La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 22 - 28 maggio 1961

Domenica 28 maggio 1961 t~ FIERA LETTERARIA L'ULTIMO ROMANZO DI CHRISTJANE ROCHEFORT * I piccoli ragazzi del secolo o del f u1nettismo letterario PARIGI. 111agg10 li secondo rom<mto di Chri– s1iane Rochefor1, Les vems cnfanrs du s1ec/c (cd. Gras· set, Pang1), è un prodotlo lct1c1ario cos\ mediocre, un impasto di parole \.-0,1 fol ..o e mal riu~dto che non ,·ar– rcbbc neppure la pena di parlarne se l'autlicc non fos– se uno degli c:.poncnli più for1una1i della nom•e/le rngue e se esso non ci oHrisse l'oc– casione di mettere finalmen– te in chiaro, maR.ari in ma– niera semplicistica, alcune idee conh1sissimc. Si parla a tono e a ragione, da qual– che anno in qua, di 11011vea11 ro111a11 e di 11011vellr,,n,:11c; e si tratta di denomin,u.ioni .ti– la moda e che riscuotono un gran succc:.~o. comodissime per gli editori e per i gal– zcnied, un po' come quelle dr p1tt11ra astratta e di pii• tura mformale. lnlorno :ld esse è già nato il mito, che pochi hanno tcnt:lto di ridur• ~ al suo ~poglio \ a\orc e che intanto :,cne 011imamcn- 1e alla pubblicità rumorosa e ai lanci spc1tacolari. * fii ~I.I 'f'0.1'10 COll'l'E mo che scelgono. Ed è, GUC– Sla, una novità abha!>tan1a grossa in letteratura, i cui eroi, fino a qualche anno fa, si , ede, ano .!>pcsso ::,pa!>ima– re p~r i begli occhi di donne crndeli. Le parli si sono imcrtìte. Gli uomini della • nom elle vague• sembrano stanchi del– le compiacenze a cui ~on falli segno dal !>CSo;;o oppOSI0, e si la~ciano lra.!>cinare a fa– tica den1ro una notte d'amo– re. 11 corno femminile, la donna nuda, non sono più un mistero, n..: un articolo raro. nichilistica condanm1. del no· !>tro tempo, cos1c.:hé la sua irrimediabile ignada pareva quasi riscallarsi e assurgere a simbolo, nella Josiane del recente ltS petits enfants du :,it!cle che pretende di essere un romanzo sociale e pro– grcssis1a, è l'awilimento mo– rale rimasto allo stato bn1to. La storia di questo libro. rnccontata in prima persona dalla p1-otagonis1a, una ra– gazzina del popolo, può cs- ~~1Ì~. J ~1~~~si :~ rri:em~:= g1orc d'una coppia d'operai che abita nella grande han- ~ 1-J ~~:~eci~:~gf aq~~II~ ~~i :i~~:~~ .,._. re al mondo quanti più mar– mocchi è possibile per a\'crc diritto ad assegni familiari ,antaggio.!>i e necessari per comprare il frigorifero e la macchina. I bambim nascono è data qui come conseguen– za dcll'a\\•ilimento, e ciò è perlomeno strano per un li– bro di riumdicaz:onc soci:llc. A parie la sciattcaa dello M1le che raramente riscatt,, la materia bruta (nel • Ri– poso del !lllerriero' », al con– trario, lina:ua e parola erano .!>pcsso innervate e fuse, con uno scatto interno che fa– ceva presa), siamo certi che lo stesso attento teorico P'"O– grcssista Lukàcs, ammesso che s1 fosse chinato a leg– gerlo, non avrebbe esitato a includere questo romanzo, Ira quelli a tendenza ingenui che impo\·cliscono l:i vera poesia della vita con la loro meschina natura sociale. E' \'ero che l'obbie1th•o è 'italo una ,•alta Lanlo spostato dal• l'ambiente mondano nel qua– le rotola generalmente la • nouvelle ,,ague », e avrebbe potuto perciò puntare su cl– fetti,•i problemi sociali della banlicue parigina dove crc– <,cono, accanto a rungaie di baracche, le file di scatoloni delle ultramoderne H.L.l\•I. (le ~~~tr~ius~!~oP~fi~1;..ri~ g~~ L'opera note, olc prodoua dalla diccina di rapprc:.cn• tanli del no111·em1 rom1111, tra i quali ricorderemo i più si· anifica1ivi Michcl Butor. Alain Robbc-Grillet, Samucl Bcc– kcll, Simon, Claude Ollicr, Nathalie San-aute e f,.farguc– ritc Dura!>, ci permettono di lirare conclusioni molto !>Um– marie ma che tuttavia col– gono in blocco i mo1h i ispi– ratori che la determinano. ,_ a torme, talvolta muoiono si rada raccndo, vengono !>Cambiali con altri negli ospedali, vanno a finire negli a!>ili che raccolgono i dcfi· denti. La madre dc,·c pen– sare solo a stamparli, a far numero. Josiane, che ha die– ci anni, va a scuola e si oc– cupa dei fratellini e delle !>pese. A pagina quarantotlo (il libro è di duecento pa~ ginc), incontra l'amore nella persona di cerio Guido, mu– ratore italiano, 1rentennc, che la mette in ,,cspa e la condu– ce in campagna, felicemente !