La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 34-35 - 3 settembre 1961

Domenica 3 settembre ·19.61 LA F I E·R A LETTERARI A --- ____________ _:_:___:__:_::_.:.:_:_:_:::_..:.:....:_..:_::_.:..:....:..:....:..:....:....:.:....:... __ ~-------------------- lJI' JIERTICE DEl.,l,11 POESIA (J011 1 TE,'1PORA1\IEA « CREDO CHE LA POESIA OGGI HA BISOGNO DI RITROVARE LE FONTI DELLA VITA SPIRITUALE• * * L'estate di.Betocchi·l-1 credo poetico di Ono/-ri * in una lettera i,iedita del' 2S di BOR'l'OLO l'E11/TO L ,estatc di_San Martino (Mondadori. 1961) di Carlo Betocch1: una lettura che non ci ha delusi. che non pote,·a deluderci. Ne eravamo sicuri: una certezza concepita sulla scorta di anticipazioni e primizie offerte da fogli e da periodici letterari (11 La Fiera 11, 1< Persona 11 eccetera). E' il terzo tempo della poesia betocchiana. Un tempo che. biograticamente riferito ad una condizione di stanchezza e di incipiente vecchiaia. non ne è tuttavia condizionato nella sfera estetica. non ne mutua segni od elementi di poetica estenuazione. L'e3ta!e dì San .Martino è uno dei primissimi volumi della rinnovata e tipograficamente riabbellita collezione dello 11 Specchio 11. Un volume che è già suggestivo nella veste editoriale. Ma anche solido e folto nelle pagine. nel numero dei componimenti - quasi un'ottantina -. scaglionati lungo sei sezioni organiche. Ma è soprattutto un lil:fro che ci ridà intatta. nei suoi termini e nel timbro. nelle componenti liriche e spirituali. e insomma nella irripetibilità dell'accento. la voce di Betocchi poeta. Ce la restitulsCe nella !orza d'estro. nella singolarità delle forme che avevamo conosciuta ed amata fin dagli annl di Realtà vince il sogno. il suo primo tempo. Come se I molli anni da allora non fossero passati. o fossero trascorsi senza minimamente menomare o smussare Il vigore del dono. E se mai di qualche acquisto. di qualche cadenza insueta. di taluna non abituale impostazione o clausola di canto si dovrebbe parlare per il Betocchi odierno. Un poeta che non si è ritenuto pago della sua privata opera; ma per una passione di poesia in assoluto e, per così dire. altruistica. ha sentito la necessità di ascoltare anche le pronur..eie e le invenzioni di altri lirici contemporanei. E dei più autentici (Montale: ad ogni tncca I la buccia si distacca. essicca un volto; Quasimodo. nella pagina accosto: e gazze I che rido,io nere, tra. gli nrnnci; ma anche Saba: anche qualche poeta straniero. dei maggiori. Lorca forse) può avere assorbito qualche inflessione. Ma non programmaticamente; diremmo piut· tosto istintiv3mente. per naturale processo nutritivo. per osmosi quàsi. cosi come dal Petrarca si sono tra– sferite nel Tasso - pure ln Leopardi - certe locuzioni. certi tag:li di immagini nella loro esatta veste lessicale, interi versi persino. C'è un intimo costante rapporto tra la vicenda umana del poeta - vicenda dl sensibilità. di quotidiani incontri. di sommesse e solitarie avventure dello splrJto - e la verità delle cose nel loro inesausto riproporsi al di qua dell'ordito dei sensi e del pensiero. Un movimento di incessanti relazioni e scoperte. risolto in un'adesione fraterna alla circostante realtà. che a Betocchi. come in fondo ad ogni poeta della scavata modernità. consente di superare risolutamenie. con slancio ancora tresco e commosso. la superfiee corporea. la fenomenica fisicità dell'essere. per carpirne Il volto nascosto e sostanziale. mistico e sfuggente. 