Nuova Repubblica - anno II - n. 22 - 25 novembre 1954

4 I ITALIA, 01t1tl laquiete dopo latempesta D UE settimane fa esprimevamo qui la cauta opinione che l'on. Sara– gat avrebbe potuto giovare al suo partito, e alle apparenze della sua per– !)Ona, risolvendo con le sue dimissioni il grosso pasticcio che aveva provocato quando chiese subitamente al governo di diventare, p~r così dire, la guida ciel popolo. La nostra opinione era cer– tamente sbagliata, perché !'on. Saragat, se non ha giovato al suo partito, ha certamente salvato le sue apparenze re– stando al governo, nella sua doppia qualità di vicepresidente e, come vedre– mo, di « Septisavio ». Vogliamo dun– que, dopo arer riconosciuto il nostro errore, trarre qualche conclusione dalle nostre riflessioni dell'età del dmpasto. Conclusioni modeste, ma non, questa volta, per colpa nostra. La politica este– ra che è stata consigliata al ministro Martino non si sa esattamente che cosa :,ia, giacché gli si è raccomandato sem– plicemente cli seguire le orme, assai lievi nella storia contemporanea, dti suoi prede,essori. Che noi si sappia, quelle: orme correvano però lungo un tracciato. segnato, allora e soltanto dai cedisti. Dacché la CED non esiste più. ed è già minata. dalle dimissioni del suo Presidente, la CECA, saremmo curiosi di sapere che cosa esattamente signifi– d1i l'indicazione fornita dai quattro partiti alron. ~1artino. Sembra legitti– mo i I sospetto d1e essa non venga co– munque dall'on. Fanfani, il meno re– dista dei segretari dei partiti governa– tivi: vi sentiamo piuttosto lo stile dei . rt:pubblicani storici. Si ronsentirà poi <.:he neppure è colpa nostra se il PSDI ha creduto di salvare la laicità della s<uola italiana chiedendo qualche piccola giunta al modestissimo fondo annuale delle borse di studio. che non sono poi esclusivamente destinate agli alunni della scuola pubblica. Quanto agli altri aCfordi. si può dire fhc non esistano. L'in. Malagodi può tentare ora anobazie, per far credere che lui e Fanfani sono d'accordo in materia di riforma agraria; ma se nessuno dei dm: ~i converte, le fose resteranno al pun– to di dissenso in cui sono; e altrettan– to si dica per la questione IRI-Confin– Justria. Che q,iesto governo debba rosì, so:,tanzialment<:. continuare nell'in– compiuto e nell'intoncluso, e che non vi sia per ora di che sostituirlo in me– glio, può t'SSere ronn:sso: ma a noi duole che si faccia credere al pubblico italiano che le tappe della rivolta SO· daldemocratirn siano state quelle auda– ti delle « carte in tavola », prima per ,iò che riguardava gli uomini, poi in relazione al « programma ». Nulla è accaduto, di fatto. né riguardo agli uomini, né riguardo al programma. Nulla di nulla, se non qualche gro,sa f.ttica clell'on. Paolo Rossi, per rab– berciare alla meglio gli errori del suo lJpO. Egli non si dorrà ora se noi, ricordan– do questa volta in lui il moraJista, ne abbiamo accostato la saggezza, al– l'antica, e magnifica, dei Sette Savi: egli può del resto tutta assommarla in sé, dal momento che ( è noto) i greci non si misero mai d'accordo sul loro ca– talogo. Da un pezzo l'on. Saragat si era 1111- pusto alla nostra attenzione per la sua teoria del « terrorismo ideologico » : un tongegno alla Kravcenko, come altra volta eravamo stati ·tentati di definirlo. Ma finalmente l'on. Saragat si è spie• gato in tutte lettere, a proposito del• r« affare Sotgiu ». Questo episodio è, in via personale. dei più sordidi: s'in– ttnde, nelle linc:e che ce ne sono state ~inora descritte, t' che meritano credi– to non tanto per il moJo come sono pervenute alla pubblicità. che non è rerto dei più eleganti, rr:a per il fred– do distacco con il quale il Partito Co• munista ha annullato i suoi rapporti ton i protagonisti. Tuttavia restano dut osservazioni da fare. La prima è, che, per quanto ridicola e mortificante sia la figura