La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 23 - 4 giugno 1961

Domenica 4 giugno 1961 LA FIERA LETTERARIA Pa~. 5 Antologia José Santos Rivera li,dia miskitr1 Un s1lem.10 di secoli circonda la tua femminile Jteograf1<' Il (iume i:.corre nei tuoi occhi ftancheggiato da paesagj!'.i lontani. Un dolore muto ti circonda fatto del lutto che ha tessuto ì1 tempo. Nella tua capigliatura di nero pino dormono le notti d'interrotti sogni e si destano i fio:-i dell"oblio. Nulla è allegro in te. neppure le tue canzoni né il sole rieS'Ce ad illuminare la tua notte. C'è una solitudine di permanenza che accompagna la tua quiete senza tempo. SoreUa del « pipante • (1), figlia del fiume, fedele al silenzio e alle tue tradizioni. generatrice di figli senza battesimo. che un giorno qualsiasi dovranno morire df> 11 ... ,,..rie di tutti i minatori. (Saklin, Rio Coco, 1956) (1) Il fl pipanre • è una leggeriuima imbarcazio– ne a remi di cui gli indii si servono per navigare i fiumi. Guillermo R. Tahlada Arte poetica Questa mattina tro\'aron" un uccello morto nel patio. S\'enuto nell'erba sembrava un fiore. Come aveva le ali a,·viz.zite e senz.a lucentezz.a chiamarono un medico il quale disse che era morto di freddo. Come a\'e\'a negli occhi naufraghe stelle sommer~ lo psichiatra dedusse la sua morte per delirio. E come gli sanguinava dolcemente il becco. giunse il Poeta e lo seppelli nel cavo della sua chitarra. A Gabriella Mi.stra[. Poiché nacque in montagna Gabriella aveva d'albero il cuore. E poiché fresca fu la sua ombra mansueto il bestiame le si avvicinò. Rami furono le sue braccia, la sua mano un nido. vastità di pini la sua capigliatura sciolta. Corteccia di dolcezza J1 suo midollo coprì molti alveari e per questo stillava miele anziche sangue. Oh contadini che un giorno profumarono- i loro solchi! Oh stanchezza di buoi da essa liberati! Da Chontales (1) icr sento. oh foresta cilena! il suo alto clamore di frutta staccata. il suo profondo amor-=– il suo p:-oTondo silenzio di semente. Ora è vuoto il podere. gli uccelli sono \'Olati, e come una trottola. Il s-uo cuorf' lo sta facendo ballare un bimbo. (1) Chontales, regione agricola dt.l l•.1icar4gUa, di cui il poeto è origiuario. Vi !i pratica 3tL laroa scala l'allevamento del bestiame. Manolo Cuadra Pro/ilo Io sono triste come un poliziotto d1 questi che fioriscono agli ani;!oli con un freddo glaciale nello stomaco e una 2ran nostalgia nelle pupille. Però io dimenticai il manganello e mi posi l'anima nella mano. t miei poveri nervi furono rovinali da tante beghe muni('ipali. Vie inespressive come pellicole americane. Io sono triste come un poliziotto dj questi che fioriscono agli angoli con un freddo glaciale nello stomaco e una gran nostalgia nelle pupille. Però io dimenticai il fischietto e mi p,:isi l'anima sulle labbra I fuggitivi immobili ! ziovedl pomeriggio. nelle cai;.cerl. è . di Mgo:-e c!ie i prigionieri Ia,·ino i propri tremendi ,·estlti! Camicie asfissianti. pantaloni obesi raccolti per loro in collette pubbliche. Stendono. poi. le loro camicie crocifisse ... E mentre fuggono i pantaloni se li agita il vento sui fili... muoiono d'invidia i loro padroni nelle prigioni! (Managua, 1945) Nicolas A. Navas Silenzio Odio questi rumori criminali della città. Voglio salvare il silenzio della notte: questa