la Libertà - anno II - n. 37 - 23 settembre 1928

= 23 SETTEMBRE 1928 LA LIBERTA FASCISMO E DEMOCRAZIA Ili li problema della g-f>nesidel fascismo - cosi come ru da me si'nlelicamente pro– posto e risolto - ha offerto, nnche per un altro verso, occasione ai miei contraddi– tori di precisare il loro fondamentale dis– senso dalia valutazione da mc falla delle cause prossime e remoto della crisi. ca, la qual-e - come ben rilevava in que– sti giorni Vinccnt Auriol al Congresso di Drnxclles, ha avuto sempre por culla la Democrazia. Tanto il Bergamo eh& t'Andrich quanto F. L. F. insorgono, infatli, - concordi - contro !"opinione eretica che ispira le ul– time pagine del mio libro: l'opi'nione, cioè che non pO:"Saseriamente contestarsi che la democrazia abbia avuto vita o florido sviluppo in Italia prima dell'avvento del fascismo. Per essi (cd è questa un'idea fissa an– che di Guglielmo Ferrero) non vi sono al– tri Paesi al mondo che possano qualifi– carsi v~ramcnte democratici all'infuori della Francia, dell'Inghillcrra, degli Slali t;niti : il che non esclude, perb, che, di quando in quando, sotto il bruciore di una ferita fatla al loro amor proprio na– zionale, c.: ;sipossn.no indignarsi e protesta– re c,mlro il giudizio espresso o in Franda o in Inghilterra o in America sullo pecu– liarità del fascismo italiano, apprezzato, spesso. con alterigia, come merce di im– possibile espor~azione fra le nazioni ci– vili. A loro avviso, l'Italia non ha mai cono– sciuto un vero regime democratico : a pos.5edeva le forme dell'organizzazione democratica senza averne la sostanza li. L'affermaziono è ripetuta come se essa contenesse una verità elementare sulla quale è disdicevole s_off~rma:s!, tanto es– sa è obiellivamente )nchscul1b1le. Del re– sto a che servirebbe il discutere, dal mo– me~lo che lp. prova più eloquente della s.ua certezza, è offerta dal fatto stesso che il fascismo ha potuto, quasi senza colpo ferire, impadronirsi dello Stato italiano ? Se il fascismo è l'antidemocrazia, non pub sple,.arsi il suo trionfo SE\ non adat.tan– dosi° ad ammettere che in Halia la demo– crazia non sia mai esistita. II problema, per mio conto, è di as3ai meno pacifica risolu2ione. Ma, . appunto per questo, esso non può esser d1~cusso a fondo nei brevi confini di un arl1co_lo. Mi limiterò perciò ad alcune c?ns1_dera– zioni sommarie, preoccupandomi d1. ap-:– poggiarle sull'analisi di ratti concreti_, dt fatti storici, anzichè su congetture od 1po- je~e c~~~e~~~c~~~con~scersi _che la li~r~ sia stata introdotta in Ilaha per via d1 elargizione, non si pub, d'altro lal?, non ammettere (a meno che non ,si vogl_,a fal– ere, non si voglia insultar_e la. si:or1a)che essa. abbia trovato nella élite dmgen~e d_~l nuovo Stato unitario il più fervido, 11 p1u generoso, il più appa~sionatQ strumento di difesa e di propagazione. . Anche in tempi di schiavitù, II_ pens~ero e Ja coltura ilaliani non era_n_r1masll e– stranei all'attrazione della c1v1ltà nu?va, albeggiante sovra gli incendi della Rivo– luzione. E, all'appello del Foscolo, .del LeopaTdi dell'AHlcri, tutta u'na sch1~ra di rifo~atori - sul!'esempi~ an~or _vivo 6 operante di Vico, di Beccaria., dt Filan– Jtri _ iveva. risposto con feFVore: da Oiuseppè )Ia.izini a Carlo Catla~eo, da.I nogpmni al Gioberti, dal Romagnos1 al Car_– rara dal Cal'mignani al Oossi, al Ferr_ar1. U~a volta inlTodollo il regim~ cost1~u– zionale il Parlamento si cost1tul, d ~n colpo, in operosa palestra di democ:azm: Non occorre ch'io scenda a dettagli. Gh ~tti delle Camere son là. ad attesl_a~e co– me il problema della Jibe~là ind1v1d~ale _ intesa qual-e la facoll:~ d1 su~erare I or– dine fenomenico e di ritrovare m sè la s0:a determinazione, in una parola l'a_uto~mia _ e il problema delle Iibcrlà naz1on.ah ab– hian sempre primeggialo sovra ogni allro. Le discussioni che precedettero ~d. ac– compagnarono la forma_zione dei Cod1c1e?, in genere, la preparazione_ del nuovo d1- riLto nazionale, quelle particolarmente a~– traverso cui risultarono elaborate le ~ 1- sposizoini fondamentali del nostro Cod1?e Civile, quelle che portarono alla aboli– zione della. pena di morte, que~le che - sull'ispirazione di Pasqualo Sl~n1slao ~fa~– cini _ int-esero ali~ aITermaz1o~e de1 d1- rilLi delle 