La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 12 - 19 marzo 1961

htà più assoluta ancora di quella che ,·iene ricono- 5ciuta ai ,·cri e propri rea– lizzatori moderni. postro– mantici. di quella che !-Ol– tanto con il dec3dcntismo. cd oltre. ha potuto essere concepita e rcalinata co– me poei-.ia e pura>. \'o– gliamQ accennare con que– sto al lcnomcno, assai più vari;:lmcntc articolato di quahto non sembri nel moltcphcc campo della cultura e della poesia in proprio. che. nel titolo di questo ste:.so appunto dia– rislico. abbiamo chiamato e_leopardismo •· Ln allctt– g1amento eccessivo e fa– stidioso anch"esso, natu– ralmente. come tul\1 gli eccessi. e in dcflnitl\·a acri– tico perfino nelle persone che ne sono affette an– che in ~cde d1 alta cul– tura e di cosc1enza parti– colarmente responsabile nei riguardi dei fatti del– la poesia. Lcopardismo ri– conoscibile nei più sem– plici. come. dicevo. nei pili coscienti ccl esperti; quel– lo che faceva dn·e. ad un giovane critico e poeta di alta mtransi,genza. che X (un nome di primissimo or– ne nella poesia italiana contemporanea. e non so– lo italiana} confrontato con Leopardi. e e una poz– zanghera>: cosa che m1 sdegnò come sempre mt sdegno quando \'edo che gli intransigenti sono pro– prio ì primi a subire le sug:estioni dei m1t1 e del– le leggende nate dalla let– teratura. E" sempre facile e comodo ripararsi dietro la consacratrice distanza temporale. ~empre a van– taggio, s'intende. del gran– de morto lontano. e a di– fesa di debblezze proprie da mascherare con un sa– cro furore contenuto. o con qualche religione let– terana. O quello che fa– ceva scri\'ere a Luigi Rus– so. m un suo commento all'Adelchi manzoniano. a confronto di un passo del– la tragedia nel quale \'e– ni"a riconosciuta una con– clusione • piuttosto acca– demica > ( e sa il ciclo - S'io mi crcdca che in cor mortai giammai - Tanta ,:?ioia capisse e tanto af– fanno > J l'esclamazione :-eguente: e Lingua mortai non dice - Quel ch'io sen– ti,·a in seno> grida un al– tro poeta. in suuqzionc analoga. cd è la voce ra– pida della grande poesia>. Se uno insinuasse che, per ~criverc due versi co– me quelli, non importava essere Giacomo Leopardi ma bastava anche essere P1et ro :\-tetastasio. o un poeta anche meno rilevan– te, il professor Russo si scandalizzerebbe della no– stra insmuaz1one? Ma sul punto di chiudere la gam– ma esemplif1cauva del leo– pardismo, concludendo: o quello infine che ha fatto scrivere a J\lontale la fra– se che ha mot1,·ato que– sta annotazione del nostro e diario dell'appartato>, ci ,·iene, ripetiamo. lo scru– polo che si tratti di qual– che cosa di altro. e che nella sua dichiarazione conti non tanto rassolutiz– zare al grado massimo la poesia leopardiana. quanto piuttosto. o almeno altret– tanto, esemplificare con sumciente evidenza quei ritmi, quei cicli di carica e di scarica del vitale e creativo umore poetico di cui già si e detto all'ini– zio. Ad ogni modo. non confonderemo la pur tan– to <hscutib1le asserzione montaliana, che insistiamo ad intendere (anche e so– prattutto per il contesto 111 cui è articolata. e che ab– biamo riportato m suffi. ciente proporzione) deter– ministica e naturalistica piuttosto che enfatica e mttizzante. con le applica– zioni del cosiddetto • me– todo delle generazioni>, che. importato trionfal– mente 1n Italia da Oreste )lacri ed avallato. se be– ne ricordiamo, anche da De Roberus. fu troppo cau– tamente confutato da Fal– qui. ma almeno fu con– futato. Dentro lo spazio crono– logico ed ideale dell'Otto– cento, ed anche non trop– po a ridosso dello scorcio del secolo, ma ancora nel pieno del suo secondo cin– quantennio. dimostrò di potere e scrivere versi>, non indegnamente dopo Leopardi. prima Carducci. o con una sua non banale vitailtà primo, 1>01 con quel progressh•o amnarsi e ripiegarsi malinconico del– l'ult1mo periodo. che lo ha reso di nuovo intimo e ca– ro anche a giovani oggi maturi ed autorevoli nel campo della poesia attua– le. e d1 tutt'altra forma– zione che carducciana: poi Pascoli. che. prima della fine dell'Ottocento. ha già dato tutte le e )lyricae > e buona parte delle liriche dei e Canti di Castel\'eC– chio >, oltre tutto intero il ricco ,·olume