La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 45 - 12 novembre 1961

Pag. 2 ________________________________ l'...:_·.::_A'.__ F l F: R A I F' T T F: R A R I A Dom~nica 12 novemlire 1961 ____ ____________ __! ________ __:_~__:_ _ __:...:__:_ __ _ (Continua da paalna I) mobile americana regalata~ da un ammiratore il quale sostiene di an~r pa:-zia.lrnente reo~erato. nei miei libri. ciò che ave\'a perduto frequentando un celebre salotto le 1 terario romano; vogrio essere as– sunto a Montecitorio o a palauo Maduma in qualità di paciere; voglio inst.aJlann, in qualche grande al– bergo di via Veneto e interrogare i buohi delle senature per sapere ohe di,wolo trovano di sLraor– dìnario, da noi, le bellezze di Hollywood: voglio ohe Roberto Muralo canti per mc solo, di sera a Monte Mario o do~e ~li ,pure. le (:anzoneUe della mia giovi– nezza; voglio 1 fili d'acquo del Tevere neri cli ba– gnanti; voglio l'Esedra: voglio piazza San Pietro da lontano. con le colonne che si di3'Chiudono come stecche di v enta glio intorno al nobile e plissC » del gradini: vog; ì.io le antiche mura di Via Cam'Pani3. con un gatto g rigio che !ugge davanti al tram e scompare in una feritoia· voalio Villa Borahese che in certi momenti sembra e"ssere 6tata fatt~ al– l'uncinetto dalle innumerevoli signore sedute sulla e-I"ba, col cestino dei gomitoli e àei ferri in grembo: voglio le statue e gli obeli sch i e g:li archi alla rin– fusa come polverosi ogg.:- t.ti di famiglfa in uno di q~ei solai dove indugiamo chiedendoci com'era il bisnonno e se ebbe. nonostante la sua importanza. le pulci e le corna ... voglio per un po' di temPo scrivere e fantasticare a Roma. a Roma. a Roma. GIUSEl'PE MAROTTA Un racconto di lF AB[O STORJEJLJL[ * Tre chiese nel sogno LaCalledrale F UORI PIOVEVA. Scostai di tanto la cortina che poteci,;i entrare. Le na– vate, come porte socchiuse. Lumi lontani, punti. Un in– ginocchiatoio: lo vedo quasi toccandolo. Oltre, una lunga cappella. li marmo umido. Quelle luci mi attirano, co– me una forza magnetica, in– vincibile. Ma resto {ermo, la mano sul marmo. Come goc– cie d'acqua scivolano per i canali delle colonne. Vagano·, lo so, ombre di ve- !'ili seriche. Lontano si vede quasi un corteo. Ma la va– stilii della chiesa è immen– sa. Neppure i passi, neppure le preghiere. Sotlo l'arcata. tra simulacri di tombe. Un sagrestano sfugge alla vif>ta: ha in mano una can– dela accesa. Lo inseguo, en– tra in una cappella laterale. Grande come una chiesa'. Lo chiamo. Non si volta. AUret– to. Si nasconde ancora. Gira al di là di uno spigolo. Il ,ilenzio mi prende alle spalle. E mi volto. Ma non ci sono che lumi dispersi. Chiamo ancora. Lo vedo, ora. Sale dietro un altare. - A che ora si celebra? - Alle sette. - Su quale altare? - Su questo. Scompare, una porticina. Cigola rapida. Ritorno sui miei passi. Un organo si è messo a suonare. Non so do- ~:~ f;!/1c~1s~1· ~:r °o~er.irs:~: vicino, al di sotto. Ma il suo– no si affievolisce. Torno sul fondo. Il suono si fa vivace. Ma non si vede nulla .in alto che indichi un organi– sta. In alto c'è solo buio. lenzio. La chiesa risuonava· del suo pian_qere. Poi si stac– cò lentamente, chinò la testa. Piangeva muta, il volto feb– brile, sudato. l'ansia, le lab– bra secche, le mani ~carne. Strinse la mia mano. Mi guardò. Occhi lucidi, limpidi. Le arcate di calcina, le une a ridosso delle altre, into– naco grezzo, ruvido. Solfiava il vento, un pol– verone amaro, la porta si spalanca: il pavimento si co– pre di polvere grigia. Hic ~a 0 cie~e~~!r~ii~~l:a~i~~nr;aa~;:: ranza. Il