Nuova Repubblica - anno III - n. 22 - 7 agosto 1955

nuo.va r epubblica 3 VIAGGIO NELLE CAlllPAGNE LIGURI INIZIATIVA CONTADINA Le contraclizioni, le promesse non mantenute, le insufficienze di un avventur@so e interessato riformismo, si fanno ogni giorno pii1 palesi; notevole è ]a situazione dellà Valbreveima dove i contadini si sono ribeJlati per tutta una serie di affarismi e spprusi e si sono organizzati in una lega, che è divenuta in poco tempo la massima autorità della· zona. di '-RONDANINA: la popolazione è esasperata contro il governo per le eccessive tasse sui terreni: per esse (a sacrifici enormi. Il tenore di vita meclio degli abitanti è assai misero, sia per l'alloggio che è -spesso una tana, sia per il vitto: patate e catagne, ca– . stagne o patate >. ( Liguria · o.gricola • zona depressa, a cura della Consulta regionale agricola e forestale della Liguria, nov. 1950). Questa la denuncia di uno stato di cose ormai se– colare, eco delle sofferenze di· trecentomila contadini della Lignria: un'area des6lata che non ha conosciuto nessuna lette,·atma d'inchiesta, una popolazione seria e silenziosa che ogni anno abbandona le proprie case, lasciando i vec– chi a consumarsi lassù con esse, e si riversa sulle riviere: cerca. scampo nell'emigrazione, aumenta, il contingente dei disoccupa.ti o si presta impotente alle speculazioni del– l'edilizia. A ssurdamente «proprietaria>, costretta a lavo- 1·are una terra difficile, senza mezzi adeguati, senza acqua, senza strnde, in abitazioni decrepite, a un tenore di vjta bassissimo che supera in certe zone quello delle plebi più arretrate del Meridione. I problemi sono noti: acq11a, case, fognature, elettri– cità, assistenza, cancro del castagno, crisi del latte e, più generalmente, depressione geologica della regione, man– canza di mezzi. Problemi che richjedono di essere affron– tati in modo organico, non attraverso un riformismo clien– telistico e di comodo. li rapporto città-campagna si è storicamente impo– stato in questa regione, che ha tradizionalmente trovato sul mare (commercio, turismo, pesca) e nell'industria le sne ragioni di vita, in modo assolutamente anormale. La città ha mangiato tutto senza contropartita, respingendo sulle montagne una popolazione di piccoli proprietari (una proprietà fatta rojseria: estremamente frazionata e dispersa particellarmente), un proletariato contadino pe- 1·ennemente gravitante verso la chtù: economicamente e culturalmente senza che ci fossero e si presentassero le condizioni strutturali di un vero e proprio movimento contadino (mancanza di centri agdcoli, di b1·acciantato, dispersione della popolazione, fuga dei giovani, rapporti paternalistici e di clientela, ecc.). Cosicché, abbandonati a se stessi, q nesti c ontadini non hanno potuto non 1·isentire di tutti gli scompensi del– l'economia nazionale e delle stesse posizioni di forza che movimenti contadini più avanzati sapevano assumere. Lo Stato lo conoscono solo per le tasse e gli ob– blighi di leva: verso il cittadino hanno serbato e serbano una istintiva diffidenza, quasi una. maschera a difesa della loro ingenuità. La Resistenza che si è combattuta lungo tutto l'arco delle montagne liguri, anche qui ha mosso l'ambiente, ha scosso questa secolare rassegnazione. I giovani contadini hanno spesso combattuto a fianco dell'operaio e del pro– fessionista emigrato dalla città. Ed è stato un incontro fruttifero: oggi chi ha vissuto quei mesi è il meno di– sposto a rassegnarsi. I L RINNOVATO CLIMA della democrazia, con le ca– pillari esigenze dei partiti di massa e delle riattivate organizzazioni cattoliche, non poteva non raggiungere an– che queste popolazioni. Lentamente vengono maturando delle posizioni, si pongono delle 1·h·endicazioni, si cercano delle formule organizzative intorno a concreti problemi di vita, si sviluppa uno spirito coopentivistico. Gli organizzati sono una minoranza che va crescendo. La 1·ecente trnffa delle elezioni per le Mutue contadine non è passata inosservata: i contadini si sono risentiti, il nwnero degli iscritti alla « Coltivatori diretti> social– comunista è, in provincia di Genova, più che raddop– piato. D'altra parte, le stesse esigenze politiche costringo– no la DC a una pratica riformistica, anche se djscrimina– to1·ia e l'icattatoria. Le elargizioni statali sono sca1·se e saltual'ie. Cli interventi, spesso combinati coi più spu– dorati affarismi, vengono effettuati con mutui o a spese della Provincia. Così, in provincia di Genova~ sono stati costruiti una ventina di acquedotti e st1·ade; si è pro– ceduto a un'opera di rimboschimento (anche se spesso dilettantistica e disorganica). Le contraddizioni, gli affarisnù, le promesse non man– tennte, le insufficienze di un avventmoso e interessato ri– formismo, si fanno ogni giorno più palesi: i contadini cominciano ad aprire gli occhi, guardano come e dove si spende il loro danaro. Gli scandali diventano di domi– nio pubblico. Non ancorn si è spento quello, gravissimo, della Centrale del latte, che ha lasciato in eredità. una situazione precaria nei riguardi della quale la Provincia non è ancora intervenuta. Approfittando del fatto che i libretti di ogni singolo produttore di latte venivano