La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 34-35 - 3 settembre 1961

LAFIERA LETTERAR 'Anno XVI . '· 34-35 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELL ARTI E DELLE SCIENZE Domenica 3 settembre 19"/;l' SI PUBBLICA LA DOMENICA ,,. Fondato da UMBERTO FRACCHIA * Diretto da DIEGO FABBRI QUESTO NUMERO L. 100 DIREZIONE E REDAZIONE: Rom a - Via del Corso. 303 . Tel. 687645 - Am.mlnlstrazlooe Tel. 673015 - PUBBLlCITA': Amm.lnJstrazlooe: « LA FIERA LETTERA.RlA • • Via del Corso. 303 · Roma · TA.Rll<'FA L.. l50 ~um°!~~Lmetro • ABBONAMENTI: Annuo lire 4.000 Semesrre lire 2.150 - Trimestre lire t.J00 - Estero: Annuo llrt' 7.00Ò - Copia arretrata Lire 150 - Spedizione In conto corrente postale (Gruppo I I) - Conto corrfl'nte Po~tale l/3 1426 Unero agosto OMAGGIO A GIOVAN BATTISTA ANGIOLETTI R,corderemo questo fi11al- 111c11te rascorso mc.,e di ago· sto. Ha cominciato col por10r– si via Angioletti, Ira seguitato falciando inesorabilmente no· bili utili vite, lasciando neri vuoti nella cultura italiana. E' stato 11110di quei 11er1odi di morla che improvvisamente riprovongono la labilità del ,rostro • esisicr qui cd ama– re•• dice Be1occhi. Dovo Angioletti, è stata fa volta di Russo, di Sironi, di Venturi, di Trombadori. La morte è entrata 11cl me:.:.o della vecchia guardia, come ti/I ladro Il O I t Il r Il O 11ella sm•i11ia11a • Casa In \ 'ita •. E 11oi siamo, come al solito, !of~'a;J;~',~o~~1°,~:~f,'/,~~~i c~!~~ siatare l'i11ga11110 e l'ammauco, e dolersi per la riconfermata 1111,x,tcn;:.a. Offrendo alla memoria di Giovan Battista J\11s:iofet11, che fu direttore della 1,ru11a e seconda • Fiera Lelteraria •, questa vagina co11111u!mOrati– ''a, 11 Glomale i11te11dcricor– darlo a flllli i s,1oi lcllori, di ieri e di oggi, come artista e come uomo. /,i allra pagma sono ,,;,-, brcvcmeme ricordar, altri tle– s:U Scomparsi d'agosto. li conto cou loro 11011 C cl11uso, tult'allro. S1 è solo mteso, li– rmtando lo Spt1;:.io COIIIIIIC/11O• rativo, limitare la l11tt11osittl di questo 111111,ero della • Fie– ra •, quasi per riaffermare, al <li !ti di 111110.In validità (al– mcrro: la rcsisten:.a) del no– stro • esister qui ctl amare•, assediai, da/f'111el111tab1fe. • • Anzitutto uno scrittore * M l E' ANCORA molto d1ftkilc ,;,crivere di 1u1 .\tt"!"SO e temuto dn molti mc91 dal rami· liari e da quanU vivevano con lui in una atfcttuo:.a dimeslichczza. il clb;tacco è giunto rcp('ntfno ed im- 1>rcwviso ia.~ciandoc:-i ntto– niti. Lii slraordin.wia for– zn d'<,nirno coll,1 quale a, l?\'a fronteg;;:into e do· muto le più doloro~e crisi ci avevano dato qu,1si 1"1~– lu,._ìonc che la terr.1b1lc ·"ct,denz.a potesse csrere r!n,·iata indefinitivamentc. Gravemente ammalnto du quai-I tre anni aveva con tinuato m qua,-,i tutti i ~cttori un'1m.-es:.ante atti- . vità concedendosi soltunto brevi so,,tc quando ~i Lro· va,·,1 ricoverato in clinica come se si Lrallassc di unit lieve e pa~era inf<.'r– mità. ::'lla.lgrado prolungate dc,qenz.e e rinnovati intcr· venti chirurgici era rlu· ~ito grazie ,1d una ferrea \'O)Ontà cli la\'"Ol°Oa per· ~lrndcre anche ~ 8le~so che id male m~orabile che lo minava si potesse ,·m– ccre. Ed anche quando e !-Oltanto circa due me.-.1 prilnJ della dolo.r<ha fine pnrtccipò a quailC'hc mli· nltl di nut.:1re dei dubbi dt Gl.4CtHlfJ .l.