vaga eco del vento. Voglio ascoltare il canto . del silenzio con I] mlo udito di poeta quando cadono i tiorl d"arancio nelle sere d'autunno. di • poeti Paesaggio antico Una vecèhia carretta nel sentiero ove già non passa il ricordo. Ai lati, ombre. ombre. Nebbie, nebbie nella lontananza. Solo la vecchia carretta che ormai si perde: poi sogni. sogni, softli. Maria Teresa Sanchez Era così ;\li dissero che era morto: io lo sentii vivo ed implacabile. pieno della forza dell1estate e della tristezza dell'inverno. '.\ti dissero che era vivo: lo vidi inerte ed esangue, come un ~ran pesce fuori del fiume come un gran pesce fuori dell'acqua. Mi dissero che amava molto: io lo sentii freddo e amaro ... Dicevano che era come un bimbo. Ernesto Cardenal Nella notte il/11111.inata di parole Nella notte illuminata di parole: Pepsi-Cola Palmolive. Chrysler. Colgate. Chesterfield, che si accendono e spengono e accendono e [spengono le luci rosse. verdi e azzurre degli alberghi [e dei bar e dei cinema, i trappisti ascendono al coro e accendono le proprie lampade fluorescenti e aprono i loro grandi salleri e antifonari fra milioni di radio e televisori. ·sono le lampade delle \'ergini sagge che attendono lo Sposo nella notte degli Stati Uniti. Dietro al monastero Dietro al monastero. a ridosso del sentiero c'è un cimitero di cose vecchie in cui giacciono il ferro arruginito. pe1.zi di maiolica. tubi spezzati. !ili di f erro attorcigliati pacchetti di sigarette vuoti. segatura e zinco. plastica invecchiata. copertoni rotti in attesa - come noi - della Resurrezione. C'è un nunor di t(·attori nei prati ... C'è un rumore di trattori nei prati, i susini rosei sono in fiore. Guarda: sono In flore i meli. Amato. questa è la stagione dell'amore. Gli storni cantano sul sicomoro. Le strade odorano di catrame spalmato da poco ~ I carri passano con risa di ragazze. Guarda: la stagione dell'amore è giunta; Ojfni uccello rnla da un altro uccello inseguito. Francisco P. Estrada Il seppellimento di an povero Solo. abbandonato dal calore. con i muscoli spenti. giunse Manuel Guillen al paese. Fu un albero in più. in Canna di Castia:lia (1). Puliva pomodori con la pazienza dei suol anni. D;;va colore alle melanzane con I suoi innurnere,·oli [sigari e nessuno mai negò che la sua barba si tras.!ormasse [in « chayote > (2) né C;he le sue dita srtrmentose fossero antiche radici. Era indefinibile come i poveri e generoso come loro. La sua morte fu anonima come lui.~ Lo confessò il padre Arguello. il sindaco diede la cassa e il commissario la compagnia. Le mani dei poveri intervennero. J cuori dei poveri lo accompagnarono. I muscoli dei poveri scavarono la sua tossa c!ie si venne riempiendo di silenzio e d'ombra. S1avano allegd i poveri con la loro triste allegria d'ubriachi. Si burlavano della tristezza dell"umiliazione che è la morte, di essere tanto poveri come erano. Jo. di. uno. lo faccio perche sono cristi.mo . Jo. disse un allro. perché Dio mi vede. Io commentai: eh€ poveri sono i poveri! Lo seppellimmo di notte in Diriomo (3): eravamo dodici col morto. · (1) Località vicina alla citrd di Granada, tn. Ni– caragua. (2) Pianta filamentosa. (3) Cirtadina nicaraguense vicina a Granada. Alfonso Cortes Occaso Occaso. bianco di estasi. tratlieni un altro momento nell'azzurro il tuo pass• non