La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 45 - 12 novembre 1961

Le richieste cU giudizio che giornalmente ci pervengono tro,eranno risposta nelle apposite rubriche e Verba Vo• lant •, • :Scripta manent • e • La Fiera risponde• secondo l'ordine di arrivo. Si prega pertanto di astenersi dai solleciti I liA FIERA LETTERARI;\ UKAKIU Ul::LLA KEIJALIUNe: 11-13 daJ mercoledl al sabato Manoscritti, foto e disegni non richiesti non si restituiscono LE JP.RJC~E RAJPJPR.ESENTAZ][ONJ[ A RO~A * JLJL, J8' JL L ~1[ J[J) JB: L LA\. § E 'JI:'JC' Jl ™CA\. ~ A\. * Un Liolà lontano dalla natìa Sicilia Il Giudizio Universale * ,u * GIOVAL\ 1 1\T.I CALEL\TDOL.I L [OLA ', commedia che fu per la prima volta rappresentata da An– gelo :\lusco nel novembre del 1916, C stata nuova– mente rimessa in scena net Teatro Quirino di Ro– ma da Vittorio Dc Sica dopo due edizioni abba– stanza recenti curate dn Orazio Costa e da Ac– cursio Di Leo. Iell' arco della vasta opera di Luigi Pirandello, quest3 commedia, eh e molti esegeti hanno con– siderato - ma troppo ri– strettamente - solo come una smemorata evasione fantastica, ha un signifi– cato preciso. Le lacrime della critica La critica formalista, che adesso piange in qual– che caso le lacrime del coccodrillo. ha sempre più o meno disdegnato Lui– gi Pirandello, ritenendolo, e o me Giovanni Verga. uno scrittore insensibile ai problemi del lingua,ggio. In base a questo giudi· zio. o sopratutto in base a questo giudizio, Alfredo Gargiulo ad esempio con– finò Luigi Pirandello in una noticina del suo fn– moso panorama della let– teratura italiana contem– poran".!a. L'opinione tanto diffusa ancora og~i. che attribuisce al ci,rammatur– go siciliano il peccato di una sciatteria formale. è invece assolutamente in– fondata e, insieme con al– tre opere minori. sta ap– punto a dimostrarlo Liolà. Luigi Pirandello compo- 9e questa commedia in dia– letto ~iciliano. anzi più precisA.mente nella l)arla– ta di Gir,:tenti. la quale - come egli stesso spiegò nella e Avvertenza > pre- messa alla prima edizio– ne di Liola (Roma 1917) - e tra le non poche altre del dialetto siciliano. è in– contestabilmente la più pura. la ,più dolce, la più ricca di suoni, per certe sue p3rticolarità fonetiche. che più d'ogni altra l'av– vicinano alla lingua ita– liana• .. ella parlata agri– ,gentina il drammaturgo in– travedeva da una parte la possibilità di attingere al– la fonte a lui più propria. p u r avvicinandosi (ma non in maniera estrinseca) alla lingua italiana e dal– l"alfra parte sentiva an– che la possibilità di impri– mere alla favola campe– stre. una mitica di Liolà un colore arcaico se non addirittura classico. La parlata agrigentina infatti, cosi come è vicina alla lingua italiana: non 'può non ricordare ,per la sua musicalità la lingua greca. Nella medesima e Av– vertenza>. Luigi Pirandel– lo spiega anche di avere respinto consapevolmente in Liolà il cosidetto e dia– letto borghese siciliano>, cioè quel dialetlo che ccon qualche goffaggine. appe· na appena arrotondato. divento lingua italiana, cioC quella certa lingua italiana parlata comune– mente, e forse non sol– tanto cla~li incolti. Italia>. Interiorità del dialetto i\lolta lettel'8tura con– temporanea. farcita di fa– cili e superficiali anche se vistose coloriture dialetta– li. pot rebbc essere seve– ramente giudicata a 11a stregua di queste- osser– vazioni. ln tale letteratura il dialetto è un materiale di riporto o di decorazio– ne. Luigi Pirandello vice- I DIECI ANNI D'UNAISTITUZIONE ROMANA * Ilcoro polifonico O GGI che il • Coro polifo– nico romano•, fondato e diretto da Gastone Tosato, ha assunto un .!tuo ~~f~~le c~~N!to\•i~, i,7::~ritk.