Nuova Repubblica - anno IV - n. 3 - 15 gennaio 1956

2 }IDraiivo occone interessarn a questo disegno il n~aggior rnHncro possibile di persone, perché in democrazia notl vin– cono le accademie e le sètte, ma Je maggioranze. Ciò non significa «adorare:. o l9s~ngare le maggioranze ·attuali, sanfediste o comuniste. Ai cattolici non ci si deve stancare mai di ripetere le tesi di Mauriac o di Jemolo, ai comu– nisti bisogna dir chiaro che la strada dello stalinismo con– duce la classe operaia itaF{!na al fallimento, e lo stesso concetto occorre spiegare chiarame11te ai socialisti nella misura in cni lasceranno l'iniziativa nelle mani dei « cu– gini». Inoltre, mentl'e molti di noi possono anche tran– quillamente ritirarsi a vita privata, i disoccupati e i pro– fcssod, gli operai e i maestri, i braccianti e gli statali, e quasi· tutti insom,na coloro che vivono soltanto del loro lavoro, senza distinzioni rnarxistc, sentono quoticlianaM mente la necessiti'l del rinnovamento. Milioni di proletari votano ancora DC; cèntinaia di migl.iaia di elettori dei ceti medi votano, pili ancorn che PSI, PCI; è nostro preciso dovere contribuii-e a dissipare questi equivoci, lavorare pet· qualcosa che somigli al Fronte repubblicano francese. Soltanto dovo ci si potrà, divideJ"e, se {e ne dubito) si vorr;1. Dividersi oggi, rimmciuro a una gra.nde, rivoluzioM· naria battaglia che sappia scuotern l'apatia e vincere il conformismo di centro e di sinistrn di milioni di italiani, sarebbe errore imperdonabile. Sappiano i vecchi esponenti della democrazia italiana che i giovaJli che hanno saputo aspettare, in privata costernazione e indispettita attesa, dalla fine del partito d'Azione e dallo soaturamento del PSIUP fino alla nascita di Uniià popolare, non 1i segui- 1·anno sulla, strada delle eresie, delle concorrenze, delle ri– vincite. Unità popolare è per essi qualcosa di più che una ,semplice e occasionale organizzazione politica: è la più consentanea espressione della ]oro migHore umanità-, è una J>iccola casa pulita e libera in cui essi continueranno a viM vere anche se saranno abbandonati a se stessi dai ragioM 11ìeri della politica. ALESSANDRO ROVERI (95' nuova repubblica I ITALIA POLITICA I LA PAURA DEL 2 GEN L ' OBS.l!..'RVER ha _scl'itt? domenic3: _scor~a,. anda1tdo cli poco oltr·e n1 fatti della politica italiana, che il presidente Segni incominc_ia a subire in modo sempre pili visibile la pressione del 2 gennaio. Lo sfasci?M mento del centro 1l'ancese in realtà non ha provocato m ltalia. il rinsaldamento del centro, ma ne ha messo in mag,-. gior rilievo Je crepe; ed ha animato i gruppi della ?~stl'~l democristiana, Scelba e Pella, a porre le loro cond1z1om. Sul "'Overno Segni non sbaglia I'Obsm·ver a discernere la nUna~ciosa rampogna di coloro che lo vorrebbero bandito, o condaìmato all'immobilis1no, perché non soppt-itne il voto parlamentare delle sinistre; e noi dobbi_amo pur ricon~scere al piccolo presidente sardo una costanza onesta e mai sgoM menta, che non si è lasciata sinora. intimidire dal ricatto della. destra. Scelba ba potuto, intervistato a Milano la sera del 3 gennaio, darsi l'aria di colui che aveva tutto previsto; Pella ha potuto, ancora di. recente,. ele~are. ~'en– nesima istanza reto1·ica del ceto med10; proprio dmanz1 ad un governo che per pl'imo, bene o male, affronta i pioM blemi della burocrazia, cioè di milioni di uomini che apM pat·tcngono al ceto 1iledio. Segni resiste come può, ed è già molto che abbia.