Nuova Repubblica - anno II - n. 18 - 25 settembre 1954

2 rio non usciva dalla prassi ordina– ria della propaganda politica, e non scalfiva neppme il grosso problema dcli'« incontro » di diverse forze progressive su un terreno comune. Né si poteva pretendere (forse neppure si voleva) d1e in queste condizioni il dibattito si improv– visasse durante il convegno, dle si ritrovava chiuso in se stesso, modesto convegno di sezione cul– turale d'un partito. Qualunque cosa può dunque uscire da questo primo timido pas– so. Può non uscire semplicemen– te nulla, e tutto ridursi ad una manifestazione di propaganc!A di partito; ma può uscire andle la franca apertura di un dialogo che da tempo aspettiamo. In questo ca– so, sia iI benvenuto. Siamo persua– si, non da oggi, dle la cosiddetta libertà della cultura è qualcosa di poco diverso da un mito nell'Italia di oggi; siamo andle persuasi che la cultura della tradizione liberale è, politicamente, incapace di pro– gredire, neppme di difendersi. La difesa è possibile solo nella mi– sura in cui è possibile un inwn– tro tra quella tradizione e la nuo– va cultura operaia e contadina, in lenta ma sensibile maturazione; e nella misura in cui quest'tùrima non sia a sua volta schiac-:iat.t da un apparato politico. Libertà della cultura dunque non significa sol– tanto studiare le cgndizioni per cui una cultura tradizionale, le– gata a posizioni di privilegio, non soffochi una cultura giovane, in via di formazione; significa anche garantirsi che quest'ultima non venga distrutta dalle stesse forze politiche su cui oggi è costretta ad appoggiarsi. Come si vede, il discorso diventa a questo punto lungo ed impegnativo: ed esige coraggio e chiarezza di vedute. Infine: la coscienza dei propri limiti e delle proprie insufficienze è forse l'alleata migliore. C'è da augurarsi che i socialisti italiani, che per tanti anni si sono pasciuti di vuoto, compiano adesso lo sforzo di cultura che è loro ne– cessario. Perché il socialismo sia capace di affrontare sul serio, con speranza di una vittoria propria, i problemi della società italiana, bi– sogna che esso dimostri anche che la cultura delle classi che intende rappresentare è più adeguata, "più efficiente, più moderna di quella su cui si appoggia la classe domi– nante. Siamo ancora molto lontani da questo: il Convegno di Bolo– gna cc ne ha dato una riprova. Ma ci ha dato anche la prova che l'esigenza comincia a farsi sentire. T. C. Su inizintiva del prof. Salvemini un gruppo di cittadini si è riunito' nell'Associazione per la Libertà Re– ligiosa in Italia, A.L.R.I., con lo sco– po preciso di suscitare nella pubblica opinione il dovuto interessamento ed il giusto sdegno per il protrarsi in. Italia delle contintte violazioni alla libertà religiosa, malgrado le dispo– sizioni della Costituzione e le miglio– ri tradizioni del Risorgimento. La violazione della libertà religiosa avviene nei modi più diversi da parte delle A tttorità; la più vistosa è il disturbo al culto delle sette evan– geliche dell'Italia meridionale, ma vi sono numerosi altri fenomeni di set– tarismo che determinano di fatto u,ia posizione di inferiorità per gli appartenenti a confessioni non cat– toliche. Mentre riportiamo qui lo Statuto prouuiso1'io della nuova Associazione, siamo lieti di dare ad essa l'incondi– zionata adesione del nostro Movi– mento. NUOVA REPUBBLICA P ER molti insegnanti - dagli universitari agli elementari - la legge-delega non è che uno dei tanti crittogrammi politi– ci dle la cosiddetta gente di buon senso si guarda bene dal prendere in seria considerazione. Se in qual– che paragrafo del progetto di leg– ge, già approvato dal Senato e fra breve in discussione alla Ca– mera, si parla espressamente di loro, può serbrare a molti null'al– tro che un caso o uno scherzo di dubbio gusto d1e non li riguarda minimamente. LA LEGGE-DELEGA un nodo • scorsoio Gli stipendi sono vergognosa– mente bassi; ma è più facile che ci si metta a strologare su un be– nigno congiungimento astrale o sui numeri del « totocalcio » piut– tosto che si voglia perdere il lempo a leggere un testo che è davanti al Parlamento. Eppure, se la legge-delega pas– sera, gli insegnanti· avranno più degli altri il malanno e l'uscio addosso. li malanno si sa qual'è; cambiale in bianco data al governo e alla sua burocrazia per l'emana– zione delle norme relative ad un nuovo statuto di tutti i di(?endeoti dello Stato. Tra governo e buro– crazia l'accordo sarà trovato facil– mente, in s-ede di legge delegata, perché gli alti burocrati otterran– no l'aumento della propria paga dando in cambio la loro acquiscen– za alla volontà del governo sui principi relativi all'ordinamento di– sciplinare (concorsi, promozioni, scioperi). Ai medi e piccoli im– piegati (si chiamino di concetto, di esecuzione o