La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 4 - 22 gennaio 1961

Domenica 22 gennaio, 1961 ~~ FIERA LETTERARI~ PaJ?. 5 T.8\CCUJfNO DELLO §V .8\G.81. TO * GE~'ÌE DEIJ .'\-OSTRO T 1<-::,1pO * Il nuovoorolot?;io Il critico impegnato * di GIORGIO CAPR0111I Hanno inventato un nuO'\·o tipo d"oro– logio. è un pezzo che lòanno im·entato. lo so. mica voglio aver l'aria di scoprire Pombrello. Un orologio senza quadrante. senza lancett~ senza tic tac. direi addi– rittura (dove porta la scienza) senza orologio. Un'occhiata al cartellone in mez– zo alla piazza. o al cartellino attaccato al polso, e questo ti spiattella pari pari - a caratteri di scatola - in che anno siamo. in che me..<:e. in che giorno, e fi– nalmente che sono le 16 e 57. la minima conseguenza legale avverso di noi, se invece. all'attimo della consulta– zione. le reali celesti sfere (chi ha più tempo di guardarle!) erano sulle Diciot– to e ovecentotre secondi, cioè sulle 18h 15' 3''- 1 secondi ormai li usano soltanto gli sportivi e gli scienziati (per!ino i decimi di secondo, usano). cioè vanno ormai be– ne soltanto nei giocb.i. o nei laboratori dove cresce la barba. ma il tempo con– creto della gente soda (il tempo com– merciale, c?ie non ha tempo da perdere) per una strana ma necessaria contrad– dizione li ha buttati via. Amen. Il poeta. che è un gran raccattatuho come l'uomo col sacco sul mucchio delle spazzature. li ha naturalmente raccattati lui. e inve..--oè ormai il solo essere sulla Terra a centellinarsi il tempo (quello lieto come, ahimé. quello triste) minuto secondo per minuto secondo e quasi sa– rei tentato di dire - proprio in senso musicale - battuta per battuta. e addi– rittura semibiscroma per semibiscroma, non esclu...,;;e le pause, anch'esse scandite una per una dal suo mai abbandonato l\'laelzel. Ha torto? Ha ragione? Segurl: F1gurc Tra\·erso i nuovi stru:menti di comunicazione il pubblico entra in contatto con la re– troguardia della cultura. con quel che la cultura è già sta– ta. ha già assicurato e. dun– que, superato. Per chi è dentro la mi.!Cbia la cultura, ancora come cin– quant'anni fa è in\·ece avan– guardia rh-olu.zlonarla. ribel– le. sperimentale: ed è critica \•alida quella che avanza allo scoperto. che cerca di anti· cipare il futuro. di coglierlo allo sgorgo. appena gene– rato dal caos. E" sempre tem• po di canizie e calvizie criti– che ricoperte di giovanili. scapigliate parruechette. di a– doratori del gio\-:l.De.azzar• dato .... mai fatto•, originale. rh•oiuz.lonario. Le estenuate mode culturali. aggredite dal– l'attesa del dernier eri. si e– sauriscono come mode fem– minili. im-eccbiano al ..lan- Medaglioni aU'itaLiana * * di P JETRO CIJIA.'l Tl cio ... muoiono al prhno ac– cenno di bilancio. seppellite daUa moda veniente che ap– pena accenni una nuovissima ortglnalità. E quando le mo– de tacciano. bJtto pare tenno. C'è da molti anni una cri– tica (questo vale per la poe– sia meno che per la pittuni. sostenuta da una industria critica mostruosa> che rin– corre la velocità di consuma– zione degli esperimenti. rin– corre la fuga dei - ribelli• di punta e loro accolib: cri– tici che ..corrono di'etro. ter– rorizzati di restare lndieL-o__ E non c"è nuovo che essi non vedano•• scrive da mae– stro Renato Guttuso ln un lucido brano di diario appar– so su L'Europa Letteraria nu• mero 5-6. esclamando di se– guito: - O epoca felice que– sta in cui i ribelli sono al potere. accademici e dottori. cattedratici e ministri. dnal- mente di\·ersi. in questa epo– ca felice. dagli anarchici di ierL Burocrati col berretto frigio e anarchici ln feluca .... Ciò che non vale. cer..o, so– lo per la pittura. Credo non sia ruta scritta finora una lettera di presenta– zione del <litico impegnato-. n.n.seguitore di quegli avan• guardtsti. l'uomo che è già più là. del quaJe vediamo so– lo le terga. le cui chiome mosse ci accusano di immo– bUità, di inerzia.. L"uomo cul· turale al potere in questa e– poca felice. E' un progresso. senza alcun dubbio. se rammento la fatica che feci. da bam– bino, per imparare il linguaggio. appun– to, delle lancette e del quadrante. e per ent:are nella loro algebra. l\Ia a parte tale altro benefico· alleggerimento dei programmi didattici elementari (li han– no ridotti quasi a zero, che bellezza. perché il bambino dev"esser libero di ra– re i cavoli suoi, altrimenti