'nazionalità, que!le i_nfine che ~bbero ~d oggetto la _organ1zz~z1onedella iustizia amministrativa ed 11 grad_ua!e g viluppo delle autonomie locali, cost1lUl– !cono tali documenti da bastare da soli ad attribuir un titolo d'onor~ ad una qual- siasi Ass-embleil democratica. . . La conclusione vittoriosa della grande battaglia democratica del rnoo segna, è v1>ro,l'inizio di un nrtlevolim1>nloprogres– sivo della vitalità parlamentare - non è questa, però, una buona ragione per ne– gare in blocco Lutta la storia preceòente: tanto più che la crisi che caratterizzò i primi anni del regno di Vittorio Emanue- le nr fu - più che altro - una crisi di coscienza ; il che spiega come cs::a - lun- gi dal conlraslare - abbia favorito Il per– fezionamento costante della Icgblaziono socio.le . A mio modo di vedere essa pub inten– dersi e spiegarsi soltanto se si voglia te– ner presente, da un lato, che nel primo decennio del secolo X.X l'economia italia- ~!s~r~e~=~~\~ar:i~~o~~:m!°~~J!a~~r;;i~~; diffusione del benessere e un sempre più solido assestamento del bilancio dello Sta- ~~; ~a~::t~?~s~::zt d~uoe:~1~~~s:r~cid~::~ ne non pub attribuirsi questa qualifica alle rimasticature letterarie del Corradi– ni e del Rederzoni), per il disinteressee della coltura italiana cd ò questa una del– le sue più gravi responsabilità) ver~o i problemi della politica, per I~ _rc~z1?ne stPssa, infine, che segul, _quasi_ 1stm~1va, alle interpretazioni cd agh svolg1ment1 at– tribuiti in Italia alle dottrine marxiste - ogni concezione democratica era venuta cri<:!allizzandosi in una specie di illumi-: nismo inerte, per il quale mo_lti~ran tratti a credere che l'ideale eguahtar10 potesse trovarsi tutto racchiuso in un pugno di riforme da realizzarsi una volta per tutte, dimenticando che esso è invece un ideale destinato a tradursi in alto ogni giorno in forma. più piena.. a. superarsi senza tre– gua, condannato com'è a contraddirsi a -rinnegarsi s'esso si immobilizza. La crisi di cui trat.ta.si, del resto, eb'be, a mio avviso, la sua risoluzione salut.are (e su questo punto non intendo soffermar– mi per non dar nuova esca a polemiche ancora premature) nell'intervento del– l'Italia. nella guerra europea? i\Ia - mi si obietta - e la :llonarohia? Io insisto nel considerare la circostanza « che in Ilalia l'ordinamento dello Stato abbia assunto la !orma monarchica li co– me ininfluente nei confronti del proble– ma che tende ad accertare se l'Italia, pri– ma. del fascismo, abbia o non abbia cono– sciuto la democrazia. In questa materia, infatti, io condivido appieno la dottrina degli scrittori dell'Ac– tion FrançaiJe: la ).1onarcbia ha senso solo se essa incarna una tradizione, se e– sa assomma tutti i poteri, se essa è collo– cata al disopra ad al di fuori di ogni con– trollo. La. monarchia costituzionale {l'esempio inglese richiederebbe una illuslraz_ione a iparte) per il ratto solo che essa rmne~, in principio, le ragioni stes.se della sua VI– la Ja giustificazione fondamentale delle sue funzioni, non può rappresentare che un compromesso provvisorio, utile sol– tanto al conseguimento di determinali fini !>-pecifici.Appunto per questo essa non pub concepirsi che come uno strul'!leot~ al s~r– vlzio del regime sul quale è inserita, cioè della democrazia. Il compito della monarchia italiana non fu che quello di agevolare la unificazione nazionale. E' in funzione esclusivamente a questo obiettivo che deve essere apprez– zala la sua attività nel periodo che ci in– teressa. Ed eccoci giunti alla obiezione riso– lutiva : come mai, se davvero la Democra– zia ha informato per oltre un cinquanten– nio Ja vita italiana, come mai l'Italia demo– cratica. - nel i922 - ha potuto crollare, si può dir senza resistenza - alla ste~sa guisa di una piccola repubblica sudameri– cana o di un piccolo Stato balcanico - al– l'assalto fascista ? A questa domanda angosciosa ho cercalo di rispondere nell'ultimo capitolo del mio libra. '.