La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 49 - 10 dicembre 1961

D.omenica IO diceròbr~ 1961 .LA F TE R A LE T T E R ,\ R I A -----'---...:.... ______________________ _ A\ 16~ T Il § 'JL'Il IlT A\ Jf_, Jl l-1\ N JL Rassegna di storia: ,. UI Giorgio di G10va11ni · Pag. 3 §aggio e aliltol,ogia esemplar,i * * Bartolini* ncisore Italia: il problema delle origini ''L a. Voce,, * ' --·---------~ Una rarità - LUIGI BARTOLINI: • €estello cli boccioli,. _ Incisione del 1912 di /,l(>,l lil,l,O JlE/1''1.'IJIU F nnsE il più ofio ~rado dell'ane tli Bartolmi nella hicisio11e è swto rag– eiw,to do • 001111c s11I /ì11me Passirio •, 1936 (Bertocchi~Petntc:c,. /8). Qui la liww in libertà ottiene il .rno effetto a vafc:.io11c. Qr1a11do la li11ca Sl.!g11c1111·contonw J>ttò a11erc 1111 valore artistico in sé, 11w 11011 i11 q11anto imita il co11tomo d'tm oggetlo di 11a111ra,che, ili que:.to caso. la linea è r,l'Osa e 11011voe.~iu. Pèr avere 11(1/orearti- ~t.'.~~e 1~,a~~~~a J~~-~vr'i~!"~o/1 t~~~~!i;~io ri~l1~,'~: ,ma propria grazia: penso i11 questo 1110- 111c1110 nllti linea di Bo11icel/i, Ma se chi u.,a la li11e(Iha un te111fJera111e11to 1Jittorico, e vede il 11w1ulo per zo11e di l11c:ee ombra, la 'sua linea diviene s11ggeri111e11to di /11ce e omhra, a11z1che di co11tomo, cioè il cp111orno del tliscgJJo 11011potrà mai coi11ciderc col co11toi110della uat11ra. E' questo /'efle.lfo tielle ii11ee III libertà tli Bmtoli11i, e 11011di lui 11~,':;c,~~o sti~sff~; 1 '\ 1 ,~,/1,f;;~gifi~, 0 1t,1~ 111 sfi1~ <le/I'«altra metil», 11cl senso che la forma C rivelnu, per co11tra.i,tOa11:.iche per J)ae~ saggio, ver risalto di piani s1iacciati am.i che ver rilievo di tondeggiamenti, ver wm simbolica visiva e/te rivela semvrc ti con– trario di séi L'effetto di questo srile i11 "Do,me s111{ì11111e Passirio» è 1111a v(siOHe di lo11tanm1~a voetica. Anche le i111111al!i11i vicine sembrano /o11ta110,verchè so110 i111- magi11i di f0gno. avvolte da un'atmosfera elle agisce s11 di esse, se11za ide11tificarle con le immagini reali. IA comvosiz.ione è sq11a– drata, og11i i111111agi11e è solidame11te i111po• stata, eppure l'atmosfera di sogno è do– v1111q11e, anzichè esseri reali si veclono ap– pt1rire /muasmi. ln civiltà, con tutti i :,·uoi fre11i, è· lo11ta11a. E' la 11at11raallo stato seil'aggio se11za t1zio11e, pura 0011te111vla– zio1Je. Tahiti si trnva anche s111fiume Passirio. E ciò si dica 11011per s11pporre 1111 influsso di Ga11gui11, che non mi µare esista, ma perché 11110dei motivi voetici costa111i di 8artoli11i è la s11a ev(lsio11e dalla vita civile. LIONELLO VENTURI Da • Luigi Bartolini •, Ed. Bucciarelli, l961 S E. è stato possibi!e fis– sare, senza troppi con– trasti, il tem1i11us ad quem del Risorgimento alla prima guerra mondiale, per– ché in questa si volle con unanimità veder sfociare quel processo di politicizzazione e maturazione della nazione tutta che, sul piano militare e psicologico, riuscì a con– figurarsi come entità coscien– te e responsabile (cfr., per tutti, A.M. Ghisalbeni: ln– Lroduzio11e alla Storia del Ri– sorgi111e11to; Roma. 1'942): non altrettanto è avvenuto per quanto riguarda il rerminus a quo. Anzi, meuerà conto sottolineare che, in cinquan– t'anni (e facciamo pure ini– zia,·e dai primi del secolo la seria metodologia risorgi– mentale). esso è stato il pro– blema dominante di tutti gli studi sul Risorgimento, con– dizionando di sé qualsivoglia altra 1icerca connessa a quel– l'età. Ciò che potC spiegare l'esigenza indifferibile di ri– ,,edere, con l'ausilio di stru– menti non più eteronomi, la indagine sul movimento uni– tario italiano. E che subito dopo la guerra del '15-'18 se ne impostassero i nuovi cri– teri di re, 1 isione, è dato ve– dere dalle sollecitazioni che quella - avendo fornito l'esempio di una realtà na– zionale, abbastanza coerente nelle sue forze sociali e proiettata, « come organismo .itlivo ed espansivo, nel cam– po della politica intema– ;:.ionalc - riuscì ad imporre nel bisogno di un ..esame nazionale», dal quale si de– sumesse. nonché la ragione del come poterono eonse~uir– si quei risultati, la possibili– tà di connettere il punto di arrivo al punto di partenta. (€fr. G. Volpe: Una storia del Risorgimento, in Critica, 1922). Sh,di precedenti Si affacciò, cosl il proble– ma delle origini: dallo svol– gimento del quale si vide subito che ne sarebbe uscita compromessa In versione al– lora incont1<1stata della Scuo~ la filologica, piuttosto sde– gnosa di riconoscere antece– denti preparatori, da avan- zare alla presenza delle ar- accreditarli