La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 5 - 29 gennaio 1961

Domenica 29 gennaio 1961 T A' FIERA I F:TTERARTA Pae. 3 DOPO TRENTACINQUE ANNI DI LAVORO * CONCLUDIAMO LA PUBBLICAZIONE DEL SAGGIO * E' uscito il primo dei quaranta volumi del "Dizionario biografico degli italiani,, Poesia e libertà * di lì.l'RICO F,-1LQIJI tà. approda a una molti– plicaz.ione dee:li indi\•idui storici. Si finisce per ren– dersi conto che i grandi fatti storici. le grandi epo– che storiche, sono fatti ed epoche di moltitudini. Non già che scompaiano le grandi per5onalità: ma ci si accorge che l'opera loro è inizio. interpretazione, riassunto. di quella di mi– ~liaia e di milioni di indi– vidui. Non tutti. certo. identificabili. biografabili: ma pur tuttavia tanti da fornire lo schedario di decine e centinaia di vo– lumi: di dizionari bioj?ra· fici universali. nazionali. re,nonali. locali >. fatti uomini un po' dal– l'alto. un po' da lontano >. E qui c'è da guardare, riassumere e giudicare tante e tante vite d'ltalinni che si ricollegano e si con– figurano come la vita stes– sa dell'Italia: e in espan– sione europea e mondiale». Le persone che hanno avuto qualche e particola– re rilievo nei vari aspetti e momenti della vita e del– la civiltà italiana, dal V secolo dopo Cristo ai gior– ni nostri>. qualunque sia stato il campo della loro attività, dal politico al letterario. dal religioso al– lo scientifico. daU'artistico all'economico, dal sociale al culturale: tulle que– ste innumerevoli persone avranno il loro esatto car– tellino bio-bibliografico co- me in un enonne pantheon ridotto a catalogo. ma non meno illustre e certo più utile. Meno si comprende e meno si giustifica perché, avendo giustamente inse– rito quegH Italiani d·on– gine che hanno operato alrestero. si sia ritenuto di dover accordare uguale tratta.mento anche a e que– ili stranieri che banno partecipato in maniera di– retta e continuativa alla vita italiana>. Sarà co– modo, ma è ingombrante e distraente. Ad esempio: perché tutti i pontefici e i sovrani che hanno disposto di corti stabili in Italia? Di conseguenza anche i viceré, i governatori, i prelati. g I i artisti, gli scienziati. i filosofi: tutti coloro insomma che, aven– do vissuto in Italia. si sono variamente inseriti, con (Contln~ pai:, 6) P RIMA di giungere alla conclusione di questo saggio, ci sembra op,, portuno rispondere ad una domanda, che si è presen– tata spontaneamente alla nostra coscienza: quare la soluzione che la poesrn oc– cidentale può offrire ad un lettore, disposto a chie– derle consiglio? Una di queste soluzioni potrebbe essere il rifugio nel mito, non come sem– plice evasione nel passalo, sulle ali della poesia clas– sica o sulle spalle deboli del sogno romantico, ma come fuga al di là del tem– po, meravigliosamente i). lustrata da Mircea Eliade neJ suo romanzo Forét in.– terdite. Chi conosce l'atti– vità filosofica di Eliade potrà seguirci ora con maggiore facilità. Il prota– gonista del suo romanzo. oppresso dalla fuga del tempo. angosciato. come ogni uomo moderno, dai colpi che questa fuga fa. tale ci assesta ad ogni istante, prende la decisio– ne di vivere un·esistenz.a * di 1'1:\'TU,A BORIA. doppia: la normale, che implica rinunzia alla lotta, accettazione di tutto ciò che viene dal tempo e ci distrugge, e un'altra. che lo situa aJ d1 là del tempo, in uno spazio segreto e ideale, dove non arrivano I rumori della storia e do– ve nessuno, neppure sua moglie, ba diritto di acces– so. L'esperienza sembra fit1[zla, a prima vista, pu– re intere società la prati– cano. Basta cnare qui e li mito dell'eterno ritorno >, lo studio in cui Eliade il– lustra oppunto l'atteggia– mento di tante società pri– mitive, che resistono alle provo? della storia. ritiran– dosi nel mito, sabotando la storta. Poiché tutto ritor– na. un'epoca di calma e di felicità farà seguito fatal– mente aJle attuali scosse. La felicità del passato ri– tornerà intatta a galla. Il mito, in questo caso. è schiavi de) mito. voglio di– re del ricordo, di un ri– cordo assoluto, individua– le e