Nuova Repubblica - anno III - n. 20 - 24 luglio 1955

B 2 1mo11a. repubblica aneora controllare con l'ope,·a della legge scritta; ma non da chi si ponga problemi di grandi [orze economiche P di grandi masse sociali, da chi, pt1r non volendo cadere nel massimalismo e misurando i mezzi occo,·renti a fare t>na determinata politica economica, non dimentica perciò i fini di qualsiasi politica e non sacrifica interam<'"hte i fini ai mezzi. ITALIA PO L ITlCA li fatto che il convegno « democratico » del petrc-1io sia stato seguito ad una settimana di tempo da quello «socialcomunista» è un chiaro segno che se i democra– tici non si propongono seriamente il problema c!d petrolio, lasceranno in mano alle forze socialcomuniste I><più po– tente leva della quale· abbiano mai disposto fornra per di~ mostrare che la difesa dell'interesse pubb!ico si eonknde con la sostituzione integrale dell'attuale .'!ass" dirigente con una classe dirigente a guida comunista. TEMPO MASSIMO I L ,DIBATTITO PARLAMENTARE intomo alla pre– sentazione del governo Segni è stato degno della sta– gione: stanco, ottuso, quasi irreale. In tutta la di– scussione, un solo ·discorso ci è parso importante, quello di Nenni. Era difficile dire meglio che cma s;gn,fichi la preapertura a sinistra. Ed era difficile esprimere una at– tesa condizionata ma non negativa, che atbia, se non er– rian10, ininore ragion d'eS.'5ere, minori giustiRc.,z/oni nei. fatti. Il governo Segni non potrà darn q11ello elle Nenni gli offre l'occasione di essere, per il fatto che, almeno in alcuni uo,hini, osso appal'e addirittura un pochino più a Alcuni socialisti e democratici hanno imp<'dito eh!' la causa della democrazia, che s'identiiicava il 7 giu3no 1%3 con la lotta contro la legge maggioritaria, fosse monGpo– lio socialcomunista; che la causa della pacA, che s'idenhfi– cava con la lotta contro la CED, fosse monopolio dei par– tigiani della pace; che la difesa della Costituzion'l, quando il governo Scelba tentò di far rendere citt~dini rli secondo grado i militanti dell'estrema sinistra, fosse mon"polio di quest'ultima. · destra del governo Scelba. Non vi figuravano, allora, un . _ Andl'eotti e un Conella; il disaccordo di Scelba e Mala- Il petrolio costituisce ora il banco di prova che c0n- ·· sente .ai democratici avanzati di t1scire dalle rer:che della democrazia tradizionale,' la quale sarebbe oggi sinonimo di conservazione ~cononÌica e sociale, trovando un terremo d'intesa con i socialisti d'ogni tendenza affi.nchè la poli– tica di pianificazione che implica la nazi,malizz.-,frone del petrolio si svolga nel più pieno rispetto delle li½ertà in– dividuali. Questo non è massimalismo economico. Se si ab– bandonasse il petrnlio alla libera iniziativa si vedrebbe allora a che razza di massimalismo - e non rnlo r,el– l'estrema sinistra - darebbe vjta qu,esto ab.b,mrlono. E' inutile, altrimenti, continuare a parlare rii dial.1go cc,n i socialisti, o di collaborazione fra democrntfoi e sociahBti, se, alla prima grossa occasione, quando il socia'ista. iri,·ita il democratico a dar prova delle sue tenrlenze laburiste, il democratico si sveglia libei·al-conservatore. PAOLO VITTORELLI godi era patente, qui invece, se Mala·godi si è messo d'ac– cordo con Segni, anche Segni è disceso a patti con Mal.agodi. · Cli stessi ministri liberali erano allora in dis– senso dal loro segretario, oggi sono rientrati con tutti i crismi della segreteria. Che cosa può quindi offrire nei fatti il governo Segni, più di quello che non facèsse il governo Scelba? Probabilmente, certo, un mod:, di an,mi– nistrare· formalmente più' cOrl'etto; un rirnrso pi) parsi– monioso a strumenti polizieschi; un impegn,., me1.o di– chiarato nella discriminazione politica. l\Ia non lasciarnoci illuclel'e (ed è ·da stupire che un partito marxista dimen– tichi i st1oi natura.li str'umenti di analisi) da ques1i aspetti meno offensivi della politica generale del governo: nomini e cose cui abbian10 accennato, dicono ché quesio governo rappresenta un elettorato anche più conservatore del pré– ceclente; il massimo di legalità che possà essel'e osservato in tale ambito, sarà certan1ente una gal'anzia