>!ordendola. Guido carte, ,,a slil'icare la larghissima parte fatta al fumcttismo lenera– rio, alla nevrosi sessuale, al– le compiacenze sdrucciolevo– li (e viete) di ,·ocabolario propinate forse per procura– re, ai lettori onesti. intcne· rimenli facili e palpitazioni. Ccsc:o Magnolato: • Ballala Invernale• a costruire case altrÒ\'c, spa- Non si è ancora s1abilito se la nascita del uo1111ea11 roman sia da far :isalire all'appa– ri1ione di .\lolloy, di Samue\ Bcckcll, net 1950, o del Voyc11r, di Robbc-Grillet, nel 1955. Qucs1ionc, questa, di secon– daria importan,.a. Rifacendo– si a Camus (L'Etrangcr), a Sartre (la Nausù), a fìlau– bert. a Joyce, a Hcnry James, a Kafka e a Faulkner, i teo– rici del no1weau roman han– no lrascùrato l'afrlato inti– mo, l'anima che urgevano nei libri di qucsli alllori, e si SC'n messi a parlare di • c:cs1i– tuzionc dei ,cechi miti della profondi lii• e di • dciicrizio– ne esclusiva delle superfici • (Robbe-Grillcl), di "spazio del romanzo• (Butor) da ab– bracciare con la rappresenta– zione accanita dcgl t oggetti dei mobili eccetera, credcn.lo cosl di restituire un'imma– gine redcle e distaccata della realtà pluriformc e inesau– ribile e non temendo alfatlo di cadere nella ingenuità. in cui cadono certi linguiMi quando concepiscono la lin– illa oome un calco della realtà e un repertorio di pa– role a cui corrispondano co– se determinate. E' incredibi• le come simili ingenuità sia– no difese da una persona coltissima quale è Miche! Butor. Il risultato è che tale scuola continua a sfamare libri buoni forse per gli ac– cademici e per ali iniziali, ma noiosi e aridissimi e complicati per il leitorc co· munc (che non vuol dire inintelli,icnte). Si \'edn l'ul– timo romanzo di Claude Si• man, Lt1 Route des Ffa11dres, dalle frasi interminabili e at– torte in parentesi e spesso senza la minima pun1cagia- 1ura. Non si csa,iererà di– cendo che lo spcrimcolalismo a senso unico a cui si è ab• bandonato il nom•eau ro111a11 ha soltanto \'alorc in quanto tale e che spesso è pura esercitazione. e che è assurdo fare della conh1sione una conquisla e del nulla un pro· ~ressa. con l'appanna,iaio di una dottrina che ha appa· rcntcmcnte tulle le carte in regola ma che affonda le sue radici in un terreno eslrcma– mcnle mobile e caotico. Christlane Rochefort risce. La ragazza lo ricerca m\•ano, e si dà nel rrauem– po a molteplici avvcnturcttc con i ragazzi della cité (una ,olla ,engono addirittura quattro insieme, e lei ne è fiera), con un uomo spo• sato e ,•ia di sea:uito. li li– Il ''Far grande,, di Purificato Altro affare è lo sperimen– talismo della 110U\ 1 elle vague. Essa è nata a la10 del cine– ma che porla lo stesso nome e che ha visto sorgere una schiera di registi sui trenta anni i quali, riportandosi ai classici (molti di essi sono stati aiuti•rcgisti dei miglio· ri cineasti vi\'cnti), ne hanno imitato la tecnica nei prezzi di bravura moltiplicati e cu– citi insieme frcddamcn1e. fino alla ooia, 1anto da giun&:cre a una sorta di preziosismo e di antolo&:ismo delle im– magini. A questa lezione, che può apparire tal\'olla ammi• revole, la maagior parte di essi ne ha aggiunto un'al1ra per propria personale inizia– tiva e che definiremo ~enz'al– r.ro commerdale, perché con– siste nel servirsi quasi in– ,,ariabilmente, con spa\ aida monotonia, di men.e allet– tante (nella fattispecie, di belle figliole a cui si offrono tutte le occasioni possibili perché si mostrino senza in• ,olucri) e di suppellettili o di supporti adatti :illa bi– so&:na: chi ha vis10 un certo numero di films che vanno sollo l'e1ichc11a di 11011\•efle i•ague, puo aff~rmare c.:onco,– scicnza tranqmlla che m essi, oltre alla , asca da bagno al giradischi e ad altri. ingre– dienti, regna as3olu~o 11le110: ReiJla il Ictio nei r~manz! di Françoise Sagan (nei qunh aleggia tutlavia non "'0 che rarefallo pudore di stile), nl:'i romaozi di Christme de H.1- ,·oyre, nei romanzi di Chn· s1iane Rochefort. Oltre. alla noia alla tnstezza. al disgu– sto di , h ere e quasi all'im– potenza di aodcre - : :ipp.an– naggio di una certa s oc1e1à mondana che non ha nulla da dire e che ormai comin– cia a datare - nei libri di queste cd altre scrittrici an– tc~ignane della • nouvelle va· gue » si raccontano '-pcs_so storie di donne che non ne– scono a farsi a.mare d.aU\10• Se il 11om,eau ro111a11 t! <IS!