La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 49 - 10 dicembre 1961

LA FIERA LETTERARI Anno XVI - N. 49 SETTIMANALE DEhLE LETTERE DELLE ARTI E DEbLE SCIENZE .Jomenica 10 dicembre 19°61 SI PUBBLICA LA DOMENICA * Fondato da UMBERTO FRACCHIA * Diretto da DIEGO FABBRI Q ESTO NUMERO L. 100 DIREZIONE E REDAZIONE: Roma • Via del Corso. 303 - Tel.. 687645 - AmmlnlsLraz.ìooeTel. 673015 - PUHBLIClTA': A.mmlnlstrulooe cl..A FlERA LETTERA.R.J.An · Vta deJ Corso. 303 · Roma · TA.RlnA t... ISO •J milllmt:;~ 42 ; ABBONAMENTI: Annuo lire 4.000 • Semestre lire 2.150 - Trimestre lire 1.100 • Estero: Annuo lirf" 7.000 • Copia arretràta lire 150 • SPf'rll21one In cooto corrente t,Mtale (Gruooo Il) • Conto rorr~nte t)l"l•t,ile num~rn ln tempi di rotocalco * La"t erzapae ;ina" non è più.un 'oasi * di EfllllJU> l<'rllj(IIJI pubblico• - do\'rà •da gior• nale di notizie C,ivenlare gior• nalc di commento alle noti– zie; da strumento esclush 1 a– mcntc d'informazione, stru– mento prevalentemente di formazione e d'opinione•· Di conseguenza. non è lan• ~~a~ /~c7:asf~~~~;e q~~~\i~ le altre pagine del giornale: la terza do,•~. al con1rario, ricollegarsi più decisamente alle proprie origini culturali e letterarie, senza tuttavia al• lentare il legame in1egn1tivo con il resto del giornale, ne· ccssario per non incorrere nell'accademico o nell"assen• teismo, e per riprcndct-c e in• 1ensificarc invece la propria funzione. E non è forse quel– lo che, in alcuni giomnli, e:.• ,a , iene già facendo? Oo,c meglio, do,e peigio: ma con la dovuta con::,ape,·oleu.n : nei modi che. non abbiamo tardato ad illu::,trarc ::,cmprc che se n'è presentata l'oc– casione, e che si avrebbe tor-– to a considerar sbagliati solo perché difleren1i da quelli che piacquero in addietro e che difalli non manc,1rono d'cs::,ere regbtr.i1i da storici e da antologbti, dopa che, irrisi, i critici militanti ne a,·e,,ano sollolincato, per quel che ,,aJeva, la buona qualità. Escluderemo ch'cssa torni a forsi riconoscere e apprez– zare? Cominciamo, mtanto, col pl"Cfcrirla alla dozzinalità, ::.ollcci1inmola, incoragi,!iamo· la: la ripagheremo delle in– giustizie e delle offese. La tena pagina ha tutt'al– tro che esaurita la propria mansione: rcstituit:i o con– servala nella propria dignila • qu:ile parte integrante del - conferma il Lcgilimo - giornale d"opinione, che ga· rantiM,e la collaborazione di auton d'indbcusso prestigio (continua a l>Ag. 2) Il_,E'JL''JI' ERA ( • Pennlthna ,,nntata dell'inedito: da Giolitti alla ·' Voce,, • Ì "'--------~-----,----------../ EUGENIO DRAGUTESCO: • Giuseppe Preao\U'II • Jl::"ANIIHII PREZZOLINI: ltalia 1912 (" lta*':1 1f{t 5 If 11 ~°re;i~:~ci~1f!~~l:o;i;~~l:ir:,~~a,1~ fortunatamente recuperato dall'Autore, a noi COIICCSSOin esclusiva. Giolilli: la prosa C1 IOVAN I GIOLITTI svelò la menzogna socialista. ~ Il merito principale di quest'uomo. è forse quel- lo di avere intuito quanta debolezza fosse nel movimento socialista. quanta frivolezza di chi lo conduceva. Lo ·spauracchìo del socialismo dipingeva òa lontano un proletario nerboruto e minaccioso: da vicino si' rivelava un borghese pitocco. I cani che ur· lavan rabbiosi. si sarebbero quietali con due brigidi– ni: Gfolittl vide la necessità di concederli..La sua po· litica di ailentare i freni, di lasciar libertà negli scioperi. di accontentare 