Nuova Repubblica - anno III - n.27 - 11 settembre 1955

(75) nuova repubblica IL FES'rIVALDEL CINEMA DEUADENZA AL LIDO di LUDOVICO ZORZI ! LLA VIGILIA di ogni Mostra veneziana è diventato r.\_ quasi un luogo comune esprimere la speranza che ~ la nuova edizione valga a superare le deficienze e .gli errori del passato, specie per ciò che riguarda il rego– lamento delle adesioni e la composizione della giuria. Una conferma dei criteri di stupida speculazione politica, che in luogo di rigorose selezioni artistiche condussero ai cla– morosi casi-limite della premiazione, nel 1953, del me– -diocre Sadko di Putscko, anteposto all'ultimo grande film di Pudovkin Il ritorno di Vassili Bortnikov ( che segnò una svolta decisiva nella problematica dell'ultima cinema– tografia sovietica), e della non menzione, nel verdetto dei giudici del 1954, di Senso di Visconti (escl'usione di cui il successo ottenuto dal film in normale circuito ha già fatto giustizia) ; una conferma di tali criteri, dicevamo, po– trebbe riuscire fatale al destino della Mostra, e in ogni caso non farebbe che infliggere un nuovo colpo al prestigio iiaternazionale, già abbastanza scosso, della nostra massima rnanifestazione cinematografica. Purtroppo, nonostante la p1·esenza.,nella giuria di quest'anno, di qualche nome nuovo - l'italiano Carlo L. Ragghianti, il cecoslovacco Antonin M. Brousil, il francese ·J acques Doniol-Valcro.ze - molti sono i nomi legati al ricordo dei fischi in mezzo a cui si concluse il festival dell'anno scorso; e d'altra parte, lo spie– _gamento cli massicci interessi industriali e finanziari e le interferenze politico-religiose essendo nel frattempo, se non aumentate, ri1naste press'a poco le stesse, non é'è da me• rnvigliarsi se un certo risultato sia da considerarsi già sconta.to a priori. Cosa tutto questo abbia a che fare con l'insegna.: Mostrn internazionale d'a,·te cinematografica, che spicca sui manifesti, sui programmi e sul pomposo avan– corpo eia poco aggiunto al vecchio Palazzo ciel Cinema ·(forse per travestirne alla meglio l'impronta littoria.?) non si capisce bene, o meglio si ca.pisce benissimo, a seconda dei punti cli vista eia cui si voglia guardare a.Ila ca.rneva- . lesca. parata ciel Licio; alla qua.le prendono parte quest'anno,. con la bellezza. di trentatre film, diciotto nazioni, vale a dire le cinematog.rafie dell'Occidente e dell'Oriente al com– pleto. Non solo, ma la presenza operante dello « spirito di Ginevra» si è già profilata nell'equanime decisione ciel dott. Croze, segreta.rio generale della Mostra, cli imporre, giovedì 1 settembre, il ritiro di ì.m film cecoslovacco e cli un film spagnuolo, motivandolo con cavillosi pretesti circa il J'eCapito delle bobine, in realtà applicando il discutibile a1-t. 2 del regolamento, in base a.I quale la direzione della Mostra ha la facoltà di chiedere a una nazione espositrice di ritirare un film giudicato offensivo nei confronti dei sen– timenti nazionali cli altri paesi presenti alla rassegna.. (Si sa che lo spagnuolo El canto del gallo narrava i casi cli un l'Cligioso esposto alle persecuzioni di un governo generica– mente orienta.le; le ragioni del ritiro dell'opera cecloslovacca sono invece meno chiare). T nutile insistere sul discredito che simili episodi procurano a.Ila nostra esposizione; il loro 1·ipetersi dipende tuttavia dal. difettoso regohtmento cli ac– cettazione. p ER TORNARE alla cronaca della Mostra, e limi- tandoci a volerne spia.re solo l'aspetto, piccino piccino, artistico-culturale, dovremo ammettere cli trovarci a tirare le somme della prima settimana di proiezioni (durante la quale, tra retrospettive, persona.li ed esposizione vera e propria, abbiamo visto a.Imeno uua quincliéina di· film e documentari) con tre o quattro opere, non più, degne di un certo rilievo: relativamente poche per una Mostra che si definisce d'a,·te, relativa.mente molte se si pensa