· doppiato il capo del 1956 senza r~M nunziare, sinora, a nessuno dei suoi irnpegni più ur~cnti: Lo deYe ai voti dell'opposizione, non c'è dubl:iio; ma 1 suoi avversari non sputano tanto su quei voti, quanto -sulla politica che ha portato alla Corte Costitu;-.ionale, 5.l1a legge TJ'Omelloni e al progotto Cortese. La grande paura del 2 gcnnoio è incominciata subito, e cel'ti suoi argomenti contiuuano, benché debolisS.imi, a. cirM colare. Poche sere addietro, alla televisione italiana, si è ripresentato, ad es., il pensamento dell'on. Pacciardi, che le elezioni si fanno male quando si va alle urne con l'animo eccessivamente tCso dalla passione. Noi vorremmo sapere dall'exMministro della difesa in quale paese d'Euro~a occidentale egli abbia visto elezioni senza passione, nel corso di questo dopoguerra. Solo quelle tedesche del '53 sernb1·arono fredde agli osservatori italiani: ma basterebbe ricordare l'altissima. pel'ccntuale di votanti, e l'atteggia– mento dei sindacati, por smentire que11a interpretazione. Lo elezioni sono l'unico fatto che interessa direttamente ciascun cittadino di un paese moderno; l'on. Pacciardi le voleva indifferenti, fredde, torpide? STAMPA PULITA Il secondo argo,nento acc1·editato dalla 'grande paura del 2 gennaio, è la deplora~ione C'Olltro le « organizzazioni improvvisate», o contro la cli&cordia. malsana del centro francese. Chi sa pe1·ché si è creduto di dover estendere un •criterio, forse valido per i democristiani italiani, che coM va.no sotto lo stesso tetto le profonde disparità degli inM teressi che rappresentano, al centro francese, dove la diM visione era ormai divenuta. coscienza politica, e Yi sono stati uomini capaci di assumerne la responsabilità. Ciò che guida quel giudizio italiano è un '"vecchio complesso immoM bilistico, e il timore di veder dileguarsi quell'~tica detcM riore del con1promesso, che è, accanto a fermenti indubM biamente Vitali l'apporto del cattolicesimo alla vita poli– tica italiana di questo dopoguerra. Resta però do. sapern perché le elezioni francesi non avrebbero dovuto dare "?~ definitivo chiarimento al conflitto che. separava, su tutti 1 problemi della vita pubblica, i democratici progres~sti dai conservatori e dalla reazione. A EDIFIQAZIONE 'dei lettori di N,;ova llepubblica, , e a testimonianza del costunie giomalistico it(l,liano, sa1:ebbe assai intere~sante raccogliere un'.antologia delle informazioni e dei giudizi che la grande stampa « inM dipendente» italiana ha dedicato in queste ultime settiM mane alla noSizi n di Uni~o1are. Quotidiani di alta tiratura che avevano <ignorato» Unittl, popol~opo aver lanciato su di essa bibliche maledizioni" lrnmediata– merite dopo il 7 giugno, si sono improvvisamente ricorM dati della nostra esistenza al momento in cui si è ripreso a Parlare di « cartello laico». E che Unità popola.re po• nesso alcune precise pregiudiziali politiche per evitare che si.ricadesse in un altro esperimento «centrista», destinato inevitabilmente a detenninare un ulteriore indebolimento della democrazia itatinna, è apparso come la prova pro– vata dei tenebrosi rapporti che ci legano all'estrema si– nistra. Gli improvvisi amori per il <laicismo>, la concentraM zione democratica, il « cartello laico> che abbiamo visto .1•iCio1'iresu logli eh non indubbio conformismo ci hanno .por altro confo1·tato J}el nost,·o giudizio. L'atteggiamento degli avvers1ll'i è sempre una misura impo1·tante da tenere presente nella nostra azione. La. Gazzetta Sera di Torino del J 2 dicembre, sotto un titolo _particòlarmente significativo < 11 partito radicale di– fenderà la democrazia» (e chi l'aveva. mai dubitato?), metteva in rilievo lo sforzo di unione « la più stretta pos– sibile » che molti esponenti di Unità popolare ( « ad ecceM z~one del gruppo fìol'lmtino di Codignola ») stavano .com– piendo nei 1:iguardi della nuova fonna~ione politica. La tesi Ufficiale era infatti che Uniti't- popola.re si trovava diM visa fra Cqdignola, contrario a qualsiasi accordo col parM tito radicale,· e Parri, più disposto a trattare (vedi, p. es., Gazzetta del Mezzogiorno del 30 dicembre). Ci si attenM deva quindi clie il solito « gruppo fiorentino> venisse iso– lato e sconfitto irrimediabilmente in occasione del COM mitato centrale del 18 dicembre: ma poiché in.vece il noM stro Comitato centrale è stato unanirne non già nel respin• gere ogni contatto coi radicali (coi qqali anzi sono posM sibili ed auspicabili moltet intese), ma nel precisai-e le conM dizioni politiche alle quali ha subordinato secondo noi un'utile alleanza delle minoranze della