\fa la risposta non soddisfa. e non convince gli scrittori dell'Avanti, dell'Ini– ziativa e de!l'Observateur. Per essi la vera democrazia - quella che ha vigore in Francia cd in Inghillerra - dovrebbe, in ogni caso, valere quale una salvaguardia infallibile contro ogni ritorno otrensivo dell'antidemocrazia : perciò, il fatto solo che questa salvaguardia non abbia fun– zionato in Italia nel 1922, costituisce per essi Ja prova. più conclusiva, più certa, dell'asserii.a inesistenza in Italia, nel pe– riodo anteriore, di un verQ regime demo– cratico. ogni volontà. di difesa eroica risultò pra– ticamente anestizza.ta da.Ila.puerile insrn– !ata ognor rifiorente speranza cha la rein– tograzionc del regime democratico potes– se complrrsi mercè ur1 intervento provvi– denziale del monarca o un pronunciamen– to genero!o dell'E;ercito. E' per que.;.Lo che io non accolgo che con riserva la frase falla che oggi circola, quale un mollo d'ordine, fra le nostre schiere: indietro non si torna. SI, indietro non si torna perchè la. sto– ria non procede a ritroso, perchè l'espe– rienza - anche la più dolorosa - mai si compio invano, perchè l'idealo ci attrae sempre più avanli e sempre più in allo, perchè l'attimo fuggente non si arresta; 'f)erchè, Infine, malgrado l'autorità. del Ma– chiavelli, non vi ha forse concetto più fal– lace che la pretesa ingenua di operar la ri– nascita tornando all'antico. !.'Italia di domani sar!l repubblicana. Xon per questo, perb, essa rappresenterà un rinnegamento, una sconfessione inte– grale dell'Halia di i-eri : perchè essa ri– sarà democralica. Non ancora la democrazia ha esaurito le sue risorse vitali ; non ancora all'oriz– zonte è apparso il regime che la dovrà. so– stituire. SILVIO TRENTIN. Una rettificadi Bergamo Sera, 15-0-28. Carissimo Direttore, mi trovo casualmcnto lontano da casa, e non ho sotto gli occhi il mio scritto al l~t!~ttito~~1: Al'~m!~~ g~rb ~~~rati~i~esl!~ rietà, ad evilare un cventoale turbamento presso qualcuno, ad assicurare che io non ho mai pensato di dire una cosa non sç .se più bestiale o scandalosa, ti prego dt volere rendere noto - se puoi, a caratteri cubitali - che la frase u proprio quando l'Italia per vUibili se9ni va .salvando il bi– lancio, le Utituzioni e la sua economia,, ~~1~!es~1c~o~~rJtl°e~~~c~ rrr~~~~lr~f't: mia: nella fretta dello scrivere ho eviden- iibifen~o ~t~~ ~~rgrs::~~e~~gi!g:toricE~! problema che io pon$o è questo : Come è avvenuto che il fascismo si affermasse e trionfasse proprio quando l'Italia, per vir– tù intrinseca o di governi, andava per vi– sibili segni - giusta la. magistrale dimo– strazione dell'on. Trentin - salvando il bilancio, le istituzioni e la sua economia? lo non ho tesi da sostenere, nemmeno iu;~~Lare~rlie~ d:~ia l~rie~rz~~~I&~r; anche neU'ultima l.,ibertà: il più spesso pongo dei quesiti, fisso delle contraddizio– ni attraverso le quali cosl sovente passa la Storia, o ciò al fine di potere cogliere insieme, a fini pratici, la natura dei feno– meni o la radice di una crisi. Ad ogni modo, e della.Conferenza di Ber– lino e della « avvcnlura italiana" e della mia proposta di una Internazionale Repub– blicana e d'altro cose ancora potrò ripar– lare; ma intanto i cortesi lettori, quando a.bbiano un momento da perdere, tentino ~e~Uege~~'lli~eNococr~~g!~idf i~e~~~r~i:so- Grazle di cuore, caro Direttore, della pubblicazione della presente; e lanti fra– terni saluti. ~ARIO BEROAMO. DELUSIONE st~i7i:: rffi~~~i':,~; i~e1t!di:e!~°1i!: cr::~: cludes,ero niente. In quella. ridicola. poli– tica ffUcista che consiste nel cacciarsi di me::::o tra la Francia e la Germania per impedire l'avvicinamento delle due qrandi 11azioni,cosi necessario aUa pace del mon– do, la ,· lcqa::ione itnliana u Giuf!vra. e tutta la stampa italiana facevano dello :.elo ora a sostenere il Cancelliere JluUcr ora ad appWtulire ostentatamente Briand, quarulo pareva ehe il discorso del mini– stro francese de(lli esteri dovesse allonta– nare le parti dall'accordo. IL 9iuoco era cos\ fanciullescamente intereuato che fa– ceva ,orridere. I corri,pondenti da Gine– vra ancora la. sera di sabato tcle(Jrafava110 che nego:iati non c'erano sul tappeto, ma semplici conversa:.ioni. La Stampa di To– rino ci insisteva con un'audacia degna di miglior causa. Citi può dire la delusione del fascismo or.i e/te l'accordo è inlervenulo ? 1 • sull'apertura di nego::;iati ufficiali re– U1.liviallla domanda del Cancelliere dello saombro della Renania. 