la Libertà - anno II - n. 37 - 23 settembre 1928

=2 La crisi economica e i suoi sviluppi politici Il quadro clinico d"lla situazione econo– mica in Italia ò v{'ramenLc sinistro. L'in– dicr più cloqucnlc è rappresentato dal pro– gressivo pc~gioramento dello sbilancio commerciale, i! che vuol dire che In.pro– <luzionc ticndo a diminuire in rapporLo al consumo. A dare a riò un signif1caloancor più gravo ~la il fallo che lo squilibrio lra esportazioni e importazioni non emerge da una tcnc!enzn all'aumento di questo ul– time - il che siµ-niflchercbbe almeno che i'n Italia pur producendo di meno si con– •urna di t,iù - ma bensì da una lcndcnz~ ;llla diminuzione di lutti e due i fattori, solo che la velocità (li cadula delle espor– tazioni supera. la velocità dì caduta. delle importazioni. Si consuma di meno e ?i im- l lorla in vnlorc r1.~~olulodi meno e m va– ore proporzionale di più .Di_qui l'oumer:i-– lo in ,·aloro a!c'solulo e relativo dello sb1- bncio. La. causa specifica di questo aggrava– mento della ~ilunzione ecohomica è"I pae– ~" ò la ,;,tnbilizzazionc d:>lla moneta a una quota di prc~ligio. ~la la. stabiliu.azionc a llna quola di prestigio è -5lala resa pos_– "ibile dalle conclizioni politiche a cui 11 l~~~~~,~~fftit\~01\{f{:. 0 r:a ti~~~ic~i~sc:~i~l-= 1,.t1·icc lra I~ rig-he delle mercuriali leggo in sostanza le più eloquenti critiche c_0_n- ~~tl~ ~;l~a}u/~~1P~i) 1 i~arr~tga~~~~O~l~t\~fl~ condurre la conducono invece in moùo l.\ssni più convinccntD i giorn&li fascisLi dalle loro rubriche economiche. la \fill~l~i~es~~n c~t 5 ~fsoq~~:! 0 i m;fob1g~1~ economici della sua oln::se. Di qui un ma– lumore cr,cscentc e per riflcsw una crc- :~f;~e cg~c~;;r R~~~ns~a~eanl~~e s~rl~rdi::~~= zione del loro naturale alleato. Il _fenome– no non pub dunque che rallegrare,. Sareb– be in~nuo però credere ohe le cose va– dano co:,\ liscio come a molti sembra. Ve– diamo infatti come reagisce il governo a questa situazione. Sa la borghesia viene a essere danneg– giata dagli errori del governo non è forse ~~ss;.~~~c~o~!f1~o~p~g~:t~~~~ èdccfif~~~1! per chi ha a sua disposizione una ma~sa di pt·ol~tari prigionieri nelle « corporaz10-: ni n, H governo dunque. impone a quei :semi-schiavi di vendere il loro lavoro .a 1m prezzo più basso. Ciò che la borghesi~ perde nella diminuzione della ~~ssa ~1 affori riguadagnerà in parte noli 1'nLcns1- flcalo sfruttamento dei lavoratori. Il go– verno dunque fl~sa J'n equo prezzo» del salario e Il proletariato subisce senza po- ter reagire. . Però il provvcoimenlo se economicamen– te non fa una srinza politicamente è pe- 1·icoloso. Esso rivela troppo sfacciatamen– t'C il carattere di classe del regim.o super– classista o rischia di smontare 11 trucco delle «corporazioni». Il governo du'nqu~ ~s: 1~ 1 f~e~o~~-0f:tt~: ~~c~:z~~~;. ii!~~!~ rità è che il governo ha a sua d1sposmo– nc un mezzo infinitamente più efficace per raggiungere il suo SfOP~·Qu_estomezzo si chiama « Legge sull em1graz1one "· :'-/on volendo imporre direttamente a_llo. merce lavoro una diminuzione ~ess1va del suo prezzo il governo opera in modo da svalutarla nutomaUcamcnte per eO'et~ di una i).).Oazionedi es~a- Quanto m~no ! prowttt.t'i potranno emigraro tanto più si addcnsernrtno di tronlo a~li uffici di collo– camento e lauto più l'mdustria!e l?Otrà. u comperarli I) a prezzi di. liqt.1:1daz1on~. Questa famosa legge -sull'emtgrazlone ng1- sc~\ ag~~~o i~u%u~~~r!e~}~·ggita la con- traddizione nppnrenlo che da essa scalu– ri:;co : soffocazione dell'emigrazione pro– prio• durante una crisi di sotloproduz1one a di sottoconsumo. Le spiegazioni rifere[!,– ti.5i al carattere II militare I) delle restr1- :doni non sono conclusive. Sarebbero con– clusive so '1e restrizioni aves~cro un ca– rattere generale il che non è. Si tengo in mente infatti che l'emigra– zione stabile è proibita soltanto pet· i pro– letari mentre 'non esistono restrizioni per ~e~l~r\~~~alla 9,~C:t:nii~~1~~ità di tratta- li s-ovcrno favorisce lo sfollamento del– la picoln borghesia disoccupata nell'atto stesso In oui favorisce l'afTollamenlo dei ~~f~~~a~. s~~f,iYJ~~mdl ll!i~à~sf~~fu ~~~ ha nessun bisosno di una massa di ris,cn'.a iivE:~~~~int~1 1 ~gfr~~v~fti~~ivrJ:~ 0 ;adu~J~! ~ftovYf~~~~ ~ 1 ~J!r~cfl!r \)~tr~o~g~ca d}:cii commento alla legge. L'mduslriale non ha ~!!~ftfn flhe~~~~ :\in ~i~d~!tli~r:1~: bfs~:~~ però d'una massa di riserva di operai cbe llrcma .