 1Jachiya (tl'tld, da F'r'ancesco Saba Sardi ). 11 primo è la biogndia de!" medico Norman Bethune ;– tisiologo illustre e, dal 1935, d~mocra.tico inflessibile an.; che negli imp,egni in cui la democl·ozia. e la. giustizia l'i: schiano l'inisione dei benpensill.1ti e la loro accusa di idealismo fanatico. 11 dottor Bethune, infatti, dopo a vei' combattutq in Spagna c~al1a parte buona, fece un Lungo gùo in Ame..jca l)er cerqare aintL economici a lavoro de– gli oppressi , e finÌ poi in Cina, acquistando\"i enOl'[l1q popolal'it;~," AttivissilllO ol'ganizzatol'e dei servizi sanitari chu'ante la guerra col. q iflPpoue, in Cina. morÌ nel '39, vit– tima di un'infezione contratta per H"ere effettuato jnte.. ~ venti chirurgici senza le 'nol'mali ca utele pl'ofìJ attiche, l'ese impossibili dalle cil'costan:le del momelilo. Il libro è agio· grafico e avvenhll'Oso: le dne \"ie ·che si offrono 01 let– tC)l'e possono utilmente eSSCt' seguite sino in fondo, perch6 l'ugiografia è documeu.tfl,tu, e l'avventul'oso ha radici uma- 11issime di vel'iUt. D al 'a!), a ogni dcol'fenza dol giorno della !HOI'te di quest'uomo, i cinesi ufficialmente piangono e si inchinano alla sua memol'ia. Noi italiani, a queste I":ose, ci cred iamo poco: e chi non abbia dimenticato l'ori– gine della diffidenza deve riconoscere che le giuste l'a· gioni non mancano. M.a c'è gl.oria e GIOI'ia, virtù e Virtù; ci ~ono uomini e Uorl'lini, 11 dottol' Bethnne el'a un gl'an meùico. Gt'andi medici ne cònosciamo, o mai OppOl'l'elllO antipatia alle loro ovattate anticamel'e e ai loro camicj che l'omanticamente conciliano l'ascÌ:Hsi all'holli",oodismo. Quest'uomo cl'edette alla gillsti:lill di lIna pnrte politica; "nOn l!landò pal'celle; non ebbe ovn,ttaie HllLicamcl'e con belte r'iviste sui tavolinetti; mOl,j perché la sa lute di a lt.l'j llollripi (u più irnpOl'tante, p OI'. lui, delle 1101'II1e pruden– ziali, .u: dunque comllloviHnlQci, accettiamone l'esempio anche se la nostl'<_l ruediocl'issi,ulH vil,tù è sbigottita ùa quelln che egli ebbe : vi l'ttl in gl'odo el'oico, - li li bl'O su :Hi r'o8hima dice cose più nole. La faccenda della bomba utolTl icl:t, di hltti quei 'morti, la sanno tutti, Quando sentiamo pal'iHl'e di or'digni di ' quer.:to gener'e, e i governi ne pubblicano l' jll\'enlal,io col sonidente orgoglio del filatelico, il nome di Hir'oshi rna diyenta pHIII'O~O bri– vido. Cai no ha falto fltl'ada, e .::i vuole una bella inco– scienza da -~)::ninali - o una furba (?) cel'tezl;ll che nel mondu e~isf,ono solo mandanti, IDilndatol'i, sel'\'i e niente alh'o -- per mostra l'e alla gente quell'atroce fungo neb– bioso come un ombl'cll ino offerto ulla Civiltù Occidenta.le e a t utte le a,ltre bellissime éose onde chi nlllor'e è giusto che muoia perché vissuto è a8sa1, JnsOIllIll<l cJuesto libro è di più l-\gevole diflu~ione. Corne testimonian:l8, vnle e pesa in UllH l11isul'n diffi– ci hnente pal'agonabile al livello d i altre -opero. L'autore, che c1il'igeva un ospedale in quella città pl'ima che la cittù diventasse un'atl'Oce frittata, nlCconta, nella