collettivo. La sua Vi– sione del mondo sarebbe non meno falsa di quella dell'eroe tragico di Elia– de. Egli d proporrebbe un paradiso, che ha cessato r-r sempre di e,,ostere. La sua arte poetica sarebbe strumento di una menzo.. JZna, un'impalcatura di iJ– lusioni. Ciò che importa in questo momento è eh.e una catastrofe simile n•,n sia mai più possibile, che nessun uomo e nessun Paese siano più costretti a rinunciare alla hberta, che tutti gli uomini pos– sano conservare il loro passato senza compromet– tere o distruggere il loro avvenire. E lnnanzJ al falsi del. che. lanciando nuove lune nel cielo, si presentano ag!I uomini sotto la !orma dl una nuova minaccia. Qu.a– t:modo dedica q"Jo!Sti pic– coH poemi aJ:a vera crea• zione, que!Ja che è !atta di un·euenz.a che d rassomi– glia e che è eterna (il pri– mo ~::na di questo c.– clo &intitol.a • Alla nuova luna•): In principio Dio c::ri ed il cielo I e la tena. poi n.el .ruo giorno I ua.tto miu i. luminari i,i cit'l o , e al aet– hmo giorno d r.po, ò. I ~ po miliadi di an ni l'uo– mo. I fatto a ma fm.ma. – grne ~ aomialiaJI.Z4. I .e nzo. mai npo,aTe. con la sua I intelligenza laica. I unza tlmOTe, nel cielo sereno I d'un.a notte d·ouobre I mise altri luminari ugua:i I a quelli che Q')TOtiano I da::a CTeaziorte del mondo. A m.nt. . Il poeta risponde eosl al falsi dei: L"alacre e Istituto delta Enciclopedia italiana>, fon– dato - giova ricordarlo - da Giovanni T re e e a n i. mentre sta per completa– re col dodic~simo volume il Dizionario enciclopedico italiano e per ae:iiornare coo una terza appendice la Enciclopedia italiana. sen– za sfarzo e senza chiasso. con la riservatezza di chi ha coscienza d'a\·et seria– mente assolto il proprio dovere. presenta il primo dei quaranta volumi del già famoso (per il gran parlare e sparlare che se n'è fatto fin dal 1925) Di.ziondrio biografi.ca de– gli Italiani. E l o pr esenta per tramite del suo presi– dente, Aldo Ferrabino. 11 quale, nel mettere in ri– lievo che l'Italia. simil– mente ad e o~i altra del– le maggiori nazioni >. non poteva non ambire a tanto sollecitata Biografia nazio– nale come al e monumento storico della propria unità civile>, Si rallej,!ra che la uscita del primo volume coincida con le manifesta– zioni celebrative del cen– tenario dell'Unità. Ma come utilizzare tanta massa di nominativi se. anche con la dura restri– zione che esclude quelH dei viventì. si raggiunse. durante lo spoglio e la raccolta, la cifra di circa quattrocentomila schede? Anche ridotte della metà. a t t r a verso selezione. avrebbero costituito e cosa senza conironto e non tol– lerabile». Come rimediare? Restringendo i limiti cro– nologici dell'impresa op– pure suddividendo losche– dario in più serie cronolo– giche e pubblicandole se– paratamente? e Bisognava - spieJa il Ferrabino - attenersi con rigore logico al mero concetto di ciò che ba da essere la bio– J?Tafia per chiamarsi sto– rica. Peso irrile1..-ante ha l'individuo sinj,!olo nel va– sto fluire degli eventi. se la vita e l'opera non siano improntate a spiriti e a forme universali. senza cui neppure la personalità sus– siste. labile come la cro– naca e vana come l'illu– sione>. Fu pertanto deci– so di spartire il materiale in due opere: il Dizionario presente e un Repertorio futuro: destinando il se– condo alle voci minime e il primo alle mediane, maggiori. massime. in nu– mero di quasi quaranta– mila: e impartendo di ne– cessità un differente svol– ,rimento alle bio-bibliogra– fie: pill succinte e infor– mative net Repertorio, più svòlte e ...:ritiche nel Dizio– nario. Spartizione difDcile. che non mancherà di la– sciar àdito a incertezze e a discrepanze. cui tuttavia lo scelto corpo redazionale si è studialo di rimediare mettendo a prÒfitto e quel superiore equiHbrio intel– lettuale che. nei limiti della natura. è l'oggetti– vità migliore>. LE ~JIO§TH.E D'ARTE * ITlJ.LIA rappresentato da un fatto storico primordiale. che generò una determinata so– cietà e jJ cuJ ritorno nel tempo rappresenterà la fi– ne della prova. l'avvento della pace e della gloria