sioistra democraM tica, allora di nuovo si è steso il velo del silenzio su UP. La stessa. tattica era stata usata (non con grandi frutti, per la verib'L) allorch~ fu scatenata all'interno del PSDI la battaglia antiapparentistica dalla sinistra di allora; o quando le minoranze, scissioniste socialdemocratiche e reM pubblicane si accorda1·ono nella primavera del '53 per parM tecipare alla battaglia elettorale sotto il simbolo di « Unità popolare>. Anche allora, si preferì ignonne quanto stava accadendo, salvo a prendemè atto con un po' di i·itardo quando le conseguenze di quei falti divennero a tutti paM lesi. E' la politica dello struzzo, caratteristica del nostro giornalismo «qualificato>. Frattanto, qualche frecciata diffamatoria è sempre uti– le: calunniate, calunniate, qualche cosa resterà. Ecco p. es., un bel concettino espresso, con penna forbita, da Franco Panerai, sul fondo apparso il 4 gonna.io sul '.Pir– reno dal titolo - inutile di.do - « Crisi della democra– zia>: « Il partito comunista (frai;icese), respinto dai soM cialisti, raggranellava alcuni alleati occasionaH nelle circo– scrizioni, i cosiddetti utiliMidioti del tipo, per intenderci, di Unità popolare. E' il partito che ha avuto molto sue• cesso ... e dimostra che la crisi della democrazia iQ Ft·ancia è molto p1·ofonda >. Il sig. Franco Panerai, naturalmente, mente sapendo di mentire: ma che impo1·ta? i lettori (poM thi) del Tirreno bevono, e _il gioco è fatto. Nulla'-da dii-e dei fascisti, al cui caldo ar!etto part-i,. cola.rmente leniamo. Per chi non lo sapesse, per manco di cultura., Nazionalisn~o sociale è, l'organo di quel maestro d'idealismo che ·i·isponde al nome di Edmondo Cione. E Nazionalismo sociale si mostra molto irritato col nostro l~agiuoli per J~ informazioni che dette ai nostri lettori su11a Gio,:entù jusosl · ~. i sa, a ugos av,a e~terr~ Ch jene e di sciacalli, ed~ nn vero peccato che il maresciallo Graziani Juon1tlfi1Yra, non possa risorgere per guidare le quadrate -.tegioni 8.JJa conquista di Bolgrndo. «La.verità ò - dice la prosa partenopea di Edmondo Cione - che i fantomatici ~eguaci di UP, non sappiamo se. più per cqn– genita e radicata antHalianità, o per più sostan?.iali argo- 1nent~ finanziari (noi, per un senso di elementare rispetto lll!'9,._no e politico, preferiamo credere che alrneno essi siano pagati per questo), non capiscono più niente ecc. ecc.>. Vedete dove va a stare il rispetto morale e politico: ... « a te ipso nosce omnes > ! E ancora: e:. Dando così n di vedere che la Nuova Repubblica da loro vagheggiata è una reM pubblica fondata sulla slealtà verso gli allcrnti, sulla .barM barie verso i nemici, sull'assassinio organizzato degli oppoM siJori » ( chi non ci credesse, è pregato di consultare --;- posM sibilmente senza compral'lo - il numero di Nazional-ismo soci.ale del 25 novembreM15 dicembre u. s.). , Particolare interesse per le nostre faccende mostra poi da qualche tempo l'Agenzia DIES {cospicuo pl'emio a chi c'informerà sulle fonti dt· finanziamento rélative). Nel «lancio> del l!) dicembre detta autorevole Agenzia così si esprimeva: « Codignola ed i suoi sono da tempo sosteM nitori della tesi secondo la quale bisogna salvare l'ane• mico movimento (leggi! U]?) aggregandolo al partito di Nenni». La recente afferma.zione di Benedetti, sulM l'Ji)svress9, « che il PSDI è tuttora 1a chiave di volta della politica di centro ... non poteva non dispiacere all'exMazioM nista. Codignola che - ricorda la DIES - dopo una breve appartenenza al partito socialdemocratico 1 se ne staccò in grande inimicizia con i suoi dirigenti, ecc. >. « Il prof. PicM cal'di ha pertanto deciso di non avallare il passaggio, armi e bagagli, al partito nenniano ». Queste informàzioni come si vede sono espressione di un costume giornalistico par– ticolarmente corretto: sono tuttavia preziose quando afM fermano che, pet· Benedetti, la chiave di volta del centro laico è ancota il PSDI: appunto, appunto! La stessa agenzia, nel « lancio > del 4 gennaio, sotto il titolo drammatico « Morto prima. di nascere· il cartello laico>, spiega come qualmente «costoro» (i perfidi di UP) « minaccino cli mandare tutto all'aria per le loro tendenze scopertamente fìloMnenniane, che mettono in diffidenza principalmente- Villo.bruna e gli esponenti cli Comunità>. l.e diffidenze di Comunità sono state infatti così espresse, in una recente intervista concessa alla Sentinella del CaM navese dal prof. Pampaloni, dell'Esecutivo del Movimento: e: E' per noi molto importante la funzione del gruppo di UnitlL popolare, I.a cui presenza nella nuova formazione è condizione anche per la nostra adesione ... Ln presenza di. Unità popola.re ci dù la garanzia che certe posizioni so– cialiste non andranno perdute». Nello steSso «lancio-,,· la sullodata agenzia aggiunge che mentre l'on. La Malfa « si propone di costituire un ponte che possa facilitare il passaggio dei nenniani alla sponda democratica>, gli ex-azionisti di UP (si noti che, per l'occasione, La. Malia non è più exMazioni1;ta) « mirano apet·tamente a !aJ'e di un ponte siffatto la via di transito dei movirneqti di centroMsinjstra vel'SO le ncccglienti brac– cia di Pietro Nenni». Una specie - per dir così - di fa– voreggiamento alla prostituzione. Ma non sarebbe il caso, una volta per sempre, '"di consegnare questi maledetti ex~ azionisti (reparto cattivi) alla _giustizia di Edmondo Cion~; Ed ecco alcune altre, contraddittorie, ·reazioni. Subito dopo aver contato i seggi dei comunisti francesi, si era pro· dotto in Italia uno stato di costernazione; ma i saggi, gli iflrormati, hanno suggerito la terapia del conforto: di che vi preoccupate, dal mornento che i voti dei comunisti sono rimasti, in Francia, quelli cbe et·ano! Dimenticano di dire in tufte fefte1·e cl}e nel '51 la democrazia fu tradita dagli apparentamenti, a danno clei comunisti, e che allora se ne rallegrarono. ~fa non è tutto. Dime·nticàno di dire, oggi 1 che i cinque milioni e me~zo •dei voti comunisti, in FranM eia, sono l'espressione elettorale di un partito· con quattr'o– cenfomila iscritti! Sen~a dnbbio la vita non è tutta facile al comunismo francese; ,na alla sua stabilità elettorale ha -incomparabilmente giovato l'immobilismo dei governi moM derati, ed il troppo corto respiro concesso l'anno scorso &l mendesismo. - L'ultimo argomento viene fuori in questi giorni. Si pro– fila in Francia il governo minoritario, che potrà esporsi. al sostegno dei suffragi comunisti in politica interna, mentl'e certamente questi gli mancheranno per lo più in politica estera. E già corre l'accusa di criptofronte-popolare: mai tuttavia i col'rispondenti dei giornali di destra levarono questo rimprovero a l◄'aure, quando i suffragi comunisti · impedirono una tempestiva riforma elettorale in Francia. La miopia, nel misurare il modo in cui la situazione interM nazionale ha scosso le posizioni di pura guet·ra fre_dda fra i partiti francesi, è un segno di estrema debolezza diaM gnostica della nostra classe dirigente; debolezza che poM tremmo anche. assume,·e come un segno precoce della sua incapacità, nei 1·iguarcli di quel successo assoluto che il nostro partito di maggioranza si ripromette dalle prosM sime elezioni amministrative e politiche. Che ora s.i vada nuovameI).te pensando agli apparentamenti per le ammiM nistrati~,o potrebbe apparire come un sogno ulte!'iore di tal"e incapacità. Mentre si faceva quel g1·an parlare del1e elezioni fran– cesi, a Milano si è prodotto il deplorevole attentato al ~a.M lazzo Arcivescovile. L'opinione benpensante dol magg10r giornale milanese ha fatto correre una interpretazione che sin qui è da ritenere per lo meno temerrn·ia: l'attentato è il frutto di quella campagna di odio, che tutti sappiamo da che parte '\,ione. Pochi giorni dopo, è sorto però il so– spetto che i dinamital'di 'potessero essere certi fascisti speM cializzati nel mestiere. Come qualificarli? «irresponsabili>, naturalmente. Viva la faccia della sincerità. MOTORI POMPE VENTILATORI ALADINO ARZIGNANO

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