11 moto dl appressamento al nucleo essenziale delle cose - nel variare degli accidenti. dalla natura al tempo al fatti dell'uomo e delle città - ce le riconsegna nuove e come riplasmate dalla spiritualità del pocla. linee e !lgu1·e emblematiche della sog'gettlvu vita segreta. del pari che simboli della volonth e del disegno imperscrutabile del Dio cristiano in cui Betocchl crede. Ecco dunque che il mondo naturale e st.igionnle. nel– l'interprcta2.ione lirica di Betocchi. si sottrae ad un'insidia: il ristagno nelle convenzionalità della poesia idillica in una sempre possibile ripresa d'Arcadia: e si riscatta da un limite, sia pure di natura contenutistica: unn visione costretta dentro i confini perentori di un imma· nentlsmo meccanlc!stlco. Il fantasma lirico. inteso a !issare momenti e lineamenti della terrestre realtà. si investe sovente dl una trepidazione nuovo:: una trepida– zione fondamentalmente religiosa. che è la !ede stessa del poeta risolta in termini di vivido e spesso vigoroso lirismo. nell'istante medesimo in cui si realizza la fusione - e perciò la Jdenti!lcazione - tra i moti del cuore. del pensiero e la presenza e l'urgenza delle esterne occa– sioni. Come se Il tCma suggerito datroccaslonnle contatto e rinvenimento nitro non costituisca. in derinìtiva, che l'Insostituibile pretesto di cui il poeta ha bisogno per soddisfare. oltré che ad un'esigenza di artistica clnbo– razlonc e perfezione. anche nd una non meno lcgitllmn cd Ineludibile necessità di preghiera. di comunicazione con Dio. tramite le creature di Dio. Una poesia-preghiera. come Invocazione e chlarl!lcazione e mnnirestazionc di gratitudine. è il risultato di questi momenti. Unico è !orse oggi Betocchi. tra i poeti ancorati ad un ricorrenle richiamo religioso, ln tale felicllà di spirituali tronsustan• dazioni. dl splrltuallzzazloni approfondite fino al divino. Il rapporto di nnturn religiosa è sempre stato un lineamento marcato e di sicura incidenza nella poesia bctocchiann e, pur rlscavato con più fitto travaglio cd attldnto a voci nuove, di un rinnovato messaggio. ncl– l'Esrorc di Scrn .Mnrti110. non costituisce una novih\ vistosa del terzo tempo di questa lineare ed esemplare storia di una poesia. Il dato tematicamente più Insolito ci pare Invece l'efTettìva adesione di Bctocchl nlla dolorosa verità degli umili. dei poveri. anche se co· desto mondo in penombra abbia In ogni tempo respirato tra le pa&inc delle sue opere in versi. L·appressamcnto a. quelJ'amblente. a quei dimessi destini d'uomini e donne. attuato in una forma che non ci autorizza a oarlarc di tt populismo». ma che sta su un piano di umana simpatia. di carità e solidarietà cristiann. lrn ora assunto la. figura e le tonalità di un intimo messaggio. Il personale messaggio di una privata par– tecipazione, di una cristiana pietà. di un umano Inte– nerimento. Ne sono scaturiti alcuni tra I testi più perspicuamente puri e toccanti della presente rnccoltri. Sono poesie quali « Fratello erbivendolo 11, « Ln vin più popolare)), e soprattutto « t·estate di San l\fartino 11 (a cui il libro si è intitolato) con quel suo aprirsi sulla figura del mattiniero spazzino che in tutn malin– conico. I i pensieri di casa I nella scopa travasa - un·immagine di duratura memoria -. e c on quel suggellarsi sull'arioso motivo della portento.sa libertà di cui è