forniU di– retta, del diario (6 agosto-30 setternbre 1.945 ) la sua ef.5pe– l'ienza. di sopravvissuto, La Cl'onaca punge e pCl'suade 81- J'angof:!cin propl'io per l'assenza di tutte le enfatiche inte– l'iezioni che la materio avrebbe sin 1;l'opPo agevolato, li: persuade anche pel'ché viene da un giapponese : cioè da un uomo che - concittadino dell'imperatore divinizzato e degli uomini dalla cattiveria li r'iciz:lata - noi ingenui confinuiamo a considez'a;'e con bilinda fcr'mez:ta nella sclaier'a dei barba r'i, (La trepida mi.tezza di Cio-e io-San, alia,C) « madama J3utledly», non è che un'ipotetica astl'a– :t.ione Illusicale e decadentistica: ahimè), Osservazioni corne questa che leggiamo a pago GG (ri– lel'entesj alina « yoce:t non yera): « Se citb\ come San F't·3.ncisco, San Diego e 1..,01'5 Angeles avevano davvel'o ~ubito la sorte di Hiroshima, dovevt\ regno!'\'i un caos spaventoso)l non è che ci perl'H1adano ael t utto, Ma, pJ'O– l)L'io mentre , le leggiamo con perplesse riser've, sentiamo che da queste riserve la testimoniAllza viene 3rt'icchita. l)el'cl1é, blasfemi come siamo, e cocciutarllente pe rsuasi che non vi è dignitosa opinione senza faziosità, non ces– siamo tuttavia: di pensal'e sbigottiti a. certe minacce di un Gl'an Libro: « il 1"uio sdegno diventecii.. un incendio che nessuno pOtl'l" estinguel'e a CRllsa della rual\'Hgità dei vostri pensied, .. ::._ « E i cadavel'i (,,,) saranno il pasto degli uccelli dell'ar'iA e delle bestie della tenu, e non \'i sarà chi le discacci. E fm'ò ceS!sHl'e (",) i gl'idi di gioia, i gl'idi d'allegrezza, J3 voce dello sposo, lo. voce della. spOf:ia, pCl'cliò II), ter!,a 8tH ;" I:idott-a un deserto' >. l=»l'ofezia? J.. a– sciamo p01'de1'e tenori e scongiuri che nOli sel'vono a IllI1l3. Quel che conta è che nessun 110mo. oggi, che spari e "sganci " e tratti i sirnili come mosche da inor'are col DD'l', può cercare alibi persunsi\'i nllu sua collel'l], La dif– ferenza' dal Longancsi a Oel'ell~ia non è solo qnestione di statUL'a fisica, è i padroni sono ancor più diversi di quanto siano di"cl'si i 101'0 sel'vi. L'innocente che muol'e è sempre inconrutabile testimone di bHrbal'ie a carico dell'uccisoJ'e. ]~ che queste, non nuove - certo - né casuali, rifles– sioni vengano dalla lettura dj una cronaca, è un Ieno– InellO ta nto 1.'81'0 che va pubblicamente annuncit,to. Documento e non fiUl ta8ia, l\Iagari l'estetica ne pa~ tisce, e le fl'onde di Arcadia. inlltihnente Spl\l'gOIlO la 101'0 ombra mel'idiana; ma non irllpol1a, Quel che conta. è che da lib,'i come questi si illlpal'a a conoscel'O le pas– si.oni vcr'e degli 1l011lini. * HIllLIO'l'EVA * APP UNTI SU LLA CHISI CU LT URALE DEL SU D 7 T HA l..E KC i\IEROSE « inchi\~~i e ::. sul Mezzogiorno, questo saggio di Ben_i!\lllino F inocchiaro (Appunti 'sul/,,, cl~;.'(i cultw'ale del S ud, R OrllH, As~ociazione Ha– lifllli-l. peI' la libel'tù delJa cultu l'H, l !