gli vengono i complessi a furia di di5cipline: intanto perché son discipline, cose cioè contrarie al concetto di libertà. poi perché esse richiedono un sia pur minimo sforzo mentale .il che è sommamente antigie– nico); a parte tale beneficio. dicevo. pen– sate Jleconomia di Tempo in un'epoca co– me la nostra la quale ha per insegna che il Tempo è Denaro. Diciamo la \ferità: con un orologio nor– male a lancette e qu!ldrante. nonostante il progresso compiuto col passaggio dai numeri romani alle ci!re arabe. e da que– ste a dei semplici segnettini. quante vol– te siete rimasti un attimo soprappensie– ro prima di rispondere a chi vi ha è:liesto l'ora. se a costui, putacaso. è saltato in testa di chiedervelo proprio mentre la sfera grande si trova a un terzo di strada o qu<1$i fra le due e le tre? Quando mal un poeta ha a\'llto torto o ragione. E' un maniaco che preferisce un sacco con dentro ben centomila pic– coli sonanti rotondi brillanti centesimi a un solo piattissimo biglietto da mille. anche se sa che quel sacco è pesante a portarsi, e che soprattutto è inspendi– bile. E01anoelli nel so1:~no Cominciando dai meriti. ~ ilusto riconoscere che non e da tutti reggere il peso del futuro. so~.enere per princi– pio una posizione msoste."libi– te. senza riposo. senza dub– bi (il dubbio assimila ai con– servatori>. IJ critico impe– gnato è un conservatore del futuro. un conservatore alla ro\·escia. se possiamo dirlo. che ha cancellato la possibi– lità del dubbio definendo una \-olta per tutte che si de'l.·e dubitare solo del passato: quanto al presente eh~ non Jo interessa e che non nspon– de all'ideologia. non se ne cu– ra e lo caoce.lla.. La sua perfezione come personaggio allenato è rag• giunta qUandO abbia cancel– lato le scritte interiori deUa sua personale sensibilità. Il critico impegnato ra&fona e distin~e e catalo~a recun– dum ideologiam. nascosto e nobilitato dietro il paravento d'una qualche ideologia. 1n tutto quel che fa a\,--verti lo sforzo. Questa notte ho sognato. * I poeti hanno i loro gusti. lasciamoli stare, tantopiù che sono bestie che si fan· no sempre più rare (perché sempre più Jnutili) sulla faccia della Terra. Mi succede raramente di so– gnare e spesso tnvidfo de! m!ei am.Jc! che ognJ mattina hanno pronto li sogno da cloverm! raccontare: frc6co fresco dl e nottata». Ma questa notte anche io ho so– gnato ln bianco e nero. renza alcuna pretesa. cosi come si conviene ad un dilettante. Ho sognato una vicenda stta,. na. interrotta da zone di sl– lenzfo. con un increocfo cill– flclle e con un numero no• te\'Ole d.1 personaggi. di FnA1\ CESCO GRISI Mezzogiorno e dieci o mezzogiorno e un quarto? Un vero e proprio caso di coscienza che vi richiedeva. se onesti. calma prima di rispondere. dal momento che cinque minuti bastano, e come. a far perdere un treno, senza contare che forse. proprio a causa di quel savio indugio. il treno ve– niva perso daV'\·ero. E gU altri problemi di llneuaggio. an– ch"essi fomite di perdite di tempo? E' mezzogiorno e un quarto o mezzo– giorno e 15? li tocco o le una? E' runa o son le una? U tocco le una l'una o le 13? Manca. o mancano. venticinque alle dieci. o son le nO\'e e trentacinque? Tutte piccole perdite di tempo (di de– naro. dunque), lo abbiamo già detto. contro cui veniva a Inciampare ogni volta il richiedente l'ora, il quale nel miglior dei casi, per colpa del vostro in– dugio. veniva sempre a sapere un'ora lievemente posteriore all'ora rea1e del momento della richies1a. senza contare che quello stesso induE"io lo costringeva ad attendere, magari riportando, pe: Y;a di quell'inaz.ione. un danno incalcolabile. come esempllgrazia la perdita dell'ap– puntamento con Cesira (vale a dire del Trionfo d"Amore). o quella della partita di Stoccaf.isso (vale a dire dell'Affarone se non addirittura della Prosperità) ar– rivata fresca fresca (qu::mto può esserlo una partita di stoccafisso) da Bergen. Coi tempi che corrono (e come corro– no!) ci sarebbe da farsi mandare l'Avvo– cato a casa! Oggi invece che bellezza. e soprattutto che sicurezza e che tranquillità. Il nuovo orologio intanto ha abolito (come lo Stato. come le Banche) gli spiccioli. cioé i minuti secondi. e proce– de a scatti per arrotondamenti succes– sivi in minuti primi. O son le 18 e 15 o son le 18 e 16. la responsabilità è tutta sua (Ja nostra co– ~cien?a