-;ul pN!zzo del lavoro cffettivame.'llte impiegato. L'operaio che gode di qu~sta particolare attenzione <la parte del1'1m– prendilore non potrà. dunque portare le sufi.braccia là doveha possibilità di vcn– (],irne il lavoro - e so vorrà farlo dovrà. abb:rndonare la moglie e l figli - ma do– Yrà tenerle ncghitlo90 e incrociate unica– mente per svilire il prezzo di quelle di cui l'inclustriale ha In bontà di servirsi. li di– socupalo garantisce detrnssenuatezza del– l'occupalo. A garuntirp di que~l~ del di- fr~l~~g~~onl~i r:;c~;~~~no je camicie nero o Questo in succinto il geniale risultato dalla quale gli operai o i piccoli 1·isparmin– cffottivo vigore proprio quando la o.lasse operaia avrebbe avuto il maggioro mte– r·ssc dalla sua. soppressione e oioè nell'at– to clolla riforma monetaria ohe altro non è che !'nito di nascita della crisi. Chiusa la fa$ dell'inflaziono monetaria daini quale gli opcmi e i pico!i risparmia– tori furono :;accheg-giati a favore della bor– ghesia industriale il governo non ha t~o– , alo dì meglio eh-e favorire la perpetuazio– ne clcl saccheggio con una nuova forma di inflazione non più di moneta questa volta ma di merce lavoro. Ecco dunque spiegato il fenomeno ap– p_arentement~ contradditorio delle dispo– -~,t1oni r~',;lrilth·~ sull'emigrazione in cui ulcu'ni vo~liono vedere una manovra p~r la iormaz10ne di una ma.:.sa di riserva nu– Ji\arc in prcvi,done di una guerra, e ohe in realtà non è allro che una manovra per la formazione di quel tale esercito di ri– serva proletario che tanto giova al capi– talh;ta nella sun furiosn lcndenza allo sfruL lnmcnlo del lavoro. Interpretato questo fatto rimane ora da considcra1i1e gli sviluppi. La borghesia de– lusa dalla riforma monetaria sarebbe ten– tata ora di rcs\ilui1·e al fascismo tutta la sua fiducia se a scuoterla in modo an– cor più cncrg_ico non intorveni3se un fal– lo nuovo e srngolnrc. L'ingrata borghesia non sa che farsene delle buone intenzioni di cui è ltt"'lricato il paradiso fascista. Se il governo le viene amabilmente in– contro con un e5ercilo di proletari da vrr:.d;•r,;i a prcui di liquidazione la cosa non può eh~ eommu_ovcria ma a manifc– .st.,rc l:l sua g1_·at1tndineaspetta che i C?ll– li !:iia~rnchiu-,1 e lirnlc le :somme. Il 01~/o produllirn inìalli non 1-iconclude con l'm– irt>•.•o ,l,•ll'opcraio nella fabrica ma. con !"uscila da cs.~a della merce. Ed è qui che i \~~! .~~- 1 ~/ 0 ;~:n~oft~· prodotta non vuol sri1w1w•di la~cia1·e lo :-tabilimcnto. Il di– socupr1to che è rimasto fuori del cancel– lo n guarùnrP con occhio di invidia il (< for- !1mnto compagno,, che lavora a prezzi di fume e lo ste~so 11 fortunato compagno ,1 non vogliono ~apernc <li smaltire le merci prodot~c. Sfl'ulli pure !'industriale il loro lavoro ma i loro danari non potrà mai spillarli per la semplice ragiono ohe non ne hanno A queslo punto l'i'ndustriale si accorge che l'amabililù. del governo non gli è gio– vata a niente. Uno sfruttamento di lavoro che si traduce in una accumulazione di redditi è la cosa più demoralizzante che l lossa capitare a un capitano d'industria. .. 'inùust1·ia vuole il reddito e il regime 'non gli sa dare .che uno dei fattori per olle– ncrlo : il ~nlario a prezzi <li vera concor– renza. La delusione ò tnnto più forte quan– to più pnrrobbc che la rnel~ foss~ a po_r– tala di mano. La mela è 1rrnng1ung1b1lc pcrchò il consumatore ò depauperato ò non ò in grado di favorire il normale com– pir.rsi <lei ciclo economico. L'industriale a que3to punto si accor– ge che i! tlifetto è in tutlo il sistema eco– nomico o:caturito dul sislrma politico ta'n– to caro ài suo cuore ; s'accorge che non c'è rime{lio p~i·chò ò economicamente _impos– sibile 1·ovc.~ciure sul solo proletariato le conse~uenzc <lrlla crisi e si abitua n. poco a poco a vi:tlPrc uell'opei·aio depauperalo una ,:pecir <li cl.lmpng-no ,.li sventuru, una vittima COIIJC lui di CJUCI tal 1·c:3iwe eh~ ha sapulo operare il biUlico mil'acolo ~i falcidiat"e i snlari e di diminuire i redditi. . .. Le conseguenze politic!ic di una !aie si– tuazioue non sono cosi evidenti come a prima \"isla parrebbe. Se l'impre:nditore è scontento e se il proletariato so1Ioca parrebbe che il ra~cismo fosse minato in c~~~~·,j~ 1ial~l~~i~~~ffo p~~~t~hcd~nap~~~l~ tlia do:i :.uoi magri stipendi 9u:mlo dcJ!a èi1iiiJ1uzionc Jci ,-uoi niinu!lco!l reddiU non pub che co~1ùiv1dcrelo stato d'animo Jelle due altre cla.s~i si dovrrhbe coaclud-ere - e molti infr.itli concludono - che il fasci– smo ha i giorni coniali. Purtroppo cosl. non è. . . . Intanlo il fasi,ismo nella rrnsura m cui g~~~~e~~ 3 i f':ida~J~ 1 ~n~ 1 1;,;tfu7ad~~ 1 {1~~ silaria che almeno temporaneamente lo rende \ndlpendçnt~ da essa. La classe S?– cialc v1cODsost1Lu1tadalla ca.sta - o élite come si usa dire - politica. In questo sen– so i! fascismo si trasforma veramente in uno stato al disopra delle classi, ma non r:!sEtb~11f1°t;~,~t;~f:t! 0 ~rritt~lg;g d~IT; loro attività produttive. Non.