come preistoria mate francesi in Italia o al psicologica e ideale.del R\sor– proclama murattiano dell'io- gimento. (Cfr. Il ~,ansemsmq dipendenza. Per la vcrit!l., già i11 Lombardia e I protlrom, un segno di insoddisfazione del Risorgimento italiano; Pa– s'era avuto qualche anno via, 1907) Tanto è vero cl~c prima (1908): taluni studi il problema era ancora cn– dell'Einaudi, del PratoJ elci tico cd era il problema stcs– Pugliese, tutti indiri7.zati a . so della storia d'Italia che mettere in luce la struttura urgeva mettere in luce con economico sociale del Pie- tutta • una grande inchiesta, monte nel '700, ebbero il gran che scenda giù giù sotto tcr– merito di stimolare gli sto- ra, col sussidio di tutti gli rici di mestiere a interessarsi strumenti più adatti, e della dell'economia e, conseguente- immensa quercia ,,ada a ri– mente, avvalendosi dei mezzi cercare ogni grande e picco– forniti da questa scienza au- la radice, le ultime borbe siliaria, scoprire aspetti ine- filiformi, i primi e fonda– diti delle diverse regioni ita• mentali organi di nutrizione, liane nel XVIII secolo. Pos- fin dove la pianta si confon– siamo dire che dati, cla que- ck col terriccio e con le SOi· sto mòmento, la dissoluzione tili vene d'acqua che circo– dc:lla storia del Risorgimento lana nel sottosuolo e l'oli– nella storia moderna e con- mentano». (Volpe, cit.) Sic– temporanea. ché il passaggio dalla .rcvi: Dietro le esortazioni del sione critica alla smtes1 Volpe (cui oon era sfuggito storica sarebbe stato ope'rnto, il signific,llO delle ricerche come s'è detto, sotto il pun– degli studiosi subalpini: cfr.: goto di suggestioni spilituali, Studi di Storia economica soltanto dall'espe1ienza della itnlia11a, in Critica, 1909) a prima gucrrn mondiale. rintracciare nel passato le forze crea1ive di ogni popolo, pt::r cui .:essi e solo essi fan– no e possono fare la storia», e sulla scorta delle indagi– ni del Croce (Cfr. la Svagna nella vita italimia d11ra11telt1 Rinuscen:a; Bari, Laterza. 1917), il quale, ,attraverso la analisi del fenomeno lettcni– rio e delle forze morali. co– glieva più storicisticamcnte i mo1ivi delle manifestazioni <"eonomico sociali del Regno di Napo]:, fiorirono gli studi, a carattere regionale, sul Sci– Settccento, con risultati che lumegçiarono lati insospettati della mcipiente vita italiana, sop1-nllut10 come crisi di 1·in• novamento. Donde gli studi dello Schipa per il Napole– iano, del Rota per la Lombar– dia, del Benassi per Pai·mn, dell'Anzillotti per la Toscana. C'è da precisai'<!, però, che codeste indagini sul '700 non nutrh,ano ambizioni che scon• finassero dall'intenzione di rilevare in quel secolo una genuina e concreta realt!l., in particolare nella vita econo– mica e amministrativa, an– corché il Rotn, sempre pronto secondo In sua natum, come disse il Matud, a lanciarsi in avanscoperte s1oriografì– che, si compiocessc di vedcr\'i affiorare filoni spirituali e L'antefaHo J)]Orale E infatti le riflessioni sulla realtà italiana contempora– nea portavano decisamente a spostare nel tempo il_ termi– ne a quo del R1sorg1mento: perché se di questo intercs– s:1vn, com'era giusto, non sol· tanto la cronistorio della lotta" per la libert!'l e l'indipenden– za che esteriormente poteva nn'chc trovare il suo punto di rifcrimentù al 1815, bensì l'antefatto morale, per mezzo del quale si poteva, più in– timamente, co~liere il dmm– ma di formazione dell'ltalia moderna: allora il problema era giocofoi-ta scioglierlo nel Ilusso ininterrotlo della sto– ria moderna italiana E veni– va cosl compromesso il mito di un periodo, di una fase, di una cotegoiia storica. 11 Risorgimento, con ciò, acqui• ~~~V~iÙ\~~;:::~~t~iit~'. •~:;l~~ doveva essere, nella comples– :.it!l. delle sue [oi-1.eoperanti; nrnnifostazione di tutta la rea!!!\ italiana, e non più sto– ria mitin;ita di eroi. !;acrificando lutlo il valore ideale e mor;,ile del rinnova• mento della coscienza italiana. di JJAUINO PI.