di sicurezza, n1a non di progresso ·per i ceti che non vi sono, invece, 1·appresentati. Tanta chia,·ez:r.a cli Nenni, tanta precisione SEGNI NON E' SCELBA Quale debba essel'e la posizione ·pa·rlamentare 'del PSI nei ri.yua,·di del gabinetto Segni è questiÒ;ie di natùra tattica, che può essere ,-i.solta in modi àive,.si. Ma c'è una questione p6litica molto più di fondo: sia che il gov~rno Segni debba 1-icadere nelle strade già •egnate da $celba, sia che - al contrario - si mo– atri capace di diversa vitalità (saranno i fatti a di,·– ',;elo), qual' è la p,·ospettiva politica prossima, e non più solo avveni,-istica, che iÌ PSI si propone? Dalla chiarezza di essa dipende in larga misura l'apvenil'e 'della nostra democrazia. I due articoli che appaiono in questa vagina si pongono entrambi, da punti di .vista diversi, l'identico problema. [N.d.D.] I L MINISTERO SEGNI è fatto e a.pprovato. Ora aspet– tiamo che govemi, e attendiamo di vedern come governerà. Le dichiarazioni al parlamento banno in parte deluso i socialisti i quali, pur prendendo onesta– mente atto cl'èlla nuova atmosfera creata dai propositi mani– festati dal nuovo prnsidente del Consiglio, banno dichia– rnto di rima.nere alla opposizione e gli banno dato voto contrario. Questa decisione, che potrebbe o far cadere alla prima svolta il ministero, o costringere l'on. Segni a cercare appoggi spuri, e pertantò a rinunciare a qualche caposaldo della politica delineata nelle sue dichial'azioni, ci lascia assai perplessi. Egli ha fama di nomo inflessibile e intran– sigente, ma nel corso delle trattative per la composizione del suo ministero lo abbiamo visto cedere alle pressioni del suo partito che ha voluto propl'io lui, !'on. Segni, a capo di un governo all'insegna del quadripartito, con l'im– barco dei libera.li stupefacentemente imposto dai socialde– mocratici; e proprio lui, per placare le proteste sia della base democristiana sempre più insofferente del nnllismo governativo, sia dei fautori del governo monocolore. E' assolutamente giusto e normale che l'on. Segni, nonostante il suo scètticismo sulla formula confermata e reincarnata,. abbia finito con l'obbedire alla segreteria del suo. partito, probabilmente ripromettendosi di imporre alla équipe ministeriale l'attuazione del programma. enunciato; ma forse era ed è sua speranza segreta che dall'esterno d.;,l quad,•ipartito - e precisamente dai socialisti - gli venisse e gli venga data una mano per decidere i riluttanti liberali, e anche qualche settore del suo stesso partito, a subire una certa dinamica. E' vero che del ministero fanno parte ancora. uomini legati alla politica scelbiana; ed è anche vero che ne sono stati. esclusi, senza esserne nemmeno p_reavvisati dai loro partiti, Tremelloni & Villabruna; è vero, quindi, che certe forze economiche continuano ad esercitare· anche sul nuovo gov~no, la loro indiscreta pressione. E tuttavia, noi riteniamo che una, più duttile condotta -lei, socialisti, avrebbe· servito e anche più servirebbe in- -,turo ad arginare e contrastare e controbilanciate tale pres- ''.Jne, consentendo'·intanto all'adempimento in brevè tempo ,i dettami costituzionali e alla erezione dei relativi isti- ,uti, e se mai sollecitandoli; at varo della legge Tremelloni; alla rev1s1one della faséistissima legge di pubblica sicu– rezza; al costituirsi, insomma, dello stato di diritto in sostituzione di quello stato di -polizia che ci delizia da– dieci anni, in· regime democratico, per virtù singolare del– l'on. Scelba che ne è stato.il fervoroso e tenace costruttore. Sappiamo già che la destra economica e gli « integra~ listi)., considerano il governo Segni come interlocutorio, e già lo dicono esplicitamente, il governo Segni essendo per loro un mate necessario e tra11seunte; ma è proprio questa transitorietà che i socialisti, a noi sembra,· dovrebbero evi– tare. Perché? A parte il fatto che un governo monocolore appoggiato ai socia! isti è una ubbia allo stato delle cose (e del resto per noi sat'ebbe anche pericoloso, e diremo altra volta perché), sappiamo che a Fanfani occorrono ancora diversi mesi per attuare il suo progetto di riconqtùstare alla