La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 7 - 12 febbraio 1961

Domenica 12 febbraio 1961 LA FIERA LETTERARIA CON CLV I }]AMO LA PUBBLICAZIONE DELL'EPISTOLARIO l'na"rarPfazimm,, rii Govoni r uturista (conllnua dal numero scorso) n. 15 P1ci·c S. Sto!/ano (Arezzo) 27 novembre 1943 Carissimo Corrado, risposi a una tua lette– ra lunga con una mia (brevt?) il 24 settembre. Son più di due mesi: non ho a,·uto più f\,Oliz1e di te. Perché mai? Forse ,··era. nelle mie pRrole. sapor di af?rume'.' Ì\1m credo. Ti ri– chiamai. mi par di ricor– dare. a , crnà per noi fon– damentali e irrecusabili. E anche !òiCci fosse stata. nell3 mia lettera. qualche punta amara (e mi sem– bra impossibile. pensando all"affetto che ho per te) a,·resti dovuto, se amico ,·ero. replicare e chiarire. Pa·pini a Go, 1 oni dopo la tempesta avrò. Col danno. anzi, d1 avermi preclu:-:o premi più grossi e più degni. Ho avuto malate tutt'è due le figliole, con ansie e spese da non si dire. La Viola s·è un po' rimessa; la minore f.' uscita da po– chi giorni da una clinic:i. dove è statn operata di ul– cero pilorica e ancora non sta bene. Fra qualche gior– no la porterò in monta. j!na. l\l in moglie è angu– stiat:i.. nervosa, stanchissi– ma. Da due mesi non rie– sco a scrivere neanche un articolo! Non posso pro– metterti nulla. perciò. per Doctrina. Sono abbattuto e triste. Ma !-e ricomince– rò a la\•orarc voglio scn• vere qualche pagina su di te. L'Elegia Romana è fe– licemente. liricarnenk pro– fonda. Spero di farti ren– der giustizia dagli ignari e dai vigliacchi. Perdona la mi:i. impotenza e crédi nl mio afrctto. .. Sei rius'cito a riprendere i) la,·oro? lo son sempre quassu (ormai passerò qui l'uwcrno) e riesco. sia pur con fntica e pena. a man– dare mnanzi la mia ope1a. Saluta la Signora Te– resa anche a nome della mia Giacinta. Un affettuo– so abbraccio dal tuo Gio\·annl * n. 16 10, Via Gucrrazzi • Firenze 25 otrobrP 1944 Carissimo Corrado. da qualche millenmo - quanti ne occorsero per mutare le fattezze del mon– do - non so più nulla di te. Son certo che sei vivo nella carne: vorrei essere egualmente certo che sci vivo anche nello spinto. Fede e Poesia non sono soltanto lussi per i iiorni festi\'i: non ti a\·ranno ab– bandonato. e ~lercurio > i tuoi e Col– loqui con l'Angelo> e mi hanno commosso. E. vi~ina la Pasqud, an– che se ho colpe verso di te (ma quali?) perdonami e voglimi sempre bene. Saluti la tua Teresin~ Anche da parte d1 Gia– cinta. Arfattuosi saluti dal tuo Gio\·anni * n. 18 Firenzp 12 11ovembre 1948 Carissimo Corrado. perdona. ti prego. il mio inumano silenzio. Tornato da Roma. stanchissimo, ho avuto una lunga crisi di accidia che mi ha impe– dito di !'=crivere anche una ~ola l'ÌJ!:a. ì\la il tuo ricordo e il ri::ordo del tuo dolore sono stati per me. in questo tempo, un perenne e duro rimorso. 