\''l'fl.\'11\II .... u·1a possibilità di ritro– vac-c la :-.eremtà di una volta ~ri\·endo: e l'a,-..·cni- re è buio•· contmuò a re– si-sterc. Uomo di un tcmpc-ra· mento no,rdico. notoda– mtnit c rbcr n1to. di,•tnn:c. pot'o incl.oc a 1,;randi crru sic,ni. m-v .,o nd cigni gC'· nere d1 volgare fa,mi-dn ..... it~l. Na in realtà molto atfN– tuoso e desideroso di af– fetto quando accordava realmente la ~ua mnici· zia. Metteva que .;ta molto in n!to fra i 1-C'ntimcnli d.indo provn 111 ogni OC"Ca ~ione d1 C!->,-.crc un amico di -una lcdc-ltà. una co· stanza ed un calore V{'rn• mente rari. Chi ha ,n-uto il pri\~ilegio cfl r:lll"c cc-n lui un tratto cli cammino m grande dimestid1eu.,1 !-a quanto grave sia avl'l'lo perduto. Rifus.gcva qunn- 10 possibile d;,11i:-upcrlativ1 d,1ndo cosi !(.",:ionedi !iLilc ne-Ila ,•ita e ll(' nello t-'("ri– ve.rc. 0~1d('r .. ,•a che tutto fos se vero. e).atto ed aves·. ~e 11 suo giusto ,•alorc. G. B. Angioletti era e ,·olcva es~re anzitutto uno --criLtore: Gli omaggi rc,1 nlla :sua ammiN'.'volc at:i· vità d1 O!'lt"aTllt.zatore. di dVettore dt :settimanali e di riviste. di ca,po del SU1- dacalo m,z1orlc"II<' :.criLtori C' Prc ... idcntc della Comu– nità Europea ck-gli Sc-rit tori. so, la <' 1.·rc;-.Clulag:·11 7.Ì(' ..ill,i ,un vo:onti1 f'd 1 uo ,tlC'.iL.,mo ~·('\TO d ogni ìllu.,ion<'. sono giw,11 C' dO\'Crt;..."'i.Nc.,... uno si è ,1d pcr::.to più -di lui con !ottile nbnega1.ionc in ra ,·or(' d('i suoi colleghi ed arni<'i. ì\la se cot~la mul– tiCorni(' n1ti,•it.'1 O<."CUJ)Ò si· no dag:i anni de':a -.u:i gio,•.nel.1.iJ una p.i-rle c-1,n· .s,dcre\'ole d<.'l ,... uo tempo. J)!T..Cllrandogll at•canto a me rl tal I ri(.'(']ll01-C1mcn· ti noie e dei 1us1oni d'ogni :,;orta. egli rn1~ .:;cmpre la :--ua opera di ~itlo :c al d1 6Qpra di ogni a~ t.r a for· ma di opc,ro..,1tà. Angioletti credc,·a nel proprio l~voro e ad (''-...O d:n·a S<'nza ri– ~parmi..ffs1 il rne;rlio di -.e sles.... o. Nutri\"a una grande ourevoJc ammir:'oz\onc per Guc;tt1\'C' Flaubert appunto per la p;,glone e l'aecani– mento coi qua!i rauto:e di Trait Co11Us e Ln tenta :io11 de Sarnt Anroinc ave· ,·a saputo sormontare ogni O:.~o per cr('<t!'e la SU,I ol)t'rn dedicando ad e--,-a tutte le forze. !':on dimcn· • Un'opera preziosa * ,Il Al~ES,t,A1\IIUUJ RfJJ\l .... ,t \f'J'I r IO' che ha più colpito , ., coloro i quali. non co- noscendo personalmen– te Giovan Battista Ang10- Jett! non potevano preve– derlo. è .:;tato ti tono u:n– mme del rimpianto per l.1 sua scomparsa prematura e la valutazione che nella cl!"costanz.a d'una perdita tanto doloro~a ~ 1ncolma– b1:e per la letteratura !ta- 1:ana è stata data dell'uo· mo. 1n uno con la valuta- 7.JOnede:lo scrittore. Anche 1: cos:ddetto uomo della strada. come ciascuno di noi avrà potuto constatare, e rimasto sorpreso della ev;dcnte sincerità di giu– dizio e d1 sentunentl che. anche a non voler parlare di ipocrisia. è tanto spes– so !a morte a rar che rfsuo– o:no addolciti e conco1·dl; e rima:;to sorpreso. dicevo, dal fatto che il rapporto uomo-scntlore da cui sem– pre ~ono ass.!latl , biogra– f, o che tanto difflc!lmen t"' ,;fu!!i.:"' alla prc~a dt"lht 1ctor.,1, 1hh ;>0tuto :m parb:. per Angiolett, con )a più gronde autent;c;lcj e naturalezza, essendosi sciolti In esso tull1 i gru– mi che spesso fanno so– stare pcrpl\?SSi in cospt>t· to di un dissidio E. qumdt naturale che accanto allo scrittore. alla prima impostazione di un giudizio critico che non è parso però affrettato, e che già ha prov\·eduto ad as– s!curargli quel territorio di arte che indiscutibilmente è e sarà suo, facendo par– te uguale ai racconti o al– le prose di memoria, non· che al moralista ed al ri– trauista di uomini, cose ed eventi del tempo no– !