1c cooperative. suscitò una viva reazione nella borghesia. e dimostrò quanto stu– pida fosse questa classe che temeva davvero un Giolitti rivoluzionario: le rivoluzioni r:iolittiane sono state le più potenti q;rmi di conservazione. Il carattere freddo. burocratico .Industriale di Gio· litti .e il suo successo in Italia. è uno dei più po· tenti segni del cambiamento dei tempi. Giolitti è l'uomo politico Upico. tutto conoscenza di realtà e di uomini. senza idee e senza teorie che lo impiccino per l'azione. Egli è Papparit.ione sovrana della « pro– s:a II nel campo della polilica italiana. dove persino il nostro più grande (e pur non cosi grande come ora si vuor far credere) uomo polìlico (\ella terza Italia. Crìspi, dominò per vìrtù di poesia e di retorica. Giolitti è li ritmo del Codice civile, scandito in una nazione di versaioli e di entusiasti; e getterà semPre intorno a sè. per gli uomini che hanno un po' di lspira1.ionc, un senso di repulsione e di gelo. Questo spiega !"odio che suscita. e il i;uccesso che ha, ~compngnato d.1 :i.fretto e da entusiasmo. Sto iografia economica !PERCUSSIONE. di queste lolle sociali e della sim.,.. R patia degli intellettuali per il socialismo, è _stato nel mondo intellcnuale l'interesse al mar.usmo, interesse cosl vi\'O, che tr.i. i più , h•i comme~li. all'ope~ di Marx, res1emnno certo quelli di «kun, tnterpreu italiani. O'ahra parie la preoccupazion1: del . fauon: economico nella s101in, ha dcst:ito l"a1tenz1one d1 a\cum ,·igili o::.sen•:itori, i qu.lli. mediante questo .nua,,~ _canonC: di interprc1azione, hanno dato una orgamca ,·1s1on': d1 fat1i tino ad allora studiali dagli storici di professione e delle accademie in sé e per sé. come fatti e come documcn1i. senza alcun profondo addentrarsi n7lle. loro 1-aaioni e nel loro collcg:imcnto. L~ 1011c eret1ca!1 del mcdio•e\'O, quelle frn Stalo e. Ch17sa dal med1o·~vo :1\l'Ottoccnto il nostro :-.tcs:.o nsorg1mcnto hanno ncc– ,uto da quCSta luce economica una tale chiarezza da farli risaltare con un:i nuo,•a e,·iden7..a di fronte aiH occhi di tuttì. Quando lcgae,•amo di quei miserabili ~~~~ree dleg~~~; e ~i'~~la s~o,~e~àiadt"c 0 risfg\ ~~:trA~s~:~ (conlln~ pag. 2) • Luigi Com_pagn * A illichele Pt•iHco CARO i\lichele. è questa una delle mie rare e , cramente amale sere: 'io qui N EL CORSO della sua re– quisitoria contro Lo seri t tor e disinlegrato (Valkcchi, Firenze, 1961), che vorrebbe essere • uno studio sulla nostra a11ualc let1cratura e in parte sul costume dei suoi epigoni. un saggio sulla condizio• ne umana e artistica di un personaggio {il poeta, il narratore, il critico) e di 1u1ta una società letterana •• ma che per: l'acceso ocoguel· fismo della sua sostanza ::.i configura, a 1ra11i,come una specie di apocalittico libello, dove molte e molte sareb· bero le obiez.ioni e le rei– tifiche da apportare serena– mente se ci discostassimo dal considerarlo nella tipi– citil del suo appassionato si– gnificato d'insieme e se VO· lessimo cercare di conciliar• . \li l'eccessivo pes::,imismodel· l' impastazione generale col ::,o,•en::hio ottimbmo di al– quante esemplificazioni par– ticolnri: nello svolgimento d<.