personale ausilia– rio) resterà il· malanno di uno sti– pendio di fame e l'all~gra pro– spettiva di essere messi alla porta con poca buonagrazia se si permet– teranno il lusso di. avere una opi– nione _politica contraria al governo 111 canea. Ma la posizione degli insegnanti è ancora più preoccupante. Riser– vando ad essi uno « statuto spe– cialç », diverso da quello degli al– tri impiegati civili, la legge-delega Ii mette in balìa dei burocrati per la determinazione dei loro stipen– di (che vengono sganciati dalla equiparazione agli attuali gradi) e alla mercè del governo per la for– mulazione del loro stato giuridico « speciale ». Gli insegnanti, d1e non hanno alcuna moneta di scambio da ado– perare col Governo, né sono di– sposti a vendere 1 'anima per un tozzo di pane, sono, più degli al– tri dipendenti dello Stato, interes– sati ad ottenere che il loro statuto sia normalmente discusso con la partecipazione dei loro rappresen- PER LA DIFESA DELLA LIBERTÀ RELIGIOSA per la tanti e sia con le consuete garan– zie approvato dal Parlamento e non dal Governo. Secondo la Costituzione (ar\ 76) « l'esercizio delle funzioni legisla– tive non può essere delegato al Governo se non con determinazio– ne di principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per oggetti definiti». Il disegno di leg– ge che è davanti al Parlamento verte invece su un'inliera materia. La legge-delega è dunque incosti– tuzionale. '- Trattandosi di emanare non una sola norma ma tutte « le norme relative al nuovo statuto degli im– piegati civili e degli altri dipen– denti dello Stato », i principi di– rettivi variano per ogni capitolo, per ogni «oggetto». Il disegno di legge presentato dal Governo si limita alla enunciazione di con– celti generali concernenti l'intiera materia e non contiene principi e criteri direttivi sugli « oggetti de– finiti». Fra questi oggetti ve ne sono alcuni di grande importanza sociale e di capitale valore politi– co, perché coinvolgono le libertà fondamentali degli impiegati in quanto cittadini, sancite dalla Co– stituzione. La stessa Costituzione prescrive (aJ:t. 72) che per « i di– segni di legge in materia costitu– zionale » dev·essere sempre adot– tata la proceduta normale di esa– me e di approvazione diretta da parte della Camera. Al Governo italiano non man– cano certamente orientamenti pre– cisi nei vari campi di così vasta materia. Ma appunto perché il Governo ha i suoi orientamenti ben precisi, non ha voluto di– chiararli nel disegno di legge. Altrimenti che scopo avrebbe la legge-delega? Essa deve servire a lasciar libera la mano al Governo. ! chiaro che per ottenere l'appro– vazione della legge-delega non bi– sognava mettere in sospetto il po– tere delegante, cioè il Parlamento. Purtroppo c'è di peggio. La maggioranza della Commissione se– natoriale che ha discusso il dise– gno di legge-delega, non solo è' 3) Possono ('!,Sr11· soci dell'Associazione sia le persone fo,ichc, i11dipcndcn1cmcntc dalla loro confcssionc I cligiosa, dalla 1010 fede politica e dal loro muo, che le 11cr– sonc giuridiche. 1) t costituita- l'Associazione per la 4) L:1 pa,tccipation(• tMl'A~ciationc Libertà Religiosa in Italia, A.L.R.l., con comporta robbligo cld vt·1,;;.,mcnto della sede in Milano e sezioni periferiche vunquc sarà possibile costituirne. do'- c1uota annua di almeno L. 1.000, - ma 2) L'Associa1ionc ha per i.scopo di pro– muovere la libe1tà 1eligiosa in Italia, come voluto dalla Costituzione. J\ tal fìnf' essa intende: a) educa, e l'opinione pubblica liana- ad un'attiva tale libertà; e sistematica difrsa iia– d; b) raccogliere e scgnalarc i casi di intollcrnnza o di limiiazionc al principio clt·lla libertà religiosa; e) organizzarr la difesa legale. pos– sibihnentc gratuita, cli quei gruppi reli– giosi che non abbia-no mezzi finanziari suf- fìcienti per farlo. saranno accettate le adesioni cli 1,crsone che non QUOIC, abbiano i mt•ni r•cr versare le 5) Orgaui <ldl':\11,.ocia,.ione sono r,\s- semblca dei ~oci e il Con~iglio di1ct1ivo. L'Assemblea dt~,e es.s,·rt" convocala a-l– meno una ,olla ogni due a,,ni, nomina i membri del Consiglio di,cttivo e i Rcviso,·i dei conti, approva i bilanci e dct~rmina l'indirizzo clcll'Associaiiom·. Il Consiglio di- rct1ivo nomina (' il Segretai io. nel suo seno il Presidente 6) Il J>'rescntc Srntuto è p1ovviiio1io sino alla prima a-sscmbl(·a dt•i soci rhe si 1cr1 :\ entro il 1957. scuola italiana ·rimasta lontanissima dal nutrire alcun sospetto, ma ha ritenuto che su un punto del tutto particolare la prudenza del Governo poteva cedere il posto senza danno ad una dichiarazione esplicita. Bisogna– va infatti rassicurare qualcuno dle sta dietro le spalle del Governo. I governi cambian9, la Chiesa fe– sta. La Chiesa non- ha voluto che il suo· intendimento rimanesse ine– spresso in