La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 30 - 23 luglio 1961

Pag. \1. A FTFRA TPTTPR<\Rl,\ Domenica 23 lup:lio 1.961 GIOVANE NARRATORI ITALIANl infantili ~n pie~o. f ~~vo~e.J~ .~.!a.~ione de.i. premi lettera * Duestorie A1 Racconti d1 B1g1arett1 [orzare la mano nc_l.,cnso di A Gironda * . un'eccessiva oggct11\•1ta e d1 una complessa costruzione cli 1' EII.ES; I BlJOJ\IGJOll111fJ il Puccini-Senigallia '61 ::~-::1~~:r'~~ 1 ~. :~~. 'e'~:;: il "Villa San Giovanni,, compiuti nella misura del L A copiosa produzione narrativa che caratterir.– za questi nostri anni cd insieme ne significa la prin– cipale scelta espressiv.a af– fianca ad opere notcvoh altre di minor valore artist_ico. se pure ricche di pers~n~h spui:i– ti. e soprattullo d1. indubbio valore documentano. come tentati,·o di tradurre in.paro: le esperienze e scnt1men11 confusi, cli allargare la zona di umana consapevolezza por– tando in luce diverse C0f!1PO: ncnli affettive e fr!Orah_ d1 una particolare s11ua71one 5t (:~~f" il periodo fascist~. di cui già un Sìlo1:1c:un V1uo– rini, un Pratoil_m, per non citare che alcuni, davano un complesso, in~·estendo le componenti stanche alla luce di una personale intuizione, ritorna ora in altra dimen– sione. rinnovato n<:gli aspet– ti emotivi e minori, i:na non per questo meno mtcrcs- sarNtimamcnte due la,ori di gio,,ani. pur dh·ersi per f(?r• mazionc e per la nccess1t.à intima che li conduce a scn• vere si svolgono appunto a ques'to livello. L'uno ~ • ~l ciclo cade,. (Gar1.ant1), 11 primo romanzo di Lorenza Mazzelli, che già si era fatta notare in altro settore p~r due premi. quello _del Fest~– val di Cannes 1956 per 11 miglior cortometraggio e quello del Festival di. Po:· retta Terme 1960 per 11 m1- ~~~~ t~ftgr~,to • {t%"a~~~l~= ne,., (Lerici), è il. s<:Condo libro di Rolando Viant, col– laboratore al • Nuovo Cor– riere,. di Firenze, a • Il Con– temporaneo•, a • Paragone!• che aveva esordito_ nel 19~ con un ,,o\ume d1 f?CC~nt1 e l ragazzi della .sp1a~g1a,. cdilo ne • l tettom • e1nau– diani. Assai differenti dunque per il tono e lo stile cd il tessu· 10 di esperienze da cui muo· vano, ambedue si s,:olgono attorno ad un infanzia am– bientata all'incirca nel me– desimo periodo. . . . • 11 Mascalzone,. d1 Vrnm si compone di un rncc<?nt~ lungo, in quindici cap11oh (appunto • li Mnsca\7:one») .e di quattro racconti brevi. Racconto lungo e non ro– manzo la stoda principale, se pure nei vari episodi. per• manga sempre o quasi un unico protagonista (solo in pochi brani questo viene so· stituito dallo stesso !lolan: do Viani, che pct- 1anll versi gli ~ simile), cd uno sfondo costaTlte di ambiente: n~l mutare dei personaggi mi– nori, poichè la i :iarrazio.nc non 1ii fn mai stona, cd il pas• saggio dall'infanz!a alle so– glie della matl!nlà è ~alo più dalla cornice esteriore che da un intimo sviluppo. Racchiuso dunque ogni ca– pitolo in un arco breve, e ciascuno, a suo modo .. co!11• pleto, il legame è COSIHUlt0 soprattutto da una costante sentimentale. l'ansia inespres– sa e struggente di un'infanzia troppo presto abbandonata a sé stessa, ove la scontrosa solitudine cd il confuso anc· lito dì grandezza e di ;lf• formazione si mascherano sotto un'esibizione monelle• sca e tal"oltn sfrontata. E gli clementi ambientali che ,,cn– gono a comporsi via via at– torno alla figura riottosa dc~ protagonista restano squ.arc, siaccati. resi con ~tten21one ma mai fusi in un impasto più compatto di rappresenta– zione critica del costume. La vita italiana di quegli anni (dal fascismo al primo dopo– guerra), è. allo~ prcse.ntc solo di scorcio: I 1mmagme del padre fuoruscito opera più per la propria 3Ssenza, e non trasmette motivi ideali ma solo si confonde in una tri• stc immagine di miseria; l'ambiente della G.I.L. che raccoglie gio,,ani disparati in cerca di qualificazione. tra– verso le sforzatura: della sa– tira, si colora sopratutto_ <;ii risentimento e delle poss1b1- lità di un g10, 1 anile e deriso– rio anarchismo: così i ricchi che si avvicendano sulla spiaggia viareggina sono spec: chio delle invidie e degh aneliti confusi e velleitari d! un animo giovanile che si esaurisce in una rìcerc..'l emotiv3 senza approdare a ragioni più profonde. Le pagine più belle di que– sta raccolta sono, allora, le prime, ove la spiaggia e la periferia, il mare assolato e abbagtianle interrotto dal– l'ombra umida delle cabine sembrano vi\ 1 erc all'unisono con il pullulare di aneliti di un'infanzia umiliata, priva di calore, in cerca di qualco~a di straordinario, in viaggio per una inesausta scoperta, confuse le bande, l'altro ses– so, il bisoano di primato in un tessuto accorato. E :incora assai belli alcuni degli ultimi .rac_co.nti(• l! ra– gioniere•.