precipitare il tuo tranquillo bene occaso; l'ora. triste di tempo. risuscita la visione poderosa di Betlemme; Il levriero della notte sta latrando e in questo cielo di tempi passati. verso Jli orizzonti va calando un·ombra di corpi sconosciuti... Aria Suona un'aria di fanciullo dietro l muri d'ar,-iJla. la piazza reca pattuglie d 1 estasl antiche alla mJa [casa. Quando Parla del fanciullo. con passetti stanchi ruota con !"oboe che muore sui tetti. e popola d'estasi crepuscolare · il giardino pieno d'angustie, che ha desiderio di parlare parole dette tra le foilie ... mentre ravvolgono nella bruma pazz.l e allegri movimenti, le bianche pieghe della spuma dell'anima al 90:f!iar dei venti ... • • • n1caraguens1 cont~mporane1 Pablo A. Cuadra Lamento della / anciu lla per la morte del guerriero Dai tempi antichi piange la pioggia. E tuttavia giovane è una lagrima. giovane la rugiada. Dai tempi antichi volteggia la morte. E tuttavia nuovo è il tuo silenzio e nuovo il mio dolore. Interiorità di due stelle A colui che combatté per la libertà si diede una stella vicina alla luminosa madre morta nel partorire. « Fu grande il tuo dolore? > chiese il guerriero. "Non tanto come il godimento di dare al mondo un nuovo uomo>. « E la tua ferita? > chiese ella « fu profonda e dolorosa?• « Non tanto come il godimento di da:-e all'uomo un mondo nuovo». « Conoscesti tuo figlio? > «Mai•· fl E conoscesti il frutto della tua lotb? • « Morii prima >. « Dormi? » chiese il guerriero «Sogno>) rispose la madre. Joaquin Pasos Noi Siamo abbandonati nel mondo fetido, raria ride di noi, l'acqua ride di noi. Il fuoco se ne va. non possiamo conservarlo. ti dico che ride di noi. Per avere l"albero. ci è necessario seminarlo nel [fango. pc-r avere il fango dobbiamo morire noi. La frutta che mangi è tuo nonno fatto polvere. pili tardi la tua testa sarà un cocco: gli alberi Tidono di noi. L'aria èie respiri se ne esce per due fori Pacqua che bevi esce dal pori si burlano di noi i coccodrilli, ~i burlano i sa.uri. gli animali ridono di noi. siamo abbandonati nel mondo fetido ... Vecchi i11dii Gli uomini vecchi. molto vecchi. se ne stanno seduti accanto alle loro capre, presso ai loro piccoli animali • [mansueti. Gli uomini vecchi stan seduti presso un fiume che sempre scorre lentamente. Dinnanzi ad essi. l'aria trattiene il suo andare: il vento passa. contemplandoli, li tocca con precauzione pt'r non sciupare i loro cuori di cenere. Gli uomini vecchi portano al campo i loro peccati. Questo è il loro unico lavoro. Li sciolgono durante il giorno, passano il giorno [dimenticando e ~ !-Cra escono a prenderli al laccio per dormire con essi. riscaldandosi. José f oronel {lrtecho Ode a Ruben Darìo Mi presi gioco. inrine. del tuo Icone di cemento. Tu sai che il mio pianto fu di lacrime e non di perle. Ti amo. Sono l'assassino dei tuoi ritratti. La prima \ 1 olla mangiammo arance. « 11n'y a pas de chocolai. >1 disse il luo angelo custode. Ora potevi perfettamente mostrarmi la tua vita dalla finest:-a come un quadro che nessuno ha dipinto. Il tuo vestito da imperatore che pende dalla parete, orlato di parole quanto più piccolo di questo pigiama con il quale dormi ora che sei solo un'anima. Ti baciai le mani. « Stella - tu parlavi con te ste:-~" - arrivò fin;i.lmente dalla rivista > e non ricordo che