Nuova Repubblica - anno III - n. 7 - 10 aprile 1955

2 . le classi lavoratrici nella vita dello Stato, unica condizione per una stabile e forte democrazia; e come se le associazioni padronali, sem– pre monoliticamente unite tiella difesa e nella offesa, rinunciassero a fare della politica .... E, puntando sulla inerzia docile della parte più egoistica, meno combattiva e politi– camente « scoperta »·di alcuni set– tori di lavoratori, li hanno assor– biti servendosi anche, ed accettan– do e sovente sollecitando la pro– tezione dei governi,. degli organi dello Stato e - ahinoi ! - di for– ze estranee alla società italiana; le– gando così la loro azione alle sorti di una certa p:ilitica, di un certo tipo di governo e. dei partiti che lo compongono. · Quel che è più grave - é non sappiamo sino a qual punto abbia– no sollecitato la tutela - la CISL e la UIL hanno accettato anche la protezione ·padronale, perfino nel– !' interno delle fabbriche - prima fra tutte la FIAT - anche nel periodo in cui, partita dal governo, si propagava e si intensificava nel'. le fabbriche e negli uffici la poli– tica della "disniminazione, della intimidazione, della minaccia : o ti pieghi, o te ne vai e resti senza panè. E molte volte solo la esclu– sione elimina la minaccia. Là qua– le non era e non è rivolta soltanto ai comunisti e ai socialisti. Anche nostri compagni, impiegati e ope– rai inscritti a Unità Popolare e al– la UIL, ma dissenzienti dalle di– rettive e dalle mollezze collabora– zionistichc dei dirigenti di que– st'ultima, hanno ricevuto « ammo– nimenti » a non chiacchierare e a non protestare, a « lasciar perde– re » se non volevano essere trat– tati· da « comunisti ». E tutto l'apparato dirigente del– la FIA T è stato mobilitato per far convergere i voti sui candidati del-· la CISL e della UIL. Angelo Tasca, non sospettabile di simpatie per i comunisti, torna– to nella sua Torino dalla Francia un mese fa - e cioè pri'ma delle elezioni - dopo più di vent'anni di assenza, ci diceva di essere « angosciato » per la situazione della classe operaia nel grande complesso industriale, situazione risultata da una sua diligente e obiettiva inchiesta. E allora? e allora il risultato delle elezioni alla · FIA T la vittoria della CISL e della ÙIL ottenuta in tali condizioni, è una vittoria «gialla», on. Saragat, on. Pastore, dott. Viglianesi. 'E' una vittoria « gialla », quali -si siano le proteste dei dirigenti le due organizzazioni « democratiche », troppo intinti forse di corporati– vismo per intendere la nostra con– clusione. A Torino. è stata sconfit– ta tutta -la classe lavJrat~ice, per– ché. è stato annullato il potere di libera scelta, perché si è tentato di escludere con la intimidazione una grossa parte di lavoratori dalla rappresentanza diretta negli organi che difendono i loro interessi e quindi si è annullata la demo– crazia. Ha un bel proclamare !'on. Sa– ragat che la democrazia è in mar– cia:. forse la sua democrazia, che consiste in una sorta di illumini– smo che si tradu:e nell'11ssunto che democratico e o:1esto è solo chi gli dà ragione. Hanno un bel p:oclamare i san– toni del quadripartito che la loro politica di governo ha fatto rinsa– vire gli operai - guand'o tutto il Paese assiste allo scempio che Bib11u~v \..:J Il IU Il Comitato Centrale di Uni– tà ~opolarc, riunito a Roma domenica 27 n1arzo alla vigj– lia delle elezioni sindacali alla FIA T, aveva approvato il se– guente ordi'ne del giorno: « Il 25 p.v. avranno luogo alla FIAT di Torino le elezioni per il rinnovo delle Commis– sioni interne. Queste elezioni uvvengono in ·condizioni estre- 1namente' gr~1vi di limitazione della libertà di voto; sotto il peso di inti1nidazioni e pres– sioni d'ogni genere; che tendo- ·. no dichiaratament~ a spezzare ogni, residuo di resistenza e di autonomia operaia, e a dare ;'avvio a un re~ime di fabbrica fondato sul 3ispotismo padro– nale. Questo vuol essere un banco di prova: alla FIAT (e doma– ni in tutte le grandi fabbrjche italiane sarà la stessa cosa) si combatte non per quésto o quel sindacato, ma per 'la libertà e la democrazia nelle fabbriche, riconquistate a duyo prezzo do– po la caduta del fascismo. Che çiò avvenga nel decennale della Liberazione è un Sintomo la cui gravità non può essere n·a– scosta. lJNITA' POPOLARE, m.entrc rivolge il suo saluto e il suo augurio ai con1pagni impegnati nelle elezioni, ritiene suo do- 1ere, al di sopra degli ii1teres– si delle liste in gioco, denun– ciare· pubhlicainente una situa– zione la cui ulteriore tolle1·an– za non pllò che aprire la stra– da a gravi ripercussioni sul piano della democrazia politica nel nostro paese ». della .democrazi;i sta compiendo il binomio