è qu.esto però il lato preoccupant,e della s1tuaz1one per– obè un simile potere reca inevitabilmente con sè l'insurrcziono di tutte le classi : vera rivolLa generai-e conLro i mammaluc– chi. Il Iato vcram~ntc preoccupante per noi è il riflesso ò~lla crisi sullo stato d'animo della massa operaia. Si tenga presente in– tanto cho la borghesia non assumerà un concreto atleg~iamento politico nei con– fronU del fasc,smo chie se sarà trascinata dalla massa operaia. L'atto risolutivo non pub dunque .essere determinato che dal proletariato ed è dalla capacità rivoluzio– nario. di esso che dipendono in ultima a– nalisi le vicende della loti.a. M.acome rea– gisce il proletariato alla orisi economica? Si è v-lsto n quale feroce artificioso sfrut– tamento il proletariato eia sottoposto, ma errerebbe a partito chi specificatament,e da questo sfruttamento voJesse dedurre possibilità. di sviluppi rivoluzionari. I co– munisti che come ò noto - e il recente congresso dì Mosca conferma - credono ancora al famoso tanto peggio Lanto meglio - corollario politico dell'erratissimo as– sioma eoonon11co della miseria crescente - possono forse trarre buoni auspici dal-: ~~ ~~~,~~iii~i~i~~:s~°i!ifrr~~o~rdr tgue~~ illusioni. Il pauperismo e la disoccupazione non hanno alcun specifico potere rivoluziona– rio. Al contrarlo attutiscono il senso di classe della massa.!} la.gettano in preda al– lo sconforto, alla demoralizzazione, alla disperazione forse, ma non mai l'armano di una vera volontà <l'azione. Un e;;ame dDlie stntisUcho <lei disoccupati in Italia ~~l[~~ml~(~~,t~i~:c1~lct;~r~Pc~~~fbf~ttf 0 ~f~ qui non bCll sp1egt1. SI vedrebbe ad esem– pio ohe In na.3oita <lei fascismo nella valle r~~~~nn~g~~!~~~~i i~1~nLdi;g~u~~zPoa;;icr~ quella zona. Queste oonsiclcrnzìoni rt:lDli– slichc parrcbbcl'O tanto più opporLun-o quanto più p-er effetto dell'aggravarsi del– la crisi sorge la tendenza a considerare il problema come risolventesi da sè. Questo è importante stabilire : che il fascismo non può l'i~olvere la crisi ma. che la c1·isi non JJUÒ da sola cc risolvere ,, il fascismo. La ~~~t~i~~°co~~l~~i~~:c~e1f.~fo8:e~ ;;;i?,~~t~: ne - a condizioni favorevoli - si svilup– pa solo se l'clcmcnlo spiritualo ossia la ;~!~n~~~fr 0 l'ia~t 0 t~t ~~~~1ai~of~~fg· s~i~ ncc~saria, quanto più la miseria avrà. at– tutito la coscienza di larghi strati della massa. Con queslo non si vuole certo affermare cho la crisi giovi ot fasoismo. Al contr~- ~~~ 1! ~~isi 1 ~~ìada~~e~[igtt~e~\a e~~~s~~a ab~ lJondona. ?uesto ~ l'innegabile e d'allron- ~~is}~1W{b~~~si~0 ser~;il~t?ccft°~iL~~oer~ed:.~ che uno degli ostucoli maggiori - il ma~– giore forse - cho si opponevano alla r1- :;eossa del proleluriato sta. sgrctolnndosi. Pul'troppo però a questo lato evidente– mente positivo dolio. c1·isi si oppone come lato negativo il pauperismo cho deprimo le forze morali del proletariato proprio quando sal'cbbe giunto per lui il momento di cnlrare in azione. Questo insommn vuol dir~i : che la crisi debilita il proletariato proprio nell'alto in cui essn elimina gli o~lacoli che si oppongono nlla sua marcia in avnnti. In que~ta contraddizione stridente è tut– ta la tragedia ùclln situazione attuale ste– rile d'azione e irta di pO:,Sibilìlà. E' chia– ro che sino a che si rimane nel ciclo delle consiclernzioni economiche la contraddi– zione non si risolverà. I fatti economici ne! loro nnturale sviluppo non possono che e,asperare queste. d_uetcndcn~e senza .riu– sciro a porre mai 11proletariato al llvel– lo clel!c sue possibilità d'azione. E allora? Allorn pcrchò !I proletariato possa porsi all"a/\czza dei compiti rivoluzionari che la storia italiana gli propone deve vincere :~~;t;;tl~1~ 0 :ct;, 1 -~ i~~~~~~ 1 ri:i~rc1!~n~ sforzo di volon1à r1cosl1lu1ro la sun unita spirifual_e e con ~ssa !a sua co~oie1;1za rivo~ luzionaria. Ln 5"1luaz1on1> economica come si è vi~to non Jo a.:~econda in questo sen– so. Tanto lllOl?_i::-iore :ipparo dunque lo sfor– zo che eJli ~devo compiere> e tanto più "ravi quindi IP re~ponsabiliUL morali e Politiche dei ,;uoi capi che dall'esilio de– ,·0110a-=•i,-,terLJ e con~iglinrlo in qur::ta tro– menùa u,;cc:-a moralt', in quc:,t:i, rnlico:-a riconquì-,;t:l d~lla '.'iUaunità :-piritualc, del– la ,,ua cnpac1tù nv(?luzionaria. Non pro– blema rconomico qumdi ma problema po– litico e precham 'nle problema di coscien– ze di ck--:e per la m:1~:a e di senso di re– ::poll~nbilità per i capi. SEXTUS. LA L1BERTA LECONFESSIONI DICARLI (Non si vendono nella « rtrande Italia tutta fascista» neooure 200 mila copie di aiornafi fascisti ! ) u E' evidente l'esisten:a tli un conti-wto stridenlissimo fta l'otttwlc (Ira.do di satu- 1·azione fascisla a cui è pervenuta l'llalia e la scarsissima diffusione raaaitrnta pres~ so il gran p1tbbliro dai (Jiornali che 1J0s– sono considerarsi yli esponenti 1>ihtipit:i e i 71iù genuini diffusori riel/o SJJirilo fosci– sto. S,t liO milioni d'italiani - che anche come massa può considc,·arsi notevol,nen– te fascisli::ata - vi sono rirca un miliow di tesserati del Partilo, olt1·c due ,,iilioni ~lj ;{:!ii;C::~rff fci f i; la~~1f::i ;~,.