2• sulla necessità di un reqolamento cornpleto e definitivo tul problema delle 1-iparazioni, e perta,ito sulla nomùia di esperti finan:iari, de1i(Jnati. dai sei. co?:n:~;c,~:1r~o~~1{::t~~:i:1';l=:dt ~ ;~ ~ lia:ione. Malarado tutti oli ,for:i contrari, mal– qrodo il fa1ci3mo, la marcia verso la pace continua. OGNI FIGURA LiNFATTO a A Roma e 110n a Tirana - ,1r,riveva il 'femps - ti daidP /.,a, or:P- dell'Alba11v1 "· A Roma? A 1Yapo!: / Il d:.s!ino del ,·-:,.mc tl'M?11._nfo. è ttato ef'i.!O I'\ Napoli. do•·~ la tl'ad1:wn_,.,:onsert•~ la cf.;mica figuri; del "7;r::;::;ni-u•llo ". Il « paz:P. ·iello,, è, ,:,-:-tli– nariamentr, un uo•rto <'!te111Jn ha ecce•,iva voglia di Vlvoro sistemaliro e cont:nu.a– tivo e che 1i pretta a {u!l;ioni di a rr..te di nubblidtà del " ca..wd"o(1lie 11 o pi-::.i– Ca.{JT'Olo del rione vuoi dr1 commerciante di pasta. Ma r,uestc sono funzioni secon– ,laric: la vera fun:ione d~! "pazzar1c: 10 n è q11,elladi presen:arsi dmrm:;i alle b ·te– q!tf! e n"i cortili clelfo ca.·,c, fare un ,:al– ktt.__al .tuono di t::-tar,,u:-:caanlena!'t del Jazz band, e doma;,darP.un compenso: u il ccmpemo è riffrlato il .::nzariello mto– na una ,eric di in[Jiurie -, 1{ morti,, al– l'ùu!iri::o dei restii a!lo i'wvito di dar pe- ~t~,~~a 1 /or~fl~z~r}1;}:rfn.: 1 ;e:1,u~ii:'~:: real.e di Ahmcd Zrgu. F'orsr:. il costum~ del "r,a:;:;ariello" è più. sobrio. La ,ola diffe– rema che pa.,,a fra il p-uz:i.rir.llo ga:.O di Par:enope e quello di Tir~11a è che il ~uc– céttorc di Scande:beg i "morti,, n,n li tira [Jiù mctaforicc mente ma è pro"":!r: a diltenderc al suofv morti autentici, per ortl,11edi rhi V., poga. [!rr la bio(Jraffo di Zo:;u, Ti! skip'!t :ro, noi vorremmo richiamare l'al'en:ione dei nostri lettori ,uU.- colvnn: 11w1siccie ~ n– gate dai "ftiornalisti,, f.1.,cit;ti nei gi1J1'fli fatidici della inc01·ona.::ione di Zo9u, avve– nut-.Aa Kroia. Un yiornr.le frances.~ ha scritto Troia : è un errori: che stav;.i be– nils ·mo a posto· certe t:roiat~ mer:'llno uno .1ba9lio,imilP. Ad 09ni modo, .1e 1 no– stri lettori non voqiiono a:.r;olutament · a1- ..umer1i la respon.sobilità ,h le(l(Jere i bol– lethni fascisti, rirnediam > noi, con ,l·dte linee concise e storiche nonchè obbiettive. L'attuale re ski: etaro :- {ma.se or(aN in tenera età, in seg".J.iload una delle tante que ;_tionitra tribr'.,albanett, per la $1lpre– ma::1adei vari cai,i sulle strade alb.:m,si. nelt, quali l'indu:;tria del forestier, di pasJ_fl{f(Jio è praticlr.taartcvra con me=•~ :li– rett: e balisti:i, ma scm1ne e{licaciMmi per far lasciare al fores~:ero il mau.-mo di denaro nel paes€. Atl undici anni Z.,r,u diventò caJlo tribii e cor.tm ,tò l'indutria 7)alema della sorve9lian:;a deUe so·ade maestre. Zo9u non ha ancora trovato uno storiografo, ma po,siamo as,iru1'are --!te, ~~~tei;t;,:;ifi':iiefl/~'/uW:f:f i'::_ iti::t~ t;.~,~;~ su:? - camminava su e giù per i viottoli montani dicendo : - Eppure io mi ,ento chi.cimato dalla Provviden::a a fare urandi ~id~~;;; ~f1~[J~~t° q~e~~to;ia~!:etf a:;~i= slamitica. A sedici anni, infaJ,ti, Zogu è nominato ,:olr.nneUQdi un invero,imile re9gimento albanese. Per t'ù1dipenden:.a albanese, di- ~1!i~ vd~u?l;:!~~i~r1'J'J;:e:O~t!~i! 0 ial,::{~ nella grande (J1ierra.Ma Zogu aiura ,ui suoi avi che tradirà l'Austria; fa/atti la tradisce. Ed eccolo al scrvi:io atlivo dei serbi. Per ordine del comando serbo fa tirore contro [Jli italiani, che rappresenta– t:ano il {{ nemico ereditario " Jla ceco che si presenta un emissario italiano : Zogu comprende che il « nemico ereditari.o " è U serbo. Siamo, oggi, a questo punto, ma la Divina Provviden::;amaomettana non ha fletto l'"llima parol.a e Zo(Ju non è sordo n.lfo voci divine de[Jli emissari muniti di lib;·ctto di chèqucs. Attendiamo {Jlieventi. ~tllah è g1·ande e Zo9u è re, col pennacchio di teaz:;,:r::~loso1Zi.f:t°azW:i~i ah::i~a.gonfiato 1l cv.ore del nuovo re : ha ricevuto due te– le(J!·ammi di felicita:.ioni: uno di ViUo– rfo Emanuele lii, suo cu.