Nuova Repubblica - anno III - n. 22 - 7 agosto 1955

'11-UOT/ll Comitato dirett., TRISTANO CODIGNOLA ( dirett. resp. ), PIERO CALEFFI, PAOLO VITTORELLI. Segret. di red., GIUSEPPE FAVATI. •Direzione e redaz.1 Firenze, Piazza della Libertà 15, tel. 50-998, Amministraz., Firenze, Piazza Indipendenza 29, te!. 483-207/8. Autoriu. del Tribunale di Firenze, n. 678 del 30 dicembre 1952. Printed In ltelv. St. Tic. de cla Nazione•. Firenze, Via Ricasoll 8. 70 • ANNO III • N. 22 GINEVRA E L'ITALIA ·L, OX. M_AR1:I!'"~, sentilo che su~ito dopo Gh1evr!l gli Stati Umtt s1 apprestano a discorrere con la Cina com,unista di uno scambio di internati e prigioni<,ri, e di alcune altre questioni più grosse, focse persino di "Formosa, ha annunziato che ci apprestiamo anche noi ai pl'imi approcci cli normalizzazione con Pechino. Solo che l'on. Martino avesse fatto quella dichiarazione a metà della Conferenza di Ginevra, si sarebbe detto, almeno, che un liberale ci sta per• qualche cosa a Palazzo Chigi. Ma l'on. Martino deve seguire, da un lato le direttive di Segni e Fanfani, che sono poi quelle del Papa; dall'altro l'euro– peismo anacronistico di un l\Ialagodi, che questi torna a 1·ibadire, di conserva con il brillante gentiluomo ombardo Benvenuti, con periodicità più intensa di quanto non lo sia, indubbiamente, la sua fantasia politica. In realtà la CED e l'UEO, nate per la finzione di « contenere» la Germania, e in realtà l'URSS, vanno perdendo la loro pregnanza, dal momento che, a limitare ogni strapotere di Bonn, penseranno, quando sarà possi– bile, URSS e USA; e a «contenere» l'URSS basta, testimone Eisenhower, la nuova classe dirigente sovietfoa. Oggi pertanto le questioni urgenti di politica estera non sono quelle federalistiche, sono quelle della sicurezza ei..ro– pea, del disarmo, degli scambi di persone e di beni, tra O,·iente e Occidente, quindi anche tra l'Italia e la zona del rublo. C'è da fare, dunque, per i Martino e i llfarti– nelli: attendiamo cli vede1·li alla prova, Un numero L. 40. Estero L. 50. Un numero arretra. Abbonamenti: anpuo per Italia e Francia L. 1500, sen:1-:----_____ trim. L. 450. Estero, L. 2000, 1100, 600, Sostenitore L , CIC post. 5/ 6261, «la Nuova Italia>, Firenze. Gli abbonamenti corrono dall'inizio del mese. Per pubbJicità rivolgersi all'Amrr. nistrazione. Tariffa: L 15.000 per inserzioni di mm. 70 per colonna. ESCE LA DOMENICA (~on la 1111ovaleoae sui /liti, 240 fami9lie fìoren– l111esono state sfl'altate. Il sindaco La Pira ha tentalo imJlwo di .,istemade 1n·orwi.t0ri<ttt1e11te iu locali demaniali, da tempo in1rlili,.u,1i), ., ...e ne .... ,d. E' anche rirenze con decreto ~-,vscritti, fotografie, disegni an.. ..vn si restituiscono, Diritti riservati per ,~-, iodico viene inviato gratuitamente in saggio a faccia richiesta, Spediz. in abbonam. postale Gr. Il• 7 AGOSTO 1955 • L. 40 (Dis. di Diuo Boschi) Ma Ginevra ha anche, per l'Ita.Jia, un altro riflesso, del quale hanno mostrato d'accorgersi assai pochi sino1·a, e, noi campo atlantico, uno solo forse, il giornalista Gianni Cianzotto, sulla Gazzetta del popolo. La sua tesi è che la coesistenza all'esterno non comporta conseguenza alcuna sul piano della coesistenza all'interno: quindi, pace coi co– munisti di fuori, guerra permanente ai comunisti di dentro. Attualità delle case chiuse A tale questione bisogna predisporsi a riflettere, se sanno che non possono pi,1 presentare i partiti borghesi non si vuole trovarsi di fronte a sorprese cal'iche di con- come guerrafondai; al modo stesso in cui questi ultimi seguenze. La progressiva attenuazione