La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 48 - 3 dicembre 1961

Pag. 4 LA FIERA LETTERARIA Rassegna di teatro: di LUJ GI CA§TJGLJONE * Il ;:indice Betti S ITUARE l'opera· di U~o tivi scenici d'Antoinc e pre- una ,•crit?l e d'una giustizia. alla necessità d'unn giustizia Betti nel quadro delle !ude a quello che sarà chia- Tuttavi.'1, qui, siamo ancora supc.-iorc; nel 1940, Favola di lcllcrc e del 1cn1ro con- mato il neorealismo italiano. al 01étilrc dc l'111cs11rit, in Natale, in cui, come Fabbd temporanei, dclincai=rn:-la po- I personaggi, forzuti e un po' cui è facile riscontrare echi scrive, l'impegno ciel poeta di– sizionc e valutarne la portata, grossolani. imitano il parlare scoperti di le Tc111ps est f/11 \'iene meno rigoroso e , 1 oli– sono assunti particolarmente e il gestire quotidiano, richia- s011ge di Lenormand, di ln 1h 1 0 e più indulgente e spon• complessi. li recente ottimo mando alla mente gli studi Fiaccola sotto il moggio Ui tanco; nel 1941. '·B, '44. Il lavoro di franco Cologni, Ugo degli scrittori n:ituralisti. 11 d'Annunzio, d'Allad111c e Pa· ,,e11to nottunro, Marito e mo· Betti (Cappelli, Collana di do• naturalismo della Padro11a al· lomides di Mactcrlinck e, so- glie, Spiritismo nell'antica ca– cumcnti teatrali) costituisce, 1ro non è però che una so- pratlutto. di Cechov e del sa, che rappresentano ailre1- tuttavia, un bel con1ribu1o ad Sia passeggera e momenta- Ros111ershol111 d'lbscn. tanti falliti tentath 1 i di pro– una più esatta esegesi del nca: già si riscontra qualcosa Con questi Ja,·ori, Betti, do- seguire l'cmblcmatismo d'al– mondo bcttiano. tormentato, come un tcnlatho di slug• po anni di laboriosa solilU· tri precedenti lavori. torbido e amaro. ma impn:- gire nel simbolo, già s'intra- dine, dimostra d'a\'er rJg- Corruzione al palaz.:.o di gnato di ,•igilc moralismo, di ,·edc il desiderio d'approdare giunto un notevole grado di Giustizia, in\'cce, che appare delicata umanità e profonda a qualcosa di più scrio e di maturità. Prima d'anivare al nel 1945. rinno,•a l'esperienza religiosità. più solido, già emergono capola\'oro, però, dovrà pas- felice di Fra11a allo scalo Av,iatosi nel 1926, - già quelle figure senza vollo da sare atlraverso altre tre espe- 11ord. nel gennaio 1927 due teatri di cui trarranno vita gli cmble- ,;cnzc. /.'Isola meravigliosa In una risposta ad un cri– Roma annunciavano nov1lh malici ti;;i d'alt re due opere, (1929). C11 Albergo sul porto tico, che l'aveva male inter– suc: In Stabik Romana al- Acque lllrbate e la Fugg1tivt 1, t 1930). Il J)il11v10 (1931), la prelato, Betti ci dice qual'è l'Odcscalchi prOmellC\'a La che :!>aranno pubblicate po- ,,rima felice evasione verso il vero significato di questo Padrona, che a\'eva vinto 11 :!>lume. li linguaggio, virlìi e:-.- la corcçgrafia, l'altra brusco lavoro: « La tesi che tu at– concorso d'una rassegna tea· senzialissima nel teatro bet- ritomo al realismo, l'ultima, tribuisci al Javoro è esalta· tralc; la Compagnia Pawlo- liano, la battuta, la COSlru• strano, difficile, bizzarro la- mente l'opposto della vera. - va al Valle promcueva La zionc dialogica, già incosciCJl- varo, riguardo :il quale i cd• Non abbiamo diritto di g:u– Donna sullo sc11do, che a,,e, 1 a temente tendono a liricizwrsi. lici son, tuui discordi, ma in dicnrc? Siamo tu11i corrotti? scritto assieme a Os,•aldo Gi• a trascendersi, ad acquistare, cui noi. col Fabbri, vediamo - Codeste non sono la tesi bcrtini. - il teatro di Ugo oltre all'innegabile evidenza un indubbio «senso del tra- del lavoro, ma l'antitesi. E Betti accompagna la vita del- cd alla sanguigna for7.a del- gico cosi assoluto e così per- infalli Inie antitesi è smen– ta società italiana .attra,,cn.o l'espressione, sfumati toni cd sonalmente sentito da farcelo lita sol:1mcnte dal la, 1 oro. Il uno dei periodi pii1 delicati echi segreti. mcttet·e fra le cose bellissi- quale significa e rapprc:-.cn– dcl suo sviluppo. 