noh ha più problemi o casl). e noi ce ne laviamo le mani. senza temer Essi pensano sul serio che un minuto secondo di vita, non sia poi cosa da but– tar via. ma anzi sia cosa molto augusta (o molto tragica). e lasciamoli. ripeto. alla loro collezione. e alla loro sacra il– lusione che a far così. davvero, come dis· se uno di loro. e tra i più Grandi. « ar mondO c·è più tempo che cucuua ». Anche la zue1:a oggi ba scarso valore commerciale (i medici l'hanno trovata poco nutriente), e regaliamo perciò ai poeti il piacere ,,ano. o rangoscla, o co– munque il _gusto di restare a bocca aperta. sentendo, nell'alone della loro lampada. il tic toc d>un pendolo. o an– che il tic tac d'una modesta sveglia. o U tic tic tic di quel cuoricino d'uccello ch'è un orologino da polso. tutte piccole frazioni di tempo c:ht:: in un'epo,ca veloce come la nostra non servono più, dal mo– mento ~ oggi soprattutto una cosa preme agli uomini « che abblan testa sul collo ~: non perder tempo (nemmeno ad a scolr.are il Tempo). e correre e correre e corre.re , come in realtà riescono a cor-– r ere sem pre più presto (a rottadicollo). torse senza rendersi perfettamente con· to, o senza volersi -rendere perfettamen– te conto. che per forza di cose la loro meta sarà pur sempre quella della Prin· cipessa di Nissau. la quale aveva anche lei tanta tretto, e quasi spiccò la corsa sulla porla di Palazzo Guermantes. per ripren– der l'attimo perduto neUo stringer Ja mano a Maree! Proust ed essere puntuale all'appuntamento. Oh sL il i\,ISto di ascoltare e di centel– linare il tempo regaliamolo tutto ai poe– ti. che tempo da perdere (loro dicono da guadagnare) ne banno in abbondan– za. e che per!ino son capaci di restare incantati. anche se col cuore in gola. ascoltando certe solenni sonerie che in· vece a noi. gente pratica e con la testa sul coUo. la quale non può permettersi di pensare a malinconie (alla propria anima. per esempio) dànno maledetta– mente al nervi. cantandoci la canzone più inopportuna del mondo. t\il sembrava di vh'ere in un deserto. 1n una tenda b!anca. \1cino ad un J>02ZO dove si ferma\"ano le caro– vane per attingere acqua r.:todie ~~ut~ una grossa pietra incisa da una pa.._-te oon g:irogll.ftcl. Shwo seduto ed aspettavo le prime luci della sera. senza nosla. intorpld.Jto daJ sole di una lunga giornata. Do\•C\'U essere quasi Il tramonto ma se ripenso non potrei giurar– lo. Era un'ora se1lZ3 tempo: un'ora indetlnlta non crono– metra.bile ogget.tivamente ma chiara o ombrata. Succede spesso anche nella vita: vi sono ore che respt. mno di eternità e Il giorno o la notte. il mattino o la sera non hanno Importanza. QlleJ– lo che conta è soltanto U senUinento di un tempo che portiamo dentro. Stavo cosi. quando m! \'1:– nh-a inoor.tro e ml .sede\-aac• canto un uomo. &bucato chi sa da dO\-e. Voleva attaccare bottone e cominciava a rac– contarmJ la sun \Tfcenda. .Ma lo non ave,-o voglia e lo se– gul\.'O distrattamente senza. interesse. ascoltando non tan– to Ia SUa avventura.. ma U suono che le sue p(ll'O!e fa– cevano rompend.061 contro U silenzio del deserto. All'improV'VL"'O. per UDO strano fenomeno, 6l aiza\'a un corte ,-ento e le duoe veni– vano scoo,·olte e alcuni cam– melli vicino al pou.o tortuo– samente 1ll06fil a 51n1stra o a destra. a seconda della dire– zione del rento. tremo1a,•ano. Io e 1J mio SC0n06cluto. di corsa. cl rittravamo nella ten– da bianca e qui trovavamo, entrati chissà da dove. un centinaio di persone, Stanl• no stretti nella tenda. am– mUJJChiati come sacchl dl grano in UD magazzino - questa era l 'impresslone avù– ta nel sogno - e con1,-ersa– vano tra toro fn !retta. senza curarsi di nol Eppure ero lo U padrone di casa. era mia In tenda ma ess1 non avevano né chiesto permesso né si preoccupavano di me. Imper– territi continuavano a chlac– chlerare con un dca!ecclo senza soste e. prlmn di po– tere lo.tendere i loro d.lscor– .sl do\·etti fermarmi sulla ~~~~a tenda e abituare Parlavano delle loro storie. In fondo un gruppo ?'8C· contava una storia ambien– tata m proYincla. e di wt de– Utto. Qualcuno accusava. *~~-~c~~di~ certo Urfim.lo Medolago ed altri di!endcvnnO. Ma sia l'accusa sia la cillesa non portavano motivi 1egall o co– munque concretl I fatti con• tavano poco e non a.e\'8.tlO Importan za se non per quel– lo che ers.no neccssarl Sllle loro t.e sJ men tre invece