la Libertà - anno III - n. 23 - 9 giugno 1929

9 GIUGNO 1929 « Tre nomini· in Roma » e un cortigiano a Berlino La fama è un'arll)a ehe dà potenza. Emi! Ludwig è uno storico tedesco specializza– tosi Ml genere della biografia "romnn– zàt_a <<. II su.~ N1t)1oleo11~, il suo Guglielm!J,JI 13 11 suo Bismarck gli hanno dato fama. Adess~ egli ha creduto di portare la sua attenzione su Tre 1iomini in Roma. I tre uomin lso110Mussoliflì, il re Vittorio Emn~ nuele e il l>a,pa- e ìl glòrrtale su cui pnb– lllica i suoi schizzi è Ja Vossische Zcitumg. E' un peccato cli vedere un tale sag~io di Pllerllità e <li croUgianeria (e proprio nel numero della Pentecoste) in quelle colonne dov.() ta11te -Vol:lela ,polemict1 stupenda di Geòrg Bernharc1• o di Juliùs '.Ellbtm seguù la Mnda11na lnfamanto del tascismo di~ slruttore, ,od es!lllò IO sdegno della. demo– craiia tedésca contro ,uomini e atu che so– no il disénofo d'Italia. In quella stesse co:. !onne cto,:t,·~Il'indomanr delle violenze or– ribili de\ novembM 19M, (lra proclamato ben alto ... « Il taseismo ha. comincialo co~ me idea. Finisce oomo furo1·0 di vìolonza senza, limiti"· Oggi si devono lcgg()rC le frasi insulse di uno Mrittore troppo lu– sinl!'alo-di essere ,ricevuto dai polcuU. Non per LudYvig e non pér le suo frasi, ma pct' l'anìoro e la gratitudine verso li giornale, per il dolòre di vederlo occupato - anche lui - dall'espressione• di un tradimento alla passiò11e .fl alla compassiòne, convie– ne rispondere. La redazione del giornale non ha man– cato di martltestare in un cappello la riser– ''a propria e quella di molti lctlori : " Que– sta caratteri:tzàzione dei tre Grandi dell:;i. città eterna; vedufi aUravorso un forte t.emperal'nénto, mcrlln, quale riflesso di u– na individualità. originale, di èsserc ascol– tata a_nohe da colòro che non condi vidòno ifpunlo di vist.a d,ell'a.utore. » _É sta héhe; ma intanto, tutti ì cervelli debOli che non domandano di mE!glio che ammirare colui eh~ a loro sembra-il vincìtoro im11011ente, da, questa. lettura confusà tra,rranno nuovi niotivi pèr ammirare l'idolo e per din1en-, libare le 'i'ittlme, litti » : infaLtì, .\)cr discutere in pnrlamen– Lo,ha saputo bastonarè Misuri, assassinare l\IaUcoUi c Amendola ; i discorsi pal'lamen– tari"J)ossouo inonre essete altegaU al ri– tratto disegnato da Ludwig. L'articolo, strnsoicnto nOgli ultimi periodi, finisce ma– le, finisce in nierite. Non è riuscito a .lu– ~ingare il Duce con qna, flgutazione sostan– ziale 1 con giudizi i:: fatti, e lo fa con alcuni nomi geftati là, vicino: Gat·ibald1, Bi– sma.rck. La pa·rle più disgustosa dello scriUo. ò la dove '.Ludwig nega Ghe i\Iusso– lini• possa portare alla guerra: ciui l'au[o– re ò in;ipri~ionato da ciò che ogl1 ha scrit– to su Gughelmo II ; ma secondo lui. il pe– ricolo in questo caso non c'è, perchò llfus– solini è più potente dell'altro sul.tu. p1·0- pria nazi on è. « Come pcmsatore e arLisla, il quale editlca e costruisce più volontiòri ohe non insegua un premio dubbio attra– Yorso la tempesta» ~ non vorrebbe la guerra ; ma dove ò il pe11sjc1'ù,!'arie, do– ve sopratutto la volonlà, di èdificare in qt1e– sto uomo ? Ludwvig non lo dice, ed in ciò la suà superficialità consapevoli\ è doppia– mente immorale. La più bella ragione per cui Mussolini eviterebbe la guerra è poi que$ta {la quin'La) : "come uonlo intorno ai cinquanta, la. cui voglia di avvenLm•a, è satura» ; mn l'autore di GugllelJ\10 II sa hcue che il diLtatoro è Lul.lora a meli.I.del– l'avventura, ò ri'el piono doll'avventurn, e che la guerra, potrebbe esserò appu[J!o una virt di uscita dalle costanti difflcolfà del– l'avventura in corso : e del resi o. il Dtrce non ha anco1'a cinquant'anni a'IYatto, se mai ~li anni pofo~sero contare. Ludwi&' sa, che mvece oini giorno il Duce ha bJso– gno della novità olamorosa, del colpo di scena. Lud\\'lg sa come "l'uomo dE\lle sfu– mature, 11011 degli csh'emi ». si è espresso sempre modera(.a:mente o delir.atamente, co– me socialista, eome'inlerYentisla, come nfl– lilodesco cju1·a11tò la guerra, E\come fasci– scista poi. Ludwig sa tutto questo, o la sua scopo1·ta durante l'intervista, ·è tanto più sfacciata. • Non chiediamo a J,udwig ritrattazioni ; ma. il suo articolo e il suo gesto servono a l'appresentaro, come negli apologhi ,i noli~ allegorie medioevali. quanto· è brullo, Emil Ludwig è un ,·aniLoso. Essere ap- quanto è ripugnan~e il vollo di questo :vi– preztato da un avversario lv.singa 1anto •zio: la yanità. l)lù un uomo assetato di notorietà. e di • lode. Lusinga, Mussolini, Lusinga, prima an- • • cora, Emil Ludwig : e l'uno è riuscito a Anche Vittorio Emanuele ha avuto il suo 111stngare l'al~ro, con lo stesso 'giuoco, per elogio dopo l'inLe~vlsta. E questo disegno lo stesso giuoco. Lo scrittoro stesso ha a- dell'altro eompleta. l 'OPP.ra ,Chi lo avrebbe :vuto J'ins-enultà, di far sapere al pubblico d()t!p? Ludwig, trova Ghc il re d'Italia è com.e p.unquo senza olio di ~·icino )I «duce» "un uomo poco nolo e di g1'an lunga trov– aèb1a potuto guadagnarsi- 11 tracÌ1menlo df po poco apprezzato» ; che egli ha « un ca~ En1il Ludwvfg: ccSe si calcola. anco1·a lo rhteèrc interessanto ». Ed ha (rovà~c, que– sçetUcismo, che llll. democr;,itico ha verso sta frase immorto,lc : ,111 .re è un numi– il faséismo, e che il Duce citò anzi prop1·io smatico e giàJ,Jér questo un fision9mista. » dai libi-i de?,vistatot'e, ÌI suo interesse alla Anche qui, l'autore si lascia sfuggire que– persona di questo Duce non può sorpren- sto pat 'ticola.re che gH è caro p che vuol oere nessuno più che il visil.atore stesso.» comunicare anche al pubblico : « Nel cqUo– Esser oitato dal <<duce»è ,Pet uno scrltto1•e quio sulla storia a su come essa dovrebbo come Emìl Ludwig la lusmga irresistibile. essere scritta, e~Ji mi ha o.lYertoutia figu– Come è facile vincere certi uomini ! E co- l'azione. pi~na. d1 spirito dei