La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 22 - 28 maggio 1961

Domenica 28 maggio. 1961 LA FIERA LETTERA IA L'ESA,11EDI COSCIENZA DI ALI TAIR tllAC LEAN E RUDOLF NA SAUER * Narratori senza pietà * ,li El,l(J 1'A l,A lllCO Alla fine della 5-econda guerra mondiale qualcuno o~sen·ò ilCUtamente che la narrativa e il cinema euro– pei. soprattutto inglesi. nascevano all'Insegna della vio– lenza. del male per il male .della cattiveria fine a se stessa: né mancarono sagaci spiee.ffzioni di questo feno– meno che, almeno in gr..n parte, sembrava imputa– bile al clima ienerato dal conflitto e alla conseguente crisi della civiltà. Poi ci fu un certo equilibrio. frutto - senza dubbio - del reln.T- che succede a ozni epoca d~ esasperazione. e la letteratura. il teatro. il cinema d oltre Manica· s'avviarono nei solchi tradizionali del– Parte di carattere borghese: ~Hanto il <<genere .. giallo ruppe ogni pastoia con il pas9ilto e. ai romanzi polizie– ~chi d'inda,s;::ine. gradualmente si sostituirono i romanzi poliziaschi d'azione: ti che significa. un'altra volta. ro– manzi di violenza. In questi giorni l'editore Bompiani ha pubblicato due romanzi. di appassionante lettura. che - ciascuno a suo modo - ripropongono il pro– blema della narrativa senza pietà: Norre senza fine, di Alist.1ir MacLean. e Il furfante. di Rudolf assauer. Occorre dire sùbito che i due libri sono profondamente diversi fra di loro: ì\lacLean è uno scrittore rapido. im– mediato, talvolta brutale. Nassauer allusi\'O, intellet– tuale perfino allegorico: ma hanno In comune il sen!i-o dell.1 tra'lc-dia. dell'os~ssione. della rivolta mo1·ale. Nott<' senza fine racconta le terribili avventure dei pas!'eggerl d'un aereo di linea costretto ad atterrare in un punto abbandonato dell.1 Groenlnndia: sono qu.1t– tro donne e ~i uomini che. dopo un folle volo nottu:-– no. vengono raccolti da una stazione meteorologica e ~cientifica del1' Anno Geografico Internazionele diretta dal dottor Peter Mason: questi, che racconta in prim.i. persflna. e non ha altro scampo ..:he guidat"e i naufraghi in un disperato tentativo di raggiungere la, costa: tutte le comunicazioni sono interrotte. ~li abiti e i viveri in– ruffic-Pnti. prima della partenza avvengono strani fatti dc-littuosi. Qualcuno dei dicci attenta alla vita degli altri ma Il dottor l\Ja,on. messo in sospetto. non riesc-e a individunre il colpevole: li'!. marci.1 sul ghiaccio nella none ~nza fine dell'inverno polare è quanto di più tremPndo possa immaginarsi, il freddo. la fame. la sp("ss1,1tezza, la paura allucinante dei viaggiatori. la serie del colpi di scena che si verificano. il groviglio dellP ~ilu~zioni drammatiche danno al romanzo una st1spf"n'-e difticllmente superabile. In fondo non si trr~tt;:i che di un li!:iro giallo: ma quello che conta è l'atmosfer.1. lo scenario apocalitticamente suggestivo. le vi(-ende che meltono \'uno contro l'altro i pcr~n– nag~i della narrazione. Mac-Lean. impietoso con se stei;– ~o e con gli altri. non teme di essere sgrndcvole e af– fronta o,e-ni vicenda con l'impassibilitil dc-I chirurgo: mette a nudo le anime. I corpi. i pcn<:;ieri dei prot.1go· nisti e descrive in maniera efficacissima l'osscssionan- ti pcz70 forte dell'ultimo num..:l'O de cl'O:.scrvatorc po– litico e lc11crario • è un ~~f~taG:~u~ag~~g~~~e~t 0 sut I' infucnza del cinema Sld teatro. Bra2aglia si dice cer– io che il cinema non ha uc– ciso il tcntro, almeno sul piano artistico, ma ha bcnsl inlluito ~u di lui sugvcrcndo nuo,·e concezioni sceniche, dando cioè l'occasione di fa– re del e teatro teatrale•· Brn– gag\ia detesta il rcgisla di teatro influennto dal cine– ma che soffoca le capacità degli attori e c\ella azione scenica per una reaìa meti– colosa ma non cerio geniale. Esi ste un cqui,•oco anc-hc per fil.li autori di c-01111111. ..dic: e Molti scambiano la lc1tcrn- 1Ura per il tea1ro:o, a,,c1tc Bragaglia. Infatti molli au– tori sono spo!sso l<"ia ti a vecchie regole senza appro– fittare delle nuove po:.sibi– lità che oftrc il palcosceni– co, tutto a discapito del