Nuova Repubblica - anno II - n. 15-16 - agosto 1954

8 RF.FER/c DUM SULLA SCUOLA I GIOVANI peruna educazione DEIIOCRATICA N ELLA scuob d'og__~i i rapporti fra profes.sori e: alunni !-.Ono :1ncor:1 regobti dal Jeucto legge •t m.,g– gio 1925 che port:1 l.1 firma di S.E. 8eni10 i\fu,c;olini: un regol.1rnento il cui spirito, per chi :-.tntc in sé <.erti ,.1Jori di dernocr:1;,i.1, l· in:1cce1t:1bile; un regol:1rntnlo , he, ra.s!'lomigli:1ndo c;trnn:unenre :1 quello degli i:'.'ltituti cir– cer.iri o corre;,ion:tli. !-oOfTm.1 ogni ini- 1i:1ti\:1 autonoma degli studenti. In que– sti 8 :mni è manuta la ,olont.'1 di rin– no,;1rc: l:i s<.uola e, più <.hc la volont:ì. è m:111G110 il coraggio. Co5Ì noi oggi abbiamo un:i scuol:i str:missima, che non h:1 :mcora deciso se vuol .es– sere e<.luc:11iv:1 o informativ:1; una scuo– la in cui spesso i professori di rtli– gione agiscono come in una terra di missione, anche politic:1, invitando gli alunni ad iscriversi ai boys-scouts e simili, ed avvertendo telefonicamente le fami_glie degli :ilunni che leggono Gr:1msc1, come è successo a "filano. Abbiarno una scuola, che,. volendo insegn:1re tutto, insegna poco. E si sa che, nella m;iggior parte d<:i rnsi, l':ilun– no, :rnchc volenteroso, ~i trov:1 nel– l'assoluta impossibilit:ì di prep:irarc ogni pomeriggio quattro o cinque ma– terie. E ne <lcriva una spiacevole situa– •done in cui lo studio non è più stu– <lio, ma gioco ai dadi con l:i fortuna· una situazione che tiene lo studente i~ una perpetua condizione di tensione e peggio, Jo costringe a studiare ottica' rospi e lirici greci in uno stesso gior: no. O non s'è rnpito che le cinquanta p:igine di ottica ingurgitate perché la cos:1. rientrn nei fini mbteriosi della scuola classica, le dimentichiamo in tutta fretta, pochi minuti dopo l'esa– me? E il « gar » prolettico? E tutti gli altri sofismi grammatic.ili consimili cli cui si fa lugubre sfoggio da tante catted1e? La rngione prim:1 della scarsa funzionalit:ì della scuola d'oggi risieJe a nostro giudi;,io, proprio nefl'assurd:; v?stit.ì cli que:,ti programmi. che, spe– oe nelle materie storiche, filosofiche e letterarie, costringono ad andare avan– ~i per dogmi e per assiomi, togliendo d tempo p~r aprire discussioni e ..per allargare gli argomenti di maggior in– teresse. E quale valore formativo pos– s?no avere certe interrogazioni « fina– li » dove tutto, o quasi, è dovuto al caso? Questo per quanto riguarda i programmi. Se si tengono presenti poi tutte le ostilit:ì palesi o larvate contro i giornrili e le :1ssocia1ioni studentesche se si tiene presente il qualunquism~ cl~e ir11,:,ro111:1 i rnttodi di in5,egnarnento <l, cer11 professori, chi:tro indice del– r:1more del quieto vivere e del con– servatorismo. di cui si vorrebbe im– pro~tare la pubbli~a. i:-.truZione, si avrn un quadro realistico della scuola d'oggi. Una scuob dove giornali stu– denteschi, rei cl"aver auspicato una ~cuoia. de~10cratica cli tipo britannico, in cui gli studenti sono attori e non solo spettatori del loro processo edu– cativo, vengono additati come pietre dello scandalo. Una scuola che ha mantenuto criteri e strutture arretrate di 3lmeno cinquanr":tnni e che h:1 paura di rinnov:ir"i. giovani studenti, cioè i nostri pre– decessori del periodo postbellico, ca– pirono che l"ini;-i:iti\'a di immettere ntl- 1:t scuola it:tlian.1 i metodi clernocratici di aurogoverno che co,tituiscono il fon– damento delle ot;Cuolestr:micre, non po• teva p:1rtire che d.t loro. C1pirono che la democra;,i.1 a, rebbe , mto o perso nel p;1e,e in mi~11r;1 delb su:1 pene– tra7ione nelle nume genera,doni rute ~otto il fasci,mo. Capirono che b st.11n– pa studente:-.c1 do\(:v:1 e:-i!