1 cl 1928, con La D01111a s11l- mc del nostro teatro• (O. ta questo: che pur apparcn- A segnare l'ingresso ufficia- lo scudo e Una casa sul· Fabbri, la dra,m11at1ca di U. temente Lrionfando la con-u– lc dello scrittore nel mondo l'acqua, giunge alla creazione 8., in Vi,,. il. d~l dramma, 1.ionc, pur schierandosi a fa· CANALETTO': e Paesaggio vene lo• "Uunghìn dPll'asino ,, di Frassineti * meraviglioso del 1ca1ro è I.A d'un tea1ro che, con una dc- mp.17.0 19~0. p. 151). \'Ore della corruzione l'acco• Padrona, redat1a nei primi finizione che da Cecho\' in Nel 1932, ceco, in1anto, Fra- modantismo della giustizia mesi del 1926. Questo la,·oro, poi, ha fatto epoca, si po- na allo scalo nord, il capola- umana, il servilismo degli come Cologni giustamente trebbe chiamare d' «atmo:-.fe· voro, in cui contenuto e for- uomini, l'indifferenza della scri,c, è d'aperto indirizzo ra •, intendendo con questo ma, ,cril3 e bellezza, mo- natura e persino l'idea • co- Un concentrato d'umore naturali:-.ta e realista. L'am- lermine, come Mario Apollo• ralità e fantasia coincidono moda• che gli uomini si fan- bicntazione scenica, pur ,·o• nio scri\"e, .una sostanza di e si unificano armoniosamen- no di Dio, non ostante 1ut10 Jutamcnte generica, suggeri• ' \'ila pactccipata e morale e il te in una sintesi superiore: la ciò finisce per trionfare mi– scc gli schemi cd i disposi· concretizzarsi d'una lc&iC, di frana morale e materiale, at- ~~~ri~~';;;'~-~~i~e~~~ ~l~~~n~= ---------~~----------, !f~b~li~a~u~nt~r~ri~~cfeo rud~'i~ primibilc della giustizia e del- Narrativa dei giovani * lllon·icelli e Grieco L romanzo d'oggi si va f sempre più avvicinan· do ol saggio, ca è stato scritto. da chi intende lo storicismo piullosto eh e com~ sviluppo come linea· re succedersi di forme fe• nomenologichc. che tale è il suo destino Per cui. il romanzo sarebbe ridotto a due possibilità letterbrie: ad unn filosofin fi~uratu in pnrticolari escmplificnzioni dal centro consenzinlc del– le discutibili opinioni dello autore. o ad unn psicolo· gia le cui immagini rap· presenterebbero le tenden– ze. gli umori. le pi-icopa– tie del L'omanzierc saggi· stn. E' evidente che non si può parlare nC di trapasso formale né. tanto meno. di sviluppo cli un genere !et· terario che è condizionato dalla sua intrinseca mo– dalità lirica. poiche. mo– sofia e psicologia non sono da confondersi con la poe– sia. come pure non sono da scambiarsi con le onr· ticoh'lri opinioni dei lelte– rnti in vena d'intellettua· lismo. Se mni. c'è da fare unn i:: o 1a constntazione, che. cioè, lo scadimento dell'nttività liricf' come fantasia e la povertà di pensiero dei nostri lcttcrn· ti hanno conCuso i due ge– neri ben distinti in una contaminazione intellet· tualisticn che non è né lo uno nC l'altro. la poesia (basterebbe ci– tare il nome di Proust per dimostrare che la biogra– fia può decantarsi ne I I e pili alle monirestazioni di poesia), ma del dim~strn– re che il rovescio è 11 di– ritto o che. anzi. la mc• daglia. possibilmente. non ha che due rovesci. T~1lla la narrazione, lct– ternriamente perfetta. ma di stile un po· dolcim:;tro, scopre la nervatura intel– lettualistica cll 1111nsottile cd assurdo dialettica. la quale serve soltanto a ri– \bndire una documcntazio• ne p!