tramato Il mattino: Di Qttante libc rtd I fallo t il mattino: ognuno / 11a la sua propria. e tutte I ne fann'una; c nitrna è sola, I e tutte sono sole: e c·è il sole per tutti. M'i c'è un'fntera sezione del libro iri cui il tema umanitarlo. col motivo paesistico inesauribilmente con– testo. si fa colore di sfondo. emergenza dominante. Sono una quindicina di componimenti. raggruppati all'insegna del Vetturale di Cosen . ::n. nati da un viaggio compiuto dallo scrittore nel Centro-sud. dal :Molise alla Campania alla Calabria. con intendimenti df resoconto giorna listico. UQ viaggio che. oltre allo specifico a; ser– viz.io 1) in prosa. ha !ruttato questa registrazione· in1 erpretazione versificata. la quale si sviluppa sopra un tema che da tempo ormai pareva mandare uno sgrn– devole suono di retorica contaminazioae (il sud depresso. mortificato). ma che in Betocchi ha \·oce di genuinità. come di una originaria scoperta. al di là di ogni addentellato ideologico. di ogni letteraria esercitazione. li segreto dell'autenticità è nella cordiale propensione dell'autore verso quelle zone di franata e derelitta umanità. nel suo cristiano sentimento del prossimo. A testimoniare la non mistificata schiettezza di questa umana penetrazione - del cuore. dell'istinto. prima che di un sillog1stico ed illuministico pensiero - dentro il dolente paese di una antica perdizione di uomini e di cose. \·alnno i versi di « Stando con donne che cavano ghiaia da un fiume>•. un altro dei più validi testi del libro. Versi non facili a cadere dal1a memoria. per l'efficacia della trascrizione i': segni d'arte di una naturale carica di affetth·ità e d1 pena. sommossa dal sorprendente incontro con queste donne di Ciociaria che. pagate a cottimo. portano grosse secchie di ghiaia sulla iesta. dal fiume alla strada: Verga d'ontano. i segni che t'intaccano. da flauto .tilenzioso. Il dorso. ,on le quaranta cofo,ic di gllioia che sull'alto capo van delle donn~ che le a,ce.tero dal ftume tentl'nnando in un lume di sileru:io, e ripercorre la tua buccia il passo affaticato di costoro, come a ritroso H coro rattristato che fanno. Sei un numero e ti camo; maligna stagna !'acQua sotto il sole: ad ogni tocca la buccia si distacca, essicca u,, volto. E. un afflitto moralismo il quale. dalle trepide pieghe della pietà. dai brividi dell'umano accoramento, sa anche trapassare all'umana indignazione. tesa fino ad un abbrivio d'invettiva. allorché il poeta s'imbatte - e ne è egli stesso provvisoria vittima - nelle concrete e manifeste !orme dell'egoismo e della esosa malizia dell'uomo. per cui la stanza che lo ospita. la « Sera trasecolata ad albergo tra I monti Lepini ». gli appare nucleo d'iniqua I stoltizia in cerca / di predo; e nel freddo del ricettacolo sente che un ragno di tristezz-a è in agguato. Le notazioni di paesaggio - quello rugoso o acci– ~liato del sud; quello di Firenze ratto di colli. di tetti. di borghi periferici. di finestre dischiuse - coa– trappunto complementare alle note che !issano sussulti moralistici o trasalimenii religiosi, nel tempo stesso in cui sbozzano dati peculiari della geogra!ica realtà. tendono di continuo ad iridarla di favolosi contorni. a farne allegorica proie~ione di situazioni d'anima. Nel Diarictto. con più frequenza che altrove, è pos– sibile vedere attuato, non per vezzo modernistico. ma per sofferta persuasione e per necessità d'arte. il libero