Nuova Repubblica - anno II - n. 15-16 - agosto 1954

z andò tenacemente predisponen<lo in Europa, lungo la direttrice , Adenauer-Churchill-Schumann, cioè lungo la linea delj'Jiuropa conser– vatrice. L'altro elemento· che fu proprio e caratteristico di De Gasperi ri– spetto alla precedente tradizione italiana fu il suo universalismo e fanatismo cattolico. Si è detto - e giustamente - che il suo « sen– so dello Stato » lo preservò da una dipendenza accentuata e diretta dal Vaticano, verso i I quale seppe mantenere una certa indipendenza di giudizio e di azione: ma ciò è vero solo sul piano della tattica contingente. In realtà, il Vaticano sapeva di avere in lui qualche cosa di piL1di uno strumento docile e passivo: ]°espressione vivente e vo– J itiva ciel cattolicesimo politico, che agli ideali confessionali voleva ade– guare non soltanto il « risorto» stato italiano ma anche la nuova organizzazione politica europea. Sotto questo profilo, De Gasperi portava in se stesso molto dello spirito medievale: il fanatismo e spesso la grettezza della sua lotta politica all'interno, e insieme l'uni– versalismo, l'europeismo della sua politica internazionale, lo avvici– nano ad alcune delle ligure più combattive della tradizione medie– vale, il cui universalismo cattolico era stato battuto in breccia dal pensiero politico moderno, come il Sacro Romano Impero era stato distrutto dalle nuove realtà na– zionali. Forse, è in questa originale sin– tesi di uomo di stato moderno e di crociato medievale che sta il segreto della sua forza poi itica, dell"attrazione che certamente eser– citò, del « mito » che intorno a lui si andrà formando, rtolto su– periore alla sua effettiva i,gura di statista. «Mito» al quale non può essere estranea la coscienza, da par– te della borghesia italiana che nella ricostituzione dello stato tradizio– nale ha ritrovato quella forza po– Iitico-economica che la crisi del fascismo aveva messo seriamente in pericolo, di aver perduto il suo difensore più autorevole. Ma, in realtà, De Gasperi aveva finito la sua giornata politica mol– to prima del. 19 agosto di que– st'anno. Il 7 giugno, il congresso di Napoli, la crisi della CED, avevano già segnato la fine di una fase della politica italiana ed eu– ropea, di cui egli era forse. stato il rappresentante più legittimo. E la morte lo ha colto proprio nel momento in cui la concezione d'una Europa unita, sotto il segno della Croce, come avamposto di lotta contro il « male », identificato nel mondo orientale, sta crollando sot– to i colpi della realtà. De Gasperi era, per sua natura, l'uomo dello Stato efficiente, strumento di « cro– ciata» ideologica; se le condizioni della crociata venivano meno, se !"efficienza dello Stato doveva co– minciare a misurarsi al metro del– le sue effettive capacità cli adeguar– si al rinnovamento della società, De Gasperi non era più J"uomo della situazione. Il suo tempera– meni-o combattivo non gli consentì di ritirarsi per tempo, in punta cli piedi, di fronte alla nuova real– tà avanzante: egli preferì essere sconfitto, nel paese il 7 giugno, nel partito a Napoli, in Europa nei giorni stessi della sua morte. V'ha in questo suo destino qual– che cosa cli patetico, che merita rispetto, il rispetto dovuto a chi crede ferma mente alle proprie idee. T. f'. NUOVA REPUBBLICA I FINESTRA SULMEZZOGIORNO I sotto/ondi della Cassa È venuta, la Cassadel Mezzogiorno, associatalle speranze di grossemoltitudini alf amate e alla esigenza di·voluminosi interessi elettorali. E cometuttigli organismi nonautonomi, con un contingente di risultati attivied un passivo larghissimo di incongruenze, di immoralità, di sperperi, di vuotipsicologici, economici e sociali. A rivolta