• 01,_1 poven t';)– pi »), sposta.te 11 _cenJ.ro in un mondo d1 adulti, pm ser– rato il tono e più teso il linguaggio nella rappre.sen1a– zione di un mondo diverso, evitato il pericolo di abban· dono più evidente nelle pa– pine più direttamente auto• biografiche. . Insoauna il significato d1 questo secondo volume di Viani, più f!laturo e com– plesso del primo, è sopratut– to nella trasfigurazione poe– tica di un mondo di risenti· menti e spavalderia, nella ferita sotterranea di un inap– pagato bisogno di affetti, nel mentre la storia appare solo esterno movimento di a!ll– bienti, raccolta e percepita solo in quanto si venga ad identiflcare con il proprio piano emotivo. . . Più robusto e mvcce, pur nella levità del discorso, il romanzo dc.Ila Mazzetti. La sua storia., traua da vicende autobiografiche. si impernia attorno alla vita di due so· rellinc orfane, Penny e Baby, raccolte da uno zio ebreo in una villa toscana. Ed il mon– do dei grandi filtra nelle giornate infantili con la com– plessità dei suoi sommovi– menti. confusamente perce– piti e disciolti in un alone fantastico, raccogliendone so– lo valori cd istanze per quel tanto che tocca le ansie ed i bisogni della propria sta– gione di giochi. Ma si traila di un'infanzia che, divt.:rsa– mentc da quella del Viarri, pur nel discorso apparen1c– mente più semplice, si fa fitta di interrogathii, pillorc– scamentc confuse religione e patria in una dimensione fantastica che accoglie Dio, Gesù, il Duce nel cerchio dei propri affeui più cari, ac– canto agli zii e all'orsacchiot– to di pe7.za. Così il fascismo. il suo crollo e l'occupazione tede– sca si colorano di una r i– cerca dolente di un filo che pcrmct1a di comprendere avvenimenti troppo grandi e sfuggcnli le proprie interpre– tazioni. La fui!a tedesca ed il massacro cui le due bam- bine scampano solo pcrchè • non sono ebree,. incombe in pagine drammatiche, o,·e non ,,i e mai un cedimento, ma solo l'allonita angoscia della roltura di un mondo di affetti e di ,•alari, mentre intanto continua a pulsare la vita. li linguaggio infantile (è ap– punto Penny la piccola nar– ratrice) raccoglie con atten• to spirito c1;tico ambienti e personaggi. ~e pure necessa· rinmentc sfocati i confini tra realtà e sogno, avvicendan– do gli e,·enti con la faticosa crescita della bambine, tutte intente a cercare un ponte tra la propria verità e quel– la, contraddillotia, dei gran– di, in una generosa adesione ad ideali intellettualmente oscuri. ma capaci di destare ,1more. Così mentre la misura di Viani narratore sembra per ora risiedere sopratutto in una componente emoti\'a che disciolga ansie e richieste nell'arco breve del racconto, il romanzo della Mazzelli attesta una complessità di istanze che, pur espresse già in un personalissimo impa– sto, appaiono suscettibili di un più complesso approfon– dimento. A SENIGALLIA, il 12 lu– glio scorso, durante una bella manifestazio– ne artistica e letteraria, la Commissione Giudicatrice del Premio Puccini · Senigallia (composta da Carlo Bernari. Arnaldo Bocelli, Marcello Camilucci, Enrico Falqui, Niccolò Gallo, Vasco Prato- ~P~or?c1~~. P~ f!~lb \,~!~~~~ Cesare Zavnttini e Sergio Fiora, Segretario), ha asse– gnato il premio di un mi– lione di lire, tiser\'ato alla migliore raccolta novellistica uscita nella stagione 1960-61, al volume I Racconti di Li– bero Bigiaretti. edito da Vallecchi. Negli ::mni scorsi il Premio era stato vinto da Giuseppe Dessì (1958), Giovanni Te– stati ( 1959) e Renzo Rosso (1%0). li meglio della produzione novellistica dell'annata cral indubbiamente presente alla gara, con I racconti di Li· bcro Bigiaretti. /..a gente del circo di Alberto Del Pizzo, L'unghia defl'asi110 di Augu– sto Frassioctti, Un giorno della vita di Giorgio Orelli, Le isolane di Antonio Sec– careccia, Natale 11011 mio di Beatrice Solinas' Donghi, Il mascalzone di Rolando Viani. L'attenzione della giuria, in seguito a un ,attento esame delle opere