\ZZ:H,.l la L:\~~~~;~m;nt~ 0 ~~~:ch~ctd~i DIETRO questo .nome • L~ ~f~~~~t~o:~rà1 ~e.di rinnovarsi Croce (Cfr. Storia del Regno Voce,. (antologia a cu:a di E' lo ~tesso Prcu.olini che ci di Napoli; Bari, Laterza) ~he . Giansiro fer,rata - editor!! spiega come nacque• 4 Voce» intrecciavano il fenomeno 1ta~ Luc_w.n<?La!1d1 - Roma), noi, (l'Italiano inutile, 1'vltlano - liana ai grandi avvenimenti oggi,. ntrov!amo tutta un epo- 1954) ... ,. ci volc,·a, <?ra, qu~l':he internazionali diedero modo ca, 111conLriamo una gene~- cosa che passasse I nostn in– di sventare l'angustia della zionc di scrittori a~l~ntic1; dividui e toccasse la .società e, rappresentazione del processo scopriamo infine lo spinto di in un certo senso, si innestasse italiano, . inserendolo nella una cultura che lentò e seppe con la storia. Chi lo sapeva? circolarità della vita politica europeizzare il gusto e lo sule Forse modernisti sindacalis!i. e culturale europea. li con- nella. poesia, nell'arte e nel leQnardiani. crocia'ni. ricercatori cetto d':nterdipendenza tra pensiero. • La Voce,. [';J, sul di nuovi do\·eri della scuola, Jtalia ed Europa, ponendo piano delle idee e della mquc-: socialisli stanchi del marxismo, ~~1aj~~a1~ia~;po~~'idcjr2for1.~ ;~~;,;e1c~f~~~ri~'.c~n~nrlf~~~~n?~ ~fgi~~~!ii~~'. a~~i~:~ch~~i m:1~; rra le potenze europee, avreb- continuo al coraggio, _a_llaspre- ambh•ano a un'a11h ila più dva be portato gli storici a ri- jiudic~tezza, ~Ila cn.t1ca_. ali<) del grande istitulo ~rcditari_o flettere su certune esigenze mvcn~1one dC:•. nuovi simboli rapp,;cscntante la naz1orye, mi– che nella penisola si svilup- umam e poct1c1. Fu avventura noranzc di tutte le magg1oran✓.c parono in ordine alla consa- e ricerca; fu ~oprauutto b~t- soddisfaHe e stanche, non a· pevolezza delle molte insuf~ t,:tglia contro. •I t~no provm- ,•rcbbcro potuto riunirsi e dire ficienzc politiche economiche c1alc e mcschmo dt certa cui- e dare all'Italia una parola e sociali culturali dell'Ttalia. tura italiana rimast~ a mc;:;1.aun'azione? ... ». E ancora l'evocazione delle strn~a tra l'accfldemi~ e le m- Sono parole che 1cstimonia– relazioni tra l'ltalia e il resto gcnmtà romantich~ di una le,\- no, con chinrca.a, il sentimento del mondo, riguardate sccon- tcratura addomesticata. di ri\'oha e la scnsibilirà sto– do un mutuo processo di ri- Nel saggio introdulli\'O - rica di un uomo che intende cambio, avrebbe implic.ito stupenda esegesi in cui l'estro dar dta a un'idea priprio per– necessariamente anche la na- inventivo e il rigore critico si ché ques1'iclca ,•uol , hcre nel lura delle relazioni intacor- equilibrano per dare unicamcn- mezzo di un organismo cao– renti tra Risorgimento e Ri• te rilievo all'opera e alla storia tico, quasi monifero. Prczzo– voluzionc francese. Ché in vh,a di un'epoca - Giansiro lini capt che bi.:,ogna\'a far sostanza il termine del di• Fen<1ta riesce a dimostrare, pensare e far agire. E per far scorso si riconnetteva al pun- con rngioni storicamente va- pensare e agire gli italiani oc– IO iniziale, ove si consideri licie, la derivazione dc e L.'l correva processarli, perquisirli che l'avvio alla discussione Voce» da un ambiente tultu- nei vi7i e nel malcostume, at– era stato dato proprio dalla raie cd umano sensibile alle laccarli ogni qu.ilvolta, logoran– neccssit!l. il'infinnarc la con- sotterranee o scoperte meta- ·c10 il loro nati\'Q individualismo cczione del Risorgimento co- morfosi politiche, sociali, filo- ::-ccttico, IOJZOrano, deturpano, me apporto diretto della Ri- sofiche e ar1istiche dell'Italia ... qua~sano la socict,1 in eui voluzìonC', I risultati che se quale fu nel periodo giolit- tutti :.i vl\·c. ne sono ricavati appaiono tiano. Un luc.go di ricerca quanto mai equilibrati: la Ne • La Voce» confluiscono più recen!e storiografia è tulli i mothii spirituali che rl\~~lac1;1l!:sc~ivne~is~i~eRri:~ travagliano una élite, la quale luzione francese l'unico me- aspira a rinnovarsi e a rinno- Giansiro Ferrata ,:i ricorda rito dello genesi del Risorgi- :~i~~;,~v~;.ft~c~~g~u;~~ 1~ 111 :ug~~ ~~e P~~I 1 ~ctr~ri~n;le;. 0 ft~b~:ic2Q ~~:nt;d s!~s~\i c~:t~~/~~~~~: e moderno in un paese che dicembre 190S. si formò so– forza d'urto indispensabile a stenta invece a svecchiarsi e prattutto come un !uogo di tradurre in otto energie, nt- oppone unn tradizionale pas- ricerca, do, 1 e il patrocinio st,.;s– titudini. sentimenti che il po- siva resistenza. l>Odi Croce rnpprcM:ntava un polo italiano aveva elaborato Prczzolini, Papini, Cecchi, azz.'l1·do. Cuhura e cronaca r.o- cla sé e per sé in un lenlo e f,tie~'., S,~t!