>icologica di un peri– coloso strnbismo spirituale. Anche se In c1·itica cor– rente non se n'è accorta nl primo romanzo. di cui, an– zi. ha esaltato il mornlisrno e il coraggio Ma è quella stessa critica· che accetta– stessa critica che ha accet– tato il romanzo saggio e che può quindi ben scambinre un trattalo cli psicolo,::in romanzata per autentica narrAtiva. la vicenda. l'assoluto. Sicché alla fine è proprio il colpevole che va O AUGUSTO Frassincti conii- :-.cma vergogna e paura: da qualcosa ~li complementare, no~1onhaqi~:i\:p~r~h~'\,eit~%~ denunciarsi. !>pontancnmcnte, nua imperterrito per la buon romagnolo. che serve come conto1;10: ha come anche scrh·c ~chille ~s~~~~~ ~~~n1r~o~}~1~tcs\~~ cia10 s~~nst;-a~~~t:;r:et~::~:~= m}~{i~~nd~u!~~ c~;I~~~,\~~~ ~~~l~~.m~scl~~~;\:~~~1~1~~ r~~ 1 ~fi~ <l~l ";J,1Jfic e t~trfsr~ punilà. Questa è - fin trop• steri (Gunnda 1952), poi con fatti che capi1:tno, semplici nel- sfc~ morb~da f:'rassmet1 collo• col tremolo e con la senten- a~, d~~~ial~,:~~e:'(uJ3.:a,.~:~ ;,,,.~:~~~e(~~e~a::~:it~~9\ ~/t'1~ ~ :~~l~Wc \:i;~u:i~~r'~.i ~~: ~~t: 1 =iWi ~~:~~ 1 '.1go~~~~·~e < 1~~1~: d\~,1!l~n~~~cr~~~~~}i:~~.e uc:~ tra-Scenario, a. XVII, n. IO, si presenta con L'wrghin del- l'impianto narrath•o, non sono duto nello spazio Jll~mto co– Bctti non solo introduce un p. 8). l'asino (Garzanti 1961) giunto portati a,•nnti con an.igogoli o mc u!1n mc1corn)_, lumdo come nuO\'O discorso intorno alla Nelle altre opere che \'CO- già, dopo tre mesi, alla sccon- dialoghi prcsligio:-.i. L, tela è un gigtot~- con I il ·~lf· 1 'C tene• \lita morale dell'uomo, mn, gono dopo, /spe:.ione (1945- da edizione. di tipo atrigirmnle e non è ri- !'O, e O ustcnc 7 1 < I· \c~mcnlc ritornando all'aric invc1erata, 1946), Lolla (,110 all'alba Frassìneti è qu. 10 al d. finita nelle fabbriche specializ- m un sogno th 1~ ic 1• mg- con magica operazione, sco- (1946-1947}, Irene· innocente là .d.cg1 lì e\c 1 menti~\~n;;;li• _eh; ~~1~c:ca~• 1 i1cpna;n~i•~~:•f~ 1 : ~~. j~~~: ~~~ 11 \~ ~~ic:~i~~1 ~J~ 11~;i~,t 1~~ f~ftaltJ~fi~;~i~~i t~t~~~~t:e:ti; t':"'Jig,.,:t!:'~1/'f~:~:~i ~:i!t~: ~~t;cop~~~ 1 /~~:-.~~ 1 ~~~ 1;; 1; 0~~ !a madre prc1,>nra_nncorn, con ~~s,,;f:~ mmore cl, salda/ma e minuziosa indagine inlomo Il giocatore ( 1950), La fuggi- per la batluta nell"e:-.troso im· 11s_uo telaio, 11coi redo per la · . _ . ai valori primi della vita, 1em- t1va (1952·53), etc., Betti pro- provvisarc del parado:-.so: dal- figha che de,•c spos~1"C. . L,. b1:3vura_ eh ~ra~smct1 è parale cd eterno, dell'uomo. segue la :,ua inquisizione cii- l'Jllra parte J'impossìbìlit:ì pa· i\fa qu,ando. I:~ VtC<:nda H1- fuon d1:-.cu:-.:-.1one 111 Cc.snrmo Lu ~loda del giudice Parse ca e metafisic.,, in cui il tri· tologica e organica di condur- \cnta :-.crrnc. :.1 ~mih?llna - o alfa guerra. li rncconto è \'C• potrebbe C!>:o.crcquella del bunale è la co:-.ciell7ne il giu- re In :-.ituazionc al plmto foc,ilc pc~lomeno _d1allc~onzza - al- 1.1n~entc un. « pc1.1.o • da, :mio: giudice Betti che, comi.! ha dice I.! il lrn:-.ccndente: inqui· del\'allernalÌ\:'1 1 -i,oluzion:iifa. lor.1 cn11a 11~ lt!n1.1oncIn _mano login_ per 11 colo1"C_ c1~r1co <\t confcs:-.ato in un'intervi:-.w <l~ 0 J~ 11~mg~~;i~\~~·. ~~n~~.1~:~= di~rnJ~~~~nÌi n!~~~e i~~rq1'.c:-.~e ~i~!~,~.i d< ~ 1 1\a~ 1 (lt 1 ,~i c~~I 1 ~~1~;~ ~~t'J1a~~lisfe 1 ~f~~~~~~i~~ 1 • 1 ~\ ~~~c~s~~/a~~i[t~ n:~s~ti~ ,ella, giudica i giudici e In una invenzi~nt i;,c~~tt~Ìl~t~: 1 e del disegno. L, satira è qui, Sl~ti d'anim? e di scnsn7.io1~i :-.tizia degli uomini,., ma di gius1izia; li demolisce, per- con uno spirito irrequieiO a ~uçsto punto, _l'argomento foSJ~hc,per ;I gus10 della n.u· fronte allu colpevole1.7a di ~~ 1 \~d';~~~~: orn;td\lcitc~~~ r~-01~! 