-ere il prin– cipale rnezzo per co.1<liuv:1re quest.1 e~igen;-:1 :1I rinnov:imento. Negli anni immediat:11nente successivi alla guer– ra, al liceo «Parini» cli Jvfilano sorse I'« Ass. Studenti P:iriniani » che h.1 ormai una lunghissima tradizione di efftcienza e serietà. Sorsero poi altri giornali e associazioni che si riuniro– no ben presto in un:1 comune politirn di ::azione. Le a<;sociazioni studentesche organizz:ino liberi dibattiti, concerti e NUOVA REPUBBLICA LIBRI E PROBLEMI conferenze; indicono ogni anno libere elezioni spesso precedute d:1 comizi el<:ttorali e da campagne di propagan– da. Sono insomma delle piccole comu– nità democratiche, rette da un vero e proprio governo cli studenti che perio– dicamente consultano un·assemblea. Gli studenti si avviano cosi ad acquistare quelle doti di responsabilità civile e capacità di autodecisione che stanno alla base Jella democrnzia. Noi cre– diamo quindi che, prescindendo da ogni progetto cli riforma scolastica, sia necessario appoggiare e promuovere lo sviluppo del movimento associativo. Si s:1 che i movimenti di questo genere, pc:r essere \':tlidi, devono p:irtire dagli studcnti e non dall'alto. "1fa intanhl i superiori potrcbbt-ro anche accantOnare que:ll'.1t1é~giaménto da « lìde diabolo rc~i"tamu:-. » di lui ora fonno sfoggio: e ~artbbe gi."1 un ,alido inc.or: 1ggi:1- me11to. E non si potrebbe proprio lc– g:ilin:1rc: l:1 po,i,ione ddle :i,~o<.i::tzioni con qu:1ld1e ordin,111;-:1:-.ul tipo di quel– b c.he or l: pou, i: , r:nut.1 :1 rinfor- 7:tre le po,i,ioni dell:1 M.1mpa stuclen– tc:srn 1' 1953 • • Processo Parri 8 noto poi che la maggiore esi– gen;-.1 oggi av,ertit:1 cbgli :,tudenti i.: quella dtll:t libera di::,,<..u:,~ione. « ln– f111e noi studenti non voglir11no la lu– na», scrivc:va rtcc·ntt:ff1t:ntc un articoli– sta del «Rudere» di Milano. « Vo– gliarno che: llltti ci trattino come per– sone ragionevoli» ... << Pti:. i migliori fra noi la discussione, libera, s'inten– de, è LIila necessit:ì, per i più è un mezzo con cui si potrebbe imparare di pii, e meglio, per i professori (prepa– rati) non è un:1 diOicolt."1» .... « Portare ntll:l sc.uola l:1 libcrt."1 di critita, ptrcht è proprio qui che si deve educare l:t coscien;,a sociale>>, scriveva un gior– nale di Torino. E chiunque scorra re– golarmente gli articoli di fonJo dei giornali studenteschi sa d1e, da Bol– zano a Palermo, la nuova gener:izione, ( la generazione bruciata, t:i.rata, depra– vata, ecc. ecc.) desidern una cosa sola: una scuola che risponda alle esigenze di dernocr:izia. Perché si ha paura di affidarci le biblioteche scolastiche, toglienJolc alla tutela dei professori qualunquisti, quando dei nostri coeta– nei guidano dei caccia a reazione che valgono un quarto di miliardo l'uno? E non si potrebbe dar prova di buon gusto e viv:u.c ingegno l:lsciando final– mtnte da p.trte la « pentapodia dattili- 01 trrn.. 1ica ac.::1talc:ttic_.1 terza?». O si aspttta proprio c.hc: PinJ,1ro c:sca dalla tomba e vendichi? « Gli studenti clas– sici - clbse una volta l'on. Calosso in una. sua rubrica radiofonica - :assomigliano a quelle oche che ,·en– gono inchiodate su delle assicelle