~\\~tabc ~~"\!:~ 1~~: ;~~:. ~~\~·~: ~ti;;t;;·;:,t,ta~i~::~= ~~: 1 ~~~~i 1 ~~~f,~~~i/e~1~1~~Ùc~ Serrn. Croce e Gentile sono grafia, statistica, infonnazioni Ira Risorgimento e Rivolu- gli :llltenlici st,imobtori di una sull'Italia, notizie sull'attualit:l zione: una scoperta che hn cultura italinna fìltr.ltn attra- fondamentale nell'arte cu:-o– permesso di Sllpcrarc tnnto ve1·so l'inquietudine europea: pea, sulla p-.icanalisi. ~ullc la tesi della filiazione diretta quella inquctudinc che 1a pcn- ideologie di ma.R:1,Zior significa– che la tesi dell'iiuloctonia s;:ire a l1n romanticismo so- 10; ceco il panor.im.1 off1::rto purn, entrambe imposte, sin brio, arginato dal senso critico d::1• Ln Voce» nei primi tem– pure in momen(i diversi, e dn un'estrosa spregiudicalCi'Zfl pi a chi la SfoJ?li, dalla storiografin agiografica. qunle poteva essere intuito e • La Voce», dunque, fu un JDlI ARJCO DJELL~ .A'-.JPJPAJRTATO * Nel tra11empo la kt1erat11- 1a sul '700 s'er:\ andata nr– ricchendo, con intenli sempre pili consapevoli - rinforzati. d'allroncle, e., non di rado suffrngatì dni risullnti delle stesse ricerche - che il Ri– formismO' non potesse non [ar ~ftt d~J Kl~~/;/~~n1i~ 1 ~o°J~= ----------1 ~~~r~~"'ccga ilu~~ìvf~~;~a 7 jf"~ro~ 71~i~g~lidiric 1 ~i;:~~: ··1·e~~i1fb~f; varsi in un cUma politico pro- civile perduto. Scrive Prczzoli- Ripi.-endono i "Mercoledì :~~:{,o~lln imprcsn di svecchia- -~~;,i .. ~:,e1fias~~~ac~~ 0 ;;,~:~n;, « La Voce,. è la giovinezza ~ s~ntiv~mo in noi crescere la dello cultura italianà, del No- rnch~naz1on~ per .1!1 ge!1te che vecento: una giovinezza che si- ~ommava m polit1ca, 111 arte, llniltaneamcnte ,,ive e medita 111 leucratura - 11 Paese era sui problemi, come se gli serie- bello, la gente ~ra sana,. eppure tori chinma,ti a darle vita, e tutto era med!ocre! ~ mdegno Ancora sui costumi e sui caffè sta considerazione, tenuto conto delle indagini compiu– te, nel ct1mJ)Opolitico nmmi– nistrativo, dal Cortese al Simioni, al Pontieri al Cinsca; dal Verga al Rota all'Iovcr– nizzi; dnl Morandi. al Rodoli– co al Valsecchi all'Anzilloui: e, nella sfera delle forze spi– rituali e culturali indigene, dal Rota al Calcnterra al Nntali al Gentile; fu autore– volmente enuncinta durante i lavori del Congresso di Storin del Risorgimento, che si tenne a Bologna, nel 1935. Tuttavia, non si mancò di denunziare ccrlc pericolose deviazioni: e cioè la tenta– zione, come poi disse il Sal– vatorelli, di accentuare • per fini pratici o pregiudizi men– tali,. il cara11erc outoctono del Risorgimcn~o. con il l'i– sul!ato di ripristinare il tono ngiografico e di trasferire, nel passato, ~entimcnti pa– triottici che non !'.{li apparten– gono (Schipa, Di Tocco); ovvero, portando alle estre– me conseguenze la tesi dcl– Jln.utonomo s, 1 ilU))PO delln. sloria italiana, riconoscere alla Casa Sovoia (Solmi) il solo merito della formazione dello Stato italiano. Il che, secondo la visione delle ori– gini diplomatiche e territo– rialistiche del Risorgimento, riduceva questo a storia di potem-:a, a Staatgeschichte, della Fiera" _lt.z, Ltbrc,:ia romana ."Ai' ~a1\èltu 1 ~~!cc~~~~~~~i~m!~:gfg~: ]~ 1 Jì,~ss~~of~c~~;;n~el: ~~]f; ~~~~ct\:~st':~ cc:~~~i'?_i:.zic:;;~ ~yi F, 1 c, 1 !c ;;:Si\~zf~n~" 1 A1b;6Pi~:: ~:trifra~!f~~ ~~1~~7~1i; ~~~I~~~ * P ER la parie che mi ri– guarda personalmente, nel rispondere all'invìto per Quei • Ritraui su misu– ra» ' di cui ho parlato la vol.ta scors:1, non ebbi a dire altro che Queste prirolc: • Non concepisco i grappi, e le con~ vcrsazioni di caffé e di sa– lotto le11e1·ario•· Ammesso che questa mia intlinazione rispecchiasse un conce\ IO vir– tuoso della vita e della so– cietà,. mi affretto a dichiarare che non pretendo alTaul) di propormi a modello; d'altra di 4.ìAPI'ANO AUOANG!!;LI modo che ero apparso a se– guito di nitra mia esercita– zione da me prnposta, in quella stessa universit!l., sul– la pillura di Modigliani, ad altro mnestro ugunlmcntc av– \'crso a quegli argomenti. Parlo, baciate, di cose che ri– salgono nlla bellezza di tren– t'anni fa; ma, ancora dicci nnni dopo, in occasione del~ la uscita presso Mondaclori della primn raccolta poetica compiuta di Cardnrcl\i, ebbi modo di accumulare 1.mn ric– ca messe di appunti critici ::;aggisticamente organati, e che avrebbe dovuto essere pubblicata su una rivista spe– cificamente dedicata alla cri– tica della lc11cmtura italia– na antica e moderna. Ora mi ))\\!ride la curiosità dì an– dare a rivedere quelle pa– gine, anche pcrchè ricordo quanto impegno, quanta al• tcnzionc ci misi; ricordo che intendevo fare qualche cosa di compiuto, che facesse il punto sulla critica fino a quel ga111zza a\1c~1e,JJer_l mver~1~ occom a nota dnllo ricerca e ~m pro~lo del!~ nost~ soc1ct!l. 1961-~2 ~lt mc~mtrt v11b~l1c1 dal dlfbJio fu efficace proprio nnbrogilata e 1mbrogliona che con 1/ libro, già COf(!llat~..da p~rché ins~r\ nel pensiero ila- si rifiuta di capire e di capirsi ~:~11:uo;;a/;;~~ess~ta~io1~~'.t1c1 :ta'.10 cl/ all<?