òltro.abbia preso risalto la personalità di Angioletti. Cosi quella sua strenua fi· ducla nella cultura quale meT.ZOdi superamento del– le barriere delle incom– prensioni e degli odi! Ideo– logici, .quasi più nefasti del nazionalismi della nostra gioventù. flducia non uto– pistica del resto. sibbene r1l:mentata dal?a cono:-cen– ;:a de: ,;un: c:ass1ci P della "tor:a di tutti e l'opera a cui pertinacemente egli si dedicò onde creare un or– ganismo che si proponesse: di tradurla in pratica; in– somm3 quel che s·è con– \'"en•1to d1 chiamare l'euro– peismo di Angioletti, che proprio mentre egli scom– pare si ,·a dimostrando an– che sul p1r-no politico un elemento conr:•<'to della d– ta dei pross;n,i giorni, of– frendo la p~ova del fortu– nato destino 01 un'intuizio– ne poelica. Ma occorre &riche far la sua parte ad "" altro ele– mento d'una personalità cosi complessa, che non è solo complementare di es– sa ma, obbligando a risa– lire alle sue origini, si po– ne quale spia e preannun– cio dello svolgimento che ebbe in seguito: la capa– cità di valutare esattamen– te ed insieme generosa– mente Il lavoro altrui. Non si può quindi non porre agli Inizi d'una gerarchia di valorl che scambievol– mente collaborano a crea– rP un:-i d,., n i. c:::ivolari Lontlnua a pag. 2 ticherò la sua commoz10,,(" quando compiendo a ·1ttnc un giro in No.rma:1d1,1 oe:1 andò a v1sit.are a Rouert <' nel dmtorni t ll.1<ldV\i do· \'t' .l\:C'Vavissuto e lavoruto Gustm-e Flaubert. E"'-'l culminò nc-•:n n .... ita .al fa. m~o guc•uloir di Crob,-.t'I. rim1i...tQ quasi intatto ronu." pii•colo mu.-eo fluub<-:-tinnn n I iv;1 nila Senna. 111un Pil\:'SaJ;"ttlO rornpletarnente t! ,1:.formatn 1nva::;o dall<' oflkme <" dal rumore deMe mocchme. Cita,'" ,"'('11:rotie– rl F:aobert come un e t!m• pio C' m~trnva di <' s.("I'<" 1m1lto C'c:mlC'11to qu:mdo in uno de;rli mnumert:"voì.1 ar· tic,,lt ~ili, in occ.i ... ionc dclln JmbbhcaziOn<' di un ~uo Hbro veni\'a fatto Il nome del grande .!-'l'.r1ttor<' normanno. Mettendoli oggi tutti In !Ila i suoi llbi"I sono molti. ln un certo modo tencve a tutti. Ma sapeva d:scer· nere fra I più impegnativi e gli altri. Ed aveva le sue preferenze. Esse endavano - e non a torto - o Il Giorno del Giudizio, dove frn raltro i;:j trova Il singo– lare rocconto La fuga del Leone, 1.,.tampato a suo tem· po in appendice su questo 1,tiornalc prima di essere pubblicato in volume, una delle cose più belle che ab– bia mai scritto, do,·c ho me~so molto di se stesso: Il GC'11cralc jn esilio. unn raccolta di no\'elle elabora• te con infinita cura: Donata, un lungo racconto lirico, vera poesia in prosa. rorse il libro dove come artista si è espresso nel modo più perfetto: La. Memoria, mi– rabile evocazione della Mi– lano delle sua infenzia al primoi·d i del secolo. una autobiografia lirica di ra– ro valore; infine Giobbe, Uomo solo, il libro dello maturità el quale aveva lavorato