at– tr:.iverso quali maglie esse sono filtrate per arrivare fino allo schermo ciel Lido. Va notato che solo la seconda settimana 1·iserva normalmente le migliori sorprese: anche queste però tJrevedibili in anticipo, essendo per es. già stato notificato pe1· la. serata cli chiusura il film cli René Clair Les g1·andes manoevres, « fuori cOncorso », ma interessant~, ntl pare, senza che occorra spiegarne il perchè. La scelta. ciel film giapponese Shuznii Monogata,-i (tra– dotto chissà perchè La Masche,·a e il Destino) ciel regista Noborou Na.ka.mura, esordiente a Venezia, è stata senza dubbio infelice per la serata dell'inaugurazione, per defini– zione mondana e spensierata., gia.cchè il film, molto migliore di quanto s'è scritto e detto, ha annoiato il•pubbliéo e indi• spettito la critica. Nè poteva avvenire diversa.mente, es– sendo questo film molto lontano dalla sensibilità e dal gusto eqropei, molto più « giapponese» di quanti esposti finora al Licio, da Rasho-Mon a I sette Samurai, interes• santissimo per i suoi legami col genere H.abi,lci (il teatro nipponico di spirito popola.re ) e non, come s'è eletto, p13r l'impiego del colore, screziato e levigato secondo il gusto clelle lacche orientali. Insomma, una reazione che ricordava da vicino la cantonata collettiva seguita alla rappresenta– zione dei no del Teatro Classico cli Tokyo durante il Festival ciel teatro dell'anno scorso, che avemmo occasione di rilevare a suo luogo. L'.indomani, 26 agosto, presentazione dell'ultimo film di Dreyer, Ordet (Il VeJ'bo), sicuramente il più atteso tra quelli in programma quest'anno, e che da solo sarebbe (Dis. di Dino Dose/ii) (.Per intervento dell'ambasciatrice Luce, il film americano Black– board Jungle che affrontava tl problema delle gang giovanili, t stato sostttuito dal film musicale Melodia interrotta). LUCE alla ribalta bastato a conferire a questa sedicesima edizione della Mo– stra, tra gli studiosi e gli appassiona.ti di cinema., l'interesse che avrebbe potuto suscitarvi, poniamo, un nuovo film di Cha.plin. Il nome ciel danese Cari Theodor Dreyer è iscritto in ogni opera di cultura cinematografica., dai manuali cli– vulgativi a.Ila maggior saggistica critica, Sa.clou!, Chiarini, Ragghianti, ec .,~tra i « classici » del cinema. E' quindi comprensibile che il film abbia suscitato, in certi settori della critica., una delusione forse pari all'aspettativa; per non parla.re del contegno del pubblico vero della Mostra, quello pagante per vedere in solido le forme delle attrici, che ha disertato in massa la proiezione, appena sparsasi la voce che si• trattava di una cosa «artistica.» e per giunta di soggetto religioso. In 1·ealtà, Dreyer stesso, in una conferenza-stampa tenuta al mattino, si era dichiarato solo parzialmente soddisfatto di questa sua ultima fatica, e non aveva esitato a stabilire per primo, senza esserne esplicita.mente richiesto, la seguente graduato1·ia cli merito con i suoi precedenti celebratissimi capolavori: Giovanna d'Arco ( 1927), Dies irae ( 1940, salutato da unanimi con– sensi alla Mostra ciel 194.7), e solo al terzo posto, questo Ordet. Il film, sotto meriti stilistici insigni, sotto una con– sumata sapienza espressiva (il cui merito va ripartito in parti eguali tra }a regìa., la mira.bile fotografia. cli Bendsten e un «cast» cli attori cli prim'ordine), svolge con mae– stosa. gravità e pacatezza (in rari momenti, lentezza) una storia d'a.nime che ha il solo clifetto cli richiamarci i più noti luoghi comuni della letteratura, del teatro e ciel ci– nema scandinavi: paesaggi campestri battuti dal vento ciel mare e oppressi da cieli nuvolosi, rudi patriarchi e deboli sarti rurali in conflitto per le opposte concezioni etico-religiose, pastori miscredenti, mariti nevrastenici, muc– che, ca.va.lii, a.nitre selvatiche di marca ibseniana, la dolce sposa incinta che muore nel da.re alla luce la sua creatura, tutto l'armamentario