DC la maggioranza assoluta in parlamento, in elezioni che, nel suo disegno, dovrebbero essere anticipate - forse alla primavera del 1!)56. La socialdemocrazia e il partito liberale stanno fervorosamente adoperandosi per il successo di tale progetto, prestandosi alla manovra con un cupio dissolvi che per il partito di l\falagodi ha una contropartita nel fatto cbe gli interessi che gli stanno a_ cuore possono benis– simo essere tutelati anche, e meglio, da talune col'renti della democrazia cristiana; mentre per il PSDI, tagliato fuori da.gli interessi proletari e da ogni ideologia, privo di ogni valida alleanza o amicizia, ha per giustificazione sol– tanto la incoscienza politica. La scomparsa o il quasi annullamento dei partiti minori, che non è azzardato prevedere per le prossime ele– zioni, sarà certamente rimediato in parte da lJnitìi Popo– lare; ma occorre che sia immesso nell'attivo gioco demo-· cratico un forte contrappeso di interessi economici e poli--' tici 'per rendel'e meno zoppa questa povera democrazia: precisamente il contrappeso degli interessi delle classi lavo– ratrici, direttamente e indirettamente rappresentati dal partito socialista italiano; il quale può anche, con la sua attiva presenza, aiutare a manifestarsi e a farsi valere più gagliardamente le correnti interne della DC, con le quali esso può ragionevolmente stabilire intese non labili. Ma per il momento non vi è prospettiva diversa da quella in atto. L'apertura a sinistra, nella forma e nei modi desiderati dal PSI e, diciamolo, anche da noi, non si puèi 1·ealizzare con questo parlamento. Era forse possibile il ,:governo a tre» con i libera.li al posto dei repubblicani; ma si sarebbe trattato ancora di, una « preapertura a sinistra». E allora, a noi sembra, il governo Segni deve durare ed essere incoraggiato a durare oltre ìl tempo e i limiti che la destra e gli « integralisti » gli vogliono imporre. Agli Interni non c'è più Scelba, alla Istruzione non c'è più Ermini, all'Agricoltura c'è Colombo e qtù_ndi lo stesso Segni. Se i socialisti sara.nno attivi e vigili, potrà stabilirsi nel paese, intanto, un nuovo costume, una nuova atmo– sfera. Sa.rà un enorme passo aya.nti, che non preclu– derà, come nel passato, le possibilità di un più aperto e proficuo dialogo tra forze cattoliche e forze socialiste, .e anche tra ca.pitale e lavoro, ricond.ucendo le lotte politiche e social_i fuori dal. clima della 1·issa. PIERO: CALEFFI nei limiti e nel significato dell'apertura a sinistra, ci sem– bra quindi sianci andati. sprecati. E' buona fede attendere il governo agli atti; ma ci sembra ca.utela non nut,-ire il– lusioni. Siamo a.nche questa volta di fronte ad un governo interlocutorio: l'ultimo dei governi quadripartiti (o tra gli ultimi), non il primo di una serie, che sappia ricavare le conseguenze dal· nuovo momento internazionale. Eppure a questo si dovrà arrivare. Il paese dall'opi– nione più perplessa, dall'apparenza più imbarazzata, nei riguardi dei grandi eventi internazionali, è stato, in realtà, in questi giorni, il nostro. Era fatale, dal momento che l'opinione intorno alla politica sovietica non è mai stata libera nel nostro paese. Da un lato le incongrue apologie della stampa comunista; dall'a1tra le ingiurie balcanicl1e della stampa padronale. E' noto che i commentatori uffi– ciali ispirati dal classismo padronale e dalla finezza men– tale democristiana, hanno ripetuto per tutto il periodo della guetra fredda un solo argomento: l'URSS è un paese di barbari, che capisce solo l'argomento della forza. Ebbene, un'opinione di tal fatta è ovviamente impreparata a ren– dersi conto che l'evoluzione della politica internazionale seguisse un tracciato molto JJiù complesso di questo pro– vinciale odio di Roma contro Mosca, e di questa fat>ile incomprensione del padronato per la « massa ».. Oggi si guàrda con stupore, e senza crederci, à Ginevra. Questa sorpresa, la nuova rotta della politica inter– nazionale, non può tuttavia passare senza conseguenze. E' 1n-obabile che, dopo Ginevra, ·diventi difficile trattare le 1·ivendicazioni della classe opéraia come agitaziorti preor– dinate da !