>O· lutamcntc casto, SC\Cro, anche se senza nessuna relazione con i problemi del no:.tro tempo, la nom•elle vague. \"3 im·ecc a briglia sciolta, e con maggior succCS!>O,, crso l'crotbmo. Ed eccoci n Chdstianc Ro– chcfort, una scrittrice giunta al romanzo a età matura, il cui primo libro, • li riposo del guerriero•. u::.cito nel 1956, ebbe, oltre ad una gros– sa diffusione, il premio del– la • nouvelle vague •; e a ra– gione, poiché <.!!>::>O conc-hiu• dc,•a tutti i lemi della num a corrente, che portava CQn 1ranquillità all'esasperazione più cruda. Ma se in Jcan Re• naud, affogato a ogni pa– gina nell'alcool e nel ')C::>30, l'ibra,•a a inten 1 alli non :-o che ansia d'assoluto e che bro procede cosi. C"è poi una 1A perso11ale di Domenico noiosissima discussione sulle Purificato alla galleria • Ali– marche drlle macchine, fotta bert • i la s11a mostra più da operai in vacanza. C'è in- i111peg11ali\•a che abbiamo fine la descrizione d'una fa- avuto occasio,ae di ,•edere. In mi&:lia comunisla, data .:omc essa ritorna110 - ma con più gente esemplare, eccezionale; caratteri:.:.a:.ione, con wt co– c la cosa può essere ammis- lore che 5embra ,•oglia far sibile, ma sottolinearla fa scomparire ogni materialità dn,,,ero un callho effetto, ve.r farsi 11uiuo espressivo di come se tutte le altre fa- pure immagini - alcuni temi mig-lic somigliassero a quella cari al pillore: il venditore di di Josianc. La quale trova in fJO//i, gli aironi, visi di con- ultimo l'amore, e pensa già llltlini, paesi a picco sul mare alla culla da comprare e ai (Gaeta o perlo11ga). figli per gli assegni. C'è in codeste opere una Abbiamo• accennato all'a,·- fedeltà. a/l'ispira:.ione e un vilimcnto morale che è nelJa amore ne/l'esecuzione elle te– pro1aa:onis1a e che di riflesso !>ti111011iano il co11sape,,ole tra· circola in tullo il libro, e che m1tlio dell'arti5ta onde evi- 3arcbbe accettabile !>C;ippa- tare Scilla se11:.aincappare in ri sse come .:onSCiUCnza della Cariddi; e quindi correre, con ! >trctte1.za economica. La audacia e baldanza, il libero. st rellena economica imcce • mare, affrontando e supercm- do ostacoli e av,•ersità. o,,, 1 ia– me11te,se Scilla è il richiamo co11rbettia110 o certa tradi:.io- 11e in genere, Cariddi è la pe– gola di ogni decadentistico e co11formistico informalismo. Purificato, artista 111awro e co11sape1•ole,pittore e studio– so di storia e di problemi estetici, vrovved11to di lar– ga i11formazio11e e cli capa– cità di discernere e di sfate– mare - pur 11011 af)parte11en– do a quel/'• alta cultura• che. com,og/ia 1111 note,,ole mmu:– ro di analfabeti - 11011po· te,•a, a 1u1 certo mo111e,110, fermarsi al quadro di piccole dimensioni o al bo:.:.e110: co– nosciamo di lui (e 11e abbia– mo anche fatto cc.11110 su questo giornale) delle ampie composi:.ioni murali, fresche e gioiose, che traggono argo- U~ DOCUJJE.\'J'O U.llAì\'0 DEI.., 1913, * J,,,nes Joyce a 'Trieste •A Trieste mi ma11giai il fegato!• - scrisse in mi 1110- me11to di mti/11111oreJames Joyce. E da queste varo/e e da altre frasi del ge11ere la f1111chi11s trasse la dedu;.io11e che. le memorie triestine di Joyce 110n era110 piace\·oh. C'e da chiedersi però .)e 11ella qualità di i11seg,1a11te ,,rù•ato la sua fortuna sarebbe stata migliore in qualche altra cit· ta: per me 11edubito. Il dece1111io trascorso a Trieste è di una particolare importanza ne.Ila bio~rafia del Joyce. E' il decem110 i,1 cui cerca aflam,osameute di farsi conoscere come scrittore: ma in pari tempo Ila sul gracile groppone una famiglia, c111 deve provvedere, e ver for:.a di cose è costretto a soi•rac· caricarsi al massimo di le– :.ioni d'i11glese, a llllto sca– pito della sua attività. lette· raria. Questo dissidio tra la aspirazio11e e la dura rca/1() si sarebbe presentato i11 q11al· siasi altro 1110110. ili quel de– cennio, quindr, il fegato :,e lo sarebbe mangiato dov1111· que. e 11011 solo a Trieste. Nawral111e11teci f11ro110de· gli alti e bassi; dei tempera– lacci seguiti da lievi scl11artte. All'epoca in cui lo conobbi, 11011 pare