più torbido del cristianesimo prote– testa.nte, disciolto in una atmosfera al limite tra il reale e l'irreale, in virtù della qua.le passa.no anche i più tira.ti colpi di scena (come la resurrezione di lnger, operata dal cognato veggente con le parole del Cristo al sepolcro cli Lazzaro), che in mano a un'altra tempra df artista scivo– lerebbero 1·apidi nella farsa. In Ordet, l'atto di fede nel « Verbo » ci pare sia rimasto sul piano della dimostra– zione formale, abbia smanito o scemato la poetica forza di suggestione, forse soltanto la. trascinante eloquenza di lunghi tratti della Giovanna cl' Arco o ciel Dies irae. e OMUNQUE, l'opera racchiude in sé tali pregi cli stile che è impossibile darne un giudizio circostanziato ed esauriente, senza sentire il bisogno di una pacata rilettura., al di fuori dell'eccitata atmosfera festivalesca. Qnel che è certo è che il pubblico comune non potrà vedere que– st'opera in normale circuito, perchè la potenza ciel senti– mento religioso che vi circola è tale da atterrire i bottegai del noleggio e, prima cli loro, le autorità politiche e religiose del nostro paese, sempre, com'è noto, amorosa.mente sol– lecite della quiete spirituale dei propl'Ì amministrati. Per il resto una serqua cli pellicole che a dirle me– diocri si 1-ischia di essere generosi: con1e l'unico film messicano iscritto alla sedicesima Mostra, Dopo la tem– pesta, polpettone a fumetti con monache e guardiani cli 7 fari, confermante l' attua.le deriva cli questo cinema, che fino a non molti anni fa ci aveva dato opere cli un'ot"!lginalità ispirata. e vigorosa; come l'americano Caccia al ladro, prodotto classica.mente commerciale cli Allrcd Hitchcock (presente a,nche lo scorso anno con La fi;nestra sul cortile, giallo di confezione senz'altro superiore a questo) ; come lo Jugoslavo Attimi di decisione, che na.yra. una imp1·0- babile storia partigiana complicata eia agnizioni degne d'tin romanzaccio d'appendice; come il brasiliano Mani insan– guinate, che porta alla· più disgustosa esasperazione la truculenza tutta esteriore del sopravvalutato O cangaceiro; come i rima.sugli del" duo Ferna.ndez-Figueroa (ricordiamo solo la Perla e la Malqueri<la) serviti sotto la bandiera. ar– gentina nel centone Le Tierra del Fuego se apaga (si quie– ta); come gli scadentissimi Verso nuove ,--ive, rnsso-lèttone cli Leonid Lukov, e il france.se Les mauvaises rencontres cli Alexa.ndre Astrnc: tutta roba assolutamente indegna di comparire in una rassegna internazionale, e èhe prova an– cora una volta (se pure ce n'era bisogno) i rischi ciel cri– terio· cli accettazione dei film all'ultimo momento, in sca– tola chiusa. Di tutto questo spettacolame a un tanto al metro, volgare raffazzonato disonorante per le 1·ispettive na– zioni espositrici( con la. sola eccezione ciel lacrimogeno Muso di topo, prodotto cla.ll' Olancla ma con la regìa del tedesco Stauclte, sulla corruzione ambienta.le cli uno sfortu– nato ragazzino, cui tocca, fra l'altro, di assassinare la ma– dre J, vale la pena, come si diceva., di parlare cli un altro paio di film, che pur rimanendo a varia distanza dal ca– polavoro, toccano entrambi il livello di decoroso e serio mestiern segnato dal film di Dreyer: il russo La cicala, opera prima di un giovane allievo cli Gherassirnov, Sam– sanovo, e Yokihi, del grande cineasta giapponese Kenij Mizoguchi, il regista forse più premiato a Venezia, dove è ancor vivo il ricordo dei tre Leoni d'argento itggiuclicati in questi ultimi anni a O lim·u, Ugetsu Monogatari e L'in– tendente Sansho. La cicala, il cui soggetto è tratto eia un racconto cli Cecov abbastanza noto anche da noi, narra le vicende cli una giovane fatua signora., tutta dedita alle mode ciel suo sa.lotto artistico-letterario, la qua.le , dopo aver coscienziosa.