della guerra fredda non possono più trattarli da provocatori cli aggressione. comporta naturalmente un graduale rallentamento dell'in- Da questo momento incomfocia quindi una conc.,rrenza tervento sovietico, attraverso il cominformismo, nelle poli- democratica tra i comunisti e i borghesi. I borghesi hanno tiche nazionali dell'Occidente. Il premier indiano, Nehru, diritto di prevedere, nell'avvento dei comunisti, la ditta– ha già visto e previsto giusto in questa materia. Dire che tura; i comunisti hanno diritto cli accusarè i bori;hesi di l'azione del cominformismo viene a poco a poco a ces- realizzare, come realizzano, uno stato di classe, ., di co– . sare, significa che progressivamente i partiti comunisti prire, sotto il regime rappresentatirn, una posizione di occidentali saranno sempre meno « delegazioni in partibus minorazione dei partiti operai. I bo1·ghesi hanno diritto cli infidelium » dell'URSS; sempre- più, invece, partiti clas- i~pedire, con la loro iniziativa cli governo, e con sagaci sisti nazionali. Ne guadagneranno in forza, 0 diverranno or,entamenti di politica eponomica, il rischio dell'nutori– più deboli? In parte dipende da loro; in parte, no. Ciò tarismo comunista; i comunisti hanno diritto di ricorrere che essi perdono, è il 1·ispetto che si ha, magari dete- ai mezzi, a tutti i mezzi previsti dalla legge, per difendere standoli, verso i procmatori di un padrone lontanissimo. gl'interessi e la partecipazione del proletariato al controllo Gianni Granzotto già ragiona in questi termini, e per que- della vita pubblica. sto afferma che, protetti O non protetti dall'URSS, in E' possibile attuare questo tipù di convivenzt1? Non guerra fredda o in distensione, i comunisti non meritano solo è possibile, ma inevitabile. Solo, che l'antagonismo indulgenza. Ma, d'altro canto, contro la tesi di Granzotto, passa, dal piano della crociata, a quello della lotta politica ·sta anche il fatto che, scaricati di un'accusa di connivenza civile. Può darsi che né cattolici né comunisti siano al- con lo spirito sovietico di aggressione, sarà ai comunisti l'altezza di questa nuova situazione. In questo caso, altre molto più agevole professare un pacifismo progressista, e forze politiche si faranno sotto. Noi andiamo da più nu- po1-tarsi su posizioni più credibilmente riformistiche. meri avvertendo il PSI che questa è la sua ora. Temiamo Sia l'una che l'altra tesi sono, però, monche. Gran- che la morte di Rodolfo Morandi sia, in quest'ora, una zotto non può darsi l'aria di sottoscrivere le posi 7 Joni cli sciagura, per i so"cialisti, difficilmente riparabile. Tuttavia un Kardelj o cli un ·Nehru, conciliati, sul principio della ogni sfono deve essere fatto oggi da Nenni per prendere non interferenza, coi sovietici, ma pronti, in caso, a dare l'iniziativa di un regime di competizione politica che « con– in testa ai comunisti cli osservanza stalinista; per la sem- tenga» i comunisti nell'ambito democratico, e pretenda dai plice ragione che Granzotto scrive sul giornale di Guglie!- borghesi un inizio di riconoscimento delle istanze socia– mone, mentre gli statisti della Jugoslavia e deH'India, liste. Non tema, Nenni, l'ostilità dei Granzotto e dei gior– fanno, in modo o in grado diverso, del socialismo. In re- . nali di destra democristiana. In Italia, è vero, c'è sempre · gime di distensione, solo un 1·egime progressista ha diritto da esporsi ai malintesi, ogni volta che si esce dal ronfor– . cli contestare ai comunisti il monopolio del pacifismo, del- mismo. Ma anche in Italia, per ~1scirne infine