~ romana e ha incontrato inol– tre un successo che si è pacificamente stabilizzato, ci b:C~c~er::~"lfn~~~;n~~c~~~~': mino. Il complesso è sorto a Roma nel 1951. In dicci anni di attività ha effettuato circa 250 concerti e due tourné in Jn~hilterra, negli anni 1952e 1953. li fatto nUO\'O di questa istituzione artistica si è avu– to nel momenlo in cui si è trasferito stabilmente, come sede di prove e di esecuzioni. nell'• Oratorio della Confra– ternita del Gonfalone •· Ciò sta a dimostrare anche il riconoscimento della sua funzione da parte delle au– torità che sovraintendono alle Arti. L'Oratorio del Gonfalone prende il nome dalla • Com– pagnia del Gon.falon~_•, un_a delle confratern1tc pm_ anti– che di Roma, fondata nel 126-1da due canonici di San Vi1ale nella Basilica Libe– riana, insieme ad un gruppo di 12 l'atrii.i 1-om~ni: ali.o scopo d1 chiamare I c111ad1- ni alla penitenza e alla c~rit_à di fronte al dilagare dei di– sordini, delle eresie e delle sccleraggini che si commet– te,•ano da ogni parie. Jn u11 secondo tempo, e cioè fra 11 1544 e il I.547, l'Oratorio della Confraternita del Gonfalone fu costruito, in rione Ponte, sul luogo O\'C era la chiesa di Santa Lucia, presso il Tc– ,ere. Nel 1548 fu fo.110 il ria~~rr~~t~ l~ f~~~~ ~n~!~,:~,o e dorato da Ma.stro Ambro– gio de Bonazzini: fra que.ste due date \'3 posta l'C3ecuzio– ne della decorazione pittori– ca delle pareti dell'Oratorio, che è contenula in 12 riqua– dri ad affresco. a mo' di arazzi. I.f: di,·ersc ~ilPJrazi<;mi che rca!Jzzano dod1c1 ~taz10- ni della storia e\'angelica della Passione mediante una . moltitudine di personaggi che si muoYono su un paesaggio che già prel>Cnta la riccheua coloristica e di monment~ del Barocco sono o~ra d1 pittori isolati, o COSI deltl • di maniera•• quali Jacopo Bertoja, Li\·io Agresti. Raf– faellino da ReHIO, Federico Zuccari, Cesare Nebbia, Mat– teo da Lecce, Marco Pino l'd altri finora rimasti ignoti, che in quel felice periodo di Pieno credilo_ alla p1t1ura narratiu o a_uilca, la~ia_ro: no i loro ~cgni pcrsonallssun! L'effetto che si coglie da quc!.h: fc~tose decorazioni. unitamente al contributo di ordine che danno all'ambien– te Rii stalli in legno pregiato che corrono 1u110inlorno al– l'Oratorio. predispone • na– turalmente• il 1>ubblico ;11- J'ascolto. Anche pcrchè il luogo è re.so fantastico e ca– stigato insieme da una luce che scende, discreta, da una serie di l:irnpioni seicenteschi che in passato ser\'iv.1110agli .1ffiliati alla Confraternita durante le processioni della Vergine del Gonfalone. 1n ques10 ambiente, che molti dei romani debbono an– cora •scoprire•. durante la trascorsa stagione artistica si sono S\'olle le sedute spiri– tuali di musica sinfonica; mentre altre, a carattere di– lcllevole o profano, sono state effettuale in sontuo:;i luoghi, come quello, di chiu– ~ura della stagione, tenutasi nel teatro all'aperto della Villa Lantc di Bagnain. Ma ~~~~~~ns~em~:.C J'8~~~-ad~~ ,e, per il prossimo an.no ar– tistico, ,·crrà installato un grande organo Ahlbom a due tastiere per l'esecuzione di concerti d'organo solis1a e d'accompagnamento alle ese– cuzioni corali e orchestrali in programma. In questo suggestl\'o • ri– fugio •• nella nuova s1ag~onc 1961-1962 \'erranno tenuu Il concerti: per sola polifonia, per coro e orchestra, per or– gano solista e con \'Oci reci- 1anti. Saranno eseguite musi~ che di Carissimi, Pergolesi, Purccll e Cavalli, nel primo; di i\fonteverdi, Schutz e Ca– \·alli, nel secondo; musiche slrumentali di au1ori italia– ni. francesi