Nuova Repubblica - anno IV - n. 3 - 15 gennaio 1956

(95) nuova repubblica i LUCI DELLARIBALTA I L'ESTETICA DEIPAGLIACCI di VITO PANDOLFI L E STATJSTJ.GTI E degli· incassi, segnano in testa alla ._ graduatoria per il fìlm italiano, La donna viù bella del mondo, seguito da Don Oamillo e l'on. Peppone. I 11ostri esteti, preoccupati esclusivamente di realismo e neorealismo (siano ancora all'estremismo infantile delle eti-– chctte), non si curano di indagare questa concl'eta realti1, e non tc.ntano di capire che cosa significhi in effetti lo spottacolo cinematografico nella vita culturale delle masse. Sono capaci di affonnore che il cinema è la· più ,impor– tante di tutte le tnti (sic: come se si potesse creare uria' graduatoria d'importanza tra le arti, al pari delle classifi– che sportive), ma nattHalmente si guardano bene, dopo aver confuso importanza con diffusione, da] constatare a quali conseguenze porti questa diffusione, attraverso quali canali si eserciti. I.a vel'ità è che anche in questo settore . interessi politiCi ed interessi economici si <limno impensa– tamente il braccio, e una volta· di più la vita culturale della nostra nazione si ricopre di un manto pagliaccesco, sempre in nome di masse e di categorie che ignorano l'esi– stenza di tali vessilliferi. Vadano dunque i nostri esteti a gùstare i due 61111capolista degli. incassi, e poi vedremo se non mutano tono alle loro considerazioni. La donna i,iù bella del mondo (notate che ormai Gina Lollobrigida. viene dichiarata più bella _addirittura dçl mondò: pei·ché questo significa nn tale titolo, e non come 1s'imm,fgillavano col~ro che l'hanno concepito - ma che 'non corioscono ia gt·ànunatica - cioè « la più bella donna .del mondQ,) è di un'idiozia: sco.ncertanto, non importa nep– pure la ~cuSanle della puerilità, .J'alibi del candore, come molti film weste,-n. Sta più in basso perfino del fumettismo a fotografie. E' condotto ccin una sciattezza pressoché ver– gognosa, e le esibizioni canore della diva fanno rabbri– vidire chiunque abbia· un po' di dimestichezza e un po' :di sensibilità per il canto. Per colmo di" ridiColo Vittofio Gil5sman è doppiato, malamente. In Quanto alla storia si 1·i1~piange I~ fertile inventi,•a e Ja brillante _imi:nagina- ~,ione· di Carolina lnvemizio. · Don Oamil.lo e l'on. Peppone in confronto possiede- una dignitosa levatura 1:u-tigianale. Ma purché si rifletta come vi si affronta.no, bene o male, i problemi-chiave del mondo moderno, e come si pretende di l'isolverli con battute co– miche da farsa alla Novelli, che Gesù Cristo interviene in continuazione· (con la voce di un doppiatore, naturalmen– te), eh~ le truppe alleate e le trnppe naziste vengono Po• sto sullo stesso piano, che i moti rivoluzionari sono consi– derati motivo di burletta, l'apparente bonomia del testo lascia" scorgere il suo vero volto: lo stesso cinismo co~ cui, nell'altro film, si gioca sui sentimenti del ;,ubblico più sem– plice, qui si. fa caramelloso e furbescamente bozzettistico, giocando :iullo strappa-lacrime in cornbutta con lo strappn– risate. Due generi di riflessioni fa sorgere l'assistere a spelta– coli di questo tipo. Ci Si domanda allzitutto se questi filn:1 1 esponenti cli un indiriz-1.0 di gran lunga prevalente nel fiJm (un'industria, come tutti sappiamo, ma ché ha il singo– lare privilegio· di poter imbastardire ed umiliare Ja menta· litù. del pubblico, pur di conseguil'e un profitto: mentre un'alti-a .industria. non produce elementi altrettanto perico– losi, e tutt'al più diffonde prodotti ata.ndard in scala sem• pre più vasta), abbiamo o no un'influenza sullo spettatore. Viene fatto di pensal'e: dopotutto non si traÙa che di un divertimento a buon mercato, che non lascia tracce, come un bicchier d'acqua. Eppm:e anche i bicchieri d'acqua fini– scono per depoSitare un sedimento, e ciò che sembra tanto po.sseggero ·resta nei fondi indistinti ed oscuri della co– scienza, gli stratì quasi impercettibili si accumulano nel· ripetersi incessante di queste esperienze. E una seconda do· manda: progresSo spirituale e progresso tecnico procedono di conserva, oppure indifferenti, oppure si danneggiano? Abbiamo sottomano per alcuni studi storici. le stampe po– polari del cinquecento. li loro tono culturale appaTe netta– mente