>I MIO atto d'accusa, Mario Gui• dotti non trascura di sof· fermarsi sulla situazione pre• ::.ente del giornalismo in rap– porto alla sal\!aguardia e al– la diffu::,ionc della cultunt at– traverso l'esercizio della cn– tica e il benefizio della lette– raturn. quali si manifestano nella cosiddetta e terza pa· ~ina •· E va da sé che per il Guidotti e la terza pagina sta ::,comparendo. fatalmente; e ::,oprattutlo sla scompnrendo dal gusto del pubblico, se pure anca.a soprav, 1 1\'e in quello del din::uore del gior– nale•· L'autunno in Fra11cia Op<>rn 11azio11nle e. morale rl<>lsocialismo in unn delle a mc cure ,averne. col vino e l"aniici1.:ia. I:: il ravoloso llcu che giil 1111 tempo col riso e la hc:-;1cmmia illumina•a 11ml miu scurn ruM\ accanto jl mare. bieco fnnci11llo clulln voce rauca: 1 on es::,cndo riuscito a ~ot· ~:~~la,a 1 !~•e!c1~:i'i~~~ ri~~~~ rio• ,·iene tmsf onmmd m,i in • un abile prcss agc.ut »; l'in– flnzionc cartace a e in conti– nuo aumento; gli elenchi ::,1 ~os1ituiscono alle analisi, i pct1cgolezzi ai giudi7J; la ero· n:-tca prc\'ale sulla critica: cronncn, per giunta, più di ih~le~l~vi~r~~~:i 6di~~~~~l o lei terari: e una fotoçrnfin azxccca1a ,•aie il migliore dei saggi. Sennonché questo è , ero lino a un cerio punto: e non per tulli e non per :-.emprc. . A giudizio del Gllldotn «l"cl7e,•iro , iene con dispre1.- 10 lcwnto a un periodo che potremmo definire angiolct– tinno ~ molti redo.tt01i di tena lo snaturano e troppi l'Oll.iboratori ubbidii.cono•· Ma non è giudizio da ~olio• ..,1,;rhere ::,cm:a inventario. Le fortune c\cll'cl1c,irb1ica. ad c.-.cmpio. non rc:-.t:ino limi– late nl pctiodo :1ngiolc11iano, e ma ca:-i miglio1 i conlcrma– no la risr>0nde111acon uk·uni Caro1tl!r, della sa1:g1~t1ca. co· ,1 ben ri:u,.-.unti da Ercole Rt.!"~10 ( nella .\ 111om A11tolu• ~ia dC'I ,ellt.!mbrc 1961 ). La (( ter:z:a 11 nel dopoguer-ra Cto non toylie chi! l,1 tC"r1a pag111.1,nel ..secondo dOJ>O· guerra. ,.,bbi;,\ rè.1lmentc )li· buo qualche opportuna tr.i– .-.lonm\7iOnc; ,olendo megl•.o accordar:-1 con k al11c pa~•· ne del giornale cpput ,cm• Jlte dii lcren11ando,cnc nella nalt,1;1 e nclla:-~QllÌlllCnlo e odia ~ullocuionc ::,tc::,,:idc· gli articoli: « ,_.1,.c, irì •. • ccn· tri •· • ta~h •. •~palle• Ise1·• , Ì7Ì o corrisponden,c o , 3· rie1:ì) che siano. E tale ac· cardo è da augurare che d· sulli sempre più efficace e saldo e fC("iproco, • pm1:hl!, !>'ìn1ende- come ha ben os· senato Gianfranco Legitimo in un suo circO!>lan,ialu in· tenento Per una ripresa dt'/· la rer:.a pagma (Oialoglu, aprile 1961) -, non \'Cnga meno l'autonomia fun1ionale dei rispcuid 1.-cnlri d'in1c– rc~s1•· Non si u-aua di ::,olloporre la cultura alla poli1ica: sa· rcbbc un cqui\'oco m.idor• nale. un errore, un danno. Occorre piullOsto 3\\ cn1rc - rile,·a il Legitimo - che • il Qiomale, inte~o _come_ gior· nale di no1iz.1e,e già m dc· caden1.3, per la ine~rabile concorrenza degli altri mcz.~ Ti d"informa1ione, e che s1 impone perciò una sua ra· dicale 1rasforma11one •· Rn· dio e 1elcl"i-.ioncOf>l'rano con un·instanl3neitJ. e con una e~atteu.a non ">upcrahili. Co~, il \cttimanale in rotocalco s'analc d'una documentaz.10- ne fotografica piu ..c1e11on ..1a e p1u es1esa Per so,;;tenere e per ,·1nce· re la concorren,.a Jci nuo· ,l~ìmi mc1.1i audio-, isil"i, il giornale _italiano - po1chc • l'c~mp10 dei g1omail .,,ra– nien, .:..opra1tu110 americani, falli di q)k .tridc e :.the• ma11che no1iz1e, non ha mai i()duto il favore del nostro stag-ione di - romanzi Q UANTO a quel morto che è il socialli;mo. con· viene parlarne con un rerto rispetto. Anche Clii· so ha del meriti. e in una commcmornzione fu– nebre non bisogna scorclnrll. Non gli comporremo una di quelle lnpidì vagamente taudalive nelle qu:1\1 la retorica del ~polcri confonde tutla l'umnn1tà. Un cimitero non è- certo il mQdello più adntt(l pC'r rare 1.1 !itoria. No. diremo i \'cri meriti del socialh:mo. che. come pc-r molte altre cose umane. sono un po' estr.