teilich10graffito dor– me alla gros~A. Le aggiustai lo scialle di lana Jlfar~ e JITietzsche LaggiU il corteo sta giran– do attorno all'altare princi– pale. Credo che cantino. Se– duto a terra un povero mi chiede l'elemosina. - Perché qui? - gli domando. Lui la cenno di • no • con la testa, E rantola. E la testa si china improvvisamente sul collo. Mi inginocchio accanto a lui. Il cuore non batte piU. Pa~– sa il sagrestano, si china an– che lui sul povero, gli chiude gli occhi, recita un·orazione. Chiesal mallino D UE FILE di oche, una qua una là. La viuzza sale limitata dagli al– beri. Scavi di rivoli inver– nali serpeggiano fmmane in– nocenti, rive minuscole e ghiaie polverose. Solchi per- (Continua da paa:lna I) perdonare aTcristianesimo di aver rovinato uomini come Pascal... ,. - oppure: e La pietà è una virtù da decadenti. Io rimprovero ai misericordi.Qsi di mancare facilmente di p1tdore, di rispetto, di. delicatezza e di non sapere mantenere Le distanze ... ,., Disumani e lontani Echi imponenti e dram– matiche applicazioni e tracce di cosi stolte e rac– capriccianti teorie, chiun– que può trovare. ripeto, nelle opere e nell'operato dei non pochi marxisti suc– cedutisi al ,potere da Lenin ai nostri j?'iorni. Così, Nietzsche in nome intelletto d'amore, sem– bra bandito dalle macchi– nose impalcature dialetti– che e politico-sociali dei due pseudo-profeti Nietz– sche e Marx. La volontà di. potenza di Nietzsche, aleggiante nel mito del– l'individuo assoluto, pare allearsi per un certo ver– so alla volontà dt prepo– tenza dello Stato assolu– to del marxismo ... Concor· danze di diversa portata ed effetto derivanti tutta– via da un'unica sorgente: libidine dell'Io in Nietz· sche, libidine deL Potere in Marx e successori Ri– peto: due dottrine disu– mane per due ragioni diverse ed opposte, egual– mente insostenibili e inac– cettabili (a lunj?'o andare) sia dall'individuo assoluto. sia dalle masse. Se il po– tere politico sanguinosa– mente conquistato è tut– tora saldamente mantenu– to dal marxismo. della potenza tutta astratta e artificiosa del superuomo di Nietzsche non è re· stato che una specie di affresco fra Cilosofico e let– terario nella storia ... E sembra oramai accer– tato e :nanifesto ai più spi– ritualmente colti e sensi– bili, che se il culto della persona e della personali– tà (tipo Nietzsche) ha ri– schinto di ignorare i pro– blemi e i sacri diritti delle masse. il marxismo (po– litico. economico e dialet– tico) continua non solo ad ignorare. ma addirittura a sopprimere il sacro diritto della libertà e della perso– nalità del singolo. A eventuali sparsi epi– ~oni ~uperstiti del tramon– tato mito del superuomo di Nietzsche. come alle molte schiere di militi fe– deli al duro gior.,o cli Marx. resta solo da ricordare sommrssamente eh e il principio e lo sviluppo ar– monico dell'autentica giu– stizia e della vera libertà e civiltà dello spirito per– mangono vivi e attivi pro– prio e soltanto in seno alla dottrina del Cristia– nesimo combattuta, offesa e vilipesa su tutti i piani e con ogni mezzo, in due modi diversi, dai due pseu– do-maestri tedeschi. GIROLAMO CO.