superio.ro al tono cli questi film. E' evidente che il progresso 'tec,nico di per se stesso, non può né danneggiare né rosta.1·e indiHerente a quello spirituale: ma se viene ado– peralo a parlicolai-i fini che non siano quelli del rniglio- 1·amento spil'ituale e materiale, può divenire un'arma de11e pìù orfonsive, nna sorta· di b·rutale rullo compressore delle coscienze. Che inler·essi politici od interessi economici ·pos– sano i111padroni1·scne per i loro sco'pi causando questo scem– pio, non deve lasciar indiHerenti. Sembra grottesco pensare in tono così preoccupato a episodi insignificanti della vita moderna. Ma il solo modo di evitare i pericoU di nau• fragio, è di avvistnre gli scogli quando sembrano lontanis– simi ed innocui. E di conoscerli. 7 (L'Unione Comballe11ti ll«liani, presieduta tlft Giova1111i .\fesse. Ila definito la teage 1're– mello11i « all«.m~11te lesiva i'11lerc&si j,uf1ulria e q11i11di lavoratori .•oprattutto Alta flalitl -.) Il diritto del lavoro (Ois. di /Jino JJoscl1i) ·1 -----,------------------ * B I B I, O T E C A * LE PAROLE SONO PIETRE 1':fa è più urgente !"interesse che ci n~uo,·e a scoprire il libro d?-!_punto di vista politico•sociale, a sottolineare, con L ' AN.~~:-T:' .let~e.-a_,·iache si chiude è stata assai ricca una critica fondamentalmente prarnmatistica, il modo in dt hbn 1sp1rnti al proble11_1adel Mezimgiomo. E' cui si posa lo sguardo dello scrittore sulla societù, conta- vcramente, questa uhe viviamo, la grande stagione dina dell'isola. del Sud nella vita nazionale: storici e politici.· lette.rati e Cli occhi della bimba <.;heci guarda dalla copertina na. tecnici sono calati nel· meridione per svelare il segreto di scondono un po' il sogl'(,to del libro. Il latifondo, laggiù, una assenza umana, cli una trngica immobiliti~ sècolare. desolato e tl"iste, e, in p1·imo piano, il volto di una creatura Non è questo il luogo per tQl bilancio sonmrnrio del di Dio, una creatura che non si sa bene se spera O Se neomeridionalismo degli ultirni anni. Il 1heridio11alissì1ii1100-~a~s;;pe;iti"fta~.~n~,a~-~p~a;,.~ 1~n~si7'e~ni;e:...;;d~el1; 11 ,,sa e~p~i~OJ;il~a~à~d.;.a~g:,~rc • ..'.p:.,é!l:;.· ___ _ «:storico> è ormai chiaro nei suoi .caratte1·i generali. For- cbé cova nell'indifesa solitudine di oggi i.l sogno della tunato, Salvemini, Dorso rappresentano per noi espe- n:.mdotta e della giusti;,,ia. rieine culturali chiaramente c!Qfinito. Proprio per questa coscienza di un rnondo nuovo che La st essa cosa non possiarno dire invece del moYirnento nasce, la vera novità del libro è nel racconto dello scio- assai più tumnltnoso deU'ultimo decennio. In esso infatti un serio sforzo di i·innova01ento sociale si interseca con pero dei minatori e nel lungo discorso de11a mildre di Sai- espedienti el oralistici assai -caduchi. ' vatore Carn.evale. Ed è in ciò tutto il drammatico significato dell'alter• H che non vuol dire che le pagine sulla visita di Im- nativa meridionalistica nella vita~ italiana (li oggi. Se il pellittori ad Is.nello o sul cantastorie, o sulla, pittura dei Sud pofrit iniz~are uno s,·olgin 1ento democratico at:t.nwerso cari-etti, o sul cimitero dei Cappuccini, siano· da conside- la lotta politica condotta sul fronte del lavoro dalle oi·ga- rarsi «minori». Solo che esse denunciano l'ispirazione del nizzazioni popolari, si colmerà finalmente il solco profondo letterato che filtra la sua emozione in una parola ai cui che ha reso fragili le istituzioni italiane. l.'unifica;,,iÒne e rarefatti significati non approda l'umile umaniti~ dei pro• la. resistenza, i llue fatti progressivi della storia nazionale, tagonisti. La realtù, t1·asposta sul piano mitico, si traduce hanTio trovato infatti il Mez;,,ogiorno sempre passivo O as- in quelle pagine in un. acc·ento nostalgico ma insieme .di- sente, o lo hanno deluso nelle suo aspettative. staccato e contemplativo. Il. risveglio delle forze latenti nel Sud e la loro consa- l .. 'irnpegno nuovo dello scrittore, invece, è in corte pevole iniziativa demool'8tica potrà amalga111a1·e la so- espressioni rapide e aspre, in una aderenza alla primavera cietà nostra su un piano nuovo e diverso. di mnanih\ che fiorisce nelle campagne e nelle miniere. Se invece il ncome.