individuaJe e collettiva. Basta saper eludere il tem– po. Su quest'idea il per– sonaggio principale di e Fo– resta proibita, costruisce il suo rifugio, in una ca– mera segreta. dove s1 riti– ra tutti i giorni e dove la storia degli altri non giun– ge. Senonché qu6'\o riti– ro, situato al di fuori del tempo, si situa subito in un tempo suo, dove un al– tro dramma si abbozza a poco a poco. Una donna viene a turbare questa pa– ce. e la vita doppia del no– stro eroe diventa un dop– pio amore: per la donna, rimasta nella tempesta del tempc, e che è sua moglie, e per la donna apparsagli sull'orizzonte del mito. l\'a– turalmente. il sotterfugio viene brutalmente distrut– to ciagli avvenimenti. Ne!. la morte, quindi, l'amore mitico si realizzerà final– mente, e ciò equivale aJ fallimento del mito, la cui regola generale dovrebbe ess~re proprio quella di sfuggire alla morte. Questa soluzione. del ri– fu)lio nel mito, non ci sembra, dunque, vale\.·ole– C'e qualche altra soluzio– ne poetica acce-ttabile? c·e, e due poeti. fra altri, certamente. la rappresen– tano con maggiore forza.. Uno è l'italiano Salvatore Quasimodo: l'altro. rau– str!aco Bennann Brocll. -Se in rira al mare di Aci- I _ io poteui dal nul– la dell'aria._ I _ erica for– mare dal nulla I una fo-r– rnica e ,pi,sge-Tta nel cono I di sabbia del ,u.o LabirilltO o un. çinu I ehe dia con– linua gioi;in r__za a: m.iO I più fedele n.emi.eo. I fc,rw allora ~rei ,imil e a D:o Per documentare e illu– strare la laboriosissima vicenda storica italiana attra\•erso le vite e le ope– re dei suoi protaj,!Onl5ti. che cosa si può immaj?i· nare di più rappresenta– tivo di un dizionario bio– biblioj,!rafico in cui siano relristrate le e voci > mas– sime maj?giori mediane minime di tali prota20- nist1? E a tal fine. e per trentacinque anni. due 2e– nerazioni di dotti ». capi– tanate fino aU-aprile del ·59 da Fortunato Pintor e dopo da Alberto M. Ghisalberti. hanno accudito all'immane raccolta dei dati storici riguardanti i nominativi individuati in e tutti i se– coli deu·era volj,!are dal V al XX secolo, escludeq– do i viventi>. e in ciò differenziandosi dall'Enci– clopedia e dal Dizionario enciclopedico, dove anche ai viventi è stato invece riconosciuto il diritto di entrata. sempre che abbia– no saputo Jr'Jadaj,!narselo. fJasorati ;:rafico Riteniamo che questo ro– manzo. che anch"esso e una epopea, ponga il problema da noi più sopra adombra– to: quello della soluzione del nfugio nel mito. Indi– vidui isolati in mezzo ad una società dinamica. co– me la società occidentale, iJ cui successo è stato ga– rantito dal suo modo tipi– co di vivere il tempo e di seguirlo. senza mai accet– tare l'idea di un ritorno o d'una evasione - conce– zione. questa, della filoso– fia cristiana della storia -, individui isolati in mezzo ad una simile società non Potranno mai tro\·are cre– dito fra noi. Ci è impossi– bile eludere il tempo: non ci è neppure utile eluder– lo nel quadro cli una con– cezione cristiana della sto– ria. ll poeta, che lo faces– se, s.arebbe ench'egli U.'l isolato, e il suo messaggio non avrebbe eco. L·eroe di Eliade e spazzato via dal tempo, dopo aver provoca– to, col suo insensato atteg– giamento, l'm!ellcità dei suoi. della famiglia e, in fin dei conti. della sua stes– sa amante ideale, che tra– scina nella morte. So be– ne che !"idea del ritorno, del ritorno mitico. è cara agli esuli in generale, ma essa è falsa ed illusoria. Questa affermazione non esclude. però, la possibiJi– tà di un ritorno materiale, solo che tale ritorno avver– rà nel tempo, e in uno spazio trasformato dalla storia. L'esule non torna mai, egli ria!ferra il tem• po perduto, ad una S\'Olta della storia. e. se non è preparato ad accettare iJ cambiamento, che la sua assenza suppone. il suo di– sincanto sarà terribile. Nella sua ultima rac– colta - e La terra impa– reggiabile> -, uscita nel 1958. Salvatore Quasimo– do, che nei suoi primi vo– lum1 faceva un mito della sua infanzia e della sua isola natia, la Sicilia. si trasforma in un part1g1ano coraggioso del presente. della