La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 19 - 7 maggio 1961

Domenica 7 maggio 1961 L~ FIER~ LETTERARIA Pag. " DlflRIO DEl,I,' IPPAll'l'A'l'O * SI HISV1'.GLIA L'JNTERtSSE SUI VARI ASPETfl OELI A S A POETICA * Il J.)Oeta felice Proble1natica rel giosa di Hanzoni * * cli FT:A1\Cl5SCf> GIUSI cli '--'lln'.l1\Q AlfCAt\'GELJ In un lunao saggio introduttivo ai • Promessi Sposi, Mora,·1a parla della attualità di Manzoni: la casa Editrice Mondadori annuncia nella collana e Cla!-Sici italiani,. l'uscita, in tre \'Olumi, dell'epistolario del poeta; Sapc~no ha intito– lato un suo libro di saggi • Ritratti di Manzoni»; .Marcan.an nel • Nostro ottocento• dedica un capitolo a • Il paesaggio dei "Promessi Sposi"•: Russo puntualizza la ricerca critica su • Personaggi dei "Promessi Sposi",.; Venè nel numero tre di • Le rngioni narrative,. affronta la problematica Man– zoniana sulle virtù bori:hCSi del personaggio. Basrnno quc• su esempi per indicare l'interesse che la più aggiornala cri– tica av\'erte verso Manzoni, il quale, dopo un periodo di pensoso silenzio, ritorna, cosi, nella cultura contemporanea a fare parlare di sé. Ma, a nostro avviso, in questo momento di a11enzionc critic:.1, de\'e essere approfondito un patticolare . Ho ascoltato il poeta Fran– c1s Pongc, qui a 80101,?na. presso l'Associazione cultu– rale • Amici della Francia •· Pro\·ata ancora una ,olla la impres:,ionc curio:.a del con– trasto frn un'idc.'\ di r:lffi• natc1.z~, attribuibile al pcr– sonagg10 atteso, e la sua reale apparizione di lui come è; in questo ca;o un uomo solido e ~ano, ché :.uppongo anche fchce. e che :wrci \'i• sto &cnc in abito di gene– rale; un generale sensibile e cordiale, uno di quei generali umanisti che sembra non siano troppo rari nella :.ua terra, pc1· quanto ne :.cntho dire al tempo di Gamclin e di_ Wcygand. Un ,,alto ga– gliardamente irrorato di :,an– guc; un sangue vivo che a, - \'ampa nel :.ccondarc lo :,\'OI• i;:crsi delle immagini :.ccondo le quali il poeta :.eguh·a, con totale dedizione di cuore e di mente, " Ics hirondcllcs ,. del poema letto a dimostra• zionc di come per lui possa realiuarsi • la pratiquc dc la poésic,. (questo era il titolo dcJta sua convcrs:uione). Dice\'o un generale; ma, cosi ben piantato :.ulla lcrra, cosl spirante energia natu• raie. lo vedrei bene iò tenuta da caccia. a godere, a narici dilatate, del fresco pungente d_el mattino, e a :,piare il ciclo ancora deserto di ,·oli con pigra relicit!l di attesa. Ma no, in tale :,ituazione credo che Ponge ripeterebbe il gesto di Pascoli quando, donato dall'amico Dc Bosi:. di un focile inglese di marca (e Thc hammerless gun ,.) e uscito alla campagna per sPe· rimentarlo, ne viene dissuaso dai rimproveri intimi e affet– tuosi che pittieri, capinere e allodole gli ri\·olgono (e Uid uid! anche tu ci fai guerra? - Tu che ci assomigli pur tanto, - col nido tra il grano. per terra, - ma soprn le nubi, col canto?•) e rincasa, poi. senza avere sparato un colpo. Ponge, nell'accingersi a leg– gere • Les hirondelles ,., ha interrotto il filo argomenta• tho del discorso per chie– dere dircuamcnte, al ~uo uditorio, se qui le rondini. quest'anno, sono giunte in ritardo. o alla data prcvi:.ta. La domanda è venuta schiet– ta, naturale, e si è capito bene che, in quel momento. niente lo interessava di più di quell'informazione richie– sta. Il suo discorso poc1ico sulle rondini è uno srorzo di riprodurre. con ritmo mi– metico, il ,·olo di quelle in-. stancabili in una \ 1 iccnda di , ariazioni complete, esaurien– ti; dal momento che il \Olo primamcn1c si libra, fino al suo posare, finalmcnlc, nel riparo del nido. Co.sl mi è ~f1~b~~~ ~~~~~~~i~rcim~~~ • Lcs hirondelles », conosciute ieri per la prima \'Olta dalla \·iva voce del poeta; vh·a, ma troppo rapida e trascor– rente nel suo veloce francese, per ""il mio orecchio di ita– liano av,·czzo soltanto ,11 suono e al ritmo della pro• prin lingua. l\fa Pongc è co– municath·o e mimetico, CO· mc lo sono tutte le creature più concrete e corpose; e an– che quando il ritmo dcll.t sua lct1um, o della sua espo– sizione, si fa più incalzante e più libero, meno frenato