-.– llcl al fine che il socialismo si era proposto. Portavn il 1 soc.inlismo in seno una paroln internazionale. umn– na. che si rivolgeva allo classe dei nullatendC'nli senza distinzione dì Hngun e di nazione: mn in lta– Ji-a invece produceva effetti vcrnmentc nazionali. Quando la borghesia aveva reato lo Stato e l'unità e l"nssorl.o Pnmilio ncllu sua rondtt mulinconin C'tllHl' 1111 mur(, perduto in una grande :,ll'llcln d"t-:11,·opn: e- l11coro11ato L ' AU. TUNNO è in Francia la Sl::igkmedei roman- 71, lo è per antonoma• ::,ia perchè ">Cin nitri mesi dell'anno gli edi1ori Slampa– no romanzi in unn quantilà m:igari eccessiva in autunno non pcnsnno ad :iltro. I quat– tro grandi premi leuerarì di fine d'anno con ciò che com• portano come profi1to com• merciaie polari7Jano l'attcn• 7ionc di tutti nc\l'ambicn1c ~~~e~~~e.1"0~1~"ni1Ì ~~~~~-i ~!~~ gono sfornati in questo periO• do; in genere pochi mesi dopo I,, si rag1-;ind1•maigio– ranz., di es,;;i è dimenticata n,pc11:indo il momento di e-.• sere mandntn al macero. Vi sono le ann:11c magre delle qunl; nulla o qua:-.i rimtrnc e le annate feconde che ,c– dono sorgere uno o più nllo~ vi astri. Assuefatti come sia– mo a dire sorcntc e di prc· fercnzn mnle di noi stessi rimaniamo con\!inti che in line:i generale - c. fotte lt dcbi1c cccC"7ioni- i premi lct1er:ui ,iano in Francia più ,eti che non da noi. Bisogna però onC!>tamcntc :immettere che i giudici mn,chih e lcm– minili di fine d'nnno si 1..1- sci:ino raramente ::.fu~~irc un'occa:.iOnl! JlCr commettere C"1TI:>1i p.lcchiani. Qucst 'anno d ~i accorda a licoooscerc che 1., ,tngi,,ne autunnale sc nz,, es:-e rc ccce- 7ionalc come qu1.dl, 1 inalc-..c (ri1orncremo ;unpiam cnt.: e .-.cparainmcntc -.ui 1"0n1.1n11 d1 Eveh·n WauRh, An~us Wibon, Richartl H·ughc,. William Snnsom. lvv Complon•Bur– nctt, Frnnci, King è degli americani c~u~on ~kCullc-1~ e John Updil....: u;;citi nelle ultime se1tim3nc c.• tultÌ rle– gni di moh.l ,ltlCn7iOnel C più interc..,~3ntc_e ncca <l1 quelle precedenti. La 1cnd.:1)· 1.aalla facile ,·olg.J.nt.i..all'es1• bizionismo e l'erotbmo m;• :-01.>Ssivo è fortunatamente in regresso: vi è una mag~iorc ,·arielà a::.,ieme ;:id un nlor· no a forme lcnernric plù co· ~~~Ili I; n~~~;')è. d~i~a1~~.~~ te ::,upcriore a quella del 1958! del 1959 e del 1%0 mcn1rc si po~ono· scorgere alcuni ro• manzi degm di atten1ionc e di discussione anche ail'in- ~o;-:.c~io~~'ì~pd~~r.;~ii~~- na operazione che .sta frn la gara sparti,·_a e la gr.inde lot: 1eria. Perchc per quanto ::,cn possano essere i pronostici talli dai bene inform::111flno all'ultimo momento nes~uno è mai sicuro di ,cder uscire ,·inci1orc il candidato gene• ralmente considerato fa,·ori10 dalla sorte. Quattro romanzi \enlhr:ino emergere quest'anno. p~r ra· gioni ,arie. Sia chiaro che questo non 'iignifica che si possa darli fin da o_ra come vinci101i di un prenuo. For~c riusciranno