\U - Faremo subito il cata- falco. • - Mi ha chiesto Ì'elemosi– na e poi ha reclinato il capo. Non ho !atto a tempo a met~ tcr le mani in tasca. · - Ecco, lo m<.ttercmo lì di traverso, sullo sfondo deÌ quadro. Io guardavo il volto del povero. - Mi segua - la il sagre- stGia~a~,om\/i~~~tud\~1 po- yero, .sporche ma delicate, u'!erm1. Il suo volto magro, diafano. - Ormai è morto - bor– botta il sagrestano. ~rfs~-~~~;~~ d~ t~n:Pf:~ua~f~ ii~;;;;;;;;;;;;;;;;;;;,;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;; dell'intelletto avulsa da ogni morale, Marx e segua– ci in nome di una pseudo– democrazia ,popolare, avul– sa anch'essa da ogni culto e rispetto del sacro. sono Si allontana. Il mio morto era vicino a me e non po– tevo aiutarlo piU in alcun modo. Le luci, punti. Mi at– tiravano. Chiesa di ungiorno BIBLIOTECA A LTRE VOLTE entrai in una chiesa. Le bombe bussavano alle porte e dalla piazza ondate di pol– vere bianca annebbiavano occhi e cuori. Era una chie– sa piccola. E le poreti di cal– ce. Ed un altare di legno do– rato. Ed un santo dal "olto impassibile. tuttavia restati estranei e nemici e sul piano della cult11ra spirituale e sul piano del cuore e della sensibiEtà. Disumani e lontani en– trambi, a due titoli diversi, benchC r\lleati per un altro verso, ispirati come sono da uno stesso istinto di disprezzo per i più delicati e luminosi valori dell'ani– ma. Benché concordino quando si tratta di com– battere quel che il Cristia– nesimo ha di insostitui– bile, di non deperibile e di universale, Marx e Nietzsche divergono, sen~ za possibilità di incon– trarsi, quando enunziano e difendono ognuno dal proprio ipodio il tipo e il genere di dittatura pro– prio e caro ad ognuno di essi. Dottrine entrambe fal– laci ed effimere senza un verace fondamento etico e religioso, epperò senza possibilità di tenere sog– giogati molto a lungo nè cultori del superuomo né i fautori e gli e apostoli> di una giusti;da sociale di massa di assai discuti– bile lega. Ogni spirito di tolleran– za, di liberalismo. di li– bertà e, in una parola, di LA FILOSOFIA DI ORTEGA Y GASSET La filosofia di Ortega y Gas– ' set, che si riallaccia forte– menle al pensiero della e ge– nerazione del 98 > di cui la– cevano parte - tra gli altri - Gavinel, Alas, Unamuno e Costa, ha senza dubbio avuto una notevole influenza sul pensiero filosofico contempo– raneo. La sua visione pessi– mistica della vita, la sua acuta indagine sulle cause storiche e ]?Sicblogiche della decadenza intellettuale spa– gnola e la sua critica negativa e demolitrice della tradizione, hanno infatti contribuito a dare allo e storicismo» una sorta di tensione psicologica che - come da taluni è af– fermato - potrebbe essere anche interpretala come una vera e propria componente esistenzialistica. Di questo filosofo mancava in llalia - e forse a causa delJ'imperio esercitato dal neoidealismo - uno studio completo cd esauriente. Ugo lo Bosco viene ora a colmare ~i~~lai,:aco~t~::il)~S°l':ss~/i= Milione Editore, Roma /961) offrendo allo studioso di fi– losofia una acuta cd elaborata analisi del pensiero dell'au– lOre de e la ribelion de las masas ». Dallo studio della reazione di Ortega al posi– tivismo scientifico alla con– cezione della libertà e del diritto; dalla visione della VERBAVOLANT Luc. Pen., Roma - Il trit– tico, che mi sta sulla coscien– za sin da luglio, mi pare in– feriore alla forza simbolica delle intenzioni. La prima piU delle altre si compie e canta la sua gioia. All'ulti– ma, la bacca nera, manca qualcosa, a mio avviso. Co– munque, sonp esperimenu compiuti già dentro la poesia e senza nessun timore mi in– vii il promesso polittico, vi– sto che lei compone per or– ganizzazioni di simboli. In– sieme invii materiale sfuso, breve di respiro e di impe– g'"IO. Credo che vi troverò del buono, oltre le sue in– tenzioni e la sua orgogliosa umiltà. Scusi il lungo ritardo e mi scriva. En. Paol., Milano - La sua semplicissima poesia rivela uno stat.o di grazia e una chiarezza