dei «cafoni» con- L tro il « cacchieronismo » 111e– ri<lionalista si nutre di indif– fercnza. r_·csercizio pseudo-storico, am– muflito e noioso, che illustrò le pagine dcll'i111provvisazione meri– clion alista dal '44 al '50, ha trovato alimento dal '50 al '54 nel tecni– cismo /ilo ed anti-Cassa, integrato dal problemismo dei Don Michele e dei Don Nicola, repubblicani e socialdemocratici, dal recente pa– nico anticomunista e /ilocentrista diffuso da periodici ben costumati. Ma la rea/1,ì meridionale, pur– troppo, ha continuato ad essere sommersa in una condizione di insuflicienza grave, dissolvente e corrotta; è stato solo esasperato il semo di isolamento, che è l'osta– colo meno facile per un inseri– mento integrale del Mezzogiorno nella vita nazionale. Una condizione di miseria che la Cassa ha appena aggredito con molta propaganda, modeste possi– bilità e scarsa umiltà. Essa è venuta nel Sud, associa– ta alle speranze di grosse molti– tudini affamate ed alla esigenza di voluminosi interessi elcttor~li. E come tutti gli organismi-;1on auto– nomi, con un contingente di ri– sultati attivi ed un passivo larghis– simo d"incongrucnze, d'immorali– tà, di sperperi e di vuoti psicolo– gici, economici e sociali. Dodici anni di prospettive, 1.280 miliardi di investimenti ipo– tecati, 130 mila disoccupati, re– cuperati a l.000-l.200 lire il gior– no, valutazioni ottimistiche che fanno ascendere (ad investimenti ultimati in opere di bonifica, mi– glioramento fondiario e di revi– sione industriale) a 150 miliardi l'incremento annuo del reddito agricolo ed a 60 miliardi !"incre– mento ciel reddito industriale, l'impegno per un complesso di 75 miliardi cli spesa permanente in opere pubbliche. Questi i dati attivi nella isti– tuzione della Cassa. Vediamo il passivo. Un residuato di 570 mila unità disoccupate, due milioni cli per– sone da impiegare per portare il Mezzogiorno al livello di occupa– zione ciel Nord (su 17 milioni di abitanti circa 6 milioni sono di– soccupati), solo 108 miliardi 1 di credito trasferito sino ad oggi nel Sud, un miglioramento effettivo del reddito globale ciel Mezzogior– no, dopo 12 anni cli attività <lclla Cassa, di appena 55 miliardi (elci 285 miliardi di maggiore reddito realizzalo tra opere pubbliche, agri– coltura e industria, 1"80% sar;ì neutralizzato dallo aumento cli po– polazione), uno sproporzionato ot– timismo sulle possibilità dell'agri– coltura meridionale, una sempli– cioneria dilettantesca nella impo– stazione cli riforme industriali, l'in– capacità organica di suscitare inte– ressi ed iniziative private, un di– sinteresse assoluto al rinnovamen– to morale e civile delle regioni me- CO ridionali. Né le deficienze di impostazio– ne economica sono art icolale ad una struttura di impiego rigoro~a e poi iticamente disinteressata, così come a~rebbe dovuto imporre la circostanza che nella Cassa (oltre che nella autonomia della Regio– ne Siciliana) si chiude il ciclo ma– grissimo delle iniziative, realizzate nel Sud dalla democrazia italiana del dopoguerra. Un apparato onerosissimo si fluidifica in diecine di uffici urbani ed in centinaia di centri di trasfor– mazione fondiaria, in cui si sper– pera con la prodigalità delle Curie Arcivescovili borboniche. Stipendi altissimi, straordinari generosi ed incontrollati, macchine ed auto– mezzi in concessioni favorevolissi– me, clientele sostenutissime, che s'avvolgono a spirale sino alle cor– ti romane. Non c'è figlio di b11011a ft1mi– glia osservante e codina, che non aspiri al posticino nella Cassa. Ed il buon 5-10% finisce con l'ottenerlo. Parroci, Vescovi, Cardinali, Onorevoli, Presidenti di Enti e di fiere mobiliMi a coprire pile cli foglì di sci:itt.fre