•-:tu~allpiù -,~ut~i:iÒ~~reè l~i~J:;~e~;~n~'l aa ~~~~1~; r;c1~~t~O~ f~l~SitÌ~~.nOSel~~;n~ a contraddire, che sia bello e convc:iicnte riprendere la usanza di quelle co1wersazio~ ni. Ho avuto del resto 11ià occasione di l]la11ircstnre il mio j)arere su quel mito bio– ~rafìco stabili1osi intorno all;i fi~u1-a di Cardarclli quasi csclusivnmcnte attraverso una specie di magistero verbale esercitato fra i dh 1 ani cd i tavoli del romano caffé Ara– gno: non riuscendo io a r~w– visare, in quel suo costume, niente tli eroico o di affa– scinante. Ritorno au una polemica Ci ,tenia a ribadire una com•inzione che, agli occhi di lanti probi cd illustri, sembrò volgarmente diffama– toria. mentre era semplice– mente cli1ica e m01-ale: come a tanli. e sia pure non re– sponsabili del buon costu– mc- letterario ufficiale, infani sc-mbrò. In proposito, uno scrittore fiorentino mi ha ri– cordalo !o scandalo che su– scitarono c-crti ricordi pt1b– blicati da Bercnson a com– memorazione di personri che gli era srnta molto famili;11·c, ma di i.:ui l'amico sopra, vis– suto. non tacc,•a i difclli: e un con:'>s.;itorc della lcttc1<1- tura tedc,;ca mi ba ugual– mente cit.:ito uno sc,mdalo simile, suscit. :i.to in Germ;mia, e ancora ogi;!i non del tuito sedato, da Hcine che ebbe a comportarsi in quello ~tc::;so modo nei riguardi di un pet· sonasz.gio appena scompa~·,;o, e del qu_ale era stato amico. Ma i firmatari dclln lc11era pubblicata a mia clenunri:1 pretesero di vedere. nc_l: le mie parole. anche una pm dirella s,·alu1a1ione cri1ica del defunto dircllore dc ,. La Fiera Letteraria», contrari.t• menle a quanto mi pare ri– sultasse nei limiti effe11ivi di quel miò scritto. Questo mio ritorno sull'ar– gomento non \'enga in1erpre– tato come un rigurgito di acidità, di risentimento per– sonale; poti-ci giu1<1reche I~ cos.:i. in tal senso. non mi toccò per nl\]la; nei ri~uardi della lcllcratura, non sento il peso di alc},lna prc_occup~– zionc di ordine sociale; m altre parole, sen10 di non fare· parte della comunità let– teraria, se ques1a pretendn, come primo requisito pc~ al?– p;i.rtenen•i dcgnamen1c, 11 n- ~:~~a~~~oun~~~l~e1~tepi~st:i: tuite. Con questo, non credo certo di potere. essere _scam· biato per un nbelle di 2ra- tuita anarchia, o per un nso– ciale palologico. Dicevo in(at– ti, nella pagina autobiografie~ e auto~ritica che figura nei · citati • Ritraiti». che un cer– to • cara11ere solirnrio e li– rico. con1rocorre11tc, dell'ope– ra (mi rifcdvo a quella che si intitola • I passi notturni•, costituita cli racconti e ri– ti-atti).,. risponde poi fedel– mente al mio carattere e cos1umc personale: non fre– quento ambienti e, nonostan– te tnnti impulsi cordiali, fini– sco per vivere in un quasi totale ìsolomcnlo •· Se non (asse che ritengo otmai op– portuno e discreto chiudere questa rnrnntcsi cos\ strct: tamcnlc pcn,onale, do,•rc1 ~ottolinl!arc l'importanzn, nd DIEGO FABBRI \•lsto da Dragu1cscu senso a mc relati,•o, della prcs~nzn di qui.:gli e impul_si cordiali,. neJ giuoco dlc:)la mia indole dei miei umon; pt:r– ché es'si potrebbero, fr!l l'al_– tro an..:he se non sodd1sfat)t, ma;1tenci-c più animato _e J}IÌ! alacre quasi popolato d1 voci e 'c1i dcni lontani, quell'isola– mento e qudla solitudine. Isolamento e solitudine bolamento e solitudine non sono poi la stessa cos.t. come ha ossen:110 anche Cassala nell'intcrvisia oggi trasmessa radiofonicamente, nella :11:-10''.a rubrica· !et1cr:1ria che si in_t1- tola .. Incontri e scontn •! curata da Lùciana Giary~buzz1 e Pietro Cimatti. Scopm, fino dalla rnia primn esp7riei:iza del mondo, che la solitudine è una impronta interiore, che niente può scalfire o altcrn~?· nemmeno il clamore del p1u affollato e vivace rad~no mondano. L'isolamento è in– vece condizione esterna, che può 10ccarc, per ca_so, an_c~e al più cffusi\'O dcgh uomini; ma potr.l essere anche la condizione eletta che l'au· 1cn1ico solitario tende a sta: bilirc intorno a sè. Ora m1 sembra, tuttavia, di indugi~_– re su motivi troppo OVYB. E, a pr.oposito della citata intcn•ista, è, ancora una vol– ta, risultato che solitudine cd isolamento sono conl>i– dcrati termini di un,i condi– zione i.:ccezionalc, sempre capace di suscitare un certo stupore ogni volta che , 1 cn– ga riscontrata. e è conferma, - per fa– re un esempio che dirci non tema smentitn - !'