per anni con pas· sione e persuasione. A que· sii conviene aggiungere dÌJe fcllcissime raccolte di articoli, nel primo dei qua– li revoca le sue impressio– ni viaggiando e soggior· nando in Francia, L'anatra alla Normanna; nel secon– do le visite !atte al luoghi dove vissero e lavoreronll grandi scrittori od artisti del passato, I ' Grandi Ospiti. Sette libri che contan:>, oltre egli altri che non vanno trascurati. Uomo tra i più modesti, pronto sem– pre e tenersi in disparte, era consapevole del proprio valore come scrittore, desi· deroso enche di vederlo ri– coaosciuto, non per vanità ma per vedere vittoriosa– mente affermata una con– cezione dell'arte dello scrl– \'C're che durante tuttfl lfl Vllii 1?I: (' -.1.ita mnlto e Conlln~ pag. Z Piangiamo l'amicoperduto D IFFICILE, quasi im– possibile, scrivere il e pezzo:> di circostan– za in morte di un autore. quindi di quell'autore. quando di quell'autore si era amici da più di una trentina d'anni. Ed e il ca– so nostro con G. B. An– gioletti: Milano, 27 novem– bre 1896, Napoli, 3 agosto 1961. Prima dello scrittore estinto. noi piangiamo og– gi l'amico perduto. Come dimenticare d'aver lavora– to insieme, per lunghe sta– gioni. gomito a gomito. nella redazione della Fie– ra letteraria, allorché que– sta si trasfori da Milano a Roma? Correva l'anno 1928: risale a quel tempo. ormai favoloso. il saldarsi tra noi di un'identità di idee (e meglio sarebbe chiamarle: ideali. ~e_rchè tali esse furono e runa– sero e permangono). che doveva ben presto mutar– si in fraternità e raffor~ zarsi ad ognuna delle con– troversie letterarie cui ci sentimmo di dover parte– cipare. contribuendo cosi. sotto l'intemerata insegna dello Fiera e col valido sussìdio di un'antologia. alla conoscenza e all"arfer– maiione degli Scr-i frori nuouì. E anche se le esi• ~enzc della vita ci costrin– sero più tardi a separarci. traltenendo Angioletti per due lustri negli istituti di cultura all'estero e lem prando m lui. da buon lombardo. In voca1.ione eu– ropeistica, sempre conti– nuammo a tenerci d'occhio, pur con la libertà d1 g1u– dl1io di cui abbi5oQna una Amicizia per non sostitui– re In stima con l'adulnzio• ne, la francheua con 1·op– portu111smo. N(' mai d'al• tronde desistemmo dnl co– mune lnvoro. dal t•omur1c e servi,10 "• pur IIC'i moclt e nei luof,!:hi 1.1 ciascuno più idonei. Anche n costo d1 rinuntie e sacrifici Personalmente. le con– fessioni autobiografiche non sono il nostro forte e anzi le reputeremmo unn debolezza ~la non perciò rinunzieremo n dire che ,Rii :umi belli dclln nostm amici7.ia furono, quelli: e a quelli tornn oggi. abbru• nato. il ricordo. Occorre a\!erli \·issuti. come a noi toccò. con p1eneun di tra– sporto e con fcnncna di intento. per sentirne e rim– piangerne. irrimed1ab1lc, la lontananza. Non e certo un inganno della memo– ria o un rigurgito cli orgo– glio a farce I i. adesso. sem– brare più (iduciosi ma più severi verso quanto nella buona letteratura di allora c'era di appassionato e di– sinteressato ~nsicmc. Il rio. re degli Scritton ,woui sta– va 11 a testimoniarlo. E peggio per chi non se ne accorgeva e lo contestava. lo avversava. Bisognerà. un giorno, raccontarla la * di E1VRICO FAl~QlJI corgersi come effettiva– mente i capitoli della nuovissima raccolta euro– peistica siano • il !rutto di convinzioni coltivale da molto tempo. ora tra– scurate. ora riQvcrdite, ma ormai giunte al limi– te della maturazione•. Talché si deve anche ri– conoscere che difficilmen– te Angioletti avrebbe po– tuto cambiarle. e a me– no•. per sua stessa con– fessione. • di ripudiare un'intera \'lta per rifar– ne un'altra del tutto di– ve~a >. Ed a vietarglie– lo. oltre l'età. si ergeva • una certa esigenza inte– riore •: la sola che. fa– cendogli correre il peri– colò delle idee fisse, gli consentisse di e sentirsi a posto con la proprio co– scienza c. perchc no. con i propri sentimenti>. dcenda di quella proterva insensata polemica. e do– cumentarla: gioverà agli storici. Per nostro conto. quan– te volte. in appresso. sen– za nemmeno dircelo. che bastava un cenno, ci sia– mo reciprocamente doman– dati se talune norme di rigore e di decoro. morale e artistico. sussistessero o no. E sempre ci siamo ritrovati spontaneamente concordi ncffaugurio che tornassero a vigere con quel tanto di giovamento e quasi di risarcimento che non mancherebbe di deri– varne nlla dura esistenza e all'appropriata missione dello scrittore in una so– cietà sgangherata come la nostra. Ma lo stesso accadde an– che ad altri; e per la Fiera lo abbiamo già notato. (Cfr. Fiera lcrrcrarin. 1. ottobre 1050). Ci fu 3ll0- rn un incontro e un ac,::or– do fortunato di uomini. decisi n fnr vincere e ad ampliAre l'impresa rinno– vatrice cli un pu,:?nncc fo– glio· letlernrio. arfldata a tutti e a ciascuno, punto per punto e nel suo insie– me. Non stnremo a ripe– terci, ma l"amico Angio– letti, trn quegli uomini. si diede a riconoscere come uno dei pili impegnati. CornbaLlè le sue battaglie, dn critico e da nrlista. giorno per i::iorno, scritto per scritto, !,en1a provin– cialismo <' Sf"t\7.a acC'adc~ mismo, sen1n titubanza e scn7a vlolenzn. ma con saldcnn quasi Ispirata. in pro dcll'nvvcnto di qucl- 1:i lcttcrntura e nuova> che. 1nbdntn con h:1 Voce e proscguiln e sviluppaln con In lfor1cfo. si riusci ad imporre con Solarta e con la Fiera. tanto da farla di– venire una realtà concreta a scorno del dcnlgrnlorl e contro j laz1i dei giorna– lucoli umoristici Eppure ne alla 1-"irrn ne in So/aria, né ìn qualche nitra sede nmicn. la pen– savamo tutti nella stcssn guisa A dimostrnrlo con alacre indipcndcnzo. An– giolelti approntò due rac– colté: Strittori. d 1 Europa (1928) e Servizio dt guar– dia (1932). Liberi ma uni– ti. si procedeva da buoni autentici compagni. con una solidarietà di a1ionc che ai retrivi e agli inelti risultava (e presso alcu– ni intestarditi seguaci ri– sulta ancor oggi) arro– gante e provocatrice, mentre in realtà mira\'a solo a persuadere: a ciò soprattutto giovando– si della bontà delle opere. Quello fu, infatti, per Angioletti. subito dopo Il giorno d e l Giudizio (1927), anche ìl tempo del Ritratto det mio paese (1920). del Buon uelil'rO (1930). di Amict di stra– da (1935). del Generale in esilio (1938): prospero– so tempo in cui diede In misura della propria vo– cazione e bravura di nae– saggista e lantasista. E in seguito la sarà venuta. co– me senza dubbio la ven– ne. completando e perfc• zionando. ma senza mai discostarsene e sempre restandole fedele. nono– stante tentazioni e ~·10- \enzc. lusinghe e• mmac– ce. (Cfr. Novccc11to lctl<'· rario, 111, 54-68). Fedeltà