[;;J~~~i:~~i che gravitano ncll'oròila del lif'(timc. " Bene : con questo po' po' di for:e or– ganiz:atc, f'(lltcatc giornofmc11tf! al nuovo spfrito della. ra;:a, co11sapevoli come mai furono le masse itulianf' sotto la. auida tli q1wlsiasi pasl0l'e, i (Jionw.li srhicttamen– te fascisti, quelli cari al cuo1·r dc(Jli squa– dristi, dovrebbero avere centinaia di mi- ~/~~~ofJ f//f~li/,!, dHf;'sl~ts:kJv~cJ'·;lj~ varsi su(!li altri per virtù del suo prcsli– (lio e (/(.'{(/I sU<,alti3sima /1tn;io11c, torca appena le ce1tlomila co71ie,quando potrcbfJ1.: e dovrebbe 1·a(Jr,iu11r1cre il me:::;o milione di co])ic. Tuili gli auri sono enormem(.'nte al di sotto. Se si fa la somma delle tir(t– lure dei q1wtidiani nati e visstlli [04cisti (s'intende, quelli che hanno una vera au– torità politica) si può star sicuri che non si }~/,,61{~~~0 1 a a 0 /!~J}i~ta 00 f~isti~n~~~;~ii r.t~;·:·\t~:~~:Jtai~lttf::ic 1~i{J~~~~ · :: r ~ fallo, ha il soprav1:e11to7JCl'chi: orriva pri– ma. Poi viene il « Corriere della ,çera >) svcsso a braccetto col "Popolo d'Italia,,'. ma nel/A. propo1•;ionc da 5 a 1, e talvolta anche 10 a 1. u In una cillà di oltre 20 mila abitanti, e/te potrebb'e.tscre Fn.n.o, si vendono iO copie (clico «dicci») del uPopolo d'ltaliaa I del cc Tev,n-e ,,, (al quale i11teresserà sa~ pere rhe ,,ucst 'uni.co lettore i.: un vecchio prete male in arnese ma fedele alle abi– tudini), nessuna del « L'Im11ero "· SFACCIATAGGINE E' coJ>italo.a uno di noi di pubbli_care sit di un [/tornale /rances.e un arltcolo .mlla crisi della d"1110cl'a:ir.t m rapporto al– fe tliscnssirmi df'lV1 Con/eren;a lntcrpar– lamrntare di Dcrlino. I.a tesi di qurll'articofo è che la cosi det– ta aisi del va,-l<1me,1ta.-isr,wproviene dal faflo che il pal'lmnentari.rnw come è ormi ~?~·~'Itw:; 1i~iJ: ;i}!;1~ 1~0• d~t':, /;o~uj~ a0 r]rd= mo o{J[/iall'èra del sindacnli~mo, lici trusts dei monopoli. J1iso911aclot,,re l, Stola dei pol1·,·i necessari per dominare (IJ non es– sere dominalo) da qu,,·ste polr.nli orwmi:– ::o::io11i ercn:0111irhc. In allri lNmin.i biso– (ll)a che Vi i-icr/il';;:;a110ndetli lc{J(JC al suf– (raqio univrrsolf', Su qw·sto 1>,·oblrnut la di.~c11.ssio11e è apala d~ tempo, ml r.~so i: staio dedicato l,i r.iiU f/l'Q.n parte dd tliùallito _ches'è svql– lo al Congi-csso cle/l'lll/1·,·,w::10;111le socw– lisru. L'articolo ili r 1 1ustio11c finii:a con Ullfl notr, ottimista, cioè a dfrc rhc ormai il fascismo è id,..ologiramcnte abliq.ttttto, che f'SSO dura slc11tr1ta111r11t,• in /lulrn, 1;w 110n ha la minima JJt11 ·sibilitit.di csvansione fuori dei patri confini. . (Jr cero il gior11ale df'l comm. Anlomo Pira:;;oli iutpar{l'oni,·si ddl'articolo e so– stenei'!:, - im.rnagirwtc casa ? Che quarulo si hanno queste opinioni, so– lo ;'odio volilico pu.ù spier,arc che si sia antifascisti. u E' mri passibile - seri.ve il /o(Jlio fa– scista - che il feroce anlifcLScista.n~n si aCL'Oi'[Ja che i mali da esso (lemmctatt so– no fll'OJ)l'io q,ulli. che il fascismo ha espir– pato in llalta? ,1. Dunque, per q11esto fo1lio /astista che, a nnstar del Petil Paris1cn, si auto-dcfi- 11isce il più di{fuso, ecc., il fascisrno avreb– be rnesso lo Stato ol disoJJra delle poten:;e del denaro ; esso avrebbe ris~aùiliti i di– rilli sovra11i del suffragio unn:ersalc con– tro quelli della banca ? Tanta s/ accialagqi.ne sbolord~re~be per-: fino l'immortale Groch, prmctpe dei Clowns. Ad or,11imodo è alla ma maniera che_noi 1·ispondianw : Sans blague, comm. P1ra;– :;olt I UN DOCUMENTO DEI TEMPI Quanto è avvenuto al processo Zamboni .Ma, ~ant·è, non abbiamo dovulo assi- non ha, giu1'idicumenlc parland.o, prece-1 stere a questo strabiliunte dialo~o fra dj– denti nelJ.e cronache dei Tribunali anche fesa e P. :VI., dopo due :inni di 1strutlor:o, eccezionali. scriLla cd alla ll'nc dello stesso pubblico Mostruosità d'ogni genere sono stnte dibattilo ? . ~ 0 u~;,1;;ss: ài ~g;}io°fe 00 :d df/ ~~;;bb~~ 1 .:vi ~: st;~~/~i1:i~~lt;i PJr1tu°ct~~lc~ 0 ti~bdd~ 0 è Roma s'era da tempo accinto, di buona le- riuscilo provalo luminosamente e chiedo na. a superarle. !\la neanche questo T1·ilm- r!l presidente che, se qualche dubbio su na!e aveva sancito. sicuro il principio che que3to punto avesse il 1'ribunalc, si so– in una sentenza si possa affermare falsa spenda il giudizio e si accerti so è vero, 13. premessa e nella stesso tempo condan- come afferma rimpulato, che _il documento nare in base. a quella premessa dichiarata contenuto nell'espresso spedilo c_la.Bolo– falsa. gna da 1'Iammolo Zamboni al figlio Ludo- Eppure due persone hanno sublto la pena vico fu sequestrato a. Bologna e non a Ro– di 30 anni di carcere in base ad una mo- ma, come ha affermato il P. M. 11, livazione <li questo genere. Presidente (i'ntcrrompendo) : Slia ecrlo Si osservi : tuUa l'accusa confro la fa- aV\'Ocato