Scelba-Saragat. . Vittoria « gialla », il cui signi– ficato potrà scomparire solo se, con la loro futura azione, la CJSL e la UIL ne faranno dimenticare ·1e origini, se faranno dimentica~e certi legami che nulla hanno a ve– dere con gli interessi contingenti e perm~nenti della classe lavora– trice; se, in una parola, 'le « pro– tezioni » delle quali si sono servite per sorgere e affermarsi non ipo– techeranno la loro futura politica sindacale. E' un grosso punto interrogativo che conclude le nostre amare con– siderazioni. l'IERO <:AI,EFn L' esitb delle elezioni_ interne alla Fiat era già .stato scon_tatq da Unità Popolarn, il cui Comitato Centrale . aveva emesso, alla vigilia di esse, il coniunicato che è qUi sopra ri– portato.· Le informazioni che ci era– no giunte non lasciavano infatti dub- • bi sull'asprezza dell'offensiva padro– na.le e sulla incapacità di reazione a cui sì trovavano ridotti gli operai. Le giustificazioni storiche di questa situaziohe si possono ricercare -e tro– vare, ma non. possiamo fare a me'no di esprimere in questa occasione il pi~ duro giudizio politico sull'atteg– giamento tenuto dall'organo social– democratico « f.:a Giustizia ». I;utti · sanno che Torino ha · rappresentato una vera disfatta operaia, di cui certamente una non piccola responsa– bilità risale alla politica della CGIL e alla p-ratica di corruzione padrÒ– nale della UIL e della CISL. Ma che da questa situazione un giòr'nale, che si dice socialista, tragga occa– sione per esaltare l'episodio della Fiat come una grande vittofia della democrazia operaia, come una pre– sa di coscienza democratica di un grande nucleo di· lavorato~i di fab– brica., questo, davvero, passa il segno. Il problema sindacale non è ormai più, in queste condizioni, problema di scelta di una organizzazione piut– tosto che di u'n'altra, ma problema di resistenza unitaria, e autonoma, delle forze operaie nella 'fabbrica con– tro l'offensiva padronale. L'unità sin– dacale va ricostituita nella fabbrica con formule nuove, anche senza o contro le le organizzazioni verticali, · e i gruppi (Politici o d'interessi) cui si appoggiano. li: un discorso su cui dovrefflo. tor'nare presto. (N. d. D.) - ,anco NUOV'A REPUBBLICA OPJNlONI E CONTRASTI Buio • lll Sic il • 1a Una minoranza che voglia operare nell'Isola può caratterizzarsi solo col richiamo ~ll'analisi e alla· impostazione di pochi elemen– tari problemi di fondo, le cui soluzioni vanno graduate nel tempo. Ritorneremo sulla questione delle elezioni siciliane e sul si– gnificato che vi assume l'iniziativa del P. S. I. di presentarvi pro– prie liste autonome. Pubblichi,i– mo intanto questo articolo, che mette in luce i caratteri perma– nCnti, e non immediatamènte elet– toralistici, della situazione politi– ca locale. È evidente che in una situazione siffàtta il lavoro da compiere è tutto in profondità, e non può fondarsi che su piccole Ìninoranze,· soprattutto giovanili, assolutamente estranee al carat– tere radicatamcntc clientelistico che tutta la vita pubblica ha as- . sunto nell'Isola (la creazione del– la Regione, utile sotto molti al– tri punti di ·vista, ha più peg– giorato che migliorato la situazio– ne in questo senso). Il problema che si pone ad U. P. in Sicilia, per l'avvenire, è quindi proprio qu~llo di raccogliere cd incorag– giare i nuclei di rinnovamento che certamente esistono allo sta– to potenziale, ma non hanno la possibilità, e spesso neppure la volontà cd il coraggio di, emer– ge1·e. S E l'isolamento sicilia.no non fosse configurato dalla struttura in– sulare della Regione, la depres– sione civile e politica che immobiliz– za le sue comunità finirebbe ugual– mente per puntualizzarlo nella topo– grafia politica del nostro paese. I livelli economici politici e sociali del!' Isola sono infatti. non solo note– volmente al di sotto del livello na– turale che il Mezzogiorno dovrebbe avere rispetto ali' Italia, ma al di sot– to della stessa realtà del Mezzogior– no, oggi; con la esasperazione ed il peggioramento di tutti i fenomeni negativi che caratterizz~.no la vita.