che le cose gli a11-_ dassero ta11to male; ma dt momenti duri ne m·e\'0 do· vut1 allraversare anche nel 19/3, come ris11lta da let1erc mviate al fratello Stanisla11s e da 1111a cartolina postale, che la Casa di Spediziom M. B. Katz. i11dirizzai•a alla signora Nora, in data I. 111- ,:Iio Il co11te1111to i semplice e esplicito: si esige i11 modo perentorio un pagamento, nu- 11accia11do i11 caso contrario di procedere per vie legali: • Egregia Signora! Vi invito nel Vostro pro– prio interesse di saldare 1/ Vostro debito entro 3 giort11, altrimenti sarò costretto di co11seg11are la cosa al mio 0\'\'0Cato procurandoVi spese e noie inutile (sic). Con s1i111a pr. M. B. KATZ • e/re ave\•a la sua ditta i,1 vrn Raffineria 9. U particolari circos1a11:.e c:ui s1 riferiscono le poche ri– ghe dello spedizio11iere 11011 sono cl1e \ 1 agame11te i11tuib1h. Si riportano forse a qualche trasloco di 11,asçeri:.ie, ,,isto che i J0\'Ce cambiavano spes– so di casa. Sta il fatto co– munque, ,:he a men di due mesi di distanza, i11 chiusa d'agosro i Joyce. ,,assavano dalla via Barriera vecchia al– la via Donato Bramante. Ap· pena estil11e le spese. di tm trasloco, probab1l111e11teper l'intervento del frate.Ilo ta· nislaus, e eccoli di nuovo in alto mare, * di DAIUO DI<]TUONI S,mzn nttribuirt al fallo ec• cessfra importa11za, il docu– mento finora inedito, 11011 è pri,•o di q11alche i11teresse, e considerando il suo co,uenuto abbasta11:.a delicato, c'è da chiedersi come mai ne sia i11 possesso. Ebbene, ad a/fi– darmelo, sc.n:.a a1•\·ederse11ee a mia totale insaputa, fu lo stesso James Joyce, il quale sole\•a inserire nei libri che stava Ic.gge11do,q11alche car– tolina postale, in quel mo– mento a portata di mano Era il tempo in cui si fa– cei•a 1111 gran parlare della Estetica del Croce, e saputo che possede\'O il volume, me lo chiese a prestito. Non sa– /Jft!i dire elle ne. pe11sasse. D'improvviso dai•a,,ri ai no· stri occ/11meravigliati si pre– sentò 1111 catastrofico quadro e allora il precipitare degli m•,•e11ime111i politici, lo scop– ino della prima 211erra mon– diale, la mia chiamata sotto le armi, gli impedì di resti– tuirmi il ,•olume del Croce, e 11011soltanto quello. I.e s11ccessi1•e vicende ml tennero lo11ta110 da Trieste pareccl1i a1111ie quando i11_ ritorna, il Josce si era orma, trasferito a Parigi e 11011 ebbi ,,ili occasio11e di ri11ederlo. Un t:iorno peri) m'imbattei nel fratello Stamslaus e al– lora, dopo essermi informato della salute di Jamc.s, par– lamio del più e del meno ali racconrai purt dei libri cl1e gli avevo prestati a suo tem– po, doma11da11dogli se fosse possibile riaverli. Seppi cosi che, se 11011 llltti, qualcuno era assai probabile ..'li trovasse ancora a Trieste. ,ie/la casa di via Sanità 2, 11ell'appartamento del cogna– to, in cui provvisoriamente si era stabilito lo stesso Sla- 11islaus. E mi i1wi1ò di an– dar a darci 1m'occl1iara. Vi tro,•ai infatti w1 armadio in cui sta,•ano allineati alcum palchelli di libri, e fra cli loro 111i riuscì facile scorge– re, per il suo spiccato color arancione, il volume del Cro– ce, che nell'inten10 era co11- trasseg11ato dal 111io11ome, e che portai via, per collocarlo acca1110ogli altri volumi del– lo stesso autore. E in !mona compagnia, in quella serie di ,,ot11111iarancioni, che co,1 l'andar degli a1111iaume11ta- 1•a sempre pifì, l'Estetica se ne rimase indisturbata per parecchio tempo, finclli 1111 giorno 11011 mi occorse di do- 1•erla togliere dal posto per consultarne alc1111ipassi. Fu allora, elle con mia gran sor– presa, mi si presentò la car– tolina, incastratasi fra le pa– gine cosl bene da sfuggire all'occhio, qualora m•essi sfogliato il volume alla buo– na, come aid m'era accaduto. Questo fortuito ritrovamen~ to del volume crociano ne/la casa dc.I cognato, mi ricortla altre opere che prcstc1i al Joyce e delle q11ali 11011 ho pi14 saputo nulla. Un roma11- ,:o dello sw!tlese Augusr Stri11berg, e precisame11te Le con[cssioni di un pazzo, il secondo volume del suo ciclo autobiografico, tradotto ma– gistralmente i11 tedesco da Emil Scheri11g, destò 11el Joyce 11110 scarso interesse. Lo interessò moltissimo 111- t•ece una delle prime uumo· grafie appar.