e inglesi dei se• coli XV, XVI e XVII. nel %~ 0 ;'~1~i~~~ it~1i~nai~I: ~~= versa si sforzava di arri– ,·are alla lingua dall'inte– riorità del dialetto. racco– gliendolo nelle sue forme più pure e rpiù vicine alla lingua e insieme volgendo– lo alla rappresentazione di quelle realtà poetiche che ,eli erano storicamente più consone. li problema della forma, il problema del linguag– J?ioerano dunque vivissimi in Luigi Pirandello non soltanto nel senso esterio– re, ma con una consapevo– lezza profonda. che nasce– va :i.ile scaturigini stesse della creazione fantastica. Liolà ne C la rprova: la par· lata agrigentina è essen– ziale al contenuto dell'ope– ra. ne costituisce non la patina. ma la forma neces– saria e insostituibile. La lingua di Agrigento Quando si apprestavano qualche anno addietro ad incominciare le prove di Uolà. alcuni degli attori ciel Teatro Siciliano. i qua– li sono quasi tutti di estra– zione catanese, si recarono ad Agrigento per cogliere dalla viva voce del popolo il colore musicale tipico della parlata locale. che è molto diversa ancora ogjt'.i _gevano anche quelli ori_gi– nari dei singoli interpreti. Nella recitazione si pote· vano sol1l)rendere di volta in volta modulazioni napo– letane. romanesche o addi– rittura più decisamente settentrionali: ma ipoche autenticamente siciliane, se si eccettuano quelle dovute al raffinatissimo Umberto Spadara ed alla brava Sil– via Monelli che sono en– trambi isolati. Un patetico Pulcinella 11 Liolà di Achille l\Iillo e piuttosto un Pulcinella patetico e dongiovannesco risolto con straordinaria abilità da un atlore che ormai merita senza dubbio di incontrare un personag– p;io importante tagliato sul– la sua misura. Il Liolà di Luigi Pirandello è un al– tro: realistico, ma in senso Roma e Lazio - ci?PO ~ molt_i a:1veni: si E' CHIUSA i11 questi !ncnta ed. l molti m,scugh giorni al Palazzo dellt. rntercors1 - .eia quella ca-1 Esposi:.ioni la ter:.a ras- ta)1Cse. messrnese o palcr- segna d'arte • Roma e La- :;~~~i~an<;;~no da quella ;~~,;(.c1~~:de};;;~a~f,~m;,~zid;~ Ed t, difficile comprcn- /tho ,mc~'': 1 vr<!miati ver il clere In poesia di Liolà, ~o- ('jg5':J~P~1h 1~1 1 ; sl~~~ 14;d~,';,~~~ nosC'erln nella s~a ~omp.rn - della mostra (a prescmdue ~l~;:~ta~~e1~t~n a~~r!~c~;~ 1 vi~ ~i:::n;'e':,~:le~e~ 1 re~~f. '';:~;;;~ ling~13gJ?iO nel quale essa per l'esig110 numero di ,,isi- si esprime non per una tatori e le ,•alutazioni pii', _o scelta capricciosa dell'au- me110 n.eflatn•e e sommarie tare. ma per un processo d.l'lla. crit,c,1. . . di necessità. Ed inversa- No,, che abbmmo lascwto me~tc ~ a_s~ni improb_abilc ~/ 0 vg;r,~io~a;~~/~s~gs/%~: ogm g1ud1z10 sulla lmgua te seutiamo il dovere cl'in- di Lui_e;i Pirandello. Se si terve11ire, sia pure per rile- prescincle da queste sue vare alcuni fondamentali er– esperienze le quali nel cor- ror{ c!!e _11011 si dovrebbero so dciii 8 nni lo condussero ma, v.111 rip~te_re,on.che a c_o~ :i. tr~sferire .nell"italiano al- !~~ 0 ~ 1 J;°s::::;;: 1de1FJ 0 ;, 1 :;: cunt moduli _del e _comple.s- cedenti ras5egne svoltesi sot- so stampo smtatt1co, ricco to l'egida del Co1111111e.. cli sottilissimi nessi >, che. come cJ?li acutamente dice. ca:-ntterinnno il siciliano. Vittorio Dc Sica. che ha allestito un nrmonioso e splf'ndentc spettacolo con Mtori nella nw.gJ(ioranza non ~icili.111i. è stnto co– stretto a presentare Lioid in un testo contnminato tiot- otlcnuto mediante unn sovr1ppo~lzionC' di caden– ze e parole e frasi siciliane .1lla tr.1dU1ionc italiana do– vuta :i.llo stesso Lui.Et:iPi– randello. Alcuni critici si sono compiaciuti di questa