raccomanclatizic. Ingegneri, avvocati, ragionieri, periti, caporali in congedo, nulla– tenenti spirituali puntano alle pol– trone, alle sedie, agli sgabelli, alle pattumiere della Cassa. Da qualche anno nei pascoli dei Dqn Michele, dei Don Ciccillo, della fatua borghesia meridionale impazza il carnevale delle mezze pagliette baresi, napoletane e ca– labresi. E in atto persino una modifica delle strutture scolastiche, in fun– zione impiego-Cassa. Questo è il momento degli Isti– tuti Tecnici, dei Licei Scientifici, delle facoltà tecniche. Sebbene la crisi del vecchio apparato liceali– sta e leguleio non abbia miglio– rato il livello meridionale. Man– drie di bestioni vichiani attendono un miracolistico assorbiniento nel– l'apparato statale. Puntano sulla Cassa del Mezzogiorno; oggi, è la porta di servizio più vicina. * * Ma la proteiforme attività del- l'Ente ha riflessi singolarissimi sul terreno politico. Giorni or sono, ho incontrato in Puglia il sociologo americano Al– gernon O. Black della Soriety /or f.thirnl C11/111r e la giornalista Gina Raccà. Avevamo fatto esperienze diverse. Io avevo visitato b 1-uca– nia, essi il comprensorio setten– trionale della regione pugliese, il foggiano. Ci tiravamo dietro impressioni identiche dai nuovi villaggi del foggiano, dai comprensori cli boni– fica della Lucania, dai poderi as– segnati, dagli strani e irrazionali filari di case coloniche vicinissime, realizzate fra Matera-Miglionico– f-erranclina, fra Metapont·o e Ta– ranto. Avevamo segnato le identiche inversioni mentali dei contadini lucani e pugliesi, beneficiati dalla Cassa : « Stiamo con quelli là (cle– ricali) perché ci hanno dato la casa e la terra ». Caporali democristiani o cx co– munisti. Ora si riproponevano de– cenni cli sonnolenza, chiusi fra il prete, l'egoismo individuale e la · conservazione di certi privilegi, fuori di ogni interesse politico e contro ogni linea di educazione morale e civile 1 • Questo è il risultato positivo nel– la psicologia primitiva del conta– diname meridionale dell'opera mar– tellante di associazione propagan– distica Cassa dei Mezzogiorno-Par– tito di maggioranza. Le «cerimonie» per la collo– cazione delle prime pietre, l'aper– tura al traffico dei ponti, la con– segna dei « titoli » di proprietà dei terreni assegnati, la benedi– zione di nuovi villaggi, l'inaugu– razione delle « mostre » occupano intere pagine dei quotidiani meri– dionali del Banco di Napoli. Persino i SS. Patroni dei paesi del Sud si lamentano contro una simile sleale concorrenza alle loro processioni. I maligni affermano che il «Barbanera» cli Foligno dediche– rà spazio e cure-:- sottratti alla ru– bcica « Fiere e Mercati » - ai trastulli festaioli della Cassa. E nella recente crisi governativa si prospettò l'istituzione di un Sot– tosegretariato di Stato per l' inau– gurazione, la benedizione e la con– templazione opere-Cassa del Mez– zogiorno, nel duplice fine cli cli– impegnare qualche Ministro per il lavoro amministrativo ed occu– pare un 80° deputato o senatore quadripartitico in attività di go– verno. Le elezioni del 7 giugno hanno visto la solerzia dei funzionari pe– riferici, le macchine dell'Ente ri– forma ed i contacl1ilometri con– trollati dinamizzarsi nei servizi da prestare alle liste clericali. I pie– tismi interessati degli Arcivescovi e dei Parroci, la benevolenza espan– siva degli onorevoli, J'intrallazzi– smo dei segretari di Sezioni cro– ciate sono stati generosamente ri– compensati dai servilismi polifor– mi degli « aiutanti ». Poi ci sono ancora i comizi del– la Cassa. folle plaudenti di gente in costume, che ha già ottenuto o spera cli ottenere. Ed, infine, le liste degli assegna– tari dell'Ente riforma, apparentate