in– sistevano sul sentlmentl. Ln com·e.r.saziooe era vh-aoe. con poche pause e un certo aV\·ocato (seppi poi che 6-i chlamavn Guzzl) teneva un grosso registro do\"e annota– va con la dlligenza di un se• gretorio comunale. le doman– de e le risposte. gli a.rgo– ment1 pro e contro, e ogni tanto scuoteva la testa: quel– la su.a gt'06SB test.a dl uomo consumato dalla espe.r.fenz.o e dBlJ"ozio. La parola che ri– correva spesso era congiuro. MB non si trnttava di una oongiura di !Btt1 che portano un uomo a determinate con– clusfonl pratiche quanto. piuttosto. di una congiura dl sentimenti che trascinano e [lllj)OllgOOO un destino: ll de– stino delromicidlo che Amò doveva compiere. L'aVTOCO.to Guzzl avem settantacinque anni e mentre annotava sul suo registro. sembrava an– noiato come un uomo aJ L E T T E H ~ D A 1'.[ Jl JL A N O quale•~"""""""• d,gll uo– mini di rado riucono ancoro * ~ li~~~;~~~~~ sia l'accusa sia la dilesa non l l liocorno li11,guistico :?!?:=-:~;:~= cende. I sentimenti legati al e/ dialetti che sarebbe. de– siderabile. di veder entrare. n.elle elaborazioni linguistiche della letteratura dei giovani sono, a mio giuditio, i pada– ni. i settentrionali che gul risentono della civilttl i11du– s1riale.~e lo straordinario ge,-.. go di formatio,ie. recente. 1t1 c:u" si parlano e s'tncendono. nelle grandi citttl del nord, milanesi ed immigNti meri• dionali, torinesi ed immigra– ti meridionali, geno,..·es i t!d immigraci meridionali, e.cc . ecc.~: Elio Viuorini sul Me– nabò J_ Bo un'es~rienza ~rsonale. Sono vissuto quin.dic:' a11ni ndle wm piu atrivamenle e barbaramente. industriali di Milano; 110passato ~re, not- ~te~~:;'~~1{ f akbi~~e. le1f~ capitale. dell'acciaio: quelli di Sesto Sa11 Giovanni_ Il sob– borgo è Gorla. equidistante fra Milano e, appunto, Sesto. E in più, a Gorla, c'è via Tofane.: una strada terrosa che ogni anno il canale Alar– le.sana allaga fi110 alle can• tine, una sorta di casba11 umana e arcltiteuonica chi! dal viale Monza fino alla campagna confusa con la ruggine. di cataste. di bidoni, il fumo di un in_trico fU'_!O· viario, l'acido dt esala.:.iom indlLStriali. è abitata, m esclu– siva, da fnlllive.ndoli ambu– lanli di ori.gine puglie.u.. Studiando le straJrfic.azioni_ ge.nuQ.Z.lcmalidegli abllQllti dt Gorla, si nota u11netto e p~o– gr~vo abbandono del dia– letto, a tutto favore di un ibrido che non nasconde. wUJ volonttl caparbia di approda– re. all'italiano. Gli am,Lmi parlano, con ma~1on !' mi– r.ori compromessi, m dialetto metaforico, un hnguagg10 che ruota attorno alle cose senza mai definirle nella loro cru· de.z::a_ I gio,•amssimi orma1 parlano di prefer~ l'italia-_ no - quello, ovviamente., det quotidiani e della TV -~ ma * t li:a~~!rr~o::tt:::tol:!= ~~~•~ d~ ~ gita. e dialetto, di chi si in- ~m~~~~~: colla a un sub·linguaggio, di- mento diverso di tronte al ,•utente forse, ma inadegua- peccato; e lnffoe aJI'ansla to aUa definizione. di w1 e ca- della pena. E l'avvocato. co– ratte.re. del tempo• qua11to me un regista.. richiamava. mai int ricato e contradditto- curvo .sui !oglL ad una più rio. Tanto più che wuz dose. :u~:n:!!~rn~iu~ eccessiva di e proble.nuz della rtoomponevano e comincia~ lingua• conduce., ormai ne vano daccapo a raccontare. a di JNJSHRO CREJ.lASCHI con op(!ra;,ioni linguistiche. mconscie. e protestatarie. elle producono un guauabuglio di e.norme. vfre..:z:a espressiva, di vitalissimo disprtz.t.O pu le classifica:;ioni grammatica· li. Primo: la tendenza a re– cuperare, nell'organismo de.I· la lingua, vocaboli «i rJu,. matismi dialettali. Secondo: la crea;;.ione. di vocaboli nuo– vi (ma è privilegio di poclti) di strabiliante. e.stemporane.r– td, che acquistano e mutano nel giro di un"ora il loro si· gni/iCtlto, che possono pren– dere. cittadinanza di un nu· eleo tribale. oppure scompa– rire. rotalmeme.. Te.n.o: il contatto meridione•seltenlrio– ne. ha modificato il linguag– gio de.i meridionali i quali tendono alla mimeti::::.a..z.ione, all'an11ullamento dri loro aia– letti (come fosse w1a sorta di marchio d'iufe.rioritd}, e si sfor-..ano di parlare in italia~ no o , addirittura. in mila· ne.se . Afa i milanesi sono im– perm eabili al linguaggio d~i pugliesi (ni poteva e.ssae. dt– vusan:ente, visto che i mila– nesi non esistono più, ma sono ormai quasi tutti im– migrati che hanno portato ,:el fagotto i loro dialetti. Lo e straordinario gergo• cui accenna Vittorini puciò esiste, ma non nuessaria– me.nte. come incentro de.i me– ridionali con i milanes i, ben– sì come risultato delle ope.ra– :ioni citate, con un dt più dovuto all'in(luenlQ poderosa della stampa, della TV, del cinema e delle canz.oneue., prel·ale.ntemente. di marca rtr– mane.sca o pre.swtta tale. Un brtre. e.scnpio di questa anar– chia: e Iersera 'l ga11eva '11a gallina d1e 11011finiva più, ammàppalo, e sbragiava nel tre.ppo di genie~ e lum_ava la Marisa* ilJlanta cJie gli sbar- bati gli stavano al chiodo pere/ti stortarla loro, vole.