{Jinoe alleato e stto cumpaq110 in rappresentante della grrn.dc ::.a 1·eale europea. On altro tele– qrc.mma l'ha ricevuto da Coolidgc. Da Coo– lid(Jel Proprio. E co.1ac'eiitra? C'entra brni,simo, amico caro! Avete di– mentiroto il p,-trolio... :Yonricorda.le che il re d'Albmiia doveva essere, fino a due an– ni or sono, Sinclair, quello de[Jli scandali. petroliferi americani? Questo è uno dei pad,·oni - in sottordine dei trusls - dcl– l'.4.lbania. Non è neppure Mu.1solini, 11è quel Zo9u lii di Httorio UUimo. MI.U.!O– lini è soltanto il manager del « pa;:ariet– lo " pronto a fai' tirar fucilate per chi lo paaa. Il Corriere della Sera ha wi articolo del– l'ex s0Uose9relario Roberto Cantalu,po,spe– cialista di questioni coloniali. cd orienta– li. In questo articolo l'aittorc si sbi..::arri- J~fla ac;,:t:~:f:1i1a;r j:1u,~~fgnl;~r~i::~ tari ai vaesi di mandato o di colonia, per rilèvai·c le condi::.ioni de{Jl-iindi9eni ,ut piano delle nostre idee occid"ntali- EgU fonda le flte cansiderazioni .1pccialmcnte ,i,ulcolpo di Stato del qoverno e9i::iano, che 1Jer servilismo all'Inahi.llerra, ha sospe_"o per tre anni il Parlamento e sopra le dif- {//::~~~o~:/~atl;t~~ 1!tuf u:=:i;~r:;~~ 0 sr:it= torc nei suoi ra9ionamenli netta1114ntefa– ,ci,ti. Ma non è scru:aun bel sapore di iro– nia vedere e/te, cotesti {fUci1ti, che ci scoc– ciano tanto con tutti. i primati italiani, dal vunto di. vi.sta delle istilu~io11i parlamcn– tnri. hanno traltato l'Italia, as.1ai prima dell'Eailto e dr.lla Siria, come u~ paese co– luniale ed orientale. Dalle prime esperie!lze .subalpine. s1~0 alla gluriosa indimenL1cab1Je battaglia m di'ec::a delle libertà popolari, dal i848 al fgÌJo _ eomelo attestavadi recenteanohe Benedetto Croce _ gli istituti parlamen– tari assolsero, adu'n_que, sempre degna– Jnente al loro compito. . . E' in questo periodo che si for:ma e s1 erfeziona gradualmente - favorita dal~a Provvidenziale as3cnza di una classe art– ft.ocratica incarnant.e il legltlin:iismo e~ invano ostacolala dalla sopra:-·.1ve~a d1 diffidenze e resi3tenze tnoltepltc1, .d1 con– trasti, di pregiudizi - l'opera ~ireLLa a costruire l'intelaiatura dcmocrat1_ca del– lo Stato unitario. E' in questo periodo eh~ . vien via. via aff-ermando - nelle leggi Ho già rilevato che questo modo di ar– gomentare non sembra impeccabile. Ora mi accontento di aggiungere ch'esso è con– traddetto anche dalla storia più nota del– la evoluzione ~ei regimi democratici eu– ropei. 1111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111 61 nella• pratica della vita l)Ubblica - quel ;rincipio dell'uguaglianza che è, ad 0:n tempo, la ragion d'.essere e l_asa!va~ard1a d II libertà stessa e che 1mpl1ca_ l aceo– ,f.r:ento di un criterio di giusliz1fl nella ~r~anizzazione e nella distri~uzione _delle furr,·ioni ,ociaLi nella corrispondem:a e on;enienza rispettive degli atti e delle foro sanzioni, dei bisogni e delle lo~o re~– Jizzazioni, nel rappo:to, i_nsom~a, mLell:: gibile e generalizzabile d1 un .::oggetto r1 _spetto all'altro. E' in questo periodo che - appreso per la prima volta al popolo J'es~ro(zio delle ubblichc prerogative - commcia ad as– P umer consistenza quale strumen~o poten– fo di controllo, l'opinione pubbhc_a, sem- re più vigilo e s-ensibile nel_la difesa - ronlro ogni facile degenerazione - del buon costume politico. E' in questo periodo - in una. parola ,..._che il Parlamento • dopo aver in ogni occasione rivendicato - con~ro I ~u– livo - la sovranità del propri poteri_. in– traprende quella vasta o~era d1 bonifl~n– zione nazionale che cu11:11na~el perf-ez1~- amento del regime tr1butar10, nelle r1- ~orme scolastiche f sanil~rl~,. n_ell_'esperl– menlo delle prime grandi J01Z1at1veso- ci~~e ratti sintomatici comprovano !1 ~i~ . io forma decisiva la efficacia . e avvis~ d" democratizzazione svoltosi a P:f1~;~~ca \n llalia : anzitu_tto, la pr~ser– ~azione dell'Esercito da ogni _tabepohllcn, er cui l'Italia non ebbe mai a_conoscere fenomeni di "boula_nsl"-mo,'.' ; m s~c~~o luogo, il rapido fiorire dcli idea sociahst1- E' assurdo il pretendere di poter circo– scrivere il ciclo di sviluppo di un parti– colare sistema ld-eologico dentro un de– terminalo periodo storico, e il credere che l'evoluzione di un principio direttivo ab– bia serppre a compiersi in forma retti– linea all'infuori di ogni de\"iaziooe e di ogni sosta. Perchè la parentesi fascista dovrà, a priori, giudicarsi assumere nella storia di Italia una significazione diversa da quella che banno assunto, per esempio neIIa sto– ria d'lngbillcrra e di Francia. la .1errata di Carlo I o il colpo di Stato di Napoleone il piccolo? In lutti i regimi, i periodi di vigore si alternano ai periodi di debolezza ; ed è f,'.