col– loquio che deve esistere fra atton e pubblico. Br:111:a~lia non è un fanatico della l'a– rol,1,, ma un ,•ero traduttore 51eniale del testo serino nel– la dimenshne del palcosce– nico. Cosl infatti scrive,a: • Noi, la realtà la preferi:\– mo imitarla con l'arte. E' piu difficile ~imulare l,1,mor– te che morire, Riprodurre il ,elluto in scena ..:ol ,·ero Hl- Iulo non è arte. L'ideale del teatro e di ottenere il ,ero col finto. E' questo che co– :.litmscc il 1cniro •· Giuseppe Tnroui pubblica alcune pai,:inc di un suo dia– rio tcdc<.,co: dalla vi1:1 di– namica di Francoforte alla calma quidc <li Bonn. alla nordica e marinara Amburgo. Roberto Sancsi scrive m,e– cc delle sue esperienze ame– ricane: dall:i l'i~itn alln Co– lumbia Univcrsity a quella a Rober1 Frost. GIANFRANCO MEZZASO.\-IA XlPremio Cinque Bellole perla pillura L'X I cdi11onc del Premio comprende il seguente concor– so al quale po:-:.ono parte– cipare i gio\'ani pittori di nazionalità italiana che non abbiano superato l'età di ,·cn– ticinquc anni alla data di R~~i~!ict;Jrr.c ciel bar.do (20 Il Premio inlilolato al ri– cordo del pit1orc-sC1ittorc An– selmo Bucci, è di Lire Cen– tomila e sarà as:.cgnato a una C~ 1 :,radF~c~~~t.a di°~e~dt~:a 1 i; di tecnica. I concorrcnli devono ill\·ia- ;;ftr~0lc ~~di~~7~ 1 i1;i ~Fu~~-~~~ gnatino in modo ben chia~o la partecipa7ionc al Premio Bucci e la dala di nascita. te ambiente artico: lo proietta all'esterno con tanta evidenza che si ha la sensazione di partecipare insie– me con lui a questo lungo viaggio disperato. La trama non ha importanza. anche se ha tutte le carte in re– gola con la tecnica del brivido, del grand-guignol: non è determinante ma è. ,1:l contrario, condizionata dal paesaggio, dagli elementi naturali. dallo studio dei caratteri: il curioso di questo scrittore sta nel fatto e~e. pur essendo essenziale nella scelta degli argomen– ti e delle vicende. trova anche il modo di soffermarsi con estrema cura su quanto potrebbe addirittura sem– brare superfluo o non pertinente. E. il suo modo di raccontare con lunghe pause che non arrestano la con– tinuità del filone narrativo e che anzi lo accrescono di un fascino a prima vista insospettabile: dialogo e de– scrizione s'inteirano a vicenda. amalgamandosi per– fettamente. e finiscono col creare uno (< stacco ,. di grande rilievo che rende corpose, e quindi vive. le per– sone inventate. Si direbbe che MacLean. per usare dei termini cari alla critica cinematografica. adoperi per la sua composizione un materiale plastico di prim'ordi– ne: senza. però. svelare mai i segreti del montaggio, i misteri del collage. Agli antipodi il libro di Nass.,uer: se. per MacLean, almeno all'inizio. vengono spontanei alcuni riferimenti con Conrad e con London, per Il furfnnre potrebbero farsi i nomi di Hawthorne, di Orwell, di Kafka; ma un K.1fka. se così è possibile definirlo. addolcito. filo– ~-oficamente maturato. meno simbolico e più concreto: in un certo ~enso - proprio perché opera su terreno compntto - meno disperato ma più cattivo: la catti– veria del giudice. che non è indifferenza. semmai alto concetto della giustizia umana. sia pure con le inevi– tabili deformazioni professionalì. Nassauer. nella pre– fazione alJledizione italiana del suo libro. respinge la definizione che alcuni hanno dato del romanzo, che si lratti - vale a dire - di un'allegoria. <( Ritengo che il mio libro sia stato definito un'allegoria principalmen· te perché la gente desidera staccarsi dall'orrore cons1- clerandolo una moralità piuttosto che un'opera reali· stica. L"accettare rorrore o il respingerlo può facil– menie S\'iare dalla vera essenza dei fatti)), Ma l'accu– ~a. se un'accusa è. resta valida nonostante la smentita dell'autore: ad esempio egli. per dare al libro un carat– tere universnle. ra svolgere razione in un paese inde– terminato. Himmlersberg, e chiama Wollhausen il cam– po di concentramento dove avvengono le cose più turpi di qtiesto mondo. ì\<Ia sinmo in piena Germania. alla sbarra è il nazismo. è un nazista Andreas. il protago– nista: Na<:.Saue-rai