tutti ad 011ener• ne uno forse soltanto uno o due di· loro giunger:ì al lr.l· guardo quale , incitare. fo::.e nessuno. Ma anche se le gm– rie S\'ogJia1e e disam:nte, pi– gre alla lettura e troppo scn· .sibili ad• argomenti extr.i· lcuerari. non do, essere PI"<:· miare alcuno di loro men· 1ano l•gualmente la. ~~mala· 11une e'i-..endo ci:lSlUOO in_ un modo di,-crso lihri che me– tano un talento natrauvo s1- * <li GlrlCQJIQ A1\ T,JJ\l1\ 1 I !i-oanno) ha p1u pmbabili1à di ogni a1:.ro di 011cnc1e il Premio Gonc:ourt. L'inllu::,::.o d1 Sartre è as ..ai -.cn~ibile ma C!)SO non dhnil\Ui::,cc il talento di JcaJl C'nu che ,i :ilTerma per la prima \'Olta come narra.1orc. La P1t1é dc D1c.u si svolge in una prigio– ne gcogra6c::imcntc imprcci– s::ita che licorda irrcsistibil– mcn1c flui,s Clos di Jcan-Paul Sar1rc. Ouatt1"0 indi\"idui ac– CUMiti una o piu \'Olle di omicidio '"i si tro,nno rin• t'hiusi. Ci::iscunodi loro parla. rievoca il passato, tenta di giustificarsi. Di ora in or.i. o di racconto in r.i.cconto l'angoscia si fa più in1en.,n. La cella di\!icne un \"Crp in• fcrno e la IÌnC sarà nc.::e:-.sa– riamcn1c onibilc. E' difficile dire con prccbione quali sia– no 'it:ltc le inlcmioni dcll'nu– tore scrivendo code.,I'> ro– manr.o O:i::its:iiYo, E.' c,idcntc ::,oltanto che i quaaro a::,::,as– !>inisi sentono uniti dalla so• lidaricta di quanti hanno ,·ar• cato le parte dell'inferno; dannati essi po<;,;;onot1"0,are ~ollanto la pielil. di Dio. Jcan Cau dubita però chian1111cn1c che cs:-.acsist::i. Fra i debutti degli ultimi anni quC!ito in Francia ~i sembra uno dei più note,·oli. l·hc n noi r,or.lH g·loriost> il fresco VCJ\to rl('l\u :-.ua intclHµ-cn,.n nssieme al grido elci po,·cri <'hf' nmh: curo e corrhpandono ad una intima ncccssil, dell"au1orc. Non .si è più come qualche anno fa con un Ber1rand Poirot-Delpech nella scia del– la Sagan, mal~rado un impe– to giovanile nconoscibile nel primo libro, e tanto meno :illa ricerca di impl"C!>Sionarc pmvocando lo scandnlo. come fu il caso di Christinn dc Ro· chcfort, il cui /..e Repo:, du G11erric.r viene 01-a po11a10 alln .scenn da un auorc ci– nematografico italiano im– J?ro,1,i::,,110,i com111cdiog1-;:ifo lrnnct'-.c. Ognunò dc, qualtro è serino con :;crietà e con impeillO. .\lichcl ~lohrt Michcl ~lohrl che con LA Pri~on \faritime (Gallìmard cdii. Pari::,) :-.t:i 011cncndo unammi ~ufTrnp:i non è un nuo\'O ,cnuto. In un passato non troppa lontano ::.i è a\'u– to occa::,ione di discuten! .-.u que.stc colonne due suoi libri di innegabile pregio: ,\1011 Ro_,·aume 1>011r rm Che,·a/ e I.e en·,teur Fidèlc, tradouo poi anche in it,1liano ma al– quanto 1rnscurnto dai grandi quo1idiai1i e se1timanali non ,empr-c realmenle inte~sali nlla lc1tcra1ura e dbp.:,::,ti al• la lettura. Vari :inni sono in• 1en.. 'OrSi fra le Sen-iteur F,– dèle, che dmane uno dei l"O· manti ,cramcn1c .sil!:nificathi u,;dtì in Francì:I gli ultimi rcmpi. e La /lri,sou \lantime. Jlcnchè l'intn.-ccio dei due li• h1i !