ibrida varietà di :i.ccenti. ai qunli \·ia da si a~giun- LIBRI RICEV -n SILVANO INCITTI - Canti JJer Le.via - Poesie - Edi– zioni del Cavalluccio - Mi– lano - paJ?g. 64 - L. 300. ENRICO C. $ANNA - Il campo degli asjadrii - Poesie - Edizione del Ca– Yalluecio - Milano - pagg. 80 • L. 350. MARINO BETTARINO. Ar– gilla arala - Liriche - Edi– zioni del Cavalluccio - Milano - pagg. 80 - L. 350. GIUSEPPE NICOLOSI - Ap- pu,11amenro perduro Poesie _ Edizioni del Ca– valuccio _ Milano - pagg. 78 - L. 300. /, - U11amostra regionalè - q11asi ,ma si11dacale - do– vrebbe escl11derc i 1,rc111i (11011 gli acquisti, i11le11dia- 111oci); o se mai risen•arli ai giovanissimi, per segnalar– li e incoraggiarli. In questo modo quasi certamente la partecipazione verrebbe a es– sere totale o si potrebbe ri– correre - ver renderla Inie - a colle;ioni 11nl'Ole ,,er vrc.\tlti e a lllltC le ,:(li/e.– rie romane clte abbia110 pro– prie colle:.ioni. 2. - Alle \'t1ne fasi orga- 11i:.zati1•c dovrebbero essere chiamati 11011 gli artisti (I quali non ha11no l'obbligo professionale di conosce.re quel che /011110gli altri ar– tisli) ma , critici, lutti i cri– tici militanti di Roma. a prescindere dalla tendenza alla quale appartengono. So– lo in questo modo inviti e accellazio11i potrebbero ave– re un a11dame1110responsa– bile. Anche ai critici dovreb– be. essere de.mandato 11 com– pito d'impaginare cou buoni criteri le opere dei parteci– panti e di curare il calalogo (quale critico avrebbe as– sunto la responsabilità di ri– produrre le opere brulle che spesseggiano nel catalogo di q11esl'ultima rassegna?). J. - E' w, errore affidare a 1111 gallerista (anche se, co– me quello prescelto, degnis– simo) l'ufficio vendite. Alcu– ,,; han parla{o, in proposito, di gara o di tunii. Noi sia– mo per la completa esclu– sione; poiché llltti gli artisti classico e pagano. E'. sen– ,:a retorica. l'eroe di un mito. legato ai millenari riti della vendemmia e del– la fecondazione. Lo spet– tacolo di Vittorio De sica, data la sua impostazione. scivola fatalmente, anche se co:i un gusto sicuro. ni margini del folclorismo e del dramma rusticano. Ed in questa chiave sbagliata ha una sua incontestabile nobiltà. Ammirevoli sono stati la espertissima Cesarina Ghe– raldi. la colorita Giusi Ra– spani Dandolo e gli altri attori Adriana lnnocenti. Italia ::\Iarchesini. Serena Michelotti: mai un auten– tico sic-iliano ha consuma– to tante energie per par– lare il suo dialetto e so– pratt~lto per ,:testicolare. La misura era data dall'in– digeno Umberto Spadara. che al confronto dei suoi compagni sembrava disce– so dalla gelida Albione. Per il loro Giudizio Uni– versa!e - presentato la estate scorsa alla Mostra di Venezia e apparso in que– sti J?,icirni sugli schermi italiani in un'edizione rive– duta e corretta - Cesare Zavattmi. soggettista, e Vittorio De Sica. re~ista, non s.i sono affatto atteg– giati a profeti biblici o a cantori dell"Apocalisse. ma come ai tempi cli Mirnco/(, a Mtlano si sono invece tenuti sul pianCI della fa– vola ironica (sia pur \'ena– lr't di ~punti metafisici): ag– giungendovi quelle situa– zioni in bilico fra la cari· catura e il dramma. lo scherzo ed il simbolo tra– gico l'he in teatro hanno già dato vita al ,:tenere una volta tanto clHTu~o del e grottesco>. Vediamo il soggetto. Sia– mo a Napoli . .si prepara per la sera un ~ran ballo, in occasione della presen– za in città di un perso– n.1ggio autorevol-e venuto da Roma in vista delle ele– zioni. Tutti (o quasi) sem· ,li GIA1\I LIJIGI lt0,1 1 /JI brano affascinati dall'avve· nimento: i giovani, perché vi troveranno