mentale che fanno bene sperare. Voglio leggere altro. Gius. D'En., Napoli - Nul– la da fare, l)li dispiace. Sia– mo lontanissimi dal ber– i;aglio. uomo• riescono a sollevarsi, ma per diventare una poesia didascalica. L'impianto clas– sico disturba i suoi roman– tici sentimenti. N1c. Lamac., Bari - Tutt\1 • Attesa• è una bella poesia, ma ancora sul piano della resa coloristica, della ricerca d'eHetti minuti. Ho aspettato che si levasse a volo e invece la chiusa è solo la conclu– sione d·un gioco. Ha scritto altro di diverso? Lo mandi. Reui: Brava Rcszi posso dirti. perché sei una ragaz– zina piena il cuore di sen– timenti che urgono. L'imma– gine del Cristo bambino è degna di una bambina che sarà amorosissima mamma; • Immergo nell'acqua • C una pittura a colori vivi, nella quale non appare il senti– mento che volevi esprimere. Vai più dentro, piU in te• stessa. Il tuo pozzo, forse, è colmo. storia alle intuizioni sulla condizione esis1enziale del– l'uomo: lo S\'iluppo del pen– sioro del lìlosofo spagnolo è attentamente studiato, ana– li7..zato,criticato e posto in relazione con le concezioni di Croce, Gentile. Hcssen e Sar– tre. Cosicchè il saggio in que– stione offre una chiara vi– sione dell'architettura stori– cistica di Ortega. Dubbia è, secondo noi, la interpre1azione esistenzialisti– ca che Ugo lo Bosco vuole dare della visione che Or1ega ebbe circa i problemi dcl– l'esis1enza. deUa crisi, della ricerca. della circostanza e della situ:nione. Se infatti è vero che l'Orteia e non con– cepisce l'esistenza come crisi perenne, ma come un susse– guirsi di negatività e di po– sitività, di credenze vere e . false, cioè di crisi e di sta– bilità», è altrettanto vero che nel filosofo spagnolo manca quella coincidentia opposito– rum che Kirkegaard voleva risolutoria dél!a dialettica dei contrari e manca H Dasein, il concetto cioè di esistenza fugace e momentanea, di pre– senza immediata che costitui– sce il fondamento primo del processo esistenzialistico. Fuori di questa tiserva tut– tavia. il libro di Ugo lo Bo– sco è un mnnuale utilissimo per intendere l'oriiine, lo sviluppo e la struttura del pensiero di Orteza y Gassc1. GAETANO SALVETI HONORE' BALZAC e AL· I FRED DE MUSSI'.T: /I Dia\/Olo di Parigi (Ed Ca– ncsi). Nel 1845 a Parigi fu pub– blicala una guida sentimen– tale intitolala Le Diable a' Paris alla quale collaborarono con poesie, articoli, racconti, musiche e Sai~i le più emi– nenti personal11à del tempo (Gcorge Sand, P. Pascal, Ho– noré Balzac. Alfrcd De Mus– set, Thcophil Gautier, ed al– lli) che suscitò notevole scal– pore. L'opera illustrata anche da Gavarni e con vignette di Bartall, dh•entò presto nota per il tessuto satirico e per il grottesco lampeggiante che conteneva. Albeno Consiglio che diri– ge la bottega dell'antiquaria– to dell'editore Cancsi ha vo– luto 1iportare nel mondo delle lettere una parte di quel libro famoso pubblican– do un racconto di Alfred Dc Mussct Il ritratto di Mimi Pinson e due di Balzac Sto– ria e. filosofia dei Boufe.vard di Parigi e Parigi che .scom– pare. Anche se il Volume ha qualche • stonatura • forma– le, nel suo genere. è prezioso in quanto, attraverso la testi– monianza viva, ci consente di apprezzare e ammirare una cronaca vivace che, nel de– scri\'ere la vita, il colore e lo spirito della Parigi di Luigi Filippo, ci consegna per– sonaggi che simbolicamente acquistano il sapo1-e del do– cumento. 