che in Camera di Consiglio si di– miglia Zambooi era basala sul fatto che scutcd:t. anche di questo e tutto sarà fatto un allro membro della. famiglia, ollrc lo per accertare la veritb.. Anteo, ritenuto come esecutore materiale, - Non no dubito - risponde il difen– rossc slalo presente al fatto, e questi su- soro - solo insisto sommessamente pcr– robbo stato il fratello Ludovico. chò sia accertala una circost:111za di cosl Non c'è bisogno di leg-6Cre la requisi- r;lernnte importanza. - tcria del P. M. dell'udicnza 1 di questo fe- Quanta ironia in quel 11 sommessame'n– nomeno di cretinismo crimmalc, per con- te" di Nicolai che è un uomo di spirito vincersi che sino a quando non si accusò oltre che un grando avvocato. [;utt~vf,;~o~'i!s~~-~w~ba\~f.~t~\~ 0 l,iinfi;~ s11'.~~};o, 1 angl~~s~a~f:ol~~~~~~oc~itudJ~~t non avova o.lcun fondamento. co Zamboni al fatto. J~sclusa questa, an- i ~~~di;rv~e:,~rs\~u~fg~i/\ci~~~a~~~~? ~ 1 ~~ ~~Zc~a 1 ::!iriiasi~rf~~ è~s1n~~f:!~ r:i~:l~: un'istruttoria giudiziat·ia serena!) avevano dt'llo stesso P. M. della causa. 1rnre dichiarati vrosololti in un primo lem- Quello elle noi rimproverio.mo a questa po gli imputa.ti dall'accusa ù1 mandanti sentenza non è lanto di essere fcroco ed m omicidio. ingiusta quanto di essere cretina in modo Ed infatti corno soste.nero una tale ac- sconcertante. Sappiamo che della genta– cusa quando non si era potuto in alcun glia comandata a condannare, falla cece– modo provaro la partecipazione, sia pure zione dei banchi, tutto quello oha capita lo– solo morale, dì nessun altro membro del- ro sollo le ugne, deve pur eseguire la pro– la. famiglia al fallo inoriminnto e si erano pria ripugnante bisogna. 6~;i~~l~ac<lf 1 Wo 1 118~~cl~a~~!::ni~ft~c f!c 0 M~ iJ:o,~r;tod~ir: 11 ?cr~fa èn~a.;c~sit~~ie~i~a (~: venùosi all'organizzazione fasci.5ta dei Ba- quella dell'iùiozia. lil~r~ necessario oho un allro Zamboni, il va3u3ft/r~~1ri~~r~t:ui~~.d,t~1f: ~~~~i t~~; Ludovico fos3e presente al fallo, aiulasse hrmno fatto il militare sanno il valore dei il fraLello, lo incitasse sia pure colla sua timbri nella vita di caserma. Sulla lettera sola presenza, perchò la verità non appa- di Ludovico Zamboni c'erano i timbri (sia. 1·isse in tull.a la sua luce od una sentenza pure solo quDlli della _posta) e davanti a non dicesse quello oho ~utti sanno in Ila- questi segni doll'amm1nislrazione statale lia: che Anteo Zarnboni fu vitlima inno- la coscienza burocratica di quei militari cento della. pnum colletLiva che partendo si -senti commossa. dalla sacra persona del duce, aveva preso Ed hanno assolto. Hanno dotto cioò che J~ 1 1J1fl~d~\Jct~i"l.eal fa~igcrato te~talivo ~ao~ai 1 ~~i'~":u~.n legame fra l'esecutore e Certo che se 11Luclov1~0 Zar_nb?UJfosse E poi hanno condannalo al massimo la slato pre~cntc al fatto, le l'ncertiss1me, con- re.miglia stessa. ~~'~i?~1\°a." 1 °av;~g~gl'gc~uv5::t;o~~~ \~r;g1~~! Eja, eja, eju, alalà ! parvenza di serictb., pur non essendo o. no- FRANCO CLERICI. stro parere, neanche in tal cn,;o sufflcicnli ~n ~~~;~~~ ~~s~ft~r~~ft~ÌN;~ l~~t~~iof~ 1 dd:~ cusatorio. L'accusa e la difesa si sonopreoccupate sopratutto di questo punto centrale della causa. E' vero che il P. M. aveva n'nchc un al– !l'o argomcnlo formidabile o l'ha avanzalo con tutta la flncna di un loico impecca– bile. _\nteo aveva una medaglia nl valore sul petto. Dunque non se l'era posta lui, ma in– vece altri, chi lo spinse al dolitlo l'aveva proclamato eroè. potsr.~;i~ariici q~~~~~enflo;~atf~ ~~1ic~a 1 ~i~ r!ale accusnto1·io di questa causa, anche Una conferenza a Marsiglia sul processo lamboni Domenica. 23 setlembrc. alle ore :I.O del m3flino, anà luogo, al '.\lonumental Bar, Boulc,,ard Dugomier, vicino alla grande sca!inala della staziono S. Carlo, una con– ferenza dell'amico Francesco \"oltcrra sul tema : L"ultimo delitto del Tribu11ale fa– -~cisla: Il processo Zamboni. L'impoi•tanza de!rargomento farà. certa– m!:'nto accorrere, in g1·an numero, gli nnti– fasoisli : mentre il Tribunale Specinle del ~~tmsii:hi~~ffc~~I~ i;t~~igli~~s~ii~~ae~~= dannati gemono nelle onibili prigioni cli PotLotongone. ~h~z11;s17~:;~1l~C / ~uòcl~gi~~\d~~ i~i f~~~li~~~~ ~'.,'c°c/· gioventù coi ciondoli e coi piu- L'infame Tribunale Speciale :\la, visto che questo argomento, non era sufflciento .a ll·ow11·eil mandante, l'accusa Per l'ormai classica imputazione di pro- nofa s~e~~g~~,g~~ ~r ~~~~~Wni ha provalo ~~g~~g~U~l~~f;\~aSc~~l;,~ 1 ;\b~~ri~~n~~e:cialo eh" Anteo Zamboni non fu. l'atte11tatore, Il giorno 10 setlembrc: Yenusto Guiz– non solo ma che 'non furono due gli spa- zardi di C:isrclmaggiore (Bologna) 2 anni ru~h~· fossero due è escluso dal fatto, pa- e 15 giorni di reclusione. ciflco in cau::a, che si udi un solo colpo di lni!~li~ 1 ~?rc' i= tJi\ 0 b~~!