miei tel\tati– me è fàcile renderli fiacchi, sciocchi, ca- v). " Ancl}e il re ! L'abilità. dci'duo "gran– seantì nelle proprie mani con un po' d1 sòl- d1" <è stata pllrl, con questo scrittore : o !etico alla vanltà,; i:hè chi so/tre di vanilà, pari il proniio ottenuto. li brano sul re ha soffre proprio di solletico alla cosctcnza. ! anche il pregio della rarità. E Ja. profazia e come un o.Lieta si affloscia se sfiorato dello scrittore ò cosl ardita, che forse 11 re sotto il ginocchio, cos\ si ·affloscia In per- modestamente ... non ne sarà neanche lusìn– sonaml di Lud'wig davanti al Duce. Quale, gato, temendOlru il·onlca ! "Procedendo ne– dispiacere per l'autore se egli sàpesse che gli anni, egli saN1.onoralo sempre più corno H Duce. potr.ebbe en!a.ticarrtente pi·oclamarc :pater fam1liùs dalla s.ua nazione. » li Papa ()he non ha. mai letto una pagina di Emil uwece non ha onoratò Lùdwig di Lnnta àl– Ludwjg : e sarebbe v'er!Uero, per una voi- tonzione, non gli ha ci.lato i suoi libri, pa– la. tanfo ! Lo scritto non -ha un sol tratto l'e anche gli abbia dimostrato iiìo!Lafretta: di ,finezza, di talenlo 1 d'arte,. Margherita questa fretta « è piaciuta » sl allo st.otico ; Sarfatti ha Sllritto pagme ip:t).nlla)nenJ.epiù ma egli se ne vendica (}hiam·and,o « fasci– abili di quest~ l. ma Ludwig scri:veYa soLto sta» il papa, t·iferendo che mol~i cardiI)ali ii solletleo. Ci a Sl\aw sen;D, dire se gli son~ coht1: a.ri! 1,lla, çoncillaziop.e,, Il g/,1,1dican– Il.lW dar ragione , soltantio pe1· 11all'orzare, dQ sempl1cemcnl<! .che nel pattp ti papa cQll cuella«comphcità, la propl'ia posizlo- ,,,s-embr-a J)e1· ort1-·aver, gqadagi\alo meno ne. m fondo, si sente cbe l'autore sai oscu- .ohe )'Italia ..\, :Qunquc .'Emi! Ludwlg rllié1ic ramente di fnre una. sciocchezza : e rinbora. 'che la. clerizzazionc delIÌI. naziç,ne sia. uu por la vanità, un po' ne trema molto se guadagno non per la parte Mussolini ma ne duole. Le sue impressioni Sòno vaghe, per la parte Italia. Anohè qu_est,o è nuovo. ii;1,decise,e stanno troppo in contrasto cçm E no;1 speri il vànitoso Emli Ludwig cho tutU gli atii e 1€ manifestazioni del ccduce» la sua vita di Gesù sia. stata nota al papa. per'mérilare una, discusslonO. Ludwig rac- e sia stata causa' di freddezza. No, neanche. c,onta che il Duce gli ha negato di aver mai ii papa an'à. mai leUo la prosa. del g!orna– detlo che Il fascisn10 'possa essere imitato Hsta tedesco; la sua vita. di Gesù è un li. altrove, o olle la sua. razza. debba avere una hro jgnobile J)er l'assurd·o e quasi invon– supremazia : eppure Ludwlcl dovrebbe 1 sa- lontarfo jmpicoiolimento in tanU fràntumi pere el\e là. negazione era. una bugia.. Ciò fortuiti, della predicazione evangelica; ma che è abbietto In questo scritto, è ohe esso l1anno faHo bene, ili Germania, a, seppe!– ?• vuoto, molle, oscillante, pieno di mìnu- Jirlo nel silenzio e a lasciarlo invendutò. zie, di contorcimenti, di r\petizioni. ;Yi so- Dopo iJ liàsco èlel 6esù, Ludwig cerca altre no poj frasi che non si sa che cosa vo- vie per jJ rumore e il successo. Faccia pu– g\iano dire.: « Lo scrittoio è del tutto vuoto, re. Io vorrei ohe. Georg Bernhard o Julius come presso qualunque uomo occupato." Elbau re$Liluisscro con il vigore della lo- " Ancbè so e credo, che egli ,traUa peggio ro penna e con la coerenza dél loro pen- i suoi clie gli stranieri, ed in ciò ha ra- siero, agli amici della. Vossischo Zcìtunu gione. » Secondo Ludwig poi, il Duce è ccun tutta: la simpatia, verso ,quelle colonne di ,uomo di sfumature », che « fa un parla- fenida, insonne battaglia per: )a /iemo- men~o avrebbe svil~l_)pato l'abilità d1 .(¾io- crazia e_uropea. • ·····················~··············~---~------···--·········-·- •. ' Il '900 e il fascismo n~.1l'arte I 2• il « novecento 'ì(aUono » ossia it fa-' &cismonella pittura e 11cll?J. scuitiu·a, è a{/o'– ninante. Ne( :I926, alla prima, esposizione tt'ionfale, it 'discorso di },f.argherita Sar~ fatti fii recitaJo soJemiemc.ntcdallo stesso com.piacente capo dei govcnw. Nel Hl29, il disco1·sodi Margherita Sm·– Jatti è pronunciato da let stessa, senz-a in– tervento di au.(orità, e. la eonfc1•en;;afini– sce in un taffct'U{llio, in una battaglia a puuni fra novece11tisti cà avversari. lnno– ceMo Cappa dà il calcio a,ll'asino e in con– ferenze gd, articoli si prodiga contro il No– wcen,o, Et tutti gli. eroi si soll(!vano, pieni ili fervoi·e, saputo che anclte questo picco– lo idolo intan(libilQ è caduto, e che si può dirne male. Innocc11zoCoa,pa 'dice male é(i Margherita Sarfatii nei gfol'llaU di Ar{!entina, n11t a Jllargherita Sarfatti si impedisce di sc,·i– ve,·e l'arCicolo dei Popolo d'Italia s1t !'!°at– tini, perchè ne voleva. dire nl ,i1.le : la. onni– potente direttrice di'fatto delle Belle Arti, non è più U~era neppure 'di scrivere 1ieUa pro_p1•ia rUJbrfeasui proprio giornale. Che oosa è o ohe cosa q_ro., questo Nove– conto il Ness,ma persona. seria ha mai cre– duto esso fosse wi vero movimento; ma al1ne110,nel~ prima esposizione del i926, si poteva vedere, con alcune eccezioni, e oontraddizionì, uno s/01•:.odi ter.denza uni– tq,ria nel senso 'della pittura di composizio"' ne, di inveniione, di figura, arida, pesante, calcolata. Di questa. unità - ohe esisteva appmito perchè si poteva. parlm·e di ecce– zioni c. db contraddizioni, ogni traccia v sparita nella seconda esposizione. Io eredo che ness1mo il q1tale non fosse preparato, entrando in. quelle sale potesse neppure supporre si traUasse dall'esposi– zione di mi -movimento unitario: c'era un po' di tuttQ, di vçcohid e di antico, lll copiato c. di ingenuo. E (Jl,lom ? _ ,Allora restava s'oltanto il fatto cruao : ,iii P.iccolo vruppo di _artisti costitu~t(! in co,nitato aveva organizzato un'esposizione a illllano ed altre all'estero, aveva occti– pato di forza (J.IIC!te gli ambienti di Vene– zia e.. di, Monza, era stato 1•ieonosci11,to