.eccessivo e obusato mito biografico corrente intorno alla perso– na di Giorgio Morandi; e ci vuole ormai soltanto un solitario, un :.1ppnr1ato au– tènlico per non fare caso a ciuel modo di vivere, a quel• la semplicità e sobrietà di rnpporti che. se il concetto della poesia e dell'arte - e del conispondcnte stile di vitn - fossero più diretti e concreti, e non cosl monda– nizzati ed esteriorizzati co– tne oggi universalmente so– no, potrebbero riuscire pili nonnalì che eccezionali,· e non costituire motivo di fa– voln sulln bocca di tutti (mi viene in mente il petrarche– sco: • ma ben veggi' or s\ come al popol tutto - fa– vola fui gran tempo ,.). E si capisce tuttavia come, se la soli1udine è veramente un dato della costituzione inte– riore dell'uomo, si possa re– stare degli autentici soli1ari anche frequentando i caffè, o addirit1ura vivendoci tan– ta parte della giornata, e della notte, al modo di Car– darclli. Oriani, e il solitario del Cardello,. (ma in roma– gnolo, per precisare, .: e matt d'e Cardel •) scendeva dal suo eremo, nell'appartata \ 1 alle dell'alto Senio, per dominare le conversazioni di caffè, a Faenza o a Bologna; e riusciva, anche a detta di chi ebbe ad ascoltarlo perso– nalmente e ne serba tuttora il ricordo, un conversatore affascinante. Penso che gli intervalli ,•issuti in piena so– litudine, fra una discesa e l'altra nlla città, lo caricas– sero di un pili ricco, estroso e moltep!ice umore convcrsa– ti,·o. Non riusciremmo inve• ce a concepire un Oriani che a\1essc piantato addiril_lura le 1endc della vita abituale fra le pareti di quei caffè; ma ,forse, anche se così fosse ac– caduto. non ne sarebbe deri– vato un mito biografico del genere di, quello che ha ac– compagnato e seguito la vita di Cardarelli. Precedenti di ammiratore Già, sto pensando, a pro– posito di questo nome, che avrei potuto dare ben diver> si saggi di una conoscenza abbastanza approfondita di Quell'autore, sfruttando a tut– t'allro fine i miei p.recedcnti di ammiratore quan10 mai portccipc dell'opera di lui, ri– salenti alla mia prima gio– \iinezza; e. se non arrivai a proporre una tesi di laurea (che non sarebbe stata tutta– vja accettata. déµ titolare del- la cattedra di leucratura ita– liana), proposi almeno e di– scussi una esercitazione ana– litica su una lirica dei • Pro– lo$?hi,. che mi toccava parti– colarmente, e che senthio fm le più intime e proprie alla ispirazione di Cardnrelli; quella lirica che si intitola e Stanchezza,. (• sulla mia pogina scriua - Quanto an– cora da rifare•). Il mio mne– stro unh·ersilnrio, alla fine dell'esperimento da lui accct– tnto in antitesi al suo quasi totak dispreuo per la let– tura contemporanea. si di• chiarò, nlla fine della mia fatica (furono necessarie due sedute, per esaurirla), anco– ra fcrn10 alla sua com•inzio• ne negativa; ed io passnl al– lora per una specie di rh 1 0- luzionario, fra quelle. pare– ti accademiche, allo stcSl>O (con1lnua a pag. 4) « Mercoledl tiella Fiera,. i11i- t 1 va ulftzion~ e al vi (Cm 1 0 gli avventurieri pur di non zierm1110 CDII l'ascolto e la c 1 1c llOllt. nei~ cvr ca p rinnovarsi attraverso il cor,1g– tlisc11~sio11_ede L'A1>ocalissc, a ra ng 1~~;loi~eosg 0 •~Ùca, anche gio, l'onestà e In ~lfltur:a. crea,- f;b~~~:is~~ ~l~;:,ei: ;~.~';; ' :: i~a:~~~~~\~l;l~~ ~>n~~~i~nl~~t~~'i~ ;a ~~~St~m%~n~o~~f~;~çt~~~efcs~ libreria e in discoteca. La l'intarno da Una visione intui- s~re che m1 è. d1ffic1~efare. un /ll(lll~festa1.io11eav'.à l1w,go. il z!onistjca d~lla realtà: unn vi- ~~f~~r: 0c,~6~~1'i1~~~egi~]in~~~~~: J3 t1,ce111hrevross11110A, D10-, s1onc_ 111 cui Bcrg~on, Croce_ e tivo del r-errai:i Mi lim"t ò scuri, vin del Corso, 300, gent!IC, scopron6 11segreto 1r- ad aggiungere c•l;c • La V~ce;» Roma. ~.:~~~~ 1 ~fcll~~~m~ 0 ~~al~ Jl~tc~~; ~J1c 1 inp;·~~lfa ff1'.~!.~i~n1 i,i 1 es1 ~ri!~ libera dello spnrlo. tori, poeti. pensatori. artisti '.½~- Ma « La_yocc • fu anche una e politici di formazioni cultu– tf'ilif§@filf~ - , scelta polt~1ca: cons7guc~Hc _alta rali diverse, ma consapevoli di : : scopcr1a d1 una socie_tà_ italiana iniziare nel nostro Paese una • 1•11r1out cn Prnnce et Unlon• !ogorat~ dalla vcccl!iara, cfalla opera di rinnovamento nello : FrAh~nlu, DclglQuc, Suine: 1ncnpnç11à C dull~ Hl~c sen~~ spirito e nelle forme espres.!-ive. ~ :1!~:~~c~· l!:,~:~;,, 1-~l~~~~l~(ll;e A,'t\~ ~ h;u~_ 51 ~~1;s\~r~~i;;~'l~1~ 1 ;1~~\.i'~ laL';;~owg~rit~r~a~~1~ 0 '~g~l~; : :;~ 1 /~ 1 .. o~~cn~.~ 11 :'c~~n~~\~~t{!ml~: n, isli~uti sopravvi~suti n _un giudiziosa e clcll:1 CM!mplari1à : :::, •~:~~~~1 /u 111~~l;~:~ ~ ,~~~1 1 t ;: ~l~~:Jn~:~r~~~. ~~:~;~ ~~l:l~~j~~~: ~~~nt~\tfi~~g1f\r~~~~~:1\i f~~= : "PL- 12" : fru_tto dr eresie cora~g1osa~ncry- tali dagli scrittori inclusi. Vi - AMIS DUCOURRJl!H. : te imposte da una g1ovcnJu già è un panorama di nomi. desti- : 3, Avcnue Romaln à Sl'A: coTls!1pevolcdello S!alo dt ona- nali ad essere i protagonisti (Rclglque) • cromsmo della Nazione e dalla centrali della culturn italian:\ ---------------------------------------------------,~f;s~:-impp~-~~~~~~ ~i u~1~b~0n~~ AKUGATAWA E LA TENTAZIONE DELL4 FOLLIA ;i; 0 ~~•c,!