di un illustre penalista che razzola così diversamente da come pre– dica, il caso Sotgiu non può in alcun modo ~sser avvicinato a quello Mon– tagna, sempre che si dia fiducia al rap• porto Pompei, e, nella sua deprecata superficialità, all'inchiesta De Caro. Nulla autorizza invece, nell'episodio Sotgiu, a ravvisare un ambiente di sot– togoverno: bensì un caso di degenera– zione sessuale e di tartufismo personale. la speculalione di ritorsione ci sem- bra quindi sfocata. • Ma c'è di peggio. Noi speravamo che, dopo tanto studiare, ron. Saragat avesse appreso che il determinismo clas– sista, applicato alle soprastrutture, non corrisponde più in alcun modo né ai risultati della critica filosofica, né agli studi sociologici moderni. Invece e(CO l'on. Saragat ricadere pari pari nei vizi dei suoi avversari, i comunisti. Come un (Ornunista ottuso può giun– gere a ritenere che. supponiamo. sop– pressa con il pieno impiego la prosti• tuzione, questa non abbia più a presen– tarsi neppure sotto specie Ji vizio, (OSÌ l'on. Saragat sembra convinto l"hc le strutture dd collettivismo, in po– tenza o in atto ,che siano.· portano fa. talmente al satrapismo, alla distruzio– ne della famiglia, e via dicendo. Ed eccolo uscire negl'inni di patria e fa. miglia. come un qualunque predicato– re di oratorio o pievano di campagna. Ma per l'on. Sara~at le cose sono pili gravi .. Giacché egli sa benissimo che quel determinismo è falso, e che sotto la sua penna quelle accuse diventano tipicamente marcartiste. Del che pro– viamo più dolore (he ripugnanza. dac– ché sorprendiamo tale atteggiamento in un uomo che non dovemmo mai di– sprezzare per grettezza, e a cui la falsa n1ltura non aveva mai oscurato, ptr il passato. una lealtà intellettuale nativa. L"on. Saragat può tuttavia (onfortarsi: a provinciale 1 provinriale e mezzo. Al– ludiamo :d corsivista clell'Ara111i!, il quale, per salvare l'anima bella del fronte popolare, è giunto a scrivere che, in quanto esibitore o spettatore Ji at– ti Sconci, l'avvocato Sotgiu non pott\'a esst!re che «borghese». I: purtroppo esatto che la (ultura di indirizzo classi– sta, tenga essa a suo onore l'ortodos– sia o il revisionismo. è rima:,ta. fors<: solo in Italia, in ritardo almeno di trent"anni. L'assistenza i braccianti S u LLE colonn(' di un recente nu– mero rii N. R. avt_0va1110so– stenuto che uno dei problemi fon– damentali cui, alle soglie dcll~invcr– no, le organizzazioni dei lavoratori devono pçnsare è quello dell'assi– stenza immediata ai braccianti. nel duplice aspetto del sussidio di disoc– cupazione e di un migliore'trattamcn– to mutualistico. Ci sono dei problemi piccoli come quello del sussidio di disoccupazione ai braccianti e della loro assistenza sanitaria cht· vanno risolti senza in– dugio. Purtroppo, con le grandi enuncia– zioni non solo non si sono risolte le grosse questioni. ma nemmeno le piccole. Si sono fatte delle parole. solo delle parole. t ve 1 ro, è verissimo che il sussidio dì disoccupazione non è una sol uzionc e che la sistemazione dei disoccupati in agricoltura potrà venire da una radicale riforma agra– ria. Questo lo sanno tutti! Ma è altresì vero che, per ora, la grande riforma nessuno la farà. mentre il sussidio a quelli che. per mesi, non lavorano e non sanno come man– giare, si può ottenere. Se si otterrà, sia pure in lievissima parte, i brac– cianti, nel prossimo inverno, avran– no un po' di pane cd un po' di legna in pilt. Nell'era del socialismo S'lràgatiano, è già qualche cosa di concreto. L'anticomunismo deglisfratti N EL quadro delJ'azione antiopcraia del governo. non vanno taciuti gli sfratti forzosi delle organizza– zioni sindacali dalle loro sedi, che - in gran parte - sono. come si sa, sedi di proprietà demaniale. Gros– se Camere del Lavoro, come quelle di Genova e di Firenze, saranno mes– se nell'impossibilità di funzionare ché il