per– ché il loro fegato ingrossi a dismisura, per formare il « foie gras », vivanda poi apprezzata solo da alcuni buongu– stai ». E ci pare inutile riaccendere qui la polemica sull'insegnamento del greco e del latino, le cui conclusioni sono ormai note << lippis tt tonsori– bus ». A questa lingue cli cui in gene– rale appre-aiamo il valore formativo, non rivolgiamo l'usato rimprovero di « non servire nel commerc.:io »: lamen– tiamo soltanto che vengano arrinhite con ogni SOrt3 di lugubrit:ì font:tsiose sul tipo della « pentapoJia », alle solo a renderle impopolari. E sopmttutto vorremmo far sapere che la nostra ge– nerazione è una generazione forte, che si :tfferma democratica e vuole agire solo democraticamente.\ e che è ormai giunta l'ora di smettere cli strologare sull:1 « crisi <lei giovani » e sulla « ge– nerazione bruciata ». Bisognerebbe piut– tosto strologare sulla crisi dei vecchi, che t:nnaspano per conserv.ire alla scuo– la strutture arretrate, non rispondenti alle nostre esigen;-e e dc~tinate co1nun– que :1 morire. 'rl-:UZA Il MARIO GREPPI I 1. proccs:-.o promosso da Ferruccio Parri contro un giorn:ilucolo fa– scista, e inizi:ito qu:isi :1 beffa proprio il 28 ,{11olm:. 1953 al tri– hunale penale di Milano (presidente Cornc.~lio, giudici a latere Gabti e Pisani, avvocati di parte civile Greppi e De. C:aro, difen<;Ori dei fasci~ti i fa– scisti Ntn ioni, Dadea e V:ilensise), fu in 1111 certo senso 1°3,•,·enimento pili signifirnti,o delranno, specie per l:t su.1 inopin.11.1 conclusioné ton l:1 quale la Giustizi:1 con l:1 G m:1iuscola negù a un g.d:rntuomo, e in definitiva e sopr:11111110alla Resistrn;-:i, quella po,er.1 ma sncra cosa che è la .giu– stizia con l:i g minuscol:1. Abbiamo su queste stesse colonne rievornto, al termine del processo, le sue fasi clramrnatiche e assurde e la su:1 miserevole conclusione; ma non s:trà male ria;;;o;umtre ancora succin– tamente gli elementi e le vicende. Il settimanale fascista, che è com– pil:1to a i1 il.tno con redazione in via Cerva lfO, ma che si stampa a Roma perché, a quanto sembra, i suoi re– dattori ri~engono che a Roma la di( - famazione conrro gli antifascisti tro, i maggiore indulgenza, pubblicò nel mag– gio 1953, durante il periodo eletto– rale, alcuni insultanti artiroli contro Ferruccio P:arri, affermando tra l'al– tro che quando egli. nel gennaio 1944. venne :irrestato dai tedeschi dell'hOtel Regina, fe(e tali rivel:tzioni da indurre i redeschi a liberarlo, per compensar– lo di aver consentito loro cli arrestare· numerosi :mti-f.,"ci'-ti. Non contenti di portare a conoscenza dei loro scarsi e spro,•,·eduti lettori t:ili « rivelazio– ni », i baldi eroi fecero :iffiggere a "lil:rno apparis((nti stri<;cioni nei quali categoricamente si affermava: << Parri ha tradito i partigiani»; e qualcosa d'altro nello stc-sso stile. La maggior p:1rte dei milanesi legge– va e si metteva a ridere; ma unn certa parte. la non rilevante parte che in questa gross:1 e indafTar:ita citt:ì è ignar:1 ed è piuttosto incline ad abbe– verarsi alle fonti informative uHiciose. sempre imbronciate, qu:1ndo non :ieri. nei co·nfronti dei partigiani e della lotta di liber:uionc, poteva quanto meno re-stare perple~sa cli fronte a una. così sfacci:1ta offerta. <li « docu– mentazione». In ogni modo, Maurizio, che dal 1945 in poi a\fva accolto attacchi di ogni genere con una scrollata di spal– le, questa volta pc-rdette la pazien– za, anche perché comprese che i ga– glioffi miravano più lontano della su:1 persona: mir:ivano cioè a gettar fango s11 b Resistenza. E li querelò. Il processo andò per le I unghe. I Anch' 'Egli scomparve, IO anni or sono, nel segno dell"amore per la libert,À.. Lo ricol'dano h1 tt,i compagni cli Autonomia Ro– cialista. 