da~ governo chp aveva dato a(le sue mostre caratterç ufficiale, che le sovvenzionava e che acq1iislava le opere o cosll'in{leva en– ti, persone ad ocq1iist01,le, Ql&esto comitato di 1ioehi artisti non soU<,into$Ceg4iei•a utocratioaniente - sen– ia giuria, per invt(i - gli a1·tisti che pote– vano esrorre alle sue mo~tre, in Itali.a e qll'es'tero, ma sceglieva le opere, ed aveva cura di tenere in opibra, ùt o,nuolo,{!li ar– tisti ospiti. Questa autocrazia. di alcuni ar– tisti eletti do se stessi o da Maruherita Sarfotti, sopprimeva o(fni possibili(à di ma– tiifestazio1te a J1.dti gli artisti di tendenza ritenµ,tq. diversa; oppure je1J,evaabilmea– U, ;,," una silUO$ione di inferietità sfa1>0- ?'eVtllc gli m·tisti che,no)t po'teva ,.. ifiuta1·e e igno1·are. Mar{!herita Sarfatti, ambiziosa certamen– te di dirigere ~ di po1·tare.nel mondo dav– vero la rni{lliore ai·te italiana, a?nbiziosa cli rbmone,·enella s(oria dell'arte come p'lto– mofl•ice, ispiratrice e p1·otcttricc di 1m n1wvo grande movimonto artistico, ebbe in questo affare la parte più sincera, si illuse dt ugire per la propria uloria, 110,i pc,· interess.e di pochi. Aveva po1·tàto in– f att, con sè nel conii! ,a.to 1,no sc1iUioJ'edi pur,issim10valore, come Wildt, a~ qu.alç g-U. alt1•i tl.el u1·µ,ppo111·ano stati 2n·ecçdcnte- mcnte contrar1ssimi. • Orga1iizz~to cosi, ~l Novecenio o fasci– smo nel!/ai·tc, sei>vtad uomini che s'ì e,·ano sc111,prcereduti dibattuti senza successo nella vita : ~ale per esempio Carlo CaN·à, cx fut11rista, q:c llborale, di c1Lisi racconta (e s~ non è vera è ben trovata.) che inter– vc11tist(I, quando si trovò a dover pa1·ti1·e per la {ltter1·a e preso dalla paura si fece 1•icoverarc in osservazione al manicontio compitito nella. vita un'ope1·a.buona: aver di )lerrara, a.prova dell'anormalità rncntale, prodmceva i. prop1•i dueuni ... Al/ri raccon- 1ano che wia volta egli si vantava di aver fatto smettere la moglie 4 he dipingeva 'da si{lnm'ina; ma venufl 'i. tempi. nuovi, avreb– be invece fatto 1·icontinciare la moglie, e /innato i suoi quadretti. Comunque a ;Venazig nel i928 'si ammn– ziò nel r1t0rri.o'deWapertura che i « caval– li l, di Carrà erano convpera(i per 1,0 ntila lii·e da/. oove1·1~0, e tntti celeb1·11ro1t0 ne(la mise1•abile tela 1rn capolavoro. Ora it Novecento s.ta.per essere abban– 'donato, se Oappa no,~ ·s'i ing,mna: è fasci– smo <:{ellaprima ora in Uql/.idazionq. Tor– nano in on,orc i Chosso, i Sarto1'io, contro ,: quali i( Novcceiito era insorto. Torna in 1faorc la. p(ttu,ra lucida e piatta che è sempre piaciuta ai preti; ma non torna in onore - perchè 210npµò - neanche in arte, la. libertà. SEGNALAZIONI Nel grande giornale di Bucaresl . l'Ailve- 1·1tl, troviamo una lunga .ed imporLante in– Lervisla sulla situazione in Italia, data al giornale romeno dalla nostra valorosa a– mica, Kelia Paulova. Vin:tervista che ha degli spunti estremamente sjmpa·Lici per i profughi Haliani a. Pa,·igi e pe1i la Con– ceni.razione Anfifascista, si diffonde parti– colarmente sulla questione economica che la Paulova mostra di conoscere esattamen– te e sulla politica ilaliana nei Balcani, di cui anali1.za finemente gli scopi ed i peri– coli. La signora PaYlova sosLir·ne segnala– mcnle l'avvicinamento drlla Bulgaria e ùcl– la Romania, LA LIBERTA' Il delegato fascistaa Ginevra contestato dai rappresentanti deglioperai ----------- Alta 12,ma Confeten;a 111ter1wzlonalc ·rui La- 11oro, che si .•votr1ein questi 9lornt a Ginwra, 14 mandato aci delegalo elci sindacati fascisti, sarà ancora unti votla contestato cwt grupp_o operalo della Feduazlonc Si11aacalcIntcrna:.,o– nate. La segrclel'ia del!« nosUIL Confederazio– ne Generale det Lavoro ha preparalo, a questo scopo, una documentala relazttme, daUa quale swalolamo le pall't! epsenziali : Cl siamo se,nliti ripetere - comincia la re– lazione - queslo· consiglio : in Italia, Ol'amal, non osisle allrO movimento sindacale all'Infuo– ri di quello fasclsla : plegatovi, dunque, al fat.1-0 oòmpluto, che, tanto, ogni pl'olcsla ò inn• tllr. • lllspondlamo ancòra una volta eh~ lit gJustl– zia non s) •prcSét•Jve, o che la Schiavitù, a·ncho se legale. non fu mai leglUima. In Italia non eSi$~e alcuna.Hbert'.i( e sindacale, fl solo sindacalismo ammesso è quello fascista, im])osto.daI go\'Ornoper suo uso e consumo. ~,o direttive o l'azione do! sindacati, li con– trollo sulllt loro aHIVlt>à, la nomina del prlnci– pàll clirlg'enti,sono compili che von~ono espii~ cati dal ministero delle Corpornzion,, oioé dal governo, senza che•gli operai 11ossri.no co mun– que lnlcl'venlrc ad oSprlmcrc :I loro 11enslero. l ralli e lo dlchlarazl6ui utnciall olle com– provano quanto noi d[clamo sono cosi,'espliciti e numerosi, che, a rla;;sUmèrll tutti, non ba– stercb~Ol'Oun volume a1ranno. La libertà d~ essere schiavi , ba sol.a libertà concessa al popofo ital1ano è quella di approvare il regime ohe lo domina. ~Iussolini disse un giorno ohe il fascismo non ha l)isogno di orposlzlono porchè l'opposizione la trova. ·nel tatti. Ogni opposizione quindi ò st~1a porsegullala· é distrutta, almeno mate– rialmente. ..,Del resto, elle In Jlalia non nslslh alcuna liberlJà ò un(versalmento riconosciuto. Net,cam– po conservatore. ,·oci autore,,oli di alcuni•paesi sono sorte ad atTérmaro elle I metodi fascisti, pur non essendo a])l)licabili Jn Jnghlllerra o fn Francia. in Germa1\lao negli Stati Uniti cli ,\mcrlca, pel' l'llai!a vanno bene. :11'.a in quc– sia slcssa a!fcrnlaztone l ltnp!Jclla ln, condan– ha df tali metodi ; o d'altra ,pàrte, ossa è o!