-idionalismo dovesse l"ivelarsi nulla Così la Sicilia che bal;,,a agli occhi del lettore è fuori da più che il piccolo espediente di una clientela il cui vec- ogni schema, è spesso imprevedibile e rivoluzionaria. cbio «campanile> mafioso av1·ù.saputo legarsi al paterna• I confini della nuova psicologia del contadino siciliano lismo clericale, allora solo nell'iniziativa popolare i-ivoh1- sono visti da Carlo Levi con grande nitidezza. Da una parte zionaria. potremo sperare, quale forza di liberazione e di « noi solo sapemo Montagna de Cane e Bolognetta», im- rinnovamento. mutevoli termini del mondo, il polo dell'antica società. . Nel quadro della letteraturn meridionalistica attuale il Dall'altra parte nnf\ madre che leva àJta. e ferma la sua recente libro di Carlo Levi ( Le parole sono vietre, Torino, accusa contro la mafia. Einaudi, 1955} ha nn accento originale in forza del quale Qualcosa. si muo,·e nel fo11do, e non sono più Je re• emerge creando la dimensiono umana del conladino pressioni della polizia e le intimidazioni della onorata. so• del Sud. cietà. Repressioni e intimidazioni fanno parte ormai di un Levi è, tra gli artisti e i letterati italiani, il più C}ua- formulario stanco che 11011 incanta più. . lifìcato a farsi portavoce del mondo Contadino silenzioso Ormai, dopo la morte del « caruso » Michele Felice, la e ter1·ibile nella sua asciutta dignità. Le pcirole sono pietre coscienza sindacale si è svogliata tra i minatori di Lércara; ci riporta spesso alle impressioni del 01-isto si è fermato ormai, anche la sopp1·essione fisica di Salvatore Cardinale ad Eboli, anche se nel libro lucano enno protagoniste non non potrà più [ei-mai-c il movimento dei braccianti nelle le speranze ma le t1-adizioni. Fermo l'ò1·ologio dei secoli tcn·e cli Sciara. dietm la· facciata del ·colore locale, l'jnerzia e la desola- E' la storica. importanza ~di questo fenome~10 della vita zione avevano il volto della miseria e de11a morte. collettiva che Levi ha reso con impareggiabile potenza. Il libro sicil_iano invece, pur con la sua origine Siorna- Quel che è pii'.t impressionante nelJa sua testimonianza. è listica, testimonia- una fase diversa di vita nel mondo su- l'alacre attività dei neofiti della vita sociale, il senso di balterno. Siamo anzitutto in un luogo diverso (la Sicilia, equilibrio e di giustizia che li regge nella scoperta mera- le cui esperienze recenti, separatismo, banditismo~ autono- vigliosa che vengono facendo, l'ansia di verità e di vita. mia regionale, non possono essere sottovalutate, ma devono E' perciò che bisogna c~rcare in questo libro non il qua• essere assunte come moventi, seppure spesso polemici, di dro frammentario di una Sicilia onnai 1·isapnta, ma il fre- un rinnovamento politico-socia!~) e in un di,·erso clima, mito di forze nuove. umano. La mafia uccide ancora nel feudo. Ma i compagni delle C'è un senso di vigilia e di attesa: l'opuscolo dei mina- vittimè sanno ormai di essei·e forti e di potere opporre, tol'i dal titolo significfltivo: « La zolfara accusa:), e le con una organizzazione consapevole, una resistenza non lunghe letture notturne del sindacalista Salvatore Cirne• più fatta di fatalismo ma di rivendic8zione positiva dei vale testimoniano la na\cita di :ma nuova classe dil-igente diritti dell'uomo e del lavoratòre. popolare. Il signor Ferrara, detto Nerone, fa ancora il bello e il Carlo Levi l1a saputo, nelle pagine pili felici, creare cattivo tempo in miniera: ma orma.i la lega è·sorta e 1'im- un'atmosfera di lirismo e di umana partecipa;,,ione. Ma in punità deve finire. questa sede il libro non ci interessa come documento della Di fronte a questo evento· così massiccio e così carico maturazione stilistica e poetica dello scrittore. N9i sap- di promesse e di sviluppi perdono rilievo. le contorsioni e piamo bene che per valutai·e la personalità dell'autore non i funambolismi di chi vo 1 -rebbe perpetuare o almeno pun .. si può prescindere dall'accento favolistico della sua prosa tellare un mondo che barcolla, che scricchiola, che è giù.,_ così tJ"iste e insieme solidale col dolore degli umili. Sap- malgrado le apparenze, yeramente morto. piamo che le sue parole raggiungono talvolta la forza delle preghiere recitate coralmente. DOI\1ENICO NOVACCO

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