la Fiera Letteraria - XV - n. 28 - 10 luglio 1960

Pag. 2 civile e nazionale, che nel– l'illuministico, laico, bor– ghese e risorgimentale Manzoni fomentavano quel gran calunniatore del Sei– cento ch'egli fu, come ha tanto ben provato Fausto Nicolini? Crede proprio Moravia che - dopc l'esperienza ben presto inaridita della apalogetica - Manzoni fosse quello zelatore di– screto e tenace, quel fa– mulus del padre confessore (~n tal caso Monsignor To– s1) che anelava a compiere per via dì lettere una •buo– na azione• prescindendo dal suo fatinto cli moralista pessimista? Certo, alla )..)T· ma m.enti.s dopo lo storici– smo non può che suonare sgradito il concepire che si faccia la storia come mezzo d'espressione morale. Era tanto .ricca e variopinta la realtà contemporanea an– che nei periodi più sordi (come il momento di con– cezione del romanzo, dopo i fatti del '21) da rende– re addirittura stravagante chi guardasse all'indietro. Dunque - argomenta il Moravia - finezza da pro– pagandista: ad propagan· dam fidem. E non pensa che a chi guardava alla storia come Manzoni (per nulla da storicista, ma da moralista) storia significa· va garanzia di veridicità, e una zona ne valeva un'al· tra purché servissero ·a d1· mostrare una. cosa, la mat– ta bestialità della specie umana. E benvenuti i se– coli ferrei, quando la e bè– te humaine • (per dirla con Zola) scappava fuori più irta. Altro che importan– za massiccia della religi_o– ne, o della religiosità post· ridentina! O sembra a Mo– ravia più edificante la sto– ria secentesca della Monaca di Monza che quella della ottocentesca ad~ltera suici· da Anna Karenina? Sì, la religione ha gran parte nel romanzo manzo– niano: ma non pecca di ve· rosimiglianza storica il nu· mero, e il prestigio, dei personaggi ecclesiasticL E che altro potevano fare in quel clima se non prender l'abito gli Homais, le Em– me Bovary e magari i gia– cobini del futuro: come a dire i Don Abbondio e pa· dri provinciali, le Gertrudi e i padri Cristoforo? E qui Moravia mette involonta– riamente il dito su un mo· tivo che sta tra arte e real– tà, romanzo e reale storico. C'è - infatti - un mo– do di discutere Manzoni sul piano della realtà sto– rica; e un altro su quello della e realtà • e veridicità artistica. Quando si fa una Un"lrichenr"africano obiezione al modo di raffi– gurare la vita, gli argo– menti documentari possono essere un segno dell'intro– spezione civile e sociolo– gica di un artista; noi pos· siamo cioè considerare un romanzo anche come uno specchio dei tempi. E pos– siamo tarlo tanto più quan– do l'autore si fa uno scru– polo di veridicità, d'esat– tezza; ed è il caso di Man– zoni. Ma quando si trat.ta di venire al giudizio critico, questa correlazione oltre un certo limite rischia di mutar le carte in tavola: come av,..;ene a chi giudi– casse il Manzoni artista sulla scorta della sua esat· tezza esegetica di storico (e fu l'abbaglio del Nicolini) o, come accade oggi. sulla scorta dei suoi strumentì di interpretazione del mondo sociale. Peggio: se il Nico– lini accusò il Manzoni, non di adoprare uno strumento d'esegesi storica poco cmo– derno •• ma di distorcere a certi fini gli strumenti relativamente validi di cui poteva disporre, il Moravia dice senz'ombra di dubbio: • Si riporta l'impressione che se il Manzoni invece che del criterio religioso si fosse servito di altro più moderno criterio basato sulla considerazione del fatto sociale per definire e giudicare .i suoi malvagi, questi, come d'incanto, avrebbero trovato una giu– stificazione non esterna al– la loro condotta "· O si trat• (Continua da pag. 1) mi piacque agire contro Ja ta di un ragionamento, per rito. e no~olgano lo legge per sentirmi poten- }f ·J=~~~j l~~~li:~ost~~~ sguardo avido agli spet- !