Nuova Repubblica - anno III - n. 33 - 23 ottobre 1955

. (~H) nuova repuWJlicà· I .QUATTRO ANNI DEL MULl'NO E , DIFFICILE·. ricostruire una genealogia culturale· valida per l'inte1:a 1·edazione del Mv,lino, perché .si · tratta di studiosi associati solo da comuni istanze. di metodo e da vaghe analqgie sulle soluzioni di fonda. Quèsta difficottà non permette di ridurre le. i~lee della· ri– vista bolognese ad espressione di c orrente. Nei fascicoJi ~folla raccolta si possono ·comunque isola.re alcuni gruppi, -0i temi ricorrenti che valgono a rivelare la segreta preva– ·lenza di determinati interessi. Il problema della scuola torna assiduamente sia come coscienza di una rivoluzione. in• atto negli orientamenti della. pedagogia, sia come esigenza di più aderenti metodi didattici, sia infine come appello ai politici. perché inten– dano il valore della scuola come fond~ione della comu– nità. democratica. In rapporto all'attuale agitazione degli insegnanti delle scuole secondarie il Mulino ha scritto pa– gine assai fini ed elevat_e. Nei primi quarantacinque fascicoli vivacemente è stato discusso il rapporto tra Chiesa e politica., e, in senso_ più lato, il problema della religiosità contemporanea, come ne– cessità di adeguamento delle istituzioni alla coscienza -sto- 1'ico:sociale del nostro tempo. Alieni da ogni dogmati– smo, i redàttori del Mulino avvertpno l'eco mondana del– l'()sperienza inteeiore della fede. E' gente che, -pur cono– scendo Voltaire, non .ignora_ i limiti del _volterianesimo. · Uno. dei filoni di maggior continuità nello sviluppo · della rivista è la polemica _sulla qualificazione degli intèl– lettuali. C'è una esplicita. professione di fedeltà alla resi– stenza. 11 che fonda su •buon terreno italico ed europeo le posizioni di una cultnra per il resto assai eclettica. Il Mu– lino ha però, dei compiti dèll'intellettuale, un concetto sin– _golare. Pare che il segreto del dotto sia in una apertura multilaterale, in un discorso « tecnico » che dissimula sotto fa,. sapienza magica delle parole e delle cifre l'indifferenza V8l'so· i contenuti umani. Così la cultura si riduce a culto deÙa forma, dei pote~·i della logica astratta. Concentrando poi la nostra attenzione ·su taluni pro– blemi chiav della politica e della società italiana, consta– teremo come il Mulino sia stato, a volta ·a volta, e con coe- 1·tmza.assai più sostanziale c_!: ieforma.le, atlantista e cedi– ;f;ta, pro-legge maggioritaria ed antiapertura a sinistra. Si tratta di indici sintomatici che denunciano l'aspetto « mas– siccio» di una posizione· ben determinata: quel che però costituisce il lato peculiare del fenomeno sta· nell-e giustifi– èazioni che la rivista ha recato dei propri atteggiamenti. · Essa dichiara di aver sempre difeso (almeno, hoc erat -in... erbis) la dialettica delle forze politiche e culturalì sul piano democratico; i .stroi redattori sono convinti di aver s~rnpre inteso la propria funzione come di guide iHumi– nate di una opinione di élite. Ora sarà opportuno consi– ~lerare che l'opinione di élite non ~iene conto dei propri interessi, di classe tutte -le volte che, e fin tanto che,. si tratta di sole parole, perché la battaglia delle •idee non ha ma,i fatto male a nessuno. Ché se poi urgono tempi saturi .di rivolu.zioni e ma– turi del nuovo, non mançhe1·à mai il sillogismo .c@nsolator-e èhe, acqueta.ndo la coscienza del loico., cautelerà gli inte- 1·essi del' borghese figlio· di papà. e: I SONO vari modi di essere Ji,berali. Si può essel'lo· an– , che rifiutando "la pesante ipoteca del cro.cia.nesimo– 'iihe è ancor oggi la patria « in ·idea » di tanta parte degli -epigoni della- cultura liberalè. I legittimi eredi dei:. filosofo i}ilapidano il patrimonio ··asservendolo, consule MalagQdi, ,·a cempiti di ·scoperto