dicesti poi. So che ridemmo di quello. Infine ti dissi: Maestro. vorrei ,·edere il fauno. E tu: Va in connmto. Parlammo di Zorilla. Tu dicesti: ((mio padre•· E parlammo degli amici. « Et le reste est litérature >>. di nuovo il tuo angelo impertinente. Tu ti esaltasti molto. « Tutto è letteratura - questo è il resto >. Allora comprendemmo la tragedia. E' come l'acqua quando inonda un campo. un paese. senza chiasso ed entra dalle porte e ,riempie I saloni dei palazzi. Jn cerca di uno sfozo o del mare. nessuno lo sa. Tu che dicesti tante volte « Ecce hcimo • fronte allo S'l)ecchio e non sapevi quale ,dei due era il vero, se pur ve n'era. (Ti veniva voglia di fare a pezzi il cristallo?). Nulla di tutto ciò (marmo sotto l'azzurro) nel tuoi giardini - dove prima di morire pregasti infine dove io me la passeggio con la fidanzata e sono irrispettoso verso i cigni. Salomon De la Selva La pallottola La pallottola. che mi ferirà sarà una pallottola con anima. L'anima di questa pal!ottola sarà come sarebbe la canzone di una rosa se i fiori cantassero o l'odore di un topazio se le pietre avessero odore o la pelle di una musica se ci fosse possibile toccare le canzoni nude con le mani. Se mf ferisce al cervello mi dirà: Cercavo di sondare il tuo pensiero. E se mi :ferirà al petto mi dirà: Volevo dirti che U amo! Riposo da una marcia La terra dice: non odiarmi! guarda. io sono tua madre. Perché ml calpc~i con durezza? I tacchi ferrati del tuoi scarponi rudi mi marcano ignominiosamente. Se $Ono con te tutta so~vità perché non ti togli le J.Carpe? Le dita dei tuoi piedi debbono essere come ,uva di un g:-appolo premuto. o come rose che ancora non st schiudono di alcun roseto $ilvestre. Io. che ti feci, tutto ,•oglio che sia frutta o flore. Adornami con le dita dei tuoi piedi ora che hanno devastato I viineti e spianati i giardini. Ricambiami afTetto per affetto! lo le rispondo: Non posso sciogliere facilmente I nodi delle strinihe che mi annodano gli scarponi. Mi ci vorrebbe molto tempo e non sarei pronto quando di nuovo suonerà il segnale della marcia. Ernesto M. Sanchez li solitario Il solitario. è sapiente in predizioni. in sogni, in opere segrete. D'arena è il cuore del solitario, s'inumidisce con la pioggia. Jl solitario non soff:e ricordi costruisce il passalo come il futuro. Orologio a sabbia è il suo cuore. Il solitario ha creato l'amore a su.i immagine e somiglianza. Il solitario non fa paragoni. Il solitario si corica con la morte e s'alza vedovo. Durante le notti si purifica. In chiare. profondissime acque s'immerge. Il solitario non conosce la solitudine: il mondo lo accompagna. Crudelissima croce Crudelissima croce mi i;tanno apprest.!>ndn senza sapere la mia st:i.tura. Se sono gfande. la fanno piccata per spezzarmi le ossa: se sono piccolo. altissima. per slogarmi. Io ste!'so sono la croce, sono i miei desideri. Enrique F. Morales Yot11ir110 di Deb11ssy Suona l'angustia. come il mare: accosta 1·orecchio a questa conchiglia. Dopo. nessuno dica che non seppi attendere. Ai-sistetti ai funerali della notte. Ii mio lamento abbatté l'ultima stella ed il mio gemito ferì il crepuscolo dell'alba. Chiamai e non vi fu. dietro la muraglia. un altro cuore. Ruoterà. preci.pilando in questo mare. la musica (musica stemperatn. acqua sonora. gemito e lagrime) e nulla s"udrà