la Fiera Letteraria - XV - n.36-37 - 11 settembre 1960

Pag. 2 sponde al vero. Sennonché l'essenziale bontà di una opera letterarie non può, in sede estetica, venir mi– surata col metro delle tra– duzioni e neppur con quel– lo delle vendite. Altra è la sede in cui misurazioni del geneie s'impongono. Inutile citare esempi. Quanti compromessi e quanti equivoci si tiran dietro certi besr-seiiers? E sia detto non per gli au– tori menzionati in parti– colare dallo Smith, ma per tutti quelli soggetti allo appariscente tipo di suc– cesso oggi in voga. Anche in Italia. quanti sono gli autori stranieq che ven– gono inint,..rrottamente tradotti e lodali come de· tentori di una originalità assoluta. le. cuj conoscenza non può essere tardata ol· tre? Ma quanti non son quelli che. in un battib9.· lena. rispariscono, lascian– do il tempo che trovano? Più cautela. più equilibrio. più effettivo senso storico eviterebbero molte inutili illusioni e non consenti– rebbero alla e: politica,. di far la voce grossa nelle questioni della e letteratu– ra •· Contrariamente, con– tinuerà a verificarsi l'or– mai monotono caso di saggi storico-politici in cui la letteratura è mal giu– dicata nella misura stessa in CUi è mal conosciute .: mal compresa. Eppure all'interrogazione sul perché gli storici poli– tici non tengono abbastan– za conto, per la parte cul– turale, degli storici lette– rari collaterali, si può re– plicare con la domanda opposta. Per quale motivo gli storici letterari trascu– rano del tutto gli storici politici? Per conservarsi immuni dalla consorteria dei partiti? Est modus in rebus e quantunque la politica del– la cultura - giusta la di– stinzione del Bobbio - si differenzi positivamente dalla politica culturale, certe osservazioni e certe deduzioni degli storici po– litici potrebbero riuscire di giovamento agli storici letterari. Gli uni e gli al– h:i. nel formulare un giu– dizio seguono pur sempre, in maniera più o meno di– chiarata o sottintesa, una e idee politica»; ma resta provato che l'c idea• degli storici politici, essendo più necessariamente impe– gnata nella difesa della verità, può fornire egli storici letterari qualche maggior ]urne intornq a situazioni e ad espressioni il cui stesso significato ar– ristico e valore estetico non mancherebbero di tro– vare un più giusto apprez– zamento nella pienezza di un'indagine non limitata alla zona e alla risultante strettamente letteraria. Nonostante il prudente beneficio con il quale va accolta, in sede letteraria, ogni risultante politica, essa reca ugualmente qualche particolare contri– buto a.1la più penetrante conoscenza di tutto ciò che si muove intorno ad ogni fatto (fenomeno, epi– sodio, documento) lettere.– rio e lo precede e lo se- gue, lo sol1ecita e lo con– diziona, sia che lo giusti– fichi e lo sconfessi, sia che raccolga o lo respinga. Per esempio. Fabio Cu– ~in. nella sua Antistoria d'Italia {Einaudi, Torino, 1948). in merito alla crisi del primo Dopoguerra, osservò che e urgeva rap– porto dì una esperienza più libera trasferita dal vec– chio mondo. europeo su di un suolo nuovo. e ora ri· tornata rinvigorita dallo Occidente per imporre una civiltà che non era più quella della vecchia Euro– pa•- Ma e: la vecchissima Europa sentiva di dover rinunciare a se stessa e non poteva volerlo». L'osservazione, prenden– do le mosse dal secondo Dopoguen-a ed estendendo– Si del campo politico al campo letterario, portò il Cusin a sottolineare che l'atteggiamento e: ambiguo di attesa~- assunto allora dall'Itali.a, fu e evidente negli scrittori che in que– gli anni incontrarono fa– cilmente il favore del pub– blico. alludendo al nuovo mondo senza capirlo ma tanto meno dichiararlo •· E come rappresentante ti– pico e fortunato di tali scrittori, il Cusio citò Pan– zini. ritenendo prov.ato che