concetto che Betocchi professa della poesia. Lo ritrovi nella ricchezza e nella libertà dell'impasto lessicale, che non dà il bando a nessun vocabolo, neanche al più corrente e « pratico )l. Lo ritrovi nelle sprez.zature. pur frequenti. per le codi!icazionj grammaticali e sin– tattiche. nelle soluzioni anacolutiche o fortemente el– littiche del fraseggio. del periodare. Lo scopri princi– palmente nelle non rare insorgenze di alogiche strut– ture compositive. dove l'ordine discorsivo tradizionale cede alla legge di una sintassi interna più autentica e vera. attinente alla categoria poetica, e perciò all'es- senza stessa dell'arte. · Eccoci cosl pervenuti all'appuntita intensità. ~lJa raffrenata veemenza di quel coraggioso con!essa:-e MS agli altri. mediante le immagini e le cadenze della poesia. che è nella lirica XX del « Diarietro >1: Qui non. c'è altro. non c'è terrar / non c'è che anima, / 110n c'è che lolla tra il bene ed il male, / QUe3tO è paese di sas~i. e d'erbe da pecore. / pre,1detevi tutto, anche quello che scrivo. / 1n'appoggio a un olivo, I sono in paese cristiano. esisto tra la vita e la morte, sola / vita cercando. d·anima. e verità. DQve Il testamento spiri– tuale del poeta assomma ad una panoramica estesissima, che è una bruciata sintesi della vita e della morte. della carne e dello spirito. Cnrlo Bclocchl U NA PENOMBRA 0fla– scinante indugiava nel! 'in terno del CafTe Are.gno, soffermandosi a curiosare specialmente nel– la famosa terza saletta, ri– trovo di letterati, d'artistl, di parlamentari. Atmosfe– ra velata, ma non oppri– mente. Infatti accadeva spesso che i cervelli, inve– ce d'intorpidirsi, rigoglias– ~ero in quell'adcmbramer.– to mille propositi, mille sogni. Allora le discussioni s'accendevano e i contrasti non mance.vano di far sen– tire le voci vibranti del competitori. E un'onda1.a di sbalordimento investiva le pareli dignitosamente com.· passate, che avTebOero pre– ferito udire bisbigli ;>ru– denti dignitosi intonati al– lo sfarzo delle colonne de– gli specchi dei velluti cir– costenti. In quella saletta dello scomp.irso cafTè romano co· nobbi, nella primavera del 1914. Arturo Onofri. Setti– mane or sono, sulle colonne di questo settimanale ricor– dei il mio incontro con Di– no Campana: l'Onofri, suo coetaneo, ne è la figura prettamente antipodica, non solo per la diversa preparazione intellettuale e l' interiore sommovimento lirico, ma anche per l'a– spetto esteriore. Se il Cam– pana si presentava come un paltonicre orrufTato e scomposto, l'aspetto dello Onofri non a veva nul la di trìbolato. d' angolo.so: di sobria eleganza e rifuggen– te da qualsiasi atteggia– mento palesemente polemi– co, e prima \'ista il suo modo di comportarsi pote– va apparire grave e soste· nuto. Un bel giovane, nel com– plesso, di stature. alta, ben piantato, dal lineamenti re– golari e dallo sguardo buo– no e ma11nconico. E la sua voce ero calme. e parlavo evitando di alzorc il tono. DI scapigliato ln lui, nul– la, assolutamente nulla, nemmeno nella parlata, che uccompagnova con brevi gesti sen1..n inserirvi, discu– tendo, gli ocldull puntelli del sarcosmo e dell'Ironia, come usano l giovani in– tellettuali. Potevo essere scambiato benissimo per un borghese bencsWntc, un po' sibarita magari, dnlo che per camporc non era costretto a impanlol'$I In un pubblico Impiego e godeva quindi d'uno assoluto e Invidiabile llbet1à perso– noie ,almeno allora. Non tardammo a diven– tare discreti amici, e più volte andai a casa sua a leggere i miei versi, od ascoltare 1 suol. Abitava In un vce<:hiooosam<:nto * ,ti DARIO DE TlJ01\il ~ ~-~ {r-~,.j,:- ~~ J-<o(,-,A,-0~.. ~ r ~ ~ ~ J.