'fu puoi capirmi e compa– tirmi un bel racconto per la e Sc~na Illustrata>? A te e alla tua Tere~a S?:li afTcttuosi auguri di )fatale da Giacinta e Gio– \'anm Papini. * Il. 21 Firenze 11 ottobre 1949 Carissimo Corrado. stamani. non so perche. mi sono alzato pensando a te e alla tua triste sorte e m·è rimasto il rimorso di non averti scritto da tanto tempo. Nessuna circostan– za esteriore ha suscitato la mia e affettuosa fanta– sia> - da molto tempo non ,·edo nulla di tuo e forse è colpa dei miei oc– chi che non mi permetto– no di lej!:"g.ere riviste e giornali. Co~a stai facendo? Sei sempre condannato all'or– ribile prigione di Piazza di Pietra? Stai componen– do o pubblicando nuo\·e opere? \ orrci fare qualche cosa per alleviare la tua pena mn non so 111 qual modo. i\li dicono che a Roma si sta preparando la re– surrezione dell'A. d'I. Se In notizia è vera penso che tu dovresti essere uno dei nuovi accademici e sa• rebbe giustizia {benché tardiva) e, 1orse. per te. una tal quale consolazione delle tue tristezze. O sba– glio? Perdona l'errore. s·e tale, pensando che ne ha colpn l'affetto che ho per te. Sto correggendo le boz– ze del mio l\lichelangiolo. che uscirà m no"embre. Ricordami alla tua Te• resina. Un abbraccio dal tuo Giovanni Papini. * n. 2~ Via Guerra.::zi, 10. f"iren::e 1• luglio 1950 Carissimo Corrado, quel che mi dici nella tua ultima lettera mi ad– dolora profondamente. Te– mevo, purtroppo. che la tua Teresa. cosi duramen– te pro\•ata, avrebbe finito col ricadere in una crisi violenta ma non pensavo che la rea7ione sarebbe stata cosi erave. Spero che ora si stia riavendo, dopo la tremenda cura. Dille che io. Giacinta e \"iola le siamo vici:li con tutto il nostra affetto. )li turba. e non da ora. lo sconvolgimento del tuo animo. Hai molte. moltis– sime ragioni e comprendo, soffrendo. il tuo sdegno e la tua angoscia. )[a credo che un poeta - (111 \'ero poeta come tu sei - debba tro\·are in ~è la fo:rza di risalire dal fu. rore a una superiore sere– nità. Non ~oltanto J'Itaha odia i poeti ma ogni pae– se del mondo. E non odia– no soltanto i poeti ma tut• li che sentono al di sopra del gregge. Chi conosce la storia non si stupisce ne s'affiigge. Il dono della poesia è cosi grande che bisogna pur pagarlo ad al– tissimo prezzo. al prezzo di miseria e di pianto. lo vorrei poter fare qualche cosa per te. che ammiro ed amo da tant,l tempo. ma purtroppo sono anch·io - nonostante le apparenze - pecora segna– ta. e persona non :?rata•· \'i\·o solitario e crucciato ne ho rapporti con 1 po– tenti del giorno. Ho la sim– patia d'una parte del pub– blico ma le cricche polt• tiche. critiche e giornali– stiche m'ignorano o m'av– ,·ersano. E da molto tem– po non riesco ::i ricevere neanche un centesimo d::ii paesi stranieri. Per il Prc. mio ~Jediterraneo ._.acca• duto a te quel che è acca– duto a me. anni or sono. E' passato più d'un mese e non hanno mandato nul– la e temo - a quel che m1 dicono - che nulla Vn abbraccio dal tuo Gio\•anni * n. 23 f'irenze 16 agosto 1950 Cari::;simo Corrado. non ho mai a\'uto da \'iaregg10 una notizi;l cosi bella come quella che m'c 1,?illntll Slamani. )li Cl'ede– rai se lì dico che la desi. deravo e l'aspettavo'? Ti persuaderai che non semp:·e e l'Italia odia 1 poeti>? Spero non ti oc– <.'