>rse attraverso questa fatale vicenda che meglio si scoprono fo vie del progresso. Non è ancor giunto, del resto il momen– to di attardarci a idC'Otificare e a consi– àerarc le particolari responsobililà cui debba ricollegarsi la catastrofe. Forse, in un giorno non lontano, potre– mo tronrci tulli d'accordo nel riconosce- 1'6 the il popolo nostro, per quanto (gli amlci socialisti ml perdonino l'eresia) per quanto la costituzione economica del Paese nvessc sempre Impedito che a presidio del diritto di libertà si al!-ermao:;seuna salda coscienza òemocratica del diritto di pro– prietà, non fu inferiore al proprio com– pito f!; cho le colpe maggiori gravano so– pratutto sugli organi di rappresentanza, fuorviati e dissanguati da una crisi di– sgregatrice, su noi stessi adunquc, in pri– missima lin-ea, che oggi, nella proscrizio– ne, rlvendicbiamo Il titolo ad interpretar In verace volontà della nazione nostra. Xon bisogna infatti dimenticare che nel novembre i022, nell'aula sorda o grigia, una sola voce si elevò - inascoltata e sen– za eco - a riaffermar, contro l'ingiuria e la minaccia dell'improvvisato tiranno, i di– rilti del Parlamento, e che sempre, poi, L'Albania ha un nuoi:o re, ma il buratti ua:o ita u lluma. Quel povero Statuto T Gli storici fascisti provano "l'innocenza" diCarlo Alberto Carlo Albert.o, ci in:egnarono t:la bam– L:ni venne chiamato il ).Jagnanimo pl?r a~er'e elargito Jo Statuto e aver preferito l'abchcazione e resillo al riliro del giura– mPnto pre~tato. Veramente, le per~one che non li~itano Jr,, loro coltura ai manuali scolastici, sa– pevano che lutto ciò non era vero che uf– ficUllmente. '.\faade.;.so,con le arie nuove c_hespirano ir.. Italia, e con quel po' po' d1 disgrazia che è capitata allo Statuto albi:rtino, era n<1Luralcche il povero Carlo Alberto do– vesse venir scolpato da tanta calunnia. Ecco un volume di F. Lemmi, che esce nella serie di monografie storiche dirette da Giovanni Gentile e da Mario )ilenghini, cho viene a dirci, quasi sdei!fialo, che Car– lo Alberto è innocente. Lo Statuto ? Una disgrazia a cui ~uel po\'ero re venne costretto dagl: eventi. Carlo Alberto un re tentenna, un Amleto, u11 irresoluto? Xiente affatto: un rea– zionario d~ciso, un forcaiolo convinto, un ... fascista in anticipo, insomma ! . .. Insomma, il volume del Lemmi ci dà Carlo Alberto nudo e al _naturale._ E, pe~ una volla tanto, sia grazie al fascismo d1 aver detto delle cose esatte. Se non ch0-p quel titolo di Magnanimo, dovuto, COl:le ab– biamo visto, a quello stra~çelto dt Sta– tuto non dovrebbe andare p1u. Le ma.::sime glorie di Carlo Alberto re-:– stano le firme alle condanne a morte d1 Mazzini o di Garibaldi. . .. Carlo .\!berlo, spogliato dagli apologisti fascisti. ci appare quale realmente ru: un uomo di icarsissimo ingegno, vuoto, sen- 1a idee, debole, leggero, ~otato di un'am– bizione senta mète pree1se, senza cuore, senza coraggio, vile, e di conseguenza fe– roce all'occasione. La parentesi « liberale ,, c:el '21. fu dovula, spiega lo storico fasci– Ma, all'ine3perienza del giovane pr!nci-pe. ~gj! f\~~r~~~;~~t· e t~~~}isffi:m~f~-~~ si riabilitò. Il Lemmi attribuisce un'influenza su Carlo Alberto al De .Maistre. Carlo Alber- 1z0at~rad:r0E~0 f\t~~~~~-e lJ ~~;e~: ;gg~~~= ;tit~ai:~rlti~g~ert;a~ri!1f/~~;.ltt~e! :!1~= rn. Pensa di prendere a modello... E_ma– nu•.!!e Filiberto, l'antenato av\"enturiero, non si sa bene perchè, data la totale d1f– fc:renza dei tempi. . . E' strano. Anche adcs.:o casa Savoia c;1 richiama a Emanuele Filiberto. Si vede che non ha altro di metiliO. . Come repre-_gore di moti rivoluzionari fi moti rivoluzionari del tempo sono quel– li miranti all'indipendenza italiana) egH è di una. crudeltà senza pari. Ed ebb_cco~– diulore in questa sua opera reazionaria quel tal famigerato ~carene, ministro dell'Interno, che il Lemmi dice tef="tual– mente aspettare " più equi giudizi, <lac– chè certe sue circolari dt governo dl'l 1831 potrebbero senza anacronismo recare la da~e~~ ;Ucsto in cui non si capisce se si celi una feroce ironia, oppure un'incon– scia denuncia. della miseria morale dcl– l'af.luale regime ita~;.no. Apprendiamo dal Lemmi che Carlo Al– berto detestava Luigi Filippo, perchè re borghese e democratico, menfr(' idolatra- v:l « 1rti1~~:o i~itLu1~i_L~:fi~ ~ 1 1~5Clu- -slva cura dei beni materiali nefla borghe– sia francese del tempo eccitavano la nau– s!:!adel re cavalleresco, E,'llerriero ... ". Ma questo re cavalleresco e guerriero, li– gio all'Austria, ch'egli chiamava protet:– trice e maeslra - dica quel che vuole 1I !