<:e sul p11tore Oscar Kokoschka; 1111 \·ol11- 111etto stampato a Vie1111a 11el 1913. Lo colpi special– mente w1 ritratto, 11011 ~aprei ricordare esatta111e111e di chi, forse dello svi:.zero Auguste Forel, i11 cui le ma11i espii- ca1'a110 wia potente azione suggestiva. Era l'opera d1 w1 Kokoschka ancora espressio- 11ista, restio a indulgere, co– me fece itt seguito, all'estasi del colore traboccante. Un Kokoschka clte in ogni ri– tratto si proponeva di espri– mere il mondo interiore del personaggio attraverso l'oc– chio, che de,•e riprodurre la profondità e l'angoscia psi– chica, e attraverso le mani che rivelano esse pure il mi.stero dell'individuo con la loro propria vita, indipenden– te dalla volontà ra:.ioci11a11te: quelle mani convulse, fre11e– tica111entc. irritate, che sono tanto caralleristiche nell'o– pera giovanile del pittore; quegli occhi sbarrati nel gorgo di un'allucinazione. mento e sapere dall'ambiente e dai coswmi ciociari; nulla di strano, quindi, se l'estro co111pos1ti1•0 e I'allet1a11te sri- 111010a • far grande • lo ab– biamo portato a ricordare il terremoto di Agadir in una ampia tela. Quasi a g111s1ifìca:.io11c. del– l't1rdime11to, scrive P11ri/ica- 10: • Può essere 1m tentativo retorico riproporre la vasta composi:.io11e, la macchina pittorica, q11m1do.111a11chi110 i motivi di 1111't111te111ica voca– :.ione, le ragio111 decorati\•e, il gusto di esse, la tecuica medesima e l'abitudine. del– l'occhio a \Ùioni del genere•. Il che testimo111a il respon– sabile ardire co11cui l'artista ha aflro11tato la composi:.ione di \'aste dimensioni, i11divi– tl11ar1dogli ostacoli per supe– rarlt. Agadir è se11:.adubbio 11110 opera d1p111tacon 1111a note– vole sapienza compositi1•a che co11valida l'i11ti111aesigenza di « far grande•, cioè di aflron– tare 1111 ci111e1110 che apre al– l'artista mto\•e c. feconde pos– sibilita, esse11do la rotwra dei soliti limiti 11011 tanto po– te.mica quanto sollecitata da 1111bisogno di osare. E' a11- che, :,e 1•oglia1110, 1111 modo di chiamare gli altri artisti alle grandi resvo11sabi/i1à, ,ma le– :.ione di disciplma e di se– rietà. Riempire metri e me– tri di tela con st.gni caba· listici o co11 colori buttati a caso è · u11 passatempo elle viene oggi pi1111osto larga– meme praticato; ed a ta11ti astratti sembrerà follia quel– la di Purificato che si è ac– ci1110 a rappresentare w1a città colta nel sonno da 1111 tJrribile cataclisma, dipin– gendo rovine e figure, e dan– do ad esse un'aderente a111- bie11ta:.ione; rifiutando il ,,a– go e l'eq11froco. Tanta auda– cia porrà esse.re.perdo11ata da ,m Ve11111ri?Da 1111Ve11t11ri 110, certa111e11te;e 11e111111eno dal numeroso discer,olame e dai 111ercat11id'arte che hau- 110 le c_a,~tine rig!1rgitmt(i di 1,rodott1 111formal1 (o meglio • i11for111i •J che 11ess11110 \IIIOfe. Ma 11oiche guardiamo 11011 alla piccola cro11aca, ma alla storia, e che ovunque cer– chiamo 1111 segno che possa seu:.a infamia ricordare 01 fwuri la nostra epoca, siamo lieti del difficile compito af· frontato da Purificato; e lieti altresì di poter constatare, 11el complesso, la bontà dei risultati. Agadir è w, quadro che fa storia, è 1111acostru- ,:~:~~011a:~::e,~:;tataart~~:,1~~1~i ai piccoli imitatori d'u11a 1en– de11:.ache ha ormai fi11ito di dare qualche frutto (sia pure sul viano polemico od orna– me111ale) e che si attarda a tlifc.11dc.recon ogni mezzo la conquistata ufficialità. Co11- tro quanti 11orrebbero coar– tare la libertà dell'artista, u111ilia11dolo nella ripetizione dei modi dell'astrattismo i11- tema'-ionale, Purificato trova il coraggio di essere se stes– so, intelligeme e vivo, perso· 11alissi1110, in grado di supe· rare serie difficoltà. tecniclte per dare libero sfogo al suo impeto creati\'0 e per aflc.r· mare la vitalità e la co111i– ,mità di un'arte elle.parla per leggibili immagini, con 1111 linguaggio singolare e rico110- scibile, alla nostra fantasia. Gli sarebbe stato 1110110più · facile i111brattare a caso rma tela, mellere magan come titolo • Aga,Jir • ed ottenere da Venturi l'ingresso almeno tra i catecumeni della setta i11formale. Così sarebbe cla– morosamente entrato nella cronaca petula11tc della mo– da, se:11:.a do,·c.r attendere che si determini, nei suoi