di quesli scrit• 10ri. è stata soprattutto col– pita dal volume / racconti, edito da Vallecchi, nel quale Libero Bigiaretti ha riunito tutta la sua produzione no- , vcllistica dal 1934 a oggi. Libero Bigiaretti. dopo un lento tirocinio di appassio– nalo autodidatta negli anni dal '30 al '40. esordi come narratore di memoria, al quale ce1·te esperienze della prosa d'arte servirono a va– lori7.zare le native qualità di attenta osser:azionc e di pruden;,,a espressiva. Ma egli poi si orientò verso forme sempre più apertamenle nar– rative, tentando di concilia– re da un lato i modi lirici della sua scdttura con una disposizione alla riflessione ctitic:i e al giudizio degli alti e ragioni dei personaggi, e dall'altro le sue ,e\aturc in· timiste con uno Studio di situa.tioni e :imbienti della pro\ 1 incia italiana e in par– ticolare delle sue Marche. Queslo tentativo, che non è staio privo di rischi, specie racconto. E' sopratutto qui che egli 1occa i temi che più j!li premono e gli sono cari: il difficile ruolo dell'uomo contempo1anco, l'incomuni– cabilità tra gli uni e gli altri, le convenzioni, le storture e catene del mondo della pic– cola borghesia. Temi che coincidono con quella <;uri costante a-.pira;,ione a com prender-e, mcllcrc in thiaro i problemi dell'uomo e del tempo. Nulla ~ più lontano. delle analisi di Bigiarelli. dall'abile gioco di contraffa zionc e di sottile ca-.ì~tica di tanta narrativa neoreali– sta: i suoi scavi psicologici nascono da una Yolontà e da un calore d'interessi uma– no che, come lo tengono at di q_ua del piaccrt: dell'in– trecc10 e dell'invenzione, gli consentono un disco~o pili semplice e quasi sempre più vero .E' in tale dire7ione che questo volume dei suoi Rac– conti ,,a !cito e accolto come la testimoniann del cammino che Bigiarctti hn compiuto, senza concessioni di sorta, ma facendo di volta in volta i conti col proprio autcn tico sentire. 10N NUO,VO JPOJB::'JC'A\ * JlL §UJD> La Calabria di Costabile L A LETTURA delle litiche dì Franco Costabile rac– colte ne La Rosa nel bic– chiere (Canesi editore - 1961) è un viaggio che il nostro spirito fa idealmente e con profondo rimorso, in quel mondo di cose e di uomini abbandonati che è li Sud. Ci vengono incontro dolenti immagini di una realtà che dentro il poeta ha, col tempo, scavato il suo posto, la sua dimensione umana, il suo grido: amara fusione di si– lenzio (' di s1ra1jo. I ,,crsi di Costabile, brevi e sprofondati, come suono e significato, nel tempo, nasco– no dalla voce delle cose: sono i segni freschi ed essenziali di un contenuto nuovo, ma già poeticamente decantalo. Sono strofe icastiche, in cui il ricordo di una condizione umana affiora fulminato, col– to nella sua dolorosa attua– lità. Da questa condizione tulla appassionata nasce quel ritmo lie\'C che presenta le * di iUA.IUNO PIAZZOLLA immagini nella loro origina– ria vibrazione e rende auten– tico il tono, quel dire con immediatezza la verità di una vita che è la fonte d'una co– mune mortificazione. Jn tutte le liriche di Costabile si sco– pre la vecchia, plurisecolare speranza di uomini chiusi e costretti in una condizione di precarietà e di squallore, do– ye la fame appare come rug– ~ine e l'immagine dell'uomo e colla come piaga o quale quotidiana ofTes:i alla stessa condiz.ione umana. Poesia e povertà si strin– gono in un unico nodo che è insieme rappresentazione e protesta civile; ricordo del paesaggio maturato nel cuore da1i':; 0 ;::;g~~rd\'u:~lcsi~e c~~~~ d.alla luce e dalla dispera– zione. • Il bracciante la sern / ~1 guarda nella bettola I il ma· mfesto del piroscafo / e de.– gli 11ccclli bianchi. / Lui e il s110 cuore / 11011 vanno d'ac· cordo •· Evadere, e quindi sciogliere la speranza repressa, o re– stare col cuore a vivere e morire accanto alla propria ombra. co~~tt~u~st~u~is~f!i~ a~~~raè tragedia storie.i e passione segreta. Gli uomini della Ca– labria sono, come i lucani e i pugliesi, prigionieri di una sorte assurda che li rende personaggi sopra una scena che non muta, interpreti di un destino che li scheletrisce. fnfatti: • Al muraglione / tl gallo canta / e il bracciante / è 1;·à,,:~~!i 0 , v:g:~~/,n~!~~iii /~~~~ pare». Costabile, con fulmmt.:o trapasso, accenna all'idillio per poi rappresentare quella verità umana che è sempre al centro del suo interesse poetico. Dal contenuto nuovo, che è poi la sua umani!