– fel)slva por il ,pòpolollaliàno, fl qualè, se oggi subls/'o una di!lalura, non è. nf!'att-0 dimostrato che sia itnme!'Jlevoledi un regimo di Ubertà e di demoorazl~. Il fascismo non rispetta nemmeno le .me leggi 'L'art. 12 della leggo slndacale ammoLtc,co– me organizzazioni di ratto, le organlzzazlonl non 1asolste. ~fa il. fa~clsmo non rispetta nem~ mono lo suo leggi. La °l'ccchlaCon(cderazlono Generalo,del Lavoro, nop potendo più funzio– nate In ItuJ:a, si trasfor) all'estero, so non altro pe1 1 salval'e li suo spirito, Oai fascismo, dal govG1'no e dalla polizia éra stata rlpetu~a– mtlùl-0pcl'scgliltatii.o oolpllti,nello sue orga– nizzzlonl,,ma non mal scto1ta con un regolare èlcci;ctoqualsiasi. Elppm·c;chiunque, in llalla, si perO\dtta di nurlttt'e Jn suo nome viene al'– 'l'eslato, inviato al' domicilio coatto o condan– nato al oo.rccrc. 111 un, disco,rf,llpronunzialo a Lucca ll 3 mar– zo 1!129, Bottai, sottoso·grolatioai minlsle1•0dol– io èorporazlonl, ha. dello : « L'organizza,zlooe sindacale ttaltano. deve essere senza equivoci o, senza sottlntosi fascista. " 11 giornale i.I :iavoro Fascista, ot·ga110del sindaeatl fasolstl dol lavoratori, nc1 suo odl– torlalc do! 5 marzo 1929 si espres.qccosi' i « Quando i l>Oolallstlci aocusa110dì· aver '-.sop)Sressa ìa llborl/1.sindacale a noi non rosta -ilho ,primdoreatto di questa veriH,." Plu nrnn– U., nello stesso articolo, si fogge ohe (,I poteri Cielsindaoato si precisano come j)otort dele– gali dallo Stato ". I sindacati fascisti yi\·ono e si muovono dun– que J)ér delegazione 1•1cevuta non dagli operai, cioè dal soci, ma dallo Stato, o meglio dal go– verno. 'Anche lo ,port imprigiona'to ! • Anche lo sport !tallano è monopoliodel par– lito faS'cistaeia molto tempo. 'l'utti i dirigenti delle asso~ta:ì:i6hi-sp-Orlive di una certi! irnpù)'lanza, devono e!fsorofil.SCl– l!li o vengono nominati o clcs\lhtitl dal pql-tito r~st-a.• Tulle ~le~ dtieaoJazlQi\.i··· Ì!àZlona)(i:;',!lpor~ tive vénnero rcecntetncntc ·1rrts!cMtoa Roma, per cs,cre sotto il più dirotto controllo del par– tito fascista. A sJmiglll\Jlza dòUo sçoimiarso Jmperò ab– sburgico aùstro-un~rlco, Il regime fll.tloista teme le ruisociazlon,sporU\'C, L'Italia avcl'a uno dei più 11ot•onllmovi– menti coope1·at1vl, il quale osplioava la ~ua attività non solo nel campo del consumo, ma anèho In quelli del favoro e della ,produzione. Le oooporatlvodi p1·oduzlonco di l1tvoroven– nero tn gran parie dJstruUo. Di quello d! con– sumo, il •fagcl~mo si lmpadronl' colla violenza - quando non le soccheggio' o distrusse - Inquadrandolo .poi nell'Eolo Nazionale FnscJsta. della Cooperazione. Valta coltura Italiana è \IDQ del torm~ntl del fascismo. La quasi lolallt•àdel 'J)ro!essort unl– versltar\ non aded' al tasc)smo e fl Po,pok! a·rtaMa condusse, contro dl essi, una campa-. gna. violentissima. Nel suo 11umero del 24 febbraio i929, ;;crisse' ohe " è necessario prc– ocouparsl di chi insegna ,perchè è propt•lo In questa ci,sse che al annidano i residui dt una ,mentalità mollo lontana dal tempo nostro • cioè dal tempo tasol;;ta. Nel discorso pronun– olat9 li 26 magg(o '1029a. Roma, al Congre~so del 1lloso1lila1fnni, '.'.1ussollni ha sostanzla·l– mon riconfermato !aie prcoccupozlonc, s!Ol'– zandosl di dimostrare che ti fascismo non è eontro .Jacoltura e non trascura I 11roblemldel– lo &pirlto.Jntan,to,non essenito riuscito a. con– quistare alla sua causa i professori 01·dlnarl, il· :fascismo sta facendo sforzi Inauditi per con– qu!st8rc l docenti. I giornaliati servi del regime La p1•ofessio~c. giomalisUca è Inibita,a chiun– que non sia tnscfsla o nelle buone grar.te del fascismo. Allo scopo df eliminare I gtornall– stl non !as.elstl venne costituito un cosldetlo "Ordine Giornalistico"· Ogni associazione glor– nallslica regionale ha Incarico di compilnro un " Albo elci giornalisti ". NelL'apr)leultimo. venne pubblicai-O il « Re– golamcl)to,per la compilazione dell'Albo•, che valo •la,pena di riassumere collo stesse pa,role ùol giornale di MussollQI, H Popolo d!11alla : « Esso - Il Bogolamento - stabilisce Ghe la disciplina degli iscritti sia; esercitata dalle assoola1,lol)I slncfacall regionali a meno tli un Comllato composi-Odi olnquo membri... nomi– nati dal ministro ,por la giustizia di concerto cpn quelli dogli Intorni o delle corporazioni.• I eondannatl per gravi rea.ti e coloro che, ab– biano <,Voltouna attività contrari.i. agli Inte– ressi della nazione sono esclusi dall':\fbo, cioè dalla professione. « ln tal modo non sono sol– tonto evitate le simulazioni, ma Il dlrellore– anllstato diventa una Impossibilità ,pQlll!co. e glurldloa. " • Com'è ,nolo, gll anLirasolsUsono considerati oltta dtnl di cattiva condotta. « dal punto di vi,;Ja nazionale", o dl conseguenza tut!a la loro attlvlt1t è considerata " contrat•la ilgll In– teressi della nazione"· Se i governi che precc– dcttoro quello fascista avessero adottato le disposizionisuesposte, Mussolini, ohe provieno dal giornalismo ri,•oluzl~nariopiù estremo, non avrebbe mal potuto esercitare la profosslone I Ma l'organi:fw:zione padronale non ai tocca ~ l<\ questo punto la relazione si diITonde a dlmostr4re sullo. scorta dl documenti o cita– zioni, eon,e i ~lnda<iati tasci,;li non ab)llano nem1neno li dir)tto d) discutere della loro co– slltuzlone Interna, e come possano essere sciol– ti o 1nstormall ;;enza noppuro Jnterrogal'e I soci.. \ questo pl'oposltoricorda il recente scio– glimento della Confederazionedel sindacati 1a- j!Cl~ll.Fl commenta : • ·• i,:• indubitato elle l'unione di tutti I Javo– ,ralori in una Centrale nazionale rapporesenta la d'orma più por-fetta di organizzazione sinda– cale. Nel paesi a più gl'al\cfesviluppo -0aplta– listlco, nessun governo pènsa a scegliere I rappresentanti operai alla Conferenza Inter– nazionale del Lavoro fra le federazioni nazio– nali di industria e di mestiere, sen1,a tener conto della Centrale sindacale che tutto le riassume e dls<iiplinanl disopra degli interessi partlcolarislicl.,. Se c'era qualcbeeosa da tra– sformal'o, non era. la struitura delltt organlz– zozlone operala, slbbene quella della Ol'ganlz– zozlonopacll'onale.:\<laquesta non si tocctt ! In tcorJa l'organizzazione padronale è considerala alla stessa ~ tregua.di quella operaia, ma in pra– tica è un'altra cosa ! fil quando il sotloscgrc– lr!o allè Corporazioni,Botf~I.afferma che e n\ ministero, al centro, che tutto ~i <:OOl'din,, o si disciplina, gli Italiani sanno 1,he tu,llocio: ,i rifortsco solo ai sindacali opcl'ai, u Cosa sono i loro « congressi 1> 'l'alrnlla si sento pal'larc cli congressi di sindacali fascisti. Jn rcallà si tratta di riunio– ni di funzionari, i quali 1·ispondonòdella loro Ptlivltà al _governo e Dl pal'lilo !ascista. J,a Gr1;;cUa Ufficiale del i7 gennaio 1920 pub– lilicava i decreti conccrncn1i la mod!Jlca elci comma 1 e 2 dell'art. 9 drgll statuti dolio coo– fodcrnzioni sindacali doi lavoratori. In base a ofali modlflrazloni "il Congrèsso nazioMIOdel– lo varie confcdorazioni è co;;titultodal segretari dei slnelaeati di primo graclo" o " dal com– m)ssa!'i slraordinal'i ", cioè prnpl'iO dai fun- 7-i,olla::i comandali dal parUto o dal governo a dlrlgere i sinda:catl. Cio' è riconosciuto dagli stessJ dirigenti. Sii Il Lavoro FascLsta del l.5 genaio si legge che " I dirigenti sindacali do– -cono rilcncrsr. come sonòi delle camicie nel'e dt,k'g&tedal Partito a dir gore i sindacati•. Del resto. che il si11dacali$mofoscisla sia 11110 slrurncnlo tenuto in vita pel' rondcre sc,·– vlzt al go,·crno, se né ebbe la, 1iro,·a Jn occa– sione dél rccent<,pleblsrilo. Quasi ovunque, la mattina del 24 marzo lirl9 i sindacati fascisti convocarono i lavoratori per condurli a votare, inquadrati come gt·e,ggo.Quasi ovunque i sin– dacati JnUm4t·onoal lavot•atorl di recu1-sl,dopo la votazione, alle loro sedi a consognal'C la scheda coi ,, no " se non volovano c,ssc1•0 col– pili dal licenziamcnlo e da rappresàglie. Non o un mistero per alcuno chQ le migliaia ùi la– voratori tlcportaLinelle isole maleilclte o se– polli in queflo tombo cli vivi Qhosono le ca!'– reri italiane, fnl'ono Jn gràn parie denunciali da quei fascisti ranalici ohe, nelle o!Jlcinc " nelle azionde hanno ii comrlto specifico di 6orvegliare i '1orocompagni d lavoro e di Im– pedire, con tutti i. mezzi. qunlsiasi atllvità con– ll'al'ia al fascismo e allo suo Istituzioni. Il cosidetto Stato corporativo T rappl'esentanli italiani verranno probabil– mente a!lll Con!orcnza ad afl'ol'mare chq, col cosldcl/o Parlamento cooperati\'o, a.I laYoroila– liano è stata riconosciuta un'Importanza, e so– no state concesse facoltà, che il lavoro degli altri paosi, non conosco ancora. Ma il fatto Che in llalla .non <>Sisto alcuna llberlq\,basta a to– gilerc Ognivalore a tulio cio' che essi dll·anno. Comunque, è opportuno consacrare negli atti della Conferenza, dl che cosa vc!'amentc si ll'alti. Secondo la legge, la. clozionu (chiamiamola cosi') d"i deputall alla cosldelta. Cao\cra co1·– j,orattva avviene tn tro aUI successivi : la e-0m– pllttzlonc delle listo dei candido.ti alla candl– ctaturo, dà ])arte delle 8ssoclazloul slndaooli o dogli ,a,Jh'J organismi a:ulol'lzzali : Il dcslgria– ~ione dcllnltlva dol candidati, da pal'lè dei Gran Consiglio l<'as~ista ; l'approvaziono del corpo elettorale. So Il primo o il 0 tc;..:odi quosfi tre attf n6n fossero rNii supe!'/lut dai secondo e potesaoro essere compiuti llbe1'a1n0Qté : s6 csl~tossc ,una quafanque libertà Cli p1·esentaroliste di oppo– sizione ; se, insomma. li corpo elettorale aves– se facollò.di s'cclla, la.Yolazlone·potrebbe ave– re un certo valore. i1a tuttooio' ù c,oluso é il plebiscito del marzo lo ha provalo. Poi· volontà dol <luce, e, secondo le afTcrmazlont.delle ge– rnrchic, rasc/s:lc, enunciato prima dcllà dogt– gnazlonQ..del candidati, I deputali do,•erano essere lutti " fascisti al .conto pcJ•cento n pcr– cltè • tutto 11 potere dovova osSCl'edato al fa– scismo». • Lo .liste del candi(lali vennero compilate al ministero delle Cor11orazioni o trlla direzione çlel rnI'tllo. Dlfa\ll, l tOl)grcssi dollo,_confedora– zlon sindacai!, convocalf'rc1· appt•ovaro le li– stò, durarono pocht mlnut porcliè su c)o' oho çra stato !atto non c.'era nepput'é da dlscutorc. li Gran ConsJgllo l<'asctstareco poi Il resto. Scelse 12;, députntl J)adl'Onall o 80 cosidettl del iavorntorl. Dlciamo "eOsidét!i" pel'chè questi ulll!!ll, cssnndo !11 grande maggioranza impie– gali !)l'l\'atl con mansioni dlretth·c, o 'funzio– nari di Stato o ciel slndacall, ~ano sosta.nzlal– mei\to degli Jmp1·end1toci o degli strumenti (lol governo. 4 4)t'oposllo del Jllode dl eguaglianza sul quale sarebbc\'O sllllJ messi improijuitori o la– voratori, è opportuno iJJformaoche Il Consiglio Suporioro dell'Economia Nazlonalo (che divcn- 1e~à. il Consiglio Superiore dolio Corpo~azloni) •è <lomposto dl i2 studiosi o esporti, 30 ràpprc– scntantl <lcg)ilmpreQditorl é 6 - diciamo sci ..::.. dei lavoratòl'i. • ... ,\ ' Come è in,tesa la collaborcmoµe di cl{làse T dlrigcnl\ sJndacali operai si dichiarano ani– mali clafmigliori propositi collaborazioillsll,ma non trovano urall proposlt.l nei dirigenti de– gli intpl'cndilor. li Lavoro FIUcislç dovette.ri– fevarlo ·ripetutamente. Il 22 rohb1·aiodichiara– va. che « le organizr.azlonldei datori di Javot·o sono abituate ad una autonomia e libertà di manovra, talvolta Jn contrasto stridente con Jo. norma d'azione seguila. cd osservata sctu– polosamento dal slnt'.facati del la,voratorl•. A quést-0 proposito, In queste ùltime ~clti– mane, lo slésso ~ior11aloho.