nessuno meglio di lui e po– té ricamare ironie assu– mendo, di fronte a tanti contrasti. il fatuo atteggia– mento banalissimo che poteva soddisfare la bor– ghesia italiana capace di censurare le forme, ma non di indagare la sostan– ze della cosa, per cui si compiacque e si divertì el– la sua prosa originale e semplice e alla fatuità di · chi ostenta di aver trovato la propria posizione di equilibrio entro un mondo incapace di essere convin– to del suo modo di essere. Anche questo non sape'r prendere una posizione di fronte e.i tempi e piagnu– colare per iJ malcostume ... era sintomo della incapa– cità e svolgersi moderata– mente dell'anima nazio– nale ... •. A parte l'asprezza della forma, dovuta anche alla sentenziosità che vi assu– me il -rapido e conci~o gi– ro del ragionamento; a parte quanto nel giudizio può esservi, e c'è, oggi, di politicamente polemico, pur nella già raggiunta distan– za di una prospettiva che tien molto dello storico e dà garanzia d'esser stata sottoposta al vaglio delle esperienze successi.ve; a parte ciò l'osservazione, ap– puntandosi contro l'umori– smo panziniano, trova una forza di approfondimento che sarebbe sbagliato non considerar d'aiuto per una più attenta e appropriata valutazione letteraria non del solo Panzini, ma di tut– to un determinato tipo di scrittori, che nel Panzini ebbero e riconobbero un loro campione. Vent'anni sono ormai tra– scorsi dalla morte del Pan– zìni e a ripensarne l'attor– cigliato avvicendamento e a metterli in 'I'apporto coi settantasei lungo i quali si svolge la sua esistenza, vien tatto di non poter 1111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111 ~~~. linee italiane per tutto il mondo • ..--re-. I O;~-;;( ·~~· Gruppo finmare sottoscrivere quanto ha di recente asser.ito un minu– zioso criticò. Secondo Raf– faele Pedicini, infatti, e la biografia di Panzini, dal conseguimento della 1au- , rea (giugno 1886) alla mor– te. non è turbata da fatti sensazionali, non subisce scossa alcuna: è l.:. più sem– plice e modesta di uno scrittore che conquista la– boriosamente. a poco a po– co. il successo e la fama>. (Alfredo Panzini, 195: Are-– thusa, Roma. 1957). Siffat– ta !nterepret.azione non re– sta troppo legata a quella. umanisticamente finissima. fornita dal Serra nel 1910? ~la Serra mori nel 1915: Panzini nel 1939; e nello intervallo qualcosa succes• se che avrebbe potuto e scuotere• l'autore del Vi.aggio di un povero let– terato. Nessuna scossa, in– vece: e allora bisogna con– ven:re cJie l'osservazione del Cusio non è infondata né va trascurata, pur senza togl:er fascino aI sorpren– dente Bacio di Lesbia che nel '37 segnò il cant~ del cigno per Panzini. Vi ac– cennammo noi stessi, in oc– casione della ristampa com– memorativa (Novecento let– terario, 1, 8-12) nel primo decennale della morte. Ma gli anni han continuato a scorrere e certe personali– tà letterarie. a forza di sta• gliarsi e di isolarsi, hanno assunto più rigorosa evi– denza. Il loro ambiente sto– rico è più definito. e più circostanziata è anche la temperie spirituale in cui germogliarono e fiorirono. )f Ed ora che dai Panzini siamo pervenuti ai Pasolini, « una cosa è sicura; se non si ristabilisce una discipli– na dell'intelligenza e del I gusto: se non si rimette in piedi una tavola dei valo– ri razionali e morali, il mondo -seguiterà a vivac- ~:~~r!an~~~~i ~~a s~;;::!:~~ ne sperimentale atomica) e anche ad impinguare; ma sarà vita meschina, e gras– so malsano». Ci sarà chi vorrà opporsi alla severità di una simile d:agnosi. con Ja quale ha termine. a mo' di ammoni– mento. la Storia del Nove· cento (Mondadori, Milano, 1958) di Luigi Salvatorelli? Per contrapporle quale ul– teriore Hlusoria infatuazio– ne? Dopo G!'de, dopo .Sar– tre. dopo Camus, dopo le loro diffide e denunzie e condanne, il ritorno