-e ""-"-'- h' -+- ~ ~- ~ ~a)~~ ~1-Jt,a i{,fifv~ ' , it"' ~ ~, ~ ~ U c.....v,-... h . f vt ~. ~.Ah, J """'-" ~ J}_c J 1 ~ 0\A-<l.A h/-¾0 I ✓,s(.e..__,,__." .._,__Q "JV,_,,_~ ~·~~ I ~ v0-< ~ ~~ 7r ~ ~~ ~-~4 ~- ~JA~ Lr1 prlmn fncclatn tlclln lcttcrn lnctllrn di Arturo Onorrt. nel pressi del Pontheon, in uno degli ultimi plani. Lo stanzone ·vusto, adibito o studio, e arredato con un~1 semplicità monastica, ac– coglievo un'alto scaffalatu– ra, che coprivo un'Intera parete, e ln cui s'allineo.– vano ln bel ordine i libri. Cl spiccava li glello squil– lante dello collezione del volumi editi dal Mercure dc France, che In qucll'e· poca pubblicava, salvo re– rJ casi, il meglio delle. li– rico f-roncese d'ovenguar– dlo e le più significative opere del pensiero inter– nazionale. Fra quel volumi non mancavano le opere di Al– bcrt Samoin, che a mio pa– rere innul molto sul poeta romano, lo cui espressione lirica è appunto profondfl.• mehtc e lungomcntc mcdl– toto. Alla sua epoca fu senz'oltro uno dei poeti più lont:mi dal prosodl– smo e dalla sciatteria del !oclll strlmpellntorl dl ver– si. Ogni sua erose è studia– to con cura nel più riposto segreto del suo contenuto, è spogliata di ogni clarpo– me rettorico, d'ogni enfa– tlsmo: scmpllftcolU e umi– liata In unn malinconia delicata e pnsslonolc, pre– dominate dtllln sfumoturo, ciò che non lmpedl allo Onofrl di rlmane1·c un grande colorista e un vi– goroso sbo1.1..alorc e lcvl– golore di marmi. Sullo scrittolo e lappcz- u1to d'un caldissimo ver– de• e lnf.arfallato di sole, Irrompente dall'occost41 n– ncstl'o, non mancava qual– che flore. Cl Sill'à stato an– che Il • coccodrlllonc JI bron1.o •, che badava a op· prlmcrc toglletll d'oppun– tl velini. Mo nessun occcn– no a disordine, nessun cu– mulo farraginoso di libri consullatl, di carte vergate frettolosamente e Josclotc h.\, alla rinfuso, L'Onotrl non concepiva Il disordine nemmeno nella subitanea accensione lirica, nel fer– mento di cogllere un fugo– ce motivo Interiore. Ln poesia moderna ero per lui architettura severa, cosciente del còmplto che le spetta, « sq vuole 1·c-ol- L' UL'l'JJUO ìtUSSAGGIO JH LUIGI HUSSO * Un invito alla resistenza I L rii ratto più calzante di Luiai Ru.sso, come cri1ico e come uomo, l'ha dato far.se fino 3d oggi Atiilio l-.1o· migli ano: • Critico mora\is1n: ma la sua moralita ben dì nido .stn1i1nain pcdag<?g_iao in astrattezze ... Lo storicismo di Rm,.so si e venuto sempre più docwncntando cd as.sog– llellando :.11!3di.sciplin3 della hlologia, 1113 è un'altra cosa dal filologismo inerte cd asto– rico dell'antico metodo sto· rico • (• Studi di poesia•. D'Anna, Messina) •· . E più a,anti il Momia;liano aa;giungc ancora: • A carriera conclusa (.ad multos :mnos. comunque) la :.ua opera ap– parirà più Jiitata da tenta– zioni di polcmis1a e da estri di scriuore, meno schematica del Oc Sanctis, meno infiam– mata della poesia, più allenta a cogliere in que.s1a gli aspet– ti molleplìci della cultura. li \'Ìgile st oricismo e la con– crctc1.za etica lo distingue– rann o anche dal Croce che, storico poliedrico in altra se– de e ingegno rasserenato sem– pre da un sicuro respiro mo– rale, nei saggi