suoi lettori pone uno spaventoso in– terrogativo: come mai la mnggior parte di un popolo. di elevata tradizione culturale. partecipa entusiastica– mente a unn dottrina di brutalità mistica òe, per rige– nerare il mondo. ha fatto milioni di vittime? Andreas è un sadico animato da inconcepibile desiderio di ri– voli-a· egli stuprn fredd:unente :ma bambina. torture. i prigionieri. uccide. dà i;fogo alla sua brutalità: e forse Il nazismo è fuori causa. le radici del male - arterm;::i Nassauer - sono molto più profondamente infossate nel nostro tempo, nella nostra morale. nel nostro de– cadimento spirituale, insomma « non possiamo far sì che non sia accaduto ciò che è accaduto•· E' un romanzo violento. tragico, disperato, scritto con uno stile lucido e angoscioso che dà le vertigini: le allegorie e i simbolismi. che nel romanzo ci sono. lo velano appena (nobilitandolo) di una foschia at– tonita. trasparente e semp;e sul punto di dileguarsi. ,, Andreas si sentì improvvls.i.mente la lingua molto pesante. calda saliva gli riempì la bocca e il cuore pre· se a battergli furiosamente come se dovesse ricuperare pulsazioni perdute•: Implicitamente H romanzo apre l.i porta alle più ampie discussioni sul concetto. pur· troppo sfasato. di realismo e di neorealismo; ma non ci sembra questa la sede più adatta - diciamo meglio. non ci sembra questo Il momento più opportuno - per iniziare un discorso che rischierebbe di portarci troppo lontano. Qunndo il dibattito ci siarà. se un gior– no ci sarà. Na~sauer non potremo metterlo da parte: perché la sua violenza (o non si risolve, piuttosto. In una condanna della violenza stessa?) è un motivo po– lemico di eccezionale interesse: e il suo realismo - matematico. spietato. filosofico - un modo di ac– cettare se non la sgretolaz1one, la ràgionP del male. Come si vede MacLean e Na~auer. pur se da rh•e opposte. tendono ambedue alla rappresentazione di un mondo sbagliato che non denunciano - è ormai trop– po scoperto il gioco della denuncia sociale - ma esa– sperano tino all'inverosimile nell'intento di sollecitare. da parte del lettore. un moto di fastidio e di paura: da cui nasce un esame dì coscienza. Insomma. dalla fredda denuncia - che sa un po' sempre d'Ipocrisia - siamo arrivati qui alla pa~sione: è un grido di dolore. unA ferita che ci scopriamo nella carne viva e che vorremmo. rimarginare: anche se la memoria ci perse– guita. maledetta e incorruttibile. atroce e spaventosa. Ccsco :\lagnolalo: e Lungo il Phn e• "IL GTOR1YO DELLA CIVETTA., * Sicilia diSciasci * <li IJO.IIE.l'ICQ GIIJl,IA,IA Ambientare un romanzo, sia pure breve. in un mi– nuscolo paese può risultare per uno scrittore di fanta– sia, di estro letterariamen– te proficuo. Ma farne Jo specchio del costume di tutta una regione. che co– me la Sicilia possiede al– meno quattro evolutissime città. e quasi sempre una pretesa. Questo può dirsi per il romanzo breve e Il giorno della civetta> di Leonardo Sciascia edito da Einaudi, ancora fresco di stampa. Per di più l'autore pre– tende di offrire al lettore, da una catena di compli– cità e da alcuni omicidi ve– ri fica tisi in un minuscolo paese di Sicilia. le chiavi per penetrare in quella strana e complessa orga– nizzazione che si chiama Mafia. Fatte queste premesse, il critico letterario non può non riconoscere che quello della mafia è problema sociolo~ico. politico, econo– mico. antropologico se ,·o– lete - e sul quale esiste I una vasta e esauri.ente pro– duzione monografica - ma non mai di pura letteratu– ra: e. pertanto. problema da pretennettere in un ar– ticolo di pura critica let– teraria a un libro di nar– rativa. quale è senz'altro e Il giorno delJa civetta li. Non e un saggio infatti: manca all'autore la fredda lucidità del saggista. Xe un libro di polemica: degli av– venimenti presenta troppi aspetti, troppe sfaccettatu– re; e polemica altro non è che presentazione virulen– ta. appassionata su un dato argomento di una opinione personale. E" invece Que– sto. come si è detto. libro di narrativa tanto più feli– ce quanto più la fantasia riesce a galoppare sbri~lia– ta e libera come un puro– sangue: si l~gano ad esempio le pagine da 94 a 96. Sebbene di fondamento e materiale realistici: una bolla di sapone. un aQUI• Ione sono certo fatti di sa– pone. di carta: ma chi ri– corda il materiale vedendo librarsi al sole. iridescente. una bolla di sapone o :m– pennarsi un aquilone su– perbamente ai soffi del vento-> "SOTTO lL VULCANO •. D'I 1Y1AILC0LM LOWRY * Sciascia ha rnoltre una certa propensione a clas!