dei e Pri– mi Poemetti >. E se vole– te vedere come si potesse amare, venerare e studia• re Leopardi senza pregiu– dizi di tipo rondistico e cardarelliano, e senza lco– pardismi di altro genere pure con tanto appassiona– to trasporto verso il poe– ta della e Ginestra,, an- Ilclassico Larbaud (Contlnu~ pag. I) Presto detto: affinch<? In operazione di e rifacimen– to > riesca a dovere occor– re. in chi l'esegue. un'ade- 1tuata padronanza delle due lingue e delle proprie preferenze e delle altrui esi,e.enze. Fedele allo spi· rito ma non schia\·o del la lettera del testo da tra– durre, il traduttore de,·c saper scegliere ,Eli autori adatti e con$ent1t1 ai :.uoi interessi e ai suoi mezzi e - Dis-moi qui tu tradub et je te dirai qui tu es -. fcrait un assez Ju~te pro– ,·erbe litteraire. si tous les traducleurs se valaient > E il :\lucci e di certo tra quell i che. se elenc:u;~ern . e.li autori tradotti. contri– bu irebbero all· identifica zion·e di se stessi quasi non meno che con gli scritti ori_l?inali. di cui pur non è scarsa la propria bibliog-rafia. Per E11/ar1t1- nes si tratta,•a di cimen– tarsi con un narratore. mentre di solito il ~lucci s·accompa_ana con sa.e:.e:isti e poeti. :\la il narratore Larbaud non e alieno dal partecipare di ,·arie natu– re. mesq:,Jandole e riespri– mendole in composizioni tra le oiù ori.e:inali di un periodo che pur anno,·ero in gara molti autori del suo genere. esperti cosi nelJa produzione. l)Oetica narrativa come in quella critica. fin<J a rae:.'!:iun_e:ere in ciascuna un ,e-rado pre– ,J?e,·olissimo. cide e a,·ec la fine de la douceur de v1vre >, Que– sta e la verità. Un"età e tra,Eique > e succeduta e au siede heureux dont l'auteur cle Barnabooth avait cèlebre Ics curiosi– tes nonchalantcs. Ics gollts et Ics plaisi rs >. 1 mae– stri di ieri non sono più i maestri di OJ?Ji!i.cosl 111 patria come au·estero. E suona un pa· inj?enua la domanda; • Perché la con– dizione eccezionale di Lar– baud. tanto stimato al– l'estero. o,·e la .sua fun– zione- di mediatore tra .2"1i spiriti e Ji!iustamente e ra,·ore,·olmente apprezza– ta. non dovrebbe riscuo– tere nll'estero In più alta considerazione che possa meritare un'opera dalle risonanze universali come la s~a? Ernile Henriot se lo chiese nel partecipare ad un omaegio (fiera let– lc?raria, 9 settembre 1951) che. in occasione del set– tantesimo compleanno del– l'autore di Fermina Mar– quez . .e:li si confl_e-urò piut– tosto come una ripara– zione. e Riparazione della atroce in,e:1ustizia de 11 a sorte>. che negli ultimi ,·ent'anni di ,·ila. dopo a,·erlo paralizzato. a,·e,•a costretto Larbaud a dh·e– nire e il muto testimone dell'oblio scandaloso> in cui troppi suoi contempo– ranei lo a\'evano lasciato affondare. Xé la situazione è molto cambiata. quan– tunque Larbaud sia stato prescelto. da morto. a far parte dei « classici )) della Bibliotl1èque de la Pleiade. Prima. v'erano già .stati ammessi Saint·Exupl!ry e '.\lalraux. Preferenze dei tempi LA FIERA LETTERARIA ll '.l' li. L Jl A ~ Jl * Amerigo Tot * di CAllLO GIACO.UAZZI M, dicono t:ht ,ono noto o Ciurgo, in t..110 vigna d'U11- pher10, d'aulunno, e cl1e m1 hanno lavalo col mo,to. lo dtL'O crederci, perche in qualche luogo devo tutr nolo. Bambino, cavalcavo un cavallo di legno d1pinlo prr la campagna ungherut. E quoto e rero. Ho 1nfat11 la /010 au1ent1co dtU'epoco cht nu raDlgura come un • ln/antt .; Mio padrt, uomo itmphct e villico, mi conjidara d"ot·u at·u10 paura del mio dt.rt1no. Que'lte conreu1oni. Jlellate con spah-alda naturalezza. non aono In fondo che la misura del temperamento anio– loso e lortt', tuttavi11; genero~o e schietto, del 1ignor Ame– r110 Tot, di proress1ooe scultore. I In \ 1 ia Mar,rutta, d1c1amo al Babuino, que,ito unghere~e, calato in_ Jtaha a un d1pre~so ".enticmque anni ra, 1'.' uno de, plu 1nconfond1bili e con~c1uh P«;n~naggi. Lo s1 può addirittura individuare a chilometri d1 distanza _per quella ,r1acca mai portata 1ndo.s,ioe che trurerisce continuamente, e sventola veulllo della sua intemperanza - dal braccio alla spalla t'. v1cevt'ru, o alla camminata sciatta eppure regalt' che ncont'sci soltanto al leone. Non 10 se Tot - la.,ciata la e puszta • un~here!le, e con elsa il bosco di Bakony e