occasioni per incontri d'amore. gli an– ziani perché potranno con– tinuarvi con profitto le loro mene d'affari All'improvviso, però, una voce dall'alto annuncia, tra il pacato e il solenne: e At– le ore 18 comincia il giu– dizio u,rivcrsale! •· Sulle prime nessuno vi dà ascol– to, ma dopo. dato che la voce continua, e a interval– lc regolari. anche quelli che avevano pensato a qualche trovata pubblici– taria. si ricredono e si la– sciano invadere dal terra· re. La mo,i:lie dell'arricchi– to. così, conscia dei poco onesti sistemi con cui il marito ha ampliato il suo patrimonio. ~i dà a sve· larnc a gran voce i furti e le prevaricazioni: i giu– dici, raccolti in tribunale, emettono sentenze assolu– torie perché. tanto vicini ad c-sser giudicali, non si sentono di giudicare gli altri (con la conseguenza che l'imputato. più spau– rito di loro. protesta la sua colpevolezza): la fa– migli.:i borghese si serra attorno al padre miscre– dente che, ndesso. conver– tito, vuole che tutto e sem– bri> onesto e sereno. cor– retto e devoto: il borsaiolo conforta il derubato e Qua– si quasi gli rende il dana· ro: la coppia cli ndulteri sorpresi in fla,:!rante non esita a consolare il marito tradito e a prometterj?:11 dspetto e fedeltà: il mer– cante di bimbi da inviare m America a coppie senza figli ~ente invadersi per la prima volta il cuore da istinti paterni e. con le lacrime a,e:liocchi. promet– te di C'ambiare mestiere Ci !;ono anche ,gli indif– ferenti. s'intende: quelli - come il diplomatico e la dama patrizia - che. dovendo morire. preferi– scono trascorrere in oriic le loro ultime ore: quelli. come lo zerbinotto \'ancsio. a tal scino occupnti di se stessi, da non accorger:-i di quanto succede :1ttorno. e quelli infine che si amano con il candore dell'inno– cenza e 13 fra,e:ranza ciel primo amore e che si sen· tono tranquillamente al ri– paro da oini cataclisma. Alla fine. comunque. questo cntaclisma, dopo nver preso per un istrtntc l'aspe!.to di un tempornle molto simile al dilu\'io. non si verifica più: l::ivoce - reim perplessa dalle mi– serie di questn terra. forse peggiori di quelle che la misericordia celeste riser· ba ni cntlivi dopo il giu– dizio - cessa di ammoni· re e di chiamare fll redde rationem, e il sole torna a !ar capolino tra le nubi. Libc:-ati da un incubo. tut– ti si nfl'rettano allora nl gran bollo, di nuovo spen– siernti, di nuovo e,eoisti. di nuovo tronfi elci propri vizi e elci propri errori. immedi.1tamente ripresi. e con più ncceso vigore. si alh Clair) nell'episodio del diplomatico e della da– ma (innestato a Quello di un cameriere. J(ià protflgo– nista di un vecchio sog– ~etto •di Zavattini. Lo schia(Jo): un balletto che. divenuto quasi danza e e cantata>, si veste di lar– ghe cadenze corali nel– l'episodio di u.n americano razzistJ che. cantando una e ninna-nanna• di penti– mento per un piccolo ne· ~ro. riveste cli canto e di musica tutti ~li episodi che si innestano al suo. A fianco al balletto c'è la caricatura, e c'è la com· media ~enti mentale. e quel– la malinconica. e quella moralii,.t1ca, spesso forse ri– solte cnn stili un po· dispa– rnti. con una approssima- 1ione narrativa che. our mitliorata rispetto all'edi– zione vc>neziana. sminuisce ancora un po· troppo il re· spiro clc>isin~oli episodi e riduce solo n sil/1,wPttC"s i personPg-!Zi che li hanno al centt\J (come nell'epii:;odio dcll':idultero e in quello del borsaiolo): ma se Que· sto e 11ndifetto che nut"lc-e all'equilibric, del racconto t.' alb comprt>nsione di tut– ti i suoi significati (e di tutti i ~uoi simboli). ci sembr.1 che spesso lo