– ambiente del Sud. V na stratificazione storica di re– pressioni e di oppressioni secolari si è cristallizzata nelf attuale immobili– , smo politico· siciliano, che solo nel . giudizio !uperficiale di osservatori pre11enuti si. dice scosso e mosso dalle affermazioni elettorali del PCI. Schematizza.te, queste sono le ano– malie piu evidenti nella Sicilia pre– elezioni: - un massiccio blocco di destr"a, che ha interamente assorbita ogni i~tanza centrista. Dimessi gli impacci illusori delle distinzioni sottili, grosso modo · il blocco di destra assorbe i settori che vanno dalla DC al .MSI, attraverso i· passaggi obbliga– ti, in alcune zone, delle superstiti clientele lib.erali e repubblicane-so– cialdemocratiche; _,... una compatta struttura comun– . fusionista che non ha soluzioni di continuità, ma vede ,,schieramento PCI-PSI forze indipendentiste. ins~riti nello residuati di Attualmente questo raggruppamento opera solo in posizioni difensive. Una radicalizzazione, dunque, mol– to densa dei rapporti politici, che si articola su 1.558.000 elettori orien– tati a destra e 630.000 elettori orien– tati a sinistra, includendovi i voti USI. Meno facile la individuazione dei nuclei sociali che sostan~iano l'orien– tamento 'destroide- e quello sinistroi– _de:Se nella Sicilia Sud Orientai, Siracusa,'" Catania, l~a.gusa - . la· identificazione « orientamento politi– co-classe sociale » assume senso io~ gico, usando della cautela interpre– tativa necessaria ogni qualvolta si parla di situazioni meridionali, è in– dubbio che nelle zone centrali - Enna, Caltanissetta - e nella Sicilia Nord Occidentale - ·Palermo, 'Tra– pani - questa identificazione divie-' ne impossibi-le e .per certe zone con– cretamente rovesciabile. È difficile infatti negare che le clientele dei Rubino, dei Mattarella, dei Palazzolo si articolino su settori sociali differenziati da quelli conta– dini. U NA interpretazione meno lontana da un giudizio obiettivo la si realizzerebbe, forse, ponendo come 1 elemento-e.ardine dell'elettorato as~ sunto sotto i ,diversi contrassegni, la ~lientela. Le sinistre hanno sostituito al. protettore-individuo del collegio uninominale il mito dei simboli, spersonalizzando il soggetto ma non rinnegando· la funzione. E di questa composizione dissol– vente ed incontrollabile delle basi, mi è parso di capire che si renda ben conto il PSI, che dispone in Sicilia di quadri iptelligenti ed illuminati, e soprattutto giovani. Anche i'USI, laddove è operante, se interpreta una istanza positiva, non gioca elettoralmente che. su forze incostanti e disorientate, o peggio controllate da elettori-mercanti. V na realtà dura che non si contie– ne in sé, ma determina squilibri an– che nelle· minoranze qualificate, non estranee alla èonsiderazione. degli in– teressi generali, le qua.li si muovono consapevolmente nell'infida condizio– ne delle necessità frontiste, onde di– fendersi dalla invadenza assorbente delle destre, m,a che fini_scano col col– locarsi, nei momenti di punta, nelle paludi della sfiducia, o, peggio, del– l'assenteismo, esauste dal gioco degli equilibri. Persino l'alternativa socialista è accolta da queste mi'noranze con la c~utela e l(l freddezza generati da molt.eplici reazioni fallite; un falli– mento che minaccia ed incalza da vicino ogni speranza· di recupero. L'opinione media siciliana è a tal punto diseducata - e · la responsa– bilità della stampa isolana, quasi in– teramente controllata dalle banche, dagli agrari-baroni e dai clericali è enorm·e in quest'opera di corruzione morale e civile - che sblç,ccare una. situazione tanto connaturata su un piano puramente ideologico si rivela impresa assurda quanto inutile, con– siderato il difetto di argini di resi– stenza. In Sicilia, oggi, si può operare so-· lo su posizioni concrete, problemisti– che, da riassorbire, magari in un se• condo momento, su fondi ideolo.gici eh~ abbiano però i loro centri dina– mici. sul Continente. Una minoranza che non voglia la– sciarsi trascinare e non si illuda di· trascinare, può èaratterizzarsi solo col richiamo ali' a::alisi e alla i17!:postazio– ne di pochi elementari problemi di fondo, le cui soluzioni van.no gradua– te nel tempo. · Per esemplificare: a) monopoli n'a– zionali e zolfo siciliano; b) industria– lizzazione ed energia elettrica (rap– porti ESE-SGES); c) sfruttamento pe– trolio ·siciliano; d) politica creditizia .del Banco di Sicilia. Ove questi problemi fossero inte– grati da una riserva generale sulla funzionali(à dell'Ente-Regione, si po– trebbe ricavarne temi di dibattito e di azione per. Una intera legislatura. Su quale settore politico dovrebbe gravitare l'approfondimento di un si– mile, o analogo, programma minimo non può accendersi discussione. A sinistra. Ma posta la riserva che in ogni ca.so una azione della specie nort de– ve esaurirsi nella "esperienza elettO– rale, ma accreditarsi con l'impegno di una azione futura, sarebbe impali- . tico definirne le linee di inserimento · e le zone di aggancio. È problema da porre sul tappeto. BllNI.UIINO FINO<:<:IIIAllO Lettera 22 In·autoe in treno in aereo e in albergo sulleginocchia, soltavolo d'unbar, esatta e leggera scriverà lavostra corrispondenza. gli appunti diviaggi6 i ricordi dellevacanze. olivetti

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