all'arte: ecco la cr~dcnza allA quale An- 1:iolctti non si e sotLrnuo. ché gli sarebbe parso di .sotlrnrsi alla rngionc stes– sa. prima cd cssenzia le. del suo SCl'l\lCl'C e del suo \'ivcrc. J:'cdelt:). naturnl– mcntc. che. come non ri– mase impassibile di fron• te, nl vnrio. stridcnt(' e spesso feroce mnnifcstursi clclln rcnltù. cosi non man– cò di rispecchiare e in– terprctnrc quella rcnltà. sah•nguardando le rngionl della propria libertà spi– rituale. Libertà che di continuo. in taflti anni di travaglio. fu insidiata e messa alla prova. ma che d'istinto riaffermò la va– lidità poetica e storico della proprin coercn1a: dnl Giorno del Giudizio a Donata ( 1941). dn Lo memoria (1949) a Giobbe uomo solo 0955): dal suo primo disconosciuto libro. che s·mtitola La terra e L'auuc11irc e che risale al 1023. a quello che rimar– rà l'ultimo da lui stam– pato in vita. che s'intito– ln. quasi riassuntivamente e non per caso. 'f11t1n L'Europa (Edizioni Rap– porti Europei. Roma) e che, avendo appena inau– ,:urato la collana del Co– losseo. aspctlo\'n c1·csscre recensito . Chi sfogli. ripercorra e riesamini tnli libri l'uno dopo l'altro, per poco che abbia dimcstichczzn con In produzione narralivA e snggisticn. lirica e rifles– siva. di Angioletti. e per µoco che si tro_vi quindi nella possibilità di ric– \'Ocarne e riassumerne Il corso, non stenterà nel \C· \'cnlicinque libri stan– no a garantirlo con una passione che. a parte le singole riuscite, non per– de d"intensità perché in– tessuta di flnezzn Il tem– peramento. tra malinco– nico ccl idillico. precluse ad Angioletti ogni impa- 1icnzn cd ogni eccesso, ma nel contempo gli consentì cli serbare speranza nella rivincila dell,1 poesia e della ragione e dcll'intcl- Contlm~ P-'ll• 2 L'uomo, il galantuomo * ,li LEt>t\!E 1•1cc~t>NI L A mort<' di G.B. An ~lolctti colpisce e com– muove - e per tnnti motivi dlvt'rsi - il mondo clelln culturn. dcll:i Jcll<'ra– , tura. del giornalismo. Col· pisce e commuove il v:1sto pubblico di lettori del suol libri. dei suol articoli. Il quale aveva potuto acqui– sire un ritratto vero dclln su~1 forza e disponlblllt;) um ana, J)NCh sempre nel· i<' i.ue notuzlonl sul mondo presente. Angioletti sr è pre~entato nelle sue vesti vcr<', con dlmessità, con semplicità. nello srorzo perenne di costituire sc1w pr<' un dialogo compren– sivo con i lettori, mal nel su!;Slcgo di voler impartire insegnamenti. l\Ia tanto più. n.itura\· mentC". In ~un scompursa terrena colpisce gli umici. quuntl · lo conobbero cln vicino. quanti per anni e nnnl gli lavorarono accon· to. tnnto che per tutti noi questa giornata apertasi. sapendo che Angioletti non ci era più accanto. pron· to II rispondere ad ogni nostra richiesta. a darci la su:i indicazione affettuo:sa. pare iniziare un periodo nel quale qunlchc cosa di sostanziale sin venuto a mnncarcl. Quulchc cosa. forse. della cui presenza d potr-va cnpltarc di ac· corgcrcl appena In JHl!Hrn– to. 1>er quel modo timido. sobrio. spoçllo che Anglo– letti aveva nel presentar– si. nel cercare di non Im– porsi mai, pur avendo (fu– sione rara e .straordinaria) un carattere rortc. un:-i giusta conoscenza cli sé. un 1;;:mo e isolato orgoglio. che pur sempre rifugglvn cl:i esibizionismi, da cJlrnl– sinsi propria pollllcn lct• tera ria. Quanti modi JX!r poter