0. SC~l~:a : il.la ~orpresa. c~~,~~:~~I~ u/lrnciJ~~lt~he« ;f~: ~~Zl~t;e~::z~~un:~li~li~•~nfil;~~ ~t~~~~~i~c« ~o~ ~i~h~~~i~~n~ come tutti gli ul1rì uomini e cnso gm / 1~1 g_i~-~: .,Cf. 1~~ 11 go• \'Ìbra :nllonomamcntc in dalle ricerche allegoriche-intel– chc questi 110111 ; 11 i ,,rommcia• nulla vnlc In loro giustizin: con 'i•n~~urd~: è j~n~\ 1 ~~~ 1 gi;: unn .i~loppantc pol~mica por- 1<-:tlt!ali.chc appesantiscono e TOIIO,fJTOflWICÌa/10essi :.lt~:.si ~~ct;·c~1~ ..i~~~no"i~~~f:~sa~~l~ ~~a c::~ t~;~~~ i,I :,,c~no.d~lla ~w:r-r~~!?n~~t~i;g~i:!,~l~·a ~~~i\~~ ~~~1·:~;~:,~ 01~ 0 p~~ c~1;~ 1 ti,,~coc~: ~~::i fr/ 0 ~~ 1 ~ 0 c:~ 11 :,~ ~~rog;;:~~~ dc,,ono, allorn, come tutti gli l'nÌbc,-opom:ic~t.:O "1~ 311b~;~/~~- che ho1,1cerca_ pretesti. e niuti lòJ. Oui Fr;tssineli ~i è liberato stmten:,a, trovarOIIO essi :.tessi incli, 1 idui, ricorrere ad un al- della ri,•olia. Fras;inct{ è I u:~ ;1claltri, GCnen lcttcrar1 .ma ,è d.\l hagnglto - qunl~hc "?11:i la loro certez.w. E che forse tr~t~tlf~~C, l~~:,,c~~~-~~~~·iach~rn~1hic<_>VO~h~. sic sbtrccia per ~ 1 ;~ 1 ~ ~ì:t~/~~.~1:ì:~~ ~e~fasi'~~= ;~~mg St~i!,~1n~r/"c1JN~ 11 ~~= ~!~!~~ud"~':,~r;le~m~~f't~~e c:f:.~~ affermi la ,•cr:1 giusti1ìn. Poi4 d~ è atd u · 1 :n. e c ied~unn- 1c1.10della :-.un ironiO: mc1afisi- surda socielà bm-ocr:iticn cd è pit, alta: ti pietà, La pietà• ché« nell'anima dell'uomo in- re un~ani:1 1 ;:t:n• b~~l~s/ ~~;~~ c:.1. E' una :-.fllim che, anche duscito ad orchc:-.nnrc una ~c– (U.B., Teatro, Cappelli Ed., giu:.to e addirithtrn del giu• nnima C."lnd.idache ama 1~ dol~ per quC:!>13ironia melati:-.ica, ~u~I~ di movimenti e di cquip– pagine 256). dice evcn,orc della giustizia ci ore P!gre della c~1sacomoda ~k1tna~1;:i'&?r~/la r~\'O~ta :m~'A~,i,~n~Ì1a11:~~~~l~i~I nella misu1-n e j ~J~~ 1 1 ~gi 11 ~t~i!~? ~i I~~~~ ~~~i~n;lr;;~· i 1 t:./'~~;l~~g~ ~a:=bie~~~d~~~ re c~~o::~:.:o~i h_r_ogw. che ~I q,on10 e _ai Anche in ullri racconti ,,1 è mo clcrno. di cui CS!>isono ~opr.wvi\'cre :-.en:,a una giu- proletarie di destra o di. ~i• G 1 '! 111h1 ed ,C1JO_tl•: <;on e:-.~?•qualche pagina che raggÌUlli,IC un cmbh.:ma fcdek, J)Otrnn- :.1ìzia• (U.B., Teatro e Re/1- nhlra · ne,_ m,om_cott,m1gho11. Fras:!>1-/a picne1.1.n di Ccsarmo alla no ragiiungcrc un'am1onia cd ~~'(f: ~~ '[/tro-Scenario, 0 · Il :-.~o,non è un gioco facile ~l~:~;Jc .n:,~~~~n~~llain' 01~~ 1 ci~ ::~e:i~~• 1 1 1~:1 i~d;~~ 1\ ~lo <l~~lc1~~ una giu<,ti;,ia ,upcriori. Con quc:-.t'ultimc opere Bct• da l!mo:9s1a da ~tocalco o eia f1:csc,o l!mbo, co_me comp_a'1,0l i•olta prende In mano di Frn~- laD~i~.,t'~~iJ•{~~f.~ç;i~~c 11 :~'~ ti ha indubbiamcnlc raggiun- F .~,~ ~i;~~~. 1~}a_t~ :-C~nc~~u~~ti~: 1~n~••~~~~di~~ 1 ~j 1 ';; 11:~ ~ri~~= ;:~cl~,J[: ;~ 10;:,i~fc;~~,:~a~aulè liana l'.>cmbrn ridiscendere: IO il \'Crtice della sua iu d a- fi!; tla.al! a ba.nallt. del coi:110nc,IMcenia 111ctafis1c.,delle nm·o- fot·;,ala, \'iolcntala e lrantuma- ~1~~,,}~;1;:, g~~ geri:~h;:~f~atr~~ ~i;~ ~l~~ri~irio~c u~~i ~~,~= :-.! "! 1a hu.a 111 fo 1 1;1 1e e. d1mcr le, dfll'a\lro. E qui ini7i3 il ta da quel de~idcrio di :-.ati– :!>Cn;nel 1933, '36', '37, l' • in- fini umani del bene C ciel ma- :;~"fì1oscdoc'ìc~!~i~ 1 dt u~~ ~~~li~ 111 1:~!>~n~iiF~r::;f 1 ~ le strade ~~ia~f ~~ 1 ~~l~~~i~~Og~i cl~i~i;·= ~~~~~;z~os:tat:!~rtcira d~,~= :~ ~d d~fi~~~i,~~n~~~r~i!~i~~~cài ~~~~~~ 1 ~~~e f~~~deg f~~1~:~'. ~:~ ~cn~C:~~~~~c~c~ 0 J'~~i~t C,f~ 1t~i1Ji~~ ,~~e~~~~~~ì f 1 : 1: 1 ~~!. 111cr1ic11 di se1te111hrc, I HO· Dio• (F. Cologni, p. 131 ). Una ,comicità e una lrngcdi:i dello fonl:is\a e riesce a darci ta dai prcs111>JJO!>ti intclle11uati stri so~m. Il f)tlC.Se delle v11- A par:1gonc delle opere re- che, m co!'"pcnso. f~1rno pcn• In più bella !