.lda come a me per 11 Premio l\Ieditcrraneo <non ancorn pa~ato). Anche Giacintn :m prcgn di cspnmerli la su,1 gioia. Da lei e da mc affettuosi auguri alla tun Teresa. Un abbraccio dal tuo Gio\'anni Papini Dal ,olumc • Rarcfn1lone e Parole In llbcr1à • - Edldonl futurbtc di t'uula" (l9U) i\lolto ho perduto (due case. ~ran parte dei libri. dei quadri. dei vestiti ccc.) ma in ,·crità nulla ho per– duto perché Dio mi ha fat– to accett!\re con lieta se– renità la sventura e l'ani– ma e più forte di prima. Anche la ,·ita è salva per miracolo: .1lla \'erna ab– biamo anno per due sct– t1mane un cannone~i:,ia– mento micidiale che ho di– roccato chiese. convento. presterin e ha fatto ,•it– time. Per tre \'Olte ci han– no dovuti ,,ascondere per non esser cleport;Hi dai te– deschi. Dal1'8 settembre siamo stati o:-piti del \'e. scovo di Ar<'no; il 10 Ol· tobre ho potuto fìnnlmen– te rivedere le mie figliole. 1 miei nipo~i e In mia casa con la bibllotecn intntta Ho già ripreso il tremendo hworo del e Giucl1zio l"ni– versale >, \'ivo tran~uillo e molt:1 ~ente e venut,1 a tro\'armi con ,·isi cotdiah. Jtla finalmente son tor– nato alla mia ratica e ho scritto subito a )Iissiroli, con tutto il calore che immagini. Appenn avrò la sua risposta ti riscri"erò. Oggi ho decine di lellerc da scrivere (d 1 un mese non rispondo a nessuno) e debbo es:-er breve. ;\la sappi che ti ,·aglio sem– pre più bene e che non ti dime•,tico. Saluta per me e per Giacinta la tua Teresa. Un abbraccio dal tuo J.'1 L,:.\ DOC illE.\TARlO l:',EillATOCRAFICO LA TORI,\ SE.\IPLICE DEL PITTORE SCO-'IPAR'O * * Il. 19 F1re11::e GiO\'l.11\lll 22 novembre 1948 Carissimo Go\'oni. di. Fi,,,·e,~zo * ho il piacere di presen– tarti la Signora Jolanda Pela1?;itt1. rednttrice di una importante rivistn (L'Arte ~led11erranea) che uscir:\ in Aennnio a Firen7e. l.n Si,::nora Pelngntli. che Aiil ti conosce e ti ammirn. ,·orrebbc da te unn bella lirica e un,1 pagin;l d'in– trodJlione 1• commento in pr.'.>sa. La collnborazione. naturahnentiJ. (" compen. sata e ti prego \·ivamente di e::-audire il desideno delL, Signora e mio. La sua pillura è un continuo empito della fantasia che tra figura ogni ro a sotto lo stimolo della quotidiana realtà e sulla guida di pochi motivi essenziali )tn ,·orrei snpcrc eh te. dei tuoi. del tuo stato d·arnmo. del tuo hworo. lo <' Gi~1cint;1 ril"ordiamo con amicizia m~morc la tua Teresina. Scrivi. se puoi: non di– rnenllcare d11 ti vm1l be– nc. Non resta, ormai. che Dio. l'Arte t• l'Amicizia Un arfcuuoso abbraccio dal tuo Giovnnni * n. 17 10, Vtn Guerraui • J,'1rcn::c DomL'rlfC'a delle Palme 1945 Cari,simo Corrado. ti ho scritto più di una volta ma non ho avuto neanche una parola da te. For-c. senza \'olerlo. ti hanno ferito le mie paro• le? :'\'on credo. non mi p.ar possibile. lo penso sp esso a te. al tuo dolore. alla tua paesia. Ho \·isto in l"n afrettuoso abbraccio dal tuo Giovanni Papini * 11, 20 10. Via Gucrraui. Firenze 22 d1cc.•mhrc 1948 Carissimo Corrado. il mio silenzio li a,•rà fotto indonnare la nrnhn– conica verità. 