~ di fra– tello /cgat:i alla terra di ori– gine. unita al destino di :iltri fratelli, viene Cuori la forma, che è come un pianto cristal- :~zz~l~as~tl; ~~iin~/~~a!:~ nella \'ila mortificata e di– fendere l'uomo alienato. Una alienazione che disorienta e incomincia a maturare pro– prio negli odolescenti: • A sct1ola / non ci van· 110, / e già puntano / bottoni di tristezza / a t111apartita a carte / sotto il ponte•· Sl, gli umili del Sud sono :incora fem1i, sotto un ponte, a giocarsi la loro tristezza: una tristezza vuota come le loro tasche e le loro cnse. E davanti a questo sfondo <,quallido, dove ali uomini, e non le cose o la natura, so– no i personaggi più amati, Costabile insinua nei suoi versi una vena d'ironia, una puntin:i intinta a un veleno che è il sedimento di un do– lore compreso e denunciato. L'ironia di Costabilc allude all'inganno che subisce l'umi– le da parte di chi, da secoli, promcltc di \·cstirc l'uomo. LunaTio di poesia: eh BORTOLO IP'lENTO * C;ora;:;:io di Parronchi C ON il titolo ,., Coraggio di vivere, AlessandroPar• ronehi nel 1956 aveva li– cc.nziato un volumetto schei– wille-riano. li medesimo lito– lo emblematicamente fregia Il volume edito or ora da Garzanti. In una collezione di poesia di accuratissima e ln– vogllantissinm. veste. nella quale si enwncrano fl.no ad oggi pochissimi. ma quanto selezionali libri ed autori! In ordine cronologico: Penna. Pasolini. Caproni. Luzi. A questo punto, vien fatto di pensare che la garzantiana collezione di poesia sia oggi in Italia la più rigorosa e incontaminata. la più chiusa nel suo cerchio. luno - degli sviluppi recen– ti di Parronchi, per la lden– tifleazione di quelle novità che un lavoro di poeta ln pieno svolgimento può fare intravvedere di volt.'\ in volta za individua.le fatalmente cond.i.iona, quel casto e pen– soso raccoglimento tra affet– ti, flgurc ed emozioni dome– sliche. Il quale. se non è pro– priamente runica chiave te– matica del Poesaauio dfpm– to, ci si propone tuttavia co– me la nota che più ricorren– temente e persuasivamente lo quallflc.'l e gli dà volto nella variata concertazione dei con– tenuti e degli atteggiamenti: mentre im·ccc lo spoglia e Io lascia in preda alla oscura .!.pcranza. In questa terra, da cui gli uomini evadono per essere seppelliti in un lonta– nissimo cimitero o nella bu– ca pietrosa del monte ormai lami\iare, c'è: • Freddo e fame a gemu110 / lunghissima notte, e per scaldarsi / 111etto110 al mondo altri figli•· Nel Sud si vh·e in questo modo: una vita che si riscal– da, miscramcn1c, in altra vi– ta: e cosl fino a creare una catena di mani vuote, di vec– chie cose cbc sono il rosario della povertà. Nel giro di questo romanzo, scritto come le fasi di un pianto segreto, la Calabria si (a luminoso frammento, si rannicchia in pochi versi, io esili strofe venute fuori co– me singhio7.l.i e parla a se stessa, raccontandosi. E' tutta una storia buia di cuori che non torneranno mai più a toccare i vecchi muri delle cnsc; a ri1rovarsi poveri nei cenci; a sudare accanto ai tronchi pol\lCrosi. • Di tanto, o padre, / 11011 l'è rimasto I che qua/elle cartolina / a 1.111 angolo, / sul vetro della cristalliera •. Cosl, come una antica li– tania, ironica a volte, e in ogni verso dolente, si leggono le pagine di questo poeta fino in fondo. E qui incon– triamo • La rosa nel bicchie– re». E' una rosa che rivela, su, nella luce, il dolce colore dell'alba, ma nasconde, nel fondo del bicchiere, le sue spine. E questa rosa ha più spine che profumo. E' il pcr– fc110 ritratto. • ... Sc,all, neri / il tuo mat– tino I di emigranti. / Cala· bria, I pa11e e cipolla ... / ... Un arancio I il tuo cuore / succo d'aurora. I Calabria, / rosa 11el bicchiere•· Ma questa rosa può anche essere il simbolo d'una piaga, la stimmata profumata d1 una regione crocifissa alla sua vecchia pena. Costabile si è fatto l'interprete discreto e dignitoso di questo lamento. Lo ha espresso come una Bal– lata piena di pause e dì tra– passi significativi, perché se lo porla va dietro: unica dote avuta dal suo staio civile di poeta. D O1\,IENICA 16 luglio, a Villa San Giovanni, SO· no s1ati altres1 conse– gnati i premi per la narra– tha, il giornalismo e Ja pit· tura, promossi dal locale Cir– colo di Cul1ura ideato e pre– sieduto dall'ing Calt e di– tetto da Giuseppe