dallo scrupolo di farsi capire, di essere immediatamente tradotlo dai suoi :.1scol1atori stranieri, si ha l'impressione di avere capito ugualmente, nonostante l'alta percentuale di parole sfoggitc alla per– cc1.ionc precisa. Ieri. Ponge ha spicciolalo, disarticolato in una folicc e familiare improv\•isaz.ione co– municativa il suo pensiero nei riguardi dcll'auo poetico; quc:1pensiero di cui egli, con graziosa ci\'etteria, si dichiara totalmente sprov\'isto ... Lo ha :,picciolato e disarticolato dalla tcn:.ione e conccntra- 7.ionc in cui l'ave,·a fissato in una specie di concrezione dell'esperienza vitale ed esi– :.tcnziale, in un • Proèmc,. da cui mi piace di tradurre qualche riga almeno: " La \·erità? Non capisco. La bel– lcua? Non capisco. Un certo :.cntimcnto. un certo dcside• rio particolare che porta a parlare; un certo sforzo per parlare come si vuole parla– re; il ridicolo della :.ml se– rietà (della sua trngicità), il tragico della sua insignifi– canza; un ceno cfT...:ttootte– nuto per mezzo di tali pa– role; infine la commedia o il dramma logico, dramma la cui molla è questa passio– ne, poco studiata in se stes– sa, ·che è il ro\·cllo della espressione: ecco quale po– trebbe essere il proprio del– l'arte letteraria, il luogo dei suoi soggetti•··· • Il pen.sie· ro: una specie di a11csa, di presentimento dcU'uomo che sta su una barca nel mc7.1.o della corrente, con il 1 ia– gara alla fine di quel roto· lare giù. E' in questo senso solamente che si può dire che il pensiero conduce alle azioni...•· Mi accorgo che, citando dai testi io cui si concentra la parola scritta, anche Pongc risulta meno rclicc di quan– to appare nel :.uo manife– starsi orale e diretto. Quel suo e Proèmc,. è, infine, in• tcllcttualistico, e sembra che l'istanza del pensiero si ven– dichi delle negazioni \·erbali del poeta ,inflìggcndogli un proprio ine,•itabile peso. Da quella pagina di ricapitola– zione non si direbbe forse che il suo autore potesse di– ch iarare ch e per lui la poesia si reali7.za, aJmeno nelle rca- 1i oni che ne distinguono lo impulso specifico, prima del rensiero. Ma c'è poi subito da considerare che Poni;c pensa :-.opra11utto allra\·crso le pa1'0lc, perché l'etimologia lo incanta come una ri\ cla– zione di natura. Tornerà di i.:erto a sorridermi ndla men– te la lunga e vh 1 aci:.sima .-ic– ,ocazione autoaneddotica. di Quando lui, impressionato da un certo tono di rosa notato :.ul dorso di colline lontane :.1:1ll0 srondo di un paesag– gio algerino, :.i adaltò a un h.11:,1go· tm\•aglio di :.elezione, nhutando \'ia \ ia tutte quel• le parole che non riusch•ano a rendere Quello che lui in– tendeva, avanti e indietro per gli andiri\'icni del lessico. Quel rosa sembrava potere essere paragonato soltanto al rosa delle caviglie (sole uscenti S\Clatc, di quei cor– pi) degli algerini; infine si decise per un rosa • un pcu sacripant •. e finì per sco– prire che Sacripante era pcr– ~onaggio cquh·alcnte a Ro– domonte. che significa e rosa di mon1c .... Ma ecco che il personaggio che mi sta\•a dinanzi, tutto ilarizzato da un felice sfor– zo comunicativo, si compli– cava di una sorta di ambi– guità; niente pensiero, niente filosofia, sohan10 una fluida e continua partecipazione alla prcs_enza delle cose, degli og– gc111, ma così consapc\'Ole e dichiarata da costituire una specie di filosolia, da tra– mare la tcn:.ione costante di un pcniscro. Perché ho detto che Ponge mi è apparso simile ad un generale rrnncese? Forse sta– rebbe bene, più che in unifor– me, in toga; pdvatamente, nclln conversazione ripresa con chi gli si è awicinato per fcli– citnrsi con lui dopo la con– ferenza (ma quanto ha in:,i– :,tito, lui. preliminarmente, per eliminare l'ombra della conrcrcnza ufficfole da quel MIO discorso improvvisato e mobile, mutevole, con qual– che avanti e indietro per dire meglio, con qualche breve inccppatura, o pausa. a cer– care la parola più .comcnien– te. una parola a cui Pongc faceva forza aiutandosi. alla apparenta, anche con un mi– mico giuoco o contorcimento delle mani per mci:liO spre• merla dalla resistenza della materia viialc); nella con\'er· saziane, dicc,•o, privatamente