Nuova Repubblica - anno III - n. 22 - 7 agosto 1955

Bi 8 Difendiamo il governo con nostri Spadolini! ( D,seono cli Dino Bosclti) IL REGIME DI FABBRICA TEPPISTI UL VAPORE éé IN RELAZIONE ALLA SENTENZA emessa dal . Tribtmale di CIJ..iavari in data 30 maggio u. s. pas- sata in giudicato e divenuta esecutiva, in base alla quale risulta che s.iete stato ritenuto colpevole in correità con a1t1'.idi avere ·re-cnto mole$tia con frasi ingiuriose, urla, fischi ed invettive agli operni che nei giorni 12-13-14 ot– tobre dello scorso anno non avevano aderito allo sciopero allora in atto, portando nocumento alla nostra società, Yi comunichiamo· la nostra decisione cli rescindere, a far tempo da oggi, il rapporto di lavoro con voi intercorrente». E' il testo di una lettera datata G luglio 1955, a firma Guano e Gagliardi, con la quale è stato comunicato il li– cenziamento 11. 15 lavoratori dei cantie;i del Tineno di Riva 'fri,goso, di proprietii. del grande industriale Rocco Piaggio. , Piaggio -non ha ritenuto sufficiente la condanna in– flitta dal Tribunale cli Cl,i.avari e ha voluto aggiungere la condanna del « suo» tribunale. Eppure all'art. 38, lette– ra g, delle norme contrattuali si legge che il licenziamento senza preavviso e con indennità cli dimissioni è legittimato dalla « condanna ad una pena detentiva comminata al– l 'opera.io, con sentenza passata in giudicato, per azione commessa non in connessione con lo svolgimento del rap– porto di lavoro, che leda la figma morale del lavoratore ». Ora· un'ammenda - nella fattispecie si è trattato di un'ammenda di L. G.000, con il beneficio della non iscri– zione - ci risulta essere altra cosa da una- pena· deten– tiva,· e perciò il sopruso di Piaggio rientra anch'esso in quella catena di illegalità, in quella serie di intimidazioni e di repressioni cui il padronato italiano fa. da tempo ri– corso e, oggi,. con sempre più rabbiosa e inaudita sfaccia-· taggine. Particolarmente grave e drammatica la situazione alla .« Galileo » cli Firenze. Un operaio, di un reparto di Doccia, violentemente apostrofato e sottoposto a rapporto da cl11e « poliziotti di fabbrica» semplicemente perchè si era re– cato a prendere un fiasco di acqua fresca, su invito dei compagni cli lavoro, e sempre rimanendo nella zona di proprietà dello stabilimento. Egli a:vrebbe dovuto chie– dere « l'autorizzazione preventiva·». Un altro operaio, Da– nilo Guidotti, membro di commissione i~terna ed ex par– tigiano, licenziato in tronco « per minaccp a un sorve– gliante ». Altre sospensioni, proteste dei lavora.tori, OJ'dini del giorno, sciopero generale dell'industria nella provin– cia, eccetera. Non è tutto. I giornali rifel'iscono che il capo del personale, dottor Marconcini, avrebbe annotato sul libretto di lavoro del Guidotti che il licenziamento era avvenuto appunto « per minacce a un sorvegliante », con la conse– guente impossibilità per il - licenziato di· trovare un altro lavoro. Allora il povero Guidotti, preso dall'ira, affrontava il Marconcini e, dopo una animata discussione, lo colpiva con alcuni pugni. Il cacio sui maccheroni per i dirigenti, per i quoti– diani al soldo della Confindustria e per tutti i cittadini amanti. dell'ordine. Solo che bisogna ricordare qualche pic– colo particolare. L'offensiva della «Galileo» contro le m estranze ha trovato il suo uomo di ferro nel dottor Mi\Ì·èbncini, ex funzionario degli industriali sotto il fa– scismo, emigrato in Argentina, terra promessa alle anime sporche, dopo il 25 luglio 1943; e la sua istituzione penale in un reparto dello stabilimento di Doccia, dove vengono « confinati » gli operai più inquieti. Reparto, si