vita. sfidando i rischi che questa posizione com– porta. In tal modo. egli continua la vena classica della sua poesia d1 sem– pre. nel senso che accetta il suo destmo di uomo. senza accusare né gli dei ne la sone. e prendendo posizione contro coloro fra gh umani. i quaJ1. imitan• do i gesti del Creatore. pensano di sostituirsi al Demiurgo e generare un nuovo unh-erso. Egli scri– ve i seguenti versi di una semplicità. che raggiunge la perfezione, e in cm il suo amore della vita e il suo coraggio di fronte alla vita ci lasciano già intrav– vedere una soluzione: neWugu.ale f~e=r;. d~lla vila I e della morte non con.trarle. Ed ecc:.i n poema. C::e conclude iJ libro. e eh.e è U:'l • Altra rtsposta • a! peccato di o:gog.!10: In qual modo. poi, ciò debba essere valutato. di– penderà · dal criterio di valutazione e dal settore (reHgioso. sociale. econo– mico. letterario, artistico. scientifico. ecc.) in cui viene esercitato. Ed è stato notato d a I Salvatorelli (Stampa, 15 t;lOv. 1960) che e l'avaniata della de– mocrazia. l'avvento delle masse. si è ripercosso ne– cessariamente sulla storio– grafia. .. A prima vista. co– desto indirizzo storico, che possiamo chiamare sociale. non sembra favorevole al– la bio,grafìa. L'individuo scompare di fronte all'eti– chetta sociolo,2:ica, alla ri– cerca stati.dica. Ma il fat– to è che. finché si rimane sul piano della socioloj?1a e della statistica. non si arriva alla storia. Per ar– rivarci occorre. precisa– mente. l'individualità. Oc– corre avere innanzi a sé uomini. persone. L' indi– rizzo storico - sociale. se portato innanz.i con serie- l\la. al di sopra delle ra~ioni del discutere e del dissentire (e a protrarle all'infinito bastano l'esclu– sione dei viventi e la gra– duazione de~li inclusi). la opera reca e mostra e ia– rantisce le raiioni del con– senso, in riconoscimento e lode dell'imponente lavoro condotto. per anni ed anni, con l' e imparziale inten– zione> di non sottrarsi alla nonna dello storico e avvezzo a guardare cose Felice Casorati grafico non è da scoprire, essendo nota la sua singolare ca– pacità di esprimersi com– piutamente nel bianco e nero: ma è ancora da stu– diare. Ricordiamo due pic– cole mostre di una trentina dj opere ciascuna, una alla romana Galleria del Van– taggio nel 1959 e l'altra al romano e Torcoliere > nel 1960. i\Iostre che in un cer– to senso si completavano e che servirono a sottolinea– re. nell'ambiente della ca– pitale che è poi quello na– zionale, il peso di Casorati disegnatore calibrato ed estroso nello stesso tempo, cioè dedito a un disegnare e a un incidere sapiente ma non artificioso, e per altro carico di un'emozione (si finirà col parlare. senz.a apparire eretici. di un Ca– sorati sostanzialmente ro– mantico?) controJlata sino alla scontrosità e a una ostentazione di freddezza. O\·viarnente le due pre– citate gallerie svolgevano opera culturale e di pre– stigio, poichè ancora in Italia sono pochi quelli che intendono e amano il di– segno. dopo i secoli d'oro che arricchirono - per esempio - le raccolte de– gli Uffizi. il disegno come forma d'arte più pura (e più astraita) della pittura. grazie al suo specifico Un– guaggio che non si giova delle suggestionl sovente esteriori e decorative, del colore: ma - nello stesso tempo - tentativo quasi direi pionieristico di far conoscere nel suo comples· so, e in uno degli aspetti più validi, un artista che è da ritenere poliedrico e sempre e impegnato > (si pensi anche alle sue scul– ture. aUe sue ceramiche. ai ai suoi mosaici. alle sue sce– nografie, ai suoi arazzi: at- LID __•Non è facile per un gio\•ane creare opere che t.engano conto di elementi OOSl d.J.sparad e non sempre G1w:iqwnl0 riesce ad orche– strare pe rfettamente le pro– pne te.le. ma già per questi nsultati bLSOgna fare gran conto di lui come uno degh esponenti più colti e più .. felici" dell'ultima genera– z:.one•· Cosi conclude\·o un mio pezzo su G1anquinto CFiera del 2 novembre 1958) in occasione di una sua personale. tenuta alla Ali– berL nel '58. A tre anni di distanza. con questa impor– t.ante espo61rlone aJia Nuo– va Pesa. Glw:iquinto man– tiene le promesse di quella prima m06tra romana. E se mJ sono abbandonata lm– modestamente ad una cita– z!one. è per quei due agget.