alla Ra– gione è impellente. e Si tratta di fondare, o rifon– dare, l'umanesimo. Pieno, armonioso. equilibrato svi– }lJppo della · personalità umana, dell'uomo che non è né angelo né bestia ... ,. e che in quanto tale deve bat– tersi per la ricostruzione di una scala dì valori socia– li e di valori individuali, dove e il sentimento vale più della sensazione, l'atto morale più del sentimento•. Allo stesso modo che e la politica vale più del1'econo– mfa. la vita etica più della politica•. E poiché dall'insieme di queste persuasioni raziona– li e morali, controllate dal– l'esperienza storica e ga– rantite Ciana libertà spiri– tuale e politica, nasce una fede, è in nome del ristabi– limento e del patrocinio di una così necessaria fede che andrebbero esaminati e giudicati certi fatti e certi documenti, certi perso– naggi e certi sentimenti letterari. in quanto sinto– matici e rivelatori di un dissolvimento etico ed este– tico. Troppo spesso, oggigior– no. il critico di letteratura rinnega invece tal fede, per paura di non sembrare ab– bastanza solidale col desti– no dell'uomo, mentre è nel rjpristino di quei valori e nel raggiungimento della lo– ro sintesi che il destino del– l'uomo può essere difeso e ancor salvato: fondendo tra– dizione classica e spirito cristiano. Altrimenti la fun– zione della critica lettera– ria continuerà, esautoran– dosi, a decadere, e con es– sa decaderà la letteratura stessa. Sottrarsi ad ogni autentica esigenza raziona– le e morale equivale a ri– nunziare alla luce di ogni trascendente ideale. ENRICO FALQUI LA FIERA LEffEHAKIA JJumemca 11 settembre 1~\JV e Donna acrobata», statuetta fittile di età ellenistica (Mu– sco di Taranto) INTERVISTA DI LUCIANA ZANUCCOLI CON JL NOBEL DELLA POESlA * Quasimodo perseguitato inOlan (continua da pag. 1) Già da una quindicina d1 giorni se ue stava, per cosi dire rifugiato in una pen– sioncina, l'unica nella quale era nuscito a trovare una camera. La presenz.a nei Pae– si Bassi dell'ultimo premio Nobel per la letteratura ri– schiava proprio di rinumere ignorata. Senonché 1m bel giorno il poeta è stato rico· nosciuto, la voce è corsa fra i giornalisti e la tranquillità è finita. Si è iniziata la serie delle telefonate e delle inter· viste e i quotidiani hanno pubblicato articoli e foto. Del resto sarebbe anacroni– stico ritenere che l'Olanda di oggi sia quella del Seicento dove filosofi e umanisti si rifugiavano per vivere tran– quilli. Come fece Cartesio clte ad Amsterdam, in una città portuale cioè, a quell'epoca tra le piÌJ frequentate del mondo, godeva d'una libertà, d'un riposo che non avrebbe certo trovato in nessuna lo– calità anche se campestre, i11 Francia. • Ciascuno è tanto preso dat suoi interessi - scriveva all'amico Jean·louis G11ezde Balzac - che potret vivere tutta la vita i,1 questa città senza essere mai ,,isto da nessuno•· Quasimodo dunque, che è di natura cortese, per giu– stificare la sua decisione di e prendere il volo• al più presto, pe, Milano, 11011ap– pena è stato riconosciuto, ha addotto il motivo del callh•o tempo che in reaftà era pes– simo ma ciò non riesce a cancellar~ il sospetto ch'egli sì sia ,,ollllo sottrarre alfa curiosità, all'interesse clte or– mai si erano acce.si attoruo alla sua persona. L'ultima sera del suo sog– giorno sono riuscita final~ mente a vederlo in uno dei pochi ristoranti italiani del– l'Aia. Era visibilmeme sod– disfatto davanti ad un buon piallo di spagltellì cucinati espressi (e non cotti in mat– tinata per la sera come qual– e/te votra succede in questo paese), dopo una diecina di giorni di riso quasi crudo e di 5lrane pietanze scipite che Ja padrona della pensione gli somministrava come specia· lità. Ha parlato di sé C0II quella pacateua naturale, prcpria anche del suo gestire che lta sorpreso i giornalisti