ricordare brevemente Il nostro Angioletti! Lo 8Crlt~ tore che più di tutti re– sterà, per pngine. per In· Ieri· libri indimentlcublll cbusterà ricordare ,r La mc– morl:-i 11. <e Il giorno del giudizio)). (1Donatm1, ,,Nar– clsoll), nei quali seppe dar prova di come l'ispirazione lirlcn, l'Impegno poetico spesso risorto dalla me– moria. sapeva rondcrsl con I significati più veri dC'l tempo in cui si vive. Il giornalista. che anche in più di un volume in– frcpldamcnte ha nfrcrmato In qualità dello stile e del- l'ingegno. ln una serie di profili. di paesa1a::1. di in– chieste anche rudloC-:inlci1e. di spunti trn\tl dnlh at– tualità culturale, giorno per giorno. L·nnlmntore di iniziative culturali. Il di– rettore dcl1'1(Italia Let•c– rarla 11 in una lonton:.1 re– licc stnglonc. e de 11 a. « Fic>rn lcttrrario i, alla $Ua rlpresn dopo la guerrn. quando qui n Rom:-i. In un indimenticabile e mo 'c>sto r:1mtll:11·e salotto di vif, Cola di Rlenzo. tutlil la letteratura del momento si ritrovnvn e pareva -ip;c>n– clerc lena dopo anni ter– ribili e oscuri. E sotto riue– o;ta voce ricordiamo An– jtioletli uomo dclln Radio. Il direttore dcl1'11Appro– do 11 rndlofonlco e della rivista stampnta. che lascia n noi della famiglia della Rai. un vuoto lncolmnbP.?. Solitudine e memoria E ancora. l'uomo di fede civile. che credeva pro– fondamente In cert e idee generali. e che con~ lder.wa conseguenza Ineluttabili? del credere l'operare In quella direzione: sopratut– to l'europeista ante llttc– ram. che nvcva sempre creduto nella ncceultà di un linguaggio comune tra gll artisti. I poeti di tutto il mondo. da dover far circolare prima e indipen– dentemente dagli atte,gia– menti politici. dalle ade– sioni di carattere religio– so. Anche in questo ad Angioletti I ratti dettero M EMORIA e accorato senso di solitudine sono sempre andati di pari passo In lui; sono i due volti d'una medesi– ma malinconia di vivere. O. piuttosto, l'uno è il cor– rettivo dell'altro. il modo per eluderlo o illuderlo. Pertanto tulta la sua ope· ra di creazione. dal Gior– no del Giudizio e da Il buon ueliero (1930). Amici di strada (1935). Il Qcnerale in e,ilio ( 1938). Donata (1941). a La me– moria. (1949). a Giobbe uomo solo (1955). è per– vasa di quel senso. Solitu– dine e di ciascun uomo in genere e di se stesso in particolare. Quel medesimo contrasto, cosi tipico in lui. fra città e campagna. che spesso s:r amplia o com– peodla in contrasto fra civBtà moderna. meccani– ca. e antica civiltà umana e umanisiica, deriva da quel senso e dagli assidui quanto vani tentativi di liberarsene. Per esso An– gioletti guarda trasognalo alla natura. al paesaggio. alle stagioni. come ad un mond" d1 armonie in i:;C' perfette (ma non <'Senti. neppur loro. da morte). le gato· e insieme estraneo al- * di All.NAl~DO BOClsLLI l'uomo: ll quale ben poco ne saprebbe se di quando in quando non gli giungesse– ro. per mc7..ZO di quegli esseri ispirati che sono I , poeti (ne] senso più ampio del tennine). arcani mes• saggi di una vita oltresen– sibile. rorsc oltreterrena. E però contro quella so– litudine egli non vede mi– gliore rimedio eh.e una me· ditata. convinta solidarietà tra gll uomini. 