-1- ficare. catalop:are. para)!n– nare: come accade per la ingiuria (pagg. 42-47) eco.. me accadde in passato nel racconto e L'antimonio li incluso nella seconda edi– zione dello raccolta d1 rac– conti dal titolo e Gli zii di Sicilia li, pure edito da Ei– naudi. dove paesi e citta di Spa.gna venivano parap:o– nat1 a paesi e città d1 Si– cili~ _i'Ia questa propensio– ne e 1.ndicativa di uno spi– rito sintetico. non an.i.liti– co. E Sciascia lo possiede da buon siciliano in ma– niera oltremodo rile\'anle. \·edete infatti cnmc pre– senta. S\'Olp:e. distrug~e gli umani a\'venimcnt1 nel lnro s\'olgimento. bre\:e e veloce. sono già insiti na– scita e morte: così chp la verità invece di venire al– la luce. o proprio quando sta per ,·enire alla luce. resta tra,·olta dalla menzo– gna. E il capitano dei ca– rabinieri settentrionale che sta mettendo mano sulror~ dito degli omicidi verifica– tisi in Quel minuscolo pae– se di Sicilia viene a tro– varsi ad un certo momento a non avere tra le dita neppure un esile filo. Il ·librodell'ebrietà Certamente M:ilcolm Low– ry ~ uno de!!:li f:cri11on più orhtinali e straordinan del nostro tempo. Nato in ln– ~hlltl'rra nel 1909 da una fa– miJZ,lia di commercianti in cotone. Lowry fu fin dn ~io– vanc marinaio appassionato Codt'sta pns.siont'. che ~li era \'enuta dalle letture di l\'lcl– \'ille. O'Neill e Conrad. do– veva portarlo l'rfilbondo In Mcssì'co, Canadà, Stati Uni– ti. Cina. Fr:rncla e In Sicilia. Le esperienze ac-cumulatc durante queste' pC'rcgrinazio– ni sono descritte nel suo ro– manzo «Sotto Il vulcano .. che escl' ora nella lraduzione ita– llan.i. di Gioq[io Monicclli pn.•sso l'EditorL' Feltrincili. Tniziato nel 19:rn :i Cuer– ,·a\'aca. nel Met::sico.come un semplice racconto. Solfo ti v11lca110 è divenuto man ma– no. nei contmui rifacimenti del Lowry, un poemn del– J'cbrietà di oltre quattrocen– to e cinquanta p:iginc. Cer– cheremo di raccontare per llnl'e esterne la vicenda di Sollo 1I t•ulcm10. un libro alqunnto lntricnlo che non si preoccupa tanlo dl'liC azioni dei suoi persona~JZ,iquanto d! mettere a p4n10 I loro pen– sieri. le loro aspirazioni. le c;:iuse del fallim ento della propr ia vita fche slmbolc.li! – JZ.la. in fondo. li fa llim ento di tutta l'umanltll !iull'orlo del baratro; siamo nel 1938 alla viJZ,ilia della seconda guerra mondiale) lasciandosi tutta– \'ia trasportare da continui voli linci di ('Strema bcl1('1.– za. Indubbiamente un procl'– derc mQlto or:~malf' che m('l– tc a fuoco la tecnica usata dallo scrittorC', c<.'rtamcnte un uomo molto int<-'lliiente e acuto, che si sofferma a ccr- * di 1• u1.uo TIAICUt..'C.\ care la poesia in tutte le ma– mfc5taz1oni della vitn. pro– vocandola. se cm il caso. per lll<.'ZZOdcll':1kool e della dro~11 Sollo Il l'UICllllO .si SVOlj!e nella città messicana di Qua– uhnahunc alle pendici dei vulcani Popocatepetl e Ixtac– cihault dove Gcorp:e Finnin. un cx console britanmco d1 origine anglo-Indiana, si è rifui;iialo cercando di dimen– l!carc nc11·a1cooluna vecchia accusa che lo condusse mol- 10 primn da\"ant: alla Corte nrnrztale. Hl•nch~ OC' loSSl' uscito assolto egli non riesce a d1mcnticnre JI fallo e nei momenti di ma11stiorcebbrez– za alcoolica .!I:\ auto-accusa dell'atto infamante (aver bruciato degli ufl-lciall tedc– !>Chinelle caldaie delJa nave che eJZ,licomandava). Traèi– to e poi abb11donato dalla moJZ,li<.'