le rive del Balaton, dove d_iv1seequamente le giornate della sua prima giovinezza - ricordi il lontano viaggio; e l'emozione, anche, che deve pure averlo colto appena me!iSO piede sul suolo italiano. Certo è che, dal '33 a oggi, egli non s'è più mouo. Por– tava_ ancora sulle spallt', in quel viaggio r-eahzzato a piedi, il segno f~rte delle innumeri pereA:rinaz1oni: Ber– lino. Dessau, Parigi, Amburgo, Kronstadt, le isole Aaland, dopo aver fatto, novello Jack London, tutti i mestieri (compreso quello del marinaio) e accarezzato i sogni che gli artisti accarezzano e provato le amare disillusioni che essi anche provano; e indubbiamente l'Italia deve esserA:li par-so luoa:o felice per lavorare e incantarsi ancora come un ragazzo. Amerigo Tot ave\•a lasciato Dresda, ultima sua tappa di • irreeolare_• (o megho di \'laggiatore zne_austo). e la Bauhaus coll'1nsegna.mento di Ladisla.s Moholy-Nai;y: e le barbare immagini, anche, della distruzione nazista che bruc1a,•a sulle piazze le tele deeli artisti rivoluz1onar1 (e dentro c'erano I nomi di Klt'e, Feininger. Schlemmer, Kandinsky) e demoliva a colpi di piccone, come vecchie e pericolanti case. le opere di scultura che si sottrae,·ano all'imposto rigore di una 5truttur-a unicamente gerarchica. Quando dunqut' la Bauhau.r chiuse i battenti e Walter Gropius, Lyoncl Feininger e_ ,11. altri !<i~ispersero _per le vie del mondo. Tot trovò da 1st1nto l'ltaha. • Fuggivo dal labirinto - dice lo scultore - e la prima strada che mi capitò sottopiede, la pre!'II: sentivo comunque che sarei arrivato a Roma •. Ma più che Rom'l, a Tot forse interessava l'It.illa: un paese vivo, insomma, cht' sollecitasse il suo estro nervoso e tattile; e sospingesse, fino a dilatarle, le sue qualità inve~tive. Ecco la smania, e l'accanimento, di dare spr_o– port1one alla forma sino a renderle una forza propria, una succ()'ja eppure severa • emancipazione•. • Subiva l'incanto 5olare della clusicità - ccrh~e di lui Giancarlo V1,torelli - ma rifiutava A:li abbagli della romanità •. Ma ciò. non vole,·a dtre per Tot_ ripiegare sui modult della trad1z1one: piuttosto in quelli trovar-e una reazione moderna. uno stimolo che determinasse nuove soluzioni alla scultura. 1ttan1,1almente, a.li• d1llus1one dei nuo,..1 canoni e,pren,1v1. due irandi ope re ntlla cronntoria dell'utt contemporane, .,aranno da con,iderar11 le porte del 11alone delle con!e· rt'nre al pala.i:zo FAO in Roma. •tuptndi craffiti su for– mu:a, del 1951, e il frontone. in alluminio anodizzato, della irande ptn.;ilina e.,terna della 1taz1one Termini • Delle OJ)f're ftgurat1\·e -· dalta Cf'let11110Cuna tera del '39) alla Su.ranno (un bronzo del ·42) alla Gmd,uo (altro bronzo del '43J re,ta tuttor.t 1n1ea:ra ia vahd11a, e non Intendiamo as olutamenle nferirc1 a una cera del ·« La bf'lla par1,-nopra, acquutata proprio in que ti 11orn1 allo 1tud10 dell'artl,ta diti banchiere newyork,.~e E\·an Frankel per la su.a nlla m River~1de Dn,·e. Intanto, nuove opere él pettano ì'1mpegno e I e.tro d1 Americo Tot e l'artnta e da tempo al lavoro. Durante 1 mesi e~tiv1 lo ,culto~. cedendo alle luun,i:he di un suo antico • di\·ertis•ement •, ha firmato una •tne di htoi;ral'te 1n bianco-nero e a due colori che raccolte i:i 45 car1elle ,mdranno qua i tutte all'eatero. L'opera cratka di Tot ~t'nza dubb_10 ~ rara a,·i111 •, uscita. dalla Stamperia de:J Torcoliere, e presentata da un ,;aea:10 d1 Lionelio Ventun Premi e Concorso perunaNovella Il Cenacolo d1 Modena in– dice, ira gli scri11ori italia– ni, un Concorso a premio per una no\'ella I concorren1i sono imitali a prc-.cnlan: :,ci copie datti– lo~rillc della loro opera con– trnsse&nata da nome, cogno– me ed esaHo indirizzo dell'Au– tore .. Do\ ranno pure allciarc dichiarazione che la no\ella presentata e incdi1a e rimar– ra 1ale sino rilla proclama– zione ufficiale dell'esito del concorso. Ogni no,ellri non po1r,1 essere superiore, per lun~hcz-;.a, a trecento ri2hc di ~cttanta lettere ciasche– duna. Le no\ elle concorrcnii do– vranno cs:,crc indiriz1atc a , Il Ccnrtcolo •• Via Castclla– ro 31. Modl•na entro il 30 marzo 1961. . concorsi nalc di Pac:,dgg10• per opere di pitlura e di blanco-nero i:,p1ratc al tratto appenni– nicò dell'Autostrada del ~le compre!