1 liste vicenda di Rouaettc sono cadenzati in una poesia che si distende delica1amcnte nei veli del roman1icismo. La e cronaca> di Balzac scatta continuamente nell'iro– nico e Parigi, nei suoi bou– levards, ci viene incont1·0 come una vecchia signora che non ha rimorsi, felice invece di aver compiuto qualche peccato in gioventù. FRANCESCO CRISI « Studi Romani » E' uscito il 111 fascicolo di e Studi Romani• correda– to da 20 lavv. f. 1. Esso comprende: un arti colo di M. Salmi su Roma ue.ll' ar– chitetwra del primo Rim1- scimeuto, uno studio di M. Floriani Squarciapino su LA • Forma Urbis Romae • e un contributo di P. Brezzi su L'Impero romano e i regni barbarici nella 11afuta1.ior1e degli scrittori cristiatii alla fine del mondo antico; A. M. Ghhalbcrti tratta di Ro– ma capitale nel pensiero di Ca11011r. A. Schiavo illustra Il Pig11eto dei Sacchetti. Le mura tremavano come corpi umani. Appoggiati, noi con le spalle doloranti, con 1;; .nuca. Cercavamo a tratti le .nostre mani. Si stringevano !orte, la preghiera saliva dal cuore. 11 prete di Jaccia a noi guardava l'altare e la porta, ora l'uno ora !°altra. Poi si spalancò Il battente di destra. Lento, come se ignote mani lo aprissero. La piazza era colma di macerie. Non una voce, nemmeno un lame!1to. Fummo o vivi, o morti. Ii prete- avanzò nella na– vata. Scarponi di montagna e tonaca stracciata. Si formi, sulla porta, noi lo scguiml'Ml con gli occhi. Benedisse eo.n un gesto largo, lermo. Us.él. ~eed~!imm":i 0 s~~~~~r/:;c~fetfa un muro. Poi la donr.Ja s.i aggrappò a me, pian11cndo. Era giovane, pulita. Io le accarezzai i capelli, il seno scoppiava di singhiozzi. Il suo volto tremava. E)\.1ocisi- L'arte per tutti (Continua _!!:,_paa:lna 1) gin.i mortali del fungo atomico, inseguite dai titoli dei gior- ~a~oCe~~~~ g 1 ~{d~~i a~a~~~Jd!,F~ff~~io:~\~bf~~1i~•i~~n~ essi questo strano secolo seguita a confondersi, a dimo• strare il fallimento della ragione. Ci riguardano quindi come figli di questo secolo, come padri di queUo che verrà dopo, se verrà. cioè se il Tempo ha davvero deciso di partecipare all'avventura umana fino a rischiare con essa In sua fine. Jn Francia, ad esempio, succede qualcosa che rasenta l'irrc~1llà dei sogni. André Malraux, ministro degli Affari Culturali e il no1issimo scrittore che tutti conosciamo, ha annunciato davanti all'Assemblea nazionale la sua intenzione di • collettivizzare l'arte». Siamo al di là delle ambizioni e dei progetti dei paesi tota\ilari, ossia notoriamente to– taliiari. Le opere d'arte debbono essere di tutti, saranno tutte acquistate dallo Stato e messe a dispo~izione di tuni indistintamente i cittadini, cos\ che sarà abolito il pos– sesso individuale, sopravvivenza di una organizzazione so– ciale superata. Questo il succo delle dichiarazioni di Malraux, che seguono logicamente tutta una serie di note prese di posizione e di recenti realizzazioni. Malrau.,: ha detto, tra l'altro: e L'arte d'oggi non è più un problema di lusso, essa sta per divenire un immenso problema sociologico. Oggi, sta per scomparire l'oggetto d'arte posseduto individualmen1e. L'arte gotica o l'arte romana cmno arti che non si possede\ 1 ano. Stiamo tornan– do oggi a quella concezione e io sottolineo come questa trasfonnnzione sia importante». Parole decise, un'oratoria telegrafica, a secche affermazioni. Subito, e non poteva essere altrimenti, l'opinione cultu– rale francese si è ribellata alla mostruosità, a ques1a e dot– trina dalle applicazioni catastrofiche•· E' stato facile os– servare che, al contrario delle idee del ministro, l'architet– tura gotica non sarebbe esistita senza l'idea della proprietà, che il McdioC\'O è fallo di opere d'arte uniche, possedute unicamente, che la pittura modcma è naia dai • libri d'Ore •• generalmente destinati a grandi personaggi e sui quali, a ogni buon conto, non si può essere in più d'uno a leggere. Infine si è detto che solo la fede di Theo diede vita e realtà all'opera di Vincent Van Gogh, disprezzato dalla col– lettività e che la dottrina proposta da Malraux per i suoi ~;.:~~\p~f~~~~i~~tav~~~.