ng11ar– di, fuori di og111 fatto ba11al– me111e modale, w1a prospel– tii•a storica. G. S. PROSPERI Francesco Prosperi è uno scultore d'istinto: \he e ope– ra ad A~sisi. do,e alcuni anni fa - con Emilio Greco - ab– biamo a\ uto occasione di co– noscere e gustare alcune sue piccole sculture in pietra. Pietre e lca:ni scolpiti sono stati sino a qualche a:iomo fa esposti alla galleria • 1l Camino•, senza che nessun uomo di gusto e nessun cri– tico se ne sia accorto. Ma la colpa, intendiamoci, non è degli amatori e dei cri– tici; è im·ecc in buona parte di chi ha \'0luto presentare Prosperi sparpaaliato in due sale e confuso a due pittori che non potevano riscuotere adesioni o simpatie. Cosl Prospeti, artista au• lcntico che da tanti e lanti anni la\'Ora in silenzio nella città francescana, torna al suo s1udio senza che Roma abbia dato il giusto ri\ic\'O alle sue preziose statuine. La sane gioca di questi scherzi: Prosperi non è la prima e non sarà l'ultima vittima. C'è, per in1cndcrci, nella scultura di Prosperi una mo– dellazione delicata che tende a n:iodularc le superfici', il– lummandole: sagome e luce in continua simbiosi. Donde un'espressione intensa e qua– si fuori del tempo; una scul– tura non lciata ad alcuna 1endcnza. Nella pietra in ri– Jic\'o, poi, .certe pitture giot– tesche tro,·ano una buona 1raduzionc. GVNTHER Max GUnthcr espone alla • Galleria 1'88• alcune pittu– re. In una nota !>Critta in italiano si dice che il Gi.in– thcr è nato a Zurigo nel 1934, ha studiato a Zurigo e a Pa· rigi, ha risieduto in candi– na,1ia e a Londra, dal 1958 lavora in Italia. Il resto ètel catalo,io è scrillo in in&:lcsc: fatto piuttosto prol'inciale, ci sembra, poiché una mostra in Italia si rivola:e special– mente ad italiani (se poi lo ors:anizzatorc si rosse illu<o di far breccia su un pubblico di lina:ua inalcsc, allora sa– rebbe stato meglio mettere il testo in italiano con !a tra– duziont inillcse). Il Gi.inther appartiene alla schiera dei piltori cle,ianti; quadri d'imposLazione astrat– ta, carattcriuati da certe forme che alludono su&:gesti· vamen1e alla realtà. ALTRE MOSTRE Tarquini (all'•Albatro•) non è un pittore impegnato: si diverte a fare acquerelli, tem– pere e pastelli sul tema dei ca,•alli e dei cani. Lascia– molo divertire! Bergamasco C• La Fonta– nella») non è un pittore; è un caricaturista e un pa1i10 di scenette e di personaa:a:i umoristici. C'è un piccolo gruppo di disegni che ci per– suadono più delle pitture. Il realismo di Dante Ricci (• La Marguttina ») riduce a modulo scolastico la pittura di Guttuso, spesso riprodu– cendola, Si pone una doman– da: è esente da responsabi– lità la a:allcria che ospita il Ricci? VICE Pa2. 5 Due critici della nostra civiL1à * Cartrggio ~ietzst1he -Rurckhar 1(-. di JIAllli\O PIAZ'TOLIA Certi uomini ecceztonali. quelli che_. per una specie di beneduione. irrompono nella vita dello spinto. col passar degli anni l\n.xono per confondersi alla nostra memoria. come se fossero colloca11 in una nube di luce. A questi uomini. nei momen– ti di dubbio o di scon!orto. chiediamo di suggerirci la vcritll.. il senso del percorso mondano. quella parola f..i• terna che si fa antica pro– prio in virtù della sua ntro• va~a innocenza Ed è sempre la loro sagfezza. non d1si1un– ta da sapienza. che cl chia– ma da non si sa quale abis– so deil"anima allorché più 10• 2iustificata Si fa la nostra so– litudine di uomini. ch1us1 !ra la vita e la morte. fra la ter– ra che resta sempre da sco– pnre e il cielo che si fa sol– tanto più misterioso. l"no di questi spinti che sembra spesso e drammati– camente entrare nel nostro pensiero. lasciandO\"i acce~o un profondo e segreto .sen– so umano. e stato ed e Fe– derico :-lietz.sche. Più che un uomo della st.oria. più che sentirlo cittadmo d'un paeSP colto. leiato ad un t empo d 1 disperate e serene med.ta – z1oni. egli può cons iderarsi le11:ato alla nostra vicenda umana. soprattutto se pen• siamo d1 muo\•erci sulla ter– ra col sentimento di subire J1oven1e una mort1tkaz1one immeritata. Oggi sappiamo, attra,·erso il .. Carte,2gio ~1etz.sche Bur– ckhardt.. 