ò>Otra Bologna e Fi– renz.e. Al Premio e connes.s.1 una mostra delle opere con– corrcn1i, la quale si terra a Roma nel Palazzo delle Espo– sizioni nel pro~simo autun– no. La partccipuionc al pre– mio av\'erra l)t'r imito e per acceuazione. Tulli i parte– c1pant1 concorreranno a pn:– mi-acquisto che finora am– montano a ,cntuno mihoni di lire mcs5i a dispasizionc a tal fine dalla Società stessa. E· imminen1e la diramazione del regolamento nel quale tra l'altro sarà precisato che le opere non dovranno essere necessariamente , incolate al– la documentazione oggetlh a ma liberamente ispirate ed c~ilJilc nella assoluta auto– nomia dei mC7.Zi cspressh i di ci3scun artista Per infonna1ioni ri\·olgcr~i al Palazzo delle Esposizìom. Roma, \·ia Nazionale, telefo– no 481.689. Oom,n1ca 19 marzo 1961 lell•re d• 1,m,g1,, lttlere d, present,z,one lellere d aff,ri, lettere d ,ur,uri lettere d• vend, t• leltere riserv.ie lettere d·,more lellere circolar, 1enere d1 congado, lettere d1 rinr,r,t1,menlo . In tulle lettere. in belle lettere tutte con la Olivetti Lettera 22 Chi. più di Larbaud, classico e. nel contempo, innovatore: più francese e più cosmopolita? A nuocergli. 1>resso le .e:enc– razio!li venute dopo e in contrasto con i suoi ideali. de\'essere stata la saj:!'.– gezza che riluce nei suoi scritti. aumentandone la fi– nezza: quell'esperienza che li illumina di un sorriso umanissimo e li nscalda squisitamente. Nel suo ac– cento. dok:e ed intenso. rie\'ocath·o e a,•vol.e:ente. c·c qualcosa di remoto. che al nostro orecchio ri– suona quasi con l'accora– mento di UJI\ dono perduto. Aver tentato di farlo rie– cheg_e:iare in un'altra lin– gua è compito piuttosto te– merario al quale il l\lucci ha assolto con onore. In L'l1eure avec la F'igure si e trovato a dover compc• tere con uno stiJista della bravura di Baldini. Fati– ca sprecata? I lettori di O~J?"inon sapranno apprez– zarla. wrtati come sono - secondo Pierre de Bois– deff re (Hisroire vit,ante de la LitreTature d' aujour– d'hui. 222) - a e préférer à la lanj?Ue pre<:ieuse. aux sentiments subtlis de ce faux amateur. de ce pro– fessionnel du plriisir. le nature! de ceux qui. sans se soucier d'art. Ccti\'ent à la diable pour reter– nilé > ? M a ce ne sono. 0-2'.J?" i.di codesti Dosto– jewsky? Dobbiamo perciò ralle– jtrarci che il Larbaud. in Italia. per quanto in una ri~tretta ct?rchia. sia stato ~empre tenuto e mantenu– to. almeno flno a ieri. nel– la considerazione di un artista e di un umanista che non fa onore soltanto al proprio paese. E di lui. a parte alcuni sag2:i e racconti sparsi (Angiolet– ta: Fronte, ottobre 1931: Con , La lunatica •. una pietra del '46, Tot dette inizio :e~':n1~ifl 0 ~~/a,~~~~~r~~~~e 1 c!ic'it=o;~~ -.i~-=ob:1i~c!~ ~.§~,1: pietra, col ges!'lo o nel tufo. Tot esprimeva la raccolta mae, t3 muliebre racchiudendo nei lim1t1 di una doHta sproporzione somatica una bellezza certamente rince~tral<' Queste • donne • contene..,ano inoltre - nelle positure e~– senziali, in cui gli a,petti sculturali riassumevano la genuità dell'artista - una straordinaria misura di purezu. I dattiloscritti non ,crran– no reslituili. Il primo premio con\istcrà in L. 100.<XXl c me– daglia d'oro. Il secondo, ter- 70, qu3rto e quinlo premio \'Crranno attribuili in Diplo– m.i d1classifica con mt'dailia. La no\·ella prima classificata ,erra pubblicata nt'll'Edizione ,ernie del RC!JtOdel Carlino. La partccipa,ione al Con– corso e gratui13· Il centenario di Ur Roberto L'oblio in cui e stato relegato Larbaud. come dentro l'urna d'oro di un estetismo voluttuoso, coin- Falqui: Poesia. Il. 19-43; Bnldini: Prosa. I. 194.5: )lucci F'iera letteraria. 9 settembre 1951), e a parte ooche poesie e le famose letlere allo Svevo. di cui fui il profe'.a (All'i.nsea11a del Pesce d'oro. Milano, 1953). avev;uno già in ,·o– lume: Rose Lourdin con Per uno musa dt dodici anni (a cura di E. Salvini: Urbinati. Rom a. 1944). A.manti. felici amanti... (a cura di G. Veronesi: Bom– piani. Milano. s.d.) e un sem1clandestino A.