sindacalismo moderno non è più quello di cinquant'anni fa cd ha bi– sogno di una sua attrezzatura. Ovun– que sono pronunciati scioperi in di– fesa delle sedi sindacali. Giorni fa, NUOVA REPUBBLICA la lotta contro l'Eni Non intendiamo in questa :,eJe. e a questo punto delle informazioni in proposito, discutere il bilancio del• l'ENI. Ci interessa qui invece una que– stione di stile politico: il << modo » in cui la lotta contro l'ENI è condotta. A noi sembra poro bello rht' un giornale rome la Hemld Tribune non informi il pubblico americano intorno alla autentica personalità di Ernesto Rossi, uno dei pochi economisti ita– liani che conduce seriamente proprio quella battaglia antimonopolistica che è, sulla carta almeno, onore e vanto del neoliberismo americano. Né ci stm– bra dignitoso che si getti un'ombra Ji sospetto contro un"impresa com– merciale milanese, per il fatto che que– sta affronti i rischi degli scambi, in– dubbiamente difficili, con la Cina. I: opinione americana, di Stassen come della Commissione Randall. che gli scambi Oriente-0Cfidente siano cosa normale, entro i limiti di un embar– go che sono stati anche recentemen– te allargati. In ogni paese europeo. di tali questioni si parla pubblicamente nella stampa economica e finanziaria. Come è dunque ammissibile rhc si fac– cia passare per azione: cli dubbia sti– mabilità quello che in tutti i paesi europei si fa e si clesidt"ra fare; e qui al solo scopo di racchiudere Cina. comunismo. caffè, petrolio, in un solo calderone, il cui coperchio sia sor– montato da ·alcune teste da abbattere. quelle dei r<:~ponsabili dtl demanio italiano? Quanto aJ fatto che i <:omunisti ap- • poggino una politirn cli gestione stata– le dell'energia e degli idrocarburi. sa• rebbe solo strano il contrario: perché dovrebbe, putacaso. l'on. Li Causi. Ji. venire l'alfiere della libern (oncorrt:n– za? L'argomento di don Sturzo è si– mile a quello di cÙloro fhe si dole– \'ano di Mendès~Franre. quando ebbe inizialmente il voto dei comunisti. Ma il Presidente francese poté e dové ben presto privarsene. e fu quando, pron– tamente, gli si offerse la solidarietà di tutto il centro laico della Francia. In Italia, socialdemocratici. dtmocri– stiani, repubblirnni (non didarno i liberali. i soli coerenti ntl quadripar– tito) predirnno. sì, un'economia a due settori: ma non una \'OCt' si leva a difenderne l'attuazione, quando essa è messa in Jiscussione dalla Confin– dustria. gli operai di Fircnzt· sono stati cli scena. ottenendo il successo del rin– ,·io dello sfratto alla Camera del La– voro. In questi ultimi giorni. è stata la volta di Gf'no,·a. Pare che il go– \'crno sia deciso ad andare fino in fondo in questa sua strana azionl'. D'altra partr non potrebbe essere chl' così per un governo chl· at– tua una « fori e e coraggiosa > poli– tica anticomunista. All'anticomuni– smo delle Cascine si aggiunge oggi un altro anticomunismo: quello dt·– gli sfratti. Intanto. con una così inldligcntc visione politica della lotta contro i comunisti, nelle fabbriche, i voti per le elezioni delle Commissioni Intcrnc LAVORO e SI~D11CJ11'1.,I stanno diventando domini~ .quasi in– contrastato dei comu111st1 e la CGIL perde le sue· sedi ma riac– quista gli operai rhc. nel corso de– gli ultimi anni,· aveva perduti. Il cartello siderurgico e ox le prospettive cli benessere e di floridezza economica che ci stanno davanti. non è certo da stupire che gli operai siano sempre più comunisti. Ma s'è mai visto un governo come il nostro? Sta assisten– do compiaciuto. sorridente, europeiz– zato alla costituzione del pili colos– sale cartello industrialt· che, in Eu– ropa, sia mai esistito: il fao della siderurgia franco-tedesca. Non solo \'i assiste ma· lo accetta. lo sotto– scrive, nd quadro di una Unione Europea. nella quale •- economica– J..TICntc - l'Italia non \·crrà tutela– ta. E accennando a