>toria (diciamo e dagli « a priori» e, qualche ctmz.e, in ...:uicome scrive Eli- dalle prima di Acque turba- !>are ? seriamente 11flc11~rc, racconto) degli ouo contenuti volta, ne esce fuori mnlconcia i;iio Pos:-.cnti, predomina, sl, te, c'è, infalli. in esse, il senso .A d11fcrcnza d?lla ormai clas. nel suo ultimo volume: quello e con ferite guaribili secondo !;1~!~0,d;1\:.~,1~iis:~o~~c/ap~~~ ;!;cn~~too~1i;;l:-.';invi~~~~ lat~i= s1cadclt~ra1ura m quc:;to gene• di Cesarino Dové. La pagina è prescrizione medica. Domenica 3 rlicembre 1961 UN POETA DIMENTICATO * llarie \oronc Q UINDICI mm, fa mori• ve, suicida a Parlol. all'elil di 43 anni, ti grnncte poeta T"Umeno Ila– rie Voronca. appre.:za1O tn r rancia. assat poco co11O– scmto in Italia. Pubt>l1cnaa– rno qui due lnedili e una poesia che fa parie ac11a raccoua .,, 1.,ontre-$011urne... p<'r concenione della vedo• \'a, Colomba, la quale .è ,ma appassionala d1 poesia no.stra contemporanea (ha iradotro in francest'. tra gli altri, Bttttitta, Rodi11i e Vittore Fiore). Promotore dl'I dadaismo in Romania, Ilarie Voronca Jece apparire, con tm grup– po di giovani scrittori. u11r1 manifesti e riviste d'auon– auardia. Egli è considerato come U caposcuola della poesia mo• eterna del suo poesr. e l'in– ventore, Insieme con il p1t• tare Victor Brauner. della ... p1cro-poes1a .... venne nei 1925 a Parigi pa tt"rminar– vi i suoi studi in lcpgc e per consacrarsi alla poesia. At• lirato dalla capitale. 111 SI {issò: e conobbe ,ma vita prrcaria malcrialmentc. e 1111nacc1osa a11rnnte II pc• riodo dell'ultima guerra. t'lle lo uidr ramingo da una città all'altra drlla r"rime1a: e luttavia creò ,m'opera va– lorosa che comprende quin– dici volumi di ver.~i c 11!1 t.•owm, 01 prose pocucne. L'oriQrnahl<l delle immao1• nf. l'imptlo e l'ampie::za dtl ritmo. e un amore Jraterno per 91i uomini e un·amic1:1a trrpida per le be.stie e le co.~c. a~11ieurano a quc.sfope– ra. non ancora .oi,.srcmata nella 11110 gituta pro.spt'tt1va. 1/tNertJi~e,;.z.:d,~ 1 ::~ i~::~~ pubblicò una raccolta di ponie 11celre di Voronea. con una prt'Jo:-1one u1 J r1stan Tzora. che seri.,.,e: ... Nella i111er11 dignetd della .ma Jor– ·a Voronca è caduto sul càlnpo dcli" vita quotidiana in cui la lotla per una map– g1ore chiarezza ha luogo con armi .,egrere. 1noisibUi. ma mic1d1oh. Il ricordo che no, ne ctulodiomo i tra i mi– ollori.. ,. Trndudonc e nota a cara cli Antonio Corte. * E11ita/lio l\f I liberarono un giorno nel mondo vasto Perché fossi infimo Mi hanno rinchiuso ora in questa tcmba infima Perché vi sia vasto. (inedito) Ti somi{llio. o 1Jento l o ti somiglio 1 o vento, mio [ratel~o, ~~me te Non ho mai diritto al riposo. Con mv1d1a Guardo le le cose dispensate dall'errare M'aggrappo alle foreste ma i rami si spezzano. E come te porto un'immagine straniera, Un sapore di sale marino o le lin~e _di_ffuse Delle montagne. Sulle piazze delle c1tta 10 sono Il viaggiatore che parla di paesi mai visti. Chi dunque ti scaccia v~rso il Sud o verso l'Est? O vai verso il sole della donna'? O è l'oceano [maschio Che ti grUda ordini? Come te, ora ridente ora [in collera. Corro fra pietre e acque. Come te, soffio sulle fiamme dei volti Senza spegnerle ma avvicinandole le une alle [altre Perché Ionnino tutte un volto enorme Jn cui prenda luce un sorriso altre volte amato. O vento, tu sai la solitudine e se vecchi pescatori Ti riconoscono e ti salutano a nome Tu tendi allora con allegrezza le vele Poi ti allontani triste: essi ignorano Je tue pene. Sulla riva altri uomini più distanti Dicono: e II vento è qui>. Ma ti hanno visto in [volto? Sentono la tua voce che chiede: • Dov'è la mia [compagna?