Selvaggi La Giuria della ,clc7ionc lct 1c1 :i ria era compo!,la, in a<, ,c111a dr Antonio Ba/dinì e di Marino Moretti, da En– rico Falqui, Armando Bocel– li. Giuseppe Dessi e lo !.tesso Selvaggi. segretario. Il premio di un milione per un'opera narrativa di autore c;ilabrc– ~c è stato a'-scgnato a Giu– seppe Gironda per il roman– zo Una stag,011e a/l'inferno (Canesi. collana di • Narrati– rn moderna ,.). Una Mag1011e ,,1ri11/er110 è il primo libro di Gironda (che esordì con buon succe<;SOdi pubblico e di critica. nel '43, Giuseppe Cii-onda con Il balco11e, e pubblicò in seguito il 1·omanzo Clotilde Rodio) nel quale i personag– gi e l'ambiente vivono al di fuoii di quel tipico pacsaga:io calabrese cui fino :id ora lo sciiltorc sembrava pa1tico– la11ncnte affezionato. La tra– ma del romamo è unn e cdu~ cazionc sentimentale• del pcr:-onaggìo, compiutasi in un • grande, bello. ma losco collegio PO!-:.t0 come un anti– co maniero sui colli la;,iali di fronte a Roma». Eliseo è un allievo ipocrita, che uscito di collegio cd entrato poi nella vita, a contatto di un mondo che non è capace di penetrare cd accettare, trova la più ,•alida forma cli difesa e di conforto riparando di nuovo e definitivamente nel– l'ipocrisia. • Romanzo amaro e difficile•. è stato dclinito, çon un personaggio di centro vivo di tutta la scottanlc pro– blcma1ica contemporanea. I premi giornalis1ici, in da– naro e medaglie, per articoli illustranti il paesaggio cala– bro, sono stati assegnati a Carlo Laurem.i, Massimo Gril– landi e Benito Scranna. 11 milione per la pittura (personaggi o paesaggi cala– bri) è stato vinto ex acqua dai giovani Sarra e Stivano. Riuscita la manifestazione. conclusa con discorsi' e com– mozioni tutti meridionali, e premiato un buon libl'o, re– sta sempre come coda invi– sibile al • Premio Villa San Gio,,anni •• il problema della sua programmatica limitazio- ne reQ:ionalc, secondo cui so– no stati e saranno premiati. ogni anno, solo scrittori nati in Calabria. Senza nessuna malignila. an7i nell'interesse stesso del ~~~~~~rc"~1Jcd·~glfi~e~t~eti 1 ! finanziatori della manifesta– .,ione e l'• invito alla Cala– bria,. resterebbero 1111attio,c la formula a11ualc fosse da via superata, magari riservan– do agli sctillori calabresi l'occhio di riguardo• che loro compete per diritto geo– grafico ma includendo nella gara lulli i migliori autori italiani (non importa do,·c nati) delle singole annate, in modo da renderla più viva ed appassionata. E' solo una idea, naturalmente, un pro– getto che vale l'altro, messo m auo cd ormai avviato alla ~ua sc11ima cdiz.ionc in un <,cmpre crescente succe~ d1 adesioni. Oltretutto, la giuria potrà tr-ovarsi un giorno a do,·er ripiegare ,u opere minori, co,trclla alla catena d'uno ,tatuto Jimitati\'O. Auguria– moci che ques10 non debba mai accadere. i\fa bisogna pensarci in tempo. P. C. Libero Blglarettl A Pizzetti e Fabbri il Premio Scardamaglia N EL corso di una solenne cerimonia s,•oltasi gio– vcd) 13 luglio scorso in · Campidoglio a cura del Co– mitale internazionale per la unii~ e la universalità della cultura, sono stati consegna– ti i premi Scardamnglia, con– lcriti al maestro Ildebrando Pizzetti e al drammaturgo Diego Fabbri. li premio, istituito allo scopo di onorare la memoria dell'avv. Edoardo Scardama– glia che, negli alti uffici rico– perti presso il Ministero della Pubblica Istruzione delle un impor1an1e contributo alla cultura e alla scuola, consi– ste in una artistica medàglia d'oro, opera dello scultore Nicola D'Antino, recante sul ,-crso l'immagine dello Scar– damaglia e sul retro l'em· blemn del Comitato Interna– zionale per l'unità e l'uni· \"Crsalità della cultura. UNANOTA U GILDA l\lU A * ''Amici e Nemici" * cli tJGO FASOLO L'informata, attenta e _l?Ìà ben nota attività di Gilda Musa quale studio· sa cli letteratura tedesca moderna e traduttrice di poeti. non deve distrarre la nostra attenzione dal suo lavoro della creazione poetica perché ad esso Gilda l\'lusa affida )a parte più vera. interiormente scavata di se stessa. Le precedenti raccolte. H porto quieto, Morte di VOlo, Le armi, non pote– vano lasciare dubbi sulla validità e sulla sin,e:ola– rità ciel travaglio interio· re della Musa e sui risul– tati lirici raggiunti. Dalla prima alle successive ape· re tali risultali si sono confermali sempre coe· renli ad una natura poe– tica ricca d'amorosa at· len,done e d1 dominata sensibilità per le i.olleci– tazioni delle quali accetta il rapporto con eccezionale disposizione. anzi necessità, di adeguamento ad un or· dine interiore rivolto al– l'universale e sorretto da un profondo convincimen· to. Questo intimo e natu· raie e consapevole atte_l?