~·i~. fo~e !': 1~ 11~ 0 ~onaver~~ il Manzoni ...), oppure è co- tacoli, giuochi dei grandi>. osato. Dunque. nel furto ho me chiedere al Manzoni jJ Tralascio le accuse rela· amato anche la partecipa- scegliersi gli strumenti di tive che ognuno indovina una certa esegesi delle cose da sé. Avevano per ogget• ~~~~!zz~e~h~oaTt~ff~!;eec 0 1 1~ con l'assoluta disinvoltura to !e delizie appetite e la con cui qualche romanzie- mala coscienza che le di- ~=:~~ 0 f 0 nqu1!1s~···cf~ft1i1i:~= re d'oggi può permettersi fende. in noi autori e spet- il lusso d'interpretare una tatori. Meno trito mi par- ~~ro/lg~~~;\J:r~~~ns~ar; tranche de vie «in chia- ve il suo sfogo contro cer- ve"• poniamo, .ideologica ti metodi di studio, che aspetta. a gente che si di- marxista ortodossa inducono ad amare ed an- fenderebbe con violenza, 0 viceversa in chiave zi impongono di conoscere se fiutasse l'insidia ... Non di marxismo revisionista e le frivole storie, le trame mi domandi perchè mi pia- distensionista. Veramente è dei pcemi e dei romanzi ceva non esser solo? Dia· un po' forte. Il guaio è che che - egli disse - c'indu· mine. perchè da soli non Manzoni del e cr.iterio. re· 1:r e f e e~~~~.i~~::~:lieg~~ si rid e... >.• • • ~t°:~rv~~~ s~o~erl~iv:o:i~ doci dal commiserare noi e Nemo facile solus ri- derava un criterio ma una stessi. A noi scrittori. da· det >: l'avete riconosciuto, fede, non era un roman- va il fatto nostro, quan· il mio africano è Santo ziere sperimentale né un do disse: Agostino: dal primo o dal cinico, alla sua fede sotto- e Non è vero che 1a rap- secondo liòro delle Con- scriveva (com'egli diceva) presentazione delle turpi- fessioni. è sempre lui che in bianco, e la sua visione tudini ci fa intender me- parla. Poniamo che io ab- delle case proprio da quel glio le cose e le parole; è bia sognato. La storia del e criterio" traeva forza e vero invece che la conii- carcere è mia, ma tutti pos- coerenza. Ad applicare a denza e la consuetudine sono ricorrere al libro vec- Manzoni certe maschere si con U male, ci fanno tra· cbio di quindici secoli, per rischia di farlo apparire scorrere più facilmente ad intendere le cose d'oggi e molto meno simile a Man· esso, quasi divenut-o in- sperare che il male dei zoni che ad altri: dopo tri:,seco e domestico-,. E giovani non sia brutto co- tutto, contro ogni verisi- tomò al concetto che la me si dipinge. Certamen- miglianza storica. creatura umana non è in- te, non è nuovo. FERRUCCIO ULIVI nocente, mai, neppure nel- V. C. (la fine al p~o numero) ;~zfi~het~~r!tae~àÙ'a~~~~~ .-------------------- Inediti di Goytisolo to per carpire emozioni proibite, per rubare, per barare al giuoco; e pronta, come l'età matura, a sde– gnarsi, se altri faccia la stessa coss. e Niente mi piaceva di ,più che amare ed essere amato... sennonchè, dalle sorgenti limacciose della mia puberta scaturivano nebbie ad offuscarmi il cuore, che non sapeva più distinguere gli af!etti se– reni dalla buia libidine >. E così scombuiato, vole– vano che pensasse alla cul– tura piuttosto che all'ani– ma. Al bagno, un giorno. il padre si accorse che era pubere. Questi meridiana· li: tal quale il padre del beLL'Antonio 1 esultava. La madre. invece, tentò di metterlo in guardia contro le cattive compagnie. Ma si! bisogna averlo provato il senso d'interiorità, chi non abbia glorie proprie da contrapporre alle altrui. Per non esser da meno, smanioso di lode, in mezzo a quegli intenditori. se non aveva prodezze con cui po– tersi uguagliare ai più paz– zi. egli le fingeva, le in– ventava, vergognoso sol– tanto, dentro di sé. che fos– sero invenzioni. E la ma– dre. che pure aveva capito, respmse l'unico rimedio e!