olandesi. Quasimodo dà l'impressio– ne di essere rimasto ùm– plice. qual'è sempre stato, anche dopo la gloria del Nobel; d'altro canto è del tutto consapevole delle sue qualità. Oltremodo lo irritano la retorica e il falso ro– manticismo. Nel suo dichia– rarsi w1 antiromantico, non c'è polemica, non c'è affet· taz.ione: c'è la constataz.ione fredda, obiettiva di un fatto. Si aµprezz.a fra l'altro in lut l'interesse che mostra per gli altri, per il pensiero degli altri, tanto pii, perchè cosi di frequente, in persone giun– te a rico,1?scimenti massimi, si constata w1 desolante chiudersi in sé, nel senso di considerarsi al centro del proprio universo che viene idemificato con tutti gli altri universi, i più vasti. A Milano mollo la1•oro at– tende Quasimodo. Ha già iniziato il libretto per una opera che verrii musicata da Mu..hele Li;..zi, e L'amore di Gatatea •• e un dramma dal titolo e Il diavolo corrotto •· lo tengono moltre occupato alcune traduzioni e qualche impegno con settimanali. /11 outwmo usciranno due vo– lumi di suoi saggi, uno ut Italia c l'allro negli Statr Uniti. Il contenuto delle due raccolte in parte sarà lo stessll ma nel primo verra dato maggior risalto agli au– tor: Italiani e nel secondo a quelli americani. Ho raccon~ rato che dopo l'assegnat.ione del Nobel le tradu:;ioni delle sue liriche sr sono moltipli– cate incredihilmente. Poco tempo fa, con sua stes:;a sorpresa, ne è uscita una rn lingua spagnola. Di un'anta· logia delle sue composizioni poetlcl1e m ungherese ne fu– ro110 1•enduti circa 20.oon esemplari in poc/11 giorm. E' stato invitato a tenere con· ferenz.e anche a Cuba, Israele, Belgio, e all'Università di Salamanca ma per il mo– mento non vuot legarsi ad impegni. « Non so più come fare - dice,•a - ogni giorno rice,•o tanti pacclu di lellere che due segretane non sono suf– ficienti per rispondere a ltll– te. C'è c/11 vuole un auto– ,:rofo, chi mi chiede o mi invia un libro, ma ci sono anche tan11 professori di Uni- 1•ersità stramere che cercano di mellers; in contatto con me e sarebbe proprio scor– tese non ,ispondere. Ma non posso passare tutte le gior- nate a sbrigare corr1spo11- denz.a •- La co,aversaz.ione si è aggi– rata su argomenti di1·ersi: su Pastentak che ammira assai più com~ poeta che. come scrittore, ~" f'irandello, 5/l Leopardi che ama oltremodo e che sente p1u ,,icmo d'ogm altro poeta. Abbiamo parlalo a lungo del carattete dei sic1liam. del loro gusto per la dialettica ereditato dall'antica Grecia, del loro argomentare sempre con il e forse•, della loro umato prnhlemat1c1tiJ. • Come fa a vivere a \filano?• - gli ho (,htesto. • Hi c1 sono ab1- tw1to • J1a rtsposto. e E poi come "ctttà" no,1 esiste ... Pwprio per questo ci st può 1>11-•ere bene. Ci si può lavo– rare... Non s1 se11to110 quei rtch1a111i, q 1elle tenta;_i.0111 clie si avvertirebbero per esempio m una cillà come Roma... Quando sarò p1it avanti con gli anni /orse 1111 mirerò in Si.:ilia. Fi11cliè v1- ve1•a mio padre e, sono an– dato tutte le estati ... •- Ero curiosa di sapere se l'Olanda col suo e duna • particola,e, in senso figura– tivo e metereologico (chi non sentirebbe pomamo, il fasc1- 110 di una tem11esta prepo– tenze sulla crucciata distesa del Mare del Nord?). lo ispi– rerà per qualche hrrca. Non lo ho escluso. Gli è macm10 il largo cboule,·ard. clte corre dintto lungo la spiaggia di Scltel'enin,:en, gli sono pia– ciuti i 1•erdi e vasti f}Qrclu, pause d1 qmete fra l'abitato. Cesare Pavese e l'esistenzialismo All'Olanda Ouasrmodo ~ le– J,1.ato dn ricordi simpatici. Holt1 anrr fa, m occasione del pruno congresso dei fe– deralisti europei al quale partecipò anche Clmrchill, al– l'uscita della Ridderzaal (la sala del com•eguo) si trovò per caso proprio a fianco del premier britanmco e fu an– che lui oggetto dell'attenzione e del riguardo generali poi– chè tutti pe>1savano che fosse un suo amico. U fotografn– rono insieme e l'immagme comparve su 111111 i giornali. (continu~ pag, I) municare prima a se stesso e poi agli aJtri, senza reto– rica, quello che sente nel– l'anima. 