– giamento dà forma e ac– centua il rilievo alla poe· sia di Gilda Musa tra le molte nuove voci odierne; ma più singolare ci appa· re essa e per contrasto. al pensiero di quanto la sen– sibilità femminile sia di solito incline alle sugge– stioni dell'istante e come assai spesso sia attratta dall'incantevole abbando– no alla freschezza delle prime sollecitazioni per poi concludersi in esse. Tenta– zione non solo femminile ma assai diffusa nella poe· sia moderna quando si confonde facilmente il consenso ali' esclamazio,ne con il raggiungimento li· rlco che è esso pure co· struzione e ordine. Quest'ultima opera. Ami– ci e nemici. di prossima pubblicazione presso la Ca' Diedo di Venezia. per– corre la sLrada iniziata con le opere precedenti. ma procede innanzi oltre i loro punti d'arrivo. raffor7nta da un vivo arricchimento d'orizzonte che è insieme anche mnturazione di vi– sione e di mezzi. Cosi si accentua in questa rac– colta la singolarità della sua poesia nelr evidente tensione che avvia al cam– mino dal particolare al– l'universale con una deter· minazione confortata dal– rintclletto. per cui s'avva– lora la necessità interiore dì costruire un'architettu– ra ideale che accol,ga in sé la natura e la conduda in armonia. Esiste sempre · e ancora quell'antico - sorrfao ara- Estremamente impegnativo un Impegno di responsabilità e di decoro - è stato per Parronchi ripresentarsi ai lettori in siffatta compagnia, immediatamente dopo il so– dale fiorentino Mario Luzi. Ma Parronchi ha le carte In regola. Non sflgura, e non fa sfigurare: fa con dignità la propria parte in quella esi– gentisstma costellazione. Se non proprio risolutamen– te avvcrtibill sono nel Pae– sapgro dipinto le vnriazionl formali e di stile. più facil– mente riconoscibile è in\'ece una particolare impostazione cd accentuazione tonale. una definita inclinazione tematica raccordabUe a un tempo e ad una temperie autobiogra– fica: di interiorizzato auto– biografismo. Si disegna in queste pagine il tempo di un'intimità nuova o, se si preferisce, di un intimismo rinnovato nella luce legger– mente ombrata di una disple– ,:ata e abbandonata pienezza di educata confidenza. La ma– linconia - scavata. risentita a volte. variamente sospinta e guidata attraverso tutta una gamma di sensazioni esi– stenziali. dolenti o corruccia– te - non è la novità ossolu– ta del Parronchi di oggi. Già gliela avevamo ascoltata. an– che se in più pudiche e più solitarie emergenze. nei. can– ti di ieri: come un dato costi– tutivo e ineludibile del suo umano temperamento. Negli ultimi versi. venuta a cadere la residua o parziale resisten– za su una zona ancora incer– ta e neutra. la ripiegata me– stizia si è fatta il timbro co– stante. la colorazione d'ani– ma unica ed unitaria. E' Il diffuso sentimento di una va– ga insoddisfazione de.I vivere. di una delusione non amaris– sima. non cocente, ma sem– pr.e tesa ad alimentare l più segreti pensieri. a trasfon– dersi e ad ombreggiare di sé le cose. le persone, i gesti della quotidianità. il regolare ripetersi di essi nel costume dell'epoca. Pessimismo? L'aprirsi del poeta su una nozione filosoficamente pessi– mistica dell'esistenza? Non ci sentiamo di arrivare a tan– to. Preferiamo accennare ad un senso dolente della vita. il quale pacatamente. con t:1mo– revolc tocco discretissimo, contagia di sé ogni altra pre– senza, o stagionale od uma– na: come un lieve freddo, ab– buiato di penombre crepusco– lari ed autunnali. La pergola ha contrasti tra le foghe di .50le che gio scotta. E nel vocio I di f'a– squa, eccoci insieme a 1esteo– giare I le tre età della vita che -risuscitano. I dopo esser morte, l'una. dalle ceneri I dell'altra. Una quieta, e talo– ra anche un poco inquieta j!cografia familiare, di cui gli accidenti sono le reazioni, i crucci, gli Intenerimenti e i timori improvvisi, iodeflniti. Essa si snoda per componi– menti quali « La piccola fa– miglia... « Due pellegrini .., .. L·assenza .., ...Un tempo., «Il poco raggio», «A