questo problema, trascuriamo - percht non interes .. sano questa trattazione - gli aspet- I COSE DI . FRANCIA Dal nost10 con i~1>ondcntt" Me11dès-Fra11ce cadrà nel pros- simo mese di dicembre! · Non è un pronostico; è uno slogan messo in giro dai nemici del governo con la speranza che, a furia di ripe– t.erlo, il fotto si produca. Ed è 011che possibile che si produca. Mentre il Presidente era in America, in Francia si complottaua /uriosame11te per ab– batterlo. I suoi nemici sperauano mol– to in Eisenhower. Come molti, nel I940. allevano sperato in Hitler per liquidare l'odiato Repubblica. li pa– triottismo di certi ceti dirigenti pre– senta di questi fenomeni .... Ma se proprio Eisenhower dovesse deludere tutte le speranze, si fosse lasciato persuadere, sia pure solo in porte. resta sempre lt, spero11zo dei fellogas tunisim·. dei « ribe/N > algerini e dei « terroristi:» marocchini. Una buona guerra civile in tutta l'Africa del Nord, una nuova guerra d'Indocina più a portata di mano, cadrebbe pro– prio a punto per sbarazzarsi, utt po' ,·ol panico. un po' con la confusione. di questo terribile rompiscatole che ha interrotto la sonnolenza in ,ui i Pinay e i Laniel aueunno sprofontlato lo Francia e che permetteua a tanti bra11i feudali d;lla barbabietola o della vite di vivere tranquilli con le sou1·enzioni di Marianna. D'altra porte gli amici sfoceri del Cor 1 erno non sono molti: le maggio– ranze ch'esso ot.tiene all'Assemblea Nazionale, importanti anche se tal– volta inferiori alle precedenti, sono date in parte da concorrenti che at– tendono, probabilmente i,1Ra,rntrndo– si. la· loro ora (è il caso di certi so– cialisti), in parte da falsi amici che lo aspettmio al varco del primo in– successo o delle prime grosse diffi– coltà per mefilio colpirlo, e le diffi– coltà dil,engono ogni giorno più dure. Mendès-Frrrnce· è andato in Ame– rica sopratutto per far 11edere che 11011 è quell'orco al servizio dei Rus– si per cui certi suoi compatrioti hanno ti politici degli accordi di Parigi. Ci preoccupiamo solo delle cons,·– guenze che - per lo sviluppo della nostra gracile industria meccanica - possono avere. Il governo non de– nota sensibilità particolare in questo campo, anche se il Ministro della difesa ha posto l'accento sui pericoli che il « bilateralismo economico> comporta. . Le stesse organizzazioni sindacali non hanno chiarito, su questo pro– blema, il loro pensiero, impegnate - come sono - a farsi concorrenza e a discutere se il conglobamento è stato fatto .o si debba ancora fare. · 11 conglobamento - fatto o da fa. re - è questione di mille o duemila lire al mese. La difesa della nostra produzione e del lavoro dei nostri operai è certamente questione di maggiore importanza. L'accordo per il conglobamento M A tanto per restare in argomento con i problemi cli tutti i giorni, ci sentiamo in dovere di informare sia pure con il ritardo dovuto al carattere quindicinale di N. R. che le tre confederazioni hanno firmato l'accordo relativo al conglobamento per i dipendenti delle aziende mu– nicipalizzate con una riserva di natu– ra salariale da parte della CISL che \·uole risolvere, in sede di discussio– ne dei contratti di categoria. il pro– blema dei miglioramenti di salario. Si tratta di un contratto - come risulta chiaro dalla riserva della CGIL - che risente dello stato di confusione che si è venuto a creare con l'accettazione del patto sul con– globamento da parte della CISL e della UIL. in ,assenza dell'organiz– zazione socialcomunista. · Gl 1 industriali chimici che hanno concesso un aumento del 3 1 5 o/e sui salari dei lavoratori del settore, non hanno voluto soddisfare le riven– dicazioni degli addetti alla lavora– zione della gomma che, in passato .. avevano avuto sempre un tratta– mento privilegiato. voluto farlo passare agli occhi degli A m.ericm,i; il suo è un viaggio di 'carattere