'el suo Diario è, infatti, scritto che e l'artista è sem– pre sincero con se stesso, pena il fallimemo dell'opera •. E' questo il punto essenziale in Pavese: l'atto più assoluto di sincera libertà; giungere liberamente, senza ipocrisia, a conoscere Ja vita interiore, i sentimenti e la meschinità fino alla vergogna. li giudizio degli altri - di quelli che ci giudicano e ci vivono intorno - non impor– ta: quello che è fondamen– tale è la libertà. La libertà di essere dell'uomo singolo, come espressa nella formula esistenzialista. Il punto centrale della nar– rativa dì Pa\"ese risponde, quindi, alla più autentica istanza esistenzialista: la li– bertà che non nasce e si de– finisce nella ~zionalità o in una scala di valori morali, ma che obbedisce solamente a se stessa. Una libertà che si limita e si conclude nel– l'uomo. L'atteggiamento del profes– sore, ad esempio, nel rac– conto e La casa in collina• - pubblicato nel libro e Pri– ma che il gallo canti • - la sua protesta per non volere capire la guerra, i bombar– damenti, la lotta, lo scontro tra partigiani e fascisti, ri– SPonde, in pratica, al pen– siero de.i filosofi esistenzia– listi che, nella esaltazione della libertà della persona umana, come prassi e fine, non possono intendere nes– suna èùmprOmissione o sub– biezione della libertà stessa alla razionalità e quindi ad una legge di necessità (co– me per esempio la guerra). li protagonista del racconto, nella sua protesta, si perde però - chiuso com'è nella libertà - nella solitudine. Solitudine dell'angoscia già esaltata nella Nausée di Sartre. Infatti Stefano, in una me– ditazione al confine, pensa che e ogui dolcezza, ogni con– tatto, ogni abbandono, anda– va serrato nel cuore come in un carcere e disciplinato co– me wz ,, iz.io, e più nulla do– veva apparire all'esterno, af– ta coscienza; né le cose né gli altri dovevano potere più ,mlla ... Non doveva più cre– dere a nessuna speranza, ma prevenire ogni dolore accet– tandolo e divorandolo nello isolamento. Considerarsi sem– pre in carcere. Abbassò dalla solo non perde 14 Jot.Sla •– Come Ginetta della e Spiag– gia• che e provava il mio solito piacere scbntroso a starsene in disparte, sapendo che a pochi passi fuori del– l'ombra il prossimo si agi– tava, rideva e ballava,._ E, mentre e l'agonia stessa del suo isolamento colorava di avventura la sua vita •· Ste– fano nella Plasticità e nella liricità di un tramonto sul mare - che lo scrittore de– scrive con arre stilislicamen– te perfetta - conclude la me– ditazione sul suo isolamento e Alta, sul poggio del!a ,:ima bianca, c'era una nuvolet– ta. La prima nube di set– tembre. Ne fui lieto come w1 incontro. Forse il tempo sarebbe cambiato, forse avrebbe piovuto, e sarebbe stato dolce sedersi davanti all'uscio, guardando l'aria fredda, sentendo il paese at– tutirsi. In solitudine, o con Giannino dalla buona pipa. O forse nemmeno Giannino. Starsene solo come dalla fi– r..;;.stradel carcere,._ Ma la libertà non può né concludersi né determinarsi nella solitudine. La solitudine, infatti, rap– presenta in un certo senso, uno stato spirituale, diremo, aggregato alla libertà di es– sere di ogni singolo uomo. la scuola esistenzialista - ammesso che si possa par– lare di una scuola - ha cer– cato sempre di ribellarsi a qualsiasi forma di esaurimen– to del pensiero nella stra– ziante solitudine. Dalla liber– tà deve pur nascere e qual– che cosa •· Qualche cosa che abbia un contenuto e non sia la moda 1: odorante di sesso, di caffé da marciapie– de, di pullover molto ade– renti e di comunismo•- Qual– che