}55) non ha ~olo il IllC– rito degli c!f\ITIPnti oggettivi racculti, mA. coglie alcuni tl:wetti di rondo del p" oblf'l11fl del ~ud, e abbmw:a, un b i– lancio di quc;iti ultimi dieci o dodici anni, 11 punto·di pAr– t.enza. è p" f'~O da, quell'ormai lontano convfigno di st udi ~aJl pl'obl("IlHl d..,1 Mezzogiol'llo t('nolo a Bar'i no1 dicembro ciel '44, che fiHkÙ le linee e;.:sem~ia li di un'azione mel'idio– ntdif.)ta intf'~fl u r'ipol'tare il Sud da.lla Sila secolare immo· bililà e a rret,'atezza S\l un piano d i vita moderna e civile. 1-'. l'iassurne i terlli più import.anti proposii dal convegno: cl'(~azione di una classe 'di rigente; :inte rpretazione problt:;,.. HHl.tica delle ('.~igf',nze più immediate e vive del mondo me~ r'idionale ; irnposb\:lione su nn pil\no unita l'io dell'jntel'a .iniziAtiva, Quale d i qnc8te istanze si può '(l ire ndempiutll! Quetiti problemi ;.:ono ancora oggi da risolver'e. Non si ~ fo)'mata una nuovA. classe dirigente : il biotipo politico me~ J'idiunale con,o;el'\'a t utte "le ~ue annose ta l'e ll'flsfon nistiche ; l'intervent() patel'nnlis1.ico dello StAto attl 'uver.so le « lt~ggi ~pocia li :p I:;i è risolto in lln8- sorta- di « lH'nefic'cn:la pro– gnllnmAtal', riducendo in ter'rnini bUl'Ocrutiei i grandi 1>1'0- blemi stl'lrttul'Rli: l'equ_ilibrio b'a gli operai ùel nord e ì ('ontadini del sud è precipitato in una nuova ftt.<;e di J'ico– :;;;tituzione dei pl'ivilegi operaistici ;.:ettf'ntriona li , I l hilancio di questi ult.imi dieci anni r'f"~ta nettament e negativo : « J..;!;an:te nuove, moderne e,<;igcn:le nel sud non sono statn accolte né dalla, classe dj r'igente, che delieno il govol'llo d.~II!l cosa pubblica, né dalla opposiziono, che si nuhe de· gli el"l'ori della maggiol'anza ma nella sua orbita di inslll– ticioll:le gr'avita ::.. Questo il Mezzogiorno oggi, Ma ;.:e tutta la C1'i~j mel'idiontde ha le sue ra.gioni noli a rnancata for– Illazione di 'ulla nuova clas.se politica, ciò deve volor dir'e il raUimento della cultura, intesa. in tutta l'ostensiono del tel'rnine ~ soprattutto di qllella cultul'a che si la viva, della (,,,It ura che ra",dsa le insuHìciellze d i un umbiente e le co– p!'e e ri$olve facendo J"iCOl~O "agli strumenti a sua disposi~ zion!', Ma cile cosa sono in fondo que~t'i (" stJ'llluen1.i », se non la ste,ssa. classe dirigente? Come si \"ede, il ragiona– menLo rito1'na su ,~e stesso e ,'ipwpone il problema della clll-sse politica me'ridionale attl'a\'Hso quella della cultura. Oli indit'i d('lIa situazione 111111:\le S0l.10 offe!'ti in misura esi r~rnam(>nte indicativ8 dai dR ti "olalivi alla situazione della cultura me ridionale e in particolal'o della sCllola, della sLnmpa, delle attività culturali nel snd, Altre se ne potl'eb– hel'O assumer'e, mo bastano queste e !ìpecialmente le prim,e dlle per fa l'si un'idea delle condi",ioni di abbandono e di incivilt-à del MezzogioJ'no: le cirl'e dell'a nalfabetismo e i :-'tloi riAè:;si sociali, 18 situazione dt>ll'cdilizia scolastica, la in nazione p.c,;Hlldo-llnumistica del latinu Cl del greco, l'in\'a– den"'a cler'icale, le deficielw.e didaUiche e strumentali, in ogni grado dell'istruzione. Oguuna di QU08W «voci ~ me– rite rebbe un", do('umentazione p8rtjcola t'oggiata 'che iJlu– st.r'aSf.;e in ogni pa rte il quadJ'o delle paf:isivitù, del la scuola llJol'idionale. U n ea}Jitoln di fondamentale impUl'Ìanza. ~ quello sulla ~talnp<l, « la più prona, lA mAno intel ligente, la più camol'~ l'i,o;t"icH stnmpa d·Europa». :F', ci dù, duo campioni di in– chie..;te, il primo riguardante una citt-.