all'Infuori del suono del mare ... il rumore del dolore come il rumore del mare. Preludio di Lizt Ho s,coperto. alfìnc. il mio seireto. La notte frondosa. dolcemente adagia il suo peso sul mio cuore. Fà in modo di non maltrattarlo. Fluisce la musica come lagrima. Stella ri))(?:te al vento la sua. légg~nda.. I suoi riccioli tristi !luttuano sull'acqua. A':li. amore. affretta ·roblio! Ora so tutto. Il presen1e di ieri è appena un ricordo. Forse spunterà nella canzone di domani. Pure, questo garofano pronuncia ancora il suo profumo. Alfredo Barrera Nelle allegre nozze Nelle allegre nozze sto ancora e già sento alle porte il pallido. triste inverno. Vedo versQ il futuro e mi indovino: grii:;ia la fronte infranto lÒ sguardo da tante avversità - nell'ora in cui la festa della primavera sposata nuo,·amente, una. quattro. mme volte comincia per gli altri - vagante indifferente. privo di amore. con la speranza che oggi m'innalza. morta. Volgo i miei occhi tristi al passato e guardo e riguardo la luce pura che fu mia che sempre più lontano se ne va. Oh chiari giorni. oh voci fanciulle inchiodate al cielo! che poveri fantasmi siete ora! Giulio Y. Tigerino Morte dell'allodola L'allodola mori sul far dell'alba. Cantava ed è morta. Il suo piccolo petto e la sua e-ola senz 1 ari; inumiditi dalla rugiada rossa. L'alto ramo non poté trattenerla. Tutti I rami insieme non potettero. Cantava ed è morta. Ora le formiche scure Divoreranno il suo corpo. Il vento spigolerà le sue piume. Cantava ed è morta. Il suo becco finirà tra la polVl!re e lo derco. Cantava ed è morta. n suo canto l'ha uccisa. Perché cantava è morta. Traduzioni di Franco Cerotti Notizie dei poeti JOSE SA.:,.;TOS RIVERA e na· to nell• rea:ione della costa atfant1Cd niCétr.tguem,c, ,aie a dire _nella p_oirtep_1utip1c;a, piu ienuma. p1u m1stenosa del pac\e; do\.e piu diHicil_i.dram– matiche wno le condizioni di , ila del contadino. in lotkt pe– renne con la natura e lo sfrut· t.imento dell'uomo. Per questo il ~uo canto ha un accento particol.ire _einconfondib_ile. At. tualmen1c 11 poet.i: \:I\ e in \la· nag:ua. furu:ionario del ,\Imi– .stero dell'Educitzi()ne. Gl,ILLER.\10 R. TABLAOA na– to a Jui~Jlpc1, nel nord del ~1card@Ud. prO\iCne dc1 una H:c;chia famiglia locale ed e a1tu4Jmcn1e funz1on.trio del .\11. nistcro di Educa1:ione Pubblica, direnore dell.ì .. Extencioo Cui– turai • dopo e~~r :o,ta10diret– tore di ,ari i:o,tituti ~!astici. Sc1agi:.ta. poeta, conferenziere, stu~ioM> di problemi ~dago– gic1, as:>partjene alla g10\.ao1:: ji!'cneraz1onemtellet1uc1le su cw fa gran~e affidamento il paese J)Cr il n_nno,·amento delle prc;,– pne antiche strutture. \"i,•e m ,\tana2ua. .\!A XOLO Cl.,;ADRA,morto me– no che quarantenne. una dccma d'anni or sono. ebbe una ,ita as<,ai agitata_e turbolenta. \'1ag-~ g10 molto, si occupo un po· di lutto, _e çopratuuo di poiitica par1ec1pando a numerose cam– pagne e falli d'arme durante le \arie guerre e ri,oluztoni d1 cui fu tcstim_one. Di queste espencnzc lascio' una documen– tazione nel ,·olume • Contro Sandmo, nella mon1agna •· !\ICOLAS A .:,.;A\AS e nato a Granada ,entiquattro anm or sono. Appanicne quindi alla generazione dei a-io\·ams~1mi di cui C sena dubbio uno <lei ~\~/~~i!:~~~tr;Pf~a~:;~~ O\e frequen1a la Scuola Su– periore_ di Aa-ricoltura. .. \IARIA TERESA A~C:HEZ ,;. \C in Managua O\e e ndt.