~{f ~v~ti n;gn ;u~~~~e~~tt;os 1 ~ ra:~: li l'alternativa di piegarsi ad essa od os– sere sbalzato dal tr~o. .. Quel povero Carlo Alberto sarebbe mor- ;~af~ùStti~~todr g~~1~f!fi~~ s:b~ 0 ~a~ 0 ~; in poi sconvolse la penisola e ottenebrò 11 cervello perfino del papa Pio rx. Carlo Alberto - lo dice il Lemmi concesse lo Statuto per salvare il trono, sperando con una vittoria militare di ri– cuperare il prestigio perduto e tornare a far il re assoluto. Altro che Magnanimo 1 . .. Attendiamo Ja riabilitazione fascista di Vittorio Emanuele, il re Galantuomo. Già sono noti i documenti da cui risul– l~ che questo Galantuomo fu il primo ar– tefice della disfatta di Novara, voluta per prendere il trono al padre, ch'egli spedl sotto buona scorta in esilio. Atlendiamo dagli storici fascisti tutta la storia di casa Savoia., fino a Vittorio i L vit- ~~i~ioni~~f~octf{°c;~fa~~eug::0~a9nani,no e A. Parlando con o1ednce d lla Conferenza lnlerirarlamen~re diBerlino [,'impressione vivissima prodotta dal co– raggioso discorso di Pierre Renaudel alla Conferenza Interparlamentare della pace ci è stata in questi giorni confermata. da un amico reduce dalla. Conferenza. Si può diro che questa ò stata impegnata tutta dalla protesta prodotla dai deputati ita– liani rifugiati tn Francia. Il nostro ami– co ci ha delto: dei;°ga~~e1;~~is1i~ r:r 1 ~1!c~~:o h~e~~~~i ~ cosa meschinissima. .t·assemblea, cho aveva applaudito ca– lorosamento il deputato francese, accolse con molta freddezza l'espettorazione del ra,~~es!~!f~ten~\/.1i~1~~~- ubblicalo il tac-simile dell'indirizzo direrto ai depu– tati italiani rif'ugint.f in Francia da moUe pe~~~~a~~i\~~: ~~~~h~d~ ~\ nuii~o;~~ fil1 Renaudel, il senatore bcfga Wolkacrs fu incaricato dagli amici suol di raccogliere firme sotto una dichiara.zìone di solidn- ~;:t7, ~~~l~a~:f~~// si~~lil~~~ltgrfic;~!la;Ì~ chiesta cli firme esclusivamente ai deputati soc!allsU, ma anche partì prima che la Con– ferenza fosso finita. Ciononostante, il nu– mero di firme raccollo è ragguarde\"ole. Ma è corto che, se la dichiaraz{one fosse stata presentata a lutti i deputati demo– cratici presenti, le firme sarebbero salile a 300. La Ubertù ha riportntr, r! 'centemer.te , 1~1!a&°~r~~:~z!iJ~Ps~g~r:tiaff:li~~iS:!~~i~ Ma è certo che se una delegazione italiana, o un deputato italiano in rappresentanza dei colleghl, avesse seguito cxtru moenia i lavori della Conferenza, avrebbe potuto recare agli amici degli altri paesi che vi assistevano elementi utili alla discussione i:: rendere più e,·idente la necessità dello. prolr::ila srrilta e firmala. che fu come ìl co1·ollario del di~ 1 ·orso di Pierre Renaudel. AFFISSIONI Scrive fJ povero Piero, scurelario dei Fasci all'estero: u Vo(Jliamo sperare e/te i critici e i diffamotori. riccmo,cera.nno che tl fasci.Imo, pure euendo quella gran– de e potente cosa cl~ noi 10k, for1e •ap– pir,.. ,io, Mn ha ancora il potere di cambia– re il cor,o dei fatti a1moafe1'ici "· Ntm ha ancora. Jla in av-oenire modifi– cherà anch.e i fatti atmosferici ... m;,e f~:Js~~:i~t/C:::heco;nuie':r':%::t'::. . .. Cr1mme1Wmdo le condanne infliUe dal Tribunale Speciale alla fami(flia Zamboni, l'Tmpero &rrive: « Do ,vol{]erli del r,ro– ceuo Zamboni ha meuo in luce da quale bassofondo sociale e umaM abbia avuto ()riain11l'attentato di Botoona e iMeqna ogl: abbietti fUOMJ.ICiti... » Cli abbietti fuorusciti ,fogliano le loro c0Ue1Umi pre1iose e trovano : Lotta di Clas3e del 16 luglio 1010: "Ricono1ciamo eh~ anche (Ili aUi individuali hanno il lo– ro i:olore e qualche voUa ,e9nano l'in~io di 1;rofrmde trasforma:ioni ,ocia.lin. Idem: ({ Jla quando un governo, ,ia repubblica– no dw monarchico vi perseguita e vt getta fuori della terne e deU'umanità, oh I al– lora non bisogna maledire la violen::;ache risp1Jnde alla violen:a, a.nche ,e fa delle vittime innocenti. Bisogna dire che la col– pa è del governo : quando ,i semina del dfi~~(/t: ;:rt1~!l ti'r?