11 Ognuno di noi 1), cgh dice in una p a g i n a dcli' Italia felice (1947). "può appassionarsi alla propria solitudine. tramutare la pigrizia im– posta in segreta energia n. Parole che potrebbero es• SCre l'epigrafe del dissidio di Angioletti; e che dànno ragione del singolare atti– vismo di lui contemplativo. di quel suo gran viaggiare per l'Europa, che. anche se ratto per conto di giornali. non ebbe mai verJ fini gior· nalistici. e dello 5tesso suo "'mito 11 dell'Europa. come cli un.i unll:\ spiritu;ile r– cullurnlc (Scrillori d'Eu– ropa, 1928; L'Europa d'og- oi. 1933; U~ europeo d'Ita– lia, 1951; ccc.): mito che, rafforzatosi durante .gli an– ni del suo soggiorno all'e– stero (come lettore d'ita– liano. e poi come direttore di istituti italiani di cul– tura). ha messo capo, ap– punto. all'iniziativa della Comunità europea. SI spie· ga sopraltutto perché quel· lo delle prose di viaggio, da Ritratto del mio paese ( 1920) a Vecchio Contf· 11eme (1942) a L'anatra al– la normanna (1957), sia uno dei più vivi filoni della sua arte. pur quando assu– ma !orme narrative. Vlag&I che sono. insieme. ricerche e scoperte, e che dal diario trapassano dl continuo alla rantasla, dalln •·cosa vi– sta'' all'atmosfera allusiva. Con un linguaggio che. bi· lanciandosi ancor esso fra un tono plano. quasi di– scorsivo. e un tono lirico. trova - di là da qualche lndugJo manierato: un di più di dolcezza o m;illnC"o· nla. ~pecir- nell'uso del doppio a~getti~o; cerlH languldez.z:a di modi voco- tivl o appositivi, alla Car– darelll - trqva la sua ve– ra soluzione In un tono mc· dio, di pacata eppur tervl– da elegfa, che dà risonan– za di "coro" alla voce della solitudine umona. E' il tono delle pagine più alte della Memoria. il libro più narrativo di An– gioletti. con Immagini e figure (il nonno, la ma– dre ...) che. senza giungere alla terza dimensione. allena dai suol mezzi. si compongono entro U disc~ gno continuo di un ritrat– to. o si articolano ln sce– ne cd episodi di una certa .. oggettività ... Mentre nel viaggi Angioletti sta pago, per cosi dire. alla contcm– plnzionc degli el'Tctfi e aspelti di quella solitu– dine. qui ne ricerca an– sioso le cause in sé e at– torno a sé. risalendo ai ricordi d'infanzia e d'ado· lcscenza, per la via di un autobiografismo lirico. ~Io pur facendo largo posto alla rievocai.ione di tempi. ambienti e costu– mi della Milano Ql prin· clplo di SC'COlo. I rlcor· di rimangono lontnno dal i:Cncrc> ":,tampe dell'Otto- Contlnu;-; pag, 2 • ragione. e proprio ln qu:.?– sti anni. già cosl molato e sofferente. vedeva cre– scergll lntomo lri sua Co– munità europea de g 11 scrittori. E infine. sotto una sigla dominunte anche per lut– te le altre vesti sommari.l.– mentc intraviste. la sua presenza umano. OI una onestà. di una correttezn leggendaria. di un,, con– naturale signorilità di tratto con ogni persona di ogni ceto e In qu.,lunque rapporto di lavoro tosse con lui. di una continua capacità di partecipazione sentimentale olle pene, al pensieri. alle preoccupa– zioni degli altri, di natura (come la S"Uaveno poetlcn) inclinata nnturnlmentc al– la malinconia. ma tacile a Illuminarsi di un franco sorriso o di divertimento. proprio quando era lo mol– la dell' amlclz.lo oftettuo&a a scattare. o della confl– denzn che di tutto cuore ns-egnava ~E'mprc a chiun– que ~li paresse avv1c1- narsl 11 lui senza secondi

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