Nuova Repubblica - anno III - n. 33 - 23 ottobre 1955

4 (&1) nuova r-epuhhlira CONFLITT·O . 4 ' . ' ~. DI GEN-ERAZIONI ... ÉtI°TES IN OMBRA sti-i giovani e oggi m uno stat_o semipermanénte di rivolta e conclannà e rifiuta tutto; un'altra parte, convinta che non vi è nulla da fare, si disinteressa o cerca individual– n1ente soluzioni che, tra l'altro, non esistono; un'altra parte ancora, delusa, piega nella sficll1cia e nel conformi• smo e si fa scettica o cil\ica o Ìnclif!e1;enté !l apatica. . J n ogni paese, si sa, è l'avangt\arc\ia 'delle élites che dà il tono alla società, che èsprime le esigenze, i bisogni, le idee, 1e intuizioni, quanto di vivo e di nuovo insomma va affiorando o si va affermanéfo nella coscienza popo– lare. Jn ogni paese, però, e ln una società divisa in classi, a ciascuna classe còrrisp~nde,.. uri .g1·11ppo più a.va ~nzato, un pa1-tito diciamo, c_he politicamente la mppr·esenta; il partito comunista per esempio esprime o vuole esprime1·e l'avanguardia delle classi operaie e contadine. Veramente, delle classi contadine il partito comunista italiano s'oc– cupa 1nolto poco o, a1111eno, assAi generican1ente 1 n1a, i11 prima approssimazione e ai fini del nostro discorso,. si può tener per buona .la prima affermazione. di NINO ISAIA. N EGLI ultimi ceqlocinqu,ant'ann( Ja·'.fu_rnta__ media della vita nelle naz10m oce1dentah, _s1- e- p1u che rad– dop~iata; in qnésti ·soli ultimi vent'anni, grazie al pr-og,-esso medico, di_eci_anni ·cJi" vita m~_dia_ sor.10_ stati ~oi:i– quistati sulla morte. D1 conseguenza 1 rnd,ce cl, vec~h1a1~ (,-,1pporto fra gli individui di età inferiore ai 2-0 anm e gh individui di GO a·nni e pit1) s'è andato ovunq11e elevando. L'Hal_ia con un indice nel 1871 del 21 % e nel_ 1%1 cl~! 34, %, · o~mipa· il ·nono posto nella graduatorià ..di -vecchiaia dei principali pae~i dél mondo. . Da una parté, e irhmedialamente,- l'invecchiamento s1 ripercuote sull'economia aumentando ·,t carico demografie.o gravante sulla parte atti,:a della pop·otàz_ione_e 1·itardando l'ingrnsso delle m10,,e ·generazioni iiél! _ciclo della norm~le atti~ità produtth·a (donde per i giovani quel ~ens~ di_oriz– wnti chiusi); dall'altra la,·ol'isce e appro!ond1sce 11 distac– co fra le generazioni; distacco che, per la trasforma,hione che si va operando nella società· sòt~o la spi_ntA.del pro– g,·esso · tecnico, già si afferma per conto prop1'io con un peso è una rapidità non· confrontabili, nel passalo, con nessun'altra età.. E' .la « accelerar.ione storica», come qual– cuno t'ha definita, che fa diversi i linguaggi cli due gene– razioni a distanza solo di vent'anni per la cliversiti1 del mondo formatiYO della 'lorò gioventù. ·Mentr·e i padri, UO· mini cli quaranta e di cinquant'anni che sino allora ave– vano seguito il ritmo dell'evolnzione, s'immobilizzano, i giovani, che del mondo che si va affermando spontanea– mente acquistano una diretta e fresca sensibilità, affac– ciandosi alla vita non solo vengono a n1anca1·e d'una gui– da e d'un sostegno veramente pertinenti ed efficaci ma anche .11rtano in un complesso di idee, cli tr1,1dizioni e di abitudini liuperat;,ed impaccianLi: S~ a· c!ò aggiungian10 il somn1o~vi1ncnto operato nel pro!ondo dalle due guerre mondiali e la !,·attura nella tra– dii.ione politica del nostro paese operata dal ventennio fa. scista, si comprenderà come le vecchie e anche non tanto vecchie Senera:&ioni si muovano in un n,ondo con-1pleta– mente estraneo e distaccato dal mondo della gioYentù. Una gioventù che eSige; di fatto, una emancipazione e una. li– bertà assai più apparenti, sino ad oggi, che r·eali; le vec– chie feudalità con il progresso tecnico e sociale sono ·scom– parse, ma scomparse più cli nome ché cli fatto. In realtà t11hù sessuali e religiosi, pregiudizi intellettuali, limitazioni di libertà, limitazioni sociali, ecc. sussistono nel costtime né più né meno di ci"nquant'anni la. E sussistono nel <_JO· slume deÌle stesse famiglie ·liberali e ·socialiste