•gettato l'aHarme ~~nvl~na SCI'IOd a,rlicoli veramcnlo signlli-; TI collocamento deglJ op6ral awlene ad ar– bitrio degli lmprcnd1forl, malgrado l'eslsfcn– ?.a degli umcl di eollocamcnto. La collabora– zione non si verifica,perçhiJ « esiste anco,·a una tendenza. liberale dei datori di lavoro, masollo– ranlcsl dietro le )nlerprelnzioni arbitrarie ,!el– le leggi"· (Lavoro Fascista, 9 maggio 1020.) Malgrado il maslodOntlcoa.pparato sindacale esistente, i lavoratori, sopl'atutto poi• cio' che si ri!erlsee allo conlt•oversieche sorgono sulla in\el'pretazlone del contratti dJ lavoro, sono -prividi ogni tutela, cioè In MIia com_pleia dogli ImprendJlorl.Occorrono auladl I " J111uclarl f ln– (laoalinelle attende ». " Se neanche quosto !os– so accettato - dico li Lavoro Fascl8ta do! rn maggio - se gil ;mp1'enaitorJnon sono dls.pQ• sU, oggi, in ,regime fascista, a saor!Ooaro un po di queil'o1·ogllodi cateol'la.e di ola,~e•pei· la ,pacmca convivenza nazionale, sarebbe fnt– quo. » E se nim si ammcttesec " unfl.Jcglttlmn, dovcro\io, onesta 'ltttcla sindacalo del lavora– tori • </nesti perdc1:ebbct•o a ragionJ)ogni fidu– cia ne la Joro organizzazione stndacalc dalle leggi do! regime consacrata 1st1luzloncdl Cli– l'iflo pubblico •. In vorit>à.non si tra.Ua cli perdere, ma di vc– del'e irro.ggtunglbllc,dal sindacati 'fascisti, una 1\duc1aelfo lldn c'è mal stata. Le mas.se operaie ,ono per il ,indacato libero r,a massa dunque non sente li• sindacato giuridico unitario ", malgt·ado non esista Rl– -0upa propagandn contrarla. Eld è una verlllt che sono co,tl'ctll ad ammctte,o gll stessi ge- ~archi fasclsll più a}tJ. 1 Nell'ottobçe :1028,l sindacati sllpularòno un contratto oollottivo di lavoro· per I lavorntori a~l'icoll delltt provincia di Milano o li Popolo dJtaUa del 31 strsso mesa ctovcLleconstatarQ cl)e li fatto non aveva minimamente ll1teressa10 I lavoratori. ,, Si tratta di reallzzazlonl notevoli e positive - diecYa li glo1•nalo- toccate In un sol giorno" o di " \lJlll realtà ohe In altri tempi - e le masse dovettero comprenderlo - avremmo .senlllo promotlcre, con vane pa– role. dall'alto di Jnu(ill h'llrnne"; t\la le masc non oollll!)rendono e non vogliono comprenctcl'c.Nel slnda.cato '.fascistasono con– ~idorale gregge, e perclo' si vendicano disin– teressandosi clJosso o di quello ohe fa. Nel discorso del 26 -maggio J9i8 Mussolini ammise ohe la presento generazione operala continua a rJmancrc lontana. e assento dnl fa– scismo. In quello pronunciato alla Camorn doi ~eputatl li 9 dicembre, non r)uscl' a nascon– do!'Cli suo risentimento verso la classe opo. raia. "Gli opel'ni Italiani, nl quali non ohic<Jin– mo nessun attestato di benemerenza, hanno a– ,, 11 to Jnnumcre,all prove della mia opcnnte simpatia, innumerevoli ,prove dolio realizzazioni pra!lclle ctrcttuate dal regimo fascista. NoL non teniamo alta loro inemorla. " ln un discorso pl'onunzlato a Milano l1 3 mrtrzo 1928, •ruratl Augusto, segretario gene– ra.le del partilo fascista, dovette confessare che. gli operai non erodono al fascismo. " Bi– sogna ogni giorno vlvore In vita degli operai, - egli disse -. andare in mezzo a costoro senza dit·c parole vane. avendo Il coraglo di dil'e : Voi non credete in noi ma noi cecctiamo in voi perchè siete Il 'JlOpolo lta,ltano.• E la re– laziono conclt\do : " 'f'uttoclo' è più elio suf– llciente per dlmostral'c che i rappresentanti italiani a,ila Co11rcrenzasono tutti nppì•csen– tanti ciel governo. H la,voronon è rappresen– .tato. Scnzo.Hbcrt-àe senza. dcmocl'azl11, non esi– ste movimento sindacalo e, meno ancora, rap– •p!'csenlanzaleg!Ltimado.l lavoratori. Si puo' aggiungere che senza libert,à e senza dcmoc!'azia non sono concepibili neppure la Società delle Nazioni e l'Ufficio Intel'nazlonalo del Lavoro. E noi pensiamo ohe verra giorno in cui questi duo gl'andl organismi dovranno ,po1·ril Il quesito se, 1101 •lorosc09, ~l~noammu;– ,;ibili 1,ac~ii-elli :i dittatura. " 3 La libertà della Chiesa eun prete r pubblica Arcm1gelo Ghisl~ri, l'inLcmeraio, im– mulalo -0 incrollabile repubblicano, pubbli– ca per conto del Musco degli Esuli italiani di Como, l'opera postuma dcll'abate Anelli « I sedici anni del Govrrno dei Moderati (J860-t876) ». L'nbale Anelli, com'è noto, ru uno dei memhri del Governo Provviso– rio di LOmbaTdia dòl 1848, nato a Lodi nel 1813, fu repubblicano. amico e ammi- 1·tllore ciel Mazzini r di Giuseppe Ferrari ; fu autore di una bella Stoi·ia dei RiformJJ– lori in llaJ.ia, naturalmcnl e messa all'Iu– cl'lce, in cui v.recorse le più dur-ature con– quisi e del più recente modernismo· e fece 1·isallaro l'antitesi tra lo spirito del Cri– stianesimo genuino r le lascivie 1 le c,upi– digie, le rilfaldcrle, le ambizioni, i del!Jti P le volgarità senza nome nè fondo del clno in gen~raie e dei vescovi, dei èardinali .e dei papi in particola.re. « L'opera postuma Lestè pubblicala, con documenf i e note integrai iv() da parle del Ohisleri è. a parer nostro - scrive, Angelo Crespi nella Libe,·o Stampa ticinese - dal pm1to di vista elci momento slo1'ico ·che al (,raYcrsinmo, importante sopra•[ut lo sol– lo ,duo riguardi. La recente Storia d'ltaUa di Bened<iUo Croce, di cui el occupammo a suo tempo e che va dal 1870 al 1915; per quanto documento preziosissimo dello stato ,d'animo dell'illustre pensaiore n~polciano llDme negazione polemica. del deprez.zamen- 1 o sisl.ematico dell'Italia prefascisla da par– le degli spaclrone!,::;-iatori attuali della di– sgraziata pcnisola e come difesa e financo commossa ~ quasi apoteosi - dell'ltàlia liberale, si presta n u11gra\'e appunto : se l'Ilnlia liberale fu tutto quello clùi dice, com'è che è crollata come un castello di carte ed ha rinnegalo e consentilo che si rinnògassi-l'O, da un l)ranco di avventurie– ri e di delinquenti sbraita·n1i é depred.inti in suo nome, fo istltuzloni ò g,li idMIL del Risorgimenlo ? L'opera postumaldell'Anclli ò un vrezio– sis'sim() con~ribu-t.o a una risposta a quésla domanda, in quanto mostra che l'opera dei moderai i, ossia dei cosldeltl Ub·erali ita– liani, ch·e in reallà non fu1·ono mai che dei col1$crYatori reazionai;i e neàncl\e sjnce'– rameutc cosl,ltuzionali, fu lunge dall'es– si:irc quella oho il Croce crede cd afferma ch'cssa fu. Egli mostra quanta fosse stata la fiducia in essi naf,uralmen1e r)posta, quanto essi potessero fare e quantq poco feccro per mostrarsene de~n i -0 com'esg~ lungi dall'avere intelletto di ilbettà, tutto fecero per wner nella propria oligarchia/ la somma del polere e dell'mflucnza socia– le e governarono con metodi, che il fasci~ smo doveva solo accentuare è sistema.tiz-' zare. Ln. documentazione non po_t.