– ficace, in quel momento. Avrebbe potuto dargli mo– glie, indurlo ad assumere precise responsabilità., in– dicargli la sola rotta che gli avrebbe permesso di uscire da quelle nebbie: invece temeva che una moglie potesse compro– mettergli l'avvenire, la carriera. Il furto. Ecco perchè sei qui. Volesti commetterlo, non perchè spinto dal bi– sogno, ma perchè la giu– stizia ti dà fastidio (son parolt:. tue) e perchè l'ini– quità è così pingue, nutri– ta. ingrassata dentro di te. Sappiamo ormai chi pastu– ra la tua iniquità, povero tricheur africano. Ti con– lessi malvagio senza uti– lità, senza una sola cau– sa della maJizia, fuor del– la malizia stessa. Dici di averla amata perchè brut– t::i, ;>Pr appetito del vizio: son parole tue. e Perchè rubai? Forse (Conllnu.!....!!! pag. 1) Sempre Sempre con voi, fin dal principio, nei giomi amari e dopo, nel lento vivere, nel duro martello che colpiva e colpiva sempre, con voi sempre spalla a spalla, fratelli. L'angolo Ah, se tutto potes.se cominciare un'altra volta, all'improvviso, a una sola parola! Io, allora, tornerei a cantare nel bosco, e ai piedi della quercia dopo la radura, laggiù ove tante mattine trascorsero felici, cercherei il tesoro che sotterrai bambino. Come tan[?'O Non mi domandare quel che non so dire. ll<lidolgono i colpi nel petto, mi ferisce il tuo galoppo. Dove vado 1 ove andiamo? Ascolta: ogni giorno comincia un mondo nuovo, albeggia una speranza. Inutile doman da chiederci a qual mèta ci conduce il cammino, poi che, malgrado tutta l'ombra che ci accerchia, esiste la vita, bella come un dio di chiarità perpetua. 1 on mi domandare, inutilmente. Riposa mio cuore, cavallo pazzo. (trad. dJ Flaviarosa Rossini) JOSE' A. GOYTISOLO LA FJEHA LET1EHAHIA Uumeuica 1U luglio 196u - Cronaca dell'eclissi PASOLrnr FAVOREGGIATORE? Due coppie di fidan=ati percorrevano tranquillamente Via di Pani_co, neI rione Ponte a Roma, tornando a ca.sa dopo un~ q1ta. quando erano aovicinaU da alcuni giovani eh.~ CC?m1nc1~vanoa formulare complimenti di dµbbio gusto ne, nguardt delle ragaz::e. I fidanzati non mancavano d1 reagire ma la banda, forte deUa ruperioritd numerico spavaldamente si faceva sotto con apprez=amenti sempr~ piti agpre:isivi e volgari. La rissa non tardò a scoppiare in una g1randola di pugni e calci. I fidan.::ati, naturalmente, ebbero la pegpio, ma i numero.si aualitori non .si acconten-– tarono di picchiarli: conclusero la loro bravata derubandoli. Intanto dal vicino Commi.tsariato decorrevano gli agenti che as~curavano alla giustizia i teppi.stl Uno solo riusciva a fuggire, l'autore materiale della rapina: Luciano Bene– vello. E dove trovava ospitalità e assistenza? nella ''Giu– lietta .. di Pier Paolo Pasolini che incrociava in quella zona in compagnia di due giovino.stri .soprannominati •·11 Barone .. e •·JI Tedesco'\ Lo scrittore. p1'e1evata a ca.sa alle .sei della mar.tino. successiva. si dichiarava all'oscuro dell"attivitd e del Yeato del suo occasionale ospite. L"aveva accolto a boydo d~lla .s~a vet.tura .soltan~o .su richiesta del fuggitivo che n diceva uueguato da alcuna giovani che intendevano picchiarlo. RiaffeJ'mava inoltre H pieno diritto di uno .scrittore a "toc– caye con mano,. uomini. d ogni risma e ad aveye una cono– .scen=a diYelta degli ambienti che vuole de.scrivere. I suot ~ue ro!'"an=i ''.Rag~:i di vita .. e ..Una vita violenta., possono m ventà te.shmonu1re a dovere di come Pasolini sia pene– trato acutamente nel più sordido sottofondo umano della teppa che infesta le borgate e la