pronte, a parole, ad affermazioni di progr-esso e di libe,y, ,~a, di fatto, conservatrici ·e negatrici, nella loro cerchia, d1 pro– gresso e di libertà.' Contraddizione che si pnò, in un certo senso '"anche spiega.re ma che agli occhi della gioventù disin~antata' d 'oggi as sume il· valore di una autentica mi- stifica,,ione. · I . POLITICI denunciano, ?ei gi~vani,_ il disinter~-~s?, gÌi educatori. l'ind.iffe1·enza., 1 padn I& 1rresponsab1hta; rn realtà non è che i giovani si disinteressino di politica o di cultura o non _possiedano a modo loro una coscienza; sem– plicemente essi sono staccati e insieme respinti da « quel.– la:, politica da «quella» cultura, da «quella> morale e proprio per~hé politica, morale é cultura che non si con– crntano in azioni che non soltanto non esprimono I& realtà ma addìrittura ~e son dis.taccate o, peggio, la ·deformano. Assai più realista. che nel _passato, lors'ancbe per· f espe-., rieirna che· assai prèsto le tocca fare, da noi, di una società che soffoca ogni sua aspirazione, la gioventù d'oggi _bada alla efficacia, all'azione più che alle pa.role, ali~ realtà più che a.i miti ; .una gio:ventù che più non s'accontenta di pi'omesse e d'ideali; le grandi promesse e i nobili° ideàli cari ai 'poli°tici e agli educatori di ancorò. trent'anni f_a, ma esige l& coerenza, la pratica applicazione, l'efficienza. Allà giovenhì occorrono· spiegazioni, e spiegazioni serie, che effettivamente spieghii10· e non eluda_nò là rea1- t,ì che non scansino i -fatti; il comizio e l'oratoria son co'.~e per i giovani (e non per i sòli.' giovani) decadute, supérate. Già lo dicev& Gramsci: « il modo di essere del nuovo intellettuale (l'intellettuale organico delle classi su• balte,ne) non può più consistere ·nell'eloque·nza, motrice esteriore e 'momentanea degli ··alfett( e delle passioni, ma nel mescolarsi attivamente allà vita pratica come_ co- _ slrnttorè, organizzatore, persuasore .. >. li mantenime"nto in vita delle vecchie generazioni gioca, per molti aspetti, & tutto favore della reazione;. non soltanto nel passato· le ide~ di progresso e di ljbe1·tà eran 1·i1'naste,' per i più, allo· stato astratto, ma la i<leo– logia stessa dell'italiano medio di quelle età bene ri– sponde, ·n ell'insieme, agli interessi della destra. °La cono– scenza, la concezio.ne che egli ha della economia, della fi. nan,,à; dello stato, corrisponde alla realtà com.e, press'a poco, la fisica di Aristotele alla reale struttiira clella matel'Ìa. Non esistendo poi nel nostr-o paese, come in Fran– cia per esempio, una tradizione di laicismo e cli libertà, una. tradizione di sinistra, radicale se non socjalista, che vh·acemente s·opponga ad un assali.o troppo scoperto alle ·tiberti, londamen·tali; non esistendo, o scarsa e remota nel , ricordo, una trnclizione cli lolle politiche e di partecipa- zion_e, a· quelle ·Jolte, cli larghi strati popolari, pit1 facj\- mente è consentito alle classi 1·eazionarie; allraYerso là grossa macchina della stampa - 1•icàcluta·per la più parte nelle sue mani - il condizion"amento .dell'opinione pub– blica e, alla attuale classe dirige~te, .Ja.,restaurazione ~a _un passato,- àhimè, troppo recente, del ·•clihia e del co– stume di• lascìsmò e 'di conformi mo che ·pi,1 le è caro o pi ti I e torna coi:noclo.. . .Tali ideol~giÉt e tali ideali _,appartengol)o per~ alle ge– . nerazioni che han conosciuto, in· gioventù, la sicurezza del vecchio mondo e Ja virtt1 del risparmio; le generazioni · che han' ,;iato invece la proclamazione dell'impero e l'otto · settémbr\l, che han vissuto la guerra e la Resistenza, che han· cOl)OSCil1toi reticolati e le deportazioni, la libera- zionè e il mercato· nero, la guerra fredda e l'inflazione, non concepiscono la vita allo stesso modo. La guerra e la ",Resistenza, la Resistenza soprattutto, hanno recato ve- , ran1ente un soffio di vita nuoVa; 1e generazioni pili re– centi, poi,' edpcate in un clima, rispetto all'antico, cli fan– tascienza, se la