conservatorismo a.grario · ed indu– ~striale. Gli eredi ideali, invece, si baloccano -nei dilettoso· gioco che consente, ai lucidi e perspicui· scrittori del" Mondo,. di eludere in concreto, dietro un internsse 'apparente, i pro– blemi grossi della società. italiana. Noi siamo stufi dell'articolo sistematico e conclusivo, .dell'a sà,Pienza in pillole. Siiimo stufi del metodo deduttivo. Cinqllanta anni di neoidealismo· ci hanno abituati alla trat– tazione che si arresta inevitabilmente alla soglia· dei pro– l>temi-,.sul limitare dei rapporti tra metod9• e oggetto- con- · èreto della ricerca. Siamo stUii a11che d,i essere -sempre i primi della classe: non è vero che l'autoctonismo cultu– :Fal'e sia stata una malattia• esclusiva.mente fascista. Il fa– scismo esasperò una moda e un costume imponendo un .blocco ideologico a quella circqlazione intellettuale che già i nostri filosofi tendevano a 1·itardare .e rallentare per ~mà singolare e congiuntà boria delle nazioni e dei dotti. Su ,troppe riviste in Italia si h_a l'impressione che, dopo tutto, •è come se nulla fosse cambiato_; come se, in -pacati con– :versad, e ammicc~ndo tra iniziati,· si discorresse di sane q,uestioni che sono nuove e .antiche insieme, che sono di iieri e di sempre. · · . Il Mulino appart~ene, . per Ìa ·sostanza ..conservatrice _:delsuo pensiero,., a tale tipo tradizionale;" ina aggiunge una , vasta curiosità di inedite esperienze umane e culturali: e ciò lo rende attento ed informato di modi di vita che l'ita:.. Hano colto del tipo medio comunemente ignora. Chi ab- ! bia però la pazienza di grattare oltre la scorza troverà c11e il fondo è pur sempre lo .stesso: un anticomunismo che si dichiara conservazione dei valori <lella civiltà cristiana e moderna, un probleinismo aperto che nasconde la difesa . di precisi interessi di classe. Il Mulino ama la discussione e la ricerca, ma no.11 _ ·crede alle possibilità euristiche del pensiero. La discussione : è: otium, o è impegno in uno scontro. di pa.role e di silld- • ;;·iismi. Come se dietro· le paròle non ci fosse la società e ( .Dts. di Dino Boschi) - Noi ci conosciamo g-1a. Io .ti -ho denunciato il 25 lurlio. - E io ti ho denunciato alle S.S. dopo 1'8 settembr~. dietro la. società non ci fossero gfi uomini vivi, e la fame, spesso, presente o in agguato. Il, Mulino discute, e la coscie~1za dorme, per lo meno la coscienza morale non astratta, ma impegnata e consa– pevole. I redattori della rivista bolognese pretendono che .la teoria sov,rasti la pratica, eh.e la cultura trascenda la - _;sperienza. concreta. Hanno .letto .ìl D~wey ~ ne hanno ~in– teso ~d ~ppre~zato la logica: ·solq cl~e ne hanno fatto una p1oda ·nuov{I, çte1, metodo, senza impiegarla realisticamente nell'indagine èritica. . . La cultura che _trascende la prassi è vecchio abito de-,· gli . intellettuali it.aliani: abito c}:ie li espone,. da parte della comunità, ad un isolamento che alimenta sviluppi etl_ evasioni di gusto decadente. J.l Mulino non ignora, spesso,. il volto· vero delle cose: ma ne trascrive l'immagine nel linguaggio metastorico della. 1·epuòblica dei filosofi. Segno di una.. a ristoc razia del pen– siero, certo. Ma anche limite di calore urna.n o. La rivista ha assunto posizioni assai ·raffinate ed accorte su problemi concreti della. società nostra: .ma non ha mai chiarito,. la propria vocazione. Ed' ·è un ·chiarimento, del. resto, che è vano chiedere nella sua esplicita. formu-la:iicme, perché la $Celta è presente in tutte fo pagine. della •riv.ista. Pudica– mente ed. ambiguamente nascosta, ma sempre presente. U rifiuto del dialogo con i. .comunisti ti l' ostina.fa sconfessione di ogni- iniziativa dì· distensione ·tra i popoli nel mondo e tra. i ·partiti in Italia, sono indici di una. ·chiusur.a. pro– fonda e radicale. Di