periferia di Roma. Per tornare do capo, la difesa di. Pasolini non sembra però aver avuto effetto nelle Autorità inquirenti. Un con– fronto con una delle yagaz=e aggredite avrebbe infatti p1'0- vato che i1 giovane scrittoJ'e eJ'a bene a conoscen=a dellr rissa avvenuta a Via di Panico e della rapina commessa da Luciano Benevello. E del resta. il •·Barone,. e il •·Tedesco". assai pratici della zona . .sarebbero certo stati in grado di illuminarlo subito sulla .situazione. Cosi Pier Paolo Pasoltni è stato denunciato a piede libero per favoreggiamento. Una accusa grave che. se provata, potrebbe condun-e il giovane autore ad 11nacondanna a 4 anni di reclusione. La parola definitiva, il giudi=io, spetta alla Magistratura. Per ora si è soltanto nel campo delle congetlure e delle indiscrezioni. E ciò non ba.sta per condannare. Occorrono prove, fatti acceruui. Certo la Polizia non avrebbe inoltrato la denuncia contro uno scrittore cosi noto e accreditato se non fosse sicura di colpire nella direzione giusta. Ma..d'altro canto. Po.solini è "uomo d'onore•. Certo lo .scrittore ha rive– lato nella circo.stanza d'euer facile ad amicizie .se non pen– colose almeno troppo spregiudicate. Ma Pasolini è • uomo d'onore ... Certo il diritto dello .scrittore a sperimentare per– sonalmente la ••vita.. per poterla descrivere non deve esclu– dere il dovere (per tutti ma in particolare per r uomo di cultura) di un comportamento che non offra nemmeno un sospetto di immoralità. Ma Pasolini è ''uomo d'onore". M. V. Angioletti (Continua da pag. 1) un certo senso continua– tore nel quadro di una let– teratura italiana contempo– ranea, oggi sempre meno isolata e tuttavia carica di repressioni interne in sen– so particolaristico e di pro– vincia.li sollecitazioni allo isolamento. sino a ieri pres– svehè ufficiali, e oggi stes• so talvolta curiosamente mimetizzati. Contro siifat– te sollecitazioni Angiolet– ti si e sempre battuto con grande convinzione anche se talvolta qualche sua te– si è venuta a coincidere con quelle di una letteratura conservatrice erede della Ronda. Ma come non dare atto ad Angioletti della grande onestà e chiarezza di una sua posizione in di– lesa deU-autonomia dell'ar– te, della dignità dell'arti• sta, della necessità per quest'ultimo non soltanto di una gelosa distanza dal– le esigenze del potere po– litico. ma anche da quel– le delle ideologie? Appunto è la larghezza di questo spirito europeo del milanese Angioletti a rendere così vivi e ricchi di significato questi suoi ritratti di uomini rappre– sentativi della loro epoca e di tutta una cultura con– tinentale. visti quasi sem– pre nella prospettiva di quello che è stato il loro ambiente. Ala in essi. ol– tretutto. il lettore troverà una sorprendente attitudi• ne dell' Angioletti per quel genere biografico di cui si parla nel saggio di Elena Croce, e non certo nel senso di un artigiana– to letterario. ma piuttosto in quello di una vera e pro– pria ricerca nel cuore della opera complessiva di ogni singolo pe!'Sonaggio, alla scoperta di un suo mondo più segreto e più vero. Viaggiatore appassionato e partecipe di una societa in· tellettuale europea che ha in lui uno tra i più in– teressanti esponenti ita1ia– li, in questi ritratti di An– gioletti il rappcrto tra l'uo– mo e il suo habitat è un rapporto essenzialmente di intelligenza e di cultura, soggettivo, è vero, ma sem– pre nel clima di uno spi– rito umanistico. che è la ra– gione vera della vocazione alla letteratura di questo nostro seri ttore. All'origine di una siUat– ta attitudine di Angioletti per la biografia, c'è in par– te la prospettiva della sua formazione. e forse più che della