badi, costi– tuito eia un capannone privo di porte e di vetri, senza acqua, senza mensa, senza gabinetti. Gli operai possono allontanarsi « previa autorizzazione» nei campi vicini. E male incolse quindi all'operaio che, cercando solo un po' d'acqua fresca per i suoi compagni, aveva ritenuto che per ciò non fosse necessario il nulla-osta della. direzione. Il partigiano Danilo Guidotti meritò una delle primis– sime condanne. Adesso egli subir,, un processo per lesioni, inevitabile sembra, poichè si è lasciato trascinare dalla violenza.. Ma nel 1943 i dirigenti fuggivano al nord, ma nel 1943 l'attuale capo del personale si accingeva a passare l'Oceano con l'animo colmo di paura. E mentre egli se la spassava, ormai, tranquillamente, in Argentina, gli operai combattevano tra i partigiani o venivano deportati in Ger– mania. Fu merito degli operai se le macchine furono salva.te dal saccheggio e i danni 1·iparati. Allora per i fascisti e i traditori c'era il plotone di esecuzione, oggi anche uno schiaffo si paga caro. E' giusto che si paghi uno schiaffo, non è giusto che i servitori e gli sbirri di ieri abbiano via libera. Intanto il portiere dello stabilimento (ii Doccia, Toscano Cirri, che aveva ceduto alle ·pressanti richieste di firmare la denuncia contro il Gui– dotti, si è suicidato. Era un anùco del Guidotti, era di idee socialiste. Ha avuto un momento di debolezza, ter– rorizzato forse dall'idea cli subire llli stesso il « tratta– mento· particolare », ma poi la vergogna e l'umiliazione lo hanno sopraffatto. Contro i soprusi nelle fabbriche, contro il regime di ricatti- e discriminazioni non si levano più ormai soltanto le voci stereotipe dei comunisti; sono alcuni {ra gli stessi uomini del partito di governo - senza dubbio il primo responsabile dell'attuale disordine nel mondo del lavoro - che si sentono a disagio e cercano, sia pure timidamente o incoerentemente, una usci~ di sicurezza. E' del sin– daco La Pira la frase per cui certi industriali italiani meriterebbero di finire in ·un campo di concentramento. Anche a nome del povero Cirri, chiediamo un'azione sempre più energica contro il teppismo in cilindro della nostra « classe dirigente ». nuova repubblica SPRETATI E CINEFORU di CARLO PINCIN I NAUGURAZIONE DEL CINEFORUM in un paese della provincia veneta .. La sala del cinema è piena di brnsio, di vestiti eleganti, cli sacerdoti: atrnosfora delle grandi occasioni. Entra fl signor presidente. « Lo scorso a/1110,incomin– cia, il programma. era forse difettoso in quanto si rivol– geva ad un ristretto pubblico di specializza.ti . Noi vogliamo invece 1·ivolgerci a tutti perchè il nostro scopo, come sta scritto sul tesserino, è l'educazione integrale e l'orienta- - mento dell'opinionè pubblica. Perciò sceglieremo per voi fihn che trattin,o dei problemi di tutti come Fronte del porto, con Marlon Brando, Giustizia è fatta, che, a parte il problema dell'eutanasia, inammissibile per un cattolico, dimostra la rela.tività della ginstizia. umana, ecc. Il film che vedrete stasera I,o spretato, è un grande film. Apprezzerete· l'interpretazione di Pierre Frnsnay, che qualcuno di voi avrà già visto in D·io ha bisogno degli uomini. E vi domanderete se questo film sia un'audace bestemmia o se costituisca invece un'esaltazione dell'alta missione del sace1dote cattolico. Il film è stafo defirJ..itoda certa critica laicista « una cattiva azione». Non si vuol negare che il film abbia una sua tesi; quello che conta è che Lo spretato è un ottimo film, ecc. ecc. ». Proiezione del film. Apertma della discussione. Si alza uno dei sacerdoti, che studia filosofia all'università, e protesta la propria ignoranza, poi si dichiara commosso dal film e osserva che, a suo modesto avviso, va ampia.