ripresa dopo il discorso, egli ha citalo Lucrezio, Orazio. Ovidio. come maestri atti\•i. clfc11ivi; dichiarandosi di for– mazione mollo latina. Se non ci fosse il suo occhio \•ivido e curioso ad animare una tale dichiarazione, ci sarebbe da uggiarscnc come di un eccesso umanistico, di una :.uperstizionc letteraria. Ma ecco che quegli antichi nomi ricmanano un loro lume vi– tale sulle sue labbra; e del n:sto egli aveva dichiarato di essere con\'into di una pcren– nilit e immutabilità del rap• porto rondamcntalc rra l'uo– mo e la natura, convinto che l'uomo non può non ripe– tere ,a11ravcrso i secoli, un medesimo ciclo di reazioni di fronte alle cose. Egli è calato dentro questa forma natura– le con una aderenza che non accusa diretto né usum; e credo che per lui vivere sia come prendere un buon ba• gno, per quel tipo di nuo– tatori e di bagnanti che fan• no, del tuffarsi, una felice e precisa tecnica, o uno sporl esatto. Byron In una lncls Ione di H. Meycr aspe Ilo del mondo Manzoniano: quello che si riferisce alla conversione e ai riflessi religiosi presenti nelle tragedie. 11 problema si profila, con il suo ordine eminentemente spi• rituale, in un panorama poelico dcn:.o di tragica liricità. Che cosa rappresenta la conversione del J}Oeta? All'apparenza prende l'av\lio dal matrimonio con Enrichetta Blondcll, ma, in rcal!à, nasce • da un tral'aglio interiore di cui, a stento possiamo ricostruire qualche tratto; e par essere 1 cosa tulta di lui, conseguenza di un chiuso processo spiri- tuale,. (G. Petronio • Formazione storica della lirica Man– zoniana•). Ma quel che ci interessa ri\clare non è questo « travaglio Si. anche un buon atleta, Pongc, a rivederne gli at– teggiamenti e le inflessioni del pensiero. Mi ricorda la figura e la complessione di certi giuocatori del pallone col bracciale, di quell'antico, classico e bellissimo giuoco che ru celebrato anche da b.-opardi. come già prima lo era stato dal Chiabrera. As– somiglia a pili di uno di loro: personaggi mitici della mia infanzia, che la mia pre– coce .fragilità, cosciente di sé, ammirava nel loro sereno do– minio e nel loro armonico ,rol7.o. Ne Potrei ripetere an• che i nomi, tanto li ho an– cora impressi in mente. Cre– do che Ponge non abbia mai 1----------------------------------------– conosciuto quel giuoco e am– mirato quello spettacolo, che credo tutto e soltanto italia– no, e, nella stessa Jtalia lo– calizzato in alcune r~oni soltanto (Emilia, Romagna. Toscana e Marche). Da anni e. anni esso non \•iene più nnnovato; e forse mi pia– cerebbe ri\'cdcrnc qualche ~o~oe~~a:~ra ~f' p~~~:li;:; approfondire qualche c'onsi– derazionc sul \'ariare e sul non mutare delle forme, del– le immagini. dei rapporti con le cose, con la natura; ITla potrebbe essere che l'occhio confidcnlc e mobile di Pon– ~c si distraesse ancora, dal– lo spettacolo sportivo ed alle• tico, per seguire le e\·oluzioni delle sue « hirondelles ,., di cui i rapidi stridi trascor– renti in \'Olo alli a rase ntare o a superare l' alte7.za della murnglia dell'Arena rie scono a sopraffare, anche nel mio ricordo. le vicende del gio• ~~•i e ~;~~~i:l~cc~e~-c1s:~na~~1 palloni di cornme teso. BYRON, KEATS E SHELLEY IN VIAGGIO VERSO IL SUD * Il fascino dell'Italia per i ro1na1•tici in;:lesi L'attirattl:iva che 1•1ta~ia ha esercitato sui poeli in– gilesi. e la profonda infliuen– za ohe la sua arte e la sua oi'vitltà hanno avuto suJ.le loro opere. COP..'"0110 centi– naia dt anni - da Shake– speore a Brown:ing. e do• JX). In nessun periodo sono state più torti che nei pri– mi anni del secolo scorso. al 'temline delle guene na– poleoniche. La sto,.