.Gcori;ic .Firmin. il ..Console .. come viene chia– mato nel romanzo. si abban– dona sempre più al bere e cerca nella propria dispera– zione. nell'abisso nel quale è precipitato. la via per il pro– prio trionfo. Vive con lui 11 fratella– ~tro Hugh, piu giovane d1 una decina d'anni. che, do– po aver sognato da raggiun– gere la gloria nella musica leJ;:gcra e jazz, si è 1mbar– cato su una na,•e da carico, ha iatto il rt'pOfl'r per il • Globe • ed è nuo,,amentc 111 attesa di imbarcarsi per un lungo viaggio che do– vrebbe concludcni sulle spiagge della Spagna, dove s1_~la C1?111battentola guerra c1v1le, lll aiuto alle forze repubblicane. le.i::rafic1 (• Egli te~e l'orec– chio al fioco ronzio conti– nuo dc: pali e del fih telc– grafic1 che, sopra d1 loro, uh cantRvano III cuore in– sieme con la :-un pinta e ml'zza di birra. In quel mo– mento In cosa m1J!hore, 1nù facile. e semplice al mondo. i;cmbra\'a la fehcitÀ d1 quei due esseri m quel paese nuo\"o. E l'importante, sen– za dubbio, pare\'a la rapi– dità con cui si muovevano. Hugh pensò all'Ebro. Come un'oflensiva Jun.i:;amcntc me– ditata poteva, Jìn dai pnmi g1or111, es~cr comprQmessn da impreviste eventualità a cui era stato finalmente dato il tempo di maturare, cosi una mossa impro,•vb::a, di– sperata pote,,a riuscire pre– cisamente per il numero d1 potenzialità che essa an– nientava d'un sol colpo ... •) a richiamare i protagoni~ti della vicenda alla realtà che essi vorrcbb<.'ro sfuggire. In fondo, essi cercano sol– tanto di ,·ivcre in un mon– do m pace simboleggiato nel romanzo dal • Giardino• 1atc che altri Io di,;,truggano; que~to è l'ammommcn10 che \'lene dal romanzo • Sotto ti \'ulcano •: non d1~trugi,:ete comple1amcnte la s1:1cran1.a, fate che la umn1111a pos<:a ritrovare i propri ideali cal– pes1nt1. possa trO\"Ure la forza per poter ancora tirare an1n11. per con1p1cre la pro– pria m1ss1one. Scntlo con un hni:;:ua,:;g10 ohe ricorda i ,:;rand1 1nno– \'alor1 di questo .'-<'colo nel campo letterario rda Joyce n Pound) Sollo Il t•tdcano è uno dei romanzi pili si– gnificativi e originali della nostra epoca. Lowry, che vi ha lavorato per qUi!.SIun decennio, ha sca\'ato 1n pro– fond1là rn quesl,1 nostra u111an1tllammalala e ne ha indicato i mali che l'affiig– gono con un hnguagi:io nuo– vo, lirico. altamente sigmfi– cat1vo. Si sente nella sua opera la fusione della men– talita prettamente anglosas– sone con quella più libera e spregiudicata degli Staf('&. Si nota inratti un umorismo di pretta marcn inglese, ba– sato su pa!>ticci di parole che spesso ncscono intradu– cibili, e assieme In tcndcn1.a americana d1 coniare nuove parole, nuovi ,•erbi, nuovi aggc11ivi secondo la moda cara a Pound e a Faulkner - per citare i nomi che per primi ci balzano in mente - per finire infine col coniare una nuova lingua fatta di un miscuglio d1 parole di lmguc diverse. Scritto con i;t1II dl\·cr~i. Vi è tuttavia qualcosa che l'autore difende: la fa– miglia. r-.Ia non basta: e gli altri. e lo Stato, e la reli– gione DODICI CAPi'J'OLI DI UN.\ C )i'Fl,SSIOi\'t<; F.!iiìlS'l'l~NZIALl-0 * Torna intanto Yvonne, la moglie del .. Console •, dopo una assenza di un anno. Per quanto George l'ami ancora, tuttavia non ha il coraggio di tenerla J,~r sé convinto come è di nou ...poler esser fedeli a Yvonne e al Parolito insieme•. E I due mori– ranno, quasi nello slcsso istante, lontani eppur vi• cmi, continuando ad tTlse– guire i loro sogni. pur sapendo che questo questo non è piu po~sib1le C • se In nostra civ11là do– \'CS"ie disubbriacarsi per un paio d1 giorni, morrebbe di nmorso il terzo giorno ... •) senza un equilibrio mterio– re che l'umamtii ~cmbra non possede re più e no n essere in i:: ra.do di ~ rea.re. Consci de lla pro pria disin – tci:ra1.ionc interiore essi '-Ì lascian o tra!'lportarc das;h eventi senza avere il corai::- 1,!10d1 reagire. GcofTry inse– gue i suoi sogni vagando da una • cantina • all'altra, partecipando alle ''tiestas .. cercando di celare souo una maschera di ilarità la propria solitudine e il pro– prio tormento; Yvonnc so– gna di «avere una fnlloria in qualche angolo di mondo. Una vera fattorin, capisci. con mucche, maiali e galli– ne ... e una scuderia rossa, silos, campi d'avena e di i:;:rano•: Hugh iii lascia sog– giogare dallo spettacolo de– gli avvenimenti che incal– zano e s1 SUll!ieguono. Sorto 1I vulcano non ha un profilo ben definito sollo il qu1tlc cntalogarlo con pre– cisione. S1 potrebbe parlare di poema dell'odio, dell'a– more, della geloMa, della Rcdenzion_e, o almeno della spasmodica ricerca della Re– denzion-e umana, della disin– te,l!:razione dell'uomo moder– no. Tutto potrebbe cal– zare alla perfezione perché Lowry ha seguilo !'