con i partiti dell'ordine, D.C. - M.S.T. - P.N.M. - e, naturalmente, col P.S.D.T., col P.R.T., e col P.L.T., laddove le clientele cli que– sti partiti sopravvivono, mediocri avanguardie dei nuovi fronti na– zionali. Si sarebbero, quindi, già costi– tuite trame di interessi derivanti dalla Cassa, tanto intimamente con– nesse ad una struttura di privile~;i, da meritare una tutela particolare. Consiglieri comunali, provinciali, e, forse, deputati, fra qualche anno, tuteleranno nelle sedi com– petenti gli specifici interessi di gue– sti «bravi» della miseria meri– dionale. A meno che gli assegna– tari non debbano essere più mode– stamente considerati come gli « utili idioti » delle liste clericali, legalizzando in questa nostra Re– pubblica monarchica dei preti il proficuo precedente di Enti pub– blici al rigido servizio del Partito di maggioranza. In Black le strade, i ponti, le terre divise avevano suscitato dub– bi freddi e ingenerosi. Stupiva che in questo processo di rinnovamen– to !"iniziativa privata, la attività e I" ingegnosità dell'ambiente fossero stati o totalmente ignorali o tra– scurati. li paternalismo facilone dello Stato italiano lo aveva violen– temente sorpreso. Naturalmepte la sua era una reazione tipicamente americana, esasperatamente individualista, ma le osservazioni non mancavano di effettive ragioni e di spirito criti– co. La «provvidenzialità» della Cassa - diceva Black - ha de– cisamente sopraffatto la sua socia- 1 ità. Ed, infatti, la «carità» è un atteggiamento degradante, quan– do non è al servizio di. alcun gruppo o sottogruppo politico, se assunta a strumento di redenzione nei rapporti sociali. Distrugge il senso del merito, della responsa– bilità e del dovere, crea l'ignavia e suscita l'ingordigia. La carità del– la Cassa, purtroppo, è addirittura una carità controllata. In questo primo periodo di atti– vità ( 1950-54) essa ha operato nei settori prevalenti ciel miglioramen– to fondiario e delle opere di boni– fica (gl' interventi in altri settori, bacini montani : viabilità - acque– dotti - ferrovie - turismo - in– dustria, sono stati molto meno co– spicui) sulle direttrici della prov– videnzialità dello Stato clericale. Un consuntivo spregiudicato, dunque, ed una analisi disinte– ressata delle prospettive ci conduce a questa conclusione. La miseria del Sud sopravviverà densa ed opa– ca alle provvidenze della Cassa. Determinanti ed aggravanti ragio- Ili: la diseducazione civile, mora– le ed economica delle popolazioni meridionali, appesantita dall'opera complementare di corruzione po– litica, sociale e privata suscitata dalla Cassa stessa; la insufficienza dei mezzi de– pauperata ulteriormente dalla tec– nica dispendiosa di impostazione e di svolgimento dei lavori e delle iniziative; l'atmosfera politica curiosa– mente confusa e mobile, in cui si pro/ila ed alligna ogni inter– vento sociale ed economico nel mezzogiorno; l'isolamento coloniale ed esa– sperato, in cui si sentono le popo– lazioni meridionali divenute og– getto puro dell'esibizionismo sta– tale. Un piatto, ingeneroso artificio, quello ciel Mezzogiorno redento; un mito che bisogna far saltlfe. lti:Nu m~o flfN01:1•111,1 ltO 1 Na1ur:1lmente nei Comuni di Cerignola, di Trinitapoli e di San e– vero. nei vicoli di Pisticci, sugli 70C· coli del Caveoso e del Baresana, i comunisti e la << bassa forza » cle– ricale, tagliati fuori dalla casa e dalla terra, da una posizione di comple– mentarità scivolano ineluttabilmente nel corso dell'attivismo comunista, pro• cacciatore formidabile di voti. il naturale d"altro canto che raspet- 1ativa delusa diveng:i oggello di spe– c11l:11ionepolitic:i.

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