– vano. Qua11do è arrivata la pula, mea'in.dormento cioc– Cava e bete.1::avache gli ave– ,•ano fatto d pallore.Ilo•· Clii ~n~%"J~~~;i!,rl'a~:• ~;: i::: liano istitu zionale . J'(!r(e.110, specie se il te.ma è l'amore. o la politica: ~rch i ad ogni argomento risponde. un par– ticolare. linguaggio. Oppure, pa il giro di una frase, la stessa persona può recedere al puro dialttco, seguito 1'ne– vitabilmente. dalla uaduz.ione. in italiano. Nell'attuale. caos, quella parte delta nanativa e mila– nese• ultra sensibile. alla filo– logia spicciola, ha buon gio– co: il, mancania di un unico lessico, può U1ve.ntarne. a suo gusto. Ma resterd intrappola– ta in un cerchio di infatu.a– ::oni .stnunentalisticJ1e., ca· su.ali e folclo ristiche a secon– da dei ca.si , vittima di un'in– sod.dis/ aiio,1 e. piccolo-borghe– se.; da cui i movimenti obbli– gati dentro una e legione. straniera~ de.Ila lingua, me-z.:.o nicJ1ilista meu.o su.ici.da e per(ir.o nuzsochiscic a quar .do, come capita, gode d elle aber– ra.::ioni d1e. essa stessa ha prodotte.. PercJ1i la e lingua di natura• a i\li1ano è onnai WJ mito, una be.stia leggen– daria come il liocorno. Posso ~!:J!iari,nt;~a (:;:'"~~ di categoria o di ambiente.) sta repuib11e. il bandolo della matassa. Tullo è lecito: tut– to è autentico e tutto è fal– so nello stesso momenJo. In– tanto, mi risulta più vicino alla cadou.a mùanese.-men– dionale. il romanzo di C<vlo Castellimeta (Viaggio col pa– dre apparso da Mondadori due anni fa), che è scriuo 1::,': =:ì:;!;da!e.~mi:o::;: =~~s o~ = mlii e, ancora peggio, ad mi gno. a gr'.dare. Ricordo che puicoloso i mmobilism o eri· più di tutti teneva banco co. Se mi si conce.de . l'acce.n- una certa Gludlt.ta: una no, riferisco un tetiaJi_vo per- ~~~e~~ lngen~ sanale, un romQIIZo m can- certe ombre nella stanza U– tiere. - La grinta, storia di lmnlnata da.I camino e che wi'agen.tia fotografica -, mo- metteva paura come cert1 sl– vimmro amichi sentimento lenzi in una notte serua della aoruu:a-storia attrave.r- stelle 1n un rtfuglo di !or– so una koini che, conscia tuna prima della valanga. della sua provvisorietà, vuol Giuditta gridava, con la sua uumtenue il rilmo, il passo voce dolce. più di tut.U e. e il rapporto ibrido del lin- dopo ogni tncerrento. stre– guaggro tu:n1c o a utentica- mata. st ac:cartoc:dava. di– mente parlato ne.ll' ambtente. re.ntava pk:co!a e sembrava (1m certo ambie nte) m il011e- come morta. senza ph) fiato. se, an::icl" il e color locale • I Ad un certo momento. ap– di dii, come direbbe. il Porta, profittando di un momento fa frin frin col gbittarin. di pausa. l"aV\"'OC:ato da\"8. la D Rlnoceront:e ... Incisione di Albrecht Diirer ~~~~~~1:to~ ~~ ge e rassegnato come un n.sino sotto la e soma ». escla– mava: e La oanltà. l'amore., l'avarizia. la Jibertà sono .sen– tim.e.nti che ci imprigionano !t:: 3:;g:w "!~Ua'i~ nit cominciavano o discutere sulle parole dell'imputato e cosl. in quel gruppo sotto la tenda. la congiura dei. sen– timenti non aveva fl.De. COn– tinuava eterna sino alla fine del mondo. Perché finché vi– ,,rà 1J mondo. i sentimenti faranno S('mpre congiura.. Dall'altra parte della ten– da vi ero un altro gruppo. Più trnnqulllo. più pacato neUa discussione e tutto rnc– eolto Intorno ad un certo Alessandro che unn donna - la sua amnnte - chla– mnva Sascla_ Era un origi– nale questo Alessan dro: an• che lui che veni.va da New York areva U comp lesso del sentimenti e si destreggtam per non !arsi prendere nella rete. sta,·a aJ centro e ln– ten'Oga\·a Q-~ !"uno orn l'al– tro. oon una indltrennza stu– diata dietro lo quale però sl senti"a un interesse uma– no caldo di speranza e sof- ~~o C:rca~tAJf!