sua formazione, del– la sua civiltà originaria di moderno romantico lom• bardo, ma anche quella di una inclinazione particola– rissima di viaggiatore e di memorialista. te sono te– stimonanza non soltanto i capitoli sugli antichi, e ti mare di Omero >, e La frec– cia di Zenone >, e il porti– co di Socrate>, e Virgilio sul golfo>, e Orazio in Sa– bina:> e San Paolo sullo istmo:>. ma anche alcuni delle altre parti del libro come e Petrarca sul Ven– toux>, cLeonardo sulla Loi– ra :>, e Giovanna d'Arco al villaggio :>, e Bosch il pel– legrino>. Assai più connes– si al legame spirituale di Angioletti col nostro tem– po e con la sua passione letteraria appaiono invece capitoli come e Flaubert o l'arte come lavoro >1. «L'im– pegno di Pasteur>. e Lar– baud. il migliore amico>, LIBR[ RICEVUTI MOHABED KUCIAG: e Poesie solilario di autorivelazione, ne d'amore•• Vanni Scheiwiller. t risultato chiarito con l'affer– Milano, 1960, s.p. mazione dell'espressione come La notizia di chiusura del espressione nell'a1tro. Finché, volumetto dichiara: e di Moha- come fase ultima di questo bed Kuciag, poeta armeno del stesso ulteriore momento, lo XVJ secolo, s1 sa poco o nulla. esprimersi nell'altro si è 011· C'è chi afferma non c;ia nep· dato chiarendo come espri• pure esistito ...». A che serve musi con l'altro: cioè come la situai.ione storica di una costruzione co,mme tra l'uomo poesia se essa si rivela eterna? e l'uomo». lrt appendice è ri– E' il caso di questi \·ersi: cos} portata la e Polemica con Cro– noti e cosl nuovi, cosl semplici a,. comprendente urta Not3 e cosl incommensurabili, cosi di Benedelto Croce del uovem• facili e cosl irraggiungibili. bre 'S() con Risposta a Croce Glauco Viazzi ha tradoao e del dicembre '58. reso con severità, senza abban- • • • ~n~s;iu~~P~S::e°~~rift\!e~ ereil Poesie di: Guglielmo Pao- dato emotivo. E' dono di tra- lo Pe:51: Canto Solo. Aldo duzione, ~ \'Ogliamo, il ri- r:· i/; ~i!'i:a~ l~~~fe sult~IO pieno, ~e~la sua at· d'amore. Gabriele Petti: La tu:ihtà e ~scnziahtà. e Il tuo \'oce d.J Amad.lomene Luigi amore è_ dl\·entato sa.ngue, / è Mlotto: una terra n·e11·an1. l eotrato m .tutte le mie \'ene. I ma. Giorgio Moranl: Spor– ~ tua amma è ent.rata nella gersl d~ll adesso. Franco ~ma. / Ho ccrcal<? d1 prendere Sacca: Poesia sociale con- 1 11coltello. / e dire vatten1: a temporanea. Giuseppe Plt– quel santçue. / Ma come 1m.- tel11: Mome.nU Urici. Maria mergere 11 coltello nella car- Lu.Isa Pleri • La promessa ne, / come d\re all'an.ima vat- del mattino· G!ulto CoJesan– tene? •· e Ho 11petto insangui- ti: La polvere del rtso. Er– natoi acre_la carn1: / che ne3:n· nesto Mondello: un razzo è che I cam la voghono mangia· giWltO sulla lWla. Anna Bor– re. / Non saprai mai quanto ra: Vieni ed hnl Il viso di mi costi . / questo ci:udele cera. Augusto Riccio: Atti– amore •· St vede quanto I mo- ml di vita. Donato Goffredo: duli sono netti, esistevano 1m· Versi al vento. Anselmo plicaziooi che pure potevano B~a: Aperta stagione. Ro– naturalmente inserirli nella mualdo D'Alessandro: Po– friabile occasionalità. glie sparse. Anton Francesco ALDO TESTA: e Filosofia del· l'Arte•, Cappelli Editore. 