>isvoli?a in Brctagn::i cs,i hanno a:-,saj poco in comune. Non che l'autore sia cambia• 10, 1an10 meno che ~in di– :-po.stoa rinnc>:arc il pa~ato. ma nel frallcmpo e maturato "-ubcndo ::iltri influ.,si modifi• cando, almeno in letteratura. il suo 01ientamen10. La Pri• .)011 Marìlimc. è un romanzo d':izìonc come lo sono quelli di R.L tcvenson e lo.;;cph Conrnd. I due grandi narra– tori inglesi - e gr.mcJi lo .sono dav,·cro - sono I pri• mi il cui nome \ iene spon• tanco come riferimento leg• ll'Cndo le an·cnturc di Olhicr dc Kcn.::ingar, un gentiluomo bretone che sogna la ritro– ' ata lndipcndcma della sua l'Cl,!ionecd un'unione celtica coll'Irlanda e la Scolia. nar• rate molli annj dopo in una c1.1 gi:i. avanzata dJ. !lene. suo compagno nell'ardimcn– to::,a imprl.!::,a. Il roman,o è complc~:.o, non soJ1an10 perchè 1'::11ione :-i sposta dalla Brctagn::i a Londra ed all'Irlanda :i se– conda dei ,faggi in mare compiuti dall'intrepido capi-. tana, ma sopra11u110 pcrchc ~lichel Mohn seguendo in ou~to l'esempio di Jo;:;.eph (onrad ha me5.sO nel libro molto di ::,es1e::,so riuscendo a dire in un romanzo appa· rentemen1e d'a,•,·enture. gra– devolissimo quindi alla let– tura, cose che gli ~,anno a cuore. La Prison \1ar,time. e realmente note,ole. degno più di ogni· altro di es'icre ._,cg1ta· lato da un premio ad 0 Jn'am– pia _cerchia di !cuori. ,11a.e an11tutto l"opcta d1 uno .seni• ;~~-~,u~;~;a 11!1.:1:;~do"f: Q 1 ~~~o lita d1 pcnone d·ambo 1::ic::.:-.1 attualmente decisa a scrherc e :id essere pubblicai~. Vo– lendo esamin::irc il romnn,o da \'icino, riserve se ne po!.• sono fare. Una ,,alg::iper i-ut– tc: l\·lichcl Mohrt .si è troppo preoccupato di far sentire al lcllorc che la sua è sohanlo unn fi117ioncalla quale non licsce n credere come , i a, rcbbct"O creduto tcvcnson Conra.d cd altrj autori del• l"011occno o del primo NO\'C· cen10. E' peccalo pcrchè pa raggiunge~ in pieno l'ob1c1- th•o, un roman7o d'av\'cnture 111..'Cc::,::.llil di Ull:l to1alc cd ~:1r~~~o,;.cdtd 01 ~1ti:l pi~~~~~ mende che 'ii po'.\'ìOno rilc• \nrt.· prO\cngono tutte da co• desta troppo imcllig<mte e lcllerana p1-csa di po:-oi7ionc. Jcan Cau rb'-ai di,c1-so è il 10111,11110 di Jcan Cau I.A Pìtic dc Dicfl (Ga.llimard cdii. Parb) che per \':tric ragioni d'indole c,tra-lc11emria. Ira le quall il tatto che Jcan Cau giova• nb.simo fu per qualche 1cm– po segretano particolare di Jean-Paul artrc e d::i allora milita decisamente a ::,inb1ra ( tut1i ::,anno a Parigi quanto i giudici,dcl Goncourl, .)cl _al– meno parte Ji essi, dc.5idenno allenn:ire le loro sm1p;1tic a sini::.tra in particolar modo dopo lo ¼:andalo dello scor• Un debutto a.s.sai promct• 1ente è anche /..a Grotte (Jul– liard edit. Paris) di Gcorges Buis. L"a11ualità può a\"cre una parte nel meritato suc– ces~o del romanzo. ma non in un ::,enso ncgati\o. A,·endo (contln~ pag. 2) ··- italiana. le cla~si povere cruno stnte assolutomcntc escluse dal voto e quindi dal potere. Più tardi un allargamento del suffragio permetteva l;:i loro appari– zione nel moto dei partiti e nella rappresentanza de– gli interessi: ma come si potevano trascinare, o mc· glia elevare. sollevare a questa partecipazione na· zionale, oostrin,:crl~ a enlrare nel cerchio della co~ scicnzn italiana dalla quale erano assenti? Non po– teva né lo Stato con mezzi mcccnnlcl. né le classi superiori non intcrei::sate. Occorreva uno sforzo in– terno, un intcrcf-se. un'energia lavorante dal di den– tro. che le spingesse a levarsi e a mandare il loro grido nel coro deUa nazione. E questo interesse, que– sto sforzo ru il socialismo che lo suscitò. La fun– zione storica del socialismo Italiano ru quella di por– tare entro la coscienza nazionale