~ 4~tJ degli altri. di conoooere la propria storin: non la sto– ria del pittore che s1 renna. In Imlla. nel suo paese dopo es.sere vl..ssuto tanto tempo in America. ma la storia più vero. più Intima: quella sca- ,·tn.11dentro. nella sua anJ– ma.. I suol ,unici. 1n de.fini• Uva. erano occasioni per rac– contare del suo passato e esperlmentJ per provare n svelare a se stesso U destino. Non vi era ,;guardo. non vi era ln terrogu.fone di Ales• sand.ro che non mirasse a questo e gll amici del suo gruppo lo &ape\·ano e lo la– sclavan.o fare. senza pren– derlo ln dispetto ma. anzi. acoondl.scendendo alla. sua \-Olontà_ Anche IOro nawral– mente cercavano d.1 capL""SI. di analizzarsi nel rispondere ad ~esssndro- Una certa ?-.ia.rla veniva su a. dire del suo amore per Alessandro e lo !a.ce.va con umlltà timi– da. !elJce d i peccare ancora con lui tn una maniera me• no violenta ma più matura_ On aJtro. un cert0 Gesa.re. che si v antava am.Ico intimo di Ales ;and.ro. \"enl•a su a racconta re per Simboli d1 un mondo del!cato e crepusco- ~~ sfc:1~ ~~e~= ze che trag!camente tramon-. tano ln un suicidio. E gU al• tri - ma quanti erano? - raccontavano con impegno la loro piccola storta che si In• tteccla\-a e si confondeva nelle altre. nel limitato mon– do della provtncla e d iven– tava cosl. la storta di tu.t.tl del buono e del cattivo, del puro e dell'erettoo: una sto– ria che. proprio perché di tutti. non era né del buono né del cattivo. Ne veniva fuori una storta impersonale., incandescente e assurda. do– ve tutti raccontavano e tutti tacevano. su tm equh-oco d.1 sentimenti e di a.z:1oo1. dove l'individuo ,-enlva s ommers o dalla foU3 e la !olla sen.ti \·a il fascino dell'indMduo. do– ,·e nessuno era !orte e tutti erano presi da un mulinello nel quale danuvano come !ant&mli. E alla fine tradi– vano tutti. chi più chJ meno. Perché proprio questo era il grande equh'OOO sembra\·a dire Alessandro: e Ci credia– rno .sempre tradlti dalla vit.a.. inoece. siamo noi a tra4ire la r,ita ». E poi l'lnterroga.tor1o ricom1nclaY3. senz.a unlt.à di !~8°~~:t=~~o P~ sente e il presente !ururo. Unn strana girandola che. accompagnata dal mou,-o del destino. faceva nlUO\'ef'e I pcr:sonaggi della tenda. sen– za punti fissi. ora vicino a Dio ora senza fede. senza speranza sempre isolati nel- ~oi:tltà~~~ e~ chiusi e sof!ocaU dall:i soU– tudme che condi,Tfdevano pa• rndos.salmente oon gli altrl daln :~~tra aFmt~~:i:t~à n.lcunl che balla\·ano ln un teatro dove d.l personale ,1 cm solo l'indicazione: là n.ltri che. nella notte lumino– sa. ave,•ano Ja tent&Ztone di essere plenJ di sap!enza e di non perdersi per una strana lndJcazfooe medkln di 1'8dlo– grafla e. fn altra parte deH~ tenda ancora altrl gru_ppt. 'l'UttJ presi o r accontare. a pettegolare. ad indaga.re le vicende On\ d1 q uesto ora d1 queUo, ora lfeU. ora uistl 1nn tutte dolorosamente te. vlgnte di trlst<"ZZa. Onn trl– stez:zn che spe sso na.sce,•a dall'lnutile e dn.ll' Lnsoddl– s!alto. Nel sogno, \-edendo la mia tenda cosl occupotn. e nel contempo notando la tndi1 • fcrenza con Ia quale ml trat.– tavano l miei osp!U <sem– pre di ospiti s1 tratt.a•a> ml volge\-o al mio amieo per di– re la m.!n cUsaw!'OV&Zione. M.s non lo trovavo accanto a me: la. qual C058 m! mera– vigliava_ Poi volgendo lo sguardo ancora nella tenda lo \,ede-.·o In fondo: sta\•a su un pa!oo. cln:ondato da ere u.fflclali Italiani 1n divisa co– loniale (un tenente medico. un tenente anziano e un ca– pitano) e anche da quat.tro lnd.ios che e dormfoano den– tro t mante llf adagiati nella notte del.la foresta. immobi– li » sd raiati su un gradino. Lui. u mio amioo scono– sciuto. fingeva di noo veder– ml e. malgrado lo chlamas.,;!_ non ml rtspoodeva Da\-a in– vece la pa."Ola aJ tre u.tD.c1aU e sta\--a attento al loro di– scorsi. In verità non s1 trat.– tava di d.15corsl che aprono oomunque una -polemtc-:i.. ma st trat.tava d.1 storte che non ammettevano d1.scussioni. Tut t1 e tre gli ut!!ciall se mbrav a– no statue e quando ra.cc: on– tavano non batte\·ano clgl fo: n on s1 commu ovevano. non sl inteneriva.no ma come is pirati narrav ano la loro storta. Erano tre storie di– ,·erse ma tra loro eslste\-a una oomune un.l.t.