'on son riu– scito a perrnaderc i\liss1• roli ad accettare lo tu,1 eolln.born1.io11e.El,!h dice che :-ci un ~ccellente poe– ta ma che non sei ndntto per 1111 giornale. (L'eterna storia dell'albatro di Bau– delaireL Pen!ierò ad altre \'ie perche mi assilla il pcnsit'– ro Ji aiutarti a render meno dura e dirficilc la tua \'Ila. Hai 8\'uto la ,·i• .:-1ta della Signora Pela– gat11? Potresti mandarmi norcn,o Tomca. che ab· h1.1mo I icor<!ato ai nostri lct· 101 i in occ.:a,ione della ,ua di1>,Hli1,1 a\\cnuta qu.,khc mc,c addic110, fece l'ultima ,1pp;.1ri1ione Ira gli amici pt.r I;\ n.•:llina,ionc di un do.:n- mcn1ario iiirnto da ,\glam.:o Ca-.adio b p1ima, :=ra ,cor,a, do.;umcnlario che, on:-,cnt;ito all,1 \\o!:>tra di Vcnc,ia. 01- tcnnc il premio .!>fX'\:ialc dcll.1 Giuria. Cusl. oltre alla ,ua oper.i, che L'l :i.uguriamo di ,cdl.!r ri– prc,entat.1 in una rctro!:>pCl· 1ha ni1ica e con in1cnti ..,,o– rki_ rirn.1nl· .inchc la tcsti– mc-nian,a df'I mond..l nel qu.,- le ,i"i~e l'arti-.ta, aio\'ando-.c– ne pa le '-\IC incontondibili crea1.ioni estetiche: dalle ac qua,,mticrc della chit·,ctt.1 di Zoppé in Cadore, do,c To– me,, nacque: nel 1910. alle l'an· dcline di cC1";1 appe,;~ ai muri ddla s;.1grc,tla; dalle lanlcmc ,lei pa\tori ai fiori di Qmpo c.hc l'arti',la r.11:co&:lic,a in c,1at c: in Cadore e che poi porta, a ., \lilano per di pin jtt:di. ln."'ichi o ,cechi 1.hc fo~"CTO. Le ma')Chcrc di Tomc:1. poi, come , icn.: ampiamente do• cumen1a10 da c.,..,adio, ,ono quelle che por1ano i mon1.1~ n:iri alpini durante il pi1.-colo c.'\mnalc:; e le \'ariantì ,an– no dal lcma • manto e rno• ~lic: che ballano in ma,d1cra nella piaz.1.c:11:1 di Zoppé • alla macabra tra,ligur.u:ionc dt+ le ma,chc:re in ~chcletri Tra,;fìgurarc la realtà. pun• ~ tare rt \ olle ~mche \lii riconh di larici e abeti '\Cpolti Ira le nmolc. ~ui forti colori au– tunnali: ceco gli elcmt•nti che ,e d,1 un e.mio riescono a dare una mic;ura :1lla mon– lain3 liberandola di oani 1c- 1orichmo pittorico, dal\'allro cnnlo tinhcono col di'>'>ipa– r1. la ditlidcn,a che ,i h.1 per tulli quei pittori che c;i at1,1cc.:rno ali' araomento e montaiz:na > e ne fanno una ,·oca71onc C\dU!:iÌ\ a, cedendo Affresco del 17 &5.SI 1ro\a nella casa natia di T omca. Ad esso I' ar1ls1a s' I plrò t)t!r Il grande mosaico dc.Ila ,. Cnx::lfi.ulonc • , ia , ia a un !lcmpre maggiore O\fiClll\Ì-.mo. La • rcaltl • di Torm:a è sempre una s;celta congeniale, sul filo di un scntimcn10 au· lentico che non oITendc gli s;crupoli propri dcll:-tfonta<.ia; quc!:itOcontinuo diflt'rcnLiar!li della n:alt~l dall;J. lant;J.,ia ncnc: da CaSadio ottimamcn– lc documentato quando dal fotogramma di una monla· gna cosi com'e, egli pas,a un lotogramma in cui si ,c:de il di (.n·s1~PPI~ l'o,(i(OU'l'li\O corri,r,ondente pac,ngiiio di 11into da Tomea. E l'cu:ntu:1• le confronto, oniamentc. dc 1crmir..1 la ,uperioro ,u'1:"..: ,1ionc del dipinto di fronlc ·illa rcalta. Prima di 3mmala.1"'1i, circa due annì or ... ono. Tomcn er,l lomnto ai quadri di "r.mdc impian10: uno lo nbbiamo ,i-.io in un Prenuo ~fo.:hcui. un altro al \laggto di Bari, alcuni - con omini che ,cm• tira, ano &:nomi - nello -.iu dio dell'artista a Mil,mo. C'era. in c:odc,;;li quadri. 