~~~~ini:~~~ ;os~~~u~~,s~:~~r~n~;:: ~~~ibi~~l~r'::a~~ ~i ;'c:o~f~ i! non p'.Jò lcrmarsi a vedere come il suo ruscello sia sec– cp ed asciutto. E là pose il mulino fatto da papà. Ora s'è fermato, li, nella gora, uno sterco di cavallo. Paolo· non lo sa e pensa al suo mu– ~~.ns~._eterno,come_ il suo di I Poi sulla rima 11 viale '>i dilata. Un muro :spesso. 11 [ ~ancel lo spalancato. Oltre, lo 1 mp.re: sso. La porta è fermata dall e s'.erno. E sulla trave:. pende la corda nodosa delln campana. Son salito quassU che · il ,;ole non é neppure sorlQ... E I l'aria è immobile ed è !\•mica aria che si senta viva c1.>me tutte le cose. Un'aria s•.>1,tan– ziosa. respiro a pieni J,>')lmo– ni. Poi giunge il pr.\"te. Il campanile è 1llumin~to dal sole. Intorno, come rt":•llecar– tolin!!,.girano e si 1-..;iranole rpndm1. Apre la prnta io re– sto fuori un attim,o an'cora . Or,;gi è un mr,ndo nuo~o. 11 m10. Questo s•oJe tagliente questa erba urcida. ' . li prete mi "Sorride. Non s1 meraviglia FA84T.) STORELLI ~J#ii#flit#D l'rfrlout cn France et Unlon ~!~!:~• 11•1~:.lgt~~flande~ul~s:.' lleteTTI:, Canada, Am~rtque ou Sud, Ortenl, etc., ~lltndenl lt plat,lr de YOUI CC'IODlllll'C 111ml lit, m11rt11sie, tnnguu, ph1l111r tic) l>emnnde1 nollcc Rrlllnllr "FL- li" AMI~ UU t:OUlUU~ 3, A~nue Nom11ln b St'A CHel1tlque) Rassegna delle riviste i alian M OLTE pagine di Tem– po di Letteratura so11O · tled1c(lte ad w1 lungo saggio dr Gianmtrapan , stti– l'overa di Cassala. Egli rive.fa come da Incontro sullo ~tra– dalc a 1...1raiaua di Bubc f'overa ,l, Cussofa sw suaa 1111 confluire di tl"mi ben de· finii/ diuanz.i alla 111tae al– l'arte. Particolare accuratezza del saggio e quella di con– frontare lo .stile dei primi rncconti con le stLO::essive csperie111.edei romanz1. g11ascendere nel racconto _ bas(ione scgrega:.ionista ame– ricano, in cHt si narrano le drammatiche dci.u11udini de– gli tUsociatt per l'uguagfian:.a. raz.zia/e, Completa il numero una rasseg11aantologica di giova– ni aulori italiani e stranrert fra cui ci piace citare lo spa– smo/o Novais ed il russo Tvardocskj. .Su La C.ivilta Callolica Giu– seppe de Rosa SJ .. m un articolo sulla p(Je.51a dJ Pu.so– lini, dopo lo 5tupore 1n1:.1ale m mento al cotr/erimento allo scr111oredell'uftm,o pre– mio Chianciano, ammette che il Pasolini t1on manca di /.,'ultimo numero de li Mu– lino t! dedicato in particolar modo alla situazione razzista S~!~f (}~f/t~il ; 1 :~bl~~t~a ~=f,~ Cassola stesso scriY'e sulla rivista le ~te esperien.m dt nar– ratore nel trattare ptrsonaggi e vicende, concfudt:ndo con una tlichitirazione sulla nar– rativa contemponmea: • IA comparsa di w, :~mpre piit co,uapevole es;stenzialismo ha getlato a terra la narrati- 1•a togliendo vdfore ad ogni suo tmtico sostegno. Restau– rare f(InarrmiY•asulle veccluc basi è. _perta..fl to imposs~bile. Ma si nflett'ft bene: fa 1•1ta è tutto. la narrativa è pertanto fa fo_mu, <t:arte più alta. IA po~m è t,p1estio11edi attimi, per ritro,.,,tre il tempo biso- collabor azione fra md1vidm, raz.i.ee culture diverse si po– ne a vo lte oggi, it1 pieno se– colo XX, addirittura in ter– mini di convivenza. Ci sareb– be però piaciuto che nel suo editoriale Il Mulino non si fosse limit ato o cttare c ome antraft di intolleranl.ll ra:.