recente qualche componente agg1:egato della pattu– glia. ha diserlato le file. Il Mulino ha commentato il fatto– con nervosa amarezza perché invero accusa.va i-I colpo. Non è facile, i~fatti, :discutere .sempre senza concludere mai, e tanto meno poi ci si può permettere il lusso cli un dia– logo ~pparente che dissimula un· sostaBziale rifiuto. · Le annate del Mulino sono un documento positivo della m~turità intellettuale deUa .borghesia riformista uscita dal– l'antifascismo e dalla, resistenza, ma· so no anche u na p.rova che i miti non va1g<;me-se non escon-0 dalrinv.oh,1cro .delle parole per rigenera.r$i in un bagno di esperienza.. Il Mulino ha paura di certi sviluppi di politica 111terna ed internazionale. Sa. ed .ammette che una grande rivolu– zione è "in corso; sa ed ammette che i comunisti sono dei liberali (anche .se n~m è disposto a c0ncedere che siario,. come essi pretendono di essere, i soli liberali), ma poi ( ~ non si. saprebbe ipdicare la· coerenza di un tal coroUa– :do se non si tenessero prese11.ti le considera.zioni già fatte) ·si arrocca in un fiero e sdegnoso rjfiuto. Ora qui non si dice ·che il compito dei liberali do– vrehbe essere quello di incrociare le braccia nell'attesa, o pi entrare disciplinatamente n~i ranghi del PCI, ma di u. are gli. strumenti del ,pensiero critico della tradizione_ li– .berale in un esame realistico della società contemporanea. ... Un· esame realistico aiuterebbe l'uomo di cultura che scrive o chè legge le pagine del Mulino ad avvertire l'equi– voco che si nasconde nella difes~ di istitµti inattuali, lo spingerebbe ad individuare )'essenza ed :il motivo etern.o . del liberalismo non tanto nelle fon.:ne legate ad una certa _:espressione propria della soc~età borghese, quanto nell'esi– genza di più ampio orizzonte. umano che fu, è -e sa,rà alla base della storia. di tutti 1 popoli .in tutti i tem,pi. - DOMENICO NOVACCO ... ) . ,'1 . ( ibl oteca G no .. 1anco 7 ,_. __ B_, I _B_· L_I_O_; 'I_· '-_-E_V._' A __ *_· _.I CRISTO ,IN TUTA S E -SCORRIAMÒ le· pagine. del volume del Di Nola, C-ri,~to in tuta· (Piuma, Gnanda, 195~), ._ri~r~.ate alla raccolta cleUa docmuentaziQne stùla qu~st~one dei preti operai, ci si presenta anzitutto un'ampia scelta dei docume-nti att~stanti it punto di vista clella gerar– chia e.cclesiastica. Uniéa. scelta esamiente; dei preti ope– rai, infatti, non -è riportato che un bre'!'e documento di carattere ufficiale; le testimonianze si l'imitano agli stralci di due articoli, l'une dalla Quinzaine, l'altro dalla Vi.e in– tellectuelle, controbilanciati da un. sentenzioso articolo di P. Claudel, cli netta riprovazione dell'esperienza. L'im– pressione che .il lettòre ne riporta è che, attraverso tutto questo, gli sconosciuti rimangono i preti operai; non chia– ri.ti i loro propositi, ·non abbastanza. documentate le loro posizioni di principio, non sfiorata la reale sostanza delle l'oro soffernnze e delle loro lotte. E' soprattutto la gerar- . chia che si pronuncia, attraverso una serie di prese dì po-_ sizione del D.N. commentate con note nettamente di ten– denza; sì che i preti operai; che son ciò che in defini– tiv.a ci· interessa più strettamente nena questione cl:re li )'iguarda., ·e ai quali va tutta la simpatia umana dello stesso autore della raccolta, rimangono ancora figure estre– mamente imprecisate. La scel:ta corrisponde,· del re~to, a certa impostazione polemica <lel saggio .introduttivo, ch'è condotto secondo lo schema interpretativo seguente: la Chiesa 1 accentrata e autoritaria., munita di ,un bagaglio teorico assolutamente inadeguato a interpretare l'odierna realtà storico-sociale, ha soffocato il movimento -rinnovatore, sorto nel suo seno, ·che si studiava di rinvèrginarne le forme riportandole al genuino,. primitivo valore