-ebb'ék serP, piu conclusiva. li secondo riguardo sotlo il quale l'ope-i ra dcll'Anelli è pur preziosissima, è qu-0sto: L'Anelli non solo stigmatizza i moderati per non avere inteso e per ave1·e per-, verlit.a nella sua apJ)liCaiioM la massima cuvouriana Libe1·ri Chiesa iu l,ibe1•1:tStato, non solo sf,igmatlzza. Pio IX e i llUOicle- 1·Jcali pe1· le loro stolte e 11cellerate lnaleJ diziòn all'llalin, ma dice ancor ohiaro che è stolto ,parlar di libe1•tà dt!lla Ohièsa quando in rcail-à si idcnUfica. questa. co-< me si feca con J:i legge delle guarentigie, con la mera. libertà del papa, inv-0ce di far partecipi i fedeli come erano per le anti– c.hc discipline dell'elezione del loro pa– store, drAl'amminislnzione delle sosf.;inze ecclesiastiche ; e di far s.i che 110n sieno più costretti a cedere i loro templi a pe1:– sonc ingrate od ignote al loro cuore e a. llULrim delle sostanze o proprle o lasciate dogli a,·i i vizi df tanti ohe non onorano con lq ;;antita <lolla vita l'altezza. dei Joro doveri ". Con la leggo delle guarentigie, secondo l"Anefli, i ministri moderali tutto fecero per Il papa, nulla pel laicato e non! pensarono che questo pure è parte dei)ai Chiesa. ed ha i suoi diritti. « La libertà della Chie~a come dello Sta– lo non consfsLo nrl concentrare i dirltLI degli individui nella volonllì. d'un solo,slb– bone nel permet1cre elle i diritti di cla– souno siano da tutti egualmente Mercltati come vuole. ragio11e. Il Governo per far )i-< bera la. Chiesa e scioglierla. da ogni servi-< 1ù dovevo.,. cpsliLuil'è Jn ciascuna. diòce~! una. rappresentanza laica ,a cuJ affidare la amminisfrazione delle sostanze comuni dei fedeli e il lihero esercizio dei dir!LLi com~ pendiali nella formula del plt:1.ce ~ e del– l'c:nequatu?·. " Inoltre diodo un ulleriore ·conlribut,o al-< rautocl'aila. pap6le, uscita. Yitto1•losa dal Concilio del 1870, i11cui con frodé o con vlolllnza, come most.rnrono Il Dòllingér e Lord Al'bon. fu fatto ll'ionfare Il dogma dell'infallibililù al fino di chiuder la boe.. ca. alla cril,ica storica. in sellò nlla. Chiesa. -----------~----------,-----------~----·----------············· , Le s~uole italiane d lla Colonia diGinevra l'iel nume1'0 scorso abbiamo, pubblicato una corrispondenza dai Oinevita sulla ce– rimonia svo)lasi ne.llc scuole italiane della Colonia. La lodevole attività. degli italiani liberi, di nostri amici. va 'f)orlata come esompio di quello che si può fare per sottrarre al ,fascismo il eampo della giovinezza. cbe tenta di avvelenare~· L'altivil6. dei no..tri amici di Ginovra si collega a quelle iniziative che il Congresso dol)a Concentrazlonò ha. Indicate, per svol– gere <1uell'opera. di assislonza c di cuHm•n che deve, eS$Orcèompiula da .tutti gli ita- liani all'estero. • • E per illust'rare !(Ueslo m;igniftco' esem– pio dJ Gi.µevra voghivno riprodurre guan– to è stato fa(.to p(lr le scuole italiane iil riuella cltLà, da parte di un grum,o che ha saputo trovare nella fede e noJra vol611f à i mezzi più ricchi che vincono,anche quèl– Ji - poderosi - delle flnanziaHssime im– prese fasciste. Le scuole della c9lonia, sorte nel 1889 ,per inizlati,·a dell'ope1·alo latlonierc Bia– {lio Rossetti - membro della I It\tcrnazio– nitlo - vresidente della Societ,a di ~!. $. << La Nazionale ", sono riuscite a manLrne– ro pressocahè inalterato il loro caruLtero inil•;ialo: alla prima, scuola di i\falagarn si sono aggiunte qu1'11edi Carouge, Pluinpa– lais, Pàquis con 3 corsi serali 01,ganlzzaU ncllii, sedo sociale del)a r.ue Verlainr, I corsi sono un dopo-scuola, c::omplomentari per l'Insegnamento dell'italiano ,sussidiato ila 1wzto111elementa1'i di storia e geogra– fia italiana. di dii:ione e di recitazione. Iù questi 40 anni di vita le SGuole Ha– liano di Ginevra. che sono amministrate dalle sociel~ adércnt i o dai delegati dei sotloscriittori, 1111nn0 dovuto superare dif– fico!Uàd'ogni genere o d.uo gravi crisi : la ,prima, quella. dipe11dente dalla. guerra: la seconda. il tentativo di ifascisLlzzamone im– posta dal governo <\i Mus$olini aUraverso 11Consolato e il Fascio di Ginevra. Ii governo ilaliano, fin daJl'ini~io contri– •buì con un sussidio che andò aumentando da 1100 a 3000 franclii oro ; il governo fa– soislia nel 1925 per far yressioni sugli am– minietraL01•i soppresse i sussidio e fece poi togliere nncho quello di :1000 f.ranchi oro della Danio di Roma. Erano 4000 franchi oro che venivano a mancare ; era l'o,sjgeno elle veniva bru– talmente t.o!Lo.Le scuole dovevano solto– meHcrsi, incimiciarsi, oppure ,perire. I si– gnori parrucconi, i cosidotti notabili della colonia, a'bìtunti al)~ comode amministra– zioni, agli inchini e ai baciamani, e'bJìero paura : come si può vivorc senza )'ii,ppQg– gio morale, sonza. l'aiuto finanzJnrlo del go– verno ? I,.. Essi, non av-0vano ponsato che ... oltre li governo sovvenzionatori\, c'è un a)(ro sovvenzionatore J.liù largo, più buo– no ... '.E' l'operaio italiano, ohe rispondo sempro presente qùando la corda del sen– Limcnto viene toccala e falla vibrare. Per forLuna Iil maggioranza degli' ammi– nistraLi, quolli eh eran più a conlnLto del– l'anima popolare, non vollo piegarsi, e vol– le ai! ogni costo mantenere il carabLere del- lo scuole al cli sopra e al di fuori di ogn? COll]peli:-ionc pollt.ica o. religiosà. l;;n p1ccolo gruppo d1 uomini volente~ rosi .assunse Lro anni or sono il dlf.llcllo compito di reggere le scuole, in questa si-< tuazione ohe sembrava ai più fnsosteni– bile sfa dal punto di visLt1morale sia dat punto di vista. fllianzlnrio, ' Questi uomini ebbero fede nell'a.ttnccaJ mento della oolonin allo proprle scuole. E il modo come In colonia. rlepos~ fu per mol-< !i una vera rivelazione polclìè. salvo po-1 ~hissime eccezioni, tutto lo ·società, Impor., lanli dc.Ila colonia mantennero ~ lntonal-– floa\'6ll'o l'appoggio morale e fltl9ruliorlo ; uomilli di ·t'ULti i partiti :;i alrio«erosoli-< flali_ pòr' front~gglare l'nttooco rase1sta. C1_ '$llDJb)'adoeroso citaré queste bene.. mer1Le soc1elà : tra le Mutue ricordiamo : In. Nazipnalc. che natm•ahnente continua. degnamente al tradizione. la Mutua, là piìt numei;oso. della colonia. {350 ~ool), la Stella d'Italia, la Lago d'Orta, al Famiglia Can-, tm•fna; fra le allre società rleordlomo la .4.ssocia:ionc !)ante Allqhtcrf, ohe ha. pro– ferito rompei•e ogni vmoolo col O: c. d[ Roma per rlmanère fedele all'e,politleltà salloilo. dallo sl.afuLo ma non rispot~ata dai vecchi ruderi che la dirigono ; l'A11oc{a– zio1te fra Veneti; la. Sernittati·ice, questn: bella.