\fosca. L'Italia, che ha poco da dire ancbra nella· situazione internazionale in movimento, è· il paesè· dove, pe,· la presenza del più forte pa,·tito comunista dell'Occi– dente, si preparano forse, di questa situazione, l·' più inte- 1·essanti conseguenze interne. Per questo conside,-iamo «spreca.te » le dichiarazionf di buona volontà di Nenni: non a questo gòverno, né forse a quello che immediatamente gli succedel'à; ma al terzo; esse sarebbero piu conveniente– mente rivolte. Se pure non sia ora da raccomandare a Nenni un piano di tutt'altre ambizioni. Quale? E' impossibile che il PSI non incominéi a prospettarsi una situazione, internazionale capace' di dispensare final– mente il part_ito dalle sue più dispersive occupazioni, quelle che riguardavano la propaganda dei partigiani della pace. Tutto ·10 sfÒrzo cli un partito socialista deve ora conver– gene sulla politica interna. Lo può, perché le circostanze g.lielo consentono, Lo ptl.ò, in secondo luogo, perché la distensione internazionale toglie al partito cattolico gran pa.rte del suo monopolio, fondato · sinora sulla retorica della sicurezza. !\folte riforme potevano sinora rinviarsi, pal'larne molto e non pensarci mai, in forza dell'argomento che qualsiasi cedimento in' materia avrebbe costituito .un tradimento della patria, perché, accrescendo il potere incon– tl'ollato delle organizzazioni di sinistra, avrebbe altresì, . attraverso queste, portato l'Italia nella servitù' sovietica. Oggi questi pretesti si avviano a cadere. L'unica intesa possibile, entro l'ambito di un accordo per una sicurezza europea, andrà fondato sul principio della non interferenza reciproca nella politica interna di ciascun paese. In queste condizioni, la vera funzione di un socialismo costrnt– tivo, che non chiede di collaborare senza condizioni con la DC, ma di contestarle la maggioranza, diventa passi-· bile, e si avvicina al piano del progetto· concreto. Sinora Nenni ha considerato inevitabile che la DC accetti, ed ese– guisca suo malgrado, il programma· di quella cthe resta effettivamente la sua minoranza: ci sembra si avvicini l'ora in cui Nenni passi a chjedere che si realiz,oi in Italia il programma della sua propria maggioranza. C'è da chiedersi, ora, se il PS.I disponga tuttavia del personale politico idoneo. Cli anni della guerra fredda in politica interna hanno assorbito interamente ]e. forze• migliori del partito in un impegno unicamente propag:;,.n– distico, ed in quella opposizione extraparlamentare che era, e.erto, inevitabile, date le condizioni di minorazione, nelle quali si trovavano in parlamento e nell'opinione le foF/4e dei partiti popolari. Ma da qtrnsta condizione è derivata anche una disabitudine ai problemi di riforma e di governo; per cui basterebbe domandarsi per esempio come formare,. eventualmente, un governo socialista, per trovarsi indub– biamente imbarazzati nella scelta degli uomini. Eppure i termini dell'ape1-tura a sinistra stanno evo!- . vendo,.' e già quelli enunciati da Nenni rischiano di essere anacronistici. Abbiamo accennato, poche settimane addie– tro, alla urgenza di adegu!),re i metodi della lotta di classe alla nuova fase capitalistica in avvio anche in Italia: peno savamo allora alla missione d'opposizione del socialismo. l'roponiamo oggi l'altra faccia del problema, quella del. governo. Che si guardi la funzione socialista dall'una come dall'altra parte,- l'apertura a sinistra si rivela sin· d'ora generica., adeguata indubbiamente ad una certa fase mini– steriale italiana; inadeguata a quella reale, del nostro paese. Per questo possiamo ben dire che !?intervento di Nenni nel dibattito intorno al governo è stato il solo di un uomo desto tra molti sonnecchianti; ma Nenni stesso appariva desto -in un'atmosfera provvisoria,. gravida di novità da lui stesso non percepite. Non vorremmo che una volta di più il socialismo arrivasse fuori tempo massimo. Vi sono pa.rtiti che· sono sempre in ritardo, per voca• zione: la democrazia• cristiana è di questi; ma banno la coerenza del moderatismo. Il PSI, come tutti i ·partiti. soc1alisti, o è d'avanguardia, o non è. Speriamo che Nemli se ne avveda in tempo.. · ALADINO.

RkJQdWJsaXNoZXIy