·O. Bar– nabooth dell'infaticabile e inarrestabile Aldo Came– rino. Sarebbe bello se la apparizione di Adolescenti, dando torto al nostro pes– simismo. procurasse nuovi estimatori all'a r te del Larbaud. nonostante la ,·oga delle Sagan e delle Saganine. Sarebbe un mi– racolo. Ma l"arte, a volte, ci nescc. E 'RICO FALQUI Con i • sau1 •, invece, lo scultore rinvenne una strada meno letteraria; g1a nella plastica raggom1tolata delle • donne• si intravvedeva il le\•1gato calore di una forma nuova, ma allo stesso tempo antica perché lo scultore aveva imposto all'antico la sua mano febbrile di uomo d'oggi; l'antico era il primitivo l'esistibile, e la forma era quella sollecitata dalle pietre del lago Balaton: le pietre che andava a raccogliere, ragazzo, su quelle umide prode. I • sassi • di Tot: a corno di luna, a zoccolo, a stella, !10110 entrati ora nella nostra memoria e nella scultura ita– liana, e nel '51 si assommarono jn quello stupendo • Sasso della ricostruzione • che raccoglie nella sua posnnza astratta il fiato di un racconto rea1islic<>. Le realizzazioni astratte di Tot si ebbero, più inten– samente e particolarmente, ~ubito dopo. Al legno, al bronzo. alla pietra, lo scultore cominciò a anteporre una materia che lievitasse ruori della tradizione (fuori del gusto, anche) e che rivelas'IC una concreta funzionalità. L'irue1namento della Bauhau.s, dunque, ritornava a bru– ciare _le concezionì .dell'artista che anelava ad esprimersi con rtnnovata v1tahtà. li cemento armato divento allora per Tot non 101taoto materia di resistenza (la lotta dello artista con la materia determina il prodotto d'arte), ma elemento anche da domina~ con la rapidità dell'esecuzione. Le sculture d1 Tot, sorta di semarori dai cento occhi. si erìgevano a nuo\'a , grande statuaria•• e non certo come concetto di 1mmobilismo mitico, ed entravano in limiti d1chlaratamentc architetturali. • Quello che pote"a essere sembrato una tematica di ordine poetico - s1 legge In un saggio di Emiho Villa sullo scuJtore - tanto da naturaJmente autorizzare tutte le idee letterali e let– terRrie 'J)Ossibili, era, al contrario, germe di assoluta Tesi– stenza, di crescita .1icura, se dove\'a alla fine concretarsl in prove di grandiosa ,;te!'lura e di destinazione addirittura pubblica, contribuendo in maniera decisiva, e unica ,;o- A lUllÌ i PUr1L'Cipanlisaran· no tcmpcsti,·3111cnte comuni– cate le date fissale per la let- 1ura delle no\·cllc prescelle dall'appasito Comita10. PREMIO IAllONALE AUTOSTRADA DEL SOLE La Società Concessioni e Co· struzioni Autostrade ha affi– dato alla Quadriennale d'Ar– le di Roma l'incarico di or– gani7.zarc il • Premio Nazio- ~ VERBA VOLANT lnquietudine del nostro te,npo Fed. Ca,.. Matera - E' poesia la sua? La rilegga bene, tolga gli errori di serltlt1ra, e dentro quel che ha scritto tolga tutti i luo– ~hi comuni. che e,;cono dalla penna anche quando si ra una vita di:!agiala e vlol~nta, come lei. Aspetti un anno e Invii ancora. Au1turi. intanto. Vin. So.v., Roma - Tengo la piccola foto. Chissà non pona diventare eliche. Per le poe~ie. caro professore. la retorica abbonda. con i pun– tini sospensivi. le clausole passate di moda. certi aggiu– stamenti per arri\'are all'en– decasillabo che. portano a chiamare U1tone. chissà per– ché. Il Foscolo. Qualche al– tra rivista potrebbe pubbli– carle. senz'altro. Per noi non vanno. Arrivederci. * di GA.ETA:XO MUXA.FO ' 1'.lauriac, oltre alla presenza auha della nos1ra cultura contemJ)Oranca da Belli a Pa\ese a PiO\Cnc. Il libro fa al lettore il do– no di farsi capire, non umi– lia e non delude l'impegno col quale, pre:,i dall'allettan- 1c malla del titolo, ci si ac– cinge alla le11ura; il periodo sempre pieno di pensiero e ricco di echi (quante note che richiamano interessanti e impcgnalive lct1ure!) tie– ne desto l'interesse e sospe– :,a poclicamcntc l'ansia di una conquista. Sono i pro– blemi oggi più awcrtili e per i quali chiediamo ad Ojni momento una risposta, che ci giunge però ora affanno– A che cosa approd:1, in con- clusione, il cammino di Sgroi? Il libro non resta sempli– cemente una tcstimonian1.a della crisi e deUa inquielu– dine, una disamina corag– giosa cd equilibrata (il che e già mollo per un'opera del genere), ma è anche un iri– ueran'mn numtis: il lavoro infatti mostra l'e,'idcnte in– tenzione di avviare il discor– so \'Crso una soluzione (o una spiritualissima evasione) dalla morsa della inquietu– dine