– mente tradito il mai-ito con un pittore, si accorge ciel valorn e dell'amore di lui solo quando questi, un medico, muore contagiato dalla difterite di un bambino che stava curando. Una storia borghese, come si vede, ma raccontata con perizia e con gusto eccellenti. Non possiamo indugiarci qui sulle qualità tecniche e spettacolari ciel film cli Sam– sonov (solo l'uso del colore, sottolineante il tenero bova– rismo dell'insieme, meriterebbe un lungo discorso a sé) ; diciamo però che tra i /-ìlr;;finora presentati, esso ci è sem– brato il più completo, o a.imeno il più esente da difetti. Manca perfino la propaganda,· di prammatica in qualsiasi film sovieticd. A VVIVATO DA UN COLORE assai più prezioso di quello impiegato 41 film di Nakamura., trattato con quella delicatezza propria degli orientali, il nuovo film· di Mizoguchi è apparso all'altezza dei precedenti, forse solo qua e là compromesso eia inspiegabili cedimenti di gusto. Ambientato nella Cina feudale cli molti secoli fa, narra la vita di una favorita dell'Imperatore, Yokini, in– namorata e fedele fino ad affronta.re in sua vece la morte. Ma, come sempre nei filn-Ì cli questo regista, la vicenda ha nn valore relativo, sopraffatta com'è eia.I prestigioso rilievo di una infinità cli elementi espressivi: la natura, gli og– getti, le persone, le voci, i minimi gesti, piegati da sotti– lissime consonanze intel'iori a un risultato di miracolosa armonia.. Sbalorditive anche questa volta le prestazioni degli attori, specie della bella Machiko Kyo, quasi certa– mente l'attrice più autentica. tra quelle presenti al festiva.I e sicuramente (è l'unica nota. mondana che ci concediamo) la più -dotata cli grazia e di femminile eleganza. Abbia.mo cli proposito la.sciato per ultimi i due film della rappresentativa. italiana esposti nella p1·ima setti– mana., Gli sbandati di Francesco Maselli e Amici per la pelle ciel fiorentino Franco Rossi, i qua.li dimostrano, cia– scuno per proprio conto, non solo una selezione final– mente accurata, ma anche, checché si elica della « crisi» e delle sue conseguenze, l'alto livello della nostra produzione, che anche in posizioni dichiaratamente minori e artigianali come quelle dei due film, rivela cH saper reggere vigorosa– mente il confronto con le cinematografie straniere. Serio e anticonformista il film ciel giovanissimo Ma.selli, rievo– cante un momento cruciale della nostra storia recente, il terribile autunno 1943, e la presa di coscienza, anche eia parte cli giovani snobs che l'educazione familiare farebbe credere del tutto refrattari, cli una, realtà morale e sociale radicalmente diversa da quella in cui si erano fino a quel momento adagiati. E' importante dire oggi queste cose; e Ma.selli le ha dette, anche se con qualche discontinuità sul piano ciel gusto e con l'impegno cli attori generalmente mediocri. Al film, c'è da giurarlo, finirà per nuocere in sede .di eventuale premiazione la lusinghiera presentazione fatta.ne alla radio a alla stampa eia Luchino Visconti. Citeremo ancora le interessanti personali offerte al mattino eia.Ila delegazione giapponese, con tre film cli am– biente moderno pa.ri a quelli presenta.ti in èoncol'So ufficiale, e le retrospettive ciel cinema americano, che hanno con– tribuito a saldare per molti più di un anello della loro esperienza cinematografica. E per finire, ricorderemo l'episodio ciel ritiro ciel film Blackb0ard Ji,ngle (tradurremo Giungla di lavagna?), co– raggioso film che rievoca episodi cli delinquenza minorile e dimostra come spesso proprio nella scuola nasca.no i semi della futura delinquenza., sul quale gli americani puntava.no come sulla loro ca,ta. 1nigliore. Il film è stato sostituito eia un mediocre lYielodia interrotta per gli iste– rismi dell'ambasciatrice signora Luce, secondo la qua.le Blackboard Jungle è --epera. che diffama e offende gli Stati Uniti cl' America. Asteniamoci eia.i commenti che pur ver– rebbero spontanei, ma consoliamoci: ciascuno ha i fascismi che può.

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