-ia dei tire massimi giovanii poebi inglesi di queill'epoca. i qunli. venuti dopo W01xl· * cli JQII ~ T,Ell,llfll\'1\I · sprezzante. traversò la i\Ia– nica con l'intenzione di non nimettece ma-i più pie· dc in Jnghilterra. __________ , sworth, Coleridge e Blnke, formano la seconda ondata del nostro Movimenio Ro• mantico. è strettamente le– gait'la all'Jt.aUa. Pochi luo– ghi sono saaii agli inna– morati della poesia roman– tica inglese quanto Palazzo Mocertigo a Venezia. ove Lord Byron visse la m<IB– slma parte dei suol due primi anni di esilio, quanto Casa M,agn! nella baia di Lerioi. ove Percy Bysshe Sheliley tirascoll:ile l'wtrima ~tate deHa sua ,·ita. quan– to le stanzette di Roma. affacciate sulla so~ata di F\i·azza di Spa&na, ove John Keats andò a mooiire. e - ~raLtutto - quanto ìl Cimitero deg1i inglesi. ove ripcx~ i.no 1 resti non soltan!to di S he.lley e di Keats, ma anche del loro devoti amici Edward Tt'e– lawney e Joseph Sevem. to. Sappiamo che mostrò di intereSSo'I'Si ai panocami fra N~li. ove sbarcò, e Roma. e a qua,?che piace· vole passeggiata e cavalca– ta sul Plnoio; sappiamo della sua Intenzione di stu– diare Alfieni; poi le emor– ragie ricomfnciarono, e nel !ebbrafo del 1821 mori 1ira le b.raoci-a di Sevem. Quale effetto av:rebbe poliUto ave– re Romn sul suo pensiero e strlla sua poesia. se fosse guarito, prusinmo soltanto cercare di congetturarlo. ricordando quanto fosse profonda la sua passione non SO'lo 1X't' il mondo oÌ2SSlCO ma anche per iJ. Rlinasolmento .iltialiano. Quando si stabilì a Ve· nezm non lo fece certa– mente con l'idea di mo– dificare la propnia vita. ma p;uttosto. come gJJ avveni• menti successivi dimostra– rono. di abbandonarsi. qua– si in segno di sfida. agli eccessi sensuél.lM ohe 16 sua na t W':l desidera va e che Vene'l!i.a con tan,ta abbon– danza g11i offriva. In altee nature, una simiile vita sre– golata avrebbe potuto di– struggere completamente lo impulso creativo: Byron. invece. 6Cmbm esserne sta– {o stimolato. Jn quegli anni. scrivendo spesso in gon– dola a tardn notte, dopo gionnate di diss1pazioni e di 011ge, cominciò il più b1iiHante e ,più duraturo dei suoi poemi. il • Don Juan .,, Contem'()omneamente. scri– veva le sue i\Iemoric: se esse f0.¼6."<> una prosa bril– lante quanto il cOon Juan• lo era in versi. non lo sa– premo mai, perché i suol editori ed i suoi amici 61 -scandalizzarono così pro– fondamente. quando 11ice– vcttero a Londira il mano· sanltt.o. che lo bruoia.rono. John Kcats In una nilnlautra di Scvcrn E tiut.ta, '";13, Stl?l..'\nO a dir– si. nessuno di loro si era recato dn ItJaitia di sua pro· pnia vd!:orvtà. Kea tis era già in condizioni disperate d-i corpo e di apintto quando. cede.odo ai consigJ.i del suo medico e dei suoi :imi-cl. :::ailpò .per l'Jt.a!}ia nell'au– tunno dal 1820. Era r,iu– scito a veder pubblicato il suo ultimo e più grande libro di poesie. e in Italia non scnisse altro. Era u-op– ipo malato per apprezzare la bellezza del paese del quale ~eva sempre sogna- E'u uno scand.ailo puhbli· co che spinse Byron a ri– prendere i suo-i vagtabon– daegi aH'cstero, nO.l'età di 28 anni, nella pnimavera del 1816. Il suo d~aziato matlrimonio eria naufragato da poco tempo; aveva una nemica implaoobl'le neUa sua ex ammte Lady Caro– line Lamb. e nerna sooietà londinese andavano diffon– dendosi di bocca in bocca le voci su I suo soandsa.Jooo contegno. Le cose giunsero al colmo quando. al .famo– so rk:evimerrto di Lady Jersey, gl,i fu oslentiata– ,mente tolto il saluto da quasi tUlbtele sue conoscen– ze. Alla fine di aprile. un po' addolorato e un po' UNA DELLE SCRI 1TRIC[ PIÙ TRADOITE * E VENDUl'E La Saga di Pearl S. Biick Non .fu soltanto il godi– mt>nto sensuale senza ilni– b1zioni, mrturalmente. cJ1e tn Italia portò Byron al vern.ice della sua potenza. Esercitaro no il loro ruolo anche le belle7.ze della na· tura e dell'arte, e gli onni– potenti ricordi del passato romantico che lo ci~nda– va. Ma• vi fu anche un'al– tJr-aci<rcostaw.a di prima,rfa importanza: J'ara,ivo in Ita· lia di Shel!ey. Dal giomQ in cui Shelley bussò alla porta di Pala7.zo Mocenigo al giomo t:rogico in cui. quMltro anni dopo, annegò nel Gollo di La Spezia, le viltc dei due poeU fu– rono inestricabilmente in– tiroocia1c. Sh~ey diede a Byron poeta illilTliLat.a, ado– rante venerazio ne, pur cri– ticando il c."" 1.IO con tegno di uomo; ma Byron ricono– sceva che, per quanto po– tesse t?ssore più famoso di hli. aveva molto da impa– rare dal ipoderoso inteUet.to di Shelley. dal suo spbnito :'mmenso, colto ed ardente. E' diffUcile non pensare che sia stato Io stimolo della compagnia di Shelley a da– re ali alla sublime poten• ~ pocd.lca che Byron dimo– stra nel • Don Juan •· Lo stesso Shelley ha laooi.Ho una d~rizione memora• btlìe delle loro lt.mghe ca· valoate e conven.az.ioni nel La recente pubblicazione del volume ..,La terra cine– se .. di Pearl S. Buck {Mon– dadori Ed!tQre). ci offre l'oc– casione di parlare dell'unica scrittrice nordamerlc:ana cui fu conferito il Premio Nobel per la letteratura. La trilogia House of Eanh è certamen• te l'opera più importante della Buck. una scrittrice che ha contribuito In modo de– terminante alln diffusione della letteratura nordameri– cana in tutto Il mondo. I suoi libri. infatti. anche se mancano di una lotta pro• !onda per i vaJori fondamen• tali àeUa vita. che soli pos– sono dare ad un·opera l'im• mor1alità. si leggono molto volentieri: e la Buck conti• nua ad essere una delle scrii– trici più tradotte e vendute. Figlia di mi$Sionari. Pcarl S. Buck è nata a Hillsboro. West Virgìnia, nel 1892, ma si è trasferito subito dopo in Cina dove rimase fino aJ 1932. La lunga pennanenza in ter– ritorio cinese le ha permesso di esaminare a fondo gli usi e i costumi di quella gente che ella ha .. cantato.. nei suoi più famosi romanzi. House of Earth <- Casa di ;erra,.), attra,•erso le v~een– de della famiglia Wang. ci conduce In codesto mondo ed esamina acutamente non sol– tanto lo svolgersi della ,·ita ln questa famiglia di origine contadina ma anche U lento e,·olversi della Cina. Dalla Cina arcaica ritratta nel pri– mo libro The good Earth (..La bùona terra ..) si passa alla Cina feudale ma già ri• voluzionaria di Sons (.. Fi• gli...) per i:::iungere. con A House Dcvided (.. La !ami• j?]ia dispersa,.) alla profon– da metamorfosi della Cina semioccidentaUzzata. li contadino Wang Lung vi\'C in una casa di terra (di qui il titolo della trilogia) colth•ando un piccolo terreno che gli dà il necessario per vh•ere. $('condo la tradizione cinese. sposa la ragazza che il padre ha scelto per lui. Q.lan. la mo~lic. è una schla– \la robusta e tenace come la .. buona terra.. dalla quale * lii PRHIO DAUUCCA tenti. Gli uomini. al contnrio. sono sempre avidi. deboli. egoisti; perché dell·uomo la scritulcc ritrae soltanto i di– letti. I lati deboli. le piccine– rie ... La terra cinese,.. passa in rassegna molti personaggi: il migliore resta tuttavia quello di 0-lan, Ja donna che caparbiamente è rimasta ra– dicata alla propria terra. B. per quanto la scrittrice non si soffermi ad approfondire, la terra è sempre presente in ogni manifestazione della fa. miglia Wang. Jn fondo il mot– to dei \Vani,:: è racchiuso nelle parole di Wang Lung che, or– mai vecchio, ammonisce i fi. gli: .. DaJla terra siamo \le– nuti. e alla terra dobbiamo tornare ... Se conserverete la terra. vivrete ... ». trac sostcntamcnlo e virtù: poco loquace sa tuttavia con– sigliare Il marito. Lavoran• do con lena I due riescono a mettere da parte un po· di denaro e a comprare un pic– colo terreno alle porte della città. La famiglia Intanto è cresciuta e sembra che tlllto si metta per il meglio quan– do si abbatte sul paese la ca– restia a causa della siccità. La famiglia di Wang si spo– sta verso il sud: i loro pen• siNI. tuttavia. sono sempre rivolti alla terra che hanno dovuto abbandonare. Wang Lung e O.}an rappresentano infatti la \ICCchia Cina .radi– cata alle tradizioni. all'im– mobililà superstiziosa. Quan– do già disperano di poter tornare alla loro terra. ecco che una sera capita loro di partecipare al saccheggio di una casa ricca: mentre Wang riesce a carpi re al proprie• tario qualche moneta d'oro. O•lan si impadronisce dei giolelli. La famiglia ritorna allora alJa terra d'origine e ,vanj? compra tutta la terra che è rimasta all'antico pa– drone della moglie. La ric– chezza porta degenerazione e moUezza in Wang Lung; la moglie invece resta radicata alle tradizioni della terra di– mostrando spirito di sacrifi• eio. dedizione. tolleranza. ~onostante ragiatezza ella è rimasta la donna profonda- ~e~~e ;;~~:O'~ at~a 8 ~f!'s~~ disfazioni: i mutamenti che si vanno facendo non là toc– cano da vicino: ella è anco– ra la stessa donna che lavo– rava dal mattino alla sera accanto al marito per poter