cosa che non esaurisca l'angoscia dell'uomo nella de– solante solitudine, ma fac– cia nascere un impegno. E nella ricerca di queslo e qual· che cosa• per l'esistenziali– smo nasce il grave problema dell'impegno e un motivo concreto di azione o fare vi\"ere Ja libertà, nella an– goscia e nella contempla– zione e di se e per se •• in un problematicismo indefinito e in una fluidità inafferrabile. Il dilemma posto chiara– mente, impone una scelta che l'esistenzialismo f:a con una logica strana: sceglie - me– glio non scegliendo - en– trambi le soluzioni. Talora sceglie la via dell'impegno, maledicendo l'impegno stesso nella consapevolezza che esso asservisce la libertà e la uc- cide nella razionalità; altre ,·olle sceglie la via della li– bertà e per la libertà• in– veendo contro l'indetermina– zione che nullifica e volatizza. Anche Pavese. nel suo iti– nerario artistico e sperituale è po!"!Odinanzi a questo di– lemma. Lo scrittore sente drammaticamente che per avere un senso l'arte e la sua vita stessa, deve risolvere il problema. E tutto Pavese è nell'ansimante ricerca della strada da seguire nella di– sperata scelta dell'impegno e nella J>QSsibilità di deter– minarlo. In « Ferie d'agosto•• e Il compagno>, e La luna e i fa– lò•, e Dialoghi con Leucò •, Pavese sceglie la via dell'im– pegno; in altre opere - e in particolare e lavorare stan– ca•, e li mestieri! di l'iverc •, e Verrà la morte e avrà. i 1uoi occhi •, e Prima ,:-be il gallo canti> - quella dclJa e Libertà per la libenà •· Divisione questa schemati• ca, e non rispondente - se non di massima - alla va– rietà e complessità della pro– duzione artistica dello scrit– tore. Egli tenta di dare in un primo tempo un contenuto alla libertà, un impegno uma– no sul piano dell'azione, af– fennando che e se 11011 credi in qualcosa non vivi,._ E nel– la affannosa ricerca, egli in– travede tre motivi essenziali f ~:rJ"g~ 11 aD~On~:. socierà, Pavese affronta 1I proble– ma di Dio sul piano della esigenza di una spiritualità e della ricerca di gioia, non sul piano teologico filosofico. Egli intuisce il problema non nella oggettività della sua si– gnificazione filosofica ma al– la maniera esistenzialista. L'esistenzialismo - come afferma Cornelio Fabbri in un suo studio - « intende sganciarsi con la metafisica e la teologia ,.: si presenta sos1anzialmcn1e ateo. E ciò perché non può intendere una libertà sottopQSta al va– lore metafisico. Giustamente - a questo proposito - Sar– tre afferma che e se ci fos– sero valori non potrebbe es– serci la libertà a loro fon– damento• e, poiché per lo esistenzialismo unico ,,aJore è la libertà, per esclusione, non Possono esistere altri valori; neanche quelli meta– fisici>. Ma se non esiste la mela– fisica come vaJore nell'esi– stenzialismo e in Pavese tro– viamo un'ansia e una ango· scia di Dio. Infatti nel suo libro e Pri– ma che il gaJlo canti • egli afferma e Ma pensavo alle voci, alle storie, di gente ri– fugiata nei conventi, nelle torri, nelle sacrestie. Che co– sa doveva essere la vila tra quelle fredde pareti, dietro a 1•e1rate colorate, tra i ban– chi di legno? Un rizorno al– l'infanzia, all'odore d'incen– so, alle preghiere e all'i11· nocenza? Non certo la cosa peggiore di quei giorni. Tro- 1•ai in me la velleitiJ, quasi la smania, di essere costretto a questa vira. Prima, passan– do davanti a wia Chiesa, non p,msavo che a zitelle e a vec– chi calvi inginoccltiati, a fa– stidiosi borbollii. Che lllllO questo 11011 contasse, che 1111a Chiesa, WI COIIVl!!'llt0, fossero im 1 ece w1 rifugio dove si ascolta con le palme ~I vi– so calmarsi il battito del cuo– re? Ma per questo pensavo, non c'era bisogno delle ,r.a– vate e degli altari-. Bastava la pace, la fi11e del sangue ~parso. Ricordo clte stavo traversando una pia:;za, e Il pensiero mi