à: un ft1o legava le tre avventure oasi strette una all'al U"Q che. al– la fine. sembravano una so– la. E l tre u.fflc1aU. bruciati dal sole, erano consumati: CODSWD8t1non solo dal ca1. do della ita.rmartce. ma an– che da una pena che porta– \'ano dentro: la scoperta del– l'amore per la rerità. Una scoperta emersa dalla sof– ferenza Oa guerra.. la solitu– dine del deserto. la certezza (coot:lnu.a-; pag. 6) Personalmente. penso sia un in!elice: in lui sento la paura di confessarsi. di vol– gersi indietro: e le sue ~e– sionl non possono a\--VeDU"e. ogni volta. che per una sot: tile ,:iolenza personale cui non è possibile tare l'abitu– dine- Non è mai tutto in quel che scrive ma è ridotto. schiacciato. sacril\cato nell"in– terstlzlo tra quel che pensa e quel che scrive. tra quel che sente e quel che si con– vlnee di sentire. tra quel po· dl sicurezza che gli \ 1 iene. o potrebbe \'enl~II dall'istinto e la paura dell'istinto (pre– sente in ogni ... 1ngag210.). tra la dl.fflcoltà di seguire e ca– pire. e la necessità dJ g_iu– stlftcare, a,·allare. - correre dietro ... 31 ribelli. quelle dan– nate trottole. La critica Impegnata com– porta una fatica tnter1ore ed esterld'rc Che porta allo spos– :!ameDlO, all3 nevrosL La fi– gura del critico impeg_.natoha qualcosa del cane da caccia e. insieme. del muflone inse– )!Ulto: qualcosa di anelante, fuggente. slunente. C'è In ogni tempo Ja poe– sia dei poeti: e c'è la poesia che occorre ai critici impe– gnati per glwtiHcare e cor– redare l'Impegno. rldeolog1a.. Poi ci sono i granelli di sab– bia che volano per 'l·arta la cui missione è quella di far arrossare gli occhi di chi si espone a guardare il tempo che !a. Ci sono. Ln ogni stagione. J} i poetti 2) i non-poeti e 3) la frittura. il riempitivo mulinante. la folla del non corrisposti innamorati della poesia. ll crlllco Impegnato alleva non-poeti. è questa la sua funzione e quasi missio– ne. I poeti non sembrano mai o quasi mai il futuro. I non– poeti. prodotti più raffinati dell'ambiente, lo sembrano quasi sempre. Es.si inventano li futuro secondo la toro vel– leità. a misura della loro ri– belltone estroversa. Il critico lmpeg_.natoba bisogno di co– storo per quanto essi han bi• sogno di lui: CO$tltufs.conoso– cietà di mutuo soccorso. salgono al potere insieme. I poeti sono il silenzio: i non-poeti tanno il clamore: la !olla dei non corrisposti in– namorati. il riempith·o ano– nimo. !a mormorio. che vor– rebbe essere minaccioso ed è Impotente. Questo lo schema essenziale d"oenJ stagione cul– turaJe. li critico Impegnato. s'è vi– sto. a.lleva non-poeti. fnvento– rl d'un futuro a misura della loro ambi.zlone senza presen• tt'. E' U sacerdote della con– fusione. della complicazione. l'ironia del filo d"Arlanna; In deftnizlone. è il burocrate del tempo perduto. che fa perde– re. OgnJ epoca ha i suoi. Li ha per !atalità: per masochi– smo li celebra e moltiplica.. Se SODO figli del presente so– no degli innocenti. ciechi dal– la nascita cui non si posso– no dar colpe. anche se risul– tano tanto nocentL Se in\·ece sono meno giovani e vengo– no dal passato. sono in gene– re del ribelli ad esso. del neo• ftti e. fatalmente. dei neolog1- sti. accaniti come solo i con– vertiti: i quali non potendo negare tutto il passato lo ri– assommano in un quadro ge– nerale che pretendono defini– to. risolto. staticlzzato. stori– cizzato. onde liberarsene una volta per sempre; e con le mani libere si buttano dentro il futuro dei - ribeW ... risuc– chiati dal loro vortice, e a questi nuovissimi, rivoluzio– nari d'avanguardia. fabbrica– no cane critiche in regola con la storia, con la crisi della storia che. In.sterne. sec– tooo e pretendono d1 rappre– sentare. E i poeti ribelli. e t critici impegnati. hanno bl– soi;no di confermare ed e – stendere U concetto di .. e.ti – si - come elemento nece ssa– rio al loro esistere e proli– ficare. E" nozione ovvi.a del resto che ognl ideologia si fabbr ica una '"c.rifii.. sulla quale opera.re, distruggere e rlcott rulre a s ua immagine. Questo il quadro anche del- )'epoca nostra, come d"ogni altra. Per richiudere utilmente U di.seorso: iniziato con la con– st.a.tazione che il pubbllco en– :.ra in contatto solo con la. retroguardia della cultura. ~!n h~u~~~cu~~r~ èd~: que. supenito: si deve inftn_e dire che almeno una glustt– ftcazione a tale posizione :i– tardatarla sta nel tatto che i critici impegnati e i loro .. ti– belli ... (non si parla oni più solo della poesia.) :.endono ad imporre un·avanguardia di nozioni e di nomi che non en– tra L"l pubblico commercio. cbe spesso è nftutata ed L.