risparmiare un po' di dena- . ro da trasformare in terra. Di tutti I gioielli trafugati ella non tiene per sé che due perle gelosamente custodite io seno: tutto il resto viene impiegato nell'acquisto della terra. Morto WanJ!: Lung i figli conducono una vita di agl; Wang il Padrone fa il sibari– tA: Wang Secondo disprezza la terra e si dà al commer– cio: Wang Terzo, detto Wang la Tigre. iJ protagonista de .. I fi.stll ... personificazione della Cma anarchica e feu– dale. si mette a capo di una banda di irregolarL Wang la Tigre è una figura piuttosto enigmatica e assetata di con. ~~~~~ie~~ch.:Ì ;~~~o. ro;dc°r; presto si stanca delle azio– ni belliche e gode la ricchez– za conquistata; dovrà essere U figlio a continuare le sue imprese: per questo lo co– stringe a seguire la carriera delle armi. In Yuan si liflet– tc il travagllo della Cina che va lentamente evoJvendosiJ anche se non riesce a rinne– gare completamente il pro• prio passato. Tradito da una studentessa \Vang Yuan ,,iene imprh:ionato e, per sfuggire alla !uc:"Jazione. deve rasse– gnarsi a vivere all'estero. In America, dove resterà sei anni. Yuan conosce Mary Wil– son. ma non riesce a corri– spondere all'amore dell::a ra• !(aua. Benché si senta attrat– to dalla nuova vita che con– duce egli è tuttavia legato al– la sua terra e soffre di no. stalgia. Torna cosl al proprio paese, intenzionato a por fine aUa illegalità delle bande ar• mate. Arruolatosi neu·esercl– to regolare egli combatte I capi banda come .il padre ed Infine si sposa con una ragaz– za della sua terra: Mei-ling. Yuan, infatti, rassomiglia alla nonna e sente di trovarsi a proprio agio soltanto nella sua terra; ha capito che l'imi•. tazlone superficiale e corrot• ta dei sistemi occidentali non potrà avere il sopravvento suUa vecchia Cina. Sente tut• tavia che bisogna far qualco– sa per sollevare il paese dal– la miseria ma, pieno di timori e abulico, non sa decidersi; oscilla continuamente !ra il passato che lo infastidisce e ll presente che gli si presenta incerto, soprattutto perché egli non riesce a valutare ap– pieno la portata dcU"'-trasfor– mazione che si sta attuando. E. mentre altri giovani della sua età abbandonano la tam!• glia per vivere la loro vita secondo modi più liberi cd umani. Yunn. conquistato dal– l'amore di Mcl-llng. ritrova s~ stesso nel grande amore per la sua terra. Pearl Buck tenterà con al– tri romanzi (Fighling Angel. Thc E:nle. PaviJion o/ Women. ecc.) di delineare revoluzione della Cina e i suoi rapporti con i paesi occidentali. ma non riuscirà mai a darci una ;~s~~~e n::~:~~tgt"~~n a;~t;a:~ ---------- dei Wang. certamente ropc:-a meglio riuscita della scrittri– ce. Con .,. La terra cinese,. Pearl S. Buck sembra aver esaurito la propria tematica; i libri che seguiranno non sa– ranno altro che variazioni sullo stesso tema: un'analisi a volte superficiale della vita cinese. Manca infatti una in• dagine acuta sulle tause che hanno portato la Cina a una lenta ma Inesorabile tTasfor• mazione anche perché la scrittrice sembra preferire la j!ente semplice. Ella infatti eccelle nell'arte di ritrarre fi. gure allo stato elementare; e meglio le riusciranno le figure dei semplici contadini. degli operai. della gente che lavo– ra e suda pu procurarsi il necessario per la vita. I .rie• chi. i possidenti, la gente che comunque non produce. non hanno mai accenti di umanità quali si colgono nelle creatu• re indifese, nei poveri. La parte migliore della trilogia dei Wang resta senza dubbio l'inizio quando Wang Lung e 0-lao lottano per affermarsi. La figura di 0-lan è possente; la Stick si sofferma più vo– lentieri sulle donne, senza dubbio le figure più riuscite della sua imponente galleria, perché della donna ella sa ri• trarre la grande potenza che loro viene daUa maternità. Per questo le sue flgurc fem– minili sono creature dolci, pO- contln~ pag. 6 interiore,., bensì la innuenza che la conver.,ione ha nella opera Jcucraria dello scrittore. I critici, su questo punlo, si tro,ano. grosso modo divisi in due 1.onc: da una parte coloro che affermano - come 11 ~1omigliano - la dccisi\oa importanza della comcl"5ione :,;ulla poetica Manzoniana e, dall'altra parte, coloro che, imcce, - come SapcJno - ne rilevano la limitata influen.1.a. La relig1osi1a del Manzoni è, comunque, un fatto di tale impartanza (e i cri1ici tutti non possono fare a meno di parlarne) che non può essere trascurato perché con">Cntedi in1ravedcre quei motivi interiori e quel sen\O finalistico che guidano i significali. le allegorie, la 1ecnic:1. i pa. ~i.lgJi e i personaggi stessi del poc1a. Manzoni. con la sua coll\·ersionc, si accorda con il suo tempo, il quale, dopo l'increduUtà dell'illuminismo e del ra– zionalismo, aspira ad un ritorno a ,·alori tra.