ri– scattino nel suo insieme la cura con cui De Sica ha costruito attorno alla vicenda quella preziosa cornice nnpoletan:1 fatt.a di vicoli. e bassi >, crocic· chi n1•ri di pio,:te"ia e di angoscia. e la vivacità con cui. ,mche alle mncchietle. ha saputo conferire un pi– ,1?.liomnnno carico di inten– zioni polemìch~. Il film. co~l. pur clenun– ci.1ndo varie incertezze narrative non disgiunte da oscurità alleg-oriche e da dissonanze di lin,euagiio, resta pur sempre un'opera degna di vivo interesse: e non potrà non essC're ri– corcbto come il primo ten– tntivo di introdurre nel cinema, con risultati com– piuti. il • ,:trottesco • tea– trnlc. LAURA BELUNr: • Pl:11.:rn Vcnczfo,., ( 111 R~i-.-.cgnadi Atti figurative di Roma e del Lazio) Una varietà di episodi, una disparitò cli caratteri, un susseguirsi di nvveni– menti tutti determinati dallo scoccare cli quel 1?iu– clizio che su o,e:nuno nvrà conse1uenzc tnnto contrnd– ditoric e diverse. Propo– nendoceli. Dc Sic.1 hn fat– to in modo che l'intero racconto, pur evocato nel– la rcnlisticn cornice di una Napoli piovosa e tetrn. .e:rnvc di pnura e di tem· parali d'inverno, svelasse sempre un clima di e fa– vola metafisica>. molto vi· cino a volte all'incubo e al sogno: ma aperto altre volle alle suggestioni del– la commedia. della Carsn e, addirittura. del balletto. Un balletto che cl orTre le sue cadenze mi,:tliori (qua- Per merito anche di 1111 imponente concorso di at– tori. I rn i quali ricordere– mo Siivnno l\lanJ?ano. nel comico pentimento della mo,itlie del ricco. l\-lelina :\lcrcouri. In damn, ..,\nouk Aimée. l'adultero. Elisa Ceg.1ni. la bor~hese. Al· berlo Sordi. il mercante di bimbi. Paolo Stoppi'.\, il tra– dito. Vittorio Gassman. il vanesio. ~: nncora: Henato Roscc,J. Fernonclcl. E:mest Bor1?n111e. Nino l\Ianfredi, Jack Pahmcc. Domemco Moclugno, don Jaimc de Mora; il tout cinéma. in– sommn, riunito a Napoli. in Piana Plebiscito, tra– sformata nella Valle di Gios.lfat. - app,:ute11e11t1 o 110 a ,ma scuderia - debho110 se111irs1 11g11almet1tegarantiti; cd a 11essw10dovrebbe essere per– messo riversare nella mostra opere di propria vroprieuì. A_meno che, invece degli ar– tisti, non si chiamino a col– laborare. tutle quelle gallerie che abbiano un gruppo pro- 1,rio di pittori e sculto, i. .f. - Ci rendiamo anche interpreti dette giuste lame11- tele. dei ~alleristi romani, clre J,a,1110visto svuotato d'inte– resse il loro inizio stagionale per la mostra allestita dal Comune proprio in ottobre; tla quel Comw,e che li ta– glieggia co,, tassazioni spes– so angariche e che poi bussa• alle casse degli enti, ado– pra il proprio denaro, solle– cita i collezionisti privati per comprare hl una mostra co11 la quale i galleristi roma,1i non lra11nonulla a elle vedere. LA rassegna • Roma e Lazio•. in altri termini, toglie a del– le aziende che pagano tasse ed hanno notevoli spese ,ma parte del loro incasso an- 111,ale.. E questo, a nostro pa– rere, è mal/atto: una concor– ren:.a senza dubbio 11/ecita. IA rassegna in oggetto, ~e 11011 erriamo, era stata de– cisa durante l'ullima ammi- 11ùtraz1011eC1occet11; e .