– tivl - .-colto e fe11oe• - che mJ sembrano compen– diare. Wttora. le pnnclpa.11 carauertstlche del giovane arusta veneziano. Glanquinto è assai prepa– rato culturalmente. ma. un tempo. proprio questa ap– profondita coscienza critica. questo vigilante controllo intellettuale. lasciavano nel– le sue opere l'impronta di u::c.a !ad~ ricerca forma– le. taJora 1n dissidio con la sua vena Urica. Ora. invece. questo dissidio è scomparso: Gianqulnto vive con sicu– rezza ed abbandono la sua bella stagione pittorica. Ra– ramente abbiamo visto trat– tare dei quadri di cosi va– lite proporzfont con maggio– re libertà e sicurezza. Sem– bra che a pittore si oompor- ~le. dJ ~:nJf !~~te~: * Bichter e * di LORENZA TRUCCHI plcooll !ogll da dlsegno: evoca, scrive, dipmge I pro– pri Impegnati poemi reali– stici m uno stato di grazia. Egli è oggi tanto sicuro da essere fin temerario e da non opporsi ad un abile gioco oomp06.luvo. qua e là. non privo di sapienti astuzie. Realista per I conrenutJ e per radici culturali (da Pi– casso a Guttuso). Olan– qwnto afironta U quadro con la libertà morale e l'ab– bandono espressivo di un astrat.to. lasciando che U suboo nsclo e l'Istinto si ma– nifestino liberamente e l'in– coscienza dell'Invenzione si equilibri con la cosc.Jenza dell'esecu.z!one. Voglio dire cioè. e spero di non essere fraintesa. che Olanqulnto deve p1ù agli astratti che al flgurativi e se egli rimane realista nel contenuti e nel– l'impegno morale. la sua tec– nica, o se s1 preferisce la sua disposizione psicologica e artigiana. d1 fronte a.1 quadro da eseguire. è lden– uca a qi.;elJa degli astratti. E questa. per me. è una bella pron di come. in arte. sia ut1Je la.sciare sempre aperto U grande libro del conti Ciò non toglie che nel reoentl diplnti d1 Gian– quinto affiori anche uno spiccato interesse pe-r t'ulti– mo Guttu.so Cil Gutwso della Biennale. per inten– derci): sJ osservino quegl! spaz.1 b!anchl quel disegna– re con il colore quando U dipingere comprometterebbe li quadro. que1 voluto pec– cato d1 omissione che se da una parte è un modo di eludere alcun1 problemi pit.– torici, dall'altra è già il sin– tomo d1 una nuova soluzio– n e. ot.ten uta proprio con l' ignora.re. o forse meglio, oon U capo\'Olgere questi ste.ssf problemi. Ma. sopratwtto. questa mostra. polemJca ma non retorica. aperta. attuale e somolante. piena. alla pari. di idee e d1 abbandoni. di realtà e di fantasia. cl con– ferma che 1n arte è pur sempre la poesia l\m.lco va~ Ildo salvacondotto delle Idee. La Galleria Allbert. 1n oollaboraz!one con la Galle– ria Paga.!11 di Milano. ha allestito una Dl06tra d1 Hans Ricbter: espo6.iz. !ooe per Roma. ptuttoi;to sup er– flua dopo l'esauriente ras– segna di tutta l'opera del pittore - dal 1909al 1958 -. stupendamente presentata dalla Galleria Nazionale di Arte Mcx!erna. nel gennaio del 1959. La Medusa presenta una antologia dJ opere di Burri, datate dal 1948 al 1955, che oonsent.ono un interessante sguardo retrospettivo lungo la prima produzione ascratr– ta del pittore. ancora legata a schemi ieometricl e nella quale spesso affiora un viYO interesse per !•opera d1 Prampolinl. Meno ben do– cumentata la fase delle * di GllJSEPPE SCIORTl~O Felice Casorati c. Giorgio Mo rand! in una trattoria romana (autunno 1960) ti\·ità nelle quaJi egli ha lasciato una profonda trac– cia della sua inconfondibile personalità legata a uno stile tenacemente sorve– gliato). Ora la galleria cNarciso» di Torino continua e am– plia l'optra d•ll• du• gal· le rie romane, esponendo cinquanta disegni di Caso– rati. che vanno dal 1917 al 1960; oltre un quaranten– nio di attività. sia pure esemplificato un po' casual– mente e con dei vuoti che rendono incomplet:1. la impostazione storica "della mosLra: mostra che è tut- altri •muffe• e l'evolversi delle nce.rche materiche (collages - sacch!) sviluppat.esl so– prnLtutto dopo l"ades!one al gruppo