– z.ista gli USA, il Sud Africa, ed addirittura. l'Allo Adige, ma si fosse ricordato anche del conflitto ra1.1.iafearabo– palestinese e della sorte. degli ebrei 11e1 paesi CO1t//lt11st1 passione. • Wa fa passione no,i basta per /ore un poe– ta ( !). C'è perc1O nella sua poe5ia qualcosa d1 falso, di non autentico: anche la rab– bia, l'odio, la dtsperauone hanno un suono falso, leue– rario; a parte qualche /ram· mento in cm si avverle una commouone pm sincera, e qualche spraz:.o d1 au1ent1ca poesia"· l'art1coli5la allude alf' elogio poetico - marxista che Pasolini fa 4t Krusc1ov defimto ~ ,:n·ente lperan;,p •. Come, eflet11vamente, non definire simile pOeHa servile ed infa1111fe? E' qui pubhhcato tm diario dei coniugi Randa/f, pro/es– .fori universitari, su u11• \liag– S:io della liberta • compiuto da Washington alfa Florida, GIANFRANCO .\fEZZASO\t~ IJna pagina di I Andric /cido fum(~o;,~l:u~;tt:;~ln~c~~uno lo direbbe. Parlano lenti e ~ndecisi. uno alla volta. esaminando la faccenda e cercando di distinguere in ciò che hanno inteso le eventuali bugie dal. la verità: e pem:iano a ciò che si do– vrebbe intraprc,ndere per accertare i fatti e per e'litarli eventualmente fin dall'inizio. Chi è del parere che le notizie so– no inventate o esagerate per inquie– tarli e spaventarli; chi invece dice, con voce amar,l. che tempi tali sono giunti da non doversi meravigliare di nulla. e che bisogna essere pronti a tutto. poiché simili cose accadono a Istambul. nella Bosnia e in tutto il mondo. Altri infine Si consolano a!Cermando che si tratta di Travnik - Travnik! - f!' non di una qual– siasi provincia. e che ad essi non deve e non può accadere ciò che accade agli altri. Ognuno prende la parola. tanto per farsi sentire. ma nessuno affer– ma qualcosa di preciso. poichC tutti aspettano di u.:lire il più anziano. E il più anziano di tutti è Hamdi-beg Teskeredzic, un grosso vegliardo dai movimenti lenti. ma dal corpo an– cora forte e dalle misure gigante– sche. l\lolte guerre ha passato e ha subito ferite e prigionie: ha avuto u~dic_i figli, otto figlie e numerosi 111po.t1. 1-!a rada la barba e radi i baffi: e 11 suo volto, regolare e mar– cato. è pieno di cicatrici e di macchie bluastre. tracce di vecchie ustioni p~ovocate da un·esplosione di polvere d! sparo. Le sue palpebre pesanti e d1 color plumbeo sono semiabbassa– te. La sua parola è lenta, ma chiara. . Alla fine, con voce stranamente giovanile, egli tronca le congetture le previsioni e i timori: ' - Suvvia, non piangiamo come si d!ce, pe,r il pellegrino viv~. e non diamo l allarme senza necessità. Si deve tutto osservare e ricordare. ma non prendere tutto a cuore. Chissa come va la storia di questi c11n., .. 1i \"engono, non vengono. E se anche vengono. il fiume Lasva non vol~era le acque in $U. ma continuerà :1 scorrere come sempre. Quj noi siamo sul nostro. e chiunque arriva e ,ml– raltrui e non ha lun~a permanenn1 Tanti eserciti sono piombati qui. ma nessuno sj è fermato a lungo. \lnlt1 sono venuti qui per rimanervi. ma finora di tutti abbiamo vi!'