1959,Lire 650. Aldo Testa è nato a Roma il 4 oltobre 1907. Ha fondato e dirige la rivista e li dialogo"· Dal /937 è libero doceute di filosofia teoretica nell'Unfrer· i!'s~o~~ 8 ~!f /;f:i/ 01 d: 940 tifof;fia nell'Università di Urbino. Que• Filippini: U prunalbellu. Gigliola Prosinl La s:ella: Autoritratto. Giorgio Potito: I crocifissi Anna Borra: Ultime a .:·sky ». Giovanni Giuliani: Scheggie. Imo Scarani: I secoli. Aldo Pe– drone: Un pugno di sabbia sottile. Peppino Da.mlco: Il tempo come p!ombo. Gio– vanni Peroni: LW1ga notte d'inverno. sto è il suo sesto ,•olume usci• EMMAGERIN: e Verso l'Ap• to per la Biblioteca di Cultura orodo». Edi1ioni e Cinzia "• Filosofica. Gli altri cmque so- Firen,:e. 1959, pag. 80, li- no: e La dialogica universale•• re 500. • Somma dialogica•, e Il dia- e Sono ooesie di esprcssio- I lirici tedeschi di J/ aleri Ne1 primo, tra l'altro C tutt'altro che ditficile ri– scontrare la vera poetica di uno scrittore come Angio– letti. esposta con estrema discrezione. e soprattutto in modo indiretto, con iro– nica grazia: e I soli lavora– tori scrupolosi, quelli che amano l'opera ben finita e rifinita, ben modellata, senza· sbavatura. e fatta tutta con ottimo materiale,. sono rimasti certi artigiani rifugiati in basse. buie bot– teghe nelle vecchie strade delle nostre città:>. Non c'è dubbio che egli aderi– sca intimamente e profon. damente. come uomo e co– me scrittore, a un'idea del– l'arte come impegno tota– le, Cilme assoluta dedizione dell'artista. come espres– sione di un·a1ta moralità interiore, di una vera e propria civiltà personale. E questo magari non sen– za un margine di candore che talora ci fa apparire uno scrittore, pur cosi ric– co di consapevolezza, quasi indifeso di fronte alle ideo– logie e agli ideologi che oggi popolano il mondo della cultura. logo sociale"• • lA sc"ola del ne spontanea, anche se il dialogo•, e e Umanità e t'eri· linguaggio poetico e la par• tà "· Urta nota ci dice clre e la ticolare metrica usati dall'au· Biblioteca di cultura filosofica tore non sono sempre piena– in concomitan:.a con i quader- mente persuadenti ,., Sono ni di cultura filosofica della parole tratte dalla prefazione rivista Il dialogo, imende cor- di Carlo Galasso. Qualche rispondere alla semita esigen• \·crso di e Suoni del Vcspe– za. culturale di portare la ri• ro 11: e Oltre la ,·alle. / dallo cerca filosofica a dilatarsi nel scosceso pendio, / giungono respiro della più completa e a me nel ,·ento della sera / viva problematica wruma, in note di pianoforte lamento– tutte le sue varie prospettive. so. / Ma donde viene? / Da Sempre su wi piano di severo qual~ ~imora? I Da reggia. approfondimemo filosofico, si O d abituro? / E' sogno, o intende con ciò fa,,orire, nel- realtà? / Qual mano ignota / l'ambito della comune \•erità, scorre sulla tastiera dei ri- (Contlnu~a pag. 1) Deve alla terra. J u perpetua vicenda. Il getto limpido Sgoria dall'arduo Precipite dimpo; Sttl sasso liscio Si frange in belle Nuvole di pulviscolo; Ondeggia accolto In dolce grembo, Tra veli e murmuri, Al basso via scorrendo; o adattando liev-emente la primitiva immagine ad al· tra più consona alla no– stra lingua: Non cessare, non cessare, Pianto dell'eterno amore. Alti, come all'occhio c1ie [non piange più Deserto e spento è il mondo. Non cessare, non cessare, Pia,110dell'infausto amore!; o risalendo dall'espressio– ne di Goethe al reale mo· dello che ne suggestionò la fantasia: Nella gondola stavo sdraia– to, e correvo tra i burchi - Altraccati alle rive del Canal Grande in folla. - lÀ trovi molte merci per molti biso– gni: granaglie, - Vino, ver– dure, e legna grossa e legn.a sottile. Di HOlderlin, ora tanto di moda e certamente so– pravvalutato, il Valeri, a giudicare dagli esempi da lui trascelti nella sua an– tologia, apprezza, giusta– mente. soprattutto le poe· sie rapide e lievi io cui l'autore idoleggia, in vive immagini. la sua aspirazio– ne all'etere e il suo desi– derio di serene ed ineffa– bili divinità, trae con gioio– so canto l'Olimpo in terra, esalta il creato in un im– peto d'amore, che parteci– pa del raptus mistico, ma– gnifica la poesia