-:-i– s.a..perché avanguardia !ffl– mera.. velleitaria_ ideolo'2;tea– mente ma non poeti.camente valida: e il vu.Igo più scioc– co ha spesso ro:-ecch!o più ft– no del critico impegnato per distinguere, PE'::' accettare la voce. nuova_ la voce. vi1,-a. IJ distacco tra la cultura e il pubblico è una con– seguenza del prepotere criti– co che esclude le alternative e 1 ri.nsa.nguamenti. che mo– nopolizz.a la distribuzloM dei titoli di me.dto. che de5ni.sce ·1e tavole dei valori. blocca le uscite sul futuro imp-re,çed.1- bUe. li vero Muro_ A questo punfo la eu.lt "Jra ha pubblicame.."lte di\· orato se stessa: li pUbblico non ba più nutrimento. e passa ad alt...-i cibL Il critico i.-npegnato è. cosl. il nemico massimo deUa poesia. dell"ane. sacerdote del suo dl\-orzio dalla "•it.a. D profilo psicologico del critico. e raccenno alla sua !unzione all'interno e alre– ste:no della cultura. banno tat-~ un discono element.rre. facilmente intuitivo. la cui u– tilità penso sia almeno di ri– coniare. nel presente caos delle carnplicazioni. la sem– plicità della realtà. Il critico impesmato può abbadiare. perchè usa gli abbagllan della retorica ideologica. a– van,ruardlstic.a.. A ossen.·arlo meglio. cl si n"'\·edc che è un essere spento. un fant.u:ma inconsistente. inafferrabile in proporzione della sua çelo– cltà di ade~arlone e. re2i– strazlone dell"effl.mero che lenta di realizzarsi nel futu– ro, La sola consistenza del critico lmpe~ato è U fatto che nuoce. che è nocivo_ Ma tutto U dtscorso potreb– be sembrare campato in a.ria. cortrulto di fantasmi verbali. ~e non ricorressimo ad esem– pi che lo attualizzino. ad e– ~mpi di critici i.mpeJnati vi– v i e not i al quali calzi più o me.no bene la scarpa teo– ri ca che abbiamo paziente– meQte cudto. L3 lettura recente del !a– <1eicolomonogralko di - Ulis– se - intitolato Dove t:a la poe– sfa. sul quale inWal un di– scorsino nel numero scorso de.Ila - Fiera. cl mette sotto gli occhi un palo di ese.mpL tra I molti che potremmo !a– re. particolarmente adatti e S.iJtnlcath-L Come - critico impegnato-. critico ideolog.ico ftglio del presente e dal valore quasi paradigmatico. credo possa valere Pasolini. attivista d.i una a\"anglJa.rdia irrtposabile che ba ln luJ il progettista e.. a pari grado e \·alore, U rea– llz.tatore. A lui dobbiamo. in questi ultimi anni. !"accensio– ne d'una falsa mèta poetica che ha illuso numerose far– falle. e. giusta la reiola ..di– pinta,.. più sopra da Guttuso. ha preso il potere. Il concetto di ..crisi .. è la sua arma e. come s"è visto che a,...,.iene in simnt casL U suo alibl Come ...critico impegnato .. chl"' invece proviene dal pas– sato. nbelle ad esso e dunque neofita. valga Giacinto Spa– gnoletti. per un suo valore ancora paradigmatico, che lo fa superiore e distinto dalla schiera dei critici di mezz"età voltisi ad inseguire la sirena degU sperimentatori di pro– fe6Sione. e lo !a un in– stancabUe fabbricante di car– te critlche fn reiola con la cultura della crisi. Spagnolet– U è un caso di eplgonismo ri– belle che lo porta, da un lato a inquadrare il pas.sato in una visione definita. conclusa e persino già mitizzata. e lo fa ribelle ad un paSl631o della cri– tica poetica cui egli pure ap– partiene come residuo di gu– sto; dall'altro lo porta a so– stenere lo sperìmentalismo det -ribelli,. nelle sue espres– sioni più velleitarie. per le in– tenzioni che sof fia n elle ph-e. galleggia nte S l .ù.le polemiche come su ras.si natan ti pubbli– cltarfl L -e an tolo&ie poetiche che Spagnoletti sforna in con– tinuazione. per le scuole e per g_liadulti. giunaono alle ulti– me pagine. ai più giovani. nella pienezza dell"e,qu.ivoco. Esse già includono. e tendo– no a !arlo sempre più netta– mente. pres6oché solo i mem– bri o i souomembri della ..crtsl_ quasi unici significa– tivi. quasi vive6Slmo solo una ...crisi .. e non. a\-·endo oech.l e orecchi. una ricca sta– gione di fermenti e di (rutti. di p oesia insomma. da spic– ca.re silenziosamente, amoro– same nte dagli alberi. Ma a– \•endo occhi e orecchi. organi che 1· .. impegno .....che l'ideo– logia attacca e dlstrugge per prlmL IJ discorso \ •a.le ancora una ripresa. Dal fa sclc olo di ~ U– lisse» dedicato aUa poesia ci sano ven ute lnspe t"&.te occa.– sionl per chiari.re tutta una .situazion e, con h nti l suol equivOCL

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=