=to le schie– ne: e vedremo anc·ne le loro. se pro– prio s'impuntano di venire. Per ora non sono nemmeno all'orizzonte In quanto a ciò che ha chiesto quel t~lt!' a Istambul. non è detto che sia un.a cosa conclusa. ~lolti ~ono stati t·nlon-. che hanno chiesto qualcosa. ma non è detto che si debba tutto ottenere .. Pronunciate con rabbia queste ul– time parole, Hamdi.beg si ferma e. in mezzo a ,.m silenzio perfetto. dà una fumata e quindi continua: - E se anche ott\ene e da vedere come e quento. Kessuno è eterno. ~or, lo sarà nemm,,no questo. que$tO. E qui Hamdi-beg s"intoppa e tos– sicchia per ~elare la rabbia. e non pronuncia, cosi. il nome di Bonaparte che è in tutti i pensieri e sulla bocca di tutti. Nessuno disse più nulla. e a questo punto si fermò il discorso su tale ul– timissima notizia. Le nubi copersero completamente il sole, passò una impetuosa e fredda folata di vento. Sui pioppi, lungo l'acqua, le foglie frusciarono con un suono metallic::>. Il freddo brivjdo che percorse tutta la valle di Tra\•nik diceva che, per quell'anno, erano fi– niti i convegni e i discorsi sulle pan– chine della e Sofll ,., Uno ad uno. i beg cominciarono ad alzarsi. e con muti saluti sì avviarono alle loro case. IVO AN'DRIC Guglie!. Caret., Roma - Tutte e quattro belle le poe– sie che mi invia. Preferisco la seconda e la quarta: è già un giudizio. Un consiglio, completi le parole, tolga di mezz.o ogni residuo scolasti– co, legga poeti moderni, lei ha un'anima molto moderna. Cominci da Pascoli e arrivi a Eliot, a Montale, a Auden; e da Valery a Quasimodo. Segua le poesie che appaiono tanto pii.i frequenti d'un tem– po sulla • Fiera•· Mi scriva a lungo, se le occorre con– fessarsi dopo la sua vita ri– tirata. E naturalmente invii altre cose, ,che sente piU im– pegnative. Auguri. Pie. Mcl., Caserta - La ri– cerca d'effetti linguistici, lo· ascolto di maestri della con– cisione, la porta ad una poe– sia piena d'ambizioni, arida, dura, dagli aggettivi impos– sibili, che vuol dimostrare piU di quel che è. Provi a sciogliersi un po', a calare la masdiera. Osv. Romagn., Roma - Non ho capito il senso della sua poesia. Lo stile è con– sueto. Mi mandi altro, se vuole che sia più chiaro. Sa– luti dal suo Nella poesia di Dc Mussct il gioco è sempre di gran gu– sto e i personaggi, anche se vivono in una Parigi prov– visoria, hanno l'impronta di una vita eterna che si svolge ollrc i limiti della storia. La signorina Pinson, gli amori di Marcello, di Eugenio e la re d'arte, che essi a\'evano ordinato e che senza di essi, molto spesso, neppure sarebbero nate. Come creare è un fatto indi\'iduale, così comprare le creazioni resterà sempre un fatto personale, di gusto, di sensibilità. di amore, oltre la stessa possibilità economica, e sempre inaccessibile a certuni, quale che sia la loro potenza. Ma, intanto, un grave, quasi incomprensibile problema è posto, non solo per chi • oggi e in Francia• si occupa d'arte e di opere d'arte. Non è talcolabìle in tonnellate d'csplosh·o e in prc– venti\'i di morte ma è pure un a-rave problema, che ci spetta da considerare in quanto figli di questo secolo assurdo. r. c. IL PIÙ GRANDE Il più grande complesso di raffinazionein IIalia. Gli i~vestimenti Esso nelle raffine_rie di Augusta, Bari, Livorno, T:recate. Trieste, assicurano milioni di tonnel– late di prodotli peiroliferi per milioni di consumatori. A ml. Tigr. - Le sue sono notazioni d'un diario perso– nale che in • Per vi~re da. CARONTE GIOIUIJALE Artistico Let– terario accetta collaborado_ ne poeti, prosatori, ambo– sessi, valorluando mertte.– \'Oli. Scriveteci. Approdo del Sud, Luna:oteatronuovo, 29 Napoli. BAN·CO DI SANTO SPlR-l'FO DIREZIONE CENTRALE E SEDE: Roma, Via del Corso, 173 TUTTE LEOPERAZIONI ED I SERVIZI D BANCA, BORSA, CAMBIO EMERCI ' ' . 9 La ESSO celebra il 70° anniversario Una.,grand_eorganizzazione che collaboraallo svilup• po, e_conomtco _del Paese con investimenti produttivi p,er ,l lavoro Italiano.

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