1 curato magistral– mente da Mazzi.no Monttnari ed edito da Paolo BorinJ(h1e– ri - Torino) che in quell'uo– mo eccez1onale era nvo 11 candore proprio dell'indifeso: dicl11arate finnocenza e l'm– teUigenu necessarie alla ri– cerca di un ordine nel mito e nel dolore onde comumca– re agli spiriti considerati più de,:ni la scoper1a d'una Ci– nltà esemplare. Sono lettere che ci aiutano a capire i sen– timenti di due uomini atten– li a rintracciare nel1a cultu– ra i segni, profondi che rar– te ireca lasciò lungo il tem– po come te!tlmonlanza d'una vita che non può ripetersi. J1ebbene. sia stata illuminata d::ill'interno dalla misteriou presenza della bellezza. 0~111 letlera d1 Burckhardl a ~ietzsche e di quest'ultimo a Burekhard1 è prima d1 tut– to un documento di c1viltà. una espressione quasi umile di un amore per la eonos-cen– za che si è latta verità e \'i– ve nel rispetto d·un mondo reale. a cui i due spiriti so– no legati da una unica segre– ta forza indagatrice. Ecco alcune !rasi che Bur– ckharrit scrive a ~letz..ehe In occasione della nuo,·a .. Con– J11derazione mattuale ... Qu•– sta volta .Ella commuo"erà numerosi lettori. perché ha mostrato. nella sua aspra ev!– denza. un diMidio ,·eramen• te tra,2ico: l'antagoni..,m•J tr-i il sapere storico e ,I pl)t~re - ri:<;pettivamente J't's3Cr'! - storico. e. di nuovo. l'an1a– ,1::onllmo gcner.i:<> tr.l ren::i•– me accumulo di sapere l!.i– taloa:ante e gli imp 1tsi ma– teriali dell'epoca. Le nnno– vo ancora una ,·alta I mi– gliori ringraziamenti e ri– mango, con la massima con– siderazione. li Suo de,·otiMt– mo J. Burckhardt •. Prosea:uendo. leggiamo In– vece una lettera scntta da ~1etzsche a Burckhardt .. Eb· bene. stimatissimo amico. - o come debbo chiamarla? - accolga con benevolenza quel che oggi Le invio. con una benevolenza preconcetta: giacché. Be non farà cosi. in questo libro ..... La gala scien– za .., non troverà se non ma– teria di riso (è troppo per– sonale. e 1utto ciò che è per– sonale è propriamente co– mico). Quanto al resto. ho ra5:,– g1unto il punto in cui vivo come penso. e nel frattempo forse ho imparato davvero ad esprimere ciò che peruo. A questo proposito attendo il Suo giuaizio come una sentenza: vorrei in!atli che EUa leggesse di seguito il • Sanctus Januarius.... (libro quarto), per sapere se st CO· munica come una totalità. E I miei versi? Con cordiale ftducia Suo Federico )lietz– sche ... E un'altra lenera: ...... Vuol concedermi udienza ancora una ,·olta? In ogni caso. Le sono debitore di questi lavo– ri. perché sono In strettis– sima comunione con l'ultimo libro che le ho mandato (Al di là dal bene e dal male). Può darsi che qualcuno dei principali presupposti di quel libro difficilmente accessibi– le, ristùti qui più chiaro. al– meno questa è stata la mia intenzione. Giacché tutti mi hanno detto di quel libro la stessa cosa: che non si capi• sce di che !i tratta e che CO· se del &enere sarebbero .. as– surdità raffinate»: ecce1tuati due lettori. Lei, stimatissimo Signor professore e. d 0 altra parte. uno dei suol più affe– zionati estimatori in Francia. Monsleur Taine. Mi scusi se per consolarmi talvolta dico: .. Per ora ho soltanto due let– tori, ma quali lettori!... La vita tutta interiore e doloro– samente complicata che flno• ra. ho vissuto Ca causa della quale la mia costituzione na– rurale in fondo robusta. ha sofferto il naufragio) ha avu– to come sua graduale consc• IUenza. un Isolamento, orm;:i.l senza rimedio. La mia eon– !olazione più cara è sempre quella di ricordare t pochi che in condi.z.loni simili ha.n- no reJIS~ito ie:u:a spezur.(i. e ,ono nwc1t1 a eon!.erv;;,;P a se 1te.as1 un nobile e be– n:2no animo. l"omo vener,._– to. nuJ1uno puo ncord,u1 di Lei. con ,i;ratitud;.ne maic:o• r,,. della mia. Suo [edelmen:e e ;mmutabilmente devou s.,;1- mo Sietuche •. Que.a:ta. e u.na delle ultime lettere scritte da , :'-Ji(>ttsehe. sorretto ancora daUa pericolante luc1d1ta de •• la sua men!e. C'e 111 es!.e il prenntimento di ~n ., 1soJa.