23 agosto 1944-1954 difensori dei fascisti, sin dalla prima udienza, rivelarono la apprensione loro e dei loro difesi per 1:1 sicura con– danna, percht sapevano che i diffa– matori erano scienti dt:I fol;;;o: e ini– ziarono una lunga serie- <li écce7ioni. 13 prima delle quali. su la incompe– tenza del tribunole di Milano a deci– dere, doveva essere ripro1>0~ta nd cor– so del processo quasi ad ogni uditrh.1, e venire regolarmente respinta dal tri– bunale. Alla udienza del 9 dicembre, reiterata l'eccezione e ritiratosi il tri– bllnale in camern di consiglio, il pub– blico, annoiato dalla pervicacia dtll:i difesa, sfollb nei corridoi in paziente attesa del la decisione, che non poteva non essere conforme alle precedenti. Il tribunale rientrò e il presidente Cor– nelio, nell'aula ancora quasi deserta, lesse con voce quasi inintelligibile la sorprendente sentenza di rinvio al tri- Rl~NA1'0 CAltU BAl,LOLA 1953: Processo Parri tJEStJHIIWA, 1tH,4 bunale di Roma. Proprio in quei gior~ ni si discuteva in Parlamento la amni– stia, la cui promulgazione mandava poi << mondi e liberi >> i fascisti accu– sati. Il processo. nel corso del quale i fascisti avevano «aggredito» Parri e la Resistenza con ogni sorta di insi– nu3zioni tentando di invertire le p:1rti in causa, si risolse, attraverso al tt:sti– moniale, in un:1 apoteosi per Parri e per b Resistenza. Non vi fu testi– monio. di p3rte civile o di difes:1, che non attestasse la piena, assoluta, indi– scutibile pure--aa d"animo e cli azioni degli antifascisti, di Parri in primo luogo; che non trovas.se ridicola e assurda !"accusa che « Parri aveva tra– dito i partigiani ». Ma chi non a"eva assistito al pro– cesso, chi aveva seguito le udienze attraverso ai resoconti non sempre fe– deli e necessariamente non esaurienti dei giornali, chi - co,ne troppo spes– so avviene - :a\'cva dato solo un'oc– chiata distratt:1 ai titoli. come poteva averne conoscenza? Bene ha fotto dunque il collega Renato C,rli Ballala, che certamente fu tra i più diligenti e intelligenti croni– sti del processo, a raccogliere e chiosa– re la ricca documentazione in questo suo volume traendo dai documenri la seren:1 verità, · senza indulgere né alla parte, né al sentimento, registrando i fatti riferiti dai testimoni interro- il generale \1(/olff (delle SS) volle offrire nei confronti degli Alle:iti la prova della sua serissin1:1 inte1li'ione nelle trattative (di resa) eJ e.~li riten– ne, a I cl isopra cl i tutto, che l1n:1 I ibe– ra;-ionc;: cli P:irri non potev~1 più dan– neggiare b posi1ione dei t&leschi poi– ché il generale W'olff gi.', a quell'epoc.1 giudica,a perdl1ta la g11err:1». L'ex capitano delle SS S.1ewecke, in una dichiarazione :il corri:,pnnJc.:nte da Berlino del Corriere del/., Ser.1, dite: « lo personalmente, e tutti :il Comando tedesco, avevamo di P~1rri 1111:1 grJn– clissirna stima. Il suo ide;ili~mo impo– neva l'ammirazione. Negli interroga– tori Ferruccio Parri non incolpò mn.i nessuno e non fece m:ii nomi. La sua personalità era tale, del resto, che nessuno all'hOtel Regina pensò m:ii di chiedergli nulla