psicologico be11 più che po. litico. È anche il primo viaggio agli Stati Uniti di un ministro francese che non ho per scopo di chiedert elemosine. Ma a Washington preferi– vano certamente i ministri mendican– ti, pronti a tutte le obbedienze. L'ambasciatore americano a l'ari– gi, anche ai tempi di Pinay e di La– niel, è sempre stato un uomo discreto; .rnpeva dare i suoi ordini con tatto. in modo che non sembrassero cht paterni consigli. Non si sarebbe mai sognato di chiamare a ,apporto i di– rigenti dei partiti, sia pure di quelli che gli dovevano maggiore ricono– scenza. Le donne diplomatiche hanno minore fi,iezza; a meno che ciò pro– venga invece dal genere dei loro in– terlocutori .... Adesso molto dipe11derà dalle con– dizioni in cui Mendès•France tohitrà dall'America. Se tornasse trionfante. vorrebbe dire che non è più lo stesso di quand'era partito; vuol dire che ho mollato al pori di u11 Bida11lt e che no_n valeva la pena che cru,sse tante illusioni in FrancÌtl e fuori. Se torna senza allori, ma anche Sl'nza dollari che lo leghino, avrà reso u11 servizio non solo alla Francia, ma al– l'Europa intera dando lo proun clte i paesi d'Europa hanno ancora la possibilità di avere una loro politica europea e una certa dignità. Per di rla in confidenza, Mendès-France, 11.ei confronti dell'America, ha bisogno sopratutto di menare il can per l'aia. Poi dovrà imporre ai suoi funzio– ,wri, e forse anche a certi suoi col– laboratori, di non sabotare quegli ac– cordi ch'era riuscito ad abbozu,re in Tunisia; poi dovrà trovare una so– luzione per gli affari morocchÌ>li. clte potrebbe essere una transazione tra il ritorno del sultano legittimo e fo deposizione del vecchio Ara/a impo– sto l'anno scorso con un colpo di mano; poi dovrà creare un clima d'armistizio in Algeria, i11 attera di una soluzione impossibile i1I teorra e difficilissima in pratico. Poi dovrà af– frontare una montagna di problemi economici e sociali senia lasciani iu– gonnore dalle statistiche euforiche del suo ministro delle Fi11anze. Per poter affrontare questi proble– mi Mendès-France ha bisogno di un periodo di colma nel cnmpo delln politica internazionale. Biso1tna che torni da Washington senza l'im.pegno di dnre un colpo di mnno afili A me– ricani per fare del Sud Viet N,1111 una seconda Corea del Sud con "" Sigman Rey qualsiasi, il che riapri– rebbe per la Francio lo pioRo i11do– cinese; bisogna che non si lasci im– porre una nuova CED sotto rrna od altra forma. Tutto questo esifle delle cnpacità eccezionali, tanto pill che l'uomo 110n è sostenuto nel campo parlamen!nrt' do forze politiche sue proprie. ma da un complesso incerto di elementi diversi. V'è, nell'esperienza di. Mendès– France, il tentativo di togliere ni Partiti or/ionizzati il monopolio della politica. li un tentativo che, riusceri– do, potrebbe portare un rimedio ra– dicale ni difetti del porlnmentarismo contemporaneo in Francia come in Italin, dove lo. disciplinn 11pplicata non solo ai principi, ma ad ogni det– taglio, fa dei pnrlnmentari o delle mario,iette o dei ribelli'. V'è, nella politica estera di M,rn– dès-France, una specie di sfida ai ti– midi e ai paurosi i quali dicono: se non ci teniamo buona l'America, questa ci abbandonerà e si rivolJ!erà totalmente alla Germania. Al che è facile rispondere che Per fare rrn'Eu– ropa, in funzione antirussa o ,,o, oc– corre anche la !:rancia. V'è, nell'esperienza Mendès-Fnrncc, la provo della possibilità di unn ri– presa dell'influenza dell'Europ11 - influenza in senso d'intermediario e pacificatore .. - sugli avvenimenti mondiali. f:: per questo che In fini di que– sta esperienza, dovu,ta ai suoi avver– sari o alla capitolazione di Mendès– France alle esif:!enze americane, sareb~ be lo fine delle speranze create in tutto l'Europn libera dal suo avi•ento al potere.

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