mio stessa che ha suggerito U ti– tolo al quarto «quaderno ... Un'aura di domestici indugi, avvertibile a ne h e quando l'autore. come nel «Sogno». ci si scopre tutto proteso e assorto in una ideale distan– z::i. !uori del nostro tempo e del nostro spazio. in altri cie– li, in sogni più seducenti di quelli della terra e della TV. E' un concreto richiamo ca– salingo che, con brusco urto di sollecita tenerezza, lo ri– scuote. Una tenerezza già tut– ta effusa e perentoria nelle parole dell'attacco: - Stai so– gnando? Rispondi! -. Dome– stica, intrinsecamente dome– stica, rimane l'articolarsi del– la voce. l'Intimo cadenzarsi del discorso perfino quando l'immagine introdotta od evo– cata non rientra espllcita– mente nel cerchio familiare. E' il caso dei versi ispirati al sepolcro di Rosai: una delle liriche meglio risolte io pu– rezza di disegno sillabico. in repressa emotività di parole che esattamente s'innestano nel giro di un modulare uma– nissimo al tempo stesso che estrosamente surreali– stico (On nome... e t mun odorano dl vento. I Trema più. solo l'atbe,-o nel vuoto._ t E la. cll3a è un riverbero che chfa.ma I nel punto ptù im– previsto del ricordo). l'orbita dell°occasione domc– sLica, e pertanto cos1 dispo– nibile e aperta ad una regi– strazione scopertamente rea– listica o abbondantemente sentimcnt.ale. non rifluta di accogliere nelle sue accorate trame di sensazioni e di pen– sieri le punte e le soluzioni di una non Inesperta nè gra– tuita metafisica, mediante cui il dato reale è restituito alla pagina in una sua rarefatta accezione. Un fare giudizio– samente metaflsicizzantc. una reinterpretazione nel domi– nio dello spirituale e delrar– cano. che nell·economia del testo poetico, in virtù della più vibrante concentrazione e del moto tagliente dello sca– vo al di là di ogni fisicità. giova a smussare o ad argi– nare certe sfilacciature od estenuazioni prosastiche della parola scritta C«E da tutto appariva / che non sarebbe ritornato più»; « ma spero I ritrovarmici ancora»; .. non ml vien desiderio d'inoltrar– mici ..), nelle quali quella ca– tegoria ispirativa tende ov– viamente e praticlsticamente - cioè fuori del linguaggio poetico - a determinarsL .. 11 poco raggio ... che delle liri– che - chiamiamole cosi - familiari è indubbiamente la più probante, anche in am– bito d'arte, non si mantiene certo estranea ad una pro– nuncia e ad un ordito di im– magini miticamente traspo– ste: n poco raggio in noi dl- 1ceso dalle 1telle I trova sempre meno specchi tn cu1 riflettersi, I si condensa in qualche goccia... -----------,-~-;;,:---.,,-=-~-~-~-~-~-~-e'-;.-=-,!_i,_,i _ d_a_p_a,_·tc-al-cu_n_,_c_o_m_po-n-,m-en--- ~l~Z:n :fe':C,~~:,~•0,-:. r;oS~li~ ti che mi piacciono. Potreb- serenn forza di bellezza. - Parronchi ci si riconsej?:na stavolta dentro i termini rias– suntivi di una panoramica e di un bilancio. ll bilancio del proprio esercizio di « lirico nuovo ..: eJ!li ha sentito il bi– sogno di !are il punto esat– tamente alla scadenza del decennio. L'odierno ~ Corag– gio di vivere,. si snoda infat– ti altr:iverso quattr0 tappe cronologiche. che si identifi– cano con I quattro ..quader– ni (cosl li chiama l'autore stesso) che hanno scandito, con quasi regolari interval– li. l'attività poetica di lui nei dieci anni dal 1950 ad op:gl: • L'incertezza amorosa ... (Sehwarz); ~ La noia dell.a natura,.. (,. Quaderni del Cn– tone ,.) ; r omonimo libret.to sulla cui fuggevole menzio· ne si è aperta la presente puntata del nostro .. Luna– rio»: ed inflne ..,. Il paesaggio dipinto,.., nel quale sono sU• logicamente ordinati i versi scritti fra U 1956 e il 1960 (gli ultimi versi, Inediti in volume). Il tutto è atto a of– frirci una nozione, anche se tuttora di avvio e necessaria– mente incompiuta. già stori– camente profllala della p0esla di Parronchi Ma è sulle liriche dell'ulti– mo .. quaderno .. che ama in– dugiare la hostra attenzione: per una ricognizione - cri– tica quel tanto che sia oppor- E c•è pol, a mitigare questo. inflettersi dell'anima e della voce. a promuovere un tene– ro baluardo ed una dolce protezione contro il male che l'evolversi stesso dell'esisten- Si sarà qui intuito che quest'estrema stagione di Parronchi; pur tatta cosl pro· nunciatamente :ravitare nel- bero anche essere pubblicati Giungere l<i con queste più avanli. Con calma, natu· mie - forze di donna. con ralmente. Ma resta sempre questi occhi - che ;.nda- ~i~~f~~~. ci~eongoni ~~~ c~:gri:. gana e voaliono. talvo!