\Clii hra che si comi,1ci a 11rcJ)a– rare la pro.HiHm. I.Al 110\tra de.mmzia def;li errori del pas– .rnto, ove l'Amministrazione capitolina 1'11tendesse co11ti- 1111arc a organizzare ima ra~– seg11a artistica regionale an- ~~iali~o~;~~:efar~dic~~~o i~ggi~ fiche per c,,;tare che la 1110- U11 la11oro, c/1111que,d1 ca– rattere artigia11ale, dal q11a_le è senz'altro asse111eogni ope– rmrte presuppos10 e.stettC(J, Vorremmo invitare il Guz.zi a vedere la mosrra, per ,ma conferma o me.no del suo gi11dizio inserito in catalogo quale mallevadoria. VICE _ura sia parziale e fatta a ;------------------------------– mizio de.Ila stagione arlist1- ca, perché i critici d'arte siano ch;amati a esplictire la necessaria {tmzione di con• trollo e di scelta, perché 11011 si stabiliscano ingiustificati e deleteri monopoli, perché 11011 Ji nuoccia a 1111acategoria di commercianti che ha i11- 11egabili meriti e cht!. ,I Co- 1111111e ha il dovere di pro– teggere. Osborne L A GALLERIA • l'88 • espone. una sene d'ac– querelli di • Sir D'Arcy D. Osborne•, che lo .,tesso arlista prese11ta con una 1m· gi11a scritta in inglese. Una mostra a Roma, con 1111apresentazione in inglese e senza che vi sia 11110 tra– duzione sia pure in corpo piccolissimo, 11011 ci sembra di molto buon gusto. Nes– s1111artista ilaliano farebbe ,ma mostra a Parigi o a /Andro con w,a prese11tazio– ne in italiano. Q11a11do s'insi– ste troppo a voler essere m– ternazionali, si finisce im– mancabilmente col dimo– strarsi un po' troppo pro– vinciali. Gli acquerelli dell'Osborne sono accurati ma 11edutistici e fuori di ogni ben mdiriz– zata volontà artistica. Mariani P ER LA terza volta dal 1956 Renato Mariani espone alla • Fontanel– la,. le sue tarsie, incoraggia– to - come sta scriIIo m ca– talogo - dai co11se11s1rac– colti nelle precedenti mostre. E il Mariani 11011ha torto; infatti troviamo fra I giudizi w1 elogio di Virgilio Guz.z1, cauto qua,110 si voglia ma •elogio•· LA NUOVA STAGlONE TEATRALE MILANESE *' Attualità di Bertolazzi L EGGIAMO in Tonelfi (Evoluzione del Teatro contemporaneo in Euro– pa, 11110degli studi pi1ì seri ,SIii teatro dei primi tlecem1i del sec<'lo): • il Lopez, il Ber– tolazzi, il Traversi sono autori prege,10/i, ma 11011 hanno 1111a gra11d~ significazione; tutt'e tre di fertile, 11011 d'i111ensa ~1:;'~~~e s ~~i ..v 1 ;!1~f:~~toeC~ll: /lessi, che vere luci•· Il giudil.io , ai nostri giorni, a~meno per Carlo Bertolazzi, s, direbbe sia stato riveduto. Parrebbe proprio che, per i11- dubbio merito del mila- 11esissimo Piccolo Teatro che ha provveduto all'allesti– me11to accurarissimo di tre o quattro suoi lavori, il no– taio commediografo si sia salvato dal tempo e sia pure arrivato a eme/lere la • vera luce•: la e significazione"• è certo, gli è stata trovata. Grazie all'esatta pittura di ~'fit':;::i,! 1 afu;~ib~fc~ 1 u;~,,~: temporanei che non a quelli di cinquant'anni fa, si deve questa sua rinascita? Per la sincerità d'espressione, /or• se? Per la forza e l'atmosfe• ra poetica, che molta critica e. riuscita a vedere nei suoi lavori, sia v:ire imperfetti per i riscontrabilissimi difetti di struttura? Difficile da spie– gare, tanto più che ci sorge il dubbio che per gran parte questa resurrezione sia do– vuta alla abile strumentnzro– ne della messinscena. Comun– que sia 11011 c'è che da com– piacerci della rivalutazione: , suoi lavori sanno interes– sare. (la 11ostra Milano), che 11cl/e mani di Strehler e de.i Sfloi attori era già divenuto ci11- c111eanni fa 1111 piccolo clas– sico, sfugge11do m tal modo a quella affrettata cataloga– zio11e che lo relegava ,icl re• J)ertorio d( . secondo p1a110 tlel teatro draleltale. S1 1mò star certi che anche que– st'mmo verrd ritirato dal cartellone qua11do ancora fa il tutto esaurito. • El fl0SI Mila,1 • ~ carico :'f,r~~lo~~11bf~~,t~fta 1~1t 01 :;,;~~~ vita ambrosia11a. Parrebbe ,111 limite: 11011 lo è a{fa110. Si lta11110dei quadri co111- 1m1ti, armo11izzati per 1111 af– fresco di ampio respiro 11ma• no che escono dal facile boz– zeltismo di maniera del qua– le pure il Bertolaz.zi era w1 IIIQl'Str0, li risentire I tre