– mento senza nmcd10 •· L"uo– mo che aveva approfondito li tragk.O stato della solitu– dme neu·uomo e nelle co.se. sta per scivolare. ancor a cal– do d1 v1t.c. nel buio. La roi• ha lo attira dal:e radici de:ie oua. Il senao del totaJe smar– nmento in una demenza ta~ c1turna e s trll'la. nte affio:-• da qualche fra.te ancora lu– cida. Siamo al q uat:i·o gen– naio del 1889. a Tonno. St.s per concludersi l'epil0J?0 d. una vtta men~ale stra.ordma– na L"evocatore d1 D1on.,o ;:i., ~iste alla dil:rn:az1one de:– la sua mente ll male h:i !C~– V:itO flno :i to ccar e e fuhni• nare il .suo sp :r.to. Cosi ~1- z:a. il J101iloqui o del saa:g10 ca– duto dall'alto del suo ,2en.o: .. Al mio ,·ener:i o Jacobo Burc-khardt. Questo e staM il p1ccoto scherzo a causa del quale mi perdono la noia d, aver creato il mondo. Ora Lei è - tu sei - il nostro a:rande. 2randissimo maestro· infatti io. insieme ad Anan– na. devo llOllanto euere rau- 1 ~o equilibrio d 1 tutto. in tut– te le ccae abbiamo talun, che stanno sopra d1 not.. Dioniso• Povero e 2rande X1etz.scbe. chiuso per sempre neU"ab,.c– ~o della pa.uia. Xenuno può più liberarlo. Eili ba!be-a i frammenti d1 una tra~ed,a dimenticata: la sua nta Se,;. lo spazio di pochi mes, b;. ,•isto \'Olarsene. deftni:l \·a– mente. la sua candidi. : :lt.el – li2enza . .Non conneae. de for– ma le idee. 1mma,rina senza nessi. recita come un fa.n– c:uUo che mcommc1 a. v1\'e– rl! 111 un luogo sconosciuto .Non può nemmeno duperar– si: tace o seri\·e avvenime..'"1- t! dt una esisienza assurda. E' ormai straniero a se stesso. .. caro s12 profec;sore. 'Il• la l 'i.ne urei stato molto più \'ole nuer i profeuore basilee– se che Dio: ma non ho osato spingere cosl lontano ti mio e,2olsmo pr1,·ato da omettere. per cawa sua. la. creazione del mondo. Come ,·ede. buo– Jl,na fare sacn1lci. c:omunq1·e e dovunque s1 Vl\"a. Ma mi sono riservato uoa piccola camera da studente che si trova di !ronte al Palano Car.inano fne quale s:ono nato come \'ittono Emanue– le) e oltre a ciò permette di senhre al ta\'olo d1 la\·oro la magnitka musica della. Jtallena Subalpina. Pago \·en– ticlnque franchi con il !'er– vlz10. preparo il mio tè e faccio la spesi\ da. solo; sof– fro di scarpe rotte e in ogni momento nnua.z10 per il vecchio .mondo. per il qu3le Jl'.li uomini non sono stati ab– bastanza semplici e silenzio• si. Perché- sono condan,ato a mtrattcnere la prossima eternità con spinlo.saggini d! baua lega., Naturalmente ,.ono in stre•– ti rappor11 con i1 F11i:aro. e perché abbia. un''.:ie., dt quanto posso euere innocuo. \"O~lio dirle le mie prime 1pi• rlto.saggini di bassa le2a: .Non prenda troppo sul se– rio Il caso Prado. lo sono Prado. sono anche >I padre di Prado. oserei dire che so• no anch<> Lesi=ep,;: Astu • L'autore dt'lla ~Gaia Scum– za,. e di\·entato un'ombra che parla e scnve ad altre om– bre. I ricordi del mondo e deUe civiltà sepolte si i:ono confusi in una ,·is:one sini– stra e .sconne~a che batte sui centri nervosi con ironia e interrrun&bile crudeltà. ~tetz– sche è caduto <ialle vette do– ve respirava ozono e ,•entà di ordme Assoluto e Bt ntro– \·a a balbettare come un rot– tame umano tra gli uomini C'he dilprezzò soltanto per amarli con suprema lealtà ol– tre ogni pregiudizio e debo– lezza. Colui che parlò di inno• cenza oris1naria e di forza creatrice è un malato che non ricorda plù tutto quello che ha pensato per la terra e per il cielo. E cosl pa:rlò ncJruJ_timo suo frammento. terribile come una folgore mortale: .. Vado dappertutto nel mio vestito da studente.. Ogni tan10 batto sulla spalla a qualcuno e dico: siamo contenti? Son dio. ho fatto questa caricatura. .. Domani viene mio ftglio Umberto con la graziosa Margherita. che però riceverò In maniche di camicia. Il resto per la stJnora Co– sima... Arianna... Di tempo in tempo si fanno incantL Ho fallo mcttere In catene Caifa; ranno pa.uato sooo .slato crociftsso dai medici te– deseh~ In modo molto peno– deschi m modo molto penoso. Dopo verrà la. calma.. U vuoto. la convalescenza si– lenz1osa. il buio. E' questo il tragico ftnale di un uomo che all'inizio del suo vagabon– daggio luminoso attra\•erso la verità e bellezza appro– fondl. In modo unico. Il ml• st_ero della tragedia. Ma. no– b1l~ ftno allo .scrupolo e di• ~mtosamentc solo nel. suo amore tradito dalla volgarità degli uomini. Nietzsche fln • ché tu lucido preferì ~t.ir – sene In dispartl!!. qUi\.!!ie nie– C)ato e pietoso . cogli Elemen– ti. dai quali impa.rò l'arte di e.,sere U,b...._

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