!Oltanto il demone che si t11catenava dalla sua mente ottenebrata dall';1lcool e dalla drol!a e ha infine scritto un .. poema• che 1ratta della solitudine dell'uomo che ha perduto il soo • Paradiso terrestre•, la propna felicità, e cerca disperatamente di r1averlo . Accenniamo allo stile: che è scialbo, opaco nella prima trentina d1 pagme. e proprio perché il puro rea– lismo a Sciascia non si con– fa; e poi diviene. via via illimpidcndosi. colorandosi. varicgandosi. arricchendo– si di ,•ivacissime immngrni. eccezionalmente plastico e cromatico. Lo stesso acca– de alla sua personalissima punteggiatura: per la pn– ma trentina di pagine gira a vuoto come un motore in folle e poi diviene giu– stificata, necessaria 111 ogni momento e nonostante le posposizioni d1 parole e le slombature sintattiche. Sciascia si è costruita la prosa in questa maniera: riportando dapprima in italiano le frasi del popo– lo (esempi spigolati dai racconti: e qui proprio ma– le finisce li: e io gli occhi aperti lì so tenere,): poi trasferendo la tecnica dai dialoghi alle descrizio01. alla narrazione vera e pro– pria: e quindi riunendo con semplici virgole periodi già conclusi e defmiti si da fare urgere le immagini. i concetti come acque tu– multuanti contro le pareti di una diga o di una serie di dighe. E il raggiunto ri– sultato fu di una prosa ,·i– va. popolareggiante ma densa. Tuttavia ne e Il giorno della civetta, Scia– scia ha usato più parsimo– nia, più rigore: sì da rial– lacciare la sua prosa, con eccellenti nsultati, alle no• stre fonti umanistiche. 1·,nesi di.Adriano Guerrini • Satiro in maschera di .saggio... qw!SIO Vt'T.)0 m'è ior;:~f /Ed1~f~~~jtcde~eglkJ~~~ ne, Gc1101·a) di Adriano Guurini: sembra scritto pu lui, c.sa.spua11dolo lo ritrae, vedremo più m 1 a11ti i11 che modo; ove alle parole sa– tiro, maschera e saggio .)ia co11cesso 1111 ,·alore. molto più sorti/e, s/11mnt11rale, piu al– lusn·o rispetto a quello, de.– finitorro, del di:;ionario. Guerrim ha stampato pri– ma d1 queste prose, tre li– bri di poesia: Adolescente, L'eia di ferro ( Rebellatb /956) e L'amore e il tempo Amicucci 1960) tre libri pre– ziosi, tre gioielli, e. non so– no stati da,•,•ero in molti ad accorgersene.. Poeta antico, pare. gli s~a riserbato il de– stino antico dei poeti, la stima di pochi e l'indifferen– za dei piu. Anima cupa, pa– re tema la luce. e goda della sua ombrosa solit11di11c. Giunto alla fine. d'una .S1a- 2io11e, dopo Sbarbaro e \1011- tale, e2Ii te.stimoma quel che non potriJ prma, più es.se– re poesia. Se si ,·alta i ndi e,– tm, la 110.stalaia lo a,:gred1- scc. Avanti a lui c'i 111111011- do ostile, c'e l'• eta d1 ferro• preaummciata do, Libri. Tra il poeta e il mo11do s'e aper– ta ,ma ,·oragme; i11 liii ~a onsio,;cia occupa lo spo:.10 del cuore.. E la 'itag1onc dt:l– le evasiom, delle fughe fl- 11ergina11ti, e /mira: gli ul– timi roma,itici sono dra1111111 1elat1, strade bloccate dalla neve. Tullo i stato detto e cantato, tulio e ,;iato_ \'I(• .suto: al poeta 11011rimane che un compito, farsi •co1·a– l1cre del nulla •, (e un s110 1110/0) stagliarsi contro 11 crepu,;coto come. 1m idolo ne– ro a tLJtrntomare la fine.. LA poesia dt Guerrini e * di l'Ji!.'