cristiano, di riattingere l'auten– tico spirito evangelico al d_i là del fa,risaismo ecclesiastico (v. p. 44, la nota a .p. 139, ecc.). Schema non accettabile se non con .serie. riserve. Anzitutto, u~'indagine che intend~ andar oltre la pura; att\.1alità di un ordine di fa.tti, .a de– finirne cioè l'obiettivo- valore, non può non tener conto, in questo caso, delle ragioni storiche di fenomeni di :vasta portata come la struttura organizzativa e teorico-domma– tica del mondo eccles.iastico cattolico,. o come, all'oppo– -sto, lo sfori;o di adeguabone dei pr.eti- operai al mondo at– tuale nelle sue forme di .a.zione -e di metodologia interpre– tativa della tott~ politico-sociale. -L9 scliema d,el D.N. :pecca di astrattezza polemica nei .riguardi ,qella. gerarc_hia, -che si muove pure nell'ambito di un proces~~ 'storie~ dal qu~le ,è condiziouata e di cui vanno criticamente studiati i mo– tivi e le forme, qualora si v.oglia giungere a u,n ~ff.ettivo ·superamento delle posizioni attuali; pecca di· ·astrattezza :sentimentale nei riguardi dei preti opera.i, che• non ·tanto hanno compiuto un'opera di ritorno al cristianesimo delle fonti quanto piuttosto hanno sperimentato la possibilità ·cli un'adeguazione delle forme del sacerdozio cristiano a una realta sociale di estrema attualità storica. Sembra -do– minare il D.N. una for-ma di ·avversione romantica a ogni tipo di analisi sociologÌ-ea (•si veda quanto dice, a p. 35 ss., circa l'opera del P. Godin },, a ogni conc:r:etizzazione in dati specifici; mentre non avverte con altrettanta acutezza il pericolo di non· so'stituire allo schematismo dell'indagine statistica che i più vaghi schematismi di un sentimenta– lis~no generico. E tuttavia., l'intera inti·odnzione del D.N: si sarebbe resa ben più accettabile se commentata da una larga -scelta di itine1:a.Ti dei singoli preti operai, senza trascurare qual– c'uno dei loro più significativi documenti di gruppo. Ci sembra. cli non vedere ·altra possibilità non solo di tempe– rare l'asprezza polemica -del sa.ggio, ma anche di dare svi– luppo, concreto .a quanto in esso si rilev.a e si .addita di positivo. Che il D.N_ conside.ri i preti- ·operai quasi unica– mente dal punto ·di vista dei loro rapporti con la gerar– chia e della loro posizione· nell'ambito della Chiesa, ri– sponde a una pa.rticolare sua impostazione di cui 'non è il caso di fargli carico, -anche se un'analisi della questione non 1rn-ò diTsi completa. qualora si sottovaluti il r.a,pporto col mondo dell'organizzazione cl'assista, e se e nettamente insufficiente la considerazione,. di cui nell'opera in que– stione abbiamo un esempio, del mondo comunista dal solo ·punto di vista delle sue caratteristiche confessionali e dei ·suoi elementi mistico~emozionali. Vorremmo però, anche atténendoci all'assunto del D.N., veder più esplicito nelle ·sue pagine il chia1·imento, per noi fondamentale, che - _ lungi da:l ri~adere i~ un vecchio mito. ecclesiologico pri– mitivistico - il rinverginamento dei valori cristiani riguar– da resperienza di ogni· singolo prete operaio nella sua im– medesimazione a una realtà di sofférenza umana, di mor– tificazione, di precarietà,. dì lotta; veder incentrato; in– somma, il problema dell'attuazione di valori cristiani sul piano della personale esperienza umana e religiosa. L'as– senza di queste distinzioni non può non impedire, ci sem– .b~a, di avvertire· criticamente quel tanto di integralistico che pesa ancora sull'azione dei preti operai, quel tanto di attivismo religioso-politico- che ha costituito il limite àella loro esperienza; non sapremmo dire quanto il D.N. sia sfuggito a questo pericolo, con la sua accettazione indi– scriminata dell'esperienza dei preti operai. MARGHERlTA ISNARDI ~.:. 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