~~ 01 50 f)~),;';.\"~i"~'t 0 '. * X~~~~loia'.'e~ D~r 1 0:~~:~ian~~ Un Kafka ;:iapponese? simo i. cli G. A. Borgcsc. a • L'impressionismo e la pittu– ra italiana,. cli Ardengo Soffici. Dal • Giovnnni Pascoli,. di Emilio Cecchi al e Mozart nel– l'arte moderno» di Giannan– tonio Bastinnclli. D,1 • Preghie– ra per Nietzsche» di Giovanni Papini al .. Risveglio dell'ani– ma francese,. di Sorc.:1. Dalla « Retorica co.ntro Roma » di Prezzolini al ..sistema della fi– losofia dello spirito,. di Karl Vosslcr. Dal " Carducci e Ci-o– ce » di Renato Seri-a alla• Mor– te del socialismo » di Falca di Calcedonia. Da • Charlcs Pé– guy » di Vincenzo Cardarelli agli • Amori con le nuvole» di Benedetto Croce. S APPIAMO poco sulla cul– tura giapponese: qualche romanzo tradotto c. lan– ciato non risana il deficit dì ~';noJ;jn~!St~h~oroonil rtt:;. pone ma l'intero mondo asia– tico, come quasi tutto il mondo africano, rispondendo in modo ormai csostorico al vecchio complesso di supe– dosità della cultura occidcn– lale orgogliosa della sua pie– ne1.za e varietà interna sino a trascurare tutto ciò che l'attornia e magari, per vie segrete, l'influenza. Libri come Kappa, appena uscito per la traduzione di Mario Teti presso Bompiani, sono spiragli su un mondo che ci è ancora intellettual– mente chiuso, al quale siamo ·abituali a prestare i colori del mito esotico più che a ,•aiutare come -u.n deposito di spidtualità, come una stagio– ne irì sé chiusa e perfetta dello spirito umano. L'inte– resse, in altri termini, resta superficiale, e cerca le coni– spondenze e le similitudini più che le differenze e l'auto– nomia: già l'aver posto in fascella di questo volume la dicitura • Un Kafka giappo· nese •, può si servire a defì• nire nella memoria del let– tore i caratteri salienti del– l'autore orientale, Aktugawa, ma insieme ne tradisce la sostanziale unicità e diver– sità. Testimone e vittima di una grande crisi. Akugatawa è co– me Kafka ricorso a un sim· bolismo ora allucinato ora grottesco, e come Kafka ha curato lo stile e il linguaagio sjno a queUa chiareua e semplicità che recuperano l'in– nocenza delle parole, ullima salvezza nel caos del mondo e, quasi, l'ultima afferma– zione di onestà. 1noltre: bre– ve è stata la vita di entrambi, e povem di avvenimenti este– riori, e ad entrambi comune il gusto del disegno alluci– nato e satirico che porta sin dentro l'arte figurativa la 1e– s1imonianza della loro crisi e l'interpretazione del loro mondo. Ma fuori di quest.i. certo affascinanti, caratteri comuni, quello di Kafka e quello di Akugatawa restano due esperienze fondamen1a1~ mentè diverse, maturate ed esplose su terreni diversi: accostarle ha una utilità im– mediata che deve essere ri– conosciuta valida entro bre– ve raggio ma subito dopo abbandonata e trascesa. In Akugatawa la satira del costume giapponese è trasparente, si impone a vol– te per se stessa come tema, come intenzione bloccata al– la pura resa degli squilibri causati dalla penetrazione occidentale in un Giappone tradizionalista, che da tale penetrazione uscì né più con– vinto delle sue tradizioni né validamente occidentalizza– to. Una naturale nobiltà, an– zi aristocraticità, imped\ ad Akutawa di abbandonarsi esteriormente al flusso di quelle meditazioni sulla mor– te e sulla solitudine uma– na che pure, come ci informa la sua biografia, lo portarono trentacinquenne al suicidio: non c'è terribilità. non c'è il peso di un incubo, non c'è l'evidenza di una maledizio– ne, che sono invece in Kafka a fare di ogni sua pagina uno scoperto documento drammatico, ancora più evi– dente e pauroso sotto la cri– stallina oggetlività della scrit– tura. Akugatawa dà spesso l'impressione di un gioco, di un pcrfello gioco snobistico condotto col sorriso sulla bocca. Ciò che del resto rien– tra nella grande tradizione giapponese e fa di Akugata– wa un ultimo, menLre per diritto di intuizione e di te• stimonianza egli è uno dei primi. Considerata la sua fi. ,ie, comprendiamo che"il grot– tesco, l'assurdo fantasioso, erano" le difese opposte da una personalità sensitiva al– l'uno d'una realtà inacce(la– bile, che la stessa salira so· · ciale mascherava un'incapa- cità di aderire, di vivere. Sulla pagina, Akugatawa ten– de a nascondere, a simbo– leggiare, a sorr~dere: è con un sorriso di saggio che nar– ra le sue vicende, che de– scrive i suoi personaggi, che dipinge il suo Giappone ,,ero e -assurdo, e oltre il Giappone ~i~!