ridono dei vecchi ideali e delle antiche tradizioni. Meno imba.razzati di ricordi e di pl'egiudizi i gio– vani sono oggi pitt dinamici, più obiettivi. Oggi il con– flitto esiste fra queste generazioni, più realiste e più ca– paci, e i vecchi uomini e i vecchi quadri di una società in decomposizione. Una gioventù sana, informata assai più che non Ri creda, spoglia cl'illusioni e pronta al– l'azione; una. gioventù che; per la coscienza che assai presto acqù ista dei propri problemi e della propria soli– tudine e per la maggior possibilità e facilità di diffu. sione delle idee e delle esperienze, matura oggi più rapi– damente che -nel passato e -anche più presto potrebbe, e · vorrebbe, parteoip~re alla vila. Ma la vita la respinge, ia costringe all'impotenza, alla' sterilità. Una parte dei nò- · Alla formazione della élite,. diciamo nazionale, con– tribuisce quindi, o 'ci dovrebbe teoricamente contribuit·e, mediante la sua ·avanguardia; ciascuna classe della so-· cietà; compito di un partito, sotto questo aspetto, è la individuazione, il reperin1ento in seno alla classe ch'esso intende esprimere della sua propria naturale élite .per farne. la élite politica rappresentativa; farla .agire, •raf• forzarla, i-innovarla 1·egolarmente in cm processo .inin– terrotto di 'osmosi e cli interazione fra rappresentanti e rappr·eMntali. In nn paese come il nostro; però, di breve ed inter– rotta tradizione di liberti,, di scarsa partec'ipazione 'pòpo• lare all'attività pubblica politica, quelle élites non con• yengono ai partiti per spontaneo affioramento dalla mas– sa.; avviene anzi che, per l'antica diffidenza ,·erso i pa,r .. titi e le loro lotte, i migliori uomini e i più rapp1·esen– tati vi se ne astengano. E' quindi tutta un'opera .che si deve compiere, da noi, di educazione, di convincin1ento, di chiarificazione; un'opern che si svolge non soltanto, ·e genericamente, con la propaganda., ma att1•ayerso l'espe~ rienza, come diceva Lenin, l'esperienr,a politica diretta delle stesse masse. In questo senso incombe sui partiti una duplice responsabilità: non solo, in sostanza, essi debbono raggiungere con la loro azione e la loro lotta i fini che si propongono ma anche, e proprio con quella azione e con quella lotta, fornire al popolo l'occasione della esperienza che sola, politicamente, lo può educare. (continua) CRITERI DI UNA RIFORMA FISCALE PROGRESSIVITA' A ROVESC L A. MOZIONE PROGRAMMATICA del· dicembre scorso, richiamata nell'articolo di Bavastro. uscito nel n. 25 di questo· giornale, appare logica e. chiara nella prima parte, dove afferma necessaria < una imposta gene,·ale e progressiva sul reddito cui corrisponda una ere• scente limitazione dell'imposizione. indiretta~; mentre ap– pare generica e contraddittoria nella seconda, quando ri– chiede « una trasformazione dell'imposta sugli scambi e sugli aHari diretta a colpire il reddito consumato, non ad ostacolarn e rincarare la produzione:,. E' evidente infatti che la trasformazione di una impo– sta indiretta -: che da sola rappresenta purtroppo il 22, l per cento delle entrate fiscali del· nostro bilancio, lasciando a rispettabile distanza il 14,6 per cento dei tabacchi e il 13,9 per cento delle maggiori imposte dirette ordinarie (ricchezza· mobile, complementaJ·e, labbr1cati, terreni) - non può soddisfare la premessa esigenza di una crescente limitazione dell'imposizione indiretta in generale. D'altra parte non si vede quali accorgimenti possano permettere al legislatore di conservare, sia pure trasformandola,. un'im– posta tipicamente indiretta qual'è quella < Generale sul– l'entrata>, evitando nel contempo che essa rincari la pro– duzione. Ciò premesso, al solo scopo di evitare confusioni ed equivoci, si deve, confessare che prima di giungere alla sostituzione delle imposte indirette sui consumi con un maggior gettito di quelle sui redditi, molto tempo dovrà trascor~ere ed occorrerà saggiamente impiegarlo soprattutto nella rjforma ·dei metodi e dei