.a no UUJA'J"l'I una corsa incontro al nulla, grida una ,·olutta dr aumd-_ lame11to. Lo .)ed11couo gli .)tag11i d1 acqt111morta. le strade del fut11ro sono chiuse.. la voesia 1mò 11n– scere solo ormai dalla me– moria i1moce111e del passa– to, ed (!..)Sere. una dei/icazro– ne dell'Atlolesce11tc, colm che commina,·a sog11a11do. La coscien:.a è dolore, la cono– scenza è f'origi11e della mor– te· l'Adolescente era immor– toie ,,erchè i~noro\'a. Egli ero '(e/tee, egli solo. L'amo– re potrebbe .)f)egnere il fuo– co 11ero. stortl1re. l'angoscio, ricreare ,mli ru cui credere, per cui vn•ere: ma anche lo amore è iwmff1cie11te. IA carne chiama {cVorrei b111tar111ide11tro il gorgo - scrive Guerrini ne I mesi - afferrare w, bel corpo se– minudo, bollare •J ma la ra– gione freun, proibisce. Ecco il punto di rotwra e di ri,1110,·amento: l'invoca:.io- 11eallo ragione. Nello .sbara-_ glia del _•11011do,rotti tutti f.!li arg1111, mo11tata l'a11go– .scia e la d1s11era:,io11esulle città dell'uomo, il poeta 11111 disperato .)ente ti richiamo antico che fece dei poeti 1 co11dot11eri e i maestri, ad– dito , com11iti d'emerge11z.o, indico l'eJtremo rimedio. e noi dohbillmo resistere, 11011possiamo abdicare alla ragione, allo _uoJtra wnam– tà •. « LA ral!t0ne, che e fa- ~:~: "{~r~~%~! d)f"¼fr/ lz/; raj!ione, ull_tma dea: /,i Guerrmi lo d1spera:.io- 11e diventa, tende a diventa– re .sarr:et.:a, focido omore dell'uomo. /..,,a. giovine::.za stordita e immorrale pote\'a ,•ivere .solo di se stessa, po– te,•o 11011 sapere. Oro è tem– po di sapere, e. se intorno è J}ericolo è tem110 di co~rere ai ripari. cDioge,ac•, il bm1e– .)(rale che G11erri11idirige da due a1111i a Genova, è si può dire 1m sommesso pacato in-_ , 1 ito alla ragione. L'uomo s1 è perduto: hisogua cercar– lo, col lume della ragione, e riatlditorgli la via. cl Mesi• di Guerri111 voglio110 es:,ere cpa11e e sale offerti all'uo– mo. Ala pane di povertà e sole di sapie11:.a, 11011 w1 i11trugtio drogato di quelli cui egli è stato abituato•· E' la ragione che scende. in g11erro co111ro le .so/istica– ziom, le droghe, gli inga nni. Perché sia attfrn es.sa de-' ,,e operare in solit11di11e, es– sa de1•e sacri/ica,-si. E ri– torna il concetto di missio- 11e. Le prose de I mesi bat– tono e ribattono questo cllier do di diamante. Il poeta sente che la poe– sia non aiuta a vivere, che In poesia è la vocazio11e. del– l'abisso, e allora, se. 11011la abhm1do11a, la s11pua in uno slancio d' 1 11nore. Se l'Adole– scet?za è divina, lo maturitd è uma11a, ltn bi.sogno degli uomini, i fratelli nella mor– te. U migliori t)ogine de._ l Mesi bruciano tm inno dlli– ramhico di amore dell'uomo. Il •Sancw,; Jm111ari11s• di Nietzsche, e la Liguria di Nietzsche s0110 la tappo precedente del cammino di Cuerrini. E la tenlal.ione è cost simile o quella del 111a~stro di solitudine e di testimonianza! Mo il riclna– mo olla ragione. .spez.u,. l'in- ca,uesimo: il poeta 11011 vuo– le impaz:.ire. E' la conver– sio11e dell'ultimo romantico. LA disperazione deve avere 1111 limite: bi.sogna tentare tli vi,•ere. Abbandono-follia, ragio11e– umn11ità: la guerra, ad ogni modo, co111i11un tra i due. poli di tensione e di ten– tazione. Quanto nel poeta i Atlolesce11;;a resiste a farsi .superare; quant o con dispe– raz.tone vuole esse.re Matu– ritd tenta di superare. Cuer– rini è condannato od essere poeta perchè la tensione. 11011 può aver /i11e, percl1è la not– te e il giorno portano .sen– ::a fine turni di t>ittoria e. di sconfitta per entrambi i contradditor i, perché le sta– ,:iom e i me.si ripropongono climi e situazioni che riapro– no le pias:he appena rimar– ginate. I Mesi sono il libro– confe.ssione di questa lotto i11solubile, tra il poeta e il .saggio, tra Dioniso e Apollo, tra l'uma1tità e il nulla. Do– dici capitoli d'11110storia ill– teriore, 111t1n interiore, do– dici p rove di vittoria e. di re.so, seguendo il corso del sole , da gennaio a dicembre. Si chiude. il libro dopo ave,– co11osciuto un'anima gagliar– da, un dilemma i11compo11i– hile, una vos:lia d'abisso raffrenala sui cigli, coi denti. A11clte questo libro di pro– .sa 11011 ha trovato molti ami– ci. LA pudicizio dell'autore è 11emica della fama, mai co– me oggi. Ma clu vive in guer– ra con se stesso - se. que– ,;ta può es.sere una co11.sola– :.io11e - 11011Ila tempo per or~a11iz.zare recite fnondane. In Età di ferro e forse me- glio ancor~ il.i Amore e tem– po, C11erri111 1e.Hi111011iava, al punto di i11cmulelce11z.a,In lotta dell'uomo t)er pinuta– re la ba11diera della