compresi, se– l'avanzamento sociale, della democrazia politica. Chi ra- guìti, fino ammirati, non c'è che una regola: persistere, Siona invece in termini capitalistici e conservatori, è te- agire in continuità di condotta, dimostrare che non si è, nuto a""are, di Ginevra, proprio l'applicazione della tol- · momento per momento, nell'equivoco. E siccome dieci anni leranza, nell'ambito della parità dinanzi alla legge, ai co- di guerra fredda sono stati, per il nostro paese, un munisti cli dentro. Nessuno chiede ai Granzotto e ai Fan- grande alibi dinanzi ai problemi reali della nostra società, fani d i allearseli; ma giustizia vuole che, smesso di accn- chi primo si muove sulla via della demistificazione, co– se.re i comunisti di tradire la patria, essi siano calcolati sttù avrà il paese dietro di sé. Il socialismo si.assuma que– ·per q uello, a cui la situazione internazionale li riduce: un sto compito, dello « stato di coesistenza» cioè della tolle– partito classista na.zionale. ' ranza nella vita politica: tolleranza, che non è né com- A loro volta, i comunisti, se non sanno adeguarsi alla '.plicità, né soggezione, né abulia. Cli altri verranno· dietro. nuova condizione, avranno natura1mente la peggio. Essi ' UMBERTO SEGRE Note romane P Ol'RA' APPARIRE una battuta qualunqnista, per di più di cattivo gusto, ma in parlamento, trn deputati " gio1·nalisti, sono pochi coloro che sanno leggere un bilancio finanziario dello Stato. L'ammetterlo non è ver• gogna per. nessuno perchè, vivaddio, non si può preten• cle,·e che tutti conoscano, per dii-e, la lingua araba. llfa il male, come pmtroppo hanno dimostrato le recenti discns– sioni di Montecitorio, è che sono proprio gli « arabi:. che masticano poco la lingua che dovrebbero conoscere a me– nadito. Vecchi maestri nell'arte cli dar valore e significato politico all'astrattezza dei numeri - e tra essi l'ex mi– nistro del Tesoro, Epicarmo Corbino - non hanno man– cato di dolersene. Né pochi sono stati coloro che, preoc– cupati di porre in luce l'importanza, oltreché economica, politica che si nasconde dietro le cifre di un bilancio, hanno rispolverato proposte già avanzate per risolvere il problema. Si è riparlato, così, della « proposta Pella » che ten– deva ad allargare il dibattito sui bilanci finanziari per restringerlo, almeno nella durata degli interventi, su quelli dei singoli ministeri. Sono state ricordate le diverse prese di posizione dei comunisti e dei socialisti, da Pesenti a Lombardi, con cui si sostenne - ed ancora si sostiene - l'opportunità di una diversa e più semplice formulazione delle note al bilancio, in modo che tutti, leggendole, pos– sano apprezzare nel giusto valore la politica finanziaria del governo. Si è notato poi che i resoconti giornalistici sono stati così aridi e frettolosi che, francamente, neppure i loro più assidui lettori, chiuso il giornale, debbono es– sere 1·iusciti a penetrarne la sostanza politica e quella eco– nomica. Un gruppo cli deputati avrebbe intenzione di sol– levare la questione mediante la presentazione di una pro– posta di legge per la modifica della struttura dei bilanci. Lo scopo sarebbe anche quello di ottenere che le Camera possano tornare ad occuparsi della politica finanziaria dello Stato con il tempo e l'attenzione necessari. Si tratterebbe, in altre parole, di restittùre ai bilanci quella importanza che l'ormai abituale abuso della richiesta dell'« esercizio provvisorio » gli ha sottratto da innumeri anni. In attesa dei fatti, va annotato che l'attenzione del

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