~s;a Òii ~1::I~i sono gli infortuni dei re, come le cadute clei ponti quelli dei muratori. Se flOi dob– biamo piangere, dobbiamo piangere per i muTatori "· Utopia del i9U: « L'impalca– tura sociale ,cricchiola pauro,amente. Dal 21qennaio i793, qirnno in cui ùuigl XVI ~~~f i::n ~~~:~:~~ l~~~l1,/i:n~:cf't:!~ Tutto i: ciò i: firmato da Benito Mru,o– fini. . .. I (/i-Ornalifa,citti pubblicano Ull (l(Udi– :.io cnlu.ria.sta .s1t 31u.,1olifli. E' il guut(;io dell'arciduca Giu.,eppe. d'Ab,burgo. . .. l'no dei tre organetti e me:::o che com– (16"//.(Jono la stampa uffiCUJ.1aed ufficiale dPl rr9ime f(L.!cista a Parigi pubblica: " Questa santa opera di italianità dal re– !]ime J.ascista svolta all'utero, rùualderà ;i;rfi~~ttov~~~~o;!ec:t,i~~~~o:ff:rI'::.':!~ Nm 11dnor nostalgia iopendo che anche noi ii.amo uqu.almente amati e protetti, e/te anche 11oi - O.f/Oi - siamo orqoglio1i I.! fi-::ridi essere it11linni "· I (turisti in « doloro,o esilio» ? E per– clt,~ f For,e e/te l'amnistia non ha canul– latn çcl'Le condanne ( Poveretti! Portuua e/te " O(J!Ji » sono fieri di eflere italiani. Ieri n.o: ed è per questo che du– nmt.: la {Jwrra iono rimasti questi scri– vani fosri1ti colonioli, sdc(J11~famcnt~ l.ott– tam dr1llay11P1•ra ..• . .. Gn 'fÙJrnalc romano ha commentoto con tt" l1 1 0l11 <' -~dt_ccolomw l'elevazione a re– f!llO. dell'Albama: "I regimi repubblicani in ufacelc "· Ci _viene il freddo. 1perialmente quando pr.fl, ttamdo aUo 1/acelo del re(Jime repub- !l~~;;~t::,,/;J:, ~~ r/l,.'~d!;io~~~Tu~~ elua, tn_ tre quarti d'Europa, dc,ve et'Ono repubbliche e ora,,; .Mno ::are impct'òto.-r... . .. Il fasrisr,w fa annun:.iare di avff crea– to l<fcarira di ilpettori del pw-tito. ,r.., ~Nifta di ispettori di Pubblica Sicu.– r,·::a r . .. r1e1:::,f'd':i~q#ii:~:';fu[a:t~f,~~!itim9~it be,-att>di ronferire la laurea ad honorem a Beli.ani_per le « alte benemereme nella sua 11_m_U1for_m.e attività politica, tecnica 6 ammunstrativa ". Il !JO!)Crno fo1cista, per la « multifor– 'f!JC altiv!tà a_mmin,:st:ativa » ha dime110 a Blllom: O!t.amminutrali erano addirit– t~l"a .1?alordt~i_daquesta multiforme atti– f!'l/J dt 0111m;imstratore.L'amministratore, ini·c:-e, previdente, aveva inventato un di– gestivo. . .. . .. Il a. duce li ha donato centomila lire di titoli del Littt>rio, àlfinchè siano bruciati. Re1:1lauratioerari. Si tratta, evidentemente, di centomila lire provenie·nti dalla eredità dei nobili d'1\rgclata, i quaH dovevano euere ric– chissimi. Sullo desso asse ereditario Arnaldo vor– rà (In.e/telui donare qualche co,a a q~1to erario per il quale il fascismo sta. facendo tanti sar:rifici... . .. u !.e voci di pappatorie, che qua e là .1i fanno, disturbano moUo coloro che ne 10- no colpiti (in genere orqani:::at&ri). lm– pielositisi di tale 1itu.a:ionc, diamo loro un amichevole coruiaUo : dichiarino pub– ~u-~am~n.tel'ammontar~ dei loro stipendi, tndemata e tra.1fcrte, t bilanci delle loro or[lani:::.a:;ioni;cosl gli equivoci saranno c!tioriti e le malclinuuc costrette a tacere"· Il comi(Jlio del Selvaggio, orga110dei di– giuni in attesa di pappatoria, non è .!lato a1c0Ualo. Tuti taciono e le pappatoie con– tinuano. H l'Italiano, altro organo deoU a.!piranti al àcsco imbandito, osserva : 11 Fra i tanti moli che ci com'f ~a.no ! il peggiore è (or– s~ qu.~ll? _d~lla im:~atwa. Troppe int.:ia- ~hi; // ab~b~~~~~1a°!{La},)/~fC/ p1r~~co~~fJ: trovano 1l modo dt vivere con fautili ini– :.iative "· UN OPUSCOLO DI MARVASI L'annuncialo srritto di fioberto MarvMi: M.\LAV11'.-\. COi'iTRO MALAVITA è uscito proprio in questi giorni. Con esso ~:l~~~~sF~~e i i~,J~~::i \t:~~~freti la 8 ~~R~: quenz:t maflos~ e camorrista, e documenta. ~f~fr~:re~~, 1 !~~~fift~arr?a~~1!~~i' ~~~: tro la M?fla. La brochure è in vendita, al prezzo d1 S franchi, a Parigi presso la li– breria del Libero Pensiero 108 rue du Chemin Ve~t; a Nizza presSo la' Librer.ia A. A:ipetlat 1,_ O, rue Foncet ; a Marsiglia pre1:so la edicola della Bour::e du Travail t' pre~s~ la c~sa edìtt'ice, 3 BouleYard de la Cordri-1e. Chi deve rivolgersi direttamen– lo alla Casa editrice aggiunga al prezzo ~;s~/et,~fsA~~oa~!nd~~~\Eefo~?e 5lee~ici~ wrà una in regalo. Le prenotazioni che er~no state fissate sono già st.ate tutte inviatf·.

RkJQdWJsaXNoZXIy