I~ masse popolari: compiuta questa !unzione. Il socialismo ha perduta ogni vèemcnza, è diventato semplice dcmocrazin, si è ripiegato su sé stesso, è caduto. Ma per fnr questo sfono hn dovuto istruire e sopr:ituto educare e disciplinare. Ila fatto sentire al mondo dei produttori che c·eru una vita superiore. che c'erano rischi da correre, premi da vincere.. re~ sponsabilità da assumere, collaborazione possibile: ha piantato nel cuore del povero e del salariato. un aculeo che nessuno potrà più s1irappare e che lo con– durrà. non dove il socialismo crede. cioè a un be– nessere materiale. ma forse più in là, e cioè ad uno stato di umanità in cui si sa che se la lotta è una legge. accordo è una saggezza e il. dominio una re– sponsabilità. e il dinfnno l)c,cno eoni ~cri :-.ilcnr.i del suo e11orc: (' Fic.ll"C, c:omc \Ili 1dli1110 cristiano ... 1\lichclc. è il 1110 libro che ci porta uno delle mie rnrc e YCromcnlc nnrnic sere ... Al mondo nnscono rose piene di luce. e mi~leriosc. ma nessuna ho più luce -e pili mi~tero di un libro. Non so quale f'~i~ta al mond11 più gentile. pili nspra e più icrribile: non so q11olc è pili pieno del vecchio :m11p:11e umano che lraripa come- un fuono d'cs1n!e cl11i lunµ-hissimi f'i11111i d'ella Tc;rra. n ingegnere fnhbrica una casn. cd è fìni(a. Un éoslrntlore innalza' ponti. cd è,riniia ... Uno scriftore . ~cmpre lasc·ia nell"opera una YCTHI di sangue rlisponibilc n feroci Ndnstrol"i. e 11-1 viin di lui cnmminn sempre e-on sospetti rii mode per compagni. Coro arnica. mn è questa In più gronde nllegrin. la più fe!-tol'a rairione. il grido Yero dei soµ-ni e della \·itn, il più fresco clilu\·io :--11~\i incendi clC'I iempo. Sli\TES1, S!MULTA 1 EITA' E CONTE 'lPORANEITA': * QUE TA LA NUOVA FORMULA Letteratura tedesca dall'anno zero a oggi I ~tPRESA ardua arrischiarsi nella stesura d'un panorama letterario, tanto più che 01Jg1le difficoltà sono aumentate in con- 11nnto a quelle d'una ,·olla. Il pubblico n?n ...;:,ccontenla più d"una ::,emphce s_lendert_a ,li nomi. di titoli, di c,·entuali nassunn: '-'G'.ilÌ si esige un approfondim~nto scientifico dei problemi. Non basta più uno s,iagato \alo m altaza: bi::.ogna indh·iduarc e mo· 11,a7ionare le inquic1e e drammatiche espc· rienze dcll;:i nostra epoca, denur.ciandonc le "llblimaz1oni letterarie E una :-.peciedi panorama ,011ebbe esse- 1.:: .,ppunto il recente \"Olume su l'odierna 1c11cra1ura 1e<lc(.cadi Waller Jens. Ma è un panorama :.m genui.s, anche .se inzavorrato <li molu nomi. Come Heinrich B011, Sieg- 1ned Lenz Hans Magnus Enzensbcrger e rarecdi altri, il Jen::. appartiene al • grup· po .Jì •• cd e perciò che la sua esposizione ~a la , ibrante pa'-sionalità di chi panecipa ·'"" ameni e a un mo, imenio. Più che a una r11..'0(.·cupatae ~uardinga diagnosi, si è di r,onl<' a un ,ero pcllo di le11eratura, che 1>c1 que:.to partecipante carat1cre l'autore dclimsce un • 1ra1ta10 pamphlctislico •, in cui esamina la lettC"ratura tedesca apparsa dopo il 19.U, ossia dopo l'anno zero. E' l'annÒ in cui una nuova letteratura tenta faticosamente i suoi primi passi dopo a,er \'Olta10 le spalle al vecchio moralismo ipocril::i che, sven1agliando la formula • le co~c sono sempre andate cosi •· non seppe far ahro ch;:, fomentare odi di classe. dì rane. di nazioni. E' l'anno di travagliate crisi di co--cienza. storicamente