atti del primo episodio ( • la povera ge11t •J e suggere e vederne ~fumare la molteplicità dei motivi cari all'autore. Imran• zituuo il modo di rilevare la miseria, soprattutto mora– le, di un mondo che 11011 riesce ad elevar~i perché ca– rico di difetti che pesa110 s11lla sua anima per w, sen– so quasi di fatalità, ma al– tresì t111 modo di fare voe~ia accostandosi allo s1esso ~e11- za forzare il pa1etismo, l'ef– fettistico. Molte figure di– segnate e tulle falsi protago- 11is1i, per la nota dolente e amara che por/ano. sempre più coerenti, basta ricordare Il Franco Marteno dcli '• Egoista > presentato dallo stesso complesso nella passata Jlagione. La donna di /Jertolazzi tenta di 111senrsi nella vita, meglio 11ell'ambien– tc in cui è costrella a vivere, con 11110sua ventd, ma 11011 vi riesce, è minata da 1111a de– bolezza co11ge11ita.Cosl quesla Ni11a de • l,A vovera gtmt • (resa co11c/1,cacfo dalla bra– va Vale11tina Cortese) .'>i pre.– .rn11t(ldawmti a 11oi amabi- 1:d11ffbil~1111~~:al;:'e~{~1d~uo;;; ,,ia J)Cr la ll/{///Ca11za di ,ma 1•ert1 g11icla che la sorregge. L'autore si direbbe si sta sforzato di farla 11scire dalla s11a impotenza ma nello sforzo 11011 la ha resa clre J)ateticamente amara, e, Ni– m1, si intravede già, si tra– S/ormera voi nella Bianca de • La G1bigra1111a • e in L11lu tielle opere posteriori, e co- 11osciamo q11alicreature amo• rali siatro quelle. N111a, per esvrimerc, co11 una im111agi- 11e barocca, i'! come il v10- l011cello che attacca la ,,ctta amara alla massa orchestrale e porta al tragico gli altri M rume,111; la sua so{feren– w fJIIIIR0la la commedia, af– ferra, ma è fine a se ste'i.\a e, qua~i, fa pre5agire la d1- s11ers1011e e la mcoerenza di ta11t1 personaggi della scc11a co11te.mpora11ea E' forse m,– che per questo che si parla d1 ,ma attualità d1 Berto– /az.zi . DOMENICO RICOTTI Ulrcuore responsabU~ DIEGO FABBRI ,. •1'' nohili pala~.11 r,, 11,1l1i1 quiem di Cherubini • in Re Minore per coro maschile e orchestra. nel quinto; si ese– guiranno musiche di Handcl e Mozart. nel sesto; musi– che d'organo delle scuole italiane, tedesca e francese, ri.!tpcttivamentc nel settimo, nell'olla\·o e nel decimo trat– tenimento: musiche di Vi– \ aldi e di Bach, nel nono. Nel terzo concerto \'erranno presentate • Laudi dramma– tiche italiane per la Nativi– tà •: per la regia di Andrea Camillcro; e nell'undicesimo • Laudi drammatiche italiane nei secoli XV, XVI de la Passione e Resurrezione di 1'os1ro Signore• intcri:,retatc dagli allieù della •-Accade– mia Nazionale di Arte Dram– matica Silvio d'Amico•, per la regia _di Or. u.io Costa. ELIO BATTJSTINI AGATA PISTONE: • Il gatto di Knossos,. Incredibile: le tarsie del Mariani sono fuori di ogni gusto contemporaneo; esse riprendono modi decorativi del passato (11011tra i mi– gliori), appesantendoli con una colorazione sovente im– propria 11el suo pse11do·11a- 1Uralismo. Nulla che. possa far pensare a wt palese ed occulto inlervento della fa11- tasia. Cojì, 1mntualme111e, a11cora col nome di Bertola:z.zi sulla locandina, il Piccolo Teatro Ira aperto la slagione 61162, riprendendo, in nuova edi– zione, quel • El nost Mila1i • Moire sono le t1rgome.1Jta– zio11i che si potrebbero trar– re, ma, questa volta, ci siamo sc11t1ti cli osservare meglio la figura fe1w11i111le del lti– voro, la figura della tlo1111a che nel teatro di QIICSI0 C0/11- mediografo fallisce in q11asi tutte le prove (fo Bertolaz– zi, si sa, gli uomini, anche 11ella loro meschinitt), sono Stab. l'lpoarahco U.1:!.S.l.S.A. Roma - Via lV Novembre 149

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