1.l ,olonlà di 1eqimoninrc la rag~iunta ma1u1itJ: e c'cm an<.he l'o:-curo prc,a1Zio di un cido iniziato Lanli .11111i ad• dietro e che b...,ogn;n,1 .,I piu prc\to concludere Il ... uo ultimo piu grande in.pegno, che ali è \tato pa,– ,ihilc 1>0rl.trc a r-omp1mcn1U, tu un mosaico Ji ottoce nto mc.'.'lriquadf"dti r.1,ppr6c.'. 'nt.in • te la Crocctis"iione e coll oc.1 t o ni: lla chic,., di anta Bar· b ;J.ra nei pl"('"i"iidi \lilano. A q u~1a grande cornpt>,izionc egli pcncnne per arndi. con uno ,tudio approfondito del· \'insieme e dc:i particolari ..,j. no al boueuo da .,\"ilupparc. Quando ormai anche lui di• !:i pera, a di ,opra, ,·i\'crc al male che lo tcnc, a inchiodalo a un Ictio, \'Olle nella \ua ca– mera di soffcrcn7..a il bo1.1.et · to; cosi sino aizli ullimi iManti, egli ebbe con ... ~ il Crocefisso e le colliric "iJ',\O· se che fanno da sfondo e che in rcal!à legano con le man– lagne cadorinc. La compo– ,izionc senza dubbio contortò il credente e l'arti\la nell'ora 1ristc del lrapa~,o: e ,c:rn ror:c a ricordargli anche un cara1teristi o al1resco JlO~ lare attaccalo all'cs~mo del· la sua casa di Zoppé che ri– sale al 17 5. 1 ella piccola plaz.za di Zop pè ogni anno si s,•olge Il Carne.vale cadorlno. Tale usam.a è presente In l1111u111erevoll quadri di To mca: è diventa S0\'enlc Immagine triste, allorchè l'artista lrasligura In .scheletri le maschere. Nel quadro che riproduciamo, ln\'Ccc, il carnevale è colto nelle sue e.ssenz.lall caratteristiche oru allcKrc, ora mullnconlchc Vari ,;ono i mo1i\i del mon– do di Tornea; ma cs-,1- du– rante; la bre,e \ita dell'arti– .,ia - ntom:mo con un ac– cento sempre più profonda· mente rcliw:io!:iO c .:on qual• co!->adi nuo\'O e d'immediato, quasi \'arianti di un occulto moti\·o unico. L'accenn.Ha ,a– \la rctrosp(!ttha torneami (che potrebbe c,i,cr compilo di una Biennale ,cnc,iana linalmcnte fuori dalle ~cche mani.eristiche) conlcrmcra. pensiamo, queMa nostro a)• "'c111onc e contribuira a rar comprendere il ,maolarc in• canto di ogni pur piccola te· la del pi11orc immaturamente ,comparso. Par1lcolarc della • Cro«lìsslont •: mosaico di ccnlo metri quadrati collocato nella chiesa di \letanopoll, la clllà del mctan o sorta da qualche anno in Lombardia, nel pressi di .\lllano. E' J'ul1lmo arande lmpt!xno al quale allcsc Tomt .a, mentre le forze c.omlncla,•ano a man– c.argll; culla\la t. opera di ar1l.s1a autentico, c.hc u tndurre nell'antica tcc.nka musiva la A dcstm: Tomea nel suo s1udlo (una softìtla In \llale Beatrice d'Este a MIiano) dove ha J;worn10 per circa trent'anni A sinistra· 113 1 di z ~ de.s1ra la casa dove l'artista nacque nel 1910; In fondo è la ,,aJlata cadorlna: luoghi che l'arlisla ha tante volte dlplnlo. Nella vall:ila u q'u/f< ula 1 ;11 N..: sollo la nc,e. SI vede • sua l1p lrazlone fondam ental mcnlc: rellalosa in cui Tomea riposa accanto alla madre ' 5 se1>o 10 a a neve, è 111>lccolocimitero

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