criteri cli accertamento dei redditi imponibili. E' questo il tasto doloroso di tutte le riforme tribu– tar·ie, particolarmente cli quelle che hanno per oggetto un sistema complesso come il nostro e per soggetto un popolo che considera a.ncora alt.amen te meritorio,. oltre che lecito, ingarinare se,npre e comunque l'a1nn1inistrazione finanzia– ria dello Stato. Vero è che - non sai se quale effetto a . causa o quale causa ad effetto - l'alta burocrazia mini, · ste1·iale sembra vedere nel contrjbuente piuttosto un a:v– versal'io da costringere al tappeto anziché un cittadino da far conconere, a nonna ·dell'art. 53 della Costituzione della Repubblica, alle spese pubbliche in ragione della suo. capa– cità contributiva, con criteri cli progressività in relazione ai suoi reciditi. . Ben pochi ignorano che la cosiddetta « riforma Va– noni, è stata presto resa inefficiente da queste opposte mentalità del contribuente e del fisco che non appaiono ancora supemte anche, e soprattutto, a causa ciel prudente criterio con il quale è stata finora affrontata la necessità. di lasciare a disposizione del contl'ibuente ed esente. da og~i imposta un minimo di reddito che possa. essere suh ficiente alle sue esigenze vitali. A questo proposito si convinca il legislatore che ogni riforma ttibutaria resterà presso cli noi lettera morta se non affronterà preliminarmenJe e con coraggio tale pro. blema, dalla cui soluzione dipende in gran parte la pos· sibilità di creare un'atmosfera di maggio~e comprensione fra contribuenti ed organi fiscali. Perché sino a quan<lo. Ja maggio,· parte del personale degli uffici finanziari doVl'à dedicare il suo te~npo e le ·sue energie a convincere della necessità di pagare le imposte chi ritiene dover difendere contro i gravami fiscali quel reddito minimo che gli garan~ · tisce ·il pane per i propri figli, non si farà un passo avanti verso la determinazione, tra :finanza e contribuente, degli· auspicati rapporti di 1·eciproca e cordiale fidµcia; le spese di· accertamento supernranno spesso il gettito delle .imposte ac• certa te; e coloro che dovrebbero essere i maggiori cont-ri– buenti continueranno allegramente a pagare in base a red• diti sempre più inferiori ai reali man mano che si sai• verso cifre più elevate, attuandosi così quella « progressÌ• vità al rovescio » che è caratteristica di ·molte imposte, noia esclusa nemmeno, in certi casi, la complementare progres– siva sui ,·edditi. Altro· obiettivo da prefiggersi è poi quello della sostiJ tuzione reale del criterio analitico a quello sintetico-indut– tivo nell'acc~1·tamento dei recldit~ mobiliad e degli impo• nibili agli effetti della complell)entare, in quanto chiunque conosca un po' la materia e l'ambiente fiscale sa che, ~en• tre è facile dire ad un povero diavolo « tu non puoi gua- .. <lagnare meno di tanto, perché in caso contruio saresti . già morto di lame>, per i redditi maggiori si verifica costantemente il cosiddetto fenomeno delt'« appiattimento delle cifre elevate>, in quanto è molto difficile stabilire - in _base al tenore di vita -il reddito reale di chi può 1·i– spapuiare la maggior parte dello stesso e cli chi non rie– sce assolutamente a consumarne più cli una insignificante aliquota. Anche per questo occorre liberare il personale degli uffici dalla fatica dei piccoli accertamenti per lasciarlo li• bero di curare i maggiori. Ma ogni riforma sarà poi frustrata se continuerà' ad imperare l'attuale sistema di inframettenze politiche a fa. vore dei maggiori contribuenti; piaga questa intorno àll11 qu.ale esiste una vergognosa casistica; sistema iniquo che suona irrisione per quei leali lu"'zionari preoccupati di rea• lizzare il massimo possibile di _giustizia nella distribuzione. del peso delle imposte e per quei contr-ibuenti che, volon-: tariamente o perché costreltivi da ci,·costanze estr-anee, di– chiarano fec\elri,cnle i prop:ri ·redditi. FRANCESCO BRUZZONI

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