~ndcnti o, comunque, a valori non piu rclati\'i. li romant1chmo. nella sua reazione anti-illuminista, deve essere, anche, inteso come moto di cultura teso ad istaurare, appunto, quei \ alori tra– :-.ccndenti e a dare un senso religioso, al di là delle fonne, al perenne andare della vira: e la cOn\'crsionc del Manzoni può inserirsi in questa prospelliva romantica. Il poeta. con la lettera al D'Azeglio e con l'altr,1 lettera allo Chau\·et, in difesa della battaglia romantica. rispot1de non <e,olamen1ead una necessità polemica, ma, anche. alla esi· gcn7a di essere interprete e testimone del suo rempo. La religiosità del Manzoni, in dclinitiva, si condensa nella impro– rogabile urgenza di dare una concretev..a all'epoca· in cui \lhe: concreteu-'l che. m forme dh·erse. Cantù e Tommaseo, l...'lmbruschini e Ro5mini avvertono, forse. in uauale misura. Manzoni, però, a differenza dea:li altri, intuisce questa con~ cretezza secondo una • interpretazione anrka del dogma,. (Omodeo): cioè come una latitudine nella quale la fede. le• gandosi immcdiatamcnle a istanza razionali, si garantisce nella dog.ma1ica. E' ozioso continuare a discutere sul gian<1enismo man– zoniano e sulla sua tematica teologica, men1re C necessario riconoscere che la religione, anch: nella sua do1:matica. contribuisce a caricare la poetica Manzoniana di un ~ignificath·o valore cari1ath·o e misericordioso. Gli amori e le lotte, la ril'olta dell'umile e la pn·Polenza dell'orgoglioso, la corruzione di una certa società e le sper • .mz.e del popolo per ottenere giustizia, il faticare del• I U<?mo~ulla terra sono realtà contemplate con carità e mi– '-enc~rcha: rcalt!l contemplate cosl perché Manzoni le , ede dal d1 fuori. da una località spaziale. Dov't sile11~io e tenebre la gloria che passò. Il motho costante che interessa Manzoni è QUC5tacontem• plazionc partecipante della caritativa misericordia di Dio: è cercare di dare una logica al dolore attra,·cn.o la Yolonta di ~io (L..'lprovvidem.a che • norz turba mai la gioia de' suoi figli, se 11011 per preparan1e loro una più certa e più gran• d~ •J: è cercare di intendere la vita che • non è che gui de– stmata ad es. .sere !lii f!CSO per molti e una festa per alcuni, ma, per tzlll/ w1 rmpie,:o dd quale ognuno rendera conio•· Il s~ondo .coro dcli'•. Adelc!ti •. • Il cinque Maggio •. la cc:,nclus1oncdei e Promessi Sposi,. (lanto per fare degli csem· p1). non possono csesre \listi se non in questo prC1hlo teo• logico - umano, nell'attesa di un Dio .....clie arrerra e suscita Che t1flam,a e che co,isola. In Ql_lCSta chia,·e ~ostess<? D~ ~~nctis in1uisd: il mondo del Manz<?lllquando, nei.• Saga:1cnt1c1 •. afferma che con il poe– ta " nton,.a la. Proyv1denz.a sulla te"a, ricompare il miracolo 11~llastort~, r,fi~r,scono la speranza e la preghiera, il cuore s,. radd(!lc,sce, s1 apre. a sentimenti miti; su disinganni e su d1scord1e mo11tfa!1esp~ra un alito !1i perdono e di pace •· Il ~cn~o religioso SI CC?ndcnsaliricamente per il poeta nel cat1<;>liccs1mo che non è visto, soltanto, come dc:,iderio e come scnumcn!o ma s~pratu~to, .come una linea ideologica-morale Cflpac_ed1 armomzznr:c. il ciclo e la terra, la carne e lo spi- 1,10, 11 d~lorc e la. g101a. ~ lo. scrittore, proprio per attuare quc.sto p1occsso d1 annomzzazaone, non propone un cristia· n~~1mo dolce e ::accomodante ma esalta un cauohccsimo vinle e scn;a 5;en_urlcs~ioni con la storia degli uomini. Mtcz:ma eh!! 11 cnst1~ncs1mo può legarsi con il mondo e ar• momzzarc !1 mct!'fis1~ con I ~mano soltanto rimanendo in– tegro, al .d1 là d1 o_g1;1 confus1C:mc.e di ogni stoncizzazione. JI sent1me!'JtO rchg1oso. è., qumd1, per il Manzom non solo una f~rm~laz1one dello spinto ma una catea:oria della ra\!ione che SI n~nova pi:renncmen!c nella pentecoste della fede. Questa ~mma rchg10S!'