– mente rivedllta una certa concezione estetica che distingue l'arte dalla didascalica e dall'oratoria. Il sacerdote ottiene vivi consensi dal signor presidente. Un altro sacerdote, su preghiera del signor presidente, esamina se l'imposta– zione del film sia teologicamente esatta. Seguono alcuni timidi interventi limitativi- del valore del film. Difesa d'ufficio del film da parte del signor 'presidente. Si alza ora uno studente per definire Lo spretato un'opera propagandistica, la quale non meriterebbe nep– pure una discussione sul piano dell'arte, secondo lui assente; ma semmai un discorso sul piano del costume. Nell'episodio della consacrazione da parte dello spretato egli crede di riconoscere in modo inconfondibile una deter– minata concezione, ben esemplificata dalla tesi di qllel vescovo che, al concilio tridentino, spiegò, come, averido dei bambini « creato» un vescovo con perfetto rituale, tutti gli atti del vescovo fossero validi; inoltre lo studente trova a ridire sul gusto di tutto quel che segue fino alla sbronza cli Sangue di Cristo inclusa. Non si perita poi di dichia– rare la propria antipatia per il modo con cui nel film viene presentata la categoria degli spretàti; infatti lo spretato non sarebbe necessariamente una persona disprez– zabile. Il signor presidente sottolinea. coµ vigorosi tenten– namenti del capo le «faziosità» della tesi. Ma lo studente continua impertel'rito ad asserire pretesi diritti di libertà di coscienza, e affermando la notevole diversità che un onesto film sullo « spretato » dovrebbe affrontare, arriva perfino a esprimere delle opinioni sull'opera della Chiesa la quale, sempre a detta di lui, non si limiterebbe ad affer– ma.re il carattere permanente dell'ordine sacro, ma, al fine della convinzioi:i-e, avrebbe pensato bene di apprestare dei mezzi di una certa concretezza· come quel tale articolo 5 =<: del Concordato .... Il signor presidente a questo punto lo interrompo dicendo che gli altri intervenuti non avevano avuto biso– gno di parlare di queste cose; confessa di essere confuso, ma ecco che un missionario con una bellissima ba.rba. gli fa tirare un sospiro di sollievo. Il missionario confuterà le affermazioni del ragazzino inesperto: ricorda subito la sua lunga esperienza nelle missioni africane, e, pur afferman– dosi incompetente sul diritto ecclesiastico in vigore nel nostro paese, dichiara non potersi transigere sul_ carattere permanente del sacramento. Infatti quando nasce un bam– bino si mette un nastro bianco sulla culla, e si dice che è nato un uomo. Poi si p01·ta il bambino al battesimo, e una volta battezzato, si dice che è n!!to un cristiano. Non c'è «ma» che tenga. Così quando si ordina un prete si dice « Tu es sacerdos in aeternum ». E' nato un prete e non se ne parla più. Tu es sacerdos in aeternum. Quanto a un preteso diritto· del prete a non credere più, bisogna distinguere: nel caso di un sacerdote cattolico si tratta di un sofisma. Infatti se io dicessi che tre più tre fa cinque potrei dire in seguito che ho sbagliato, ma se dico che tre più tre fa sei non posso più correggermi perchè è evidente a ciascuno che tre più tre fa sei. « Come dicevano gli spagnoli laggiù dov'e1·0 io .... » e il missionario pronuncia, con perfetto accento spagnolo, una frase che nessuno capi– sce, pur trovandola alquanto divertente. Indi continua con alcune barzellette molto gustose. Alla fine dell'intervento, brillantissimo, come sottolinea il signor presidente, l'ora è tarda e balza agli occhi l'opportunità di andare a dormire.

RkJQdWJsaXNoZXIy