Orig111e. Del resto U visitatore potrà completare questa ricerca delle radici di Burri con alcune vecchie opere del pittore presenti. proprio 10 questi gioml 1n altre OaJJerie, tra le quali segnaliamo la piccola., Eln– golare tempera del '53. espo– sta alJ'Obehsco, ed un dfse.. gno del 47-48 (?) esposto alla Salita (disegno che cl mostra una particolare pro– pensione per forme ascratte– surreall che potrebbero ri– chiamarci a Oorky e a Wols). Ma. soprattutto. U visitatore completerà que– sta utile antologia an– dando con la memoria alle pnm.e mostre del pittore alla Margherita ('47 e '48) che se ben rioordo furono allora tot.a.lmente ignorate dalla critica, e a quella de– tenninante personale. t.en.u– to all'Obehsco nel gennaio dei '52. nella quale Burri éspose. per la pri.Ina volta. le sue sconvolgenti opere materiche. In quell'occasJo– ne scnve-.·o. tra l'altro, In una mia nota apparsa sul Momento del 18 gennaio 1952: • La ma tena di Burri, alchlmia tremenda e splen– dida. ricca e poverissima, d1 oolla. biacca. vemlci. stracci e mistero. va quasi sentita fisicamente e cl giunge come una novitA as– soluta e Unprevtsta_ Que– ste opere si pongono fuori da ogni classificazione. e. 1n più casi, anche al di sopra o.nJ class1Jlcazione •· ta\"la di grande interesse artistico, perehè ci offre dei bianconeri di sobria bellezza. Siamo in presen– za di un altro passo per una più approfondita si– stemazione del Casorati grafico. Se per le incisioni caso– ratiane c'è da fare tutto un discorso (incisioni spesso tirate in poche copie anti– lettera dallo stesso autore e le cui lastre andarono distrutte per gli avveni– menti bellici), i disegni a mano - a inchiostro, a matita. a lapis colorati - ubbidiscono a un·esigen– za rigorosamente musicale, coincidono quindi con la più liberata ed alta pittura casoratiana. Soggiungiamo che la realtà. per l'artista torine– se. è appena un appiglio, un incentivo (o forse appe– na un vocabolario le cui parole avranno un signifi– cato e un sapore nel conte· sto dell'espressione): e, per riferirci alla musica, note dalla cui disposizione deve venir fuori il miracolo del– la poesia, diciamo pure, visiva Mondo visivo e fan– tasia - se ne ricordino i nostro informali delle va– rie specie e sottospecie - non si escludono a vicenda. Di fronte ai cinquanta disegni di Casorati - qua– si tutti ispirati a figure umane, im·olontaria presa di posizione contro certe aberrazioni possiamo parlare di preferenze, di esiti maggiori o minori: ma diremo che essi sono di un'epoca che non è la nostra? che non sono con· temporanei ai nostri tur– bamenti e ai nostri tra– vagli? Diremo certamente che non hanno nulla a che vedere con questo artista i prodotti di un Burri o di un Capogrossi. di un Ve– dova o di un Mandelli; ma è sempre da assodare la va~ lidità di quanto scrh·ono Argan, la Bucarelli o il Venturi su codesti pittori che noi, tenendo conto an– che dei dati storici di cer– te tendenze, riteniamo pro– dotti piuttosto provinciali di un manierismo ormai senza interesse. Noi ci contentiamo di credere che un Casorati o un Morandi da una parte e un Pirandello o un Mor– lotti dall'altra parte sono tra quelli che si collocano al centro del·nostro secolo e ne determinano la più seria e concreta fisionomia. Si è detto che cla figura femminile. il nudo fem– minile anzi. sentito come un'astrazione formale. ha indubbiamente offerto a Casorati una molteplicità di motivate soluzioni di fi– gurale pJaslicità >: ed è su questo motivo che si arti– cola la mostra in esame. Luigi Carluccio. non oc– cas!onale presentatore, ol– tre e. -ricordare dei nomi (Gustavo Klimt ed Egon Schiele). vede scisso il di– scorso g-rafico di Casorati, in quanto da un canto e elegante ed astratto>, dall'altro canto e esplici– tamente realistico e cru– do>: ed aggiunge: e Sono disegni che mostrano una abilità da virtuoso ma vi– cina, ancora. allo stile più che alla maniera>. Code– sto citare e dedurre ci ri– porta alla critica fontanie– ra e formalistica: invece di penetrare l'essenza dell'ar– tista, Carluccio metLe a frutto