- Augun, e un buffetto ai suoi ta - Luminosi e tranquiW, raga;,..zi. a volte cupi - d'uria troo- LUCIANO PERSIANl, Ro- pa mestizia ... Cosi aficrma ma. - Non trovo le sue poe- e si confessa Gilda Musa sie _di cinque mesi fa. Ma ne nel !un go componimento arnvano troppe, fanno mué- • Il ounto focale> in cui VERBAVOLANT Altrove, !uori da questo predominante genere temati– co. il testo lirico può Il per Il sembrare impigliato in su– perstiti abitudini d'arcadia: sia pure di un·arcad1a·1n ag– giornatissima edizione nove– cento. Si tratta di testi come «Il ragno,. e «L'ultima far– falla ... Ma non sarà impos· sibile al lettore sorprendere, al di là deu·apparente e lu– stra ovvietà del canto e del– l'immagine, un battito più celato e più vero. una neces– sità lirica non adulterata. E, se non bastasse, a controbi– lanciare quegli impulsi squi- Debbo tornare a raccoman– darmi di non inviare grossi pacchi di manoscritti, né fran– cobolli per risposte private, né richieste di informazioni sui vari premi letterari, dei quali • La Fiera,. passa i ban– di e non sa altro. SAL. MIN., Caltag1ro11e. - ~;a;rim~U!P~~~J.reg:r~~o7:~ tenzioni serie con la signo– rina Poesia, le faccia corte spietata, le stia sempre die– tro, e chissà che non riesca ad ottenere la sua mano. li dialogo che mi manda è in– fantile. Le poesie un po' mi– gliori. ALFA, Firenze. - Davvero la prima poesia è più che discreta. Della seconda sal– verei solo qualche immagine (•l'ultimo urlo a capo basso• siti di una !uga dalla verità PUBBLICffiAMO E LAN• degli uomini, e dal loro sen- CIAMO opere d'ogni h~d- timenti. dai loro drammi, c'è I denza e genere a condirlo- l'aderire - magari nei ter- nl vantaggiose. Interpella• mini del contrasto o addlrit- tecl. Scrivere: APPRODO, tura della ribellione, della Lungotcatronaovo, 29, Na- denuncia - a eerte storiche poli, motivazioni dell'età in corso. ·-----------' ad es.). M1 mandi altro, per capirla. MARIANGELA, Nuoro. - Per sapere Lutto dei premi letterari, compri serrtpre il Giornale- e non scriva di vol– ta in volta per sapere che può fare. La redazione ha mollo lavoro, capisca. ALBA, Catania. - Mi man- , da troppa roba, signora. in– tanto, i disegni ed olii non mi sembrano un gran che. ~~s-cuo~~~ 0 1oafi~ns;o:si ~l.ie ~~ sono mescolate e sin qui in– scindibili, delle ingenuità pa– tenti e delle buone, ottime intuizioni liriche. Non so co– sa ci sia che non riesce a concludere una poesia, a far– ne un componimento finito, perfello. La sua poesia testi- chio. e a volle spariscono. Mi dice della sua ansia di scusi. • Per la morte dì un poesia e di vita. Ma si amico,. ha cose buone. non le,g,ga ancora. nelle altre ~~:: e ;~ 1 ;pr~,oe~fa qu:c~L~~n!~ poesie. la sua ininterrotta Co J • o • 1 ricerca di equilibrio fra st;fu. 111 ~~::~ t!im~"oe!iale~: disc1u.1:ione e amore. amici parte, tra quelle che rivedrò e nemici. la sua con:;:npe- con calma, e intanto ne aspet- vole umana femminilità di t<?.un ali~ paio, magari le e Soltanto nei miei versi> ~]~. recenti, per capirla me- o di e Tu, lontano lettore> MISTER X, Palmi. - An- ~e1iaptz~~~:t~~ i;~~t:t~e ':t~; ~~~ ::ifa pii~!~ tah:u:i P~:~~ oa2ine di immagini vive fare? E' una poesia •voluta•· e vitali. S.G., Reggio Emilia. _ La Non cercheremo. al mo- sua poesia è brutta, sentì- do di molti critici. di si- mentale,. retorica, testimonia tuare la poesia della Musa ~~e !~~ 1 1 ~e ~~~~~°;Ja ~~~!~ entr<;> scaffali di scuole 0 :~~~a, ai~ 1 ~~pld~~de~i~ i':u La Galleria - Antiquariato ~~~~°n"ccq~~~adi:~t: F~~a]:~ B ·u R O E KE maniere (un lontano acco– stamento alle intemloni reboriane non sarebbe for· se errato), ma come ogni opera prodotta da un'in– teriore necessità essa sta a sé, e pur partecipando con tutti i suoi elementi alla ~ostra vita d'oJ,t:J?i, non SI lascia dA esi.a so– praffare né sì turba alla confusa violenza. accettasse tutta la sua vita Klrchgasse. 25 • Zurigo 1 f~!~~'o~a;,~a~~/~c~~~~ inizia esposizione periodi- so tra quel che è e fa, e quel ca diphlti. scutttL-re auto· che scrive e sogna. Stia at- -rf moderni italiani. tenta a questo divario, che Scrivere per lnrormuloni può diventare nevrosi. Metto __________ ,

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=