fece fermare. Trasalii. Fu quella una gioia, una beatitudine inattesa. Pre– gare, emrare in Chiesa, pen– sai, è vivere uu istante di pace, rinascere in un mondo senza sangue. Ma la certeua dilegum•a. Poco dopo, trovata una Chie- \"Oluzionaria è per l'esisten– zialismo la più \'ita\e e as– soluta espressione della li– benà de!l'uomo. E Pa,·ese cosi aderisce al comunismo e compie, con assoluta since– rità e fervore, l'atto di ade– sione alla resislenza, « da lui semita; come da Vittorini. in funzione di dovere morale da adempiere ne.i confronti dell'uomo•• come giustamen– te si esprime Paoluzzi nel– la e Letteratura della resi- srcnza •- Ho ossen1ato che sarebbe mteressante tirare fuori da– gli arcl11v1questa foto, ades– so. che aoc.he 1111. Quasimodo, fa parte dei perse,:uitati dal– la notorieti, Hi ha iuardato divertito e ha sorrtso. LUCIANA ZAl\TtJCCOLI E subito dopo, non a,•endo EDITRICE bene a11ren:111a, tttn• ~~"f.l~;1e~g1!~~~o e i~~~: ~=~~11~':;:;;,u~o=:i~:n: logicamente pronto per lo S\'iluppo della leoria della d, 511 W vart, pubblkando e rivoluzione, egli, sfiduciato e lanciando le opere: meritevoli, • annoiato, se ne allontana, condizioni di partlcolaA tal'Ore. abbandon·ando l'impegno so- Scr1\"Ctt: L'APPRODO DEL suu, ciale. Lungo Teatro NuO\-o. Z9. Napoli. (la fine al prossimo numero) .__________ , XVI SELEZIONE "SIA~, (Concorsi 19ti0) HO.\IA:\'ZI - i'O\IELLE l'OESIE - TEATIIO Cl1ie<lc1•c i1111uediuta111Put1• il 1,,,!loln,uPntn n EDIZIONI u SIA,. .. Bologna, Audinot, 10 sa, c'entrai. Mi sofferma, VITE LETTERE TESTIMONIANZE DI ARTISTI [TALlANl r::J~~ a:::~~ 0 é• :1:~%naJ~~ ~ :~!i~: 1 :~::arban~J:i ~~~~::~~ ~ Fissai gli occhi a terra e ri- ~ pensai quel pensiero, volli ~ rigodere la gioia e la certez– :;a della pace improvvisa. Non !":J mi riuscla. ~ ri~cìla a ~~cl~d:~i D~r J>°a~ ~ , cse in un a110 di Fede - &j come per il suo personag- .J r~n è ty;e m~eN°se~~m~~t~ ~ l'intuizione. la sensazione del- > la spiritualità teologica in– travisla e non conquistata. Z L'uomo ha trovato nell'auto- < coscienza la emancipazione J dalla dimensione teologica < dell'esistenza. t: E malgrado ogni tcntati\'O g~~~r:~~ l~~~~i~soli;it: ~ esistenzialista, Pavese rima- F:! ~:n~~gioniero della sua lì- ~ Pubbhcau tn oreceden.za : \'ITEl,E1'TE– RE TESTIMO– Nl4NZ~: 01 AR– TISTITALIANI VITA OEL BERNINI di Filippo Baldlnuccl COD 1·tneclta VITA ~ DEL BALOJNUCCI del IU'.Uo ~ Saverio. Studio e Note d1 Sergio Samek Lud0Vic1 1\148 L l 500 VITA Ut:L CARAVA< .H.HU '" " ., ... "" "' dalle tesumoma.oze aet suo tem- --i Volumi ,n tJ– bross. tnvole t. l :~~a~/o:;~:: ee d:;:n;o~e;;~ ~ Samek Ludovlet. 1956 l.. I 500 ;; E' uscito LI 2' torno del uolume lll e 11lttmo dette LETIERE ~ULL'ARTE di PIETRO ARETINO a cura di F«tenzio Perule e Ettore C.:amesa.sco con le BlOGRAFlE DEGLI ARTlSTl tavole d, raggua~Uo. 1na1e1 t> 1eonmzrari.., .tret1r.11ana z N "' 8 Nel Diario il 29 gennaio Cl 1944 lo scri11ore appunta e Ci ~~ati~,il~a si'elsc~;~~de/,fmh::: ~ Volume l: Lettere 1520• LMZ. t... 150U dolce:;za del regno di Dio. < Volume 11: Lettere 1543. 15~5 L. 2 600 Quasi si dimentica ciò che Z Volume Ul: tomo 1--: V1ta aeU'Arettoo, si chiedeva: si vorrebbe sol- 0 col Commento. di Gaammarta Muzuchelll :,.e::':s:a aga~t~,/[::';;~~n~~~ri~ --------------------- tanto goder sempre quello ~ (UDlea ristampa daJ 1763), tntegrata aa sgorgo di divinitil. E' questa ~ Ettore Camesasca 1959 C... 2.000 r senz.a dubbio la mia strada !1 ~ ~~;d~iu~fe~s:~: ~:::;/1 LJ~!~ ~ EDJ.ZIONI DEL MILIONE. MILANO. VLA SACCBJ 3 ~ dendo di se stesso ... >. In un colloquio polemico esclama e Voialtri non posso essere io... lo sono solo. Cerco d'es– sere il più solo possibile. So– no tempi che soltanto clii è ;, 1 ;;~;f~~e fn ~~:'i;a:tdi !