del mondo contcmpor:i– nco, quas ipromcssa di iti– nerarium, però - ci sia con– sentito qui dirlo - l'iter sem– bra tagliarsi e la soluz.ioae non perfettamen1e chiarita, anche se (e su questo non c'è dubbio) so1tintcsa • E. F., Ptd. - Cose discre– te e cose davvero buone. ci sono nel piceolo gruppo che ml Invia. Solo un po' legge– re. da rinforzare dentro con iniezioni di vita vlssuta. sof– ferta sul campo anzi che tut– ta nella memoria. Vivi au– ~uri di buon la,·oro. E' gio– v;mc. ha molto tempo da– vanti. E tOIJta via gli ultimi resti di quello che fu un po– ,iticcio e imparaticcio scola– $t1co. C'è un libro che, col ,ot– gcrc dei mesi, \ iene acqui– stando sempre ma1ui:iore ri– lic, o nelle segnalazioni ·del– la stampa: dopo la stampa in un ceno senso qualificala è la ,olla della Ra.sseina di cullura e ,•ita scolastica del luglio-agosto 1960, con un arlicolo di Enzo Robaud, e di Sopllia, gennaio-marzo 1961 con un articolo d1 F. Romano. 11 lib1·0 è /nquielll– diue del nostro tempo, B1c– scia, 1959; l'autore Riccardo Sgroi, gio,•ane a mezzo del cammino ma già ricco di esperienza degli uomini e d1 meditazioni arricchi1esi cd affinatesi nel contano cos1an- 1c con la cultura alti\ a, sia per le delica1e funzioni che srnlgc alla Minc, 1 a, sia per tradizione familiare (del pa– dre, che ru caro al Croce, fa ancora testo una diligen– tissima opera della Nuo, ,1 Italia di Firenze, Gli .\tudi estetici bi Italia nel primo trentennio del 900). le st enuclea.no le ragiooi del libro , può C !!.scrc riassunto col Robaud co51: • .. .La fon– damentale antinomia posta dalla filosofia e_s1stenzialc persona-società non ha PoS– :,1bilirn di :,oluzione perché :,caturi5cc dall'errato prcsup– J>Oi,to di una totale imma– ncnta. Tale immanenza, an- 11cché potenziare I valori dcllri persona umana, la scp– pclli:,ce :,otto un'informe e pohcrosa congenc. Qualora, 1mecc, :,i intende dare un :.cn5o alla \ ita ed una sta– tura all'uomo, occorre con– :,iderare che, come l'aria e condizione indispensabile per la \i1a fisica, cosl l'assoluto e termine essenziale per la \ ita dello spirito: solo po– nendosi dei limiti l'uomo rie– !<.CC a \ ahc.1rli. solo definen– dosi riesce a po1cnziarsi e a sublimarsi senza d1sperder– :,1 nel gran mare dcll'anoni– sa, ora deludente. La Je11c- ~------------------– 11 concetto, attorno al qua- -------------------- mo cd indecifrabile essere>. date a rileggere il discor– so pascoliano intitolato ,Il sabato>, che non è p1u che u:, abbozzo (anche se in– tegrabile con l'altro di– scorso di argomento leo– pardiano che s'intitola ap– punto e La ginestra>) ma un abbozzo utilizzabile da chiunque senta con !erma convinzione che il rappor– to fra i poeti non e misu– rabile a intervalli di sta– gioni naturali, di cicli de– cennali o di generaziom, mà al semplice metro del– le vocazioni che la natu– ra. più generosa e più n– tale di certi calcoli uma– ni. può ricostituire con la libertà dell'imprevisto. o pure e-on la I i be rt à del prevedi ile naturale; che è quello per cui è pos– sibile il ripetersi del mira– colo di versi che, per usci– re nuovi. non hanno biso– no di attendere troppo lunghe scadenze, o di vio– lare astratti divieti. GAETANO ARCANGELI Ora a mc sembra che le ,arie scanalazioni non siano entrale nel meri10, diremmo co:,l letterario del libro e dic non ne abbiano sonoli– ncato sulficicn1cmcnte l'im– pegno umano. Sgro1 è uno scri1tore vi\'o e ricco, non nuo\'O ai Iico– noscimenti urficiali: otten– ne nel 19~9 il premio Ga– :,laldi per il suo saggio su Antonio Baldm1 (ora ripreso nella in1ellig=n1e puntualiz- 1.az1oncfallane per i\larzorati in / \linori, \'OI. IV) e nel 1957 i_l Premio Angelicum. Il libro 5j legge con ,·ero dllc110 ed interesse e spe– cialmen1c la prima meta è cosa assai bella e poesia de– Jica1iss1ma. pur trauando ar– gomenti di grande impegno culturale, quali umanesimo e tecni cismo. liberta e limite, re.sr, onsabilità ed av,..entura, Kul1 ur e civilisation. La se– conda parte si fa apprezzare per la finezza e la penetra– zione dell'analisi-sintesi, at– tra\crso la quale sono filtra– le opere di moralisti, lc1te- 1ati, filosofi rappresentativi della nostra epoca, quali Ma– ritain, Eliot, Giraudoux, Kafka, Mann, Gide, O'Neill, ratura contemporanea ana– lizza. scinde, vn iscziona, ma non sin1e1izza, non fa sto– ria, cammino. i1iner.irio e ci ~~n~sru~ ~bi~:!