· o numerosa. ·organizzazione Operata colle sue sezioni, filodrammatica, calelsti-< ca, escursionista; lo Sportin{I Velo Olttb; l'Unione musicale di Cesar.o, gli A.1nici del.. le sctiole. La, colonia italiana. ai Ginevra; può es--. sere ,fiero.di questo suo atteg"'iamenLo ohe la mette all'avanguardia dl J,u'UeJe colonie Halinno sparse nel mondo. Lo sforzo della colonia. è tutt'altro cho indifforente quando si pensa che Il bilan– cio dèlle scuoio si aggira annualmente in-< torno a I 5000 franchi di spese. La riserva finanziarla che era nel :1925 di circa franohi :10.000,seose nell'anno sè• guènte; in seguito all'attacco consolare~ta– sclsla, a poco più di franchi• 7000, tante> da P.arecchi membri della commissione di vigilanza proposero di chiudere le scuole. Ma grn~ie all'atUvilil. degli Amici delle scuole che già nel 1926 x>luscivano a racco– .gliere oltre 3000 franchi llol mezzo di una. sottoscrizione e .di una riuscitissima fesln, grazie all'attività, della nuova commissio– ne di vigilanza non solo riusci a coprire il deficit ma a porl.a11eii fondo di rlaerva, a. fr. 12.322,45 ollro ad assicurare il funzio– namento regolare di Lutt11 le scuole, ad nu-1 mentare il numero delle lezioni e del corsi, isliLuendo Altresl un doppio corso serale, .Ma La colonia non ha solLanLo risposto all'appollo finanziario del dirigenti : lo fa– miglie, nonostante gli aLtacohi puM)llcl e lè Intimidazioni personali, han tenuto a: mandare ugualmente i figHuo!~ a scuola. Gli alliovi ohe erano discesi da 189 a i20 nel ~926-27 salgono a 189 noi 1927-28 ~ n. 221 noi 1928-21) .. Le cifre indicano lo sviluppo conbinuo o .lo radici semp:re più profonde ehe la no– stra. bella isLih1zlone va. conklnu11menle, metLendo. ---------------------------------------- ·················~---·· 0 IF© ll'ìlO® ff ll'ìl~O®SD Come J,ibcrtà 'hn.già pubblicalo; Mussolinista pubblicando in Inglese il suo vecchio 1·-0manzo cl'appendlcoohe scrisse per Il Popolo di Tronto. A suo tempo riferimmo gli apprezzamenti oRtlll di una tlvisla americano.; ora ò &pparsa l'ecl!– alono Jnglcsc. ccl ecco cosa.ne dice H 1llotascl– li dlfctldel'sl col dire oho si tlterlsconQ solo a. fatti slorici. Non è certo una delle minori lro– nc della: storia ohe l'uomo oho scrls~o que!lto pagine sia proprio quello che,v ent'annl <iopp, ha ristabilito il potere tempora•le del Papato.• Un comunista che ammira Mussolini sta D~ll.11TMe.oraph : "Il lavm•o che ora appare, sotto Il lllolo ----- L'amante a.ci Cardlnai,•. fu scritto ycnt';inpl fa; Libcm Stampa di Lnaa 110 pubblic.l la lion poche copio no esistono ln ltalia, e proba- -o bllmente il Duca non ne gradirebbe la rtstam- _segµent11nota. P.oichè non ·nbble,mo vls~o, pa ,là, pcrchè net pedodo ,usseguen(c ro1•lenta- in nessun bolleLLino oomnnista nossuna, mento di :'l'lussolinlna cambiato g1·andcmentc. protest'a contro i) libro della. signOt'a Rr1h- Nol 1900 egli era. uno del ros$1,più rossi, e sin, ci permetUamo di domandare r,otidP> si trovava In Trento, vlce-clirctlorodt<lgiorna•lc di quesfa straordinaria ammirazione ç,he il soci~lisla il Povoio, Ml cui supplemento do- gerarca sovietico avr.ebbl'\ nutriLll, per il memcalo appat·ve qnoslo romanzo. « duco ,, • 1t signor ~1otherwell, traduttore, cl dico in • . una prc!.ulonc che Muasolini come « oratore e "A Londra ~lll'Onorec_el)lemenlo pubbli-< polemista., è stato " u1Jvc,·o Tlcostrutt'ore del- , cale )e Memorie deJla signora Kra$sln 1 la la prosa i!alionn" Questo polJ•à enolro do!'sl. vedova. del noto uomo dl Stato comumsta, Senza Yoler diminuire l'ofllcacla dello sLllo, dal titolo : cc Leonida lfrassin la sua •vita passalo o prese_nte,del Duce, per ~•ottenimento l e la sua opera"· L'autrìce rapp.reson[a suo del su~I fini, ~,sogna Cllreche la pro~a ilaIla- mari( o come un grande rivoluzionarlo èd na do,eva es.ero tn un ben cattivo stato se un grande patriota e la profaiilonè ò di ~;~;~ bisogno cli una "rlcostruzlono» di tal Lloyd Gcorgo. Di grande inLeressu è u11 Quel cilo è più lnte!'essanlo di notarn, è elle, passo col quale cs~a atrer~a. ché K:r~sa/1~ per quanlo le 6Ue Ideo abbiano oamblalo, il {ti 1m grande ammiroforc d, Mus~ol,ini ch.s Mussolini di quel tempo scriveva o parlava nel- avrebbe salvato l'Hai in. • lo s\c~so modo d\>ggi. li modoHo_su out egli Da cosa ? Da.I cotnunisl'Qo,. da. qu~I co– b.~so i'\,_ suo stile e _q11ollo et~,." M1set·abHI" di munismo che il bolscl\vismo od j $ovieL vo- \•ictor rmgo, uno dei prhnt libri che egli lesse: gliono prop11ga11dare ll pròpa,,andalìò I Dst libro ~ppate chlaranrnntc r,ho Il Mussohn, mondo o no del 1000 ~ra tm anticlericale. ,\nzl. uno spie- • .. , , ,• . . . catlsslmo wt1e-lo1·lcalo. Due o tre delle pagine cli Un__ nll!li•I: o so, 1~t1co o c9mumsla cllit questo romanzo. se rossc1•0scritte In Ilalla a.J amrriu a i/ pd1, acorrimò nom1co déi òòlnlH giorno d'oggi, ctnrobMroquasi cel'lamenle do!- nisli; colwi, che fa condannare ogui 17iorttò !~ gravi uoìo all'autore, nè i,:li rnncbbc mollo ad anni di aalera i c.01nunrisliitaliani•

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