delle nozioni nella ricerca di echi e di modi scissi dal contesto. vale a dire senza tener conto del– le facoltà fantastiche caso– ratiane che travolgono le reminiscenze, anche quan– do sono cèzaniane o kan– dinsk-yane. Quindi. se non erriamo, ci sembra più valido e in un certo senso puntuale Carluccio quando aggiun– ge: e Appartiene al miste– ro dell'arte. oltre che alla perizia del calJiJ,t:rafo. il fatto che serpeggiando si– nuoso mentre accenna il contorno di una gamba. la rotondita di un fianco o la saldatura del braccio alla spalla. dei capelli alla nu– ca. quel segno cosi lineare suggerisca la profondità e la complessità dello spa– Immaginatevi un poeta, che cantasse le delizie di un ritorno nel tempq e che facesse di noi gli Dalla natura deforme la foglia I simmetrico fugge, l'àncora più I non 1o tiene. Gia inoerno. non inverno,/ fuma un falo presso tl .\"a– viglto. I Qualcuno può tTa.. dire I a quel fuoco di not– te, pu6 negare I J)e1' tre vol– te la terra. Com'è forte I la preaa, se qui da anni, che anni. guardi I le stel– le sporche a galla nei canali I sen.:a ripugna..n:a. .se ami qualcuno I della terra, ae acricchiola I il legno fresco e arde la geo– metria I della foglia corru– gata acaldandoti. L'inverno è giunto. tut– to si sfronda. anche il tra– dimento è possibile dinan– zJ a questa decadenza e a questa tristezza. Ma com 'è forte la vita se. davanti alle stelle sporche che si rispecchiano oelle acque del canale milanese. si può ancora amare qualcuno rulla terra e se l'ordine dell'universo rimane co– munque intatto! lfa che t;Ol~~e pidocchi di Cristo? I ,Yon ru:cade nulla nel mondo e l'uo– mo attinge ancora la piog– gia nttlle sue ali I di c<>n:o e grida arrt.01"ee diuonan· =a. J Per coi non ma nea .sangue I da!l'eteT"l'l: i.td. Sol– lan.10 la pecora t ai tor&< al auo n.tonto con la ,eua brulla e l'occhio di m!t!' •• Ma non accade nu.Ha. E già é muschio I la croraaca ai muri della cittd I d'un ar– cipelago lontOJtO. Davanti al rumore e a! balenio effimero delle nuo– ve lune, solo la peco:-a \'°'-– la la testa e nu..!la di \-e-– ramenle nuovo accade. La cronaca di questa ges-..a. che ci sembra ora spa,--en– tosa ora ri\•oluz10na..ri.a. è già diventata. di fronte .ù– nmmensità del tempo. un muschio secco sui muri di una città. pe:'duta. al di la dei secoli. in un arcipelago lontano. L'equilib:io interiore del– l'uomo mediterraneo to:na in piena luce in questi poemi di Qaas.imodo. ~ean– che Promet~ ha avuto paura. ha saputo resistere a tutte le p:o,·e e s·è sal– ,·ato. Tutto noo è orclme e bellezza in questo mon– do. ma la lo:ta non è an– cora finita. e qutndi nep– pure la speranza. Egli scri– ve in un altro poema. isp:– ratogli dalla visita in G:e– cia: • Xon un luogo dell'in– fanzia cerco•· il che vuol dire che il poeta ba rinun– ziato ai mitL che l'hanno tentato nella fase prima della sua vita; ciò che egli cerca oggi. al di là di ogni illusione e di ogni men– zogna. al centro stesso del– la vita degli uomini. che. bella e bruna. bisogna (Continua a paa:. 6) zio a tre dimensioni>. 1------------------------------- Dall'illustraz!one pe-r una raccolta di poesie di Ser– ra e dal ritratto a matita. della madre. eccoci ai vari nudi: in piedi. di schiena, seduti. in posa, dormien– ti, sulla sedia, rovesciati, sdraiati, che leggono, in riposo. che scrivono, in gruppo, piegali, reclinati, ecc.; tutto un mondo per– vaso da un rigore geome– trico che genera quasi un distacco metafisico. In que– sto mondo, non un segno di torpore fantastico, non uno stridio che ne maculi il silenzio; al pudico ab– bandono di una donna straiata, risponde lo scat– to rigorosamente musicale del ritratto di Daphne: un mondo in cui le forme vi– vono quasi in sè, chiuse ma pur vive neUa loro so• gnante immobilità. Da sottolineare, infine, che nessuna opera di Ca– sa-rotti tende all'illustrati– vo: ogni pur piccolo dise– gno fa parte di un mondo governato dalla più rigo– rosa misura, si colloca in uno spazio geometricamen– te predeterminato. vive di una sua misteriosa poesia, nell'alone di una partico– lare magia. Perciò, rjpetia– mo, l'opera grafica di Ca– sorati andrebbe tutta criti– camente sistemata e valu– tata come attività non se– condaria. Proponiamo a qualche docente di storia dell'arte di suggerire a qualche gio– vane. come tesi. lo studio di Casorati grafico. Di fronte al maestro torinese Fautrier, intendiamoci, e un mediocre; anche se sul mercato internazionale ha più ampio corso. T.!J.OOUl;sO DELLE ~IOSTR.E :.