~:; :;nf3".L.LT1 :aJ.JA lr-JV{"TVJ.1 r.t.st.nrv ro :.tZNVtNOWTJ.S3.t ~ T A L A Gli Olimpionici del Bello re, un mancamento al barlu– me di questa possibilitiJ. For– se è tutto qui: in questo tre– mito del "se fosse vero!". Se da\l\iero fosse vero ... • e conclude così il tentativo di dare un contenuto alla libcnà con il valore metafisico con la desolante invocazione ... e Se fosse vero! ... >; pur ricono– scendo - in altra parte del Diario - che e il Cristianesi– mo non può mon·re, perché contiene la po:>sibilità di tut– te le discipline>. CREDITO ROMAGNOLO NORD - SUO N O R O LLOYD I! CEKTRO AMERICA s u o p A C I F I _c o TRIESTINO INDIA. PAKISTAN • ESTREMO ORIENTE • AUSTRALIA SUO AFRICA •· AFRICA ORIENTALE E OCCIDENTALE ADRIATICA EGITTO. LIBANO. GRECIA CIPRO TURCHIA.ISRAELE. SIRIA - MAR NERO T R R E N A SICILIA • SARDEGNA • CORSICA MALTA LIBIA TUNISI • MARSIGLIA - SPAGNA • NORD EUROPA UFFICI E AGENZIE OVUNQUE (continua~ pagina 1) ni. dall'Alpi allo Jonio, se lo sono meritati. Peccato che. in 1anw fio– rire di iniziative. sia man– cata una gara indetta fra co– lora per i quali nacque la bella leggenda dell'alloro trionfale. gli artisti insomma, quelli che si sarebbero pot.u– ti chiamare gli Olimpionici. del Bello (o del Brutto. ma– gari. visti i tempi). Dal 1912 al '48 i Ludi com– prendevano anche concorsi di pittura. scultura. architet– tura. lette1'atura e musica: poi la buona idea andò per– duta. e non sarebbe stato af– fatto male che proprio Ro– ma. culla antica delle art.i, l'avesse rilanciata, riafferma– ta come integrante essenziale dell'Olimpiade. Uno scrittore come Ciani Stupari.ch., pit– tori e scultori come Fa rpi Vignoli. Paladino Orlandini. Emilio Greco, Giovanni Stradone sono stati volta a volta, per l'Italia, Olimpio- mci dei Bello. R1cord1amalo. molo. Fiacciamo pu11io a questo rammarico. Ricordiamo ora il compenso of/Prto al pub– blico di tutto il mondo dal– f"orgamzzaz1one ohmp1ca, un compenso invero superba, ossia la ,,. Mostra dello Sport nella Storia e nell'Arte, aperta all'EUR. Nell.e sue sa– le sono visibili, venendo su– bito al moderno. le opere di pittura e scultura che furo– no premiate ~ei Giochi di Stoccolma, Anversa. Parigl. Amsterdam, Las Angeles, Berlino e Londra. Stupendo ,, n guidatore di sulky, del Vignoli. Per malte delle ope– re stanno a testimonia1'e so– lo delle documentazioni foto– grafiche: ma che importa. era u11a grande idea, ecco il punto, quella di. accomunare arte e sport, nel nome re– torico ma suggestivo di Olimpia. Ancora un piccolo sforzo e poteva essere rilan– ciata. P. C. Atleta moderno alle Olimpia di di Roma Non attuandosi l'impegno sul piano metafisico, Pavese cerca, nella visione sociale, di completare la sua libertà. Lo scrittore tro,,a logica– mente nel marxismo, il con– tenuto ideologico della pro– pria azione. li manismo, in– fatti. con la negazione di ogni valore metafisico e con la affermazione de 11 'impegno umano, nella fase rivoluzio• naria, è il porto più imme– diato per l'esistenzialismo. S. p. A. - 65-- esercizio SEDE SOCIALE E DIREZIONE GENERALE IN BOLOGNA Capitale sociale versato e riserve L 2.145.000.000 -- BANCA REGIONALE 15( OIPENDENZE 2 Rkevflocie e Casse P,ovinelall (>ocll e Ravenna) 42 Esattorie e fesorerle Comunali CAMBIO VAILUTI: l:.::;Tl:.Ht. Benestare per l'Esportarlone e rtmportazlonr TIJTTE I.EOPERA710NI EOI SERVIZI •·1 BANCA Depositi e Capitali amministrati L il mlllard, ASSBGN I ClRCOLA!U O l:i L LA BANCA L'esistenzialismo, richia– mandosi alla forza energe– tica dell'uomo, per una logi– ca strana e avventurosa, sfo- cia nel marxismo. emessi nel 1959 L. 100 rnlllard1 te~d/j\ ~!~~~Ì\~m~onst~~~ Gli Assegni circolari del C..:r-edltoRomagnolo sono co dialettico, ma la teoria pagabiU a vtsta e gratuitamente ln tutta 11 8 11 8 della rivoluzione; l'arione ri- ---------------------!

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