>. Sono troppo occupati per mostrartene la strada. Così, tu vai, tu vieni, colonna di polvere, Talvolta sei il cieco che canta agli incroci, Al di sopra delle città sei l'officiante in abiti di [fumo, E non ritrovi la Sposa, o mio simile, o venttJ. (Contre-so!itude, 1946) Questa è l'unica ragione di tanto psicologismo nella narrativa d·oggi e della metempsicosi del romanzo in saggio, così che non di evoluzione è da porlnre, ma di involuzione, se mqi. di decadenza lirica del ro· manzo, di rilievo di un ma– teriale nnrrativo che non riuscendo a trasformarsi in poesia resta documento let– terario o di opinioni o di umori. M A. non .tutta I~ narr~· t1va giovane e saggio o filosofico o psico– logico: ogni tanto si tro\'n un giovane che cerca nn• cora lt' vecchie strade per andar oltre verso uno sbocco proprio. che usn le proprje esperienze per ele– varle a mito, nd umversn– lità più che storico. poe– tica.· E mi sembra il caso di Giuseppe Cricco che, per Rizzoli, ha pubblict1to un lungo racconto. L'Ame– rica si chiama Milano. che e si abbandona all'onda cnrcna d'una ,·c1-:1 calarsi. ot· ~cl ~es~~\~~tud~i d~\oc 11~f"~:i :ta~~n::,uè]cpn/~~i~~~~~é, i r~If~~: Spc_ria1~10, p~r l_'ow~nirc eh~ dell'Mima e arriva all'uma- lenut!\ :1.t1r:werso \111 ,•olon- t:(luilibrio} f.rassinctl non nn- tata e il clima è quello dello frass1~et1 SI !1h:n dm rnccon~1 nit?l sen7a giri e rigiri•; nel rnrio riscallo, il trionfo oltre scondc il gi_oc_o e :-.i esibbcc, scmioscurit~. dell'ora trnnquilla «a tesi• e Cl dm spon!anco 1,I 193S, dopo J;l :-.o~t:1svagala che delle vir1ù mornli, :-inchc 5enza trucclu, m maniera SJ>CI-dei ricordi e della nostalgia. L'"l cal9rc della sua vocazione d! delle commedie 1-osn, Notte delle \'irtù 1cologali, mcdian· 1~colarc. Pensa una cosa e la guerra _ che è il tempo nel sc~ll.orc. Non ne ha solo l i11 ca,m del ricco, in cui ri- le le quali il conta110 col di- dice, senza raggiri e finzioni, quale VÌ\'e il racconto di Cc- mezzi ma anche la natura. p_ro_o_o_n_c_i_l_d _ ;, co_,_~_o_;_n_,o_rn_o _ ,i_n_o_d_h_,ic_n_c_p_il_, _vi vo_c_rc_•_lc_._••_c_c,_,a_n_do_d_;_cs_,c_rc_c_o_m_c_è_,_•_rin_o_-_è_,_'"_orn_•n_,_•n_, 0_._'_"' ___ FR_,_'N_C_E_,s_c_o_G_R_Is_1 _ '-_-_-_-_-_:-_-_-_--::::::_-:_-::::_-:: A quest'ultima alternali· va appartiene il secondo •romanzo> di Furio l\Io– nicelli. I giardini segreti, - Longanesi -. che, come il primo, recente di meno che un wno. IL per/erro gesuita, denuncia una pro– blematica spirituale già ri– solta nel preposto mecca– nismo psicologico che par– te da una q,en fondata convinzione dell'Autore, prima ancora che i suoi motivi lo svolgano lette· rarìamcnte. Tali motivi so– no pretesti poveri e mo– notoni, variazioni ad un unico tema: ranom1alità psicolo~ica del protagoni– sta. Partendo da una tale situazione. è evidente che il ì\fonicelli non si è pro– posto la risoluzione dell9 impostato problema_. 1_1011 dico da un punto d1 vista fisiologico o meglio pato– logico. essendoci niente da risolvere. ma nemmeno dal punto di vista morale· e religioso, da cui molto si poteva far luce._ C'è. se mai. da nlevare 11contra– rio: poiché. tanto questo racconto, qua11:to il primo rivelano un gioco scoper– tamente subdolo, se e pos– sibile dire, nel rovesciare l'inquadramento razionale di una normale visione del mondo, nel cercare di de– molire )a fede e la reli· gione, nel sostituire la re· gola con l'eccezione per un particolaris!limo interesse che r,on è certo quello del· Prima di tutto, questo racconto non ha pretese intellettualistiche. sia nel senso delle opinioni pro– mosse a sistema filosofico, sia delle eccezioni psicolo– giche magnificate