~:~u;d~apJ:i~e~'o8nà\zi~~~ umana~ la miseria e la m~ struosità, la bizzarria e la crudeltà cli ogni società umana. A questo punto di universalità ci accorgiamo che la testimonianza di Aku– gatawa non punta più sul moderno rispetto all'antico, e non vale dunque inserirla in un semplice contesto di cri– si storica, ma bis.ogna con– siderarla come l'aggiornarsi di un pessimismo antico co– me l'arte e come l'uomo, legato a. una paura ancestra– le e, più specificatamente per lui, legato alla stessa religio– ne giapponese, a quella sto– ria, a quel costume, a quella disperata saggezza che ha per millenni puntato sulla morte come unico co1T°i(livo e scampo da una situazione senza rughe verticali, senza pietà dell'uomo. Il voJume Kappa ora usci– to raccoglie il meglio della produzione di Akugatawa, uno specialista nelle novelle poco estese; da esso resta esclusa, perché già nota, la novella intitolata· « Nel bQ– sco,. che insieme alla qui contenuta • Rashomon » servl di traccia per il famoso film omonimo, che nel '52 lanciò in tutto -il mondo la nuova cinematografia g i appone– s e. Nel volume eccelle, per ampiezza e pienezza narrati– va, il racconto che gli dà il titolo, .: Kappa », un raccon– to di fantascienza ante lir– tera111 che narra del soggior– no d'un uomo in un mondo di creature del soltosuolo terrestre, « coi capelli corti e le dita delle mani e dei piedi congiunte da una membra– na », il cui peso • oscilla tra i nove e i dicci chili», la cui • parte superiore del cranio è concava, rotonda come una scodella •, insomma delle ben strane bestie piccole e ignu– de, diverse eppure tanto si– mili all'uomo che, nel nar– [•arci alcune delle loro vi– cende, il narratore finisce per raccontare dell'uomo, dei suoi difetti e dei suoi sogni, della sua solitudine e delle sue miserie, della sua vita e della sua paura-voglia di morire. Ma anche gli altri racconti della raccolta, pili o meno allusivamente, fonno il ritral– to dell'uomo, mostrano al– l'opera il moralista disincan– tato che, con, ironica scrielà, con indifferente partecipazio– ne, con nauseato amore, in– somma con i bianchi e i neri del suo gioco solitario, di– pinge sul fondo tenero d'un Giappone di lacche e di sete, di pm·aventi dipinti e di giardini fioriti, i nitidi per– sonaggi d'una sua commedia umana, d'una recita assurda, senza scopo, senza metamor– fosi. Come per il pittore Yo– shihide, la figura più forte della sua nari-ativa, e la pii:1 scoperta nel senso nutobio– grafico, tutti i personaggi di Akugatawa saranno sepolti e la loro tomba snrà .. ricoperta dal muschio; cos\ che di loro non rimane più nessuna traccia», come nessuna trac– cia rimarrà dei misteriosi kappa una volta .che chi li ha visti sarà uscito dal loro regno. per entrare in ma– nicomio. La pazzia è la tentazione di Akugatawa: in un rac– conto egli addirittura elen– ca e discute i piU celebri fol– li della storia, dalle esistenze sempre burrascose e le con– clusioni sempre, pii:1o meno, terribili: come la suo. Sotto la grazia verbale di questo scrittore, sotto la leggerezza del suo stile, l'allegria dei suoi rnccontini, il sorriso del– la sua saggezza di antico snob. c'è un'ombra irrime– diabile, c'è un abisso che at– terrisce, neppure crudele ma indifferente, gelato. PIETRO CIMAT'fl Potrei continuare a citare al– tri autori e altri problemi trat– tati in questa rivista che, lra le riviste italiane ed europee, fu certamente un:1 delle più vive dell'epoca. 1 suoi fonda– tori e i suoi collaboratori eb– bero il coraggio di essere cc– clettici e spregiudicati; studiosi di tutto e disintert!Ssati lino all'eroica ingenuità; vivi ed estrosi pur passando attraverso singolari vagli critici. Essi amarono la bellezza, l'arte, la poesia;. ma si piegarono, con– sapevoli, a vedere nel grembo segreto deJla• società italiana per studiarla e chiadrc i pro– blemi di fondo del nostro popolo e della nostra civiltà. Furono infatti essenzialmente uominj civìli, ~~nsibili ad ogni autentica trndmone, ma entu– siasti altresì, e con misura. del nuovo. Essendo uomini che presero sul scrio la cultura, s'imposero il duro compito di crca1·c un nuovo stile letterario e un nuovo stile di vita in mezzo a una socict!l. che si era dis~bit_uata a pensnrc, a creare, n gmd1care, a vivere e, soprat– tutto, a garantire I valori di una civiltà ormai assediata dal mal~os1umc, dalla bigo1te1ia raoe~~~l'io~~It !l.co ;;i,~~r~is;.~~ll~a\; fare . dcli'! lalia una terl'a di rno111 o di scimmie :1mmac– ~u ate.

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