legge. sul co11/i11e dell'oscuro che preme e alita all'or ecchio: la lolla era in \' er.si che nella follura dicevano d'una i11ces– ja11te 111aceraz.io11e ~ubli111a– z.io11e, ma filtra,•ano tra ver– so e ,,erso, 11elle pame. del re.st) iro poetico, gli offiora– meu ti della 1101t1ropiù se– grela. Una maschera dram– matico stava tra il satiro e il saggio, tra l'isti11to mai do– mo e persuaso dei cilici e la rngio11e mai sicura di se stes– sa e d1111q11emai rilassata. Ne I Mesi la lotta è disciol– ta in prosa, in trepida co11- fe.ssio11e.:1110resta nella ten– sione dello stile, che cerca lo coesistenza di lirismo e di ri– flessio11e, vive di abbandoni e di riprese, al limite ari- stocratico della massima espressività col minimo spreco. Siamo, co11 Cuerrini, ne.I cuore de11'1101110 moderno: lo stile un pò antiquato, 1•0/u– tamete re1orico, non tragga in i11ga11110. Siamo al centro de.I dramma di tutti. E 11011 è uomo, ormai, questo sfor– zo d'ogni attimo e giorno e « mese :o pe.r reprimere l'a11- ti-11omo, per affermare lo bellezza dell'uma11itd e della ragione contro i mostri evo– cali e liberati nell'nrle e nel– la vita? A costo dello sua poesia, Cuerrini seg11a il confine di resistenza, di di– fesa, dei valori dell'uomo e dell'individuo. Resistere al caos, alla negazione, alla ten– ta:;io11e di rompe.re gli argi– ni, dire: • lo son o uomo. Fatico, essere uomo: que– sto « 11ome sublrme e ira11- de • come la dignità, come l'i11felicità ... li. Questa, nelle linee princi– pali, la vicenda d1 ..Sotto 11 vulcano.. che doveva esse– re, nelle intenzioni del suo autore, una specie di Divina Commedia moderna che met– tesse a fuoco Ja posizione dell'uomo moderno in un mondo che stava, lentamen– te ma inesorabilmente, pre– cipitando nel baratro. Non è facile riassumere le sen– sazioni, gli stati d'animo, le azioni parlicolareggiate dei protagonisti che vogliono s1mbolegg1are l'atteggiamen– to di tutta la umamtà nel periodo attorno agli anni quaranta, quando li mondo stava per prec1p1tare in uno dei conflitti più tremendi che avrebbe mutato com– pletamente il modo dì vi– ,·ere d1 molte popolazioni. E questo assillo è ben pre– sente nella mente del Lowry che porla attraverso tutto il romanzo, come un le1t.– motw, il continuo richiamo alla Guerra di Spagna, quale supremo avvertimen– to all'umanità della cata– strofe che stava per piom– bare sopra il suo capo. La realtà della epoca è ben presente nonostante i conti– nui voli lirici cul si abban– dona il Lowry nel suo • poema• in pro~a. Ora è il cartellone di un film (• Ep– pure, quale trama compli– cata, interminabile sembra– va annunciare, di prepoten– za e generosità, quel car– tellone che alto sul suo capo mostrava l'assassino Orlac! Un artista con mani di assassino; era quello il blasone, il geroglifico del– I epoca. Perché in realtà era la Germania stessa che, nell'orrib1le degradazione di un brutto disegno, torreg– giava $U di lui•), ora il ronzio dei pali e dei fili te- In fondo, benché si sen– tano sommergere, e:r;si cer– cano disperatamente di difendere la speranza uma– na guardando con infinita nòstalg1a al •Giardino• il quale ha all'ingresso la se– guente scritta: .. Evite que sus hijos lo destryan ! •. Evi- Attraverso l'nllucinazione di Gcorge Finmn. Lowry analizza con molto acume e con profondo lirismo la posizione dell'uomo moderno nel momento attuale; ne scaturisce un canto pieno di disperazione e di bellezza, un canto chC' ci commuove. JEF WAUTERS: • Piace Ve ndOmc a « Anlhca li - Roma) Parls •, (Galleria I INVITO AGLI SCRITTORI L' I. L. E. - Istituto Li– brario Editoriale - annun– cia che è in corso di realizzazione una RASSE– GNA DEGLI SCRlTTORI ITALIANl dal titolo CHI SCRIVE. J collaboratori e reda11ori delle rh•it,IC let– terarie dei quotidiani e dei ~ttri~~!~iri ~ii ~~~~n~~n~~:~ 110 e :.oggi, i poeti e tutti coloro che scrhono !iono p_rcgati d1 richiedere l'appo– sua ~chcd:t bio-biblio,irahca a: I TITUTO LIBRARIO E– DITORIALE _ 1.L.E - Piaz– ;,;1lcC.1dorna, l3 - 0 IILANO

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