gius1Hìca1c, ancht' -.e non compre,c da quanti, per ra– Rioni di opportuni,;mn e di mediocrità in– idcoloaie prebelliche. di nAIUO DI~ 'J'UONI ' Walter Jcns tuith a. si ririulano di superare le albagiose Lo ·scopo che si prefigge; il Jens è d'inda– gare appunto quali sono i temi, quale lo stile e quali le 1endcnzc di questa nµO\'a )eneratura sorta in un'atmosfera di auonito sgomento. E a tale rine egli formula nel corso della tratt::izione alcune tc::,i che, de– stando scalpore, • facciano sor1;erc - dice egli - ·dubbi socratici •· 1 clla prima tesi :isseriscc che l'a11ualc ~rc~~ 1 d~:Oo IC~t:S~!n:t:it~i;~i;:~ q~~I ç~~i,~~~ periodo della cullura areca nel quale, pur concorrendo alla lelleratura tante nuove forze d'ingegni. nulla fu prodo110 da po- ~f;~~. PC~~~n!i t~~npilad•Xlis~~~1~~- 3;c~~ anche ai giorni noslri - audaci metarnor• fasi, nuo,e e do11rinali interpretazioni di quanto fu già sta1ui10, commentari ironici, il contesto in qualità di tC'ilo, il commento marginale! - • E molto ricordo ..: molta aspcllazione: moltissimo ieri, moltissimo domani; pensie1i stilizzati con classica per– fezione e sogni raffina1issimi... ma poco presente, nessuna descrizione dell'oggi •. Par quasi che sugli scrittori auuali il presente e lo squallore delle sue ::illucinanti scoperte scientifiche, intese come esclusi"i meni di violento dominio e di s1ragi col– le11i\•e non facciano nessuna pre!>a. E· il mito_ che attrae, e .l'u1opia: ciò che non e piu, ciò che non e ancora. Comunque, 11 Jcn::, s·arre,ta ·alla pura const:i1a11one di questo slntomauco fatto, che una \!Olta rilevato richiederebbe anche di essere mo• tivaziooalo. ' ' E come nel\"ctà alessandrina si distin~e per delicatezza e gra;,tia la .poesia bucolìca, 111dicedi un gu::,10 più ratt1n;tt9, ~nche si: meno spontaneo e nn1urale. co::,1, in questi ultimi anni, se considcratQ- souo \'anablo , isivo clella sensibilità es1c1lca, il li\!ello medio dc~li autori tedeschi '::,i ~ mollo elc· , ~.io. • Sebbene i geni si tengano nncora c.clati - scrive il Jens - la media attuale degli scrittori ha' dl gran lunga' superato i lmom se.condi di un tempo •· Fenomeno, aggiunginmo noi comune a 1ut1c le lette– rnrnrc moderne. Cert'è che a quest2 media ambientale PO::.tbellica, morto il din'amismo di Ber\old · Brcchl, mancano figute di complessione 1aurina, ::,concertante,, corrosl\•a: sieno· esse sul tipo di un Hemingway, d'un Ellot, d'un Snrtre o. d'un Moravia: per citare alcuni nomi ben conosciuti. E il tempo del ribol• lunemo c::,prcssionista. delle esplosioni da• (la1s1c e :1ssai lontano, diment1cs10; quasi :1ppartene::.sc a un allro mondo. E ,ii ap• pa1tene, ano anche! , Sono pa::,:>atiin::,umma appena sedici an• ni da quando si annunciò la-.i,uo\!a lette– ratura con la compar::,a di Wolfdledrich icn~~~r~e~~e:.- 1 ~~h 1~~;~1eN~;ri~!io d,N c~~ 1: mino :i Arno Schmidt, · a Hans Berder, a Ernst Schàbcl, a Miro Dor e a tanti altri del • aruppo 47•, il quale imponendo ai suoi ade~cnti la rinuncia a qualunque tsmo, a q~~lunqu,e 1irannia di "p1oaramma prc– stab1hto, esige da loro 1 .soltanto !"obbedienza di Hans Wemer Richter d1c aprivano il cani– promes::.i politici di de::.l!a o di simslra., per non cadere Jl_ellemenZOflnCapolo5i'e1\che che - sia nure m, buona., fede - contrasseana-

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