\-t;ipo, Molfetta, uno dei pent r'i meno poveri e chiusi di tutto il Mezzogiol'nc, l'altro lIna J"Pgione-tipo, la Sicilia, che ha la stl'llttUl'a poli. tica e UUlllli ll i,"ihativa più avall",ala del l'wd. 1n una citti.t di quasi GO,OOO abitantj, poco più di 600 comprano ogni giomo un gior'nale di infonnaziol.lo (d.i qtH·~ti, ;)50 si informano su uno dei quotidiani più !'oz"Ji e sqtmlificati d'Ttal ia); i quotidiani polit.;ci vendut.i , assom~ 11I3no a un'oHantinll di copie giurnl:lliel'o, quasi tutte im– po~te dalle se:doni di pal'tito; !)OO .:Qpin di settimanali rll VH.I'ioth e rotoculchi (di cui 400 della l)omenica del 00l'~ 7'iel'e); circa 2000 fumetti settilnanali, poco meno d'i. 2000 copie settimanali di giol'lll:lli spol,tivi, Ecco il qU8ch'o della diseducazione mel-idionale vi~to dalFossel'vatol'io ai una città che è dilta, come uno dci centl'j di maggioro se'bo 8ibilitì~ e tr'ndizione democl'atica del ~md_ Le not.izie sull a stampa in ::;icili,l ~i loggono anch'osso con esb'emo intcr'esse e ognuna apl'e lilla finest;l'a. rivel.· trice :su quel mondo elementare e g l'e"',.;o. Dopo la ]etiw"!1, di que:ste pagine si resta inquieti e pensierosi. Che cosa lìl PtlÒ rare? Di dove incomillcial'e! Ma questo è un altro di– scorso, e qui si fel'ma. la relnz.ione di Finocchiaro. La morale di questi appnnti r'ef'ta implicita ma traspa– rel1tissima, Non si sfugge alla logica dei {atti: ~ Il Mez– zogiorno sul terreno delle Iibertù essenziali è come una enorme zona di confine::.. Di confine! Quanto di questa crisi apparl'iene soltanto al sud e quanto invece investe il corpo tutto della nazione? C iacché questi indici l'8ceolti pel' il sud l'appresentano i dati di un male endemico Ini– stirato su un corpo non certo 8\'ulso dal l'esto dell'ol'gani~ 81110, Il pl'ocesso di rinnovamento del J)aose è troppo Jento ed a~fitt.ico di ll'onte al moto il\\'el'~o d i involuzione e di chinsura e questo sofistica o corrompe l'a ltl'o; la )'isultanto è un pl'ogL'essivo appiattimento e appesant:imento del re– spil'o democr'atico, per cui la vita. dello Stnto resto. esposta con eshema facilità al pericolo di cecliment;j l'epentini, tanto sono ancol'a sottili le basi su cui esso si regge, così scal'se le fOl~t;e di recupel'o e di integrazione, così alea.torie le P08- f.;ibiliti" di un ricambio politico. Il paese potril trovarsi pri– ma. O poi, anche subito, di fl'onte :1_ sihu\zioni che richiede– n'mno ,-uolto coraggio e buona volollb\ ; se quest.o manche~ rà, il 1','oce880 involutivo sOl'passcr;\ quel limite di J'evcr~;i~ bilitù, oltre il quale ogni COsa di\"enta possibile tranne un ritOI'110 democratico. "INCENZO V ALEN'F~

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