a siste– ma esistenziale. Il Grieco racconta. certo. sulla fal– sariga della sm1 esperien– za. la cronaca di Gemrn· riello che dn Vico Equense se ne fugge a Milano ere– dendo di trovarvi. appun· to. l'America. E dal nulla, valorizzando le umili qun~ lità dl?l suo sangue, con un pulito e direi ingenuo empirismo mornle, fa il e: cantastorie> in salotti snob. pratica l'ambiente so– fisticato del danaro e del giornalismo, mantenendo, nonostante. limpida In sua improvvisazione esistenzia– le di poeta e. quel che più conta. seguendo una dirit– tura razionale che è forza intrinseca del racconto co– me struttura psicologica necessaria ali' espressione del personaggio. i\·la tutto questo è lievitato, da. una immanente freschezza liri– ca, 3d avventura, a favola, a mito entro uno stile chia– ro e sçorrevole che non rasenta mai il banale. an– che se talvolta s'impigri– sce nel I u o go comune ( e: venuto il momento di prodursi. egli cercò di su– perare se stesso> p. 102). )la qui, ripeto, l'esigen– za del razionale non si gon{1a rnaj in quel presun· tuoso manierismo intellet– tualistico del voler cam· biare il mondo rovescian– dolo. così caro ai provin– ciali della nostra lettera– tura: poiché, Gennarino è, se Dio vuole, soltanto un paesano. UMBERTO MARVARDI CIOVANNT STRADONE: e Pagllacclo acrobala • _ oltremare, argento e arancio JlJL, "'JC'UBJB;HJlO., JD>Jl .A\ ~J( Jg; DE O ~11A\°Jl 10 H. J[ * L'imperatore solitario I L PRIMO incontro di Maiuri con Tibcdo a Ca– pri risale al lontano 1932, quando egli iniziò, con quelli di Villa Jovis, gli sca\li delle ,•illc romane-tibcriane: e, a della di lui stesso. furono gli anni più inebrianti delln sua espcricn1.a archeologica. Lù infalli cominciò concreta• ~ed 1 ~1:Ì~~:a":o~. fitr\~~= lare maschera delle pietre, figura dell'uomo (ché tutto nella s1oria è· figura dell'uo– mo), cominciò per lui a scio– gliersi in una direzione af– fatlo opposta a quella in cui l'avevano defonna1a e risolta gli antichi storici. 11 1 mito ar– caico del Minotauro nella reigia, per ripetere una sua felice immagine, il mito di 1'-Hnossc trucidatore di bam• bini nel palau..o di Cnosso, C~\c;~ata!fta da~~a a'I~~!~f~'. Perché? Perché quelle rovine severe e armoniose parbvano un altro linguaggio. E gli balenò l'idea che anche quello di Tiberio fosse un analogo mi• to da sfatare. Occorreva leg– gere e rileggere quelle pietre: s'intende, dn. par suo (non ha affermato W. Keller che gli strali delle pietre sono al· trcttanti capitoli di storia e costituiscono per )'archeologo «come i fogli d'un calendario, dai quali egli può far rivi– \'erc pagina per pagina il pas– sato•?). Fu dunque là, nella s1ni1- 1ura via via riscoperta delle sue ville, in quell'isola di so– litudine e di bellezza; fu là che il vecchio imperatore gli apparve come il grande ere– mita misconosciu10. Se è , 1 c– ro che ogni uomo si forgia l'nmbicntc che meglio ne ri– specchia la r.ersonalità, qua• le ritrallo più concreto e fe– dele della personalità di Ti– berio di quell'isola, di quelle ~il~eell~h~u~f:ivf~: ;~:tcl!~ dieci anni, e conchiuse e in cerro qual modo sigillò di un'impronta indelebile tuua la sua vi1a? Questa l'intui• ,ione profonda di Maiuri: che egli si vocò denti-o per non pochi lustri: com'è di certe idee essenziali che han– no bisogno di maturare in un lungo silenzio prima di ri– solversi nella chiare1.1.a per– suasa e pcrsuash•n. della pa– rola. Nacquero così le le1te– re di Tiberio da Capri (Ed. Fiorentino, Napoli) che sono la rappresentazione dirc11a di Tiberio nel suo volontario esilio di Capri, dei pensieri, dell'animo suo; e sono in– sieme, indirettamente, la ri· costruzione