-t. Don– na e.\otrcmamente a1t1\d, la .!lua opera ha a, u10 a.ran ~.so nel n\\Cglio culluraJe del .'\1<..a1a– il:Uadi qu~ti ultimi treni·anni. Ha fondato una c~a edi1ricc che ha fatto conoKCre i mi· gliori ingegni del paese (!Xuc· ,os Horizontcs) e, !:ipes~o in pura perdita, ha diretto e stam– pato periodici e collane Icnc- ~~-i. 1:.1_ ~u/'T~i~ti~~tapr~!?~ d1 p~ia m1eramericana, e Ru- raenS~na!~~z•·c9~~~ri~~e Jt~~~:. rosi racconti e saga-i. ERNESTO CARDE'.\AL (del quale !)0110s1ali pubblicati al– cuni poemi nella Fiera Leue– raria nel 1960) e nato in Gra· nada, Xic., nel 1925 e compi i propri studi uni,ersitari nel ,\lessico, e poi negli S.l;. Una forte cri:o,i rclig10-.d lo porto. nel 1958. nell'ordine religioso della Trappa da cui. dimesso per ragioni di :,alutc. pas ... ò a quello dei Bencdeumi. Attual• mente \Ì\C nel comcnto di Cuema, aca, in ,\ICS!)ICO, alter– nando preghiera. poesia e scul– tura. Prima della comersione r~ uomo_assai a11i\'o e parteci– po alla, 1ta ed alla lotta pahnca del :,uo pac:o,e.Gran traduttore della poc!)ia nord amcncana in s~agnolo, saggis1a. autore di otllmi racconti, ma :,opratut• lO e !)empre, poe1a. FRANCISCO PEREZ ESTRADA t nato nel 1916 ih Granada. Nic., o,·c ,he attualmente. E' consideralo uno dei_ maggiori esperti mcaraguens1 m fatto di indigcnismo e- di folklo1e na– zionale al quale ha dedicato non_ poche opere. Compiut_i i !)UOIstudi m Nicaragua. s1 è ,arie ,·ohe recato in Europa, ~f!1~:;:~~~~cin 1 ~tn~i;:1,;1 e 7ot )..lare ccc. E' collabora1ore delle principali ri, iste centro-ameri– cane per la propria specializ– zazione. ALFO 'SO CORTES è nato a Leon nel 1899 cd aitualmente e chiuso nel manicom•o d1 .\la– nagua, o, e da molti ò:nm e Slato rinchiu~o. I\ei brc,·i e ri;i1Si~:. ~~ri, r:~nt~~~e~~~c:i poco. L"l sua opera giace di· spersa qua e là, pur essendo– sene fatta una edizione (incom• ple1a cd imperreua) a cura delle sorelle. Cortcs. la cui poc:,ia ha accenti inconlondi· bili, C considerato. - ed a ra• gione - il piu grande poeta nicaraguen~e. l'erede auten1ico di Rubén Dario. PABLO Ai.'ffONIO CUADRA nacque in Manaeua nel 1912 e compl ~Ii studi primari e uni– ' crs1tan in Nicaragua, ,'lag– g1ando succes!)h·amente per il centro, il sud e il nord America, l'Europa, compresa l'Italia che conosce bene, l'Africa del Nord, ecc. E' indubbiamente la per– ~onalilà leucraria più in vista d!!I suo paese. Ha fondalo e d1rct10 mnumerc\oli riviste l'ultimn delle quali. e El pcz ~ ~~iirr~~n~;rn~lis~!~it!ae~fsct~: cnuco, poc1a, studioso delle antiche tradizioni indigene di Centro-America, traduttore da\– l'mglese, dip.lolT_latico.politico, Fabio Antonio impersona oggi la \•ita culturale stessa del pae- ~~it~~_1t~edjs~o1:sis:1~ 0 J'i~ri1~~~ ma d1 1eatro, racconti, no,·el\e ecc. Cauolico militan1e, è una ~~::~~~~s~ig~~ ~ri~rcC:~~~:!;: valri!=c. in Nicaragua; dirige il quoud1ano La PreP1sa. JOAQULN PASOS nacque in Granada nel 1915, laureandosi a suo tempo in lcga:c nell'uni– \·ersi1à di Managua. Apparten- ~e~~r,n;~~1t~a~~~aft2Q rd ~an: naia del 1947. Grnn parte lena sua .ape'? _giace turi'ora disper_ s~ m nv1ste e Riamali, spe– cialmente quella di narratore e di umorista. La sola raccolta poetica autoritzata è la e Breve (contlnu;-; paa, 6)

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=