un campo che le preme oltre misura: la pubblica .:"ruzio– ne. La legge-delega __,ava'. di fronte alla l • Commis, / peuna– nente, che si occupa d~ « Affari della Presidenza del Consiglio e dell'interno» ma i Senatori della maggioranza hanno usurpato il campo della Commissione perma– nente della P-ubblica Istruzione, at– tribuendosene la competenza. di LUIGI RODELLI Essi hanno proposto la seguente aggiunta al testo redatto dal Go– verno: « Per il personale insegnante, direttivo ed ispettivo, delle scuole di ogni ord!ne e grado, il nuovo statuto dovrà adeguarsi ai criteri indicati nel numero 4 e nei numeri da 8 a 15 del precedente comma, nonché ai seguenti : a) accesso ai gradi iniziali del– le carriere docente, direttiva ed ispettiva mediante concorso per esami e per titoli, salve le ecce– zioni previste dalle norme in vi– gore; b) mantenimento della facol– ·tà di esercitare libere profes~ioni nei limiti delle norme in vigore; e) tutela della libèrtà d'inse– gnamento con riguardo ai singoli gradi dell'islmzione ». li veleno è tutto nelle ultime sette parole ché abbiamo sotto! i– neato. Esse significano che la li– bertà d'insegnare secondo scienza e coscienza sarà ridotta a zero. La 01iesa reclama a gran voce la Ji– berfà d'insegnamento perché nel– le scuole religiose si possa inse– gnare solo quel che piace alla Chiesa cattolica; vuole d1e le scuo– le religiose cattoliche siano pari alle scuole di Stato; vuole infine che nelle scuole di Stato la liber– tà di insegnare secondo scienza e coscienza sia tolta di mezzo. Que– sto intendimento può essere espres– so con una immagine atta ad in– cantare i pavidi e a servire gli ipocriti : la libertà col contagocce, ovvero con riguardo ai singoli gradi de/t'i11r11zio11e. I nostri Senatori della corrente di maggioranza non hanno esitato a r;iccomandare al Senato di de– legare espressamente il Governo ad introdurre nella scuola italiana i principi dottrinali che la Chiesa ha escogitato per far apparire nero il bianco agli alunni delle scuole elementari e poi via via continua- re a distorcere fatti e pensieri per impedire ai giovani di aprire gli occhi sul mondo e farli giungere alle Università con l'intelletto ca– strato. Per salvare il principio, si concede alle Università una libertà controllata, d1e è una beffa alla scienza e alle lettere e un'ultima insidia per la libera formazione ·dei giovani. Gli insegnanti sanno bene tutto ciò. Non approvano questi prin– c,ipi. Tranne i cattolici di stretta osservanza (che non sono molti) e gli zelanti sostenitori del Go– verno in carica (spesso per la sola ragione che è il Governo in cari– ca), molti li disapprovano più o meno esplicitamente. Essi sanno che l'Italia moderna è nata rom– pendo il guscio della tradizione gesuitica e cl1e un momentaneo smarrimento potrebbe riaprire un processo di decadimento morale e civile dle il Risorgimento nazio– nale aveva interrotto. Se ciò avve– nisse, gli insegnanti ne diverreb– bero lo strumento passivo. La legge-delega non porterà nes– sun apprezzabile miglioramento alle loro condizioni economiche. Per le ragi-Jni già dette, è più probabile dle ne segua un peggio– ramento. Non c'è bisogno dt ri– correre, d'altra parte, al materia– lismo scientifico per dimostrare che, di conseguenza, anche la loro vita intellettuale e morale, la loro libertà e dignità professionale su– biranno uila immancabile _caduta. Con l'aggiunta apportatavi dal Se– nato, la stessa legge-delega porta beffardamente incisi i termini del– la loro futura cattività e schia– vitù morale ed economica., La legge,.delega toglie agli in– segnanti l'esercizio di una libertà costituzionale, la libertà d'inse– gnamento, libertà che la legge rin– nega nell'atto stesso in cui invoca la sua tutela; spegne l'accento . della libera personalità un1ana sulla loro bocca, strozza la loro voce con la lugubre dolcezza di un nodo scorsoio. Alla Camera siedono molti pro– fessori universitari. Vogliamo spe– rare che essi non si lascino incan– tare da quel margine di libertà che la legge-delega sembra voler concedere ai gradi superiori della istruzione per poterlo togliere de– finitivamente ai gradi inferiori a quello universitario. La Federazio– ne Nazionale Insegnanti Scuole Medie si è pronunciata contro la legge-delega nel- suo XV congres– so: essa ha fatto il suo dovere. I professori universìtari, che do– vrebbero essere i più autorevoli difensori della scuola italiana, del– la sua indipendenza e della sua funzione nazionale, non possono scambiare un falso privilegio per un beneficio. A qualsiasi partito appartengano, essi non possono non sentire il dovere di scongiu– rare il pericolo di tanta jattura alla scuola italiana votando reci– samente contro l'approvazione del– la legge-delega.

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