·Cat.lohca che. rifiu1a la esteriorità, che i:.1 SJ><?gha dell~ teo n1:2az1onc e, nconducendosi a fornmle nJ~1"al~.dog! flat1c.hc, si a~manta di una autentica to 17 .a ~~1f·~~oR:1~~a,tri~~~~~e"f~I~~!~i'~odc11~11fc1i~rz1re manzoniane, Quello di Nlanzo_ni. è un .mo~do spirituale i~castonato n~lla r,~ai;ai'r~ 0 di; J~\tr:;~~I~~ ~ !l:i a llntri~~ ri;~~ 0,!t1fi½f~ finu~~ ~~kn~;'~sscaos:a~~i~~~ ~~~J~d:~iri:~le, non apologeuco, Ed è anche, q~i. in qu_esta. presenza rcli:iosa che non pes~i la S!atura d1 l\fanzom scnttore: in questo dare senza ~rr~; 1:cre~c~nza q~~~~aar~~rmare senza imporre; in questo illu• Q_uesta J?Osizi~nc Manzoniana è presente, dichiaratamente, negli. e 1nm sacn •: è, dolcemente, adagiata nei e Promessi ~g 1 ?gs~;0 ~3i_i~-~~~di~:i.zionc Manzoniana è l'humus i:.ulquale Manz~mi muove dal romanticismo per rompere le classiche regole d1.rappresentazione e comincia dalla traa:edia non solo per scg mrc u na moda m,a, an_chc,per dare un esemplare ~~:~~~":i~ i.to nel genere sceruco preferito dai suoi con- i!1fa\11{";;_1~c ~o'f:~a:n1i~la (1u~~:•, ~g~~~'. ~ :~i~n~~~~is~t~~: 11colano m vicende che si accavalla_no e si spostano, unica- mcf11cd1~!~aa~e ~ofio c~'.nt~Jr C~~~~l~~a ~I :c,~s~~~!f;~~ nella cronaca d1 una stona ma nella sua condanna a morte ~c17; 1 ~ac~~dr'D~. ~~"••~l~!khi !i1ssf~tt~ 0 s~~~cou~ p~ 0 ~l:,~~~~ x~~lc~c~6 1 ~g_e ~ n~ic~~!c~s::sn:,~a:gi~~~~~1"c:m~ 1 ,~ 0 ~~~:;;~;: ~~li KJ;fosi:~~octi;nJ~~~mporanei come i personaggi cru- Adclchi, c. fo~ anc~c la sorella. sentono di a()partenere a~ un csc~ll? dr cle111 perché hanno accettato il compito ~1 essere v1tt1m!?della crud.clt~ dca:li uomini pc, riscattare J; i!1a~~~~.con II loro sacnfic10; come Cris10, prima del- Enncngarda . muore ricordando lo sposo e Adelchi si r?~a:ro~o~t~n~i. q~~!~tcJi!c fi~~I;~ :{~~~!,ti~c~e~ila!~fi;~~ ~ 1:i1oc~~e~~t~,~~•~ d~•:~~f!).dro Manzoni») che quella Non manc~no, è ver~. a_nche.in questa tra~cdia (basta pcn_s are al pnmo coro) nfenment1 alla situazione del popolo 1t.ah~ no. cost~c!tO spesso a cambi~. di padrone, ma, rali nch1 3:m1.~tonc1 sono soltanto un mc1tamcnto \'erso l'uniti. ~~I ~ 1ia~~~/it:;in~~rdc, poi, nel racconto poetico-fiabesc~ _La .tragedia ~mane ancorata ai personaggi i cuali sono ~f'~~ud:s~i~gap/tt:~~d~~i'i~~. religiosa che li f~ partecipi fi bMarlmo, oe!la ~cena terza dcll'c Adelchi a, nella fantasia c 1 hc c!~~cc~elil ~~~~~ ~t~~hJcarsJ'~ic:.lpi è iUidato da Dio .. E Il coro, alla morte di Ermengarda, in una commozione ~i}c~a~:ao:stcnu1a da quel potente moth·o religioso,. lBin· LCV{! all'Etenio WI candido Peus,.er d'offerta, e muori: Fuori della vita è il termi11e Del luongo tuo martir. . 1:3 conversione matura. nell'animo del Manzoni un e ui ~1~\)~~~~m!fob nel Qt~al le cq1 uanim:1J:1ente si misura il di~in~ , , 1 cnc e 1 ma e, la g101ae il dolore. LIBRI RICEVUTI :MANUEL ARCE: Amara t: la speranza. Romano-Silva f 5~it~rf.. - 23 ~i~lano _ pa;a:. A. _BURGt,O: La casa quoti– tl1a11a - Poesie - Editrice • Mazzarò » - Taormina - Pngg. 62 - L. 700. SPARTACO BALESTRIERI· L:a11gelo e il demo11e - Poe~ Sie - Ed. • Saletta del di– segno,. _ 1\olilano- Paga. 82 - L. 500. PAOLO MAFFEI: Canti del Sud - Poesie - Varese - Pagg. 48 _ L. 400. LEONARD GRIBBLE: / tu. rorisli _ 1 più famosi at– tentali del XX Secolo - Su- J?ar Edi1orc - Milano _ Pagg. 312 - L. 1.800. FRA~ CO SIM01 E: Il Rina– s':1111e1!to Francese • Stu– di e ncerchc - (p. XVI-459 L. 7.000). Riunendo nel presente vo– lume le più recenti ricerche sull'Umanesimo e sul R.ì· nascimento francese, l'Auto• re, docente di lineua e let– teratura francese nella Fa– coltà di Lc11erc e Filosofia dell'Università di Torino si è proposto di dimostrare• 00 • !TIC l'.influ~nza italiana si sia mscryta _m una tradizione mcd1oevnle ancora vitale dando origine in Francia al~ la. nuova cultura del Rina– :.c1mcn10.

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=