~~c~~~ fondo, inquicli, approfon– dendo la nostra ansia e al– largando la , as1a problema- 1ica irrisoha. Inquieti/dine liti nostro tempo è una ricerca cd un 1cn1ativo di soluzione, è un c."tcursus, condollo con una visione saldamente unitaria, sulle opere più significative scritte in l1alia e fuori sulla crisi della , persona umana•. che logora il mondo; ma si legge come un romanzo, so– prattut10 perché le testimo– nianze della crisi, rifuse nel croaiuolo di un discorso li– neare cd armonioso, sono ,..j. ste dal di dcn1ro, nella lo– ro essenza e nella loro esem– plarità creatrice cd alli\lan– te. Ciò avviene particolar– mente pcrcM: il problema e , i\·o in Sa:roi e percib l'im– pceno umano nel sentirlo at– tualissimo quanto altri mai cd è vh·o ancor:l per quel suo lenderc a restringere il discorso verso la soluzione, per quel suo affrontare e rimuo,.ere eli ostacoli che allont3nano dalla ricerca di una soluzione, per quel suo procedere come protetto da una luce serena e diffusa. ma calda. Diariodi Brancali (Con1lnu~ pag. I) blemi. La realtà è semphce (,Napoli: da qui comincio a capire le persone. Più a nord, ml riescono assurde e artificiali»). Seduto a un bar del sud. lo scrlltore sente il richiamo abissale dell'ozio, come quello d'una saggia. conclusa atarassia: e anche questo sentire. questo non poter non sentire. gli pesano. La vocazione dell'uomo del sud è la morte. forse. che è insieme la vocazione delle anime antiche e delle anime pure. L'una e l'altra erano in Brancati. e fusero gli anelli alterni della sua catena. Do,·e Longanesi • confessò i peccati degli altri 11, annota il Diario, Brancatl confessò i suoi stessi: ciò che in quello poteva essere un civilissimo spirito di contraddizione, in questo è un antichissimo spirito religioso. Quello prende come punto di misura e di paragone ciò che è forte. raggiunto, ottenuto, che ha stile, classe: e arri,•a al puro snobismo delle scelte e delle contraddizioni; Brancali ha simpatia e -per gli uomini vaghi. .. per quelli che stanno sdra1at: al sole, per gli incerti. per ! dubbiosi. per quelli che trovano la verità in un eccesso di inquietudine piuttosto che con l'aiuto di un metodo>, per un folclore cattolico. meridionale e romantico. insomma, interamente condiviso che non serve a fabbricare una commedia di • battute » ma a tessere una drammatica rete di divisione, d'esilio. Ed è proprio questa che fa di Brancali uno scrittore modernissuno. rivelatore e lnterprete del nostro dissidio, delle nostre lacerazioni. PIETRO CB!ATTI * ,li VfJ.IIE.IICO IUGQ1'1 / Cade que.st' o.nno Il ce,uena– no della nas cila d1 l' eaerico De Rober10. Si deve m gran parte aC caso Tomast di Lam– pedusa se 11 suo nome e .rlato npropono e st una discreta fortuna sia tornala allo su.a opero . ... u Gattopardo ...non e più. il ca.so d1 dirlo • .s'lruto.ura .tu qu el filo ne narracrno che ha net ., V1cerè ... l'opera p1u per/etra dello scnltore .ric1ho.– no (sebbene noto a No.poh Il 16 gennaio 1861) uno dtt co– pofavon del nostro ouocento. Nel 19S9 l'Editore (.iar:ant1. quasi nt ri.renti.ue le enpen– ::.e, ristampava 1n t :UU accu– rota 11romon:1:0ed esso ven– ne pTtsentalo o.i lettori qua.,t si tTOlla.ue di uno ri.rcoperto. E per mol11 di riscoperta .r1 troua. Una v11a.qurlla d1 Ft"dtrico De Roberto, ptr molli 1011 rt– servata ~ grigio. sctt•ra ao. 1en1az10111 avve,uurou fanta– stiche. ricercata dai norratort s1101 conttmporane1, elle ce ne rendono più cara la memorhl. Compiuti gh sludi tec,11c1 a Catania, la c1t10.della madre, la vila portò Dt Roberto a rt– .salire la ptni.rofa. F1renu, .Mtlano, e qui divenne colla– bora1ore dd ., Cernere a tua Stra"· La malattia dtlla ma– dre, una grave Jorma di pa– ralisi, lo richiamò alla suo isolo. L'aDetto che lo legava alla genitrice. at,euo che o. molli parve voltr 106ocare la sua vena d1 .scrittore ma cht invece ouraverso la 60Dtren– ::.a t·enit·o alimentata. rtcorda do. vicino quello cht per la madre ebbe una dellcata pot"– tessa sua conitrnporanea. Vn– loria Aganoor Pomp1IJ. IJ rt– sto d,-lla sua oi.rren.