\JILa:SESI: * Uccello popolare * di LfjCIA 1·0 BIJDIG,\A L'estate in Sicilia, l,.1m·cr– no in Lombardia, da molti anni Antonino Uccello va raccogliendo documenti e testimonianze deU"arte e del– la poesia popolari con una pazienza ed una passione pari soltanto alle specifica competenza e al rigore scientifico. Questo luniO, spesso an– che fortunato 1.3,-oro ha da– to sinora risultati di not.e– \'ole rilie\--O culturale e di forte suggestione estetica: le mostre dell'arte popolare siciliana banno portato nel– le nebbie milanesi gli sma– glianti colori delle decoratis– sime sponde dei C3rretti e dei personaggi, delle scene, dei manifesti dell'Opera dei Pupi; la pubblicazione di al– cuoe raccolte di canti del la– voro e di canzoni d'amore hanno fa t t o conoscere aspetti inediti e affascinanti dell'epica e deUa lirica fio– rite fra le genti di Lombar– dia e di Sicilia. ln tutti questi anni fra le mani del nostro sruclioso sono passati migliaia e mi– gliaia di oggetti straordina– ri: molti sono andati ad ar– ricchire le sale dei musei etnografici di tutto il mon– do, altri a far parte di col– lezioni prfrate. Di una de,– te~ta serie . di cueui. ruttavia, Antoruno UccclJo non ba mai \--Olutosepararsi una \."Olta entratone in pos– sesso: le sculture lignee dei contadini siciliani Queste sculture vengono presentate in questi giorni nella mostra che inaugura la attività di una nuova galleria mila nese: • 11 Mulino•. E' un in.mo piuttosto indicativo de l ca- ~!~a d~ .. ~1;1 d~~~ so mercato artistico, affida– ta soltanto all'amore e al– l'intelligenza dj un gruppo di giovani artisti e scrit– tori. ln questa mostra. accanto alla stupenda serie dei Cro– cefissi scolpiti daJ contadino Vincenzo Rossino con un ardore mistico che, al di là di o&D,iproblema tecnico, lo porta inconsciamente a vere ~ P,~~ ~~izi:t~~i dh-c.rsi oggetti d'uso quoti– diano {mestoli, collari di buoi, colabrodo ecc. ecc.) in cui l'impegno estetico coin– cide in modo puntualissi– sim~ coa la loro specifica funzione. Un solo esempio: 11mestolo strutturato in ma– niera da a\-crc l'esatta ca– pienza della quotidiana ra• zione di fa\'e del bracciante agricolo. E ancora si pos– sono \'edere, e ammirarne la eleganza e il rigore e grafi– co•. una se.rie di ta,-olette incise con scritte e fiKUTCa scopo omameatale. Per l'im- ::ct1~0~~m~::U~;~~ cestrale e forse per un'inti– ma spcram;a, questa mostra offr:c dav\"ero un concreto 3\'VIO alla visione di un mondo in O.I.i il ta,,oro e la bcUezza, le tradizioni e la \;– ta stessa banno un'armonia ed un significato a noi. qui e ora, dolo~ente i&noti Da oltre trent'anni, nel suo appartato srudio cli ~o– vara, Sergio Bon!anuni, J>CI'Seille con fedeltà e im– pegno una sua • idea della pittura • che molto si di– scosta dal frammentismo e da.Ilo sperimentalismo ad ogni cosro propri a 2ran parte dqli artisti, ed anche dei migliori, del nostro tempo. Oggi, quando si par– la di un piuore contempo– raneo. si ~ soliti riferirsi al– la sua intera produzione 0 , quanto meno, all e dfr erse stagioni di CSSl.: qua.si mai capita cli citarne un a deter– minata opera. Per Bonfanti– ni, invece, vien fatto di ri– cordare proprio e que.i» tre o quattro quadri che sono la somma, il concentrato di tutte le sue esperienze tec– Wcbe e umaoe. E si comin– cia ine\'itabilmente con • La ~ii:lia del bifolco,., un di– pmto che, esposto a Milano nel 1931, quando il pittore era poco più che un ragaz– zo, sconcertò tutti per la forza poetica di una \Vdtan– scJuwung agreste e e nostra– na• nei termini delJa più im– pegnata cultura figurarfra cwopea del momento.

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