~ediFfg~~iloD~;~{~ rh{j~~ell 1~; 1teo non l'abbia esploso questo :-i'ova. Alfredo lladaclli, Alrrc<.lo no~selli unico colpo è provato dulia deposizione del t ; ~~n~i d! r:c: 1 ~~!?,n1, t~1~'ìft1~,~~tr 0 ac~~: ~i~fro'TI~f~i~~ot~l\1• t1~~~~~l\~ ~~e~'.anr; 0 : ~~~~t~n•~~ali a 2 anni o Vitlorio Ghezzi tulo l'iconoscere li proprio attentatore pf'r_ I! giorno 12: Vezzato Mao:similinno e <'hè non pe'nsava aù un allentato ma ad Domenico Baggio a 2 anni e u mC'si; ne– una suppllca. ~ato Nardin a 4 mrni ; Giuseppe Dettero a I conuolnli, da lui forniti, de\l'atlentnto- 2 anni. 'fuLli i condannali sono vicentini. re, escludono che questo fosse An\f'o. JI giorno ·13: Elio àiari di Pistoia a 5 L·acCu.ia non si spaventa pc,· così poco : anni di rcclusiono ; Dino Fnbbl'i (Pistoia) "Per me i clue giovani, quello visto e dc- a 4 anni ; c,unillo FililJerlo (Parma) a 3 scritto ùal Duce e l'n!tro uccbo dalla fol- tinnì e 3 mesi; Enra Co.sl,a. (i\lfonsiuc), Ar– ia erano uniti noll'uzionc criminosa. >l. E trnio Pcdrcl!i (Pnrmu), \'ittorio Adorni ~f~inri~~~s~~er~t~,e;ntJi '~a~::r~p~~g~\n~u~gfln~ (Snn Lazzaro Parm1•nc;r), Reltimio Drar~ini 0 ad un paùrc innocente. (Pistoia). Marino Bot·gioli (Pistola), Dino L'accu-.a non curn nrmmrno cli ,;tahi- ~r1fh!i~i:tt~~lo), ~d~rtida1~t1J 5t~~t1!fa~ ~~inJ:n~ ;o~~!~:~tise~'~;~ 1 /t~~l 1 ~h~c/ 0 ~~ 1~ iia;o.anni; Nello Biagini (Pistoia) a un rifa un ricono~cimcnto, non un conrronto. ______ _ Xiente. Xon :-i di~se nemmrno - e come 1 1 o 1 Lsiup 0 0,1_~ 1 c,· 0 .1 ?,,.,., -,.,boc,~1;_ q!J",,,?,o!i 1 _, 1 10;,:~, 1 , 0 n cc 1 -~_':.~ Cesar~Ros1i. fuciliamolo ! ù ,~•" " " , Cos\ chirdr ll"!Jim,· F11, .t!a, thr dir 1 ge pote:::sc ~UfJporre che .\nleo - c)10 non a- i! _\'ico f.eg -1'.::lario i· ,1f'ralc <.11:l partito fa– VE\'a sparato - ave'.'i~cnvuto <lei complici ~cista .\le>s.;andro :\lrl<'hiori, J)l!I' l'n.ntiro (ìu qual~ allo di gr~zia ?J pr_r 1_)0trrdr- , omp... i:rnodr•lle gf'W'lù~e "opcraz1on1 I) d1 durre che fra questi complic1 c, 1o~-=cil br1f.antagg10 fratello suo. . ,. . . . .\nimo µ-enti!", _,..gli aµ-giunEre"se c'è po- E poi quel nrtu~so ~!cli1d1oz1adi P. ~r. j .;lo nel plotone cli E•! ;ccuzione.ci si ricordi hn avu!o il coraggio d\ parlar male dclia di ,1oi ! ll. i\"'ooc'è la grammatira ma c'è H Corte d'Assi.~e1 buon cuore. PANE Cno d,.i soliti ukase ha a1111wntalo il vrez:o di entrata sul arano da lire-oro 7.50 a lire-oro i I. Sul che è da notare : 1 ° Il fiasco tremendo della campnyna fa– setsta ver il ara,w. Infatti se a /urici di ~·lupida rello1·ica "il Duce e i suoi corifei fossero riuscili orl wt1ncntw·e la produ;io- 11,z del grano in Italia, couw ru11m11zfovano, è chiaro che il {!l'ano estero avrebbe do– vnto aulomalicomcntc eliminarsi dal mrr– cato italiano. Q1Jandoc'è in paese (1bbcm– aan:a di prodotto non si fa appello all'e– Hero vrr averlo. E ciò anrhe s-: il costo di r,rodu::ione fosse 1m tantino più allo. per– P.hè a lla fine dovrebbe semp,·(• cost11rcme- 1,0, a ca{Jionc ddla mw1can;ri dtJll'"!spese di lra8porto. 2° Per la violcn:n drlle oraani;:;(}:;ioni .~indacali foscistc in Italia si sono abbas– sate le pa{Jhe deyli. operai dal 20 al 40 per cenlo. prouwttcndosi in sr·v_1titoalla riva– lori::a:ione della lim il ribasso del costo della vita. Ora, come tulli sanno, i prc:;:;i 11rm sono diminuiti in ltolia. l,'ltima– mcnte il Rossoni in un suo discorso a Vcl– ktri lo riconosceva chiaro. In queste con- ~;~:~:t:lil°:/:;~~ ~~? ;ti:r~tia:if:;;d~;~: piando il da;io di entrata. Il govemo è il docile servitore - come sonprc - dcUa citpidi(lia degli agrari, che 1Jonsanno I? ,wn vogliono produn·e di più J)Crlimo1·e che l'abbondanza determini il ri– bas:,odei prezzi sul me,-cato. Agrari e fascisti formano una salda coa– lizione di affam11fnri del vopolo. . .. Il Consiglio Provinciale della Economia 'di 1Yùvara ha fatto sommessa istaii;a al DuCe perchè sia tolto l'obbliqo dell'abburatta– mento del gi·ano all'82 per ccntn. Adesso hanno scoperto che questa, che e– ra stata una delle nwggiori trovate per di– minllire il consumo del grano, uno dei più salienti provvedimento escogitati nella cam– pagna per il gra110,ha conseguito dei risul– iati diametralmente opposti a quello che le c;me scientifiche del fQscismo se ne atten– de1. .1a.no proponendola. E vrecisamente : 1 ° Il pane bigio si spci·pera e se ne con– suma (ji più. 2° MaTl!Jiai·ccrttsca favece 'di foi·ina non solo non è nutrie11tc rna è anliyienico, di– sturbando l'app(o·alo digerente. 