come lo unico mondo coevo e con– degno degli dei. Nei carmi lunghi e pindareggianti, spesso oscuri e disarmoni– . ci, la fantasia bOlderlinia– r.a non ha - ad analiz- zarli bene - grande for· za accentatrice. Fra questi ampi inni il Valeri ha sa– gacemente prescelto UAr-– cipelago, in cui si possono percepire spunti e motivi ohe richiamano, per casua– le eppur tanto significa– tiva coincidenza, il nostro Foscolo. Di Heine il poeta ita· liano ricanta felicemente parecchie di quelle e pie· cole liriche> che - a dire del Croce stesso, non sem– pre tenerissimo nei con– fronti del lirico di Diissel– dor!, - sono e pure e tra– sparenti come gocce di rugiada>. A tradurre dal tedesco In italiano è facile incli• nare ad una certa ridon– danza, dovuta al diverso spirito delle due lingue: si corre, cosi, il rischio di rompere il numerus pri· mitivo, trascorrendo oltre l'espressione essenziale in cui si è innucleata ab ori– gine la poesia. Con gran· de sapienza artistica il Va- 1eri ricostruisce l'ideale schema del verso e della strofa con estrema conci– sione e fermezza. anche a costo di rinunciare a qual– che aggettivo o elemento secondario della locuzione primitiva, oppure di intro~ durre qualche lieve varia– zione. In questo modo la .1'\>lachdi<:htung acquista la sua dignità di creazione autonoma nella quale, tut– tavia, sono quanto mai vi– ve le risonanze della poe– sia originale. Si leggano. per esempio, le belle ver– sioni valeriane delle famo– se liriche Im wttndersch0- nen Monat Mai, Aus mei– nem grossen Schmerzen, eccetera. Qualche volta lievi va– riazioni nella struttura me• trica o nel tessuto delle parole originarie riescono a dar vita ad una nuova po es i a delicatissima; lo stesso mirabile effetto con~ seguono, talaltra, abbrevia– zioni e contrazioni sapien– ti. Si léggano, per èsém• pio, le due liriche All'alba ed E' tei di MOricke o l'altra. di Morgenstern. La ~~:ttb~e~~n ~~~~~ènhf:~ ri.sce !-ma straordinaria leg· g1adna e grazia in virtù di brevi aggiunte e spo· stamenti. Questo traduttore, che in tempi corrivi alle banali facilonerie o alla pedante e pretenziosa precisione ii– lologica, si può considerare una rara avis, fallisce po– che volte al segno. In que– sto senso negativo cito uno dei non molti casi. Mi ri– ferisco alla brevissima li– rica Ein Gleiches di Goe– the. Questo gioiello vera· mente inimitabile ha op– posto, anche al tentativo del Valeri di rielaborarlo, una certa resistenza. Come tante altre, pure la nuova versione non riesce a com· petere col testo originale. L'espressione Dentro ogni fronda Senti appena l'onda D'un respiro ... è inadeguata a rendere la impalpabile atmosfera ,poe– tica dei tre semplicissimi e davvero ellenici versi In allen Wipfeln Spilresc du Kaum eiu Hauclz (sopra tutte Je cime degli alberi avverti appena un alito). Subito dopo il sin– golare uccello per il plu· raie uccelletti si sente che è una forzatura voluta dal– la necessità deila rima eta– ce >. L'aver tralasciato di tradurre warte nur (aspet· ta pure) nuoce alla com– piutezza della meraviglio• sa poesia. Anche un tra– duttore del talento di Va– leri. qui, ha dovu.to arren– dersi di fronte al prodigio degli otto eterei versi che il Goethe scrisse nel set– tembre del 1783 su.lrimpo· sta di una finestra del vil- !ir~~ti~uJa~~~te~~u;:~:~ so llmenau. Si sa che lo ultraottuagenario poeta. tornato nell'agosto del 1831 sulla vetta del ,poggio, ri– lesse il breve Lied e si sciolse in lacrime. Asciu– gatisi .gli occhi. esclamò, appunto: e Sì, attenti pu– re! Presto riposerai an– che tu:>. . li Lied .goethiano, si può ripetere. fu composto in un momento di grazia supre· ma, e a volerlo