che fosse ioconci– liabile col suo patriottismo, il suo ide.1li~mo e la sua lealtà cli comb:ttten– tr \'trso i suoi commilitoni>>. Il generale della SD Wilhelm 1-larster che si era opposto alb libe- • razione di Parri e ne aveva proposto la fucilazione, è ora detenuto in un carcere olandese come criminale cli guerra. Interrogato per rogatoria, poco ricorda o dice di ricordare. on ha mai visto Parri. Ha consultato le SL1e dichiarazioni delle quali gli interes– savano solo quelle d'indole generale. Altri avevano l'inc:irico di esaminare quelle di ordine più specifico. (Sulle dichiarazioni di Harster i fascisti fa– cevano grande affidamento). Dopo la lettura di questo libro, vien da chiedersi quale curiosa timi• dezza abbia invaso all'ultimo momento !"animo dei giuJici. C'è qu:ilche in– genuo che ritiene sia stato possibile un intervento dall'alto per far scon– tare a Parri la gr:ive colpa cl~ essersi opposto alla legge-truffa nelle elezioni del giugno. Possibile' Se una tal cosa fosse vera, bisognerebbe dire che « in alto>> sono più ingenui degli ingenui. Comunque, il libro di Carli Ballob era necessario per questo paese di sme– morati: non foss"altro perchl-, nel de– cennale della Resistenza, un:1 parte almeno della opinione pubblita pu,\ s~1pere che la indulgen:1 ... :i per i pervi– caci fautori del fascismo è anJ.ua troppo oltre. In ogni 1no<lo, a,:,.ti oltre i dettami costituzionali. Una bella prefazione di Antonio Greppi e, in appendice, scritti di Antonio De C:iro, Piero C,lamandrei, Domenico Riccardo Peretti Griv:t, ap– poggiano l'argomentaziooe dell'autore e completano gli elementi che servono 1tl lettore per pronunciare la sua sen- gati al processo o per rogatori:1 1 amici tenza. e nemici della Resistenza. riportando l'lt:KO CALt:t't'I in appendice dichiarazioni di perso- naggi e documenti, e da tutto traendo NUOVA REPUBBLIC con serr:ita logica la « senten;-a >>, pro– prio quella senten;,a che il tribunale di 1'-fil:mo si era rifiutato di pronun• ciare dopo che aveva rnccolto tutta la documentazione che fatalmente ad essa doveva indurlo. Che cosa dicono gli acerrimi nemici dei partigiani. coloro i quJli :t\'e,ano come primo compito in hali,1 il loro sterminio, che. dalle clicl1iara;,ioni cli Parri avrebbero tratto, secondo i Gt· lunniatori, elementi e indirini per la repressione del movimento parti• giano? L'ex colonnello delle SS, \1(/alter Rauff, ora in Equatore, interrogato per rogatoria, afferm::t _che << l'unica r:1- gione per la liberazione di Parri con• sistetre esclusivamenle nel fatto che fllJINBICINALB POLITICO Esce il5 e il20 di opi ■ese i, ottoo più pa,i1e • ComilOlo Diret,ioo: P.Cllfffl - I. CODIGKOLI • A. GREPPI • P. IIITOREIII S•&r•1ario di reduion•: G. fAYATI R,d'a1ion11 Flreaae, Piun della Libertà. 15 (";0998) .4mminblra■ion•: Firense, Plana ladipendenaa, 29 ( l8J20i-0fl) Abb. annuo (I talia e Francia): L. 850, scmestr:i.lc L. 450, trimestrale L. 250 (Est ero, ri spettivamente, I 100, 600, 300). Abb. sostenitore: L. 5000. Souoscrizionc mensile: L. WO. Un numero ordinario: L. 35 (Estero, 45) Un numero arretrato: L. 40 (Es<eco, 55) Un'annata arretrata: L. 1000 · (Estero, 1200) o/o pc»tale 5/6261 (L• Nuor,a J,oli•) 1''ireoae Autorln, 11•1Trlb. di flrtnH n•. 178 del 80-12·19152 Stabilimenti tipolitografici Vallecchi Firenze, Viale dei Mille, 90 Responsabile: Trirtn•o Codiinold

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