3° Se ah uomini mangiano la criisca, la ~~lt~~gn~~n tst:i~o~ pii l~~~t,:~ 0 ~i:; ;ac:z: extra. <i O L'indusll-ia molitoria viene a fare 'aéi progl'cssi da... gambero. fofatli i grandi mu– lini con gli apparecchi moderni utiliz:atiano il grano al massimo r;rado, dividendo netta– mente tulio ciò che è farina da llttto ciò che è crusca. Al contral"io, con l'aburatta– mento a 82 per cento si è dovuto ritornare all'impi{'(Jo dei vecchi mulini a palmento, n per cui frammenti di crusca vanno colla ~~~;~i:tft:rri;:,~e e/trati di farina si per- Qu.csta OS!erva;ione è dell'on. prof, Gi.o– vonn, Ranieri, un competente disposto, del resto, sempre a vendere la propria compe– len;a ad ogni (I0Verno. Jfalg,·ado ciò, la sua osserva:ionc è e!atta. . .. E' destino che in un reqime di tirannia il pancm nostrum quotidianum costi mol– to Ca?'O, E' desUno che in mi regime di tirannia la 11ociyilà.dei 1>i-o~vedimcntino11.E!me,•{fll che dai loro effcllt. Non potendosi prima discutere, solo U disastro parlerà dopo col suo lir191w9qio11wto ... crl eloquente. Qitan– do non ci sarit pi'U nulla da fare ... Can;one di Cilavcyna ... Una volta il giornale di Muuolini por– tava, tra l'alti•o. questa manchettc che con– fii;ne una massima del rivolu:;ionai·io f1·anccsc Blo.nqui. 11 Chi ha ferro, HA PANE ,1. .A.desso la manchctle è ,comparsa. dalla testata del Popolo d'Italia. ¼i massima però non ceua di conterurre molto di vero. Come l'altra del poeta tcdrsco Gior(Jio Herwegg: u Pane ò libertà ; liberlà. è pone I 11. . . . L'aumento del dazio sul {/l'ano ha man– dato in estasi i prnprictari. Si intende i grandi pro1>rietai·i perchè i viccoli che si fanno e e si mangiano il r11·a1w vcr il uro~ vrio pane e pel' la le loro faniiglie, 110n :~:t~~io~ig8J~;~,w~~~e,l~;~p,:~~t~•~:::d~'~:i~ ,irictari, i quali sono stati costretti a ven– dere per far denal'o non appena ebbero/ raccolto le messi. Del nrtovo re(Jalo /i.fcalc approfittano solo i grandi incettatori •e i r,randi pi-011ri.rtari.R' 1m dot10 irnperialc fatto esclusivamente ad tm pugno di lati- ,~:ff~~1~t;l J:[ 0 si~Ja~~t~L !a~rr::;a ~:~ta;~ gricoltori. si è prodigalo in visUe e tele– grammi <.I.i ringra:,iarncnto c rtioimwstoal duce. C'i: di che. Il duce è un re che pre– mia i suoi vas!alli fedeli, a spese di tutta la 1,a;io11c,ridotta al van bigio, che stra– ;ia le budella. Il Cacciari ha onche pro– messo che (Ili ayricoltori, per rieonosccn;a, si incurveranno cli più su, solchi, per r1ro– du.rre di più. Che ballo I Gli a{Jl'icoltol'i, che rappresenta il comm. C(1cciari ed ai (1uali unicamente profitta il provvcdimcn– ti'J, sono di quelli che n-0n si s0110mai 11 in– curvati >) al lavoro. Latifondisti assentei– iti, per lo piìt, mangiano le loro rendite a noma, a Napoli, a Parigi, a Londra, dan– dosi bel temvo e facendo Ut c!aquo al fa– scismo. E il fascismo li va1a /o.rendo 7ia– garc 7>iitcaro e saùito il p(me alla povera gente che vive in flatia e sgranocchia il pane bigio, salato Qd amaro. Per lostatuto giuridico deiprofughi Una. recente Conferenza fra i dele– gati di quindici Stati, tenutasi presso l'U. l. L. a Ginevra per discutere intorno allo stato giuridico dei profughi, hn e-3presso il voto che l'Alto Commissario della so– cietà delle Nazioni assicuri. mf"dianle una vasta. rete di corri~pondcnli nazionali, i seguenti servizi in qunnlo essi non siano riscrval i alle autorilà nazionali : o) Ceri i– ficarc l_'identilia e la qualilà dei p1•ofughi; b) cort1ficare la loro condizione di famiglia cd 11 loro slalo civile quali risultano da alti _formati o da fatLi avvenuli nel paese ,1·or1gin-3 del profugo; e) oerliflcarc la regolarità, il valore e la conformità. con lo anllch~ l_eggidei puc.,i d'origine degli ntli formati l'n tale _paese; d) cerlificnrn le fir– me dei pr?fus-h1, le copie e le traduzioni dei d_or:umcnta. redntli nella loro lingua ; e) cer– i tficare dmnnzi alle autorità del pnl'se la onorab_Uità ~ In ~UO!la cond.olta del pro– fugo, I SUO!sla\1 di serVIZIO prccedrnli, !~ s1:1aqual1fl_caz1oneprofc,;sionale, i suoi t1toh umYet"'tnri où uccadrmici ; /) ruc– com?ndarc 11profugo alfo autoril(1 compe– tenti, ~pccialmentc p1)r le que~tioni di vl– ,;,t1,di licenze di ,aggiorno, di ammissione aJ.!_c scuo,IP, alle biblioteche, ccc. Alla .coofe~~nza er~no rnppresentnt.i i srguenl1 paesi : Al;!Strin. Bel~to, ~ulgarin, Gtcoslovacchm, Eg11lo, Estonia Finlandia Fl'fi:ncia, Gcrn~ania. Grecia, Lèttonia, Po~ !~~~~~~e§~fz:ce/a~erbiCroati e Sloveni, no- ·23 SETTEMBRE 1928 AMm EHl~PETTATI ALL'E~T Sfogliando, a caio, un so!o num_cro ?I ~:,e gl~1'~~': ~ ~~r?r~' c6m~ 0r1 ~~~~/:~o 1 è amato e ri:ipetlato /J!l'... e,;,tero I Alla Socia!?. delle Ncrzioai So~ 1 ie?t 1 :f~~~~ ~ Jgl/ 5 ~n~ro~~~f~.·.':. 1 affo~~~ dimo.:,Lrando Ja necc-~il_à c_lie gli 1mp1eg11_l1 ùeJJa Soci~là delle ~azioni, pagati sul JJ!– !anr.io della Soeiclà, facc!a1w 1not;lr~ del– la ma:;sima obbicttivilà. ::;;: i g~v~rn1 con– siderano "li imp;cgati ddlc ::;oc1età 9e!– le :'-/azioni°come i;npir:;at i al loro SM'VJ?,10 e se gli impiegali cJc_JJa ::i<:>t:iclà delle ì\a-: zioni, pit,liando lo ::il)-pend_10 da quc3la, ::l credono 01 c~.,er:'.!unp1egal_1d_rlp10pr10 g:o– verno, la ~ocietà 1.h.:llc:\az101_l! o tra<.11l<!, t~ 1 ciÌ~ 0 ir~~J~sroj~:~}!cl~cn [a.