ripoetare col suo ritmo e le sue ri– me è un'impresa veramen– te ardua. Questo è, in cer– to qual modo, u,n caso li– mite destinato all'insucces~ so, ma quante volte il Va– Ieri è riuscito felicemente nei suoi tentativi! E i)Oichè questo volu– metto comprende un note· vole numero di bellissime liriche magistralmente rie– laborate in italiano. il li· bro mondadoriano ha un duplice importante ufficio: quello di contribuire a ri– pristinare la disciplina del– l'unico modo leeito di tra– durre poeticamente, e l'al– tro. ancora più grande. di stimolare in senso benefico il gusto della poesia genui– na in un periodo in cui regnano molto arbitrio e molta confusione. GIOVA:~NI NECCO una feconda circola::.ione tra ~t1~ ~~i 1 ~~i tf::e!~~ gli s,•ariati campi della ricer- cimitero / fatto di sohtudme r: ;;ga~:ri~ ;~,"'~ii c~li~dt fi~~~ e s1lenz10 7 » G. T. sofici, nella prefatione Aldo Testa dice: e Sempre intesa ad FRANCO ASCATIGNO: Nu– approfondire l'ideritità di for• .tuno più s'incoiitra - Liriche ma e contemao in rma soddi- - Società Pollgraftca Edito– sfacente defi11i:.io11e del lin- riale - Città di Castello - guaggio e dell'arte, la mia ri• Pagg. 80 - L. 800. cerca estelica ha tulta\'ia pro• DOMENICO GUGNALI: Poeti c~duto altraverso i tre momen• alla ribalta - Voi. I _ Edi- ti che ,senza escludersi, sor- dizioni Gugnall - Modica • gono l'uno sull'altro, ,l succes- Pagg. 110 - s.p. ~~~te.PNef Prn;~~gd~io::1e,f::eii ,---------- concetto di espressione si ;, EDITRICE bene attrezzata, andato definendo come ex- trentennale esperienza, ua– pressione, cz'oè come creJlz_iori~ mina mano.scritti, poesie, (anzichè come siguifica:::;Jone di noveUc, romanzi, saggi va– una realtà presupposta). Ju un ~• !;':r:u~~~e:oi:: 0 : 1 :~~ secondo momenlo - quello clie dizioni di particolare fa– Ira dato l'avvio a tutta la mia vore. Scrivere: L'APPRODO concezione dialogica - il con• DEL SUD, Lungo Teatro certo di e.-.::-pressionc, rinne• NuO\'O, 29, Napoli. Ma non si tratta né di candore, e nemmeno di una rinuncia alla difesa. Po– chi altri come Angioletti tra gli scrittori d'oggi, so– no consapevoli delle tre• mende minacce che pesa– no sulla civilta, pochi come lui sentono profonda l'esi– genza di una coraggiosa salvaguardia appunto di quei valori ~che si assom– mano in un.idea della auto• nomia dell'arte e della sua libertà, un3 libertà che ri– siede appunto nel rispetto della forma e delle esi- 1 genze dell' espressione. E s! vorrebbe a questo propo– sito. che fossero letti atten– tamente i capitoli che reca– no per titolo e Variazioni sulla Russia> e e I perse– cutori e gli artisti> nei quali così !ermo e asso– luto è il richiamo di An– gioletti alla libertà come bene supremo per l'uomo, ma anche al dovere dello scrittore di esserne guida. FERDINANDO VIRDIA gando questa come processo ,_ _________ , POETI ITALIANI DEL NOVEC~NTO a cura di FRANCESCO LALA « Chiare le note, felice la scelta dei testi poetici, accorta l'lntrodu~ione. Nel mare magnum delle antologie avrà certo il suo posto.» Pagg. 178 ALDO VALLONE L. 800 EDITORE MARIANO - GALATINA l~_LIA-NORD AME~~ 0<·3 - ...... 7 ALITALIA7 LA COMPAGNIA AEREA UFFICIALE DEI GIOCHI OLIMPICI lllllllllllllllflfllflllllrtlllllllllfllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllJIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIHllllllllltlllllllllllfllllHIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIJIIIHIOIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIOllllllllllllllfllllllllllllllllllflllllllllllllllllllllllllllltllllllllHlllllltllllllltl /J(_~ , CAM PARI questo e l'aperitiV?!

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