rila– sciati anziché dai comuni, dalla stessa Cenh-ale .del latte (che è una società. privata il cui ~aggior pacchetto è in q,_ano di un « Consorzio produttori > che si occupa anche della raccolta), un grnppo di profittatori legato indubbia• EDOARDO GRENDI S. MARGHERITA FOSSA LUPARA - Manifestazione di contadini mente al « Consorzio > stesso (o facentene parte) rac– colse del latte oltre l'area provinciale, e, per legittimare tale aperta violazione di una precisa convenzione del 1936, si fere rilasciare 5-G mila libretti a vuoto. La spe– culazione, che trovava la sua convenienza nel fatto che per venire incontro alla depressa economia locale era stato stabilito nel 1048 che il latte venisse pagato dieci Ji·re in più del prezzo del prodotto sul mercato nazionale, pro– dusse una insostenibile sproporzione fra prodotto e con– sumo. La Centrale stabilì allora cli accettare 3 litri e mezzo per vacca (che produce qui 7-8 litri) e di pagare il resto al prezzo di 27-30 lii-e al litro (cioè metù del costo di prodnzione): sicché i contadini trovarono più conve– niente adoperarn il latte per il pastone delle galline. La « Federazione delle cooperati,·e > ( di cui, dopo la scis– sione DC nel 1949, fanno parte comunisti, socialisti, re– pubblicani e socialdemocratici) si adoperò allora organiz– zando delle cooperative di raccolta (Montoggio, Fontana– buona) e la cooperativa trasfom1atrice di Fontanigorda che, con macchinari offerti da una cooperativa di Reggio, produce da un anno e mezzo btu·ro e formaggio di grana. Ma la situazione permane precariil, colpendo in modo di– retto uno dei fondamentali cespiti d'entrata. del contadi– no Jigut·e. La stessa opera di costruzione -di nnove strade si svolge alquanto irrazionalmente: l'appalto viene rimes– so alle ACLI con uno stanziamento corrispondente alla paga di 500 °Jire per lavoratore senza tener conto della necessaria attrezzatura. Lavorando in queste condizioni (senza dinamite e senza strumenti più moderni) si sono costruite con lungo lavoro strade che dopo due anni sono già. sparite. Tutta una serie di rivendicazioni vengono cosi poste: si chfode l'applicazione della legge 998 sulla montagna che stabilisce per certi comuni lo sg1·avio del!' imposta fondiaria statale (il 20 per cento dell'imposta fondiaria totale) e sovvenzioni finarr,iarie (per le quali però l'Ispet– torato Agrario ha risposto che non sono stati stanziat'i fondi). Si chiede che l'appalto per il comprensorio di bo- . nifica montana della Val Trebbia sia concesso ai comuni interessati e ne sia revocata con ciò la concessione che il ministro Medi.ci ne ba fatto a un gruppo di grandi proprietari del piacentino. Si organizzano a tale scopo una– nimi convegni. Ma particolarmenle interessante è la situazione della Valb1·evenna dove i contadini si sono ribellati per tutta. una serie di affarismi e soprusi e si sono organizzati in una « Unione Contadini di Valbrevenna>, che è divenuta. in poco tempo, eon l'universale consenso, la massima au– torità della zona soppiantando lo stesso comune (laTga.– mente democristiano). Valbrevenna è uno dei comuni piì1 estesi della provincia tanto da comprendere ben 48 nu– clei abitati, ed insieme uno dei più depressi comuni mon– tani. L'altitudine varia da 420 a 1520 metri: la popola. zione è di 1567 abitanti (contro i 2890 del 1!)01). L'abitato· è tutto sparso lungo, 'la valle fuori di Casella fin sulle pen– dici del ·monte Antola. .l LCUNE FRAZIONI mancano di luce. Un'impresa di a costruzioni elett1-icbe ba chiesto per un allacciamento, di 4 km. di linea ben 9 milioni. Il comune ha fatto fronte alle spese con un mutuo portando le tasse al 300 per 100. I contadini si sono rivolti ai tecnici della stessa impresa i qualj hanno fatto un preventivo di 3 miljoni. Una de• legazione è allora partita per la città per denunciare alle autorità provinciali l'enormità del profitto. Il sindaco si ò del resto reso impopolare concedendo l'appalto della cr,. struzione di un acquedotto nella frazione di Chiappa a un suo amico: investendo spropozionatarnonte i dieci •ni– lioni derivati dalla vendita cli un bosco di proprietà fra– zionale. L'Unione Contadini si è data da fare: ma. noia ha potuto ottenere dal geometra la visione do! prr,gctto (le sono state chieste 50 mila lire). Oggi tutta la Valbrevenna è in effervescenza: qqesti contadini fanno una o dae ore di camminQ a p.'"di per recarsi alle riunioni centrali (eo'Ìstono dei comitali rrazio– nali), si sottoscrivono per mandare un compagno in eiltà: hanno la fiducia di tutti. Un consigliere provinci~le è vennto fin quassì, per fa1·e una contro-riunione,: ma ha trovato l'aula deserta. Solo il parroco in fond > scot.·va la testa. I contadini di qui' non si rassegnano. Ormai hall• no trovato la strada più sicura: quella della solidarietì, • della collaborazione. Anche il mondo contadino della Liguria, il prn de• solato e più negletto d'Italia, comincia a muoversi. So• prusi, discriminazioni, raccomandazio~i _l? ,cir~ondan~ ~o– vunque. Ma l'essenziale è che la poss1~1hta d, un_ m1_gho: re tenore di vita possa essere· intravista, cho s, d1rad1 sempre pitt la cappa di piombo di un destino impossibile.

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