~~~~~ft~Ì~ ~:; lr:~~{ti sg~PJta~l s~g~ech~ c~~a~!:;~~z~:en\i:, 11 dclcS"ato norvegese non ha indlc~to _a chi part1colarmcnte allude.:;;sc .. \Ia chi l'!– curJava come il g~vcrno di. noma.. abbia ~t 1 \~~li~~t\ 0 ~;jci~1: 0 :r,~tio~i'(!ti 0 d!~?:~~~~ zioni carne servitori del fascismo, capiva ~ove andava la bulla del :\orvegese. E per chi non ricordava il precedente, si ilwaricò il Vorwrerls, l'organo centrale dc) partito sociali~La tedesco di indicare a chi l'allusione era rivoltà. La Jeallà. di nessun allro gruppo del Personale poteva cs~re sospettaLo, tranne ohe quella degli italran1 e in special modo del sottosegretario ge– nerale Paulucci di Calboli Barone. u L'ideo– logia dello Stalo fascista ricchiede da o– gni italiano, e innanzi lutto dal funziona– rio italiano, una incondizionata devozione ila~u~~le S~!~e~ 8 r~~~e J:1~isk~ci 8 etfi d~l~; Nazioni non possono più da qualche tempo considerar3i devoti servitori della Società. delle !'\azioni, bensl soltanto uno strumen– to della politica italiana. La transmissione a Roma delle notizie concernenti alcuno questio'ni internazionali, prende la maggior parte del loro tempo. AJcuni Stati, ln ispe– cial modo In Jugoslavia, considerano con la ma~giore preoccupazion~ quc.:;;tostraordi– nario e indebito lavoro d'ufficio a vantag– gio della politica estera di Roma"· Alla speciflcazionc del Vorwrerts la T1•i– buna ha risposto con alcune volgarità anti– te:deschc, e parlando di u cospirazione mas– sonica internazionale ", ma non ha negalo nè l'ideologia fascisLa nè i fatti come pro– spettali dal giornale tedesco. Con molla pro– sopopea, ma con una disperata monotonia di movenze, la.polemica r.stera di cui è inca– r!cata lei; T1·ibun{J. diventa sempre più pue– rile. i\la1 una volta che sappia battersi sul ~~~~~01!~e gihc;t~~- i~fci~~·~e c~!tr;~s~~~~ bia di essel'c stati (occati ... nel segno I In lsuizzere l'i~~ai~r!zz~~~•::~a[~o~i 3t/ f:lt! 11 ~ 1 / B:: .snro Rossi, tramalo sul territorio svizze– l'O, da agcnU del goYerno di noma. Tutta ~~~if!~~a i~lcip~~y;~~c a afrg~~s;t~:it) SJcd~= raie. n socialista deputato Ferri ~rescnla ~~~~it~!Jig J-;i~~~rro °c:1:mt~r~~r::1~~~fo1{.~~ le : è un flagrante attentato aUa sovra– nità delle leggi della repubblica elvetica <i& part~ di uno Stato straniero. Bisogne– rebbe rispondere su questo punto ise si sa e se si può. L'incarico ù passato' alla so– li.tu . Tl'ibuna. E quN;la credD di assolverlo j~~~f;Wd.~n~u~t~ i.~ic~~fl;c~~i c~;fv~rjt:tJ~if~ 110s1ant1fasc1st1, offesi dalla loro a1Toga11- zii. provocante cd imbecille. Ne esce uri mazzetto di « ca;,i ,, vcramcnLe eloquente n che sarebbe anche probante se la 7'ri– buna avesse r!vulo incal'ico di dimostrar.o che i fascisti nella libera El\'ezin sono sLl– r~r~~- e~cc~'r~~ticome si meritnno dapper- ri~/e~ri6\1j~• J~'; 1 uf&~~n~~ c~rÙ~i~~i~!!t~ 1 !e l~~ di strappargli il tllslinlivo <!,1Jl"occhlello. li Rocci era in compagnia di un a~~cnl~ di pollza, l~~°n 11 1~c fu 0 l:v~a~g~~(I~ 1 s1yi~di°i1'.~~c,:r~1°~~1ri, r.~p;~·ern r~:rr~i~~ÌO fl~f B!is~l~~~c 1-f:~ot~c~~;:i: a Illrsfelden, si s,·olsero per un certo tempo le eenta di un altro !icincsc, che affcrmaw1. di i":n 1 :~· ~::~rrdi~_r1~~f1v~ r ~ii~3iu;1,~~ic)~l~u 1 g_c1~: f:l.lll una sera, .in un.:i.osteria del paese, H mes– ~cr·esi lmbatlù con Il camcrat:'l Longonlt cin– quantenne, di cosl!tuzlone flslc'l :isso! vlu de- ~~~c S~g~\~a ~r-p~·;Dla1g~er~• C~~;:~ts~~-~\~ i~~ 1ccchlgiorni a rimanere a letlo Lo stesso flgu- 1·0, poco tempo dopo, sl gcLlo' cH improvviso sul f.:iscJslaPassi colpendolo gravemente e tento' poi un altro colpo slml!o contrn l'oPcralo Ha~ J~a\~rr:~~'.1WtfuÙ~ll~lo~ 1 ~: ~i';JrfzJa 11 1~~~;1edi~cgd;~~~ it 1 1~ 3 t'f1a 01 ~~f s\iiggs;f'J~~ih~~i, 3 cf. J~'t 1 tr~~-~~~ l~ Pri rdtri1~lol~ ~~~ 0 dne~ 1 ia11 °s1 f~ 1 ~~e~~~r,, 1 :f:;. nunclo.re questo. frase : • Qucst:i ù la sera di ~~cc~~~~~o~gn~.;rsi 1 lo 1 \~~bn!llf ttfii1. aJa 0 ~e!~ t1:c gli ultimi due i.I atturdarono furono rag- ~1it1~t~:~0 u~!t ~~~~</!clna di lkincsl, uscili su– cl1ti.Uno dei nosti-J e eo ~eduzzl, riporto' - tJd aHre ferllc tigll ~r~;:g :i~~o ~'i~~zln~r~:,~rn~~~'ll~ntli psglcect1~~ L.:n a1tr11: aggressione si C a,•uh a \Vlnterthm· c1.mtro 1I fasclstn Ponl.3na ed tt!?'allra più rc- ~~~i~a Cnc~~~Wc~~r .ti e~:~~oc·;~~t~ 1 L~: : ;17rnia1i!fa~r~~~~r/tC~ss~llfl(t;!~~~n 1~ 1 g·: fC'ì"lone comunista dl 7.ui -Pgo organizzata con- n1c~ lv~fci~~~ 1 f 0 r~r~/~~ 1 11~· l ~J;'l'~~~:.° ~ta~ 8 r sia dc 1 1JoStatu,to nolla prima uv•ncnico. cli giu- ~n~Ui'1 ~i~~ 0 ~f,ttf%1H 0 ~cf~~ 10 ~"ir.t~~ 11 fas"gf~t!c~~ ~i~nt 1 ifa1~ 0 ~~t~ 1 ~~ }zti.ml ~i.~ ~~~~l f 0 a;i~e 0i}l~ ~~rrt:h~~~li d6/ 1 ~;/~1~~ thivg ~i/i~~ ~;i~gl~ !:ìll di <lelfnqucnt,e di spie ed assuslnl ~. E si pub continuare per un pe.;,.io.

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