felicissima della vita di Roma e dell'impero in quel periodo. Storia ro- ~~~~;;;:; ~~~~ .sio~~m;~ roma,ntica, perché per cono– scerla occorrono sensibilità e fantasia•. La rappresentazione (e vor• rcmmo dire la «creazione•) dell'uomo e dei tempi è tan– to più incisiva in quanto lo s1ile dell'autore-attore (Maiu– ri-Tibcrio) è veramen1e di una sobrietà romana (taci– tiana?), tale da non farci pensare alla prosa di un mo– derno: tanto il critico è pe– nelrnto nel suo pcrsona~gio. E la figura che n'esce nsol– \e in parte molte nostre on- !.i;~a~ ~)!csJi:a èd~:~~: mo severo e schivo, vissuto in tempi difficili, pensoso del bene pubblico ma non desti– nato alla popolarilh perché istintivamente negato e av– verso ad e.ssa, fruito quasi sempre della superficiale ap– parcn1.. , delle cose (« co11- tempttt ambitionis •. ricono– sceva di lui lo stesso T:icito; il quale riporta alt1-ovc quel– la sdegnosa e amara escla– mazione in lingua greca che egli soleva pronunciare uscen– do dalla curia: « o 11omini fatti per esser sen1if,. ). Ma non un uomo prh•o di affetti teneri e tenaci.: e instancabi– le nel servire lo stato: parco ,erso sé stesso, prodigo al– I'occorrcn1.a verso i bisogno– si, anche se la ragion di s1a10 e l'alta coscienza cli sé non lo esimevano da certe cru– deltà (ma nella vita cli quale principe non, se ne trovano?). Una complessa individuali– tà si sviluppa e via via emer– ge dalle pagine di Maiuri, ve– nendoci direttamente incon– tro. Sono lettere alla cognato Antonia, a Sciano, al Senato, a Macrone... in cui motiva il suo esilio caprese, parla della costruzione di Villa lo• vis e di Damecuta, dell'aria, dell'acqua di Capri, delle grolle, della vita quotidiana nella piccola isola, di quella gente legala a lui non dalla riconoscenza ma l:.lal calcolo (« ... il solo di Clii sia capace la natura umaua >); e ac– canto alla minu1a esistenza che gli fermen1a d'altomo vi– bra quella ben più vasta del mondo, con i suoi smisurati eioismi, le passioni, Je con– giure, gli sconvolgimenti. le insuperabili miserie: In. grnn vita dell'impero, colta e (er– mata ancora. più acutamente dal solitario, minuscolo os– sctvatorio. Passano i perso- naggi foschi di Agrippina maggiore, di Sciano; ::,'intra– vede il dramma del Golgo1a: Si sente il 1ormen10 in:-.ann– bile per il figlio prodi1oria– mentc ucciso ( • 11é potrò mai pcrdo11armi ... Mi so11O cltit1MJ nella più solitaria villa ti, Cj;'/~ri e JJ;i,; i:t;;:,,oç 0 t~· ,~,'f~ ti ... •): fino a quel grnn grido d'angoscia che opportuna– mente Maiuri riporta da Ta– cito e da Svelonio senza nul– la metterci di suo, senza nul– la commen1arc (« ... che gli dèi e le dee mi facciano 11it1 cr11delm1mtc morire di q11a,r– to io stesso non mi se11ta di giorno in giomo morire ... 11): che è cosa da lasciare muti. in1ensnrnente pensosi dell'uo– mo • tradito da tutti, orbato del {/glio, offeso dalle nefan– de:.1,e di chi ebbe la folle ·am– bizione del votcre •, di un individuo che pur nei pìù alt, fastigi di un'Incontrollata au– tori!!\ e contro la piag(!:Cri~ degli adulatori, non esitava (anche qua è lo s1es50 Tacito ad ~llcstarlo) a dichiararsi pubblicamcn1c ~ 1101110 tra 2/i 11omi11i •. confidando (uhi ma delle illusioni, ma perciò croic-a fra tultc) nella giu– stizia delle opere proprie e nella pos1crità. BRUNO LUCRI!ZI UN POETA SVlZZERO * Nlax Bolliger MA IL CUORE è un piccione lanciato, riconoscibile dall'anello alla zampa. E deve tornare, deve ritrovare la strada anche con le ali rotte e gli occhi feriti, deve deve tornare, di nuovo tornare a se stesso. Tradu%lonc dal tedesco di Fonmro _ BUrdeke

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