=:a /u qu1ndt speso a Co.tanit1. ve Roberto $i spegnet•o. nel luglio del J92i. proprio quando a Roma s, spegneva Maulde ~e– Tao. Un'csisien::a buia pcrche rnodesla, ma che seppe o1}nr– si aentrosa aitraL•tr~o Qli I s~rittl: 11~urlle. roman.::1,sag– gi rn copia. Nel vivo dell'esperlen:a no.- • turoli.t11co-ps1coiog1co 1n cui passava la nostra ltlleratura. Verga. Capuana. la Serao bru– ceranno rutto 1! loro fuoco sull'oliare del rtahsmo: Dt Roberio, più inqmero. non e .sicuro quale .strada seguire. oscillo, mo con perfetta muu– ra, d0Jf1ntrospe::.1one p.rtco10- 01co (avtL'a Flaubert e ttour– prt davanti, ogh occhi), al ro– manzo sronco vrnato d1 pro– fondo noluroh.tmo . ., L'dluJto– ne ,., ., Ermanno Ratll .... Lo messa d1 no:::t,. .tono roman- ::.i rtalmt-nre .to/Jeru. Ma to poflvolt-n zo del 1uo .tenlrrr ha modo di sfogar.ti compmta– mentt soltanto ne .. I v1cert ,., uno fra i libri pttl rntertuon- tt e phì belli della no.ttra let– teratura. Comparso fll'i 1894. ., I 1nce– rè,.. rappresenta 11 quadro perfetto d1 un determtnoro mondo merid1011ale. ai mon– do dell'ar11tocro::1a superoa e pnvo. d'energia che so.rtaca ed 1mputnd1t·o.. tumore maligno sul teuuto nuoco aeua Oor- U1rc1 lorc r-espoQAbUe Oll!GO PABBRI :>t.-o rlpoifT'Sheo U.H..:,.i ~.A Koma . Via IV Novemhrt: 14\ GIORNALE ARTI TICO . LETI'ERARIO cere.a nuovi poeti, scrittori, musicisti, pittori, ambos essi, per c ol– laborazlont' e valorlu.ai: lo– nt' meritevoli. Scrt,•e re: ,.Approdo dt'I Sud •, Lun– go Teatro Nuo\'O 29 - Na– poli. ghcsio ruorgi,nentafe. I no– stri nonni non pottrono scor– gere ne -1 vicere- elle ro.,– sunto veristico. trattandosi di un mondo per molti 01pem allora ancoro t·,vo e con ro– buste propaggini nella realta -soctole. Non è più lale ogg1. Oggi, ~ megho .rarà prect..sare, nel J9 6J. in cui si vuole nt:e– dert, qua.si lo s, vole.ue nou– nre. 11 processo s1o nco a, germinazione del Regno d'l– laho. e sopro.rautto ponenao l'accento sul progrusrro sJol– domrnto del regno ooroon1l'"O con la succesnt:o - que.rt1one mtnd1on0Je ... ChlOL't di rol– lo dtl prOblemo politico ed economico d·ltaha, lontani dal laiciarc, sopraffare unicamf'n– lr do.i movimenti p.s1colog1n dd personaggi. no1 pou1omo vtdervi l'atmosft-ro, la reallo. amphando11. Meno c1 leghia– mo 01 per.sonago1 e più con– slattamo 1I quadro generale. Del resto De Roberto ha crea-"' to una saga td i personogu1 iono pretesto per qualCO.'l'a dt p11\ vaslo. E' la fomlpho U:r– da colla in runa i suoi aspefl1. Ed e appunto il gioco d1 1a.r- 1elh delle loro azioni che pio– ca d'anGIUr. E' m quuta ma– niera che l'arle .ra portare 11 .ruo contributo alla .rrona. ed in quella mo.nitra ptu rtdd1- u:10 che non la fredda 1nda– gint critlCQ moderno. Sono propno le pagine d1 Ve l<o– bcrto le p1.ù Tacche rd tlficac1. non ch'cgh se ne o.ssumo. s10. ben chiaro. 11monopolio e ro- • gha dirci tuHo da tu.no. eh.e rtcano qutl calore rtteusano. ptrche umano e t:lt'l/iCG.lore. o.Ila realto deUe CO.'I'' Nelle ie1cento e cinquanta pagine d1 .. I r1cere - ch.t:. pe-r miracolo d·arte. raramente ce– dono o flettono .rouo at pao del racconto. anche .se tOlu.rn per10Mgg1 paiono J or:.are 1c. loro naluro. qua.st dege1tera.r– sero per rtr ùt m1ghan.:a. ouo– gna bado re che .r1omo in pre– itl"n:o. dtll'acceso .rp1nto me– nd1onult td une ra~ottale conttnutt'::::.a 110n e spi,.pa1>1a!: per molti d1 eut l•1 era.a ptr tuue la ftoura a1 UOn Hla.sco} con la loro ., mo.snc– na t•Q.1'Uta epico-• come oe-n disse Il Talla Rosa . .sn-rono ca un f'.'tame so.r1an.:ia,e deUc r!"aila .soc,alf'. aU·e.rame dt qut-Uo .•caunars1 di 1or:e ,n l'"Onl ral'ro che approdarono a1- l"Uni10 d"hal10 piu d1 qua– lunque altro procta1me,uo ai ngoro.so ncerca .tcientrpca. - I cicc re - .sono 1nJaU111ro– man:o d1 Qutllc genero::.1ont (11'1 t•a dal 13S2 al UiUJ. cn.e J1anno os.J1.11110. outggioro o conrriou1w. ali untpcu::,vnt: progu•n1t·o dtl nostro regno. e come raie i.-a con1n1tnHo, Aurorrrso i co.ratten. 1 co– srurni, i contriut1 e lt a.spt– ro::10111ae1 a1ngo11 e arue ma.Uf' .ri ha u,i monumento dt pr1mi.ss1moordine che mE'.t– lc 1n ch,ara t guuta luce. pur col 1uo gioco a omore rupcndo. Il penodo gt.nat:1- 1·0 dt-1 no.tiro Risorgunenro. Bandi lll fretta

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=