letterari è alieno dall'analisi e quindi si fissa s:ui caratteri generali di uno scrittore e ne definisce sinteticamente la 1empra morale•· Se a questi da1i, rile\'ati da un maestro come il Momi· a;liano e che rapportano • loul court • il Russo ai nostri due più alli csponenii della cri– tica, aggiungiamo altre com– ponenti che fanno parte della personalit3 artistica ed uma– na dello studioso siciliano e cioè l'• acume psicologico•. la • passione etica•• e l'umore polemico•• sempre \'Ì\·o. le .di\·agaz.ioni estrose•, la •C(?r• diate aggrcssi\'ità •. noi abbia– mo in1era una delle presenze piu \Ì\ e e coerenti della no· .s1ra cultura, una di quelle personalità che, è facile asse– rirlo, sono destinate a dura- re. Perché è anche Russo che lo dice • i critici che rcs1ano .sono quelli che urtano•. Oggi Luigi Russo soccorre la nostra passione di cilta– dini e dì studiosi con un nu– trito \'Olumc che raccoglie alcune fra le pagine e i di– scorsi più significativi da lui redaili in qucs10 uhimo de– cennio(• Invito alla Resisten– za•· Lacai1a editore, Man– duria). La Resistenza, dice Ru~so nella prefazione, non è morta. Come essa non è naia nel 1940 cosl non è tramontata nel 1945. Per acquistare cri– sma di \•alidi1~ essa de\·e però essere una resistenza di cs1razione auiva e non pas– siva. Occorre resistere offen– dendo cd invadendo, talché appare appropriato il motto: • Resistere et obsistere est necesse•· Le rivolw.ioni e i mutamenti per essere dure– voli debbono poi nascere ed auestarsi nel nos1ro pensiero. Senza lasciarci irretire da fonnule, da conformismi po– litici o leuerari, senza so– stare un animo in ,•ano com– piacimento a mirare le posi- 7Joni raggiunte, noi dobbia– mo proie11arc verso il futuro, consegnare intatto alle nuo– ve generazioni, quel momen- 10 dinamico e solenne della nos1ra storia che fu la Resi– stenza armala dea:li annj che vanno dal 1940 al 1945. 11 dovere, afferma Russo, e ci tro,•a consenzienti, non è solo quello delle grandi oc– casioni, ma la stttnua, la oscura milizia di ogni giorno, iJ disprezzo diuturno della tirannide in mille forme am– mantata. Solo cosl potremo dire, in purità di cuore, che il sacrificio dei iiovani par– ligiani non è stato vano. Que– sto, in sintesi, è l'insegna– mento di Russo e a un certo punto ne discende anche che fare della letteratura I) im- cliff!~\!iìl!iì!UIO Gltll,LANDI pegno, un cs1remo impegno civile e morale. Come ebbe a scrivere Sar– tre, l'uomo della non violen• z.a: lo scriuorc, a un cerio punto si accorge c.hc le pa- 10le non b3st:ino più o al– meno non bastano da sole. Viene anche il tempo in cui, per sostenere le proprie idee, occorre .impua;nare le armi, pagare di persona in senso metaforico o reale. Ben lo sanno i nostri scrittori e mol- 1issiml lntellettuoU di Francia che impararono a proprie spese come lu tirannide puni– sca una frase come un delitto e come essa, quando si vede agli estremi, ricambi le pa– role col piombo, le idee con le forche e le deportazioni. Ora il mondo deve o do– , rcbbc in futuro andare escn– lc da 1ali aberrazioni e nella difesa con1ro in mostri ,:iella ditlatura e della violenza, lo scrittore, l'uomo di cultura, Luigi Russo dC\'e essere sempre in prima fila sulle barrlcn1e fisiche o mc1afisiche. Nessuno puo !icntirsi la coscicn,:a tr;inquil– la, 1mO scrivere sereno ncl111 propria slanza poesie, saggi o romanzi fino a che nel mondo marci.i, più o meno mimetizzato, lo spettro di un nazismo sempre risorsentc, fino a che la fume, il ter– rore e l'odio colpiscono esse– ri umani meno for1unati di noi. La lucida prosa di Luiai Russo, qud suo strenuo e Spregiudicalo vigore polemi– co, quel suo incidere a fondo, senza falsa pietà, nel cuore stesso delle cose, mirano ap– punto, in questo volume, a darci una rappresentazione t:;Satta di qucsla necessità, di questo impegno totale. Su molte cose possiamo \enirc a palli, in alcuni casi il compromesso è financo ne– cessario,· ma quando si tratta di libertà e di giuslizia, vale a dire di due insopprimibili dilitli della personalità uma– na, nessun compromesso, nessun patteggiamento è pos– sibile. E Russo, discepolo del Croce, dimos1rò la necessità di tale impostazione etica quando volle e seppe, sia pu– re con dolore estremo, allon– tanarsi dal Macs1ro allorché quesli, forse per l'età, par\'C indulgere a frequentazioni e a scn1imen1i che mal si con– ciliavano con la sua posizio– ne an1eriorc. Con un pensiero lucido che spesso fa riferimento alle idee esemplari di uomini come GiU51ino Fortunato e Antonio Gramsci, quest'ultimo il mae– stro che non ebbe ma che avrebbe voluto avere, Luiai Russo, anche nell'apparente asprezza di alcune posizioni e di alcuni giudizi, ci impar• tiscc un insegnamento di coe– renza morale e culturale che ,,a medi1ato. La Resistenza, in senso spe– cifico e lato, è proprio quella componcnlc s1orica che, co– me ebbe a scrh•ere il poeta Pnrtiaiano Bini • ... addita In ste~3a strada / all'in1csa e alla salvcun / del popolo della patria del mondo• (Poesie Partigiane, Guanda). Certo la democrazia, e il Rùs- 30 stesso lo riconosce so– \'Cnte con accorate-a.a, non è pianta che abbia, sul nostro e sull'altrui terreno, ,•ita age– vole e felice. Mille nemici, ad oani istan– te, la insidiano, primo fra tutti il palcrnalismo e l'ac– quicscen1.a. La dittatura è sem- r:rla iin ~,:u:t!finftiS:.r a?,~~:~ difese e le immunità perso– nali, occorrerebbero nuovi mezzi e nuovi sistemi, forse di estrazione supernazionale. Una strada, in tal senso, l'ha ad ogni modo indicata Albert Camus: • Il solo mo– do di uscire è di porre la legge intcmnzionale al di so– pra dei governi: dr fare tale lea:ae, disporre di un parla– mcnio, e costituire tale par– lamento mediante elezioni mondiali cui partecipino tutti i popoli •. (• Ribellione e morie•, Bompiani). 1n .attesa che ciò avvenga, ma fors:c tali nccadimenli so– no con troppa saldcna ac– campati nel regno dell'utopia perché possano inverarsi, sa– rà bastevole, in difesa dei comuni ideali che suno anche li retaggio minimo cd 111di– spensabile perché OJni cultu– ra e ogni dcmocraz13 viv:mo e sopravvivano, lener prc.scn• li alcune pa1olc di Luigi Ru,– so, che non <llla Resistenzo :;pcc1hcnmc:01e si riferiscono, ma che ad essa si possono rapportare. Lottare per difen– dere la libertà, con l'nz1one di oani giorno: e non si tra L– ia di lotta di clas~e. di pro– letari e d'industriali, ma si lrnlla di v!ta morale che è uguale per tutti e che cor– robora tutta Ja vita di una nazione•· mente eseguirlo•. scrive nel Nuovo Rinascimento. E perciò oggi. e suo parere, non è più possibile e par– lare di veri artisti Ingenui. fanciulleschi, inconsci •. In ef?etto nel mondo interiore dell'Onofrl manca 11 dram~ ma, predomina l'intellct– tu0lismo. Forse perciò. le sua poesia tende sempre più a disimpacciarsi dalle lntrioate angoscle della ter– ra, per salire a una vis{o– ne metafisica del mondo, che per lui diverrà essen– ziale elemento estetico e della quale troverà le li· nce fQndamentall nel ml~ stlclsmo dello Stelncr. 1...6 guen·e et divise e pas– s;:irono anni prima che ci rivedessimo. Ciò accadde per caso nella primavera del 1928. e non era più lo Onofri di un tempa. S'era ammogliato, aveva due mflSchlettl, che andammo a prendere e scuola, e non abitava più nel ve«hio ca– samento, ma In un edificio di cos1ruz.lone moderna. Anche l'Indipendenza fi– nanziaria, di cui godeva nell'antegucn·a, se n'era ondata, e avevo dovuto edattnrsl a un posticino nella organi:z..zazione delle Croce Rossa. Comunque !e vicende belliche e quelle non meno dolorose del do– po guerra lo avevano Im– merso in un'atmosfera di addoloreto sbigottimento. Purtropp0 fu il nostro ul– timo Incontro: in chiuse di anno, li 25 dicembre, \'e· nlva colto dalla morte a so– li 43 anni. Proprio nel gennaio rll quell'onno, lo avevo dato alle stampe un mio compo– nimento, e ne mandai un esemplare .ell'Onofri. Fu · cosi che In dalA 6 maggio ml Inviò une lettera in cui le franche osservazioni cri– tiche sul mio lavoro sono accompagnate da brevi no– te, particolarmente Inte– ressanti per meglio com– prendere In sua poetica e :l suo credo estetico. . E poiché l'Onofrl. n,el momento in cui stendeva quelle rlghc spiccava nel contuso panorama lettero– rlo, unllamenle all'Unga– retti al Campana el Mon– tale, e a qualche elt-ro poe– ta Isolato, per l'evidenza di una Inconfondibile luce, quelle righe si presentano ancor oggi come un docu– mento orlizlnalc del pen– slc1·0 e delle sensibilità dello scrittore: documento che cl pone di fronte o uno distinta pcrsonelltà. Ed ec– cone Il testo: Caro Dc Tuoni, tt ringrazio della clas– sica tua epbtola fn vcr3I, che ho letto con attenzio– ne e con piacere, sebbene le. arcaiche preziosità delta poesia 3fano alQuanto chiu- 3c per mc, a meno che non 3f trattl di perfezioni raf– jinatls3hnc e di una curio– sità rctrospe!tiva, che, per tua fortqna, non 3ono del caso tuo. Per dirti schiettamente 11 mio pen3fero, che d'al– tronde troverai sviluppato, volendo, nel « Nuovo R!na– sclrnento • io credo che 111 poesia d'oggi ha blsoano di rltrovare le fonti della vita spirituale in un rcghne di ricerche e di meditazioni e/te ridiano alla coscienza art i stie a intorpidita le energie di un ri3ver,llo in– dividuale religioso, non più t1cl senso con/cuionalc sol– tanto, ma nel senso dl ri– trovare il contatto co11 gli C33eri spirituali superaen- 3ibill, che guidano l'uomo e Il cor30 della sua storia terrestre. Credo che tu vorrai an– cora. perdonarmi la noia, se, venendo alla forma, ag– giungo che l'endecasillabo esige -un lavorio Interno e insieme s!llablco huenso, superiore a quello aL Qua· le il !lberi3mo prosfstlco ha avvezzato i letteratl-oior– -nalbti dcll'ctd nostra. g non lnsbto sugli caempi e:he potrei addurti. Tutta.via /10 letto con amore H tuo lavoro, e nuo– vamente te ne ringrario